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L’architetta

By 4 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano quasi due anni che si era divorziata. Lei, Anna, architetto in carriera, 36 anni. Da dopo il divorzio si era tuffata nel lavoro. Aveva uno studio tutto suo nel centro di Milano e il lavoro gli stava andando alla grande. Però non aveva avuto più nessuna storia, nessun flirt. Certo gli ammiratori non gli mancavano, era una bella donna, mora, un bel seno prosperoso e un fisico asciutto. Sempre curata e vestita elegantemente. Negli ultimi anni aveva investito tutto sul lavoro ed ora poteva dire di avercela fatta.
Quella sera doveva passare da un’appartamento che stava ristrutturando per dare istruzioni agli imbianchini per il giorno seguente. Era primavera, una di quelle giornate piacevolmente calde che segnavano l’uscita dell’inverno. Lei aveva una tailler grigo senza calze, un bel paio di tacchi e una camicietta. Ci teneva ad essere vestita sempre bene.
L’appuntamento l’aveva rimandato per le nove perch&egrave il giorno era pieno di impegni e non voleva rimandare la consegna. Mancava solo l’ultima pittura e lei voleva velocizzare i tempi.

Arrivata all’appartamento trovò i due imbianchini ad attenderla, Marco e Luca.
‘Scusate il ritardo!’ esordì lei
‘Ma si figuri, per una bella donna come lei…’
Lei iniziò subito a parlare di lavoro, girando per le stanze illustrando il da farsi. Però si accorse subito che l’attenzione dei due non erano tanto per le sue parole quanto per il suo sedere quando si spostavano da una stanza all’altra. Lei non disse niente per non perder tempo, e in una piccola parte le faceva piacere. Anzi dopo anni avere un occhio, in questo caso due, che la guardavano le dava piacere. Così, quasi involontariamente accentuò l’ancheggiare. Continuò a parlare ma si accorse che i due ridacchiavano fra di loro fissandola nel seno. Si accorse che le si era sgangiato un bottone della camicietta lasciando in bella mostra il suo seno.
‘ok lo spettacolo &egrave finito, avete capito?’ disse arrosendo riabbottonando il bottone.
‘veramente a noi lo spettacolo piaceva..’ disse Marco, il più sfrontato dei due avvicinadosi a lei.
‘anzi ci piacerebbe che continuasse…’ disse Luca passando dall’altro lato.
Anna rimase bloccata non sapendo come gestire quella situazione che le stava sfuggendo di mano. Si stava sentendo una strana sensazione nascere dentro di se. Quando Luca le sfiorò il sedere sentì un brivido percorrerle la schiena. Erano anni che non veniva toccata da un uomo.
‘dai non fate gli scemi’ riuscì a dire con poca convinzione.
‘assolutamente no’ replicò Marco risbottonando il bottone.
Anna era paralizzata. Marco le infilò una mano dentro la camicietta, scostò il reggipetto e le afferrò il seno lasciandole sfuggire un piccolo gemito. Luca iniziò a palparle il culo con insistenza. Una parte di lei voleva scappare, ma l’altra parte che era stata assopita per anni si stava risvegliando e stava prepotentemente venendo fuori. Marco continuò a toccarle il seno facendolo quasi fuoriuscire la reggipetto. Il tocco era davvero molto deciso e stava facendo effetto su Anna. Luca da dietro le strusciava il pacco sul sedere facendole sentire la sua erezione. Iniziò a sgangiarle la gonna da dietro.
‘Dai ora basta…’ disse Anna senza nessuna convizione.
Marco le tolse la giacca, iniziandola a baciare sul collo e dietro le orecchie. Luca faceva lo stesso dall’altra parte mentre le tolse la gonna facendola scivolare a terra.
