Un giorno, all’aurora,
la meravigliosa fata
dalla veste stellata
con la magica bacchetta
diede vita
ad un angelo di creta
e volle che fosse cosa bella.
Oh, perché l’avesse creato
io dir non so,
ma l’angelo raccontava le fiabe
e amava tanto il mondo,
che prese a girarlo a tondo.
Bianche ali avea
e fatate eran le sue mani,
egli parlava sempre agli astri vani,
e li mirava ardentemente,
con i suoi occhi pieni di fanciulle.
Lontano dalla sua fata
egli se ne andava,
la bella lo aveva salutato senza pianto,
nascondendosi una lacrima
con il candido suo guanto.
Addio!
Addio, ci rivedremo nell’immenso!
Lungo le desolate rocce
se ne andò la meravigliosa,
verso la patria della Morte.
Il gigante incatenato
giaceva nelle grotte
e al vederla la implorò così:
‘Pietà, fa’ ch’io sia liberato!’
Pianse la fata commossa
e le catene gli tolse.
Poi, per lei, venne la morte.
Il cupo gigante verso lei mosse,
il suo candido volto
l’inebriò e lo commosse!
Tra le grosse mani la strinse
per mostrarle il suo affetto,
che le andava giurando per l’eterno,
ma la fata morì,
un brutto giorno, così,
perché il folle disio non esaudì.
E il bianco angelo
discese dalle stelle,
perché la cara amica
perduto aveva la sua vita,
per sempre.
‘Volerà la tua anima
dove la porta il vento,
io una bianca tomba
sulla nuda terra
per te serbo”
Così l’amico’
Un angelo piangeva,
sulla tomba della fata,
dalla veste stellata,
dal cappellino turchino,
il volto accarezzato dal pianto.



Grazie, apprezzo sinceramente ogni parere
Molto ma molto eccitante …
Ti ringrazio, sono felice che ti sia piaciuto 😄
Magnifica continuazione del racconto: una delle due moglie è ormai andata: si è resa conto di aver buttato via i…
ciao i tuoi racconti sono troppo belli, questo è stupendo quando arriverà la parte 2 ? magari a tema spanking