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Segue da https://raccontimilu.com/tradimento/lanimatore-dellalbergo/

Mandai giù quel boccone, amaro per i tanti interrogativi che Rosa, con la sua partenza mi aveva lasciato senza la possibilità di chiedere ulteriori chiarimenti.  Cosa era successo in meno di 24 ore? Perché quei soldi e perché quel gesto tra persone consenzienti? Intanto i colleghi capendo anche il mio stato, anche aggiornati nel frattempo da Salvo, mi guardarono con uno sguardo di ilare complicità. Scrollando il capo feci capire che non era il momento ed Alex, un altro mio collega, mi gettò una pallina di tennis che scansai…ma per un pelo non colpì la coppia di signore dai grandi cappelli che trascorreva le giornate a bordo piscina ad abbronzarsi. Erano le sole clienti presenti e quindi dovevo, professionalmente parlando, quantomeno salutarle in quella giornata tanto particolare. Sarebbe stato per me anche un modo per non svagare la mia mente. Per recuperare la pallina, passai quindi volutamente davanti a loro, in silenzio sospettando che dormissero, vidi le loro teste ruotare impercettibilmente, quasi a seguire il mio passaggio. “Buongiorno signore…l’acqua oggi è tutta per voi” le salutai pensando che sotto quei grandi cappelli di paglia avrebbero effettivamente potuto osservare qualsiasi cosa senza essere notate…e quindi nella precedente mattinata cosa avevano potuto vedere quegli occhi?

 Raggiunsi la pallina sul prato dietro le loro sdraio, una, quella più magra con il costume nero si girò per prendere il sole sulla schiena rispondendo al mio invito con voce rauca disse “restiamo ancora qui anche se gradiremmo compagnia”! “Ma che diamine…” pensai “possibile che non abbia neanche il tempo per…” e subito aggiunse “per fare due chiacchere”. Pensai che volessero parlare tra loro, quindi il pericolo era scampato, volevo stare un po sulle mie e sbollire quanto successo pochissimi istanti prima. “Mi spalmeresti la crema sulla schiena?”. Calò di nuovo il gelo nella mia testa, quindi era un invito diretto a me! Guardai la socia, che era rimasta quasi impassibile di fronte a quello spudorato invito e, quasi voltandosi dal lato opposto, esprimeva evidentemente il suo distacco e dissenso da una simile richiesta. Me l’ero cercata, ero stato io ad invitarle nel mio ambiente e loro mi aveva trattenuto nel loro. Delle due la più graziosa era certamente quella voltatasi sul fianco, nonostante le ore trascorse al sole la sua pelle era rimasta chiara, quasi bianca ed il suo costume non lasciava intravedere alcun segno di abbronzatura…per questo la chiamerò Bianca. L’altra, che intanto si era slacciata il reggiseno aveva la pelle che mostrava chiaramente i segni del sole e sicuramente abbronzata da qualche lampada solare. La pelle, tesa e secca si adagiava sul suo fisico molto più asciutto, una corporatura quasi ossuta direi. Anche i capelli, ormai scoperti dal grande cappello, erano sbiaditi e sfibrati dal sole e dal cloro. Effettivamente, a differenza di Rosa, le avevo viste più volte scendere in acqua a fare delle vascate. Sempre in coppia fissa e sempre con qualcosa da dirsi…Ma ora toccava a me fare la cortesia di passare la crema. Lo feci con minore riluttanza rispetto al giorno prima; platealmente la richiesta era partita dalla cliente e, comunque, i miei colleghi avevano certamente osservato la scena in attesa della pallina da tennis che tardava a tornare da loro. “A disposizione Signora…” e sistemati i capelli unsi le mani con quella crema nutriente che egregiamente faceva il suo dovere assetando quella pelle riarsa. Le parlai del più e del meno, non ricordo di cosa, e notai