Si trovava lì in mezzo a due sconosciuti che la stavano toccando e baciando ovunque. Lei stava perdendo ogni freno, non stava più ragionando lucidamente, stava solo lasciando spazio al suo istinto che era stato frenato da ormai troppo tempo. Il periodo di astinenza dal sesso stava scoppiando tutto insieme. Sentiva un forte calore crecere dentro di lei. Luca strusciava sempre il suo pacco sempre più duro nel culo continuandola a baciare nel collo mentre con le mani le stringeva il seno ormai tutto fuori dal reggipetto. Marco che le stava davanti le baciava l’altra lato del collo e con le mani stava scendendo verso il suo sesso. Entrò dentro le mutandine travandole completamente molle. Massaggiò un po’ la sua fica e poi vi infilò prima un dito, poi due e poi tre. Quando il primo dito la penetrò lei non pot&egrave trattenere un piccolo gemito di piacere. Era in mezzo al corridoio in piede tra i due solo con la camicetta completamente aperta, l’intimo e le scarpe col tacco. Anna si lasciò definitivamente andare e con le braccia cingeva quei due su di sé ansimando sempre più. Sentiva la sua fica ormai trasformatasi completamente in un lago. Non pensava più a niente, voleva solamente godersi quel momento. Ad un certo punto Marco si staccò e la fece inginocchiare. Lei esegui come un automa. Appena inginocchiata i due si tolsero le camicie e si sbottonarono i pantaloni. Li abbassarono e fecerò uscire i loro cazzi ormai in tiro puntandoli verso di lei. Lei prese prima quello di Marco che si era avvicinato per primo, iniziò a segarlo. Lo leccò e poi con la mano di lui dietro la nuca lo fece entrare completamente dentro la bocca. Iniziò a muoversi su e giù sentendo quel cazzo gonfiarsi dentro la bocca. Si muoveva sempre più veloce incitata dalla voce dei due.
‘Adesso tocca a me’ disse Luca avvicinando il suo membro alla bocca di Anna. Lei si staccò da quello di Marco ingoiando completamente quel nuovo cazzo riprendendo lo stesso ritmo di prima.
‘che bocca il nostro architetto’
‘guarda come succhia’ commentavano i due mentre lei continuava il pompino.
Poi Luca la fece alzare portandola verso la sala dove c’era un tavolo. La fece distendere sopra e le sfilò le mutandine completamente zuppe. Anna eseguiva tutto ormai in preda al piacere risvegliato. Luca puntò il suo cazzo verso la fica entrando molto facilmente e cominciò a pompare. Anna cominciò a gemere sempre più forte. Marco nel frattempo fece il girò del tavolo e puntò il suo cazzo verso la bocca di Anna.che continuò subito il pompino prima interrotto. Anna adesso si trovava distesa nel tavolo solo con le scarpe, la camicetta completamente aperta e i seni fuori dal reggipetto. Continuarono così per un po’ poi Marco reclamò il suo turno di scopata. Si sdraio per terra facendo scendere Anna dal tavolo e facendola montare a cavalcioni su di lui. Anche il suo cazzo entrò molto facilmente dentro di lei che iniziò a muovere il bacino. Luca le tolse la camicetta e le sgangiò il reggipetto lascinado liberò il seno. Poi si riavvicinò in piedi le puntò il cazzo di nuovo nella bocca che si aprì subito. Anna era completamente in preda all’eccitazione, non sapeva più quante volte era venuta e non sapeva quante ancora. Si stava facendo scopare da due sconosciuti in una casa di un suo cliente. Poi Luca si staccò la fece mettere a pecorina e si posizionò di dietro. Adesso aveva all’altezza del viso il cazzo di Marco che era rimasto disteso e quello di Luca che la stava per penetrare da dietro. Quando sentì Luca da dietro che spinse