Al tavolo Valentina trovò Elena, il suo collega Michele e il responsabile dell’agenzia olandese, Henry, con il quale aveva parlato finora solo telefonicamente. Per mettere Henry a proprio agio in effetti chi aveva fatto gli abbinamenti ai tavoli aveva scelto le persone che parlavano meglio inglese, anche se Henry parlava e soprattutto capiva discretamente l’italiano. Poiché, come già immaginava da discorsi precedenti Michele trovava fantastica Elena (cosa abbastanza facile, visti gli argomenti che aveva dalla sua), Valentina si trovò a parlare quasi solo con Henry, che si dimostrò ai suoi occhi, davvero una persona interessante: 39 anni, un bel biondo alto, ex canoista, parlava 4 lingue e aveva visitato mezzo mondo, anche Paesi pericolosi, riuscendo sempre a cavarsela.
Henry non aveva intenzioni… bellicose quella sera e Valentina non gli aveva fatto nemmeno troppa impressione, visto che inizialmente la sua attenzione era andata su Elena: bionda, riccia, giunonica, un sorriso da fotomodella quale era effettivamente stata per un paio d’anni, con indosso un vestito rosso fuoco, Elena quella sera era uno spettacolo. Henry, da buon olandese, aveva buona confidenza con gli alcolici e senza nemmeno voler calcare la mano, riempì tre bicchieri di vino bianco -che si sa inganna- a Valentina, col risultato di renderla più che allegra. Col procedere della serata Henry rivide il suo giudizio su Valentina, davvero un bel bocconcino la mogliettina! Quelle labbra carnose erano anche esperte?
Nella testa di Valentina anche al di la del vino bianco… c’era un bel guazzabuglio: le sue bocce ondeggiavano e si sentiva rossa in viso soprattutto quando Henry di tanto in tanto buttava l’occhio per immergercisi, la visione del vibratore poi le aveva spalancato un mondo e ora voleva appagare il proprio desiderio in un modo o nell’altro. Le luccicava l’idea di quel biondone a suo fianco: chissà che stallone era! Ma un secondo dopo quell’idea si toccava la fede al dito e pensava al marito e al figlio.
Il servizio fu un po’ lento e la cena finì solo alle undici e mezza. Dopo di che, misero i lenti e Henry invitò Valentina a ballare. Lei obbiettò che aveva mal di testa, ma lui insistette e la donna accettò col risultato che, inizialmente per non cadere, e poi per piacere, strinse il suo cavaliere in un abbraccio più forte del giusto. I suoi capezzoli si erano gonfiati e premevano sul tessuto e mentre sentiva quel caldo formicolio nel basso ventre, sfioró Henry con la gamba, traendone la percezione (…e la dimensione) che anche Henry era preso dal desiderio.
Alla mezzanotte si conclusero i balli. Elena e Michele sparirono, mentre Valentina prese congedo da tutti e si avviò al proprio bungalow in compagnia di Henry.
Giulia, che aveva notato il comportamento dei due durante tutta la serata, vide la scena e rimase un po’ dubbiosa: aveva forse fatto male a dire a Valentina di osare?
Davanti al proprio bungalow, Henry le chiese di farlo entrare per un ultimo drink: l’olandese aveva considerato la stretta di quel ballo come un via libera a farsi avanti, ora voleva passare all’incasso. Valentina capì quello che significava quella domanda, ma il vino era stato metabolizzato e pur con un sussulto dribblò la richiesta adducendo che domattina c’era il meeting aziendale e rientrò. Henry se ne andò nella discoteca del resort stranito e soprattutto con le palle gonfie, maledicendo quella donna che prima gliel’aveva fatto rizzare e poi l’aveva piantato in asso.
Valentina invece si mise in abito da notte e con la figa bagnata si abbandonò alle proprie fantasie, nelle quali lei aveva acconsentito alla richiesta di Henry e dopo il drink si erano spogliati, lui aveva sfoderato un arnese di dimensioni esagerate ed era riuscito a farla venire già una prima volta con la lingua, mentre lei, con indosso solo le scarpe coi tacchi alti, dopo un momento di respingimento di rito, gli spingeva finalmente la testa nel proprio sesso. Poi -nelle sue fantasie- l’aveva scopata violentemente sul letto prendendola da dietro. Avevano poi fatto la doccia insieme e Henry aveva accuratamente insaponato i seni della donna e poi l’aveva scopata . Al mattino, dopo che lui aveva stuzzicato i suoi seni con dei cubetti di ghiaccio, Valentina decideva di regalargli uno dei pompini migliori della propria vita, ingoiando fino all’ultima goccia di sperma. In quel momento pensò al vibratore di Giulia e che invece aveva a disposizione solo il proprio dito medio.
Dopo l’orgasmo si diresse in bagno per docciarsi e pensò sgomenta al tutto: fino a ieri non aveva mai lontanamente pensato di tradire il marito. Oggi invece l’aveva tradito col pensiero e ci era andata vicina anche nei fatti. Che significava tutto ciò?
La mogliettina 2 – la cena
One Comment
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Bel racconto….il 3° capitolo quando lo pubblichi ?