Skip to main content

Un tram chiamato desiderio

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ un periodo in cui la sfortuna mi perseguita.

Faccio un lavoro che ciclicamente vive momenti frenetici e proprio mentre mi trovo in uno di questi periodi mi vanno a rubare la moto.

L’unico mezzo di locomozione di cui dispongo, nonché il sogno della mia vita. In sella alle due ruote mi sento libera, ma soprattutto riesco a coprire distanze notevoli, in tempi ridottissimi, altrimenti impensabili visto il traffico cittadino.

Invece dei simpatici ladri hanno pensato bene di privarmene, così, almeno per un certo periodo, sono tornata ad utilizzare i mezzi pubblici.

Il problema &egrave che in certi orari sono davvero impraticabili. Tra il caldo e l’affollamento, si viaggia davvero come delle sardine!

Sono le 18,30, di un martedì qualunque. Esco dall’ufficio in centro. Devo tornare a casa a cambiarmi, vista la cena prevista per stasera. Mi avvio verso la fermata del tram, lasciando che la camicia di seta svolazzi alla leggera brezza che si &egrave finalmente sollevata. Un po’ d’aria &egrave proprio quello che ci vuole, penso, mentre cammino osservando distrattamente le vetrine dei negozi. La camicia scivola dietro, mostrando il vestitino leggero che aderisce ai fianchi. La scollatura a cuore rivela la pelle abbronzata, frutto dell’ultima domenica trascorsa al mare. Mi avvicino così alla fermata, godendo della sensazione del vento che scorre sulla pelle delle braccia, si insinua sotto la camicia, sulle spalle, scivolando lungo la schiena.

Alla fermata già diverse persone in attesa affollano la banchina. Mi avvicino osservandole ed individuando immediatamente uno sguardo insistente. Giro lentamente la testa, rivolgendo uno sguardo, più per rispondere alla provocazione che altro. Una ragazza minuta ma alquanto mascolina mi scruta da dietro gli occhiali da sole. Sento il suo sguardo scorrere lungo il mio vestito, scivolarmi sui fianchi, risalire verso i seni e lì soffermarsi insistentemente. La osservo in mezzo alla gente. Solleva una mano verso il viso, scosta leggermente gli occhiali scuri, rivelando un paio di occhi color ghiaccio. Sento ancora di più lo sguardo cercare di trapassare la protezione che offre il mio vestito, ma mi sento come nuda davanti a lei. Il vestito &egrave così aderente da mostrare candidamente tutte le mie forme: la vedo accorgersi piacevolmente del perizoma che indosso, nonché dei capezzoli che incontrollabili cominciano ad indurirsi sotto la seta.

Sono piacevolmente turbata. Mi sento forte davanti a lei. E’ evidente che le piaccio, ma il tram che arriva in lontananza mi rassicura. Il momento sta per finire. Si aprono le porte davanti a me. Salgo, ma avverto il suo sguardo posarsi sui miei glutei sodi. Entriamo a fatica, tanto &egrave pieno. Mi ritrovo pressata contro il finestrino, mentre la gente continua a spingere per riuscire a salire. Non riesco nemmeno a girarmi, mentre il tram riprende la sua corsa.

Impiego qualche secondo per rendermi conto che il calore di una mano mi sta accarezzando i fianchi, disegna il profilo del mio corpo insinuandosi sotto la camicia. Chino lo sguardo per osservare la sua mano di donna cingere il mio seno con dolcezza, poi sempre con più forza. Sento le sue dita sfiorare appena la pelle nuda della mia scollatura. E’ una strana sensazione. Cosa succede? Chi &egrave? Cosa fa?. Dovrei girarmi, fulminarla con lo sguardo, impedirle di divertirsi provocando le mie voglie. Invece aspetto. Immobile. E’ come acconsentire al suo desiderio. La mano abbandona il mio seno. Immediatamente avverto una sorta di delusione. Già sentivo i brividi correre lungo la pelle nuda della schiena. I seni già eretti godevano del tocco delle sue mani morbide, inspiravo il suo profumo dietro di me. I pensieri si affollano ancora confusi in rapida successione, mentre avverto sulle gambe il calore di quel tocco che già avevo imparato a desiderare. La mano risale sotto il vestitino, scivolando all’interno ed arrivando rapidamente alle natiche nude. Immediatamente trova il mio perizoma, lo scosta decisa, facendosi largo tra i glutei. D’istinto le facilito il compito, divaricando impercettibilmente le gambe. Godo nel sentire le sue dita scorrere lungo i miei slip bagnati. Tentare di aprirsi un varco, fino a scivolare nella mia trasgressione più pura. Il suo corpo aderisce al mio, il suo viso contro la mia spalla, mentre il dito scorre dentro di me. Mi appoggio al finestrino, divaricando ancora le gambe, e spingendo il bacino verso di lei per offrirle il mio desiderio. Lo comprende immediatamente, tanto che il dito scivola fuori, meravigliosamente bagnato, per insinuarsi tra le mie natiche. Mi trova già pronta, in attesa di sentirmi piena di lei: il dito entra, senza alcuna resistenza.

La lascio fare, la lascio penetrare con le mani il mio frutto più prezioso. Lascio che una donna si prenda la mia voglia improvvisa. Il dito entra ed esce in un ritmo frenetico. L’eccitazione &egrave altissima, il piacere di un’intensità incredibile, tanto da farmi esplodere in un orgasmo silenzioso, ma incontenibile. Vorrei che non smettesse mai, ma la situazione le impedisce di continuare. Il tram comincia a svuotarsi. Finalmente posso girarmi, posso osservarla e magari ricambiare la cortesia. Mi faccio largo tra le gente, mi giro.

Ma non c’&egrave più nessuno.

Leave a Reply