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Nata schiava (VII parte) finale

By 28 Agosto 2020No Comments

La nuova evoluzione a portato dei cambiamenti anche nel quotidiano, se prima avevo dei momenti liberi in cui rilassarmi e riposare ora sono stati sostituiti da posizioni da assumere come se fossi uno strumento che non viene utilizzato.

Per cui solitamente mi mettevano in ginocchio sui talloni gambe aperte e mani sulle coscia con i palmi rivolti verso l’alto oppure in piedi faccia al muro e mani conserte dietro la schiena, ma anche in altre posizioni che da brava schiava già conoscevo, tutte posizioni da tenere anche con gli stimoli dal radiocomando.

Se stare senza pensare durante le faccende quotidiane o mentre venivo usata e punita era relativamente facile, non pensare mentre ero ferma in attesa inizialmente è stato davvero difficile.

Ogni sera dovevo riferire se avevo pensato e a cosa avevo pensato, imparai a suon di botte e dolore4 che non solo non potevo pensare a cose fuori dalla mia schiavitù ma neanche a pensare al mio passato o al mio futuro. Dovevo solo pensare che ero li ferma in attesa di ordini punto, nessun altro pensiero. è stato molto difficile ma dopo mesi c’è l’ho fatta. ripensandoci adesso (perché allora non potevo) ero felicemente nel nirvana del senza pensiero.

Con l’allenamento migliorai anche la resistenza ad essere controllata con il radiocomando. Alternando piacere e dolore sono riusciti a farmi resistere nel godere anche dopo 10 minuti con piacere3. Mentre con piacere4 ho imparato a stare composta ed quasi ferma, riesco a stare anche in piedi anche per più di un’ora.

Il lavoro da schiava escort era diminuito ad un cliente al mese ma erano clienti più esigenti molto più esigenti e con spostamenti anche lontani.

Con uno di loro sono stata un 8 giorni ad Aspen in inverno, già il viaggio è stato tutta un’avventura. Ero vestita tutta di bianco con delle parigine ed un vestito di lanetta attillatissimo che arrivava a coprire a malapena la fica a cui è stato attaccato un campanellino che si vedeva e sentiva benissimo, scarpe basse che assieme alle parigine ho usavo solo nelle stazioni, come sempre senza documenti o soldi.

Il viaggio in treno fino a Denver dove mio cugino e la moglie mi fecero scendere da sola perché loro proseguivano per la costa ovest durò un giorno e mezzo in cui il radiocomando era constatemene nelle posizioni di piacere2 o piacere3.

Dalla casa alla stazione solo con il vestitino tutto normale ma appena scesa dall’auto ho dovuto mettermi a tre metri dall’auto e mettermi parigine e scarpe molto lentamente, molti mi guardavano.

Il treno della prima tratta era formato da corridoio e tue file da tre sedili accoppiati frontalmente, mi fecero sedere sul sedile vicino al corridoio e li mi sono tolta scarpe e parigine, alzato il vestito fino in vita e messa a sedere sul bordo del sedile a gambe larghe.

Mio cugino e la moglie si sedettero alla mia destra lasciando liberi i sedili di fronte. Gocciolavo vistosamente sul pavimento, il vagone si riempiva e tutti passavano e ripassavano dal corridoio a guardarmi, sentivo gli insulti che mi mandavano.

A chi si sedeva di fronte dovevo spiegare che siccome ero una grande troia che si eccitava facilmente stavo in quella posizione per non sporcare vestito e sedile. Solo chi viaggiava da solo aveva il coraggio di chiedere il permesso di toccarmi, a chi chiedeva facevo vedere i miei piercing e i tatuaggi, fu una vera esibizione.

Quando arrivò il controllore mi fece tante domande e mi tocco dappertutto ma non mi chiese il biglietto.

Arrivati al capolinea di Dallas prima di scendere ho dovuto leccare i miei umori sul pavimento mentre tutti uscendo mi guardavano e insultavano, poi mi rimisi parigine e scarpe.

Per raggiungere Union Station prendemmo la metro leggiera di superficie S-blue line, sul vagone mi hanno fatto mettere in piedi con le mani ben attaccate al passamani in alto e gambe larghe con i talloni alzati. Cosi posizionata attivarono piacere4 e cominciai a godere per tutti i 30 minuti del tragitto, man mano i viaggiatori si zittirono e si sentivano solo i miei mugolii e urletti di piacere assieme al tintinnio della campanella attaccata al clitoride che si vedeva benissimo visto che tenendo le braccia alzate il vestito si era alzato fin sopra il culo. Dovevo essere uno spettacolo perché nessuno mi tocco o chiese qualcosa  e quando arrivo la nostra fermata e mi rimisero a piacere2  mi sistemai il vestito  arrivarono applausi e fischi di approvazione.

