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La commissione

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

‘ Tieni 10 ‘. e portami il resto’.

Così mi disse mia madre mentre mi dava i soldi per andare a comprare il pacco dei biscotti per la colazione di domattina.

Inforcai la bici e mi diressi al solito negozio dove andavo sempre, ma lì non li trovai e decisi allora di dirigermi verso il supermercato di Y., un’amica di mia madre, e, mentre pedalavo, ripensavo a tutte le seghe che mi tiravo e mi tiro tuttora pensando alle sue tette enormi che, spesso, quando viene a trovare mia madre, grazie alle magliette attillate e scollate che &egrave solita indossare, ( alcune volte anche senza reggiseno) io non manco di sbirciare.

Arrivai davanti all’alimentari e, parcheggiando la bici, mi fermai un attimo prima di entrare per sistemarmi alla meno peggio il bozzo che mi si era formato dentro le mutande.

Entrai ed ebbi una visione: Y. era chinata a novanta gradi intenta a sistemare della merce, avevo il suo bellissimo culo davanti ai miei occhi, era fasciato da una minigonna che copriva a malapena le chiappe.

Stavo trattenendo la mia eccitazione a fatica, quando Y., rimanendo chinata, si girò ed io ebbi quasi un infarto: la camicia bianca che indossava aveva tre o quattro bottoni aperti e, chinata com’era, vedevo perfettamente il suo sodo seno fino ai capezzoli che, liberi di sfregare contro la camicetta, si erano drizzati diventando dei piccoli siluri.

Y. si rialzò e mi salutò ed io, ancora sconvolto dalla visione di tutto quel ben di dio, non riuscii a biascicar di meglio che chiedergli dove fosse il reparto dei biscotti, sempre tenendogli puntato sulle bocce il mio sguardo da pesce lesso.

Mi disse che era quattro scaffali più dietro, e che se mi sbrigavo da solo lei avrebbe continuato a sistemare della merce, visto che in negozio c’erano solo due clienti, me compreso.

Mi diressi nella direzione da lei indicatomi, non prima di aver dato un’ultima sbirciata al suo fondoschiena, girai l’angolo e mi sistemai, o meglio, cercai di sistemarmi il cazzo che ormai non voleva più stare nelle mutande, riuscendo solo a posizionarlo in modo che la maglietta larga che indossavo lo nascondesse il più possibile.

Percorso tutto il corridoio formato dagli scaffali, non trovando nessuna confezione di biscotti, girai verso il corridoio dietro a quello appena controllato, e qui ebbi una nuova visione mostruosa: una signora era chinata con la testa infilata in mezzo a due mensole che cercava di prendere qualcosa che doveva trovarsi in fondo allo scaffale,bloccando quasi totalmente il corridoio. Era vestita con una gonna corta sopra il ginocchio che, per via della posizione che aveva assunto la signora, era salita fino a mostrare una buona parte delle cosce tornite.

Io, ormai al limite dell’eccitazione, non calcolando le eventuali conseguenze (tra l’altro, a parte Y. difficilmente qualcuno mi poteva conoscere da queste parti essendo questo supermercato per me molto fuori mano), invece di passare dando le spalle come si conviene, volli passare con tutta la mia eccitazione che sfregava e spingeva contro quelle belle chiappe sode.

Quando la mia verga si posizionò proprio in mezzo a quel culo, non contento, feci anche due piccoli movimenti avanti e indietro.

La signora si girò di scatto e, con mia grande sorpresa, ma soprattutto, con mio grande imbarazzo, scoprii che il culo in cui stavo poggiando il mio uccello era quello di mia zia K.

Già mi immaginavo tutto il casino che sarebbe scoppiato nella mia famiglia, e, arrossendo come un peperone, chiesi immediatamente scusa a mia zia pregandola di non dire niente ai miei genitori.

Intanto Y. ci avvisò che andava un attimo a prendere dell’altra merce dal magazzino che si trova dietro l’angolo e di scegliere con comodo, e sentii la campanella posta sopra la porta suonare all’apertura della porta e risuonare alla chiusura della stessa. Il fatto che Y. fosse uscita mi calmava solo per il possibile scandalo extra familiare ma non per quello familiare.

