Anche quella mattina Lorna era alla sua scrivania sommersa dalla solita montagna di carte. Il lavoro procedeva a rilento ma era normale a quella ora.
‘Devo prendere un caffè’ continuava a ripetersi ma non aveva voglia di alzarsi, lasciare l’ufficio e percorrere il corridoio. Avrebbe incontrato di certo qualcuno e avrebbe dovuto sorridere, parlare e a lei non andava. ‘Però ho bisogno di un caffè’.
Ripensava di nuovo a questo quando il suo cellulare iniziò a trillare.
‘Ciao!’ La voce di Paolo le accarezzò i pensieri. ‘Ciao’.
Parlarono come al solito della giornata che li attendeva poi ad un tratto lui le disse che voleva e poteva vederla. Anzi aveva prenotato in un albergo vicino al suo ufficio.
‘Ci sarai?’ Lorna si guardò la punta degli stivali, i jeans, la mogliettina.
‘Sono decisamente poco sexy per un incontro sexy!’
‘Che vuoi che me ne importi di quello che porti sopra, a me basta che ti porti dietro tutto quello che c’è sotto!’
Lorna sorrise divertita. ‘Ok, ci vediamo dopo.’
Rientrò in ufficio poi uscì a prendersi il suo caffè. Ora era davvero necessario.
Mentre camminava cercava di fissare nella sua mente i lineamenti di Paolo, il tocco delle sue mani, il profumo. ‘Non mi ricordo più niente!’. L’ho visto solo una volta.’
Per un istante le sembrava di avere appuntamento con qualcosa di etereo, di immateriale.
‘Ora lo chiamo e gli dico che non è il caso.’
Poi però quando rientrò in ufficio fu assorbita dal lavoro, dalle telefonate, dalle cose da fare. In un attimo si ritrovò all’orario dell’appuntamento anzi, era in ritardo.
Infatti lui la chiamò per dirle che la stava aspettando.
Si ritrovò in strada, la sciarpa intorno al collo, le mani in tasca e i capelli al vento.
Nell’istante in cui lo vide sentì che sarebbe stato bello benché non era riuscita ad immaginarlo nemmeno una volta.
Entrarono insieme nell’ascensore.
Lui le parlava, voleva rendere il tutto molto naturale ma Lorna guardava solo le labbra muoversi e pensava con piacere che le piacevano. Si allungò e lo baciò.
Poi entrarono in una stanza deliziosa. Un minuto dopo lui la spinse sul letto.
Ma non la spinse davvero, l’accompagnò e lo fece per il piacere di averla fra le braccia.
‘Mi piace questo’ pensò Lorna, ‘mi piace sentire di piacere tanto ad un uomo’ ma non era ancora convinta. Quello che non sentiva era la passione.
Era tutto così dolce, tenero ed affettuoso e Lorna ne era intenerita ed intimidita. Con la passione ed il desiderio Lorna riusciva a mantenere meglio il distacco.
La tenerezza la spaventava perché la toccava dentro e lei non voleva.
Era una sensazione che la rendeva insicura e più vulnerabile.
Procedeva dunque ancora incapace di prevedere alcunché.
Poi un istante dopo si ritrovò come in un’altra dimensione.
Fu come se qualcuno avesse aperto una finestra ed un vento caldo l’avesse investita in pieno e per intero.
Il corpo di Paolo fu sopra di lei ed un attimo dopo fu dentro di lei.
E prima ancora che ne prendesse razionalmente coscienza il suo corpo le trasmise il piacere quasi come una fitta.
Avrebbe voluto guardarlo, leggere voglia di lei negli occhi di lui ma quello che provava, così inaspettato, la stordiva.
‘E’ come quando mangi un bigné di cui ignori il ripieno e la cioccolata ti esplode sul palato’ pensò Lorna. ‘e vorresti che il resto del mondo ti lasciasse in pace a gustarlo.’
E mentre pensava questo, sorrideva.
E sentiva il piacere sciogliersi e colargli fra le gambe. Era bagnata e calda.
E pensava ‘mi sta scopando’che poi era uno dei suoi pensieri preferiti.
Queste parole le riempivano la testa, così come i movimenti di Paolo le riempivano di piacere il corpo.
Quasi come da lontano gli arrivavano le sue parole, i suoi sospiri. Un sottofondo fantastico.
Poi però le giunsero parole che messe insieme sembravano una domanda.