Per il treno da Dallas era prenotata una cabina letto nella quale mi spogliai nuda e mi misi in ginocchio posizione di adorazione, quando passò il controllore gli spiegarono la mia situazione ed in cambio dei miei servigi fu accondiscendente sulle stranezze che avrebbe visto in seguito.

Per la cena mi portano al vagone ristorante con solo il vestito ed in modalità piacere3, la mia inevitabile esibizione fu apprezzata da tutti e disprezzata da molte.

Prima di andare a dormire mio cugino nonostante in cabina ci fossero tre cuccette mi mise nel corridoio in modalità piacere2 nuda in piedi al finestrino, gambe larghe talloni alzati e braccia alzate con le mani agli angoli del finestrino. Rimasi li tutta notte, il controllore passava spesso a guardare e toccare. Durante la notte contai almeno una trentina di persone che mi videro mentre il treno passava, anche perché le luci erano proprio sopra il finestrini.

Alla mattina ero stanchissima ma non mi importava anche perché sono riuscita a non pensare a niente per tutta la notte. Il controllore autorizzato da mio cugino mi porto in bagno e mi usò ancora. Niente colazione e pranzo per me quel giorno, sono rimasta tutto il tempo a quattro zampe a testa alta rivolta al finestrino, alternarono tutte le modalità piacere anche piacere4 per un lungo periodo. In quella posizione non riuscii a non pensare………… pensai alla fortuna che avevo ad essere tratta in questo modo, mancanza che confessai subito a mio cugino che mi disse che avrebbe accumulato tutte le punizioni a fine vacanza.

Arrivati a Denver mi fecero rivestire mi misero in modalità piacere2 ed attaccarono il radiocomando al piercing sulla clitoride assieme al campanellino. Mi ordino di scendere ed andare ad aspettare il cliente fuori dalla stazione all’angolo nord della 17° strada, il cliente mi avrebbe rivolto la parola chiamandomi NATA SCHIAVA e da quel momento dovevo fare qualsiasi cosa senza nessun limite.

Scesi dal treno e mi incamminai fuori dalla stazione, faceva piuttosto freddo e c’era una pioggerella leggera ma continua. Pochi si accesero del radiocomando che mi pendeva in mezzo alle gambe insieme al campanellino che si univa al rumore della città.

Arrivata sul posto indicatomi stetti li non so quanto, ero bagnata ed infreddolita quando un signore sulla sessantina basso grasso e brutto ma vestito di tutto punto sicuramente firmato si avvicinò e mi chiamo NATA SCHIAVA ero sua.

Prese il radiocomando e lo mise su piacere3 mi prese per mano e mi portò verso un grosso suv parcheggiato li vicino, apri il bagagliaio mi fece spogliare nuda li in quella strada affollata e mise i vestiti nel bagagliaio. salimmo in auto e partimmo destinazione Aspen.

Nel viaggio godetti varie volte ed inesorabilmente bagnai il sedile. Dopo le 10 di sera si fermò in un motel sulla strada mi lascio nel suv ed andò a prendere una stanza che poi raggiungemmo il parcheggio antistate la stanza e mi fece entrare, mi legò mani e piedi agli angoli del letto e dopo avermi bendato mi mise in modalità piacere4, confusamente lo sentii andare in bagno e poi uscire probabilmente al fast-food li vicino perché torno presto ma non cambiò la modalità di piacere4.

Ero stremata ed al limite fisico per tutti gli orgasmi che non finivano………. con le poche forze mentali che avevo pensai di chiedere pietà…………….. pensai che non dovevo chiedere pietà perché il cliente a pieno potere sulla schiava, ……..altre meritate punizioni.

Continuò cosi finche ad un certo punto svenni senza più un grammo di forza, non so dove dormi il cliente ma la sveglia me la diede strizzandomi capezzoli e clitoride e capii di essere in modalità piacere2. Mi liberò e risalimmo sul suv.

Arrivammo allo chalet sulle montagne di Aspen dove nevicava copiosamente, mi fece scendere e mi fece distendere nella neve fresca, attivo piacere4 e rimase a guardarmi godere nel freddo per alcuni minuti. Una volta soddisfatto mi rimise a piacere2 ed entrammo nello chalet.