ed iniziò a pompare nuovamente lei si dedicò al cazzo di Marco con la bocca. Sentiva che i due la stavano incitando sempre di più sentendo i cazzi pompare nei suoi buchi. Aumentò il movimento della bocca e lo stessò fece Luca che la penetrava da dietro. Ad un certo punto sentì il cazzo di Marco pulsare forte e poco dopo si sentì riempire la bocca del caldo liquido. Poi sentì Luca uscire dalla sua fica e venire nella schiena riempiendola di sborra. Si staccarono e lei si distese per terra. Anna non capiva quello che aveva fatto, non sapeva se vergognarsi, ma le era piaciuto tanto ed aveva goduto come ormai da tempo non faceva. I tre si rivestirono e poi prima di salutarsi i due le dissero che si sarebbe rivisti al pagamento dei lavori. Anna imbarazzata mentre si stava riprendendo dentro di sé non vedeva l’ora di vedere quel lavoro ultimato…
Anna dopo quella sera tornò a casa e nei giorni dopo cercò di ributtarsi a capo fitto sul lavoro. Non riusciva come era successo, come aveva potuto farsi scopare come una troia da due sconosciuti. Però ogni volta che ci ripensava sentiva la sua fica eccitarsi ed era curiosa come sarebbe andato il pagamento a fine lavori dei due imbianchini. Nel frattempo le arrivò una comunicazione che c’era un corso di aggiornamento di 4 giorni nel Principato di Monaco. Lei decise subitò di accettare e partire pensando che qualche giorno di svago le avrebbe fatto bene.
Così due giorni dopo partì.
Arrivata all’hotel, un cinque stelle tutto super lusso, prese possesso della camera e del programma dei giorni. Tutti i partecipanti al convegno si trovavano nello stesso albergo, ma la convetion che si trovava da altra parte ci sarebbe stato la sera. Quindi si prese il giorno di vacanza dividendolo tra mare e shopping.
La sera arrivò alla convetion in taxi fresca di abbronzatura e abito nuovo. Aveva un abito scuro con una bella scollatura che le arrivava sopra il ginocchio con un bel paio di scarpe con il tacco alto rosse. Si sentiva davvero affascinante ed anche se era forse un po’ troppo sensuale in fondo lì non la conosceva nessuno. Quindi entrò e cominciò subito a far amicizia con i colleghi presenti. Si sentiva molti occhi addosso, ma queste occhiate iniziavano a darle piacere. Un collega in particolare si lanciò subito su di lei, Gilberto, architetto fiorentino sui quarant’anni ben portati e vestito elegantemente. Fecero subito amicizia e ad Anna in fondo faceva piacere visto che non conosceva nessuno. Si sedettero in posti vicini ed Anna vedeva che lo sguardo di Gilberto si fermava spesso sulle sue gambe scoperte. Lei decise di giocarci un pochino, anche per passare il tempo più allegramente che ascoltare l’oratore della serata, e cominciò ad accavallare le gambe più volte facendo salire ulteriormente il vestito. Gilberto era rapito da quei movimenti. I due entrarono in buona sintonia fin da subito ed anche a tavola si misero vicini. Ora l’occhio di Gilberto si fermava spesso nella scollatura di Anna. Lei dopo anni a cui si era dedicata solo al lavoro stava ritrovando la donna che era in lei. La cena trascorse piacevolmente e le occhiate di Gilberto si facevano sempre più insistenti. Non sapeva dove sarebbero arrivati ma Anna decise che quella sera si sarebbe lasciata trasportare dal suo istinto. Il vino e l’atmosfera di Montecarlo poi contribuivano a quell’ebbrezza libertina. Arrivò la fine della serata e tutti si diressero verso l’uscita. Gilberto propose di dividere il taxi visto che l’albergo ero lo stesso, ed Anna accettò contenta.
