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Racconti di Dominazione

Il potere – L’esaminatore di scuola guida

By 28 Agosto 2022No Comments

Ringrazio davvero chi mi ha scritto e chi ha apprezzato il mio primo racconto. Si vede che raccontare storie vere viene percepito in modo più realistico. Questa vicenda inaspettata per come si è sviluppata ha forse un contesto meno psicologico, ma credo che ogni momento debba avere la sua caratterizzazione.

Amo guidare. Viaggiare in auto mi regala sensazioni di libertà. Amando l’ignoto ed essendo attratto da sempre mi eccita l’idea di vedere posti sconosciuti e conoscere gente mai incontrata. 
Come pure amo le donne, quelle attraenti e quelle normali che la vita mi ha regalato. Anzi se devo fare un sincero bilancio in questo ambito, senza alcun dubbio affermo che sono proprio quelle meno appariscenti che mi hanno regalato le storie e i momenti più avvincenti. La mia ultratrentennale attività mi permette di avere tempo da dedicare ai miei hobby e alle mie passioni. 

Anni fa quindi decisi di assecondare quella per la guida mettendo parte del mio tempo al servizio della collettività. Decisi che sarei diventato un esaminatore di futuri patentati.  Contatto la Motorizzazione e seppi che accettavano anche collaborazioni esterne per surrogare quadri insufficienti. Mi accordai per una disponibilità settimanale di 4 ore, ovviamente di più non potevo per via del mio lavoro.
Partecipai come tutti a 120 ore di corso, superando  brillantemente due esami e quindi ottenni la sospirata abilitazione.

Erano circa due mesi che esaminavo, quella mattina mi rimaneva solo una candidata dopo che i primi tre avevano superato brillantemente l’esame.  Si avvicinò all’auto una donna che poi mi dirà essere sposata da poco.  La feci accomodare in auto e solo in quel mentre mi accorsi della sua gonna a mezza coscia e agli stivali a tacco alto che indossava. Ammetto una visione di insieme molto eccitante. 
“Signora lei dovrebbe essere Rosanna C….. giusto?”.
“Buongiorno, sono io, spero oggi mi vada tutto bene”.
In effetti sia la voce che il movimento continuo delle mani lungo il volante tradivano un nervosismo che mi parve eccessivo.
“Rosanna se lei è qui è perchè ha passato brillantemente lo scritto,  statisticamente è la prova più difficile, quindi stia tranquilla”.
“Mi piacerebbe davvero, ma questo esame per me è davvero più di un foglietto rosa timbrato in attesa della patente”.
“Se posso permettermi che cosa intende con le sue parole”.
“Guidare mi ha sempre messo ansia. Tanto è vero come vede che a 31 anni non ho ancora la patente. Sono sposata da sei mesi e con mio marito abbiamo fatto una scelta andando ad abitare in una zona residenziale della città, direi oltre le nostre possibilità. Lui è un avvocato che sta crescendo nello studio associato dove lavora, il mio stipendio doveva integralmente coprire le spese mensili per il mutuo. 
Quattro mesi fa la ditta per cui lavoravo come responsabile amministrativa ha chiuso improvvisamente senza preavviso. Dopo tanto cercare, la settimana scorsa ho finalmente trovato posto in una finanziaria per la quale dovrò girare molto per portare nuovi clienti ad investire nei suoi prodotti. Inizio lunedì e quindi oggi devo assolutamente passare questo esame visto ho detto loro che sono automunita e che dopo quattro mesi di mancati introiti, beh cominciamo a fare fatica”.

Si era aperta subito, ispirare fiducia ad una donna, direi ad una persona in genere, è sempre stata una mia caratteristica naturale, quella confessione un poco mi toccò in quanto capivo il suo dramma interiore, ma dovevo pur sempre ricordarmi che mettere in strada gente sicura che conosce la segnaletica e le regole stradali, è una responsabilità a cui non potevo sottrarmi solo per simpatia.

“Rosanna stia tranquilla e vedrà andrà tutto bene, ora regoli per bene seduta e specchietti e si immetta nella statale”. La vedo armeggiare titubante, poi allacciarsi la cintura di sicurezza e partire entrando decisa nella statale dimenticandosi però di segnalare con la freccia le sue intenzioni. La faccio guidare tranquilla per qualche istante poi le chiedo:
“Signora è sicura di aver fatto tutto quello che correttamente avrebbe dovuto fare?”. 