‘Mi ha chiesto qualcosa?’ pensò Lorna. ‘No, mi sbaglio’
”dimmelo’ le stava chiedendo e lei pensò: ‘Cazzo! Mi sta facendo le domande?! Non mi mi puoi chiedere le cose adesso che me la sto spassando!’
Lui forse se ne accorse perché si sollevò da lei.
Lorna aprì appena appena gli occhi e lo vide distante da lei. Si manteneva sollevato e gli chiedeva ‘ Che cos’è che vuoi?’
‘Ok, ora lo strozzo’ pensò Lorna. Allungò le braccia e cerco di riavvicinarlo al suo seno ma lui niente. ‘Dimmelo, dimmi che lo vuoi.’e continuava a muoversi sempre più lontano.
‘ E no! Non posso fare tutti questi ragionamenti! Andavi così bene!’
Lorna valutò la situazione e a fronte di un piacere che minacciava di abbandonarla decise che tutto sommato poteva farcela.
‘Voglio il tuo cazzo’ ‘Dammelo’ ‘Ti prego’ ecc ecc
Non era molto convinta. Poi però sentì con quanta passione Paolo ripeteva quello che stava facendo e quello che avrebbe voluto fargli, con precisione e dovizia di particolari. Nonostante tutto, questo aumentò l’eccitazione di Lorna che in verità non era abituata a sentire il 90′ minuto di una scopata. Ad un tratto trovò la cosa perfino divertente.
‘Insomma, le piacevano o meno tante parole?’ Ma lui ora iniziò a toccarla.
La toccava e la penetrava. Insieme.
‘ Spettacolare’ pensò. ‘Spettacolare’ ripeteva. ‘Spettacolare’
‘Forse dovrei parlare di più anch’io.’ ‘ Spettacolare’
‘No, è troppo bello, fatemelo godere’ pensò. ‘egoista’ si disse. ‘ sti cazzi’ si rispose.
Provava una specie di piacere intenso e globale. Completo.
‘ E’ come avere un lungo e soffuso orgasmo’ Gli capitava molto raramente. Era una specie di dono divino.
Però la passione andava aumentando. Percorreva con le dita la schiena sudata, le labbra socchiuse, la fronte imperlata. Afferrava quel culo e lo spingeva a se.
‘Per quanto ancora?’ a Lorna sembrava non bastare mai. Si sentiva gemere, agitare la testa. Si vedeva distesa, coperta da un altro corpo e sentiva che poteva godere urlando in qualsiasi istante, ma non voleva. Si sarebbe fatta scopare all’infinito.
Poi finì. Almeno lei credette, e lo credette anche lui. Se lo ritrovò al suo fianco.
‘Ora meritava davvero una bella succhiata.’ Glielo sfiorò con la mano.
In verità aveva proprio voglia di assaggiarlo, l’aveva anche fatto ma per un solo istante. ‘Ora ci riprovo.’
Gli saltò su ma un attimo dopo era di nuovo dentro di lei.
‘Non c’è niente da fare, è nella mia fica che deve stare.’pensò.
Ma la cosa fu davvero sorprendente perché ad ogni movimento Lorna sentiva di godere.
‘Sono davvero egoista’ ma non era sufficiente pensare che era più di un ora che o sotto o sopra cell’aveva sempre dentro lei e che non aveva fatto grandi numeri.
‘Chissà magari non gli piace tutta questa monotonia?’ Lo guardò.
‘No, gli piace, gli piace’ e sorrise a questo. E sorridendo cominciò a muoversi con sempre maggiore intensità. Ormai andava da sola ed il piacere non era per niente soffuso ma animalesco e prepotente. Ora lo voleva davvero e perfino con forza.
Fu un lampo. Un lampo in fondo alla sua mente si accese e l’abbagliò. L’immagine di un fiume la percorse fino ai piedi. Il tempo e lo spazio non avevano più senso. Pura gioia. Distillato di gioia. L’essenza della vita in un istante chiamato piacere.
Un secondo dopo e questo fu davvero fantastico, mentre Lorna ancora si chiedeva da che parte ricominciare a respirare, lo sentì godere.
Poi stettero così, insieme, in silenzio, a pensare al’mistero della vita? Agli animali in via di estinzione? Alla fame nel mondo?
‘Ma chi l’avrà inventato il sesso?’ pensava Lorna’ chissà forse Paolo si stava facendo la stessa importante domanda.
‘Che dio lo benedica.’ si rispose sorridendo, mentre Paolo si faceva la doccia.
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........