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Gli Dei del Sesso

By 15 Settembre 2017Gennaio 21st, 2022No Comments

La canna della pistola si rivolge contro il mio viso, in un lampo accecante il proiettile parte e mi raggiunge. 

Nulla. Il nulla.

 

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Mi ritrovo nel vuoto, assoluto niente e nessuno. Non ricordo nemmeno chi sono. Da quanto tempo sono qui in questo stato? Ma qui dove… tutti i miei sensi sono annullati, azzerati, credo di non esistere più. Riesco solo a pensare, solo il cervello sembra attivo. Le gambe, le mani, le dita…provo a muovere qualche muscolo, senza risultati. Ho ancora il mio corpo? Non lo percepisco. Nel silenzio del vuoto, non sento neanche il cuore battere.

Tutto questo dovrebbe preoccuparmi e invece sono tranquillo, di una calma piatta e uniforme. 

Ricordo solo che ero in ginocchio al centro del ristorante, con un forte dolore alla mascella, e poi in un attimo il boato.

Nient’altro. 

Ora sento un formicolio…o quasi, come se stessi cominciando a spegnermi. Mi sto addormentando…non voglio! 

 

————————————

 

Apro gli occhi. Bianco. Sto vedendo un colore diverso dal nulla. Finalmente!

Sorrido e noto che non è un semplice bianco, è l’intonaco di un soffitto enorme. Mi rendo conto di avere gli occhi. Sento il mio corpo, busto e arti, ci sono! 

In un lampo ricordo ancora il boato. Sono in ospedale.

Alzo la testa, gioendo di poterlo fare, e mi guardo attorno. Non capisco, mi trovo in una stanza da letto immensa, di almeno una cinquantina di metri quadrati. Forse sono in una villa seicentesca.

La finestra è aperta e il sole penetra nella stanza pungente. Scosto le lenzuola e salto in piedi. Mi sento benissimo!

Mi affaccio alla finestra e vedo un parco meraviglioso, pieno di fiori di tutte le colorazioni e pieno di alberi tutti diversi. Uno spettacolo inimmaginabile! Addirittura un grosso canale attraversa il giardino, sormontato da un possente ponte dalle finiture classiche. Non si vede la fine di tutto quel verde.

 

Sconosciuto:”Oh oh, ben svegliato.”

 

Mi giro di scatto spaventato. Sono sorpreso e incredulo da ciò che vedo: la porta della sala spalancata e esattamente davanti ad essa un uomo. Non un semplice uomo. La prima cosa che noto sono due protuberanze che spuntano dalle spalle e poi dai fianchi, bianchissime. Alto muscoloso e sorridente, con una folta barba attorno al viso e capelli lunghi castani che gli arrivano alle spalle. E nudo. Muscoli scolpiti, pettorali e addominali perfettamente delineati e un grosso uccello che gli dondola tra le gambe, arrivando a metà di due poderose cosce. Glabro, completamente privo di peli tranne che in faccia.

Sono a bocca aperta, non capisco che cosa o chi fosse. Poi uno strano presentimento si fa strada nella mia testa. Quello è un viso che ho già visto…su alcuni quadri, o qualche libro…non può essere!

 

Io:”Ge…Gesù?”

 

Lui allarga le braccia come per accogliermi.

Gesù:”Eccomi.”

 

Sbalordito non so cosa fare. Era uno scherzo, per forza!

 

Io:”Ma…dai non prendermi per il culo!”

 

Non potevo essere morto. Sono sempre stato molto credente e i Testi Sacri non parlavano di Gesù come un uomo possente e muscoloso, per non parlare del luogo. L’aldilà, non avevo mai sentito di strutture storiche come quella in cui mi trovavo. Inferno? Paradiso? Dov’è Satana?

 

In tutta risposta Gesù si rabbuiò. Le strane protuberanze si dilatano ai suoi lati, aprendosi e quindi ho capito. Sono ali. Sbattono di colpo nell’aria e l’uomo si solleva da terra. Con un balzo atterra ad un metro da me; mi allontano impaurito. Che cazzo sta succedendo?

Mi butto sul pavimento contro il muro con le mani alzate.

 

Io:”No! Basta! Non è vero, non sono morto!”

 

Gesù:”Si, sei morto.” Risponde con voce tranquilla.

Lo guardo, spaventato, e inevitabilmente mi cade lo sguardo tra le sue gambe. Come può esistere un cazzo del genere?

