Skip to main content

Scale

By 31 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Laura si scostò improvvisamente dal suo ragazzo e disse: ‘Adesso &egrave tardi devo andare a casa’. Simone guardò l’orologio e replicò: ‘Sono le due passate, ormai i tuoi stanno dormendo. Che importa se rimani un altro po’ qui con me?’. Laura scese dallo scooter che condivideva con lui e con un sorriso gli disse: ‘Sai bene che mio padre si sveglia sempre quando rientro. Mi accompagni?’. Simone si arrese e prendendola per mano iniziarono a percorrere i pochi metri che li separavano dal portone di casa. Laura &egrave una bellissima ragazza, lunghi capelli castani e profondi occhi verdi, un fisico invidiabile con forme generose e sensuali. Simone &egrave meno appariscente della sua compagna, ad ogni modo non sfigurerebbe accanto a qualsiasi ragazza.
L’ascensore saliva lentamente e i due sfruttavano questi ultimi momenti insieme per scambiarsi numerosi baci. Simone schiacciava contro di se la fidanzata e con le mani percorreva tutto il suo corpo. Purtroppo furono interrotti dall’arresto dell’ascensore, Laura cercò di staccarsi dal ragazzo, ma quest’ultimo la trattene contro di se e non sembrava intenzionato a lasciarla andare. ‘Dai &egrave tardi, devo andare’ cercò di spiegare la ragazza, ma Simone non voleva sentire ragioni e lanciò la proposta: ‘Ti prego stiamo insieme ancora dieci minuti, potremmo andare all’ultimo piano e rimanere tranquilli per un po”. Laura lo guardò con tenerezza e gli rispose: ‘Soltanto un paio di minuti, va bene?’. Mentre il ragazzo acconsentiva lei aveva già premuto il pulsante dell’ultimo piano. Una volta arrivati salirono la rampa di scale che collega l’ultimo piano con la porta sul tetto; una piccola finestra sul lato opposto alla porta permetteva alla debole luce esterna di entrare. I due ragazzi tornarono a stringersi l’uno all’altra e, mentre le loro lingue si accarezzavano, Simone portò la mano della ragazza sopra il suo inguine. Laura sentì attraverso la stoffa dei pantaloni il membro teso e disse: ‘Mi dispiace non poterti aiutare per questo, ma credo proprio che per oggi dovrai provvedere da solo’. Simone la osservò per un attimo, poi sussurrò: ‘Già, però potresti almeno iniziare a ”, la ragazza sbalordita subito lo interruppe: ‘Ma sei impazzito? Qui? Potrebbe benissimo arrivare qualcuno!’. Simone non voleva però arrendersi e replicò: ‘ Ma chi vuoi che venga qui? Siamo soltanto noi due! Qualche carezza’ Ti prego”. Laura sbuffò e dopo un’ulteriore occhiata intorno, disse: ‘D’accordo, solo per un momento’, poi gli sbottonò i pantaloni e tirò fuori il membro quasi completamente eretto. La mano di lei iniziò ad andare su e giù lungo l’asta, intanto Simone sbottonò alla ragazza due bottoni della camicetta in modo da mettere in evidenza il prosperoso petto fasciato dal reggiseno. Dopo un paio di minuti di masturbazione, Laura diede un bacio sulla guancia al suo compagno e disse: ‘Adesso basta, devo andare’, ma Simone quasi urlò: ‘No! Ti prego’ un po’ con la bocca”. Rimasero entrambi in silenzio per alcuni istanti, sino a quando Laura disse: ‘Forse ti sto viziando”. Si inginocchiò davanti a lui e, dopo aver nuovamente afferrato il membro con una mano, iniziò ad esplorarlo con la lingua per poi farlo scomparire dentro di se quasi sino alla gola. La testa della ragazza si muoveva lentamente e intanto gli occhi di lei rimanevano incollati agli occhi di lui in uno sguardo di reciproco piacere. Simone sentiva che l’orgasmo stava per arrivare, avrebbe dovuto fermare la sua ragazza e poi andare a finire a casa, ma quel momento era troppo bello per essere interrotto; così chiuse gli occhi e si lasciò andare. Laura stava per dire che era ora di andare a casa, ma un fiotto di liquido caldo le riempì la bocca, istintivamente si spostò indietro e lasciò colare via dalle labbra il seme, proprio nel momento in cui dal membro del ragazzo iniziarono a partire altri numerosi zampilli destinati inevitabilmente verso di lei. Quando Simone riaprì gli occhi trovò inginocchiata davanti a lui una ragazza dall’aria furente; aveva il viso e il petto imbrattati e persino sui jeans numerose gocce componevano una specie di costellazione. ‘Ma che diavolo hai fatto?’ sbottò Laura e senza attendere risposta proseguì: ‘Adesso come faccio a rincasare? Mica posso dire a mio padre che mi hanno tirato un secchio di sperma mentre aprivo il portone! Sei un idiota!’. Simone fallì miseramente di rincuorarla dicendo: ‘Magari non si sveglia e”, ma la ragazza lo interruppe immediatamente: ‘Non dire idiozie! Si &egrave sempre svegliato e non dovrebbe farlo proprio stanotte? Dobbiamo, anzi devi, sistemare le cose!’, dopo qualche secondo di riflessione ordinò: ‘Corri al pub qui accanto, compra una bottiglia d’acqua e fatti dare dei fazzoletti. Sbrigati!’. Simone però rimaneva ancora immobile così Laura dovette riprenderlo: ‘Che fai? Non abbiamo tutta la notte’, lui senza guardarla replico: ‘Vedi, io’ sono sporco e non mi posso rivestire così’. La ragazza osservò il membro semi eretto davanti a lei, sbuffò e lo ripulì usando le mani. ‘Ecco, adesso puoi andare. Questa me la paghi’.
