Agosto, Milano: il deserto ovunque. Si è trasferita in città da sole due settimane. Il nuovo lavoro non le permette di prendere ferie, ci sono delle scadenze da rispettare per i primi giorni di settembre, forse riuscirà a respirare con l’inizio dell’autunno e le sembra ancora così lontano quel momento. Si trova in città da due settimane e Milano le sembra una città fantasma. Il suo trasferimento è coinciso con il grande esodo per le vacanze e ci sono pochissime persone e macchine in giro. In tutta la sede è presente lei ed altre due persone, ed è un bel palazzo di quattro piani.
Sbuffa davanti al monitor, è a buon punto ma vorrebbe proprio finire questo documento noiosissimo. Cerca di concentrarsi ma in testa ha solo voglia di tornare a casa e rilassarsi, deve ancora svuotare diversi scatoloni, comincia a vivere con fastidio la vista del suo appartamento, si sente accampata.
Apre una finestra del browser. Cerca i cinema in città. I film non sono proprio dei più allettanti. – Tarzan oddio, un altro? Anche no’ Suicide Squad manco morta, sono una Marvel fan io’ Oh! ma’ una replica di Deadpool?? Ma, scherziamo? Lo riguardo con molto piacere! Niente di meglio del caro vecchio Wade per distrarmi un po’! Alle 20.40 spettacolo unico. Sono le 19.20, non riesco a tornare a casa’ Ma sì, altri dieci minuti di lavoro e poi dritta al cinema! – sorride soddisfatta, sa già che il mercenario chiacchierone riuscirà a risollevarle il morale. E la casa? La casa aspetterà, non sarà certo una notte di casino in più che le rovinerà l’esistenza.
Col suo biglietto in mano, in netto anticipo sullo spettacolo si ferma davanti alla enorme distesa di dolciumi. La tentazione è forte, ha mangiato un panino al volo ma qualche dolcetto ci vorrebbe proprio. – Ma no dai’ è tutta robaccia questa, lo sai. Un po’ di popcorn e basta, dai! – Riesce a convincersene e si dirige alla cassa. Però non resiste e prende un bel secchiello di popcorn al caramello – Sono sicura che mi sta per arrivare il ciclo’ tutta questa voglia di dolce non si spiega diversamente. – La grande hall è semivuota, solo pochi avventori e tutti sembrano essere interessati alle prime visioni. Significa che forse riuscirà a godersi il suo amato Wade in completa solitudine nella grande sala. Si avvia verso una panchina per attendere l’ingresso in sala. Sta per posare il secchiello sulla panchina quando viene investita letteralmente da un qualcosa di molto veloce. Il secchiello di popcorn vola per aria rovesciando per terra tutto il suo contenuto. Rimane a bocca aperta davanti a quello scempio. Poi si gira verso l’essere colpevole di quel casino.
‘Ma dico?! Che modi sono? Guardi che casino ha fatto!’
‘Signora sono desolato, stavo andando alla cassa, prima che’ mi scusi solo un attimo, la prego, le ricompro tutto io, mi aspetti, ok?’ L’uomo scappa via trafelato. Fa giusto in tempo a vedere uno strano tipo coi capelli corti, brizzolati, una maglietta sgargiante.
‘Non si disturbi! Io sto entrando in sala!’ gli urla dietro le parole e si gira per entrare in sala. Uno sguardo di scuse all’inserviente che prontamente si è messo a ripulire. – Signora? ma come cazzo?… mica sembro una signora, cazzo! – La ragazza le strappa il biglietto e lei si dirige verso la sala 8, con in mano solo la sua bottiglietta di acqua.
– Bellissimo! La sala è tutta per me! Un po’ piccola, ma sempre meglio del salotto di casa. Superschermo’ oh wooow! – si siede nel suo posto, esterno alto come sempre, di solito sceglie quei posti perchè non le piace stare incastrata in mezzo alla gente. Ma avendo tutta la sala’ Si guarda in giro, non vede arrivare nessuno. Si alza e si piazza proprio in mezzo alla fila. Si sistema nella poltrona mentre partono i filmati promo.
‘Un bi…un bi…un biglietto per Suicide Squad…’, estraendo il portafoglio e cercando di rimettermi dentro il polmone che è quasi uscito per la forsennata corsa. Riuscirò ad essere puntuale una volta nella vita?!
‘Proiezione iniziata…’, la ragazza ruminante chewing gum dall’altra parte del vetro, con un’empatia pari ad una radiosveglia.
‘Perderò i primi minuti, pazienza… Un biglietto, una confezione grande di pop corn e una coca cola…’, dai su, diamoci una mossa!
‘Proiezione iniziata e dovrebbe prenderne due di confezioni di pop corn”. Miss simpatia mi sta prendendo per il culo?
‘Ah sì! Ha detto di non disturbarmi ed è già entrata in sala…quindi? Che facciamo?’, il respiro torna normale.
‘Resta accessibile solo la sala con la replica di DeadPool, in cui è andata quella ragazza a cui lei ha fatto cadere i popcorn”. Miss simpatia fa anche da coscienza? Ho pure la coscienza ruminante, è la mia serata!
‘Ascolti: conosco a memoria quel film! La prego: Suicide Squad, pago i popcorn a quella ragazza’ glieli porto pure. Ha ragione sono stato un cafone”, sfoderando quello che potrebbe sembrare un sorriso ma è un vaffanculo molto, molto gentile ed educato.
‘Proiezione iniziata. Eccole il biglietto per DeadPool, due pop corn grandi e una coca cola” guardandomi con due occhi che paiono avere in sovra impressione la scritta ‘coglione!’.
‘Ok, ok, ho capito: prendo i popcorn, pago, li consegno alla poltrona della donzella e poi esco’ può andare?’
‘Potrebbe andare ma per entrare nelle sale bisogna avere il biglietto e ho qua due confezioni grandi di pop corn e una coca cola, che faccio… lascio?’
‘Mi è venuta una voglia impellente di rivedere DeadPool”, sorrido. Ho imparato che, spesso, seguire il flusso del destino si rivela un’ottima scelta.
‘Sala 8′ tenga’, mi mancherebbe una mano di scorta ma con il biglietto in bocca riesco a non fare un altro casino sotto gli occhi preoccupati dell’inserviente che sta ancora sistemando il precedente.
Chissà dove sarà seduta’ oh: siamo soli.
Una sola testa – centrale – emerge dall’alto schienale. E’ quasi buio, fortuna che è in alto e mi evita gli scalini con tutta sta roba per le mani’
‘Spero di avere scelto bene: caramello”, al mio parlare scatta quasi di soprassalto, gira la testa e vede la mia figura illuminata fiocamente dalla luce del grande schermo
‘Ah’ è lei”, non colgo l’espressione del viso ma la voce non è certo cordiale.