Mia zia K. rimase in silenzio, prolungando la mia angoscia per quello che sarebbe successo a casa mia, quando, notai che, nonostante fossero passati una ventina di secondi, K. non si spostava da quella posizione, ma, anzi, era lei che ora faceva un leggero movimento, andando a pressare il suo magnifico culo contro la mia verga sempre più dura.

Mia zia K. &egrave alta come me, ha un seno piccolo ma sodo, un culo altrettanto sodo ed una bocca da pompini.

Passarono venti secondi prima che mi riprendessi dallo shock di avere il mio cazzo che puntava il culo di mia zia che invece di scandalizzarsi mi strofinava il suo magnifico deretano contro la mia verga, appena mi ripresi, la feci alzare e le infilai la mia lingua in cerca della sua che contraccambiò.

Le sollevai la maglietta scoprendole il seno libero dal reggiseno, e mi misi a leccare e mordicchiare i suoi capezzoli già belli duri.

Lo afferrai con le mani e nel frattempo scendevo con la lingua solleticandole l’ombelico finché, arrivato all’elastico della gonna, non fu lei stessa ad abbassarsi la gonna e le mutandine insieme dando via libera alla mia lingua di dirigersi verso il suo profumato paradiso peloso.

Spostai una mano dal suo seno e le infilai due dita nella figa già fradicia, andando nel contempo a stimolarle il clitoride con la mia lingua.

Ora era lei che mi faceva alzare e, mettendomi una mano dentro i miei pantaloncini, mi tastava il cazzo complimentandosi e dicendo: ‘ chissà se ha un buon sapore’, e subito si abbassò tirandomi giù i pantaloncini e le mutande contemporaneamente.

Cominciò a baciarmi la cappella e poi passò a leccarmi le palle, finché non le afferrai i capelli e, con un suo sorriso di approvazione, le spinsi la sua dolce bocca attorno alla mia asta dura come il marmo.

Andava su e giù con un ritmo alternato, ora lento, ora veloce, stimolandomi la cappella con dei colpi di lingua che mi facevano girare letteralmente la testa, mentre con le dita continuava ad entrare e uscire dalla sua figa, fino a quando non la feci sollevare e rimettere nella posizione in cui la vidi all’inizio e cio&egrave con la testa in mezzo allo scaffale e il culo in bella vista.

Mi posizionai dietro di lei e le stuzzicavo la figa passandole il mio cazzo lungo le grandi labbra senza però penetrarla. Stava mugolando sempre più, quando glielo infilai tutto in una volta facendola venire all’istante e, non fermandomi, mentre lei godeva continuai ad andare avanti e indietro sempre più velocemente, finché non rallentai perché stavo per sborrare, ma, invece di venirle nella figa decisi che dovevo avere prima il suo culo e così, tra i suoi lamenti, glielo estrassi dalla figa, e, quando sentì che glielo poggiavo nel suo retrobottega, tentò di spostarsi dicendomi che lì non l’aveva mai preso neanche da mio zio che non era così ben messo, e che non voleva farlo per paura del dolore.

Ma ormai ero troppo attratto da quel culetto e, tenendola ben ferma cominciai a spingere infilando la cappella dentro il suo anello di carne che, non senza fatica e dolore, cedette piano piano.

Mi fermai alcuni secondi per far abituare K. all’intrusione, poi, quando ho sentito che il suo mugolio da doloroso stava mutando in godurioso, infilai il mio arnese tutto in una volta fino a far sbattere le mie palle contro la sua figa.

Pompavo ormai da parecchi minuti mia zia K. quando mi accorsi che aveva la testa girata in direzione di un angolo del negozio, mi chinai un po’ in avanti e guardando nello specchio appeso al muro, messo lì contro eventuali ladri, vidi quel gran troione di Y. che, probabilmente già d’accordo con K., non era uscita come prima aveva fatto credere, ma era messa a novanta gradi, aveva gli occhi chiusi e si stava infilando nella figa un grosso cetriolo.