Alla sua risposta incerta, ma affermativa: “Mi scusi ma lei non segnala con la freccia l’immissione in carreggiata dall’esterno?”.
“Semplicemente guardando nello specchietto mi sono resa conto che la prima auto in arrivo era distante e quindi mi sembrava superfluo farlo”.
“Rosanna scherza vero? Lei deve sempre segnalare con la freccia in questi casi ed il fatto che non lo abbia fatto sotto esame mi porta ad immaginare a come si comporterebbe quando sarà sola. Guardi a me interessa poco che faccia alla perfezione una curva o una retro, ma esigo che le regole si sappiano e si mettano in pratica. Di solito per un errore concettuale così, fermo immediatamente l’esame questa volta mi faccio condizionare dalla sua situazione e le concedo un’altra possibilità, ma stia attenta!”.

“Oh mio Dio, grazie, guardi non la deluderò, mi creda”. La faccio guidare per un paio di chilometri poi vedo un’utilitaria palesemente più lenta di noi:
“Rosanna adesso correttamente superi quell’auto, può scegliere di andare alla sua sinistra o alla sua destra” Era un’ovvia provocazione, se mi avesse contraddetto avrei dimenticato l’errore di prima. Invece non solo la sua replica non arriva, ma vedo che mette la freccia a destra e si appresta al sorpasso.

“Bene Rosanna rimanga pure qui a destra, ma senza superare, tra un chilometro vi è un distributore, si fermi in quell’area”.
La faccio scendere, accomodare sul sedile passeggero, metto in moto per tornare dove eravamo partiti. “Rosanna mi spiace davvero, ma non posso promuoverla”.
Era seduta composta accanto a me, le sue belle gambe generosamente esposte, la vedo irrigidirsi.
“Vede prima le ho teso un piccolo tranello che poteva evitare, a destra non si può superare e lei lo stava per fare”.
“Ma lei è proprio uno stronzo, oh mi scusi sono nervosa, ma è stato lei a dirmi che potevo !”.
“Volevo capire se l’errore della freccia fosse dipeso dal nervosismo per l’esame, invece lei ha palesi limiti di conoscenza”.
“No la prego così mi rovina, senza patente prenderanno un’altra candidata di sicuro”.
“Rosanna mi spiace davvero, guardi per la prima volta mi lascio condizionare e le anticipo che non farò menzione dell’esame. E’ come se lei non si fosse presentata, quindi potrà rifarlo tra due settimane e non tra sei nel caso fosse stata ufficialmente bocciata”.
“La ringrazio, ma io lunedì ho bisogno della patente non tra due settimane, ci sarà pure qualcos’altro che posso fare!”.
“Rosanna mi creda meglio della mia proposta non esiste nulla, se ne faccia una ragione”.
“Sono disposta a tutto per avere quel documento, potrei ad esempio versarle per qualche mese una parte delle mie provvigioni oppure metterla al corrente gratuitamente di qualche investimento sicuro”.
Nel parlare e nei dimenarsi la gonna era salita in modo quasi osceno, potevo tranquillamente intravvedere un ridotto intimo nero sopra la balza delle autoreggenti, inoltre il suo agitarsi gonfiava in modo tremendamente erotico un petto che intuivo fosse almeno una terza soda. Non si accorgeva dei miei sguardi, mi stavo eccitando senza poterlo evitare.
“Rosanna non peggiori la situazione, sono molto agiato, faccio questo lavoro per passione nei ritagli di tempo libero”.
“Ma cazzo ma ci sarà pur un modo per risolvere questo problema”.
Non mi piaceva il suo tono e la sua ingratitudine quando la colpa era palesemente sua, la guardai a lungo poi le dissi:
“Rosanna una cosa ci sarebbe, ma non gliela proporrei mai, non sarebbe minimamente corretto e serio”.
“Cosa? c’è qualcosa che potrei fare e lei mi fa il moralista da quattro soldi? la dica subito al massimo non la farò”.
“No Rosanna mi spiace”  “Lo sa che lei è proprio uno stronzo? prima mi fa un tranello e ora non mi dice nulla!”.