che la amica, era rimasta voltata dalla parte opposta. La sua pelle si ammorbidiva al tatto ma le costole si contavano tranquillamente attraverso quel sottile strato…era decisamente diversa da Rosa, era molto meno in carne, con una voce poco suadente con un aspetto certamente più attempato per via della pelle rovinata anche per effetto delle sigarette che, fumate, giacevano nel posacenere. Sollevò il lembo degli slip sulle natiche chiedendomi di mettere, in quel punto la protezione, per evitare scottature. Pensai che avrebbe potuto tenerle coperte, nessuno avrebbe chiesto il contrario ma evitai ulteriori grattacapi. Le unsi le natiche frettolosamente per scendere sulle gambe…” Non li” mi rispose piccata, con un tono da padrona. Avrei voluto mandarla a fanculo…stronza puttana! Ma il buonsenso mi fece desistere e le chiesi scusa. Per rimediare presi dei tovagliolini per asciugare la protezione messa in eccesso sui femori, e lei mi rispose che sarebbe andata in acqua a lavarsi alle docce la parte bassa del corpo. Restai con l’amica Bianca che finalmente si tirò su togliendosi il cappello.  Scoprì un bellissimo viso, paffuto ma dai lineamenti dolci quasi da bambina nonostante fossero vicina alla cinquantina di anni. E come sempre i grandi occhiali da sole infondevano mistero e sensualità in quel viso tondo privo di ogni espressione, quasi arrabbiato. Anche lei come Rosa aveva una corporatura minuta ma tonica con quel filo di ciccia che la rendeva molto più attraente della socia … che chiamerò Morgana. “Che stronza” disse “non si rende conto quanto spesso esagera”. Feci un cenno con il capo non sapendo cosa aggiungere considerando anche che Morgana stesse tornando alla sua sdraio. Stavolta si sedette piantandomi in faccia gli occhi segnati da evidenti rughe. Ero quasi in imbarazzo quando lei disse:” la tua amichetta ti ha lasciato solo eh?” Era evidente che si riferisse a Rosa. Ricordai inoltre quanto rosa aveva detto il giorno prima sulle due e quindi, celando il fastidio risposti prontamente “come tutti in questo posto…che chi parte e chi arriva! Voi da quanto tempo siete qui? “chiesi non ricordando effettivamente, in quel generale via-vai, quando fossero arrivate! “Ancora qualche giorno, partiremo mercoledì…ma piuttosto avrai capito che la tua cliente volesse solo un pretesto per avvicinarsi a te?” non mollava la presa, per quanto bramosa di pettegolezzi. “Si, lo so, si vedeva da un miglio che sapesse nuotare ma ho acconsentito a questo suo desiderio…anche voi avete chiesto la crema sulla schiena poco fa. Se dovessimo dire di no a tutto non faremmo questo lavoro” attaccai un po’ piccato. “Ma tu non eri fidanzato?” mi chiese spudoratamente…aveva certamente sentito qualche discorso tra me ed i colleghi a bordo piscina nei giorni precedenti. “Certo, e fedelmente!”. Rise aggiungendo” vorresti dire che non l’hai tradita?” Era la prova che avevano visto tutto. Come via di fuga cercai di ammettere goffamente l’evidenza” Si cerca quello che non si ha, anche se lei mi ha dato sempre tutto, ho avuto bisogno di una valvola di sfogo”. “Quindi le hai dato un cornetto” aggiunse sghignazzando ed alludendo al più classico dei simboli della infedeltà. “Resta una questione tra me e lei” e feci per andare via…” Aspetta, aggiunse, non volevo accusarti…ma solo dirti che è normale, in estate cercare una storiella, anche io , in fondo la sto cercando da giorni”…” saresti disponibile?” era un spudorata richiesta di scopare…mai una donna aveva mai osato tanto e capì a cosa si riferiva Bianca che nel frattempo era letteralmente andata via con la scusa di una tuffo in piscina. Era decisamente una stronza puttana…

