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Lecca lecca

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivai all’Accademia di Bellezza a metà pomeriggio. Era una cosa esclusiva, con la clientela sceltissima: mia madre aveva pagato una fortuna per fare entrare la sua piccola, sedicenne, futura indossatrice. Una settimana di training su moda, make-up, tecniche per modelle. L’Accademia era un grande e complesso edificio nelle colline di Los Angeles: appena oltrepassato il cancello sorvegliato, fui accompagnata nell’ufficio del Direttore, una donna chiamata Tia. Mentre aspettavo, guardavo attraverso una vetrata a muro verso la piscina, dove sguazzavano o prendevano il sole una decina di ragazze, tutte bellissime, tutte nude.

“Buongiorno Angela, e benvenuta. Io sono Tia.”

Mi voltai al suono della voce, e rimasi stupita dalla sua bellezza. Camminava verso di me con una vestaglia azzurrina lunga e trasparente, che le svolazzava intorno con la leggerezza di una piuma. Ai piedi portava degli elegantissimi sandali di legno chiaro con i tacchi alti, le unghie dei piedi laccate di rosso.

Per il resto, era nuda.

I suoi seni erano perfettamente formati e rotondi come dei piccoli meloni, con capezzoli piccoli e rosa. Il suo pube era quasi completamente depilato, e rimaneva solo una sottile riga di peli verso l’alto, a partire dalla sommità della sua fessura. Il sedere era rotondo e sollevato, le sue gambe erano lunghe e slanciate, e si muoveva con la grazia di una ballerina.

“Spero che tu non sia troppo colpita dal mio aspetto,” disse Tia, “ma devi sapere che noi consideriamo la bellezza ed i nostri corpi in piena e totale libertà. Ti incoraggeremo ad esprimerti al meglio attraverso il tuo corpo, a conoscerlo ed a trarne piacere. E poi, vedrai che anche gli altri vorranno conoscerlo e trarne piacere.” Si fermò di fronte a me e allungò il braccio per accarezzarmi lievemente la guancia.

“Sei bellissima, Angela.”

“Grazie,” riuscii appena a dire, ancora sbigottita dalla sua bellezza e dalla sua nudità. Tia abbassò la mano sul mio collo, sulla spalla e sul mio braccio nudo, ed il suo tocco lieve mi trasmise una scarica elettrica.

“Questa settimana ti faremo esercitare a lungo, Angela. Entro Domenica sarai in grado di camminare sulle passerelle delle sfilate di moda. Sono sicura che in poco tempo tutti potranno ammirare il tuo bellissimo viso e splendido corpo sulle copertine delle riviste di moda.”

“Lo spero,” dissi con un sorriso teso. Mi prese per mano e mi portò alla finestra.

“Il lavoro sarà pesante, ma ci sarà tempo anche per divertirsi. Abbiamo una discoteca nel seminterrato, aperta fino a tardi la notte; vedi la piscina qui davanti, e ci sono altre bellissime sorprese che renderanno il tuo soggiorno molto piacevole. Non lasciare che lo stress del lavoro si accumuli durante questa settimana: impara a controllarlo e a divertirti quando si può. C’è anche un bel programma di ginnastica e massaggi, e naturalmente noi ti incoraggiamo a rilassarti attraverso il sesso: spero che tu ti masturbi regolarmente, perché vorremmo che tu lo facessi spesso. Se preferisci usare dei giocattoli, ne abbiamo di tutte le forma e dimensioni, basta chiedere. Godere da sola o far godere il tuo partner crea una luce speciale nel tuo viso, e ti fa apparire ancora più bella. Vedrai che la maggior parte della ragazze qui sono lesbiche o bisex, e quelle che non lo sono, sono molto curiose. Quindi, fatti tante amiche e divertiti. Quando si arriva al sesso, la nostra regola è: godere e far godere.”

Guardai verso la piscina: si vedeva una ragazza, più o meno della mia età, che galleggiava nuda distesa su un materassino. Un’altra ragazza era appesa all’estremità del materassino, tra le gambe della prima, e le accarezzava la figa distrattamente. Sentii che il desiderio cominciava a prendermi. La vista di quelle fantastiche ninfette mi fece tornare alla mente le avventure avute a scuola, con le mie amiche. Cominciai a desiderare una ragazza, per giocarci un po’.

Tia mi grattò i capelli. “Vedrai che starai benissimo,” disse con un sorriso dolce. Poi si avvicinò e mi baciò lievemente sulle labbra. Il profumo della sua pelle e dei suoi capelli, ed il sapore delizioso delle sue labbra mi fecero tremare le gambe ed accelerare i battiti del cuore. Ormai l’eccitazione sessuale mi aveva presa tutta.