Quando Simone fu di ritorno trovò la sua ragazza esattamente come l’aveva lasciata, con l’unica differenza che era in piedi e non più in ginocchio. Le consegno acqua e fazzoletti e si prese altri rimproveri. Laura si ripulì per bene il viso, poi si sfilò camicetta e jeans rimanendo soltanto in culotte e reggiseno e si mise d’impegno per ripulirli. Simone intanto la osservava in silenzio senza muoversi dal suo angolino di pianerottolo. ‘E adesso dove li metto ad asciugare?’ mormorò fra se se Laura, il ragazzo cercò di rendersi utile proponendo di andare sul tetto, ma la sua idea fu immediatamente scartata poiché la porta doveva sicuramente essere chiusa. Lui insistette testardamente e provò ad aprire la porta, la quale non oppose resistenza e girò sui cardini. Laura rimase un momento sbalordita, poi uscendo disse: ‘Non credere di esserti fatto perdonare’. Il tetto era nient’altro che un pavimento grezzo con diverse antenne e serbatoi dell’acqua; i due ragazzi trovarono un cavo elettrico e dopo averlo pulito vi adagiarono sopra i vestiti. ‘Dannazione’ esclamò Laura osservando una larga macchia di sperma sul reggiseno; come aveva fatto prima, rimosse il capo sporco e lo pulì. Quando ebbe steso anche questo indumento si voltò verso Simone con le mani sui fianchi, sperava che il suo ragazzo percepisse la rabbia nel suo sguardo e nella sua postura. Lui intanto guardava tutto tranne che gli occhi; osservava, infatti, le forme della ragazza illuminate dalla luna e ricordava quando l’aveva spogliata per la prima volta. Laura si accorse subito dove puntava lo sguardo il ragazzo e con le mani si coprì i seni mentre esclamava: ‘Ricordati che se sono quasi completamente nuda sul tetto del palazzo la colpa &egrave soltanto tua, non ti ho ancora perdonato’. Rimasero un po’ in silenzio, poi si poggiò con le mani sulla balaustra e si sporse per guardare giù dicendo: ‘Certo che &egrave bello qui’ dalla sua voce era scomparsa la rabbia dei minuti precedenti. Simone si accostò alle sue spalle e le circondò i fianchi con le braccia, poi disse: ‘Mi perdoni?’, la ragazza mentre osservava ancora la città addormentata rispose: ‘Forse” e intanto sentiva le mani del suo fidanzato iniziare a muoversi su di lei accarezzando il ventre e i seni. Laura spinse delicatamente indietro il bacino e avvertì con i glutei il rigonfiamento che cresceva sempre più nei pantaloni del ragazzo. Si girò verso di lui e gli chiese: ‘Adesso che intenzioni hai?’, Simone la strinse a se e rispose: ‘Farmi perdonare’. Si baciarono a lungo, poi Laura, liberata anche dagli slip, tornò ad appoggiarsi con le mani alla balaustra. Dopo pochi istanti sentì il membro teso di Simone strofinarsi sulla sua passerina per poi esserne penetrata. Iniziarono dolcemente, quasi a voler godere di ogni minuscolo movimento, poi pian piano aumentarono il ritmo: Simone teneva le mani agganciate ai fianchi della ragazza e si spingeva dentro di lei sempre più a fondo con lo sguardo fisso sui glutei che danzavano davanti a lui; Laura aveva smesso di guardare il panorama cittadino e, mentre con una mano si reggeva alla balaustra, con l’altra si stuzzicava i capezzoli. Dopo quasi mezz’ora Laura aveva provato una serie infinita di orgasmi e sentiva che era arrivato anche il momento del suo compagno. Si spostò accanto a lui e impugno saldamente il membro fradicio dei sui stessi umori, ‘Questa volta non voglio correre rischi’ disse la ragazza ed iniziò a masturbarlo con profondi movimenti. Simone, guardando la città davanti a lui, disse: ‘Certo che &egrave proprio bello qui’; anche Laura spostò lo sguardo e confermò: ‘Già’. In quel momento la ragazza sentì un improvviso calore, guardò verso il basso e vide che, distraendosi per osservare il panorama, si era inavvertitamente puntata il membro del suo ragazzo contro e quest’ultimo aveva iniziato a schizzare abbondantemente imbrattandole l’inguine e le cosce. Laura, dopo un primo momento di stupore, non poté far altro che esclamare: ‘Oh No! Un’altra volta!’

Leave a Reply