‘Mi spiace per prima… ero in ritardo”
‘In ritardo per cosa? Il film deve ancora iniziare”
‘E’ bello DeadPool? Sa non l’ho mai visto’ posso accomodarmi accanto a lei?’, e giochiamo un po’ dai’
‘Non ha mai visto DeadPool?’, manco mi fossi perso lo sbarco sulla luna! Mi piace l’accento, l’inflessione, la voce’ sembra quasi stia trattenendo il sorriso al vedermi reggere a fatica le ingombranti vettovaglie.
‘No, mai visto’ salva il mondo anche DeadPool? Spunta qualcosa in adamantio pure a lui? Sarà il solito X-Man”
‘Sì, sì’ è proprio così…’, finalmente sorridendo della mia ignorante affermazione.
Seduto accanto a lei e libero dalle confezioni extralarge le porgo la mano: ‘Piacere Franco’
‘Piacere Nora’ appassionata fan di DeadPool!’
‘Scusa ancora per il casino di prima Signora Nora fan di DeadPool’
‘Al prossimo Signora ti rovescio i pop corn in testa, sembri più vecchio di me, signor Franco…’, sorridendo minacciosa con i suoi occhi nocciola che mi fissano.
‘Hai ragione Nora, o mio Virgilio alla scoperta del mercenario chiacchierone Wade Wilson’ ci vorrebbero cimichanga e pompinotti ma al bar li avevano finiti tutti…’, scoppiando in una sonora risata’ inseguita dalla sua.
‘Mi hai preso in giro?! Allora l’hai visto?!’
‘Conosco le battute a memoria e adoro Halloween!’…ridiamo assieme come due deficienti che è il miglior modo per guardare questo film. Adesso, voi che state leggendo: pausa di un paio d’ore e via a vedere il film!
‘….anche la festa della donna ti piace?’ ed ora la sua risata è aperta e provocatoria e il suo volto, quasi inquisitorio, si avvicina al mio’
‘Nora, siamo ad agosto’ per l’8 marzo ci penseremo. Ce ne sono di feste prima di arrivarci!’
Passano due orette in leggerezza. Forse Nora avrebbe preferito un compagno meno chiacchierone – Ecchecavolo, lo sa davvero tutto a memoria e non perde occasione per ricordarmelo!… – ma alla fine lo aveva già visto più volte anche lei e quindi le interferenze di Franco non la disturbano più di tanto ed è stato divertentissimo anticipare insieme i momenti più spassosi. Sopratutto lo scopo delle serata è stato raggiunto: relax e risate.
‘Ma fammi capire Franco, tu hai il blueray e vieni a vederti la replica al cinema in pieno Agosto? Sei proprio fan sfegatato più di me? O forse non avevi proprio un cazzo di meglio da fare oggi’ ‘ Nora recupera i secchielli vuoti del popcorn mentre si alzano dalle poltrone, non prima di aver visto la scena dopo i titoli di coda.
‘E cosa ti devo dire? Il fascino del grande schermo è comunque irrinunciabile, poi insomma, non so’ ho seguito il destino e sono stato fortunato a incontrare te’
‘Ah certo, un incontro col botto! Poteva farci incontrare in maniera meno turbolenta questo destino!’ Ridono entrambi mentre escono dal cinema vuoto e deserto. Pochissime macchine nel parcheggio.
‘Dove hai la macchin’ ma dove vai?’ Nora guarda Franco dirigersi verso una parete di armadietti di varie misure, sopra un grande cartello colorato dice Servizio Custodia. Ne apre uno medio grande e tira fuori un casco e un giubbotto di pelle.
‘Sono venuto con la mia cavalla’ Le risponde Franco indicando una moto blu parcheggiata poco distante dall’ingresso.
‘Stupendo girare per Milano in moto, le strade libere sono una rarità da gustarsi quando è possibile. Peccato ho solo un casco, se no ti avrei fatto fare un bel giro’
‘Ah’ come accettato, grazie. Io non sono una grande amante delle due ruote’ ‘
‘Non avrai mica paura?!’ Franco la guarda con espressione incredula e divertita.
‘Oh sì! Non ho problemi ad ammetterlo! Non mi ci trovo proprio in quell’equilibrio instabile’ ‘ Nora si stringe nelle spalle.
‘Non sai cosa ti perdi, peccato.’
‘Beh, Franco, grazie mille per la compagnia e per essere stato così gentile da ricomprare i popcorn’
‘Ah beh ma era il minimo eh’ ‘ Franco sorvola su quanto accaduto alla cassa, nonostante la coercizione della cassiera non è affatto pentito di aver rivisto Deadpool, soprattutto perchè lo ha potuto vedere con Nora.
‘Ma quindi? Ci salutiamo così? Addio per sempre? Non è un peccato Nora? Non dovremmo assecondare questo destino birichino che ci ha fatto incontrare in modo così rocambolesco? Ma tu lo sapevi che il destino può assumere la forma di uno strano essere ruminante? Perchè non andiamo a mangiare qualcosa? A bere una birra? Facciamo due chiacchiere? Eh?’
‘Wow che raffica di domande! Boh, non so’ Domani si lavora Franco, io devo essere in ufficio per le 8.30, ho parecchio da fare e devo essere lucida, anzi lucidissima’ ‘ Nora cerca di smorzare con delicatezza l’entusiasmo di Franco. Non è nella serata giusta e per quanto la compagnia dell’uomo le faccia parecchio piacere non si sente proprio in vena di approfondire subito la conoscenza.
‘Oh’ lavori domani. Capisco. Ma magari possiamo scambiarci i numeri di cellulare? Di solito non sono tanto sfacciato eh, ma sono bloccato qui a Milano ad agosto, mi sto ammazzando di cinema da solo e devo ancora vedere Suicide Squad, meglio se lo posso vedere in tua compagnia, no? Non siamo forse una supercoppia da Cinecomic io e te Nora? Possiamo organizzarci per domani, è venerdì. O per sabato’ dai Nora non dirmi di no’ Franco la guarda con occhi supplichevoli
‘Ah’ Suicide Squad’ eh in effetti volevo vederlo anche io’ ‘ Nora mente senza ritegno ma non le dispiace davvero rivedere Franco e non le dispiace tenersi in contatto con lui. Si scambiano i numeri e entrambi sono soddisfatti di avere un piccolo filo che li tiene collegati.
‘Bene Franco, allora domani ci mettiamo d’accordo, buonanotte’ ‘ Nora tende la mano per salutare l’uomo. Lui fissa la mano per un istante, la afferra, tira a sè Nora e stringendole la vita le schiocca un bacio al limite dell’angolo delle labbra. Nora ha un sussulto per il gesto, sorride leggermente imbarazzata per la vicinanza dei loro corpi e fissa per la prima volta i suoi occhi grigio-verde.
‘Buonanotte e a domani Signora Nora’ Franco le sorride sornione continuando a mantenere per qualche momento quel contatto fisico e visivo.
