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Racconti di DominazioneTrio

M’s story. Capitolo 30. Villa “M”!

By 17 Novembre 20222 Comments

Max rientra verso le 14.00. Balthazar e Karcharías sono nel loro ufficio, parlano in tutte le lingue del mondo ma, quando lo vedono, tagliano corto: ora sembrano davvero più coinvolti nella vita della nostra comunità.
Max ci chiama tutte attorno a lui. Ci fa segno di star zitte e chiama Giovanni. “Gio, dammi un attimo, la situazione è drammatica e devi sapere. Il Generale si è aperto con me e mi ha raccontato tutto. È un uomo d’acciaio sul campo di battaglia, ma nel privato è distrutto. La moglie è sempre stata ribelle, si lascia incantare dalle mode e dalle teorie dell’indipendenza: vuole comandare e a lui, ovviamente, si ammoscia. Da anni. La figlia è peggio: condivide le mode ed ha la forza interiore del padre, per questo non trova marito. Essendo come solo in casa, ha cercato compagnia in quel gruppo: il primo che gli è capitato e che gli serve soprattutto per scaricarsi le palle, ma si rende che sono persone con gravi difficoltà. Per questo è molto attento e discreto. E allora io ti chiedo, per la nostra amicizia e per i servizi resi alla nostra società, di lasciare che lo inviti alla festa per la nuova villa al mare. Così potrà conoscere persone diverse da quei poveretti e, chissà, ricevere aiuto e darcene. Se si trova bene, è anche disposto a prendere qualche giorno di ferie e stare nella nuova villa per riflettere, se è già pronta. Aspetta risposta fino a stasera e… Cosa? Grazie, sei un amico! Torno subito a Modena per dirglielo”.

Resto colpita da quanto la vita posso essere triste anche per le persone importanti. Balthazar riprende il comando e va in ufficio a lavorare. Io vado su con Claudio a ricontrollare e sistemare la camera per Marta e per le altre due schiave che stanno per arrivare. Marta viene chiamata negli uffici per ricevere l’elenco delle cose da fare per la Bakoyannis SPA ma, prima che possa sedersi, Karcharias le è addosso, la coccola, la bacia, la fa inginocchiare e torna a farsi sbocchinare, nonostante la presenza di suo padre. Ora Karch le dice cose carine, le accarezza il viso la guarda negli occhi mentre Marta glielo succhia con difficoltà: Karch lo ha più grande di Max. Lei lo guarda con dolcezza e si lascia usare con gioia senza più rancore. Viene premiata dopo poco: tossisce. Karch deve aver spruzzato parecchio, segno che Marta gli piace tanto: finalmente la lasciano fare la segretaria e può prendere appunti sul da farsi per la loro multinazionale.

Passa un’oretta e sentiamo il rumore di un motore che si ferma davanti al portone della villa: è Daniele che porta le nostre due compagne da reintegrare nel servizio.
Ottavia, la moglie di Giovanni, ha sui 50 anni come Gio ed è alta circa 170: è una bella signora, formosetta ma non grassa, vedo che saluta Marta con affetto, devono conoscersi da tempo, ma è emozionata.
Patty, la moglie di Daniele è molto bella, ma molto: anche lei deve avere più o meno l’età del marito, sui 40-45. Altissima, forse 175, la cosa che colpisce per prima è la sua aria dolce, per niente presuntuosa e arrogante. Poi un seno importante, forse una quinta: è una “tettona”! Bionda più di me, che son castana chiara spesso tinta, ha le gambe lunghe e un sedere forse un po’ eccessivo. Lo sguardo è dolce, sembra la più remissiva delle tre “grandi”. Capisco perché Daniele – il più figo dei nostri padroni – ha scelto e sposato lei: ha esperienza e si inginocchia subito a occhi bassi ogni volta che Karch pass per di lì.

Daniele le avverte: “Qui comanda Max che ora non c’è. Quindi ora fate come vi dice Marta e… non siate così emozionate! Ah ah ah! Ciaooo!”. Marta le fa salire a vedere il nostro appartamento: la stanza delle tre “grandi” è la più spaziosa: ognuna ha un armadio a 4 ante. Tolto il letto matrimoniale, ci stanno tre letti singoli. I bagni sono 2, mentre le sottomesse siamo cinque: perciò potremo usare quelli dell’appartamento 4, ancora libero, ma solo quando i nostri sono occupati. Marta dice loro di sistemare velocemente le loro cose e poi di spogliarsi che deve controllarle. Claudio ed io le abbiamo seguite, siamo così contente che ci siano altre donne! Sbirciamo curiose dall’ingresso della loro stanza.