“Ora lascia che Marie, la mia assistente, ti mostri la tua camera.” Tia si voltò ed andò verso la sua scrivania, con la vestaglia trasparente che non nascondeva nulla. Mentre camminava le guardai il bellissimo sedere, senza alcuna linea di abbronzatura. Sapendo forse che la stavo guardando, aprì leggermente le gambe mentre si chinava sulla scrivania per usare l’interfono, regalandomi un’occhiata sulla sua figa che si mostrava attraverso le gambe. Un attimo dopo, una ragazza aprì la porta e mi sorrise.

“Ciao Angela, io sono Marie.” Mi allungò la mano, ed io la strinsi. “Devo aiutarti a sistemarti.” Mentre mi portava fuori, Tia disse: “Divertitevi voi due!”

Marie era sui vent’anni. Era una biondina molto carina, con occhi blu ed un sorriso simpatico. Le sue labbra, sommate all’eccitazione che ormai mi aveva preso, mi facevano pensare a come dovevano essere dolci sulla mia figa. Portava un reggiseno piccolissimo, che copriva a malapena dei seni altrettanto piccoli ma ben formati. La parte sotto era quasi un tanga, ed il suo sedere non mostrava segni bianchi dovuti all’abbronzatura: era sodo e si muoveva elastico, mentre camminava davanti a me. Ai piedi portava sandali con il tacco alto, ed anche lei aveva le unghie tinte di rosso. Mi venne un improvviso desiderio di succhiarle le dita dei piedi. Marie mi guidò attraverso l’edificio, in un lungo corridoio con camere da entrambi i lati. La mia camera era al piano terra, con vista sulla piscina e sul giardino.

“Allora, cosa ne pensi?” chiese, dopo aver chiuso la porta, sole nella stanza.

“E’ fantastico!” dissi, intendendo quanto avevo visto finora. C’era un letto matrimoniale con lenzuola di raso rosse, ed uno specchio sul soffitto. Una vasca con idromassaggio occupava quasi tutto il bagno, accanto ad una doccia con due uscite per l’acqua.

“E’ adatto a due persone,” disse, aprendo la porta della doccia.

“Ottimo!” dissi. Andai alle finestre scorrevoli rivolte verso la piscina e le aprii, lasciando entrare la fresca aria del pomeriggio. Sentii ridere qualche ragazza, dalla piscina. Un gruppo stava giocando a pallavolo.

“Sembra che tutte si divertano un mondo,” dissi. Poi notai che non c’erano tende. “E per la privacy?” chiesi.

“Non ce n’è bisogno,” disse Marie sorridendo. “Tia preferisce che sia così, per rompere ogni inibizione. Fa parte del training.” Era in piedi dietro di me, e mi prese la mano incrociando le dita.

“Serve anche per creare delle serate veramente erotiche.”

“Cosa vuoi dire?” Chiesi, godendomi l’intimità del suo tocco e la fragranza del suo corpo, così vicino al mio.

“Beh, si può camminare la sera sul sentiero che passa davanti a tutte le finestre, e vedere tutto quello che accade dentro. Credimi, accadono un sacco di cose!” Sorrise e mi strinse la mano.

“Interessante,” dissi. Avevo sempre avuto una vena di voyeurismo, e mi elettrizzava il pensiero di vedere le altre ragazze in certe situazioni.

“Se la porta a vetri è chiusa,” disse Marie, “puoi guardare tutto quello che vuoi, ma se la porta è aperta è un invito ad entrare e partecipare ai giochi.”

“E tu lo fai?” chiesi.

“Naturalmente, stupidina,” disse sorridendo. “Cosa ci può essere di più divertente?”

Appoggiai un dito al mento, e feci finta di pensarci su. “Cosa ne pensi di fare sesso con la cioccolata?”

“Wow, sei proprio il mio tipo di ragazza!” disse Marie, ed entrambe ridemmo stringendoci la mano.

“Non vedo l’ora di fare una passeggiata all’aperto stasera,” dissi, mentre sentivo che la figa mi si bagnava all’idea di vedere cosa accadeva in tutte le camere.

“Sì, ma prima c’è la discoteca,” disse Marie.

“Mi sembra che Tia abbia detto che è nel seminterrato.”

“E’ da lì che partono tutti i divertimenti. Tutte ci vanno caricate al massimo. L’ambiente diventa poi caldissimo, specialmente se giochiamo a Lecca Lecca.”

“Cosè?”

“Credimi, tipiacerà, appena vedrai di cosa si tratta.” Poi mi prese entrambe le mani e disse, “Devo andare a controllare qualcun’altra delle nuove arrivate.”