L’ufficio ha sempre il solito colore, il solito sapore e non è neanche male se ravvivato di piacevole conversazione:
‘Era una splendida Milano ieri sera Nora! Te l’avrei fatta conoscere’ hai perso un’occasione Norina!’, via sms.
‘La prego di non storpiare il mio nome Sig. Franco! Come si permette?!’, dopo un paio d’ore. Sono la sua pausa caffè. Approfittiamone!
‘Hai perfettamente ragione Noruccia, sono poco attento all’etichetta. Ci sto lavorando eh…ma i risultati stentano ad arrivare. Stasera passo a prenderti alle 8, destinazione idroscalo. Portiamo la cena alle zanzare, ti va? Vieni?’
‘Mi stai invitando a cena? Ma dovevamo vedere il film?! Mah non so’ in moto no! Quello assolutamente no!’
‘Certo che ti invito a cena: vestiti anche di repellente anti zanzare che non voglio avere sulla coscienza i tuoi pruriti”, magari alcuni sì, ma non corriamo troppo’
‘E’ dove passeresti a prendermi? Mica ti ho detto dove abito, dove lavoro”
‘E’ una delle poche informazioni che mi mancano”
‘Sentilo! Troviamoci in S.Babila alle 8. Se arrivi in moto, te ne vai da solo’ uomo avvisato”
Fortuna che ho amici! Amici scemi, amici intelligenti e amici collezionisti. Mi costa qualche weekend di lavoro alla sua officina di auto storiche ma, girare per Milano in sidecar, non ha prezzo! Sono curioso di vedere la faccia di Nora quando mi vedrà arrivare! Il più scombinato e rocambolesco suo appuntamento!
D’altro canto, se voglio una cosa, cerco di ottenerla!
‘Tu sei tutto scemo!’, incerta se ridere o prendere subito un’altra strada fingendo di non conoscermi.
‘Bene! Ora che te ne sei accorta, indossa questo”, porgendole un casco aperto che lascia il volto libero all’aria.
‘Ma’ ma’ ma’ ma non lo so io se ci voglio salire su quel robo lì”
‘Il divieto era solo per la moto’ e io l’ho rispettato…’, colta alla sprovvista il bacio le arriva perfettamente sulle labbra. Il casco lo poggio sul suo capo e mi gusto i suoi occhi perplessi che si allontanano dai miei’
‘Fai sempre così?! Mi hai baciato a tradimento’ e se non mi fosse piaciuto?’, ahhh e se, e se, e se’.
‘Se non ti fosse piaciuto, vorrà dire che faremo allenamento, su’ in carrozza!’
‘Ma ci guardano tutti!’
‘Appunto: ci guardano Nora. Dai sali che la serata ci aspetta”
Come strappati da un film anni ’60 trotterelliamo lentamente per le sgombre vie della città in una scena quasi surreale e per nulla attinente alla modernità degli uffici, al glamour dei locali. Sui Navigli in sidecar, godendoci gli sguardi stupiti di chi ci vede passare.
Nora, all’inizio un po’ impacciata, pare ora godersi il viaggio. Che non è la meta importante, l’importante è il viaggio’
‘Ti è piaciuta l’idea Nora?’, un po’ urlando per farmi sentire’
‘Sììì è molto’ è molto’. strano, bello però eh…cazzarola se è bello! Grazie”
‘Nora, io parlavo dell’idea del bacio di prima”, mettendomi a ridere’
‘Tu sei tutto scemo’.’ allungando un braccio per rifilarmi un pizzicotto’.
Raggiungono il ristorante e trascorrono una bella serata, tra una chiacchiera e l’altra arrivano al dessert.
‘Norina, devi assaggiare questo dessert, una meringata ai frutti di bosco, uno spettacolo!’
‘Ah’ questo Norina’ ormai ti ci sei affezionato, vabbeh. Scusa ma ho già adocchiato il mio dolce preferito’ Nora punta il dito verso uno splendido vassoio di profiteroles, il cameriere si affretta a servirgliene una porzione.
‘Ottima scelta! Non mi hai detto se sei impegnata Nora’ c’è un signor Noro da qualche parte di cui dovrei essere geloso? E comunque sappi che io non sono geloso eh’ non troppo spesso almeno’
Nora affonda il cucchiaino nel primo bignè, è un momento importante, l’ora della verità – Fa che sia un profiteroles vero’ ah sì!! Eccola là la panna bianca! Ci sono dei pazzi che fanno il ripieno con la crema pasticcera, un delitto che andrebbe punito con la morte!! Impegnata? Mi chiedi se sono impegnata’ – tira su il cucchiaino e lo avvicina alle labbra, annusa l’intenso aroma di cacao amaro e guarda Franco negli occhi.
‘Mi chiedi se sono impegnata? Diciamo che fino a qualche mese fa lo ero, fin troppo e su diversi canali’ Come si dice? Chi troppo vuole, nulla stringe? Bene, ecco, ora sono proprio liberissima da impegni.’ Il cucchiaino sparisce fra le sue labbra, lo fa uscire lentamente, completamente ripulito.
‘Scusa se non ricambio la curiosità Franco, preferisco vivere nell’ignoranza, ok?’ Nora gli sorride e continua a mangiare il suo dolce.
‘Su diversi canali? Questa cosa poi me la spiegherai’ Io mi ero fatto una idea di te Nora ma questa risposta un po’ mi sconcerta’ Franco inclina leggermente la testa, come per osservare meglio la donna che ha davanti, come se la vedesse per la prima volta.
‘Ah ti sei fatto un’idea di me? E sulla base di cosa? Non ci conosciamo affatto, ci stiamo conoscendo’ Dimmi un po’ l’idea che ti sei fatto di me, sono curiosa’
‘Beh, da quello che vedo non sei una che ama particolarmente apparire. Ieri avevi una magliettina con dei gatti e dei pantaloni, scarpe basse, e mi hai detto che sei venuta direttamente dall’ufficio. Non mi dispiacciono le donne così, dimostrano molta sicurezza fregandosene dei cliché. Oggi però solo al vederti mi hai parzialmente smentito, ti sei presentata con questo abito morbido, una scollatura generosa ma elegante, scarpe col tacco e lo smalto che ieri non avevi’ Ti avevo immaginato un po’ più maschiaccio e solitaria, introversa e impacciata nelle relazioni’ e invece’ diversi canali?’
‘Beh, sono anche quello’ nerd, maschiaccio, sì’ ma impacciata nelle relazioni? Boh’ pasticciona, ecco sono pasticciona nelle relazioni Franco, faccio tanti casini’ ma se ti sei convinto che sono una specie di Bridget Jones, no ecco’ non ci siamo proprio. Potremmo fare mattina per tutte le storie che avrei da raccontarti. Davanti al sesso non mi tiro quasi mai indietro e anzi, spesso sono io che mi faccio avanti se ne ho veramente voglia e ci sono le condizioni giuste’ Nora si concentra sull’ultimo pezzo di profiteroles.
