Una sera a me e ai miei amici, Freddy e Simon, è arrivato via sms un invito per una festa di compleanno di una nostra amica, Lisa. Anche se avevamo già preso un impegno con un’altra nostra amica decidiamo però di andare lo stesso a questa festa. Il pericolo era però in agguato. Ci prepariamo ed andiamo. Sotto casa ci aspetta la festeggiata e mentre ci introduce nella sua dimora all’improvviso compare un’invitata dal volto poco noto. Si tratta di Elsa, la famigerata donna perversa. Ci presentiamo e noto subito che il suo sguardo, sicuro e smaliziato, si era già posato su una zona particolare del mio corpo… il cazzo… magari! Questo strano personaggio mi fissava il culo in maniera morbosa e accattivante… ma a me non dispiaceva anzi, l’idea mi incuriosiva… “chissà quali sono le sue intenzioni” mormorai tra me e me. Freddy e Simon si erano già presentati ad Elsa ma loro erano passati indenni al check-up di questo strano esemplare di femmina e pensarono subito ad entrare per godersi la festa ed io, un pò impaurito, salii dietro di loro guardandomi ogni tanto dietro le spalle, “non si sa mai” pensai. Il posto era angusto e le sedie a disposizione per gli invitati erano troppo poche così ne approfittiamo e ci sediamo il prima possibile, con le bottiglie di vino a nostra disposizione sul tavolino a fianco. Dopo poco, quindi, la leggera ebrezza del vino iniziò a farsi sentire e incominciammo a fare i primi commenti sulle astanti poco lontane da noi quando, improvvisamente si avvicina Gustavo, il fratello della festeggiata, e mi dice: “Ma perchè non ci provi con Elsa?”. Il torpore del vino passò e in un lampo vidi quelle immagini conturbanti e misteriose che rappresentavano l’unico ricordo nitido e preciso della ragazza in questione… Freddy e Simon, che avevano sentito tutto, mi incitavano a concludere ma io avevo una strana sensazione… purtroppo mi scappava la cacca… Mi reco in bagno e con sorpresa noto che non c’era la chiave nella toppa… “Oddìo”, pensai, “e ora come diavolo faccio?”… la cacca, però, era tanta, così tanta che non mi permetteva di ragionare e allora, incurante del rischio di esporre alla vista altrui una scena raccapricciante, mi fiondai sul vaso e iniziai a defecare. Ma Elsa era in agguato… Con mano leggera spinse piano la porta e si sedette sulla vasca da bagno. “Cosa fai qui?”, le domandai, “Dai, esci, mi vergogno…”. E lei, per nulla intimorita, mi disse: “Che bei dentoni che hai!”. Io, esterrefatto, nonchè molto confuso a quel punto, parlottavo tra me e me ripetendo “Che errore, che errore!”. Allora successe una cosa strana. Si avvicino ad un mobiletto ed estrasse una limetta per le unghie, la poggiò sul bordo a me più vicino della vasca da bagno e iniziò a spogliarsi… La scena, immaginate, era molto strana ma la mia virilità non avvertiva la stranezza della situazione anzi, sebbene io fossi intimorito ed imbarazzato, la mia asta sembrava apprezzare estremamente questa inconsuetudine. “Ti va di giocare un pò con me, bel porcone?”. “Non lo so, puoi aspettare che finisco prima?” le dissi purpureo in volto, preoccupato degli sgradevoli odori che poteva per causa del mio ano maleodorante avvertire… Lei, però non si scompose anzi, con una risatina diabolica e umiliante prese il mio sesso in mano e lo strinse rendendolo presto violaceo con lunghe striscie di bianco, le tracce delle sue lunghe dita. Aprì delicatamente il fiore del suo sesso e si impalò a smorzacandela su di me, bloccandomi miseramente sul water. Era strano, stavo cagando e nel contempo stavo assaggiando per la prima volta un frutto troppo dolce in un situazione desueta. Devo dire, però, che la situazione era molto eccitante. D’altra parte, Elsa era proprio una bella gnocca: gambe tozze ma sode, una silouette magari non eccezionale ma comunque apprezzabile, due seni tondi e carnosi, coi capezzoli perennemente turgidi da mordicchiare con impeto animalesco e abnegazione, da far perdere la testa. L’unica cosa che avevo perso per ora era però solo la dignità. Che strano modo di perdere la verginità. Elsa intanto aveva iniziato a muoversi e il ritmo da odalisca incalzava sempre più mentre i suoi seni si ergevano imperiosi danzando davanti al mio viso da sedotto. Quasi senza accorgermene iniziai una serie di movimenti meccanici dettati dal mio istinto. Le titillavo i capezzoli, le mordicchiavo i lobi delle orecchie, le baciavo il collo mentre con una mano le stimolavo la clitoride. La cosa che provocava in me stupore e incredulità era il continuo defluire delle mie feci nonostante l’atto sessuale che normalmente comporta rigidità muscolare, specialmente dei muscoli del perineo [la zona tra scroto (o vagina) e ano]. Ero preoccupato poiché lei gemeva e si contorceva urlando disperatamente mentre io cagavo, cosa che la eccitava particolarmente come continuava a ripetermi all’orecchio: “Si cagone, dimmi che sono la tua troiona lurida”, “Coprimi di merda” e altre frasi simili.. D’ improvviso si spalancò l’uscio: erano Freddy e Simon, richiamati dalle urla di Elsa, ed entrambi gridarono “Eempfff!” avvertendo lo spaventoso afrore dell’allora mio lercio deretano e accompagnando questa loro esclamazione con lo sventolio di una mano dinanzi al naso come alla ricerca di aria fresca, ed uscirono affrettati, senza fare troppo caso alla donna che giaceva su di me, quasi morta per la goduria e per il piacere incontrastato che la puzza del mio prodotto intestinale le provocava bagnandola tutta. Come mi confidarono più tardi, Freddy e Simon si misero, allora, alla guardia della porta, impedendo così altre sgradevoli interruzioni. Con un rapido scatto Elsa mi immobilizzò il cranio sollevandomi il mento e facendomi digrignare i denti. Allora, con la mano libera, afferrò tosto la lima e iniziò a sfregarla ripetutamente contro lo smalto dei miei incisivi, quei dentoni che le piacevano tanto, mentre continuava a percorrere su e giù la mia asta. Fu davvero troppo per me: quasi violentato nel cesso di una casa semisconosciuta, mentre cagavo subendo la limatura dei miei preziosi incisivi. Sembrerà strano, e lo era anche per me, ma era comunque troppo bello. Non resistetti più e la inondai del mio caldo fiume mentre anche lei veniva urlando riversandomi addosso i suoi umori più intimi. Senza troppe parole si rialzò, mi diede un ultimo bacio e dopo essersi rivestita, uscì. Da allora non l’ho più rivista, nè ho più ripetuto un’esperienza così estrema, ma solo perchè le mie successive partners non hanno voluto. Sono però riuscito a conservare un cimelio di quella magica esperienza, la rapida lima, che ancora oggi, in preda a raptus nostalgici, sono uso passarmi e ripassarmi sull’arcata superiore dei miei denti masturbandomi in bagno ma non in piedi, no, seduto, come quella notte a sognare pensando al nostro futuro e alla cacca.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…