Marta si mette le mani nei capelli: “Ragazze così non va, ma avete dimenticato che dobbiamo essere perfette? Non siamo in casa col marito, qui possiamo essere scelte a qualunque ora del giorno o della notte! Adesso rivestitevi con gli abiti normali, che corro a chiedere aiuto a Balth. M. vieni giù con me: ti adora e aiuterai a convincerlo”.
Corriamo e in un attimo siamo davanti a padre e figlio: ci prostriamo, Marta chiede il permesso di parlare. Per Balth è un’altra cosa nuova: ma concede subito il permesso. Marta spiega la situazione restando con il viso contro il pavimento. Penso chieda per le cose che anche io ho notato: le due nuove hanno dei peli, le unghie di mani e piedi sono trascurate, i capelli sono troppo corti e con le doppie punte, entrambe hanno qualche etto di troppo. Marta fa una pausa, poi con voce implorante: “My lord, if we are not perfect, you will not use us. You will send us away, so we will be alone in the world. We will go into depression. We will become shameless women. Your servant begs for your help”.

Padre e figlio sono sopresi, ma contenti di quel che hanno imparato un attimo prima: parlano tra loro in greco. Poi il figlio ci dà le istruzioni: “Va bene, ma Emme non può andare. Prenderà il suo guinzaglio e lo darà a mio padre, restando qui. Vi porterò io dove vi rimetteranno in ordine, ma devono venire anche Marta e Claudio. Non so dove vi sistemeranno, mi indicherete la strada. Un’ultima cosa: non ci sono limiti di spesa, quindi scegliete il posto più efficiente. Marta: la ritengo responsabile del risultato finale; mio padre non vuol fare brutte figure con gli altri soci, quindi, esige di vedere quattro miss Italia quando torneremo. E stai attenta: mi piaci, ma so essere molto severo. Vado a prendere la nostra limousine in garage, siate pronte tre 5 minuti”.

Passo quattro ore al guinzaglio, fissato alla scrivania di Balth. Sto per terra, non mi usa, ma spesso mi accarezza il viso, il nasino, mi sorride e poi torna a lavorare e telefonare. A un certo punto mi libera e mi fa segno di andare a preparare la cena. A segni cerco di fargli capire che sono una pessima cuoca, che ubbidirò, ma per piacere che non mi punisca poi.

Quando tornano le mie 4 sorelle, noto subito che Marta indossa qualcosa di nuovo: è oro. Collana, orecchini, braccialetti, un anello e una cavigliera, con tanti piccoli brillantini: niente di pacchiano, tutto fine e bellissimo. Mi cerca con gli occhi e quando mi trova, diventa rossa, indicacon un ditino Karch e sorride felice, facendomi segno di star zitta.
Fa quindi spogliare completamente le altre tre e sé stessa, si prostrano davanti a Balth, aspettano la sua approvazione. Adesso sono proprio belle, tutte e quattro: perfette. Balth fa un po’ il porcello: si alza, le guarda una per una da vicino, le palpa per valutarle. E’ fissato con sedere, apre le terga di tutte e ci infila un dito. Alla fine. “Well done, a very good work”. Io batto le manine come una bimba, felice per loro!
Andiamo a cenare, io servo, i due greci a tavola, cinque ciotole ai loro piedi: Marta dimezza le portate delle altre due grandi. Loro ci restano di popò (già mangiamo il minimo necessario), ma non fiatano. Sono così contenta di questi nuovi arrivi: adesso mi consiglieranno e mi aiuteranno, così farò meno sbagli.

Quando Balth sta per alzarsi da tavola, Marta vola di nuovo da lui prostrandosi e supplicandolo. Capisco le parole “Hip hop” e “zumba”. Balth si diverte un sacco con questi per lui nuovi modi di fare e autorizza, curioso. Marta ci dà quindi le istruzioni:
“Tutte in sala lezioni di ballo. Ci togliamo i vestiti e ci allineiamo. La piccola balla davanti e noi cerchiamo di imitarla. Emme: prova prima l’hip hop. Se non riusciamo zumba, corri a scegliere i pezzi da ballare!”. Ubbidisco e volo.
Con l’hip hop non ce la fanno, neanche Marta e Claudio che sono più allenate: era ovvio. Con la zumba, invece, riescono a seguirmi, ma le due nuove con tanta fatica. In quell’ora siamo nude e scalze, sempre osservate dai due greci, padre e figlio, che non riescono a nascondere la loro erezione e ogni tanto si accarezzano il sesso da sopra i pantaloni.