“Devi proprio andare?” Dissi sporgendo le labbra per mettere il broncio, pensando a come desideravo sentire che sapore avevano le dita dei suoi piedi. E tutto il resto.

“Vorrei rimanere con te, ma devo fare il mio lavoro,” disse, stringendomi a lei. Guardandomi negli occhi, leccò con la punta della lingua le mie labbra, ancora imbronciate. Mi mancarono le gambe.

“Vorrei rimanere con te a giocare,” ripeté. Poi mi baciò. Io la ricambiai e le chiesi: “Sarai il mio appuntamento in discoteca?”

“Speravo che me lo chiedessi,” disse Marie, premendo le sue tette contro le mie. “Verrò a prenderti alle otto.” Si girò e si diresse verso la porta. Il cuore accelerò i battiti, mentre guardavo come camminava ed il suo bellissimo sedere con il perizoma che non nascondeva proprio nulla. Appena prima di aprire la porta si girò, si bloccò con le gambe in posa sexy e mise un dito sotto la parte anteriore del perizoma. Spostandolo di lato, mi mostrò la sua figa completamente depilata. “Eccoti qualcosa a cui pensare fino a stasera, Angela.”

Ebbi un giramento di testa, e avrei voluto correre da lei e mettere la faccia tra le sue gambe, per assaggiare quello che mi stava offrendo. Ma prima che potessi muovermi era uscita. Che tensione erotica! Le gambe non mi sorreggevano più, e mi buttai sul letto. Ancora con la visione fantastica di Marie che me la faceva vedere, ficcai le mani dentro i jeans e infilai due dita dentro la figa bagnata. Mi pizzicai un capezzolo con l’altra mano e mi feci un ditalino velocissimo, finché venni dimenandomi sul letto. Quando aprii gli occhi, guardai in alto verso lo specchio sopra il letto. La vista del mio viso trasformato dall’orgasmo, la mia schiena arcuata e le mani che si muovevano velocissime mi scatenò un’altra ondata di piacere. Non vedevo l’ora di vedere nello specchio noi due che ci leccavamo la figa e il culo! Questo pensiero mi eccitò ancora di più, e venni con un terzo orgasmo. Ormai ero tutta sudata, ed avevo goduto da sola come poche volte. Portai le dita alla bocca, per assaggiare i miei succhi. Il modo migliore di concludere una masturbazione! Poi mi addormentai, con la mano ancora ficcata dentro i jeans, sognando di fare l’amore con Marie.

Quando mi svegliai, mi trascinai in bagno e aprii la doccia. Rimasi a lungo sotto il getto caldo, insaponandomi tra le gambe e dappertutto. Mi aprii il sedere con una mano, e infilai il dito insaponato nel buchino, per pulirlo alla perfezione. Adoravo farmi leccare il buco del culo, e volevo che fosse perfetto per Marie. Dopo essermi asciugata i miei corti capelli neri, mi infilai un vestitino di cotone primaverile, a fiori. Era un po’ troppo piccolo in alto, e lasciava intravedere le areole dei capezzoli. Era anche corto: copriva appena il sedere ed il cavallo. Mi misi un paio di mutandine da bikini rosa, che erano anche loro un po’ piccole, lasciando uscire molto del sedere e stringendo bene sul davanti. Una collanina d’oro ed i miei sandali con i tacchi alti completarono l’opera. Mi specchiai, e sorrisi alla vista del risultato: collo lungo, braccia e spalle nude e lisce, due belle tette, con gambe lunghissime ed una traccia di rosa nel punto d’incontro. Potevo sembrare nuda al buio: esattamente l’effetto che volevo. Se questo non segnalava con chiarezza “Voglio scopare, ” niente altro avrebbe potuto farlo.

Alle otto in punto, sentii bussare alla porta. Aprii e respirai a fondo. Marie indossava un vestitino nero, che le sembrava dipinto addosso. Aveva una profonda scollatura, ed era cortissimo. Le gambe ne uscivano completamente, e terminavano con un paio di scarpe con i tacchi alti, molto sexy. Attorno al collo aveva una fascia nera, con un cuoricino d’oro appeso.

“Sei fantastica, ” dissi senza fiato. Lei sorrise radiosa, e lentamente si girò per farmi ammirare tutto. Poi si mise le mani ai fianchi, con le gambe allargate a far sembrare il vestito ancora più stretto, e disse, imitando la voce di una ragazzina: “Pensi che sia scopabile?” La abbracciai e la baciai profondamente. Spingemmo i nostri corpi uno contro l’altro, mentre Marie mi stringeva il sedere.

Al termine del lungo bacio, disse: “Lo prendo come un sì.”