Rimasi interdetto, poi per non mollare completamente il bandolo del gioco perverso le risposi” Siamo sempre disponibili…noi animatori! Certo dipende da cosa si offre in cambio” alludendo a cosa avrebbe concesso a fronte di un fisico che non corrispondeva ai miei canoni di bellezza. “Non scorderai facilmente quello che faremo…dimmi solo qual è la tua camera!” La cosa mi eccitò moltissimo… e capitolai dicendole di raggiungermi nella mia camera dopo il pranzo. Avrei avuto tempo e modo stavolta di bloccare le signore delle pulizie e di provvedere, autonomamente a prendere dei preservativi dal tabacchino della piazzetta.

La pallina di tennis fu riportata finalmente tra le mani di Alex…sistemai con i colleghi alcuni sketch di cabaret per la serata ed andammo a pranzo. Prima però mi preoccupai di fare shopping acquistando anche un lubrificante intimo disponibile dal tabaccaio nella piazzetta della marina. Mi mossi quindi verso la 102 rimessa a lustro, come sempre dalle ragazze delle pulizie. Lasciai la porta aperta finché ero in doccia a lavarmi, Morgana non tardò ad arrivare e, come da far suo, chiuse la porta a chiave appena in camera. Avevo appena socchiuso le persiane, quando voltatomi la trovai, completamente nuda, che spingeva i due letti separati per unirli e fare una comoda alcova. Che scena…mi sembrò un imbianchino “cotto dal sole” che spostava gli arredi per gli ultimi ritocchi…non aveva nulla di femminile, solo la voglia e il sesso completamente depilato. Anche il culo, come tutta la sua figura era scarno… aveva ragione, non avrei mai dimenticato quanto avevo innanzi agli occhi. Legò i capelli sulla nuca mentre io, spogliandomi, mi ero seduto sul letto; postasi alle mie spalle mi tirò sul letto provando anche a sedersi sulla mia faccia…desiderava iniziare con un rapporto orale! Capì la sua voglia ma per la situazione creata nonché la sua fisionomia mi fece ribrezzo. La scansai dicendole con tutto il mio savoir fair che avrei avuto piacere anche io a giocare “al padrone”. Ne derivò un sessantanove con entrambi distesi sul lato destro, con le che, avida, si getto sul mio pene che ed io che contemplavo, i suoi più intimi pertugi. Iniziai a sditalinarla vedendo che era molto bagnata per l’eccitazione, e questo ulteriormente mi bloccò dal proseguire con le mie labbra e la lingua quella sorta di perlustrazione…inserì due dita nella figa, rivoltando il palmo all’insù…il pollice si avvicinò quindi al suo culetto trovandolo già abbondantemente rilassato nella penetrazione. Anche lei si dava un bel daffare sul mio pisello, aveva smesso di leccarlo per passare al più classico pompino fino al fondo della gola…era un continuo sciabordio che proveniva dalla sua bozza e dalla sua fighetta, entrambe ormai allagate di salivo o umori sessuali. Sarei venuto volentieri per mettere fine a quella scena ma la sua irrefrenabile voglia mi spingevano a continuare. Presto, la foga delle mie dita la fecero schizzare, bagno le lenzuola e me medesimo con qualche gocciolina che raggiunse la mia pelle già madida di sudore. Ne seguirono anche contrazioni del corpo che la interruppero in quel pompino cosi magistralmente condotto fino ad allora…rimasi a guardarla incerto anche su cosa mi avrebbe permesso di fare.