Finito l’allenamento, senza nemmeno il tempo di farsi la doccia, Marta viene agganciata al guinzaglio da Karch, che se la porta in camera sua. Claudio e io sorridiamo e proviamo un po’ di invidia. Dopo poco sentiamo le urla di godimento di Marta… fino a mezzanotte e oltre: Claudio spegne la luce e mi raccomanda di ignorare gli orgasmi di Marta e dormire.

È venerdì. Marta ci ha svegliate alle 7. Un po’ di casino per i bagni, ma non litighiamo: Marta è già pronta e perfetta, noi 4 possiamo farci belle con calma. Claudio è la più lenta: sa che alla festa ci saranno tanti uomini e il suo padrone si aspetta che venga apprezzata e scelta da tanti.
Le due nuove provano la loro nuova mise da cerimonia. Marta. “Perfette, ma se aveste qualche etto in meno… a questo scopo sembra che avremo altri maestri di ballo, ma ci dovrete lavorare lo stesso”.
Consegna un piccolo trolley a ognuna: “Ora mettiamo una mise sexy per il viaggio, ma la’ dovremo anche lavorare. Nel trolley la mise da cerimonia, collari, pochi ori. Staremo via solo 3 giorni, M., invece, tornerà la mattina dopo quando potrà [non so perché e, come al solito, vado in ansia]. Quindi non voglio vedere tonnellate di scarpe: massimo 6 paia, ma con i tacchi più alti che avete. Trousse con creme e trucchi strettamente necessari. Non più di due maglioni per eventuale freddo: ci concedono anche panta e leggings ma, come i maglioncini, tutti aderentissimi. Mi raccomando i ricambi delle calze… Se facesse freddo dovrebbero esserci delle coperte. Dieci minuti e poi davanti al portone, ci porta Max perché i greci devono lavorare. Tutti gli altri arriveranno tra venerdì e sabato pomeriggio”.

L’auto ci aspetta, ci sono Max e Karch: han fatto amicizia, parlano tra loro. Mentre Marta sale in auto, entrambi le fan segno come per dire “dopo… dopo…” e si danno di gomito ridacchiando. Durante il viaggio sprizzo allegria da tutti i pori, fino a contagiare anche le altre. Non ho mai avuto una vera amica: appena capivano il mio carattere si allontanavano. Tante volte mi han picchiata senza ragione: le donne siamo cattive tra noi. Qui è tutto diverso: è tanto bello avere nuove amiche e anche le due nuove mi prendono in simpatia, come la mascotte del gruppo. Sono curiose di me: “Hai ancora il collare del Maestro? Perché non lo metti quasi mai?”. Rispondo: “Gio non me lo permette perché mi emoziono troppo. E perché devo sembrare libera per esser scelta dai nuovi soci”. Continuano, sempre più curiose: “E’ vero quello che dicono del Maestro? Tu lo hai accolto tutto dentro?”. Io divento rossissima, non rispondo, nascondo il viso contro il seno di Marta. Capiscono che lui per me non è solo sesso e che è troppo importante, cambiano discorso, torniamo a ridere, scherzare … parliamo di ballo, tutte vogliono imparare le cose che mi han visto fare ieri sera. Parliamo anche di uomini ma, essendoci Max, lasciamo cadere l’argomento. Anzi, Marta a un certo punto finge di essere gelosa: “Massimo, la pianti di guardarci dallo specchietto retrovisore? Faremo un incidente!”. Ridiamo tutte, lui sta allo scherzo e risponde: “Attenta tu, preparati a scappare velocemente… oggi avrai una sorpresa, ne avrai due alle calcagna!”.

Arriviamo al Lido delle Nazioni dopo un paio d’ore: ci siamo, il cancello si sta aprendo e… noto che Helio ha fatto mettere sopra al cancello una grande insegna con scritto “Villa M. – A.R.I.” color verde smeraldo. Divento rossa, Marta ha subito il perché di quel colore e mi sorride complice ma per fortuna non spiega nulla alle altre. Dentro le mura di cinta tutto è cambiato e, insieme, rimasto uguale. Vedo telecamere e sistemi di sicurezza alle alte mura. Le piante e alberi del piccolo parco sono stati sostituiti. Lo stabile imbiancato e gli infissi sono nuovi. La piscina è stata ingrandita e forse riscaldata, vicina al lato posteriore. Mobilio tutto sostituito, ma resta lo stile rustico. Gli ambienti sono più luminosi e… insomma, è tutto bellissimo. Helio deve aver speso una fortuna.

Marta ci dà le istruzioni: “Tutte, ognuna per suo conto, ricontrolliamo ogni singolo ambiente: sono 10 camere da letto più gli spazi comuni; quindi, metteteci attenzione perché se ci scelgono saremo possedute non solo pubblicamente. Se c’è qualcosa che non va mi chiamate. In giornata arriva il catering: mettiamo tutto in fresco: l’ultima cottura la faremo noi, come il servizio ai tavoli. Possiamo stare comode e scalze per far riposare i piedi, ma solo finché arriva il primo padrone: poi, massimo 30 secondi per mettersi in abito cerimoniale. Ora muoviamoci!”.