Abbasso le mani e lo guardo negli occhi.

 

Io:”Dove mi trovo?”

 

Gesù:”Nell’aldilà, in cielo. In paradiso o inferno. Nel purgatorio. Insomma comunque tu lo voglia chiamare questo è il posto dove alcuni uomini e donne arrivano dopo la morte.” Apre le braccia e si guarda attorno.

 

Io:”Ah ah ah, questo è ridicolo! E dimmi come sono morto? Sto benissimo!” Mi guardo e vedo che sono nudo. La mia solita pancetta, il petto peloso, il pene moscio. Non mi importa e lo guardo, sfrontato, in attesa di risposta.

 

Gesù:”Te lo mostro subito.”

 

L’uomo si avvicina alzando una mano verso il mio viso. Inizialmente mi ritraggo ma poi una qualche misteriosa forza mi trattiene immobile. La mano si posa direttamente sulla mia fronte e la vista mi si annebbia.

 

Torno alla realtà dopo un tempo indeterminato e realizzo tutto quanto. Avevo visto. Come fossi stato uno spettatore, avevo visto me stesso nel ristorante, alla cassa, stavo per pagare dopo un ottimo pranzo con la mia fidanzata, la splendida Laura. Un rapinatore era entrato ordinando di stenderci tutti a terra, armato di pistola. La mia ragazza dopo qualche minuto perse la pazienza e cercò di fare uno sgambetto al malintenzionato, ma senza riuscirci. Prima che lui riuscisse a colpirla mi precipitai in sua difesa andandogli contro. Mi colpì fortissimo col calcio dell’arma e caddi in ginocchio frastornato, e un secondo più tardi puntò la pistola alla mia testa e sparò.

Sono morto.

 

Una pioggia gelata mi cade addosso, tutti i ricordi e tutte le sensazioni si riversano in me tutte in un colpo. La mia vita è andata. Mi aveva sparato esattamente in fronte, non ci sono possibilità che io sia ancora vivo.

Avevo solo 27 anni…ero un ragazzo normale, tranquillo, molto credente. La mia famiglia! La mia ragazza! Oddio no…

 

Gesù:”Ora siediti, ti spiego tutto.”

Indica un grande tavolo in un angolo della stanza, che fino ad ora non avevo notato. Disperato mi lascio cadere in una delle enormi sedie con la testa tra le mani. L’uomo si siede di fronte a me.

 

Gesù:”All’inizio è dura, ci siamo passati tutti. Mi dispiace, non esisti più come uomo. Ora sei uno di noi.”

 

Io:”Ma voi chi? Chi cazzo siete? Santi? Angeli?”

 

Gesù:”Dimentica ciò che ti ha insegnato la chiesa…qui non esiste nessun Dio, nessun santo, e io non sono Gesù. Mi presento come tale ai nuovi arrivati solo per far render loro conto della situazione. Della loro morte.

Ci chiamiamo Angeli e Angeliche a seconda del nostro sesso, ma non abbiamo nulla a che fare con gli angeli decantati nella bibbia.”

 

Io:”Non esiste Dio!?”

 

Gesù:”Anche io mi aspettavo di trovarlo…e invece sono tutte menzogne. D’altra parte nessuno poteva sapere che cosa ci fosse dall’altra parte. Chiamami pure Jesus comunque, sarò il tuo mentore. “

 

Io:”Mentore per che cosa?” Risposi sempre piu incredulo.

 

Jesus:”Per il tuo cammino. Ci arriveremo, non temere. Sei rimasto molto tempo nel limbo, forse non sapevi bene dove andare. Vedi nel limbo veniamo giudicati e indirizzati, a seconda della nostra indole, della nostra storia e del nostro carattere, verso la giusta sezione di Paradiso alla quale apparteniamo.”

 

Io:”Il limbo è il nulla? Quindi ci sono diverse sezioni di Paradiso? “

 

Jesus:”Proprio così. Però ci è dato conoscere solo quella di appartenenza. Alla nostra possono accedere solo uomini e donne vergini, morti in età compresa tra i venti e i trent’anni. Nonostante tu avessi queste caratteristiche il limbo ti ha giudicato per diverso tempo, magari era indeciso sulla giusta sezione per te.”

 

Vergine. Si, ero ancora vergine al momento della mia morte, forte del voto fatto con Laura di rimanere puri fino al matrimonio, che si sarebbe dovuto celebrare pochi mesi più tardi. 