Fermo l’auto in uno slargo a poche centinaia di metri dalla sua auto. La guardo in viso, poi sposto lo sguardo lungo il suo bel corpo florido, per la prima volta è in imbarazzo. Tengo fissi i miei occhi sulle sue cosce scoperte, voglio metterla in difficoltà per una reazione che non tiene conto di tutto quanto sto facendo per aiutarla.

“Bene, l’ha voluto lei, vede Rosanna, una delle poche cose da cui mi sento attratto in modo eccessivo sono le donne, lo riconosco è un mio limite. E lei è una donna molto attraente. Quindi l’unica possibilità che mi faccia rivedere il tutto è che venga stasera a casa mia entro le venti e sia a mia disposizione”
Il suo bel volto già teso per la mancata promozione diventa ancor più trasfigurato. Vedo serra i pugni, si gira e mi guarda cattiva:” Lei è uno stronzo, un porco schifoso, ma per chi mi ha preso! le ho detto più volte che quel che faccio è per mio marito, ma come si permette, è proprio uno stronzo”
“Rosanna la prego di moderare i termini, l’ho aiutata in tutti i modi, l’ho avvertita più volte che non volevo proporre nulla, quindi adesso si calmi”
“Ma per chi mi ha preso! per quella che si concede con il primo che passa?  amo mio marito e sono solo sua porco!”
“Non avevo dubbi che avrebbe rifiutato e per dimostrarle che sono corretto non cambierò la mia decisione nonostante i suoi epiteti, non farò menzione dell’esame, adesso la riporto alla sua auto”

Mentre guidavo la guardavo, stava combattendo una battaglia dentro di sé. Le mani sulle gambe, il respiro affannoso, la testa che scuoteva di continuo.  All’improvviso: “Dove abita  porco?”.   Mi giro lentamente verso di lei.
“Ma guarda, la bella e fedele mogliettina, cambia idea?  Non lo avrei detto”.
“Non ho scelta…. su mi dica dove devo venire per le 20”. Era luglio, ero solo a casa con i miei al mare. Le porgo l’indirizzo di un appartamento che usiamo come appoggio per inostri fornitori. 

“Viste le sue continue offese, le condizioni ora diventano tre Rosanna: entro le venti, sarà a mia disposizione e…vestita come mai uscirebbe con il maritino. Se tutto verrà esaudito le garantisco che lei avrà quello che la interessava e che maldestramente non è riuscita ad ottenere. Ci vediamo stasera”
Esce dall’auto sbattendo la porta, è bellissima anche arrabbiata. Non avevo mai fatto un qualcosa di simile, mail suo atteggiamento e la mia eccitazione vinsero le mie ritrosie….

Dalle 19 sono nel nostro bilocale in affitto. Sono eccitato dall’idea di come verrà e anche se verrà. Ho comprato nel pomeriggio una bottiglia di Champagne che ho messo in frigorifero e che quindi sarà a temperatura corretta. Fa caldo, come ovvio sia a luglio. Camicia di lino bianca che cade  sopra un paio di bermuda in jeans e mocassini eleganti tipo scarpe da vela. L’ora prevista si avvicina in fretta e quando alle 19.55 il citofono suona sentire “Sono Rosanna” sono già eccitato.
“Salga pure, 2do piano scala B”. Il bilocale si trova in una discreta palazzina a due piani nella cittadina dove ha sede la mia azienda.  Prendo la bottiglia di Champagne, la metto in una glacette su un vassoio tra due flutes. Ho già girato la chiave all’interno cosi quando sento suonare il campanello, mi basta dire “avanti”. 

La porta si apre su un salotto ben arredato con un muretto basso che lo separa dal cucinino. Rosanna vi entra lentamente chiudendola dietro di sé. Mi trova seduto su un elegante poltrona in pelle scura da me scelta mesi addietro che completa l’arredamento del salotto composto anche da un divano ad elle, un mobile in legno a parete con un televisore LCD a 27 pollici e una bella libreria.
“Prego si accomodi Rosanna, benvenuta”

Capelli raccolti dietro, trucco di sicuro appropriato e più curato di quello che aveva in auto, un filo di rossetto. Un lungo soprabito leggero da cui appaiono scarpe in vernice nera a tacco alto. La visione di una donna attraente, consapevole del proprio fascino. Lo sguardo invece tradisce la stessa rabbia della mattina, ma questo come prima la rende meravigliosa e sexy. Faccio correre lo sguardo che percorre più volte la sua figura, in silenzio. Noto che comincia a sentirsi leggermente in imbarazzo, non lo regge a lungo, si guarda attorno come per evitarlo.