Dentro il taxi salì un po’ di imbarazzo ed iniziarono a commentare la serata. Ad un certo punto Gilbero sfiorò il ginocchio di lei. Anna guidata più dal suo istinto che dalla ragione allargò quasi involontariamente la gamba incoraggiando quel tocco. Gilberto colse quel segnale e con la mano passò all’interno coscia. Anna non sapeva cosa stava facendo, ma lo lasciò fare. Lui si avvicinò a lei e cominciò a baciarla dietro l’orecchio. Anna sapeva che quello era il suo punto debole. Sentiva la mano di lui che saliva lungo la gamba, entrò sotto il vestito molto delicatamente. Anna chiuse gli occhi reclinando la testa all’indietro lascinadolo fare e godendosi quel momento. Sentiva il suo cuore battere forte e quando la mano di lui arrivò sopra le mutandine si sentì avvampare. Cominciò a massaggiarle la fica da sopra le mutandine che si stavano velocemente mollando. Aprì per un secondo gli occhi e si accorse che l’autista del taxi li stava guardando dallo specchietto retrovisore. A lei non importò ed con un sorriso malizioso lo invitò a continuare a guardare e reclinò di nuovo la testa all’indietro ancora più eccitata da quel nuovo dettaglio. Sentì la mano di Gilberto scavalcare le mutande ed entrarvi dentro per poi infilare le dita dentro di lei. A quel punto Anna allungò la mano verso di lui, verso la sua patta trovandola completamente in tiro. Cominciò a massaggiarla da sopra i pantaloni dando un nuovo slancio a Gilberto. Il vestito le era salito fino alle natiche e l’autista si stava godendo un bello spettacolo.
Quando arrivarono sotto l’albergo si dovettero staccare riluttanti. Quando Gilberto chiese quanto veniva la corsa il tassista disse che offriva lui sorridendo verso Anna che contraccambiò.
Entrarono dentro l’albero con la mano di lui palesemente appoggiato al culo di lei.
‘non mi offri nemmeno una bevuto?’ chiese Anna civettuola indicando il bar dell’hotel volendo far allungare quel momento di puro eros.
‘ma certo!’ rispose Gilberto sorridendo e pregustandosi il proseguo.
Presero due martini bianchi con ghiaccio e si andarono a sedere su un divanetto nell’ombra un po’ appartato. Appena seduti Gilberto tornò subito alla carica ma questa volta fu Anna a prendere l’iniziativa. Lo fece appoggiare sullo schienale e si girò verso di lui iniziandolo a baciare nella bocca. Si baciavano con passione ed ora erano le mani di lei che si muovevano sul suo corpo. Partirono dal petto per poi scendere e fermarsi sul cazzo di nuovo in tiro. Ci giochellerò un poco poi aprì la cerniera, scostò le mutande e lo afferrò muovendolo piano. Alzò il capo e vide che non c’era nessuno che li poteva vedere, quindi lo tirò fuori e iniziò a segarlo. Poi dopo un’altra occhiata in giro si abbassò e prese il cazzo in bocca. Il pompino durò qualche minuto poi si staccò e decisero di salire in camera. Nell’ascensore Gilberto tastò la situazione tra le gambe di Anna che era completamente in fiamme. Appena entrarono in camera si spogliarono selvaggiamente mentre pomiciavano appoggiati al muro della stanza. Gilberto si levò la camicia, si sbottonò i pantaloni e si libero di tutti gli indumenti. Anna si aprì il vestito lasciandolo scivolare a terra, si sgangiò il reggipetto liberando il seno e si fece scivolare le mutandine. Spinse Gilberto sul letto e vi montò sopra a cavalcioni. Prese il cazzo tra le mani, lo segò un paio di volte e poi se lo fece entrare dentro cominciando ad ondeggiare su di lui. I gemiti si facevano sempre più forti e fitti nella stanza. Gilberto le tastava il culo accompagnando quel movimento sussultorio che si faceva sempre più intenso. Anna vide le contrazioni di lui e capì che era vicino a venire così aumentò ancora un po’, poi si tolse, cinse il cazzo tra le mani fino a quando il fiotto di sperma non uscì coprendola fino al seno.

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