Io:”Quanto tempo sono stato nel Nulla?”

 

Jesus:”Qui il tempo non esiste. O meglio, non è calcolabile. L’unico paragone a grandi linee posso farlo con il tempo umano, e in questo caso si è trattato di un periodo da tre a cinque anni umani. Il limbo non ha fretta. Con alcuni trova immediatamente la via, con altri resta a giudicare per un’eternità.”

 

Una parte di me è ancora convita che si tratti di uno stupido scherzo, perfettamente congegnato.

Se fossero davvero passati cinque anni, ora Laura sarebbe una dottoressa più o meno affermata. Che cosa aveva fatto in questo tempo senza di me? Aveva sofferto? Mi ha già dimenticato?

 

Senza pensare mi rivolsi a Jesus.

Io:”Voglio vedere Laura, la mia fidanzata.”

Jesus:”Ah ah ah, lo immaginavo. L’ho già localizzata, la posso raggiungere quando vuoi, portandoti con me, ovviamente.”

Io:”Davvero?? Andiamo!”

 

Mille domande mi affollano la testa ma la sola idea di poter rivedere Laura, la mia amata, mi fa dimenticare tutti i dubbi.

Seguo Jesus al di là della porta in legno massiccio per un lungo corridoio imponente. Su di esso si affacciano innumerevoli stanze, alcune con l’uscio semi aperto che mi permette di sbirciare dentro mentre cammino. Sono tutte sfarzose, di lusso.

Ci ritroviamo in un atrio gigante, sormontato da alte colonne; da un lato del salone le porte di ingresso sono spalancate, fuori il giardino e i fiori risplendono al sole, dall’altro lato una stupenda scalinata porta al piano superiore.

Dietro il mio Mentore faccio il primo scalino e rimango pietrificato da ciò che vedo. Due Dee, due Angeliche scendono le scale, mano nella mano, nude. Non ho mai visto nulla di più bello: una ragazza è mora, capelli lunghi, due seni sodi e corposi e il monte di venere perfettamente depilato; l’altra è bionda, i capelli le arrivano alle spalle, ha i seni un po’ più piccoli dell’amica ma comunque meravigliosi. Entrambe senza un pelo sul proprio corpo, entrambe che mi sorridono felicissime, mentre scendono gradino dopo gradino e a ogni passo mostrano leggermente la vagina.

A bocca aperta lascio che mi superino mentre ridacchiano tra loro e mi giro a guardarle. Solo ora noto sulle schiene delle Dee le ali raccolte, di un bianco accecante, e sotto a esse due culi da mozzare il fiato. Quello della mora alto e tornito, quello della bionda un po’ più basso ma sodo e perfetto.

 

Jesus:”Ahahah, allora? Ti sei già dimenticato di Laura?”

Io:”Ah…ehm no no, andiamo.”

 

Ricomincio a salire accorgendomi di avere tra le gambe un’impedimento. Il cazzo si è indurito e svetta completamente eretto.

 

Io:”Ma chi erano quelle?”

Jesus:”Due delle Angeliche”

Io:”Non ho mai visto due ragazze così belle”

Jesus:”Quando diventiamo Angeli e Angeliche, i nostri corpi si modificano in meglio, mantenendo le fisionomie, e ci spuntano le ali.”

Io:”Diventerò anche io come te?”

Jesus:”Se riuscirai a superare il primo livello, approdando al secondo come me e le ragazze che hai appena visto, allora si.”

Io:”Mah…loro sono lesbiche?”

Jesus:”Ahah, bella domanda. No, qui non esiste omosessualità né eterosessualità. Angeli di entrambi i sessi attraggono tutti quanti, uomini, donne, e anche tra di noi.”

Indica il suo uccello che effettivamente si è leggermente indurito al passaggio delle Dee.

“Sono sicuro che pure tu prima quando mi hai visto, hai provato una certa attrazione verso di me. È una nostra caratteristica.”

Io:”Si, se devo essere onesto”

 

Non ci avevo badato, ma quando mi ero trovato ad un metro dalla gran proboscide del Mentore, avevo sentito una leggera eccitazione.

In cima alle scale ci troviamo di fronte a un portone particolare, dorato con diverse figure che si muovono sulla superficie. Sembra una pozza d’acqua in verticale fatta d’oro.

L’uomo poggia la mano su di essa, che si apre in avanti in due battenti.