“Stai scherzando? Vorrei buttarti sul letto e scoparti fino allo sfinimento, adesso, subito.” La baciai ancora sulla bocca, con le lingue che duellavano.

“Ti è rimasto in mente quello che ti avevo mostrato?” Mi chiese sussurrando in un orecchio, mentre le mani vagavano dappertutto sui nostri corpi.

“Continuamente. Ci sto pensando ancora.” Dissi con un gemito mentre lei mi accarezzava il sedere.

“Beh ragazzina, sei veramente deliziosa. Avrò il mio daffare stasera per tenerti per me.”

“Perché non restiamo qui a giocare?” La pregai, cercando di tirarla dentro in camera.

“Perché, primo, c’è un party e balleremo, berremo e faremo veramente le puttane. E quando saremo tutte e due così arrapate che saremo pronte a farlo per terra come degli animali, torneremo qui di corsa e ci faremo godere e godere e godere.”

“E sei io volessi proprio scoparti sul pavimento come un animale?” Dissi, ed entrambe scoppiammo a ridere eccitate come scolarette. Poi chiusi la porta e presi la mano di Marie. “Va bene, hai vinto. Facciamo le puttane.”

Quando entrammo nella discoteca, l’energia sessuale presente mi colpì come un’onda di piena. Era una stanza piccola, grande come quattro garage, piena di luci nere, luci colorate e stroboscopiche. C’erano divani e cuscini tutto attorno, ed un juke-box che suonava musica rock. The Doors. Le luci erano agganciate al juke-box e lampeggiavano a tempo di musica. Un bar serviva vino e birra. Una ventina di ragazze erano sulla pista da ballo, che si agitavano e si scontravano ballando. Un’altra dozzina erano sparse per la stanza, mentre sorseggiavano qualcosa e chiacchieravano. Notai anche che qualcuno era fuori dal gruppo: una ragazza era distesa su un tavolo, senza reggiseno, mentre un’altra le stava leccando e massaggiando le tette.

“Questo posto è fantastico,” dissi. Poi Marie mi prese per mano e mi tirò dentro il gruppo sulla pista da ballo. Era così affollato che era impossibile ballare senza strofinare il sedere o le tette contro i corpi delle altre ragazze. E che corpi. Erano le più belle ragazze che avessi visto tutte assieme, e tutte si muovevano in una danza provocante ed erotica: sembrava quasi un’orgia. Capii che tutte volevano toccare ed essere toccate. In un attimo, ci furono mani e dita soffici che esploravano ogni parte del mio corpo.

Sentii un paio di tette sulla schiena, mentre una ragazza appoggiava il pube contro il mio sedere. Sopra la musica, appoggiò le labbra al mio orecchio e disse: “Ti voglio.” Mi girai, ma lei si era già confusa nella massa di corpi sudati e seminudi. Mi girai ancora per cercare Marie, ma anche lei era sparita, ed era stata rimpiazzata da una bionda alta e formosa, che vestiva solo reggiseno e mutandine: da qualche parte aveva perso tutto il resto. Mi abbracciò stretta, e cominciò a strofinarsi sulle mie cosce con il pube, completamente fradicio. Vidi le mie gambe bagnate dal contatto, e la vista mi fece impazzire di desiderio. Urlando sopra la musica mi disse: “Ti faccio bagnare?” Annuii, leccandomi le labbra come una puttana. “Provamelo,” ribatté. Le presi la mano e la portai sotto il mio vestito, fin dentro le mutande. “Dio mio, non raccontavi balle! Sei fradicia!” Le sue dita si infilarono nella mia figa e disse: “Vuoi venire in camera con me?”

“Nikki!” Disse Marie, tirando la mano della bionda fuori dalle mie mutande. “Sei così troia!!” Si mise le dita di Nikki in bocca e le succhiò dai miei succhi. Poi baciò Nikki con la lingua, e ricominciarono a ballare. Marie mi attirò tra loro, e diventammo una massa di corpi che si toccavano e ballavano.

Improvvisamente alcune delle ragazze cominciarono ad applaudire e strillare. Guardai verso di loro, e vidi Tia stagliarsi attraverso la porta. Era vestita esattamente come l’avevo vista prima, ma con una vestaglia che stavolta era rosa. Una delle ragazze andò verso di lei, si chinò e piazzò un bacio sulla figa depilata di Tia. Riconobbi la ragazza: era quella sul materassino in piscina. Avrà avuto 15 anni. Tia le sorrise e la abbracciò, tenendola per la vita di fianco a sé. Si abbassò il volume della musica, e tutte si accalcarono attorno a Tia.

“Siamo pronte a giocare a Lecca Lecca?” chiese, generando un applauso ed uno strillare di sì.

“E allora, mi dici che cosè?” Sussurrai a Marie.