‘…’
‘Ti ho lasciato senza parole?’ lo guarda sorridendo maliziosamente.
‘Sto solo aspettando che tu ti faccia avanti Nora’ Scoppiano entrambi in una sonora risata
La voglio ora, la voglio Nora! La voglio adesso!
Non so come dirlo, non so come farlo’
Sui Navigli mentre lei addenta un profiterol? Che stupido sono stato! Non si può reclinare il sedile al sidecar!
Fuori Nora! Fuori adesso’ lei mi rincorre appesa alla mia mano, arresa su tacchi e smalto che non immaginavo potesse indossare.
Fuori Nora! Voglio avere i tuoi seni a portata delle mie mani, delle mie labbra
Fuori Nora! Resti perplessa quando la mia lingua ti schiude le labbra
Fuori Nora! Stringo i tuoi seni, li faccio esplodere, li voglio esplosi delle mie mani, delle mie carezze
Fuori Nora! Voglio fotterti, fotterti senza che ci sia un domani, come forse non hai fatto ancora…
Fuori Nora! Fuori e dentro’ è il modo che conosco per conoscerti veramente’
Fuori Nora! Trattieni ogni mio piacere…. dentro, in fondo. Talmente in fondo che sia confuso con il tuo, che sia il tuo’ che siano lo stesso piacere’
‘Franco! Che stai pensando? Franco?!’, mi giungono le parole come se fossero lontane. Invece sono lì, vicine, vicinissime e, allo stesso tempo, stonate rispetto ai miei pensieri.
‘Niente Nora’. pensavo”
Dopo una lunga passeggiata al chiaro di luna sui Navigli accompagnata da tante chiacchiere e ancora più risate, decidono di tornare a casa. Nora adesso è tranquilla, appollaiata nel sidecar, la brezza umida le solletica il viso. Si sente felice, dopo mesi di solitudine assoluta, nei quali ha tenuto lontani altri uomini che hanno provato ad avvicinarla, uomini reali e uomini virtuali. Ora guarda di sottecchi quello strano e curioso personaggio che è Franco e non può fare a meno di pensare che sì, le piace parecchio e sente che anche lui ha un certo interesse per lei ‘ Alla fine, che ti costa provare? Lasciarti andare’ Ne avrei proprio bisogno di lasciarmi andare un po” Chissà’ ‘ Fra questi pensieri arrivano sotto casa di Nora.
‘Bene, adesso hai anche questa informazione, sai dove abito. In ventiquattr’ore hai scoperto un sacco di cose di me eh, Franco?’ Nora scende dal sidecar e si slaccia il casco per porgerglielo.
‘Già’ mi manca solo di bere qualcosa con te nel tuo appartamento e allora sì che possiamo definirci intimi!’ Le sorride lui avvicinandosi.
‘Hey, basta baci improvvisi eh!’ Nora mette le mani avanti e cerca di difendersi divertita
‘Casa mia è un caos totale, non è praticabile’ è pieno di scatoloni ovunque” E Nora si maledice per non averla resa almeno presentabile.
‘Mmmm’ Ma io giuro che chiuderò gli occhi e berrò senza guardarmi in giro’ Franco è vicinissimo ormai e guarda Nora negli occhi, non ha intenzione di chiudere così la serata.
‘Va bene Franco, allora lascia che ti aiuti” Nora tira via il foulard dal suo collo, lo ripiega per renderlo più sottile e lo avvicina al volto di Franco.
‘Ah’ Mi vuoi addirittura bendare? Deve essere proprio incasinatissimo questo appartamento!’ Franco è sorpreso e divertito allo stesso tempo
‘Sì, non posso rischiare che tu veda tutto quel caos’ dovrei ucciderti se lo vedessi’ Le risponde Nora sforzandosi di mantenere un’espressione seria.
Franco si lascia bendare. Nora lo prende per mano e se lo tira dietro.
‘Due scalini” Annuncia. Franco continua a sorridere divertito, stringe la sua mano e si fa guidare docilmente.
Entrano nel portone. L’appartamento è al primo piano, Nora aiuta Franco a fare gli scalini. Arrivano davanti alla porta. Nora lascia la sua mano per infilare la chiave nella toppa. Sente le mani di Franco, entrambe, salirle sui fianchi e arrivare rapide al suo seno. Si ferma un attimo, la porta già schiusa, si ferma ad assaporare quel contatto lento ma deciso. Sente il suo caldo respiro sul collo, si appoggia mollemente sul suo petto, lui la stringe di più a sé e con le labbra percorre la distanza dal collo alla bocca di lei. Nora si rigira fra le sue braccia, si lascia baciare, si lascia scaldare da quel contatto. Passano qualche secondo così, sull’uscio a baciarsi, ad accarezzarsi i volti, a toccarsi sopra i vestiti, poi Nora lo tira dentro casa, richiudendo subito dopo la porta dietro di loro.
Trattenuto per la mano, con il senso che più mi accende chiuso da una benda, in un appartamento mai visto e che non vedo. Non capisco com’è la stanza, i rumori lontani del traffico non aiutano. Guidato da una donna che fino a ieri mi era sconosciuta. Cerco a tentoni di non perdere l’aderenza con la realtà. Mi confonde tutto ciò. Mi confonde e mi eccita! Sento formicolare di curiosità il mio cervello, il mio inguine risponde intonato.
Lo stretto abbraccio, il bacio, i suoi seni avvinti dalle mie mani’
Mi lasci la mano’qualcosa mi dice che mi stai girando attorno, sento il tuo respiro muoversi. Io lì in piedi nel tuo soggiorno. Aderisci alla mia schiena, le tue mani studiano il mio torace restando sulla maglietta. Lentamente scendi sino ad incrociare la fibbia della cintura, quasi ci giochi mentre io non vedo l’ora di slacciarmela. Ti aiuto’.
‘Fermo Franco’fermo’faccio io”
Arreso alla tua mercé resto imbambolato ad ‘ascoltare’ ogni cosa che accade’un tempo interminabile passi con la tua mano sulla mia erezione. Sopra i jeans che mi paiono una prigione. Ecco, ecco, dai, ecco!
Liberi la cintura, slacci il primo bottone dei miei calzoni e’..ti allontani. Ma che cazzo succede?!
Ho caldo, ho caldissimo in questa sera fresca d’agosto: mi libero della maglietta e delle scarpe. Immobile cerco di acutizzare i sensi per capire che accade, che sta accadendo attorno a me. La disinvoltura se n’è andata a fare un giro, la sicurezza con lei.
‘Nora? Nora?’..’, adesso se non torna, mi libero della benda e riprendo il controllo’
‘Shhhh Franco’Shhhh vieni’segui la mia voce’.’, fosse facile!