Mi si presenta innanzi una stanza circolare, molto spaziosa, attorniata da vetrate da cui affluisce la luce. Al centro di essa un mappamondo fluttua a mezzo metro dal pavimento, una palla pulsante in cui riconosco le americhe, gli oceani e i poli. Per un attimo scorgo dietro questo enorme palla un Angelo. Quest’ultimo tocca la sfera all’altezza dell’Africa e scompare.

 

Jesus:”Questo è il portale che ci permette di visitare la Terra.”

 

Si avvicina e lo sfiora, facendolo girare su se stesso. Ci troviamo davanti lo stivale italiano. Punta il dito su un puntino rosso in qualche parte del nord  Italia e con l’altra mano mi afferra la spalla.

 

Jesus:”Ecco Laura. Mi sta aspettando, andiamo.”

 

Continua…

 

Puff.

Veniamo risucchiati in un vortice confuso, attirati verso la Terra come fosse una calamita gigante.

Vengo catapultato su un pavimento in legno pregiato, la luce nella stanza è fioca.

Cerco di combattere la nausea causata dal quel viaggio pazzesco, durato meno di un secondo.

Alzo lo sguardo e capisco di essere in uno studio di uno psicologo. Il calendario è sulla pagina di maggio 2023. Cazzo. Sei anni sono passati. Mi alzo in piedi e mi volto, vedendola.

Alla scrivania, intenta a leggere un documento, c’è Laura. Quasi non credo ai miei occhi, è sempre bellissima ma qualcosa in lei è cambiato. Ha delle brutte occhiaie e indossa occhiali da vista, che non le avevo mai visto addosso. Sembra una dottoressa in carriera, affermata e sicura di sé, ma spenta e distrutta nell’animo.

 

Io:”La..Laura!”

 

Non alza nemmeno la testa.

 

Jesus:”Mi spiace amico, non può vederti né sentirti. Tu limitati a guardare.”

Io:”Ma..come..!?” Stupito, mi sento impotente.

Jesus:”Ci ha messo molto tempo a superare la tua scomparsa. Non ti ha dimenticato, se è quello che ti stai chiedendo, ha pure una tua foto nel cassetto. Si è sposata l’anno scorso con Claudio, il tuo amico avvocato. Sta tentando di andare avanti con tutte le sue forze, giorno dopo giorno, ma questa routine piatta e apatica e soprattutto il vuoto che le hai lasciato, la stanno consumando pesantemente.”

 

Il mio Mentore, in piedi accanto a me, mi spiega tutte queste cose come se avesse vissuto con lei in questi anni.

Lacrime di disperazione e dolore cominciano a scendermi dagli occhi.

 

Io:”Co…come sai tutto questo?”

Jesus:”L’ho visto, l’ho sentito quando ho toccato il suo puntino rosso nel mappamondo. Tutto il suo essere, le sue emozioni e paure, si sono riversate in me ed ho capito.”

Io:”Cosa hai capito??”

Jesus:”Che ha bisogno di me e mi sta aspettando.”

Io:”Che vuoi fare?” Incredulo.

Jesus:”Ora vedrai che cosa facciamo noi Angeli per persone come Laura. È la nostra missione. Tu non potrai intervenire in alcun modo. Gioisci con noi, godi con noi.”

 

Detto questo, sparisce dalla mia visuale, lasciandomi molto più che confuso.

Il campanello trilla.

Laura tira su la testa e guarda l’orologio. Sono le 19.00.

Si alza e va verso la porta, aprendola.

 

Laura:”Buonasera, sto chiudendo l’ufficio, mi spiace…” Che bello sentire la sua voce!

Jesus:”Ciao Laura, mi stavi aspettando.”

 L’uomo entra, è vestito con un costoso abito elegante, le ali sono sparite e barba e capelli curati alla perfezione. Lei lo lascia passare, intimorita dalla sua presenza.

 

Laura:”Veramente non aspettavo nessuno, stavo giusto per andare a casa…”

Jesus:”Ti sollevo da tutte le paure, preoccupazioni e dolori. Abbandonati al piacere, sii te stessa e liberati da tutto ciò che non è desiderio e passione.”

 

Dopo che lei ha sentito queste parole, pronunciate come una benedizione, succede qualcosa. Cade a terra, in ginocchio, portando le mani al volto. Comincia a singhiozzare sommessamente, grosse lacrime cadono a bagnarle la camicetta. Lancia via gli occhiali e si strofina le palpebre.