Le porgo un flute e mi risiedo con il mio alzandolo
” Champagne per festeggiare una serata…. particolare Rosanna” Scuote la testa fissando la bevanda dall’elegante colore giallo
“Non c’è nulla da festeggiare stronzo, però ammetto che ha buon gusto”
“Rosanna glielo dico una sola volta, non esageri nelle sue esternazioni, questa sera il coltello dalla parte del manico l’ho solamente io”
“Bene, lei ha rispettato appieno l’orario, sulla seconda condizione…non ho dubbi che sarà disponibile e calda, ma forse mi è caduta sulla terza, vedo una donna molto attraente e affascinante, ma credo che questa mise lei la usi spesso anche con suo marito”

La donna viene verso di me, appoggia il flute sul tavolino accanto alla mia poltrona e lentamente scioglie la cintura del soprabito che si apre  cadendo ai suoi piedi lasciandomi davvero metaforicamente a bocca aperta. Un vestito nero lungo aperto davanti da uno spacco che arriva all’inguine e che fa intravvedere un perizoma nero e l’attaccatura di un reggicalze. Stretto in vita, due sottili lingue di tessuto su spalle bellissime, di sicuro di una donna che ha fatto sport, due aperture laterali sotto le ascelle che lasciano immaginare due seni sodi senza alcun intimo.

Mentre bevo un goccio di Champagne gioco per un attimo mettendo il flute tra i miei occhi e la sua figura…. lo sposto seguendolo lungo tutto il corpo…. quando lo riporto alla bocca noto che Rosanna si sta leggermente mordicchiando le labbra.

“Niente da dire, elegante, erotica, porca, lei ha soddisfatto il mio terzo requisito andando oltre quello che pensavo e questo mi intriga e mi fa pensare molto… Mi dica Rosanna che scusa ha trovato per il bel maritino stasera?”

Lo sguardo torna subito ad indurirsi
“Questi se permette sono fatti del tutto miei quindi non insista”
“Ahi ahi Rosanna lei non vuole capire, non vuoi capire troietta che si sta bagnando perchè tu ti stai bagnando, che stasera non mi potrai negare nulla se vuoi la tua patente, quindi o entri in quest’ottica oppure quella è la porta”. 
Volutamente passo al tu, per farle capire che quella sera decido solamente io quando e come. Sbuffa, scuote ancora la testa come fa spesso, ma capisce che non può andare oltre.

“Gli ho detto che la mia migliore amica che lui sa essere stata da poco lasciata dal fidanzato storico voleva passare una serata con me, pizza poi cinema cosi fino alle  24 non mi cercherà, si fida molto di me”
“Interessante, intelligente e scommetto che qualcosa anche alla sua amica abbia dovuto dire per essere coperta in futuro”. Sbotta ancora, ma risponde:
“Le ho detto che in città è sceso un mio ex che mi ha chiesto una cena insieme, una cosa del tutto innocente, anche lei sa che sono seria, ma che preferisco non dirlo a mio marito in quanto assai geloso”.

continua julesmaigret60@gmail.com

Da esperienze passate in chat di psicologia sessuale gestite da professionisti o counselor, ho maturato la convinzione che un rapporto che parte dal virtuale sia la miglior garanzia quando due sconosciuti si conoscono. La donna, che purtroppo per caratteristiche maschiliste della nostra società rischia sempre di più per ovvi motivi, si trova protetta e garantita e quindi nel tempo può maturare in modo sereno l’idea che la persona con cui si intrattiene virtualmente sia giusta e credibile per lei. Per quello anche in questa mia prima esperienza qui come scrittore ho voluto dare un’impronta virtuale e sicura e i primi contatti mi confermano della scelta fatta anche se in chat a quel tempo ho trovato sinceramente una maggior presenza di quanto vedo oggi

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