Piano, a tentoni, cerco di muovermi a piedi nudi in quello spazio che ci separa’
La prima cosa che raggiungo sono le tue mani protese all’altezza giusta per far saltare anche il secondo bottone dei jeans che crollano sul pavimento. Entrambe le tue mani scorrono sul mio addome, ti avvicini all’elastico dei boxer, con un dito sollevi il lembo. Ora il mio cazzo è alla tua vista immagino. Non ho la certezza’
‘Ti voglio Franco’, la tua voce, il tuo volto è all’altezza del mio inguine.
Un istante e la tua bocca incontra il prepuzio. Sento il calore del tuo alito prima ancora che il tocco della lingua. Le mie cosce rigide anelano il contatto’.Arriva un colpo diretto al cervello: l’assenza della vista è compensata dall’attenzione che reclamano gli altri sensi’
Nora è in ginocchio davanti a Franco, fa scivolare i boxer giù per le gambe e lo lascia completamente nudo. Osserva di sfuggita la potente eccitazione ma vuole assaggiarlo, vuole sentirlo dentro di sé. La lingua guizza rapida e come una saetta colpisce la pelle sensibile del glande, sente un sommesso sospiro. Afferra l’uomo, lo afferra ai glutei, sente i suoi muscoli tesi nell’attesa del piacere, scivola piano con le mani come a calmare e distendere quella tensione. Il suo viso sfiora lieve il suo cazzo che pulsa sotto le sue carezze. La punta della lingua ne percorre i profili, inumidendo ulteriormente la cappella e facendo ansimare Franco. Nora decide di porre fine a questa tortura, prende la cappella fra le labbra, stringe appena e la lascia scivolare nella sua bocca calda. Franco inspira profondamente e poi lascia uscire un lamento liberatorio, le sue mani si appoggiano sulla testa di Nora per seguire i suoi movimenti, per accarezzarle i riccioli e il viso. Nora alza lo sguardo e lo vede in estasi, non può vedere i suoi occhi ma la bocca socchiusa e il capo abbandonato indietro indicano che i suoi movimenti sono graditi e apprezzati. Libera il cazzo dalla presa della sua bocca per andare a leccare piano lo scroto mentre con la mano continua a stimolare l’asta, assapora tutta la lunghezza scaldando e inumidendo la sua erezione.
Nora si alza baciando piano il suo addome, succhia un capezzolo, morde piano la pelle del collo e fa scivolare la lingua fra le sue labbra. ‘Vieni con me” Lo tira a sé afferrando il suo uccello con delicata fermezza. Arrivata al divano lo fa sedere.
Franco è disorientato e allo stesso tempo esaltato. Deve affidarsi alle sue scelte, tende l’orecchio per indovinare i suoi movimenti. Sente un fruscio vicino a sè, una mano di Nora si appoggia alla sua gamba come per tenersi in equilibrio, poi sente un tonfo, come di un sandalo che cade sul pavimento di legno, poi l’altro. Ora il calore del corpo di Nora è più vicino, riesce a percepirlo. La sente salire sul divano, appoggiarsi alle sue spalle, le sue gambe che si sistemano a cavalcioni su di lui, la sua mano che afferra il suo cazzo per muoverlo piano lungo la sua fessura, il suo glande a contatto con le sue labbra lisce e calde lo fa tremare, è una dolce tortura che sembra non voglia finire mai. Ma ecco che Nora si blocca appena la cappella raggiunge l’entrata del suo piacere e piano lo fa scivolare dentro abbassandosi su di lui. Nora si sente riempita e completata, si afferra alle spalle di Franco e comincia a scoparlo lentamente. Franco si sente stretto in maniera anomala dentro di lei. Lo spazio sembra ridotto e angusto. Le mani di lui cercano di compensare quello che gli occhi non possono rilevare. Scivolano sulla schiena nuda, arrivano alle natiche e penetrano a cercare il secondo accesso del piacere. Un sussulto appena scopre qualcosa di rigido a bloccargli l’ingresso.
‘Un plug. Ne ho diversi’ oggi avevo voglia di indossarlo’ Questo è in silicone’ morbido’ comodo’ rilassante’ ‘ Nora gli sussurra nell’orecchio, ansimando leggermente e continuando a muoversi lenta su di lui.
‘Ah’ avevi bisogno di rilassarti? Ci avrei potuto pensare io Norina’ a rilassarti”
‘Magari’ ci penserai’ dopo’ ‘
‘Ma’ è bellissimo sapere che lo hai portato tutta la sera’ sei una ragazzaccia Norina’ ‘ Franco sorride e la bacia sul collo, mentre le sue mani fanno roteare il plug. Il seno di Nora struscia ritmicamente sul suo petto.
‘Sì, sono un po” discola’ dovresti anche sapere che’ ho portato il plug tutta la sera e non avevo nè slip’ nè reggiseno’ ‘ Nora aumenta il ritmo, quasi a sottolineare le sue parole, sente brividi salirle violenti dal ventre, geme e sospira saltando sul suo cazzo, si stringe più forte a lui e viene fra le sue braccia spingendosi più che può attorno al suo cazzo. Si abbandona ansimante su di lui.
‘Vuoi che ti tolga la benda Franco?’ Gli chiede baciandolo e accarezzandogli il viso.
Sì, toglimi la benda.
Sì, togli ogni ostacolo ai miei sensi
Sì, voglio poterti guardare, guardare quanto sei ragazzaccia’
Ma non farlo adesso, non farlo ora Nora!’.continua a scorrere su di me’l’impaccio del plug aggiunge piacere alla curiosità!
Il tuo orgasmo alimenta la mia voglia di ascoltare il prossimo, di assaggiare il prossimo tuo piacere. Il vigore non cala: infisso nel tuo corpo, aderente al tuo corpo, allacciato al tuo corpo’le tue parole risuonano libere nella mia testa. Non offuscate dalla vista, i tuoi ansimi arrivano come delicate pallottole al mio cervello.
Comodo’rilassante è quello che sei, ora, per me’
Comodo’rilassante è il mio cazzo tra le tue cosce
Comodo’rilassante è’giocare con il tuo clitoride’
Comodo’rilassante è’averlo tra le dita’
Comodo’rilassante è’ho voglia di godere e i tuoi gemiti sono intonati alle mie intenzioni
Comodo’rilassante è’sentire la pressione della tua voglia sul mio cervello’
Un istante durato non so quanto, un attimo lungo quanto un ponte tra due diverse sponde, un’amaca dondolante all’ombra degli alberi. Immagini che roteano nella mia testa che a fatica le rincorre e le colora. Le colora di colori nuovi e da poco conosciuti.
Un’onda che si alza e mi trasporta, mi conduce, mi solleva e mi fa schiantare nell’esplosione calda di me’
Declinato a due voci e, allo stesso tempo, intonato in un unico suono. Confuso e mischiato in un acme condiviso’eccoci Nora! Eccoci! Eccooci’.