Intanto Jesus chiude la porta a chiave e sorridente le offre una mano per rialzarsi.

Vorrei tanto abbracciarla, dirle che va tutto bene e si risolverà tutto.

Laura scosta le mani dal viso e capisco che quella che mi era sembrata disperazione, è invece una felicità profonda, squassante. Sorride e piange di gioia mentre afferra la mano del Mentore e si alza in piedi, saltandogli al collo in un abbraccio. Non sto capendo assolutamente nulla. Assisto a quella scena paralizzato, cercando di afferrare il senso di tutto ciò.

Jesus ricambia l’abbraccio e la stringe forte, con passione, come fossero amanti da parecchio tempo.

 

Laura:”Oh Jesus, ti ho aspettato per così tanto! Tu mi stai salvando la vita!”

Inizia a ridere contenta e pure lui si unisce in una risata pura e cristallina.

Jesus:”Mia cara, è giunto il momento. Abbeverati alla mia fonte e liberati da ogni turbamento.”

 

Con lo sguardo colmo di desiderio, la mia ex ragazza prende la giacca dell’uomo e gliela sfila, appoggiandola alla sedia. Inizia a sbottonargli la camicia, guardandolo, bottone dopo bottone. Il petto muscoloso compare, con le spalle e la pancia delineata. Anche la camicia viene tolta. Sembra proprio un Dio. Non è estremamente grosso, ma ben proporzionato. Lei si getta a baciargli il torace, incantata, soffermandosi sui capezzoli. Armeggia con la cintura dei pantaloni mentre succhia i bottoncini scuri sui pettorali di Jesus.

 

Laura:”Sei proprio qui per me? Davvero?”

Jesus:”Certo. Sono qui per renderti felice.”

 

Una strana sensazione mi pervade. Non è gelosia, ma solo eccitazione. Eppure quella era la mia ragazza, e sta adorando letteralmente un altro uomo. O Angelo. Mi accorgo di essere eccitato, il pene pulsa tremendamente.

 

La dottoressa si abbassa lentamente, continuando a baciare la pancia scolpita, per poi fermarsi in ginocchio. Sfila del tutto i pantaloni e li lancia via, portandosi una mano alla bocca per ciò che si trova di fronte: uno slip striminzito che a fatica riesce a contenere l’uccello di Jesus.

Porta le mani ai fianchi e lentamente inizia ad abbassarli, gustandosi l’attesa. Il basso ventre del Dio è completamente glabro; spunta la radice del pene e lei si lecca le labbra. Toglie tutto e rimane ferma, meravigliata ad ammirare tanta carne e tanta sostanza. L’uccello barzotto pulsa ritmicamente, aspettando. Laura prende coraggio e alza un braccio, accarezzando la proboscide con le dita. Jesus rimane immobile con le braccia lungo i fianchi e il suo solito sorriso divertito.

La ragazza afferra decisa il cazzo alla base, facendo scorrere la mano sull’asta.

 

Laura:”Oh mio dio…” Sussurra.

 

Ripenso a quando al posto di Jesus c’ero io, e per la prima volta Laura prendeva in mano il mio uccello di medie dimensioni. Anche in quel caso era stupita e vogliosa, curiosa di conoscere e scoprire, ma ora questa curiosità era per una situazione straordinaria, un membro dell’altro mondo, letteralmente.

Esso si indurisce lentamente nella sua mano che continua ad accarezzarlo con desiderio. Lo prende saldamente, non riuscendo neanche a chiudere la mano attorno, e lo sega. L’uomo emette un gemito soddisfatto e il suo pene si erge finalmente in tutta la sua consistenza. Rimango stupefatto. È grosso come tre dita e lungo almeno 22/23 centimetri. Tutta contenta la ragazza avvicina il volto e appoggia la lingua sulla grossa cappella, assaggiando.

Pochi secondi dopo, non riuscendo a trattenersi, spalanca la bocca e lo fa entrare in sé. Si sforza il più possibile ma riesce a ingoiare solo fino a metà dell’asta, forse anche a causa della poca esperienza. Si muove su quel palo possente con tutta la testa mentre viene accarezzata sul viso e i mugolii di piacere si spargono nell’ufficio.

Non ho mai visto la mia amata essere così affamata, eppure so che è proprio lei, non è preda di alcun incantesimo se non quello che le dà la possibilità di essere in tutto e per tutto se stessa.