Voltata sulla schiena, in preda agli ultimi spasmi dell’orgasmo mi disse” SCOPAMI” divaricando le gambe e mostrando la sua pelle abbronzatissima lucente e bagnata. Dai pantaloncini messi sul comodino presi i miei preservativi, indossato uno mi avvicinai a lei e , in men che non si dica, la penetrai completamente con un solo fendente. Morgana mugolò, non mi preoccupai del perché, se era per piacere o per dolore, era una zoccola e lo aveva chiesto lei di essere scopata come una lurida. Iniziai ad affondare ancora di più i miei colpi e le mie spinte pelviche, il fatto che non provassi trasporto verse quella donna ritardava ancora di più la mia capitolazione e continuavo quindi imperterrito a dominarla…venne di nuovo e stavolta. Il suo schizzo non bagno la mia faccia ma le mie gambe ed addome…”A AAspetta” disse “cosi mi sfondi”…rinsavì aggiungendo “ ricordati che ho qualche anno più di te, dovresti mettere a freno la tua foga da ventenne”. Era evidente il suo estremo tentativo di riprendere il controllo di quanto ormai era sfuggito dalle mani… evidentemente ero io a condurre il gioco facendo leva sulla sua debolezza conseguente agli orgasmi avuti. “Aspetta, cambiamo posizione” ed battendo la mano sul materasso mi invito a mettermi seduto…con le mani dietro la schiena o con il busto inclinato, Le i si lascio sedere sul mio membro e lentamente, si fece nuovamente penetrare con maggiore dolcezza “Sssi” mugulo’ di nuovo ”Bravo, cosi”…e ricominciammo a scoparci l’un l’altra! Priva di quella corazza impenetrabile era diventata una donna, piacevole era  la sensazione del suo sesso che avvolgeva il mio…finalmente stavo iniziando a provare piacere anche io…mi distesi completamente e  lei aumento la frequenza con cui lasciarsi cadere sul mio cazzo che scompariva nella sua carnea apertura. Ansimava e mugoliva, segno evidente che stava ancora godendo ma in maniera più pacata e docile . Venne ancora una volta…me ne accorsi da come, piegandosi in avanti verso di me, sgranò gli occhi ed appoggiandosi sul mio petto con le mani rallentò la frequenza fino a sedersi completamente. Richiuso lo sguardo, pareva volesse assaporare ogni singola sensazione di quel coito, ondeggiando priva le pelvi e poi il corpo sul mio pene non ancora pago. Aveva ancora gli occhi socchiusi, quando si lasciò andare ad un sorrisetto malizioso, poi aggiunse” ci sai veramente fare con le donne, non ti facevo cosi abile” e sollevandosi da me vide il preservativo ancora vuoto…mi guardò come se avessi un problema di libido…ne approfittai per dirle, con la sua stessa malizia e spudoratezza,  che era giunto anche per me il momento di godere aggiungendo “ Anche perché solo le premesse restano indimenticabili per il momento”. Capiì, e chiese cosa volessi dire. “In piscina avevamo concluso un accordo, uno scambi se ricordi. Bene, Io al momento non ho ricevuto ancora nulla” Rimase perplessa, effettivamente oltre al bocchino di esordio io ero stato più “prodigo” di lei. “ Vuoi che riprenda a a leccartelo come prima?” chiese “No, ora ti metti a pecorina e deciderò io cosa fare” nel frattempo mi segavo il cazzo . Acconsenti, mentre mi girò la schiena io presi la bottiglietta del lubrificante applicandone un po sul lattice, “fai bene tesoro, sono ormai asciutta” disse. Spennellai il gel sulla sua fessura e tra le natiche …li ricordai come il suo buchetto si era fatto penetrare senza alcuna resistenza e come, la sua padroncina, avesse acconsentito senza parola alcuna…Tornai quindi a massaggiarla in entrambi i pertugi come avevo fatto nei nostri preliminari, lei apprezzando quelle attenzioni, si allungava verso di me come per incitarmi a penetrarla. Io, proteso verso di lei, iniziai a far scorrere il mio membro tra le natiche e le grandi labbra, dedicandomi, con le dita alla apertura disponibile. Riscontrai ancora una volta, con il pollice ormai lubrificato, che lo sfintere era rilassato quanto lei. Afferrato quindi il mio pene, con il pollice proteso verso quel buchetto la penetrai lentamente spingendo con la mano il mio mebro in qullo buco che lo accoglieva facendolo scomparire.  “ Piano, fai piano che sono vergine laggiù” aggiunse Morgana. Anche per me era la prima volta, ma non lo diedi a vedere cercando di dimostrare delicatezza e maestria nel gestire il suo corpo che stava mutando al pari del suo carattere. In quella posizione infatti, le gambe leggermente divaricate e protese verso di me arrotondavano quei glutei scarni facendoli apparire gustosi e morbidi come una ragazza con metà dei suoi anni. Continuai quindi la mia spinta dosando la forza e lei assecondò allontanandosi impercettibilmente da me…dopo aver ricaricato la forza delle mie gambe riprovai una seconda spinta, stavolta Morgana restava immobile opponendo la giusta resistenza a quella mia penetrazione anale. Il mio pene, ancora più turgido, percepiva esattamente ogni piega del suo culo, ogni piccola protuberanza di quel buchetto ormai violato ed asciutto. Feci cadere della saliva dalla mia bocca nella piega delle natiche facendola confluire nel buco ormai pieno del mio piacere, Continuai a spingere aumentando via via la frequenza come la mia convinzione che le sarei venuto dentro come giusta ricompensa per quanto successo in quella giornata. Lei intanto gemeva, avevo un tono a metà strada tra il piacere e il fastidio, quasi di gridolini di dolore che mi eccitavano ulteriormente. Si pose quindi sulle spalle, allungando le sue mani sui glutei prima ed allargandole poi in un tentativo di agevolare la mia penetrazione riducendo il dolore. Alzando il volto al soffitto, iniziai a fantasticare su Rosa, la donna che appena un giorno prima avevo spogliato in quella stanza. Anche senza sodomizzarla come Morgana, mi aveva lasciato un ricordo indelebile. Questo pensiero, le sue forme più morbide e anche il suo nstesso rifiuto mi fecero presto esplodere con lo sperma che riempì il lattice …mi sarebbe piaciuto venirle dentro ma non mi fidavo di un rapporto con una perfetta sconosciuta che comunque doveva saperla lunga  sulle frequentazioni maschili. Lei si accasciò sul letto, continuandosi ad accarezzare il sedere mentre io  stretto  il pene alla base, lo sfilai da  qual buco che, lubrificato di gel e saliva emise qualche “sbuffo rumoroso “ di aria che cancellò le residue vanità di Morgana. Era ormai completamente svuotata da ogni velleità e giaceva madida ma a cavallo dei  due lettini di quella camera di albergo. Quasi mi spiaceva a vederla cosi ma pensai che era stata lei a provocarmi ed io, alla fine, avevo ottenuto quello che da anni cercavo. Andai in bagno, afferrai della cartigenica, sfilai il preservativo che gettai , inizia a lavarmi in doccia dove lei mi raggiunse, dandomi una pacca sul gluteo mi fece intendere, ancora unna volta, di quanto le fosse piaciuto e mi intimò di non dire nulla a nessuno, le risposi, come la mattina a bordo piscina “ a sua completa disposizione”.

 

Segue…

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