Eccoci nelle endorfine, negli abbracci, nelle risate’.eccoci appagati’
Mentre i fiati rallentano nel petto, mentre i muscoli trovano tranquillità e rilassamento’mi tolgo la benda.
Sorridiamo’ma lo sguardo è eloquente’sei discola! Discolissima’.
‘Doccia?’, propongo malizioso’
‘Cos’hai in mente?’, curiosa
‘Voglio scoprire se questa è una faccia su cui ti sederesti volentieri”, ridiamo assieme del motivo del nostro scontrarci’
‘E doccia sia! Andiamo’ ‘
Nora si alza dal divano, Franco la imita e la segue per la casa.
‘Ma è proprio pieno di scatoloni ovunque, sei sicura di essere qui da due settimane?’
‘Avevi promesso di non guardare o sbaglio? Ti devo bendare di nuovo?’ Nora fa lo slalom fra le scatole sistemate ovunque nel corridoio, Franco segue ipnotizzato il suo corpo nudo che ancheggia fra gli ostacoli.
‘No, ti prego’ ora preferisco vedere’ vedere tutto!’
‘Eccoci’ la doccia è di fianco alla vasca’ ma almeno là dentro non ci sono scatole’ Nora sorride e mostra a Franco la doccia e una grande vasca idromassaggio a due posti. Si dirige verso il bidet per rinfrescarsi, davanti agli occhi incuriositi e sorridenti di Franco.
‘Ah Norina, idromassaggio! Ti tratti bene!’
‘Questo è l’appartamento che mi ha trovato l’azienda Franco’ io boh, non sono una grande fan delle vasche, non amo l’acqua e non mi piace starci troppo ammollo, uso la doccia. L’idromassaggio non l’ho neanche provato ancora’ ‘ Nora, finito di lavarsi, si avvicina alla vasca. Franco la raggiunge e la abbraccia da dietro.
‘Mmmm’ è un guaio questo, Norina’ bisogna subito provarlo, metti che non funzioni per bene’ meglio appurare’ no? Così puoi lamentarti’ con l’amministratore’ ‘ Le parla piano vicino all’orecchio mentre lascia lievi baci sul collo e la nuca, le sue mani sui suoi seni trovano i capezzoli e giocano con quei bottoni subito reattivi. Nora si stacca da lui per chinarsi e aprire i rubinetti appoggiandosi con una mano al bordo della vasca. Franco assiste estasiato, la visuale è spettacolare. Lascia le mani sui suoi fianchi e inizia a carezzare la sua pelle. Fra le natiche spunta la base di silicone del plug. La afferra piano e tira fuori il plug per metà per poi infilarlo di nuovo dentro, ripetutamente. Nora, sempre chinata, saggia la temperatura dell’acqua con la mano ma non riesce a trattenere un lieve mugolio di piacere. Franco si inginocchia dietro lei, osserva da vicino la sua figa, imperlata di gocce di piacere, ora, libero dalla benda, può ammirarla. Una lunga fessura fra due labbra gonfie e rosee. Come attirato da un richiamo ancestrale si avvicina per leccare via le prime gocce, con la lingua passa in mezzo alle labbra, le schiude appena per affondare meglio. Con la mano continua a giocare con il plug, Nora si spinge verso di lui e si inarca per aiutarlo in entrambe le sue attività. Franco si afferra a una sua coscia e la tira verso sé, il profumo intenso del suo piacere lo ha catturato in maniera definitiva, toglie il plug e lo butta via, si afferra con entrambe le mani e affonda la sua bocca fra le sue labbra. La lingua impietosa continua a sondare a stimolare, Nora è vicinissima all’orgasmo, butta una mano dietro sé per afferrare i suoi capelli e trattenerlo fra le sue cosce, piccoli sussulti delle anche crescono rapidamente e diventano un movimento oscillatorio fra i gemiti di Nora che viene senza riuscire a trattenersi, le sue urla rimbombano nel bagno semivuoto. Franco rallenta il ritmo e la carezza piano con la lingua, per aiutarla a placarsi, per distendere i muscoli scossi dall’orgasmo.
” ma Franco’ non volevi fare il bagno”, con il fiato ancora ingrossato dagli ultimi singulti di un orgasmo inatteso quanto veloce’
‘Ho spiluccato nell’attesa che la vasca si riempisse”, con il sorriso soddisfatto a fior di labbra. Di saporite labbra ora.
Entri tranquilla, rilassata, confidente’ le bollicine ti scorrono sulla pelle esplodendo in superficie. Reclinata con la testa appoggiata al bordo. L’atmosfera è ovattata, i suoni della strada giungono flebili’
Esco dal bagno. Rincorro i miei pantaloni in mezzo agli scatoloni sparsi: ma che casino c’è!? L’entropia è padrona nel tuo appartamento Nora, penso tra me.
Eccolo: il telefono! Lo accendo: 12 messaggi’. li lascio lì.
Selezione, musica, album: Atom heart Mother’ suite perfetta per la nostra serata, per la nostra collezione di suoni diversi che si fondono a creare l’armonia.
La musica mi precede e mi godo, tornando in bagno, il cenno di assenso per la scelta.
Sedermi di fronte a te è tanto naturale quanto stuzzicante: nudo.
Nudo e leggero’ a schizzarti acqua sul volto.
‘Che vorresti fare?’, mi chiedi discola’
‘Vorrei farmene una di venticinque anni Nora”, raccogliendo il tuo sguardo attonito e perplesso.
‘Che stai dicendo?! Scemo’.’, non sai cosa aspettarti, o forse sì’ il tuo sorriso mi concede fiducia.
‘L’unica cosa che manca ora è un bicchierino di rum invecchiato venticinque anni Nora”, so che non ce l’hai’
‘Zacapa va bene?’, no, dico, voi che leggete: quando trovate un pallone, state lì a chiedervi chi l’ha perso o iniziate a giocare sino a che il buio non vi coglie?
‘Zacapa al sapor di Nora’ è oltre quello che avrei potuto sognare”
Ti alzi, ti alzi e superando la sponda della vasca in cui mi trovo affondato, appoggi la tua bocca a me, alle mie labbra’ mentre la tua mano coglie, tra le bollicine, quanto sia effervescente la voglia che ho di essere, semplicemente, dove sono. Con te.
Nora esce dalla vasca, si asciuga velocemente e si stringe un telo con un nodo al seno.
‘sicuro che non preferisci un’ottima tequila? Quella l’ho già tolta dalla scatola’ ‘ guarda Franco speranzosa.
‘Mmm’ la tequila la lasciamo per la prossima serata Norina. Oggi è serata di Zacapa’ ‘ Franco non demorde.