All’improvviso si stacca e tenendo alzato l’uccello si lancia con la lingua all’attacco dei testicoli gonfi e grossi. Lappa tutto lo scroto, parte da sotto, leccando il perineo, per poi salire a succhiare in bocca prima una palla e poi l’altra, finendo sulla base del pene. Jesus è in estasi, chiude gli occhi e si lascia fare tutto questo gustandosi ogni tocco.

Vorrei essere al suo posto, o al posto di lei. Non so da dove arriva questo nuovo istinto che mi trascina, ma sento forte il desiderio di appoggiare la lingua su quella sacca scrotale così liscia, su quel bastone di carne. Mi butto su una poltrona e non resisto, inizio a toccarmi il pacco dandomi piacere.

Il Dio la afferra per la testa e inizia a scoparla in bocca, entrando un po’ di più ad ogni spinta. Nello sguardo di lei vedo la sofferenza nel prendere tanta carne fino in gola ma soprattutto la gioia per essere un recipiente di goduria. Abbondante saliva comincia a scenderle dalle labbra, bagnandole tutto il mento e parte del corpo. Appena si staccano le fà cenno di alzarsi, mette le mani sulla camicetta della mia ragazza e in un attimo la strappa via. Laura si spoglia del tutto in velocità, desiderosa di proseguire in questo gioco peccamino e salvificante. Viene guidata sul divanetto e si posiziona alla pecorina, con la testa appoggiata al cuscino e il suo stupendo culo a mandolino che sporge dondolando. 

 

Jesus:”Oh. Cavolo si è fatto veramente tardi…mmm mi sa che devo proprio andare” La prende in giro sorridendo.

Laura:”No! No no no no, ti prego, resta”

Jesus:”Mah, forse altri cinque minuti li trovo, ahahah” afferra i glutei e ci ficca il viso in mezzo mangiando tutto ciò che trova.

 

La mia mano scivola veloce sul membro, piccolo a confronto del mio Mentore, sono quasi al limite. Vedere la mia fidanzata trattata come un semplice buco e che gode nell’essere così spensierata e peccaminosa, mi sta facendo impazzire. Non l’ho mai vista così, forse dopo il matrimonio sarebbe stata diversa dalla casta e pura ragazza che avevo conosciuto. Aveva timore di farsi toccare e di toccarmi, tant’è che eravamo arrivati a fare sesso orale solo un paio di volte. Inutile piangere sul latte versato, ora sono morto e la vera Laura è finalmente riuscita ad emergere grazie al tipo muscoloso che in questo momento le sta leccando la rosellina anale.

Mugola di piacere e spinge il culetto verso la lingua famelica, aprendo le chiappe con le mani.

 

Laura:”Mmm, ti prego scopami!”

 

Con una sberla sul gluteo Jesus si alza e lo prende in mano, dirigendolo tra le cosce della dottoressa. Lo passa più volte sull’ano, sulle labbra e sul clitoride, poi punta il grosso glande alla vagina. Lentamente entra in lei, che sussulta, con tutta la cappella. Piano piano affonda centimetro dopo centimetro aiutato dall’abbondante lubrificazione della passera, fino ad entrare per quasi l’intera lunghezza. La giovane strabuzza gli occhi abbandonandosi ad un piacere mai provato, si sente completamente piena, riempita da quel possente bastone.

L’uomo si muove dentro di lei con passione, quasi uscendo del tutto per poi rientrare fino alla radice. Grugnendo aumenta la velocità e i loro corpi sbattono uno contro l’altro.

 

Non ce la faccio a resistere oltre, la sega sta diventando insopportabile e l’orgasmo monta dentro me in un lampo. Muovo in modo forsennato la mano sull’asta e bollenti schizzi di sperma partono dal mio sesso incontrollabili. Non tolgo gli occhi di dosso agli amanti mentre mi vengo copiosamente addosso, in un piacere intenso e nuovo, che mai ho assaporato.

 

Un urlo squarcia il silenzio nella stanza, un gemito lungo, prolungato per diversi secondi in cui la giovane gode e si lascia trasportare al più alto livello di piacere. Gli occhi spalancati e le mani che stringono il cuscino del divanetto, mentre apre le labbra per cercare ossigeno. Le gambe tremano impazzite e il suo splendido corpo viene sconquassato dalle insistenti profonde penetrazioni.

All’improvviso l’uomo tira fuori l’uccello e inizia a segarsi con due mani, prossimo a godere.

 

Jesus:”In ginocchio.” Ordina.