Subito tappai la bocca a K. e le sussurrai di stare ferma e in silenzio, tolsi il mio cazzo dal suo culo e, più eccitato che mai, facendo meno rumore possibile, andai dietro Y. che non si era accorta di niente.

Misi il mio uccello in direzione del suo buchino posteriore, e, nello stesso istante che le afferravo le sue enormi bocce, spinsi il mio cazzo tutto dentro il suo magnifico deretano.

Y., per lo spavento e il dolore, cadde per terra portandomi con se mentre ero ancora dentro di lei. Cercò di divincolarsi, ma più si muoveva, più il mio cazzo le sfondava il suo bel culo, più cominciava a godere senza ritegno, finché non venne con un urlo spaventoso.

Ormai ero al limite anch’io e, facendola girare schiena a terra, le salii a cavalcioni sul petto infilando la mia verga in mezzo a quella montagna di carne che &egrave il suo seno, e, dopo un paio di avanti e indietro, svuotai le mie palle andando a colpire un po’ la bocca di Y., e un po’ la bocca di K., che, nel frattempo, ci aveva raggiunti. Le due, alternandosi, si dedicarono a ripulirmi il mio batacchio che non ci mise molto a rimettersi sull’attenti, anche perché subito dopo avermelo ripulito, le due si scatenarono in un sessantanove da urlo. Y., sempre schiena a terra, leccava la figa e contemporaneamente infilava due dita nel posteriore di K. che da par suo ricambiava mordicchiando il clitoride e infilando ben tre dita nel culo di Y.

Mi posizionai dietro mia zia K. e cominciai ad alternare brevi ma profonde penetrazioni prima nel suo culo e poi in quella figa fradicia di umori, poi, facendole scambiar di posizione, usai lo stesso trattamento con Y. che gradiva molto il tutto, incitandomi a sfondarla fino in fondo.

Ad un certo punto Y. andò al telefono e chiamo qualcuno, io cercai di ascoltare, ma K. mi afferrò delicatamente per i testicoli spostandomi verso un angolo del negozio e, facendomi mettere schiena al muro, volle che la sollevassi per il sedere e abbassandola si diresse il mio cazzo tutto dentro la sua figa, mi cinse con le sue gambe e cominciò a dettare il ritmo, finché non sentii il campanello della porta che mi bloccò di colpo. K. mi disse di non preoccuparmi, perché c’era una sorpresa per me, infatti da dietro l’angolo comparvero B.(un’amica di mia madre) e l’altra mia zia F.

Si spogliarono in un battibaleno, B. ha due tette grandi come quelle di Y. ma un po’ meno sode, un culo grosso ma sodo, e due mani da gran segaiola; F. ha due tette un po’ più piccole ma decisamente sode come anche il suo fondoschiena, in più ha una bocca da scopare.

Volli subito provare mia zia in tutte le posizioni e in tutti i buchi, e, mentre io inculavo F., B. si divertiva con Y. e con K.

Sborrai in bocca a F. e subito mi fece indurire per l’ennesima volta con delle sapienti leccate che mi fecero salire la pressione a mille, e, vedendo B. che, inginocchiata a terra, stava slinguazzando la figa di K. che, contemporaneamente, si dilettava in un ditalino in culo a Y. con relativa succhiata di clitoride, mi posizionai dietro di lei e a tradimento le sfondai il suo buchino posteriore facendola strillare per il dolore.

Facendo varie pause, nelle quali non tralasciavo ora di leccare ora di infilare due o più dita, ci divertimmo per parecchie ore, poi decidemmo di smettere per quel giorno ripromettendoci di rivederci spesso, infatti anche adesso che vi scrivo questo racconto stò aspettando mia zia K. e l’amica di mia madre, B., approfittando dell’assenza dei miei genitori, per divertirmi con le loro bocche, i loro culi, le loro fiche e, non per ultimi, i loro bei boccioni.

Sta suonando il campanello”””””””..

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