‘Va bene allora. Vado alla ricerca della bottiglia e dei bicchieri’ se non mi vedi di ritorno nelle prossime tre ore, vuol dire che non ce l’ho fatta’ ‘ riesce a fissarlo con aria seria, per circa tre secondi poi scoppia a ridere. Franco fa eco alla sua risata e la segue con lo sguardo, il sorriso sulle labbra.
Torna dopo poco con in mano due bicchieri e la bottiglia stretta sotto un braccio.
‘Ma’ già qui?’
‘Non farti ingannare Franco, quello che vedi qua intorno è il vero ‘casino organizzato’, so dove si trova ogni cosa, ogni scatola è messa esattamente dove deve essere svuotata. Devo solo trovare la voglia di svuotarle.’ sorride con fare impettito e passa il bicchiere a Franco, prende il suo bicchiere, lascia cadere il telo a terra ed entra nella vasca.
Manca poco che debba raccogliere la mascella a tanto inaspettato apparire!
Zacapa su Nora nuda! Nora nuda al sapor di Zacapa!
‘Vieni qua, avvicinati”, mai assaggiato un capezzolo al sapor guatelmanteco.
Mai versato, lentamente, sul capezzolo simile nettare’ mentre le tue mani massaggiano la mia virilità. Le acque si smuovono mentre parliamo, sorseggiando, sorseggiandoci.
Le mie dita affrontano e schiudono le labbra della tua fica. Solo i tuoi occhi ne danno impronta: le parole non sottolineano quel che accade sotto il pelo dell’acqua.
Tu, occupata a bere con una mano e con l’altra a stringere e titillare il mio cazzo
Io, distratto nell’assaggiare e con l’altra tra le labbra docili della tua fica.
‘Preferisco questa”, non capisci e mi guardi perplessa
‘Che stai dicendo?!’
‘Questa è, Nora, la nostra privata proiezione’ e io, preferisco questa”, ridi della convinzione delle mie parole.
‘Te l’aspettavi?’, domanda delicata, da trattare con cura’
‘Non so’ no non me l’aspettavo, almeno non fino a oggi’ ma dopo averti visto arrivare col sidecar beh’ in quel momento ho capito che sei uno che ha sempre una sorpresa nella manica’ e io’ io adoro le sorprese’ quindi mi aspetto di tutto da te’ di tutto e di più’ ‘
Nora prende un sorso di rum, posa il bicchiere e si avvicina alle labbra di Franco. Fa scivolare piano dentro la sua bocca quel sorso di caldo e profumato distillato, Franco si attacca alle sue labbra per non farlo colare fuori, ma una goccia sfugge e si affretta a scappare via, scivolando sul suo mento. La lingua di Nora scatta veloce a recuperare la stilla fuggitiva e poi si rituffa fra le sue labbra. Il tepore del rum scalda ulteriormente le loro bocche, Nora si stacca e fissa Franco negli occhi.
” il momento di verificare quanto è comoda la tua faccia, prima la posizione non era delle migliori” si solleva, lasciando Franco appoggiato sul bordo della vasca, arrotondato a mo di reggitesta. Si volta e tenendosi ai bordi della vasca si abbassa lenta sul suo viso, sulla sua bocca aperta, in attesa.
‘Ti voglio guardare’ Nora’ siediti sull’angolo’ ‘
La prospettiva è tutto, e il tuo corpo che si avvicina lentamente al mio viso, le tue forme, i tuoi fianchi, i tuoi seni, il tuo volto, i tuoi occhi. I tuoi occhi’
Come mi piacciono i tuoi occhi accesi dal lento accostare delle nostre voglie’ so qual è il mio sguardo in questo istante, lo vedo riflesso nel tuo.
Lentamente, come un richiamo che giunge da lontano, come un serpente mi stendo nella vasca, le bollicine mi percorrono il corpo, la bocca appena sotto il pelo d’acqua, nascosta, mi avvicino alle tue gambe spalancate’ un alligatore affamato’
In un lampo sono fuori e il mio unico panorama sono le succose labbra della tua fica’ non è quel che voglio ora’ voglio venire in modo irruente, rude’
Nudo in piedi, le tue mani tra le mie, le guido per appoggiarti al muro. Lì con i piedi a mollo, le gambe divaricate, leggermente piegata. Tutto accade con una naturalezza consueta. In un tempo che pare dilatarsi la tua fica mi accoglie, mi stringe, si adatta, preme, raccoglie’
Sino in fondo, sino a che il mio cazzo scompare’ sino a che la tua testa non si solleva piegando indietro il collo. Il collo scoperto dai ricci è preda della mia mano, sostiene e amplifica il primo muoversi dei nostri corpi. Languido e ritmato’ al ritmo della musica dei nostri corpi. L’acqua smossa tracima dal bordo della vasca schiantandosi per terra.
La temperatura sale i fiati si ingrossano, le tue unghie quasi a voler graffiare il muro’
La tensione diventa pulsione, si infiamma e raccoglie ogni energia’.
Le carni ondeggiano, il tuo collo è teso sotto le mie dita’
A fatica libero dal tuo abbraccio il mio uccello’ voglio altro, voglio, come te, tutto’
‘Sì’..’, è il sospiro che lasci nell’aria quando senti la mia cappella spingere sul tuo culo’ è il suo abbraccio, il rilassarsi del tuo corpo. Adatto, si adatta’ assorbe tutta la mia lunghezza. Caldo, morbido, sordido e intenso’
La tua mano scende a carezzare il clitoride, ti sento perderti nel tuo massaggio ospite in te’ capisco molto poco dei suoni, dei colori, dei rumori’
Affondo e rilascio, rilascio e affondo’ ormai l’unico aggancio che ho è il tuo culo’ spingi per sentire qualunque sensazione. Uno schiaffo rimbalza sul tuo gluteo’ sospiri.
Un altro lo segue sull’altro’ mi viene naturale, mi viene bene’ altrettanto bene che scorrere in te. Artiglio i glutei ormai perso qualsiasi controllo’
Diventa tutto più sfocato’ sento il piacere farsi strada, partire irradiato dal cervello, mi percorre il corpo e si sfoga in una frenesia di movimenti scombinati, di carni schioccanti e sale sino a scoppiare nel tuo corpo’ gli ultimi spasmi incontrollati, incontrano il tuo orgasmo che riempie la stanza di caldi gemiti’
Fermo, dentro te’ il più possibile in una scena che appare cristallizzata in una fotografia’ il tempo ricomincia a scorrere’
”Ma tu sei tutto matto’così si fa? E se mi restano i segni delle tue dita sul collo’ e dei tuoi schiaffi sul sedere?’.’ ti giri guardandomi soddisfatta.
‘Significa che lascio segni Nora”, capitemi voi che leggete: mica può venirmi una frase intelligente o arguta in quella situazione’
‘Adesso dobbiamo rifare il bagno’ dopo guarda che asciughi!’, sempre un gioco, un lazzo, un frizzo la Norina’
‘Dopo’ dopo’ dopo’ adesso vieni che ci facciamo una di venticinque anni assieme’.