“E’ una vera figata,” disse, prendendomi per mano e tirandomi vicino a sé. “Tia sceglie ogni sera una ragazza, per fare il primo Lecca Lecca. Stasera è Patty.” Disse indicando la ragazza che aveva appena baciato Tia.

“Dai, Marie, voglio sapere!”

“Okay. La ragazza che è il Lecca Lecca si distende su un tavolo e spalanca le gambe. Tutte le altre si mettono in fila davanti a lei, ed ognuna ha 5 secondi per leccarle la figa. La ragazza che riesce a far godere Lecca Lecca ne prende il posso. Certe volte il gioco continua per ore.”

“Mi sembra proprio divertente!” Dissi mentre mi toccavo la figa fradicia, tutta eccitata dall’idea. Alcune ragazze intanto avevano piazzato un tavolo nel mezzo della pista da ballo, e ci avevano messo sopra un cuscino. Patty, che vestiva una minigonna ed un reggiseno rosso, si piazzò sopra e lasciò che le togliessero le mutande. Non era depilata, ma aveva i peli cortissimi, ben curati. Allungata indietro sui gomiti, spalancò le gambe ed urlò: “Chi è la prima?”

Tutte si misero in fila, e la prima ragazza afferrò le gambe di Patty e cominciò a leccare, con la lingua velocissima. La musica cambiò. Gli Stones. Le ragazze contavano: “Cinque’Quattro’Tre’Due’Uno.” Patty cacciò un urlo ed agitò in aria le gambe, mentre la prima ragazza si staccava. Poi allungò le mani e si spalancò la figa con le dita, appena prima che la seconda ragazza iniziasse a leccarla. Immediatamente iniziò ancora il conto alla rovescia, e si ripeté tutto. Io ero la decima ragazza della fila, e speravo di riuscire a farla godere per essere il prossimo Lecca Lecca. Marie era dietro a me con le braccia attorno i miei fianchi, mentre le sue labbra mi baciavano e mordicchiavano il collo da dietro. Stava strofinando il pube contro il mio sedere.

“Allora, ti piace Lecca Lecca finora?” Chiese.

“Lo trovo fantastico, incredibile,” dissi mentre allungavo le mani all’indietro per prenderle i fianchi e tirarla ancora più stretta a me. Era una visione da girone dantesco. Musica rock, buio, luci lampeggianti, fumo, una ragazzina su un tavolo che dimenava le gambe, urlando come un cowboy ogni volta che cambiava ragazza, si massaggiava continuamente le cosce e di quando in quando si spalancava la figa con le dita. Incredibile! Si contorceva, era eccitata da morire! Le ragazze e volte la leccavano velocissime, a volte le infilavano la lingua dentro, a volte le leccavano il culo’ Tutte per cinque secondi!

Decisi che quando sarebbe stato il mio turno avrei fatto qualcosa di diverso. Dato che sicuramente avrebbe avuto il clitoride ben eretto, decisi che avrei puntato direttamente a quello, senza leccarla prima. Per prenderla di sorpresa.

Improvvisamente mi accorsi che toccava a me. Guardai Patty, e vidi la sua fighetta giovane tutta aperta e bagnata della saliva di tutte le altre. Aveva gli occhi chiusi, con un sorriso di goduria. Vidi il mio obiettivo: il suo clitoride sporgeva almeno un centimetro. Mi piegai, appoggiai il pollice giusto sopra e tirai la pelle, in modo da farlo uscire ancora di più. Poi formai un piccolo cerchio con le labbra, e succhiai il piccolo pene più veloce che potevo. Patty urlò subito, prima del solito, e strinse le gambe attorno alla mia testa. Spinse la sua figa contro la mia bocca, e fui ricompensata con un getto dei suoi succhi, mentre godeva. Tutte iniziarono ad urlare ed applaudire, dicendomi di continuare. Ormai era partita. Dopo pochi secondi venne ancora, con un altro getto di succhi. Era la ragazza più giovane che avessi mai leccato, ed era deliziosa. In quel momento mi accorsi che Marie aveva la mano tra le mie gambe, e mi stava pompando con due dita da dietro. Ero fuori di me, mi sentivo ubriaca. Il rumore, la musica, le urla, le dita di Marie nella mia figa, la figa della ragazzina nella mia bocca. Nella mia vita, non avevo mai provato una tale eccitazione sessuale, non mi ero mai sentita così fuori di testa. Non capivo più nulla. Patty aveva già goduto due volte, mi abbracciò e mi tirò sopra di lei. Mi baciò con la lingua così profondamente che mi sembrò entrasse in gola. Poi sentii un sacco di mani su di me, qualcuno mi toglieva le mutande. Patty si tolse da sotto, sussurrandomi: “Dopo voglio scoparti io!” Mi baciò ancora e scomparve.