 

La psicologa obbedisce mettendosi sotto di lui e afferrandogli il cazzo continuando a masturbarlo selvaggiamente. Avvicina il viso con la bocca spalancata e il desiderio di essere purificata negli occhi.

L’uomo urla tutta la sua soddisfazione e getti potentissimi spruzzano sul dolce viso della giovane. Grossi e densi spruzzi di caldo sperma la inondano sulla fronte, sulle guance, in bocca e sul collo e lei non si ferma di segarlo con foga. 

Quando l’eruzione sembra conclusa, il possente membro sborra altre due volte sul seno della mia ex che prende la cappella immediatamente tra le labbra per raccogliere le ultime gocce.

 

Mi avvicino ai due, sporco del mio stesso seme, e la osservo. È letteralmente ricoperta di liquido seminale, tutta la faccia e parte del petto. Quindi è così che viene un Angelo, proprio come una fontana.

 

Jesus:”E’ giunto il momento” Prende fiato.

 

Laura annuisce, felice, mentre si alza tenendo con una mano il fallo che piano piano torna a rilassarsi.

 

Laura:”Grazie…” Sussurra colma di gioia.

 

Si scambiano un veloce bacio sulle labbra, dopodiché la dottoressa si stende sul divanetto e chiude gli occhi, sol sorriso sulle labbra.

Resto a guardarla incredulo, quando spunta al mio fianco l’Angelo. Sono tornate le sue ali candide e mi sorride sornione.

 

Jesus:”Andiamo.”

 

Mi afferra per una spalla e mi trascina con lui in un vortice confuso nel tempo e nello spazio. 

 

Continua…

 

 

Vengo catapultato ancora una volta e mi ritrovo nella stanza del Portale, franando sul pavimento. Ho lo stomaco talmente sottosopra che devo trattenere il vomito. Una grossa manona si palesa nel mio campo visivo.

Afferro la mano di Jesus e mi tiro su, quasi aggrappandomi.

 

Jesus:”Oh andiamo, non dirmi che sei già ko. Seguimi, ti porto nella sala comune degli ibridi, gente come te.”

Io:”Aspetta, aspetta… e Laura?? Cosa è successo?”

Jesus:”Sta benissimo non hai visto? Si sarà già svegliata e avrà ripreso la sua vita, ma con un piglio, una determinazione e una voglia di vivere completamente diversi.”

Io:”Perché si è addormentata?” Mi incammino dietro di lui.

Jesus:”Succede così quando completiamo la missione. Credo ricorderà tutto quanto come un bellissimo sogno e niente più. Ovviamente il mio seme su di lei, la vagina arrossata e il segno dello schiaffo sul culo resteranno a testimoniare che tutto ciò è avvenuto realmente. “

Io:”Quindi la vostra missione è questa?”

Jesus:”Si. Liberare le persone da preoccupazioni e dolori attraverso il sesso. Siamo gli Angeli del Sesso.”

Io:”Sei un salvatore? Ma come può essere se ora lei torna da suo marito cornuto? Lo conosco è un bravo ragazzo!”

Jesus:”Oh ma insomma! Non è tradimento cazzo, sono un Dio! Ci vengono segnalati casi di persone che soffrono tremendamente e che in cuor loro sono aperte alla liberazione tramite il nostro intervento. Non facciamo miracoli, ma il solo fatto di renderle felici, per un periodo più o meno lungo, li aiuta ad affrontare la vita con serenità e gioia. Abbiamo sventato migliaia di suicidi! Il Sesso è un arma di salvezza potentissima! E ora smettila di fare domande stupide, siamo arrivati.”

 

Apre un portone e mi si presenta innanzi una sala enorme, grande come un campo da calcio. Decine e decide di persone si aggirano nudi camminando in gruppetti, altri stesi su un materasso largo una ventina di metri.

Prima che riesca a rendermi conto di quello che sto vedendo, si avvicina a noi un ragazzo.

 

Jesus:”Ti presento Luca, lui è un ibrido da molto tempo e può darti una mano ad ambientarti. Ci vediamo in giro.”

 

Gira i tacchi e esce, lasciandomi con quel tipo magrolino, di qualche anno più giovane di me.

 

Luca:”Benvenuto nella Sala Comune degli Ibridi, sarà casa tua per un primo periodo.”

 

Mi accoglie abbracciandomi stretto e così facendo i nostri petti pelosi aderiscono uno sull’altro e i nostri uccelli vengono in contatto. Rispondo all’abbraccio sperando di aver trovato qualcuno che possa rispondere alle mie domande.