Due persone, due cervelli, due corpi ammollo a scoprire quanto sia piacevole una di venticinque anni dopo il sesso’
Un raggio di luce lentamente arriva a colpire la palpebra chiusa di Franco, prono sul letto disfatto, un piede pende fuori dal bordo. Quel raggio fastidioso lo fa agitare nel sonno, strizza gli occhi e controvoglia li apre appena. Mette a fuoco ciò che ha davanti a sé. Una portafinestra, che non è la sua portafinestra, anche perché non ha una portafinestra in camera da letto. Le lenzuola, il letto. Non è nel suo letto. Solleva appena la testa per guardarsi meglio in giro. Cerca di fare mente locale ma non riesce a capire dove si trova e perché non è nel suo letto. ‘ Navigli’ Sidecar’ Nora’ Zacapa’ Nora! Sono a casa di Nora! ‘ Franco si alza di scatto sulle braccia, è da solo sul letto di Nora.
‘Nora? Nora? Dove sei?’ Si alza, si sorprende ad avere addosso di nuovo i suoi boxer. Ha rimosso completamente quello successo dopo il primo giro di rum. Si aggira per la casa ma non vede Nora, bussa in bagno e la chiama, ma la porta si apre e di lei non c’è traccia. Sono le 9.20 e un bel mal di testa si sta facendo strada man mano che Franco acquista lucidità.
Sente le chiavi nella toppa della porta. La porta si apre ed ecco il volto di Nora, lo vede e gli sorride.
‘Ah buongiorno principessa! Abbiamo fatto i bagordi stanotte? Ti vedo un po’ sbattuta. Forse la mezza bottiglia di rum non ha aiutato, vero?’ Nora ha un tono canzonatorio, è in tenuta ginnica, e ha un sacchetto in mano.
‘Mmm’ buongiorno’ pensavo mi avessi abbandonato’ in mezzo al tuo stuolo di scatole, nel casino organizzato” Franco ha la voce roca da risveglio, ma sorride alla simpatica presa in giro mentre si stropiccia un occhio.
‘Ah! Ma no che non ti abbandono, mi sveglio sempre molto presto, sono andata a fare la mia corsetta e visto che c’ero ho preso dei croissant’ integrali però’ spero ti piacciano’ Si toglie le cuffiette dalle orecchie e si avvicina a Franco.
‘Ci sei Franco? Vuoi un caffè? O ne vuoi tre?’ Gli sorride con gli occhi in attesa di una sua risposta.
” tre andranno benissimo Nora. Dopo tre caffè riesco persino ad essere presentabile’, in effetti stride la tua attività e la tua freschezza con il mio spettinato deambulare.
‘Va bene, ho già acceso la macchina per il caffè prima di uscire, basta mettere una, due o tre capsule di seguito ed è fatta’ ma prima possiamo farci una doccia, che ne dici?’ Nora lo guarda da vicino, il profumo dei croissant caldi sale prepotente alle narici di Franco, ma più forte è la persistenza di quello sguardo interrogativo. Le sue mani la afferrano per i fianchi e la tirano a sè. I volti si cercano, le labbra si sfiorano e si uniscono in un bacio intenso ed eccitante. Franco tira Nora lungo il corridoio, non vuole smettere di baciarla e di stringerla e così uniti si dirigono verso il bagno. Nora appoggia il sacchetto e le cuffie sulla prima scatola che incontra, si toglie la maglia e poi si riattacca alla sua bocca. Raggiungono il bagno e Nora fa scivolare i pantaloni e le mutandine ai suoi piedi, Franco le slaccia il reggiseno, percorre la sua pelle ancora sudata per la corsa, arriva al seno, lo stringe fra le mani. Nora apre l’acqua con una mano mentre con l’altra stringe saldamente la sua erezione. Lo vuole dentro, subito, a placare quel calore che sente espandersi veloce fra le gambe. Franco la appoggia al muro, finiscono entrambi sotto il getto tiepido dell’acqua, piega appena le ginocchia e si infila dentro di lei, scivolando senza nessuna resistenza. Un gemito all’unisono li fa tremare, le braccia di lui la stringono forte mentre inizia a scoparla, sollevandola da terra e puntellandole le spalle al muro. Nora si aggrappa con le braccia e solleva una gamba sui suoi fianchi per aiutarlo nel movimento, le bocche non smettono di torturarsi finchè quella di Franco cede per prima per correre a mordere la pelle a lato del collo, sotto il lobo. Nora geme e si contorce per il troppo piacere, sente di non poter più contenere l’onda di brividi che sta per pervaderla. Si stringe più forte, le corte unghie si incastrano nelle sue spalle, viene con un lungo gemito, l’unica gamba che la tiene in piedi trema e vacilla, ma Franco la stringe più forte per sostenerla.
Ci sono Nora, sono qui, ti tengo, ti prendo, ti scopo, sei mia, il tuo corpo diventa molle si rilassa, io ti sto per raggiungere, ancora uno, ancora uno, un altro’ Ecco’ dentro di te, eccomi dentro di te Nora.
Nora stringe un asciugamano a mo’ di turbante sulla testa e si dirige verso la cucina. Franco si è già rivestito. Entra in bagno per recuperare il cellulare dal bordo della vasca dove lo aveva lasciato la notte prima.
Si siedono entrambi al tavolo di cucina. Nora porge una tazza extralarge a Franco.
‘Ecco il tuo triplo caffè, anche se devo dire che non mi sembri mica così giù di tono” Nora ride divertita mentre Franco fissa lo schermo con espressione neutra.
‘Franco ci sei?’
Si scuote come ridestato da un sogno.
‘Sì Nora, ci sono’ stavo leggendo una mail”
‘Qualcosa che non va?’ Nora da un morso al croissant
‘Mmm’ no no, niente che non va, ma dovrò stare per un po’ fuori città’ ‘
‘Ah mannaggia, e devi partire subito?’
‘Sì, devo passare a casa a farmi un bagaglio al volo e partire subito” beve il suo caffè quasi in un solo sorso.
‘Ma io e te rimaniamo in contatto eh’ mi faccio sentire io a brevissimo Nora.’
Nora sorride e annuisce con forza con la testa, masticando il suo cornetto.
‘Certo che ci sentiamo! Non penserai di liberarti di me così facilmente Franco?!’
‘No, no , non ci penso proprio di liberarmi di te! A prestissimo Nora’ Si alza e con il cornetto in mano si avvicina per lasciarle un bacio sulle labbra.
Nora si alza e lo accompagna alla porta, lo guarda scendere le scale. Poi va alla finestra e lo osserva allontanarsi sulla sua moto, con quel buffo sidecar attaccato.
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........