In un attimo ero distesa con le gambe spalancate. Attaccarono Springsteen e la E-Street Band. Un istante dopo una ragazza mi stava leccando, mentre tutto attorno la stanza si muoveva a tempo di musica, seguendo la batteria di Max Weinberg, urlando il conto alla rovescia! Guardai giù tra le mie gambe, e vidi la ragazza successiva leccare tutta la lunghezza della mia fessura come un gelato. Era così sexy! La decima ragazza era Nikki. Capii subito dal suo sorriso furbacchione che non si sarebbe fermata alla fine dei cinque secondi, e così fu. Nikki ficcò la lingua dentro più che poteva, e mi fece godere come una troia. Mi inarcai sul tavolo con gli occhi chiusi e vedendo le stelle nella testa, mentre le innaffiavo la bocca con i miei succhi. Mentre mi agitavo e mi contorcevo sul cuscino, continuò a leccarmi e succhiarmi. Mi sentii attraversata da quattro orgasmi in fila, ed ogni volta passavo dal paradiso ad una cavalcata rabbiosa. Tutte le ragazze urlavano ed applaudivano, e Nikki passò con la lingua su tutto il mio corpo, finché arrivò alla bocca e mi baciò. “E’ stato bellissimo,” riuscii a dire, mentre leccavo via dal suo viso i miei succhi. Sorrise e mi baciò ancora, prima che io scivolassi via da sotto. Nikki si distese ed in un attimo le tolsero le mutande. Poi una biondina carina infilò la faccia tra le sue gambe, iniziando il prossimo round di Lecca Lecca.

Stavo osservando il gioco senza fine, quando sentii qualcuno che mi prendeva la mano. Mi girai e vidi Marie. Corremmo fuori della discoteca tenendoci per mano, su per le scale. Si voltava e mi sorrideva, mentre correvamo nei corridoi, verso la mia camera. Entrammo, e sbattemmo la porta dietro a noi. Sedute sul letto, prendemmo fiato. Ci guardavamo fisse negli occhi.

Lei disse: “Voglio chiavarti, non penso ad altro, sto impazzendo.”

“Cosa aspettiamo allora?” Dissi, togliendomi il vestito da sopra la testa. Ero nuda, eccetto che per i sandali. Camminai verso Marie e premetti il mio corpo contro il suo. Le passai le mani sui fianchi e le alzai il vestito. Lei alzò le braccia mentre glielo toglievo. Sempre con il mio corpo incollato al suo, scivolai giù fino a mettere il viso all’altezza del pube, e le tolsi le mutandine. Poi le presi le cosce con le mani, le spalancai e me le appoggiai sulle spalle. Mentre avvicinavo la bocca, mi sfuggì un grugnito di pura eccitazione. La leccai, la succhiai in ogni modo. Sapeva di sesso, sudore, ed un po’ del profumo che le avevo sentito addosso nel pomeriggio. Ero intossicata dai sapori e dagli odori, quasi perdevo conoscenza. Le labbra della sua figa erano aperte per me, gonfie e bagnate. Era così soffice, tutta depilata, così invitante! Avrei voluto leccarla senza fine. Marie respirava affannosamente. Si era alzata in piedi su una gamba sola, l’altra era sopra la mia spalla, ed io ero inginocchiata con la lingua che dardeggiava veloce. Marie barcollò: le mancavano le forze. Mi fermai un attimo guardandola negli occhi.

Lei sorrise e mi pregò: “Sono così vicina, piccola, non fermarti.” Subito ricominciai a leccare e succhiare, la figa e tutta la zona attorno. Morsicai l’interno della coscia, le succhiai il clitoride, e poi arrivai al buchino. Infilargli la lingua nel buco del culo mi eccitava da morire.

“Oh, ecco! Sto godendo!” Disse, ed emise dei gemiti di passione. Il suo corpo tremava tutto. Era una di quelle ragazze che quando vengono urlano e tremano tutte! Mi prese la testa con le mani e la spinse forte contro di sé, mentre godeva, tremava tutta e gemeva. La sua figa ebbe delle pulsazioni, e ne uscì un fiotto di umori. Il suo buchino si allargò e si restrinse ancora. Le presi il clitoride tra le labbra e lo succhiai, forse facendola venire ancora, dato che continuò per un po’ a tremare ed a dimenarsi. Gemette mentre prendevo in bocca tutta la sua bocca, lasciando che assaporasse i suoi succhi. Mi leccò tutta la faccia, e poi ruppe il bacio, per parlarmi con gli occhi sognanti.