 

Luca:”Vieni, prendiamo da bere.”

 

Ci accomodiamo su un comodo divano e resto ad ascoltare la sua storia. Mi racconta di essere morto a ventitré anni nel ’77 a causa di una brutta malattia e che da allora si trova in quello stato. 

 

Io:”Non vedo le ali, non sei un Angelo!”

Luca:”No, infatti. Tutti qui, ragazzi e ragazze hanno la possibilità di diventare Angeli e Angeliche, ci vuole tempo e pazienza, ma ad alcuni come me non interessa. Mi piace rimanere un ibrido per poter servire gli Dei come Jesus.”

Io:”Servire? E perché non vuoi essere servito come un Angelo?”

Luca:”Come avrai visto loro sono gli Dei del Sesso, di conseguenza necessitano di qualcuno che li soddisfi nei loro bisogni carnali. Le missioni non bastano per tenere a bada il loro spirito. Sono solo un centinaio e tra di loro non possono scopare, tranne alcuni casi. Ed è qui che entriamo in gioco noi ibridi, la loro valvola di sfogo. 

Non voglio diventare uno di loro perché sono di carattere sottomesso e non posso fare a meno di essere il loro sfogo. Mi trovo bene con entrambi i sessi, ma do il meglio di me con gli Angeli maschi.”

 

Sono stranito dalle sue parole e quasi spaventato. Il mio viso riflette le mie preoccupazioni e il ragazzo lo nota.

 

Luca:”Ehi, non ti agitare, vedrai che col passare del tempo capirai tutto quanto. Ora finisci la birra, ti porto nella stanza di allenamento.”

Io:”Per che cosa??”

Luca:”Allenamento per essere pronto quando ti chiameranno gli Dei per soddisfarli. Ci alleniamo tra di noi.”

 

Mi prende per mano e mi guida sotto un arco aperto. La luce si fa più tenue in un lungo corridoio in cui affacciano diverse porte chiuse.

 

Luca:”Scegli una porta e entra. Chiunque trovi lasciati andare e l’istinto ti dirà come muoverti.” Sorride contento.

Io:”In che senso chiunque trovo?”

Luca:”Ragazzi o ragazze, qui non ha importanza. È solo una questione mentale che ti trascini dalla vita, ma presto dimenticherai.”

 

Con un uomo non saprei minimamente cosa fare…e soprattutto se sarei stato in grado di farlo.

Mi avvicino a una porta e la sfioro con le dita. No, faccio qualche passo e mi volto a sinistra. Questa. O la va o la spacca.

Stringo la maniglia e la abbasso, entrando. Una luce rossastra entra dalla finestra, dando alla saletta un’aria piccante. Sono in una stanza di pochi metri quadri, occupata completamente da un grosso materasso morbidissimo e candido. Sorrido quando vedo chi mi sta aspettando.

In un angolo ranicchiate, due ragazze sono sedute in attesa. 

 

Io:”Ciao…” Dico timidamente.

Loro:”Shhhhh!” Sussurrano provocanti.

 

Si alzano e camminano verso di me ancheggiando. Non sono Angeliche, sono senza ali, sono ibride come me. Si nota soprattutto perché non hanno un fisico perfetto, anzi. Una è mora, capelli cortissimi quasi da maschio, piuttosto in carne e con due grossi seni, l’altra castana e più alta, seno piccolo e fianchi larghi. Nonostante le loro imperfezioni, vederle nude e disponibili a pochi passi mi eccita a dismisura.

 

Col cazzo semi rigido vado loro incontro alzando la mano per stringerla ma la superano ignorandola e si lanciano addosso a me, sorridenti. Mi guardano negli occhi e mi accarezzano dolcemente in ogni centimetro di pelle, dalla schiena al petto, dalle cosce ai glutei, dall’inguine al collo. Sfiorano il membro che ormai raggiunge la piena erezione. La situazione surreale mi fa bloccare completamente, sto metabolizzando tutte quelle dita che scivolano sensuali su di me. La mora afferra il mio braccio e lo porta su un seno, enorme caldo e sostanzioso; lo palpo avidamente come fosse il primo e l’ultimo che posso sentire e testare, mentre le giovani ibride si lanciano a baciarmi il collo con passione. Le labbra e le lingue che mi stuzzicano provocano un brivido nella mia spina dorsale.

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