È mezzogiorno del venerdì, abbiamo corso e sgobbato tutte come somare: c’erano tante piccole cose da sistemare, che gli operai non hanno visto. Ci andiamo a docciare velocemente tutte, poi asciughiamo i bagni. Non abbiamo portato cibo e il frigo è nuovo, cioè vuoto: si salta. Le due nuove ci restano male, ma si rassegnano.

Alle 13:30 arriva un’auto, Max ci avverte da fuori e noi voliamo a vestirci: nessuna vuole sbagliare e ci inginocchiamo davanti alla porta chiusa quasi contemporaneamente. Quando la porta si schiude, tutte a occhi bassi mentre sentiamo la voce di Max: “Eccole generale, da poche ore sono cinque: lei conosce già mia moglie e le due giovani… [inchiniamo il busto in segno di silenzioso saluto] le due signore nuove sono Ottavia e Patty”.
Aresi: “Buongiorno belle signore, piacere di conoscervi e rivedervi”, ma colgo un tono di voce diverso, sembra un po’ demoralizzato.
Max: “Marta interrompi tutto, ti sostituisco io. Sei a servizio del generale, ha bisogno di parlare, di pensare: fatevi un drink, quello che vuole lui”. Marta si alza svelta, va da Aresi, si inginocchia, gli lecca e bacia il dorso della mano, anche se non è un socio. Lui la alza, dice solo “Grazie”, e poi prende Marta per mano e in silenzio va nell’altro salotto.

Poi sentiamo una terza voce maschile, è Adelmo, il mio capitano preferito, ora Maggiore, sembra arrabbiato.
A.: “Hai visto? È un comportamento da donnaccia? Ti sembra una troia?”.
La ragazza di Adelmo è molto alta, sembra sui 25 anni, pochi meno di Adelmo, ha gli occhi umidi, il sedere e il retro-cosce con striature rosse: le ha prese da poco.
Una voce di ragazza risponde: “N.. no” e tira su col naso.
A.: “E queste altre signore? guarda: sono tutte serene e sorridenti. Sono ragazze e donne oneste che si sottomettono con gioia, lo vedi? Ti sembra una cosa difficile?” SBAM! Il rumore di una sculacciata fortissima, uno strillo acutissimo, poi un singhiozzo. Adelmo continua con voce alterata:
A. “Vieni, ti faccio vedere l’ultima arrivata, è molto più giovane di te [è davanti a me, accanto a lui vedo due gambe su dei tacchi a spillo], ti sembra una troia questa? Una puttana?”
La stessa voce di prima: “N… no”.
Adelmo si rivolge a me: “M., adorazione”. Attendo che lui abbassi i calzoni e boxer e poi lecco, con simpatia e affetto, lo scroto dell’uomo che mi ha introdotta in questa famiglia.
A.: “Visto? Guarda! Guarda bene! Sta piangendo? È triste?”. Non aspetta risposta e… SBAM! Altra sculacciata fortissima seguita da uno strillo e singhiozzi.
Oggi c’è aria pesante… me ne sto buona a leccare i testicoli del mio primo padrone.

Adelmo lascia passare qualche minuto, poi, con voce più calma: “Signora Patty, ho bisogno del suo aiuto, della sua esperienza. Questa è la mia ragazza attuale, ha 24 anni e si chiama Romina. Non riesce a sottomettersi e a ubbidire a tutto. Non si ribella, ma piange per ogni esercizio: ha pianto disperata quando l’ho esibita a sconosciuti, è stata passiva e in lacrime quando è stata penetrata per la prima volta da un altro ed è addirittura svenuta quando l’ho lasciata sola con 3 ragazzi della sua età [vedere come han fatto con me, primi 4 capitoli]. Gliela affido, siete anche simili come corporatura: ho bisogno di sapere se stasera devo riportarla a casa o merita di restare fino a domenica, mi fido di lei come di suo marito”.

Patty si alza è raggiante: anche lei felice di servire e aiutare. Va davanti a Max: “Mio signore il permesso di usare la Stanza n° 1”.
Max: “Vai Patty, aiuta il nostro buon Maggiore che soffre”. Patty si inchina, si allontana, prende Romina per mano, le accarezza il viso e, dolcissima: “Piacere di conoscerti cara… Abbiamo delle camere sopra, alcune con un bel balcone da cui si vedono le onde del mare. Ti va di vederle con me?”.

Continua

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