“E’ la cosa più erotica che qualcuno mi abbia fatto,” disse, leccandosi le labbra. “Dio mio, che troia che sei.” Risi e la tirai a me, infilando le mia gambe tra le sue e strofinandole contro la sua figa.

“Sei stata tu a dire che dovevamo fare le puttane.” Risposi sorridendo felice. “Sto solo facendo quello.” Le presi le mani e la portai verso il letto. I nostri occhi erano persi gli uni in quelli dell’altra.

“E adesso, non dovevamo scopare come degli animali?” Ridemmo mentre mi sedevo sul letto e mi toglievo i sandali. Mi distesi sulla schiena e spalancai le gambe.

“Giochiamo un po’,” dissi. Si piazzò tra le mie gambe.

“Che tipo di gioco?” Disse sorridendo interrogativa, in ginocchio con le mani sulle anche.

“Un gioco da ragazzacce!” Dissi, strusciando il mio piede sulle sue cosce. Poi misi il piede sulla sua figa, e le infilai l’alluce dentro. Era fradicia. Marie mi prese il piede e succhiò il mio alluce. Poi mi accarezzò l’interno delle cosce, mentre i suoi occhi erano fissi sulla mia figa. Le piaceva guardarla, era ipnotizzata. Infilò un dito dentro.

“Le ragazzacce si divertono un sacco.” Si portò il dito alla bocca e lo leccò. “E sono cosììì buone!” Disse. Con una risata, feci un balzo all’indietro ed alzai le gambe, mostrando la mia figa e il culo, mentre me la aprivo con le dita. Marie emise un gemito. Le piaceva, la voleva. Mi infilai un dito dentro, e tirandolo fuori sparsi i miei succhi tutto attorno. Feci uscire il clitoride, per farglielo vedere. Non si era ancora accorta di quant’era grande quando ero eccitata. Quando usavo le dita per farlo uscire del tutto, era lungo due centimetri!

“Ti piace?” Chiesi, mentre lo strofinavo con le dita, con il tocco che mi faceva tremare tutta. Marie era ammutolita. Aveva solo gli occhi spalancati e si leccava le labbra. Camminò a quattro zampe sul letto finché arrivò a me, con il viso sopra alla mia figa, sempre con gli occhi fissi. Poi venne ancora verso di me e si lasciò andare, mentre i nostri capezzoli si incontravano in un eccitante duello. Le nostre pelli soffici che si strusciavano, i capezzoli che giocavano tra loro mi fecero girare la testa. La abbracciai con le braccia e con le gambe, stringendola forte. Infilai la lingua tra le sue labbra ardenti e lasciai che me la succhiasse. Agganciai le gambe tra loro in alto sulla sua schiena, e spinsi la mia figa contro la sua, come se volessi infilargli dentro il clitoride. Lei grugnì e rispose alla spinta. Ci muovemmo, pompando finché in nostri clitoridi non vennero a contatto diretto. Quando lei sentì il mio clitoride, molto più grande del suo, riuscì ad urlare: “Chiavami, piccola,” con la bocca ancora incollata alla mia. Avevamo entrambe il bacino che si muoveva forsennato, pompavamo veloci con il sudore che ormai ci copriva tutte. Si sentiva il suono delle nostre fighe fradice che si strofinavano tra loro, in un puro rapporto lesbico. Eravamo senza fiato, e fummo costrette a rompere il bacio, mentre un gemito usciva dal più profondo. Gli occhi di Marie erano chiusi ed il suo viso era inondato dal sudore. Grugnivamo come degli animali quando l’orgasmo ci colpì quasi contemporaneamente. Spinsi la figa verso la sua con tutte le mie forze, mentre mi girava la testa. Vidi le stelle, e diventai quasi sorda. Il più potente orgasmo della mia vita. Le coprii di baci il viso, finché lei non aprì gli occhi.

“Credo di essere innamorata,” dissi, e la baciai profondamente nella bocca, infilando la mia lingua dappertutto, sui denti, nella gola, sotto la sua lingua. Lei mi ritornò il bacio con passione, mentre io sentivo un altro orgasmo che montava.

