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Poesia Erotica

*Non son granché gli orgasmi alla memoria**

By 2 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments


Furono i tuoi occhi color della castagna
ad agganciarmi per primi,
poi fu il letto.
Allora iniziò la nostra storia in una Venezia
rossa d’autunno.
Arrivarono i giorni del vino e delle rose
in cui perdemmo il conto di quel nostro
amarci così folle
-una fitta all’inguine il ricordo-
Ogni orgasmo era un frammento di eternità
che mi donavi.
Le notti potevano essere lunghissime
-epoche misurate in termini geologici-
oppure durare solo pochi istanti.
Così mentre noi, fuori dal mondo,
consumavamo l’amore
catene montuose emergevano improvvise
dalla crosta terrestre
e crollavano,
dalla lava fusa si formavano rocce,
sorgenti calde sgorgavan dal terreno
tra vapori sulfurei.
Un anno durarono quei beati giorni.
So che mi hai amato con passione
-a modo tuo-
come il coltello ama la ferita che apre,
come la mantide ama il maschio
di cui divorerà la testa.
Non volevi essere crudele,
lo eri e basta.
O forse….
io avevo solo diciassette anni e tu
venti di più.

Ti ho rivisto oggi in campo S.Stefano.
Non sei molto cambiato in tutto questo tempo.
Nel viso che ora ha aggiunto qualche ruga
splendono vivi gli occhi
color della castagna.
Mi abbracci e l’antica magica sirena
torna a cantar con voce di malia
-ma forse &egrave solo voler dimenticare
uno sputo di tempo, dieci anni-

Così son ritornati
in quella vecchia casa
all’Accademia
gli amanti ritrovati.

Ma i morti non rivivono
e davvero non son granché
gli orgasmi alla memoria.

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