Improvvisamente Marie ruppe il bacio. “Devo succhiare quel tuo clitoride fantastico, piccola,” disse distendendosi tra le mie gambe. Sentii le sue dita che mi aprivano tutta. Guardavo il mio clitoride che svettava per lei, e vidi che formava una piccola O con le labbra per succhiarlo meglio. Iniziai a godere subito, non appena me lo prese tra le labbra ed iniziò a succhiare. Era il proseguimento dell’orgasmo precedente, non smettevo di godere e di dimenarmi. Lei non smetteva di succhiare e leccarmi tutta. Tra una leccata e l’altra, mi disse: “Dio Angela, è come un piccolo cazzo!” Volevo risponderle, ma non riuscivo più a parlare. Godevo senza fine. Prese le mi ginocchia e mi piegò le gambe sul torace, e poi cominciò a leccarmi tutta verso il basso, verso il buco del culo. Mi bagnò tutta con la lingua, mentre mi stuzzicava il buchino. Intanto due, tre, quattro dita erano infilate nella mia figa, e lei continuava a leccare e stuzzicare il buco del culo finché non urlai: “Dio, come lecchi bene! Sei proprio una troia!” Marie mi fece venire ancora per due volte, due ondate di orgasmo.

Dopo qualche minuto di abbandono totale alla lingua di Marie, che continuava a leccare senza sosta, aprii gli occhi e vidi la nostra immagine nello specchio sopra il letto. La vista delle mie gambe così spalancate, con Marie che mi leccava e mi infilava la lingua dappertutto, del suo sedere depilato e delle sue gambe aperte mi riportò oltre ogni limite. Da essere umano, diventai un animale, una cagna in calore. Mentre godevo e tremavo tutta, desideravo contemporaneamente sposarla, rapirla, leccarla, mangiarla, ingoiarla, legarla finché un altro orgasmo mi colpì come una frustata. Ero ormai caduta giù in un abisso di completa estasi. Non mi importava più di nulla se non di Marie, la sua bocca, la sua lingua, tutte quelle cose incredibili che stava facendo sulla mia figa. Mi guardò con la faccia tra le mie gambe, si tolse un pelo dalla bocca e disse: “Dovremmo depilarci, piccola,” e ritornò a leccare. Ormai urlavo e quasi piangevo.

Improvvisamente si girò e mi montò sopra, mettendo il culo sopra la mia faccia. Proprio quando pensavo che non ne potevo più, ecco arrivare davanti ai miei occhi quella deliziosa visione. Adoro essere sotto, in un sessantanove lesbico. Infilai il viso tra le cosce ed il solco del sedere di Marie, aprii la bocca al massimo per prendere tutta la sua figa e infilai la lingua dentro più che potevo, mentre il mio naso premeva contro il sedere. Guardai verso l’alto, e mi vidi nello specchio in quella oscena posizione, con la faccia immersa tra le sue cosce, che leccavo e succhiavo la sua figa. Era una visione veramente erotica, e mi faceva sentire una porca, una troia che pensava solo a godere ed a leccare quella figa. Con la coda dell’occhio vidi un movimento al di là della porta a vetri, e mi girai: erano due ragazzine, nude, in piedi dietro i vetri che ci guardavano. Ognuna stava masturbando l’altra, con le dita infilate dentro la figa.

Anche Marie si voltò a guardare, e quella vista la portò oltre il limite. Si inarcò sopra di me, premette il sedere contro la mia faccia e, mentre sentivo la sua figa che si contraeva attorno alla mia lingua, cacciò uno strillo acutissimo, e mi inondò la bocca dei suoi succhi. La vista di Marie che si inarcava nell’orgasmo ed il suo strillo fecero godere di nuovo anche me. Mentre mi inarcavo e tremavo tutta, Marie prese tra i denti il mio clitoride, e mi regalò un’altra ondata di piacere. Cademmo esauste sul letto, e riposammo per un po’.

Mi prese la mano e la strinse forte, dicendo: “Angela, sei grande.”

Aprii gli occhi e la guardai. Sorrideva con un sorriso radioso. Le presi il viso tra le mani e la baciai. Le dissi: “Non credo di avere mai goduto così tante volte in vita mia, ” ancora con il fiatone.

Marie rotolò sul letto e si appoggiò ai gomiti, si allungò e mi baciò. “Ogni volta che vuoi scopare, piccola, chiamami. Non ne avrò mai abbastanza della tua figa.” Aveva i capelli sudati, attaccati al viso, e glieli spostai dolcemente con la mano.

“E’ lì apposta per te, per tutte le volte che vorrai,” dissi, mentre la baciavo. Marie si avvicinò ed appoggiò la testa sul mio seno. Sentii la sua mano che si appoggiava sulla mia figa, e mi infilò dentro un dito.

“Allora, ti è piaciuto giocare a Lecca Lecca?” chiese.

“Certo, ma mi è piaciuto di più fare un Lecca Lecca con te!” Marie mi abbracciò stretta, con un gemito di soddisfazione. Pochi istanti dopo eravamo addormentate

(tradotto da Danielle da un racconto di Candy Kane rytr33@hotmail.com intitolato “Lickety Split”)

(per favore spedire i commenti in Italiano a Danielle ya4328@yahoo.com)

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