Per tutto il resto della vacanza il cliente mi sfrutto per pulire cucinare e soddisfarlo in ogni modo, ogni sera quando tornava dalle sciate invitava vari amici che dovevo soddisfare come volevano. Tra le mie mansioni c’era anche quello di liberare la strada di accesso dalla neve, potevo farlo solo quando dormiva quindi ogni notte uscivo al freddo e per alcune ore finché resistevo nuda al freddo con la pala ripulii fino alla strada distante varie centinaia di metri, alla fine ero soddisfatta del lavoro…………. altro pensiero altra punizione.

Finiti i giorni di vacanza il cliente mi ricondusse a Denver ed arrivati alla stazione mi mise in modalità piacere3 agganciò il radiocomando al clitoride mi disse di scendere aprire il bagagliaio vestirmi ed andare al terzo binario che il mio treno sarebbe passato  tra meno di 10 minuti.

Scesi tra la folla dell’ora di punta mi vestii e arrivai di corsa al terzo binario che un treno si era appena fermato. Vidi mio cugino scendere e mi porto in cabina dove stetti tutto il tempo in modalità piacere2, genuflessa verso il finestrino, mi concessero solo due visite al bagno, nonostante tutto riuscii a riposare.

Arrivati a Dallas mi diedero solo il vestito attillato senza scarpe e parigine, rifeci lo spettacolo sulla metro in modalità piacere4, mentre nell’ultimo treno mi fecero distendere nuda tra i sedili con le scarpe di tutti e sei i sopra di me. Non mi fecero più rivestire e nuda raggiungemmo l’auto per tornare a casa.

Un’altra prova a cui mi sottoposero e stata quella di rimanere chiusa in una gabbia stretta stretta per più di 24 ore. La gabbia la fece fare su misura per me, la assemblammo di sotto, era bella pesante fatti da vari quadrati di ferro saldati assieme su tutti i lati e con apertura dall’alto.

Mi misero collare polsiere cavigliere, ball-gag con fibbie anche sulla testa, plug anale ed un catetere. Mi inginocchiai dentro con braccia sopra la schiena dove fecero passare una sbarra che mi teneva il busto sollevato, bloccarono polsiere e cavigliere ai lati della gabbia, legarono i capezzoli in tensione verso il basso, le labbra della fica aperte in tensione verso i lati e quello al clitoride in basso molto in tensione, infilarono un grosso cazzo in figa bloccandolo alla gabbia e bloccarono la testa in alto con un gancio della gag-ball, potevo fare solo impercettibili movimenti.

Per sicurezza misero anche dei rivelatori di battito cardiaco. Alternarono le modalità piacere 3 e 4 assieme a dolore 3 e 4. Era talmente eccitata e godevo talmente tante volte che dopo alcune ore dovettero rimettere in tensione il clitoride perché si era gonfiato ed allungato.

Alla fine delle 24 ore ero uno straccio non riuscivo a muovermi, avevo dolore in ogni muscolo ed articolazione, solo grazie a massaggi ed esercizi riabilitativi praticati dalla moglie di mio cugino riuscii a riattivare la circolazione ed a muovermi un pochino. Mi ci vollero altre 24 ore di riposo e riabilitazione per tornare in forma.

Mi addestrarono ad esibirmi nuda in qualsiasi posto e contesto, mi portavano in tutte le cittadine della contea e mi facevano camminare nuda e rimanere ferma in mezzo alla gente, mi portarono alle feste in piazza, ai concerti, alle sfilate, evitavamo giusto le manifestazioni religiose per non farci arrestare.

Nella cittadina vicina dove andavamo sempre per le commissioni tutti mi conoscevano e non era più un problema per loro vedermi girare nuda ed in catene e visto che sindaco e sceriffo erano clienti miei ma soprattutto della moglie di mio cugino non c’era pericolo di essere arrestati.

Diventai un’ottima cavalla sia da esibizione che da tiro. Tutto cominciò quando un cliente che aveva diversi cavalli nella sua fattoria ed uno dei suoi giochi era appunto di farmi fare la cavalla. Mio cugino gli comprò due cavalli e fece costruire una piccola stalla con tre stalli, uno naturalmente era per me.

Dopo tante ore di esercizio e molte punizioni per i miei errori, imparai i movimenti giusti per andare al passo trotto e galoppo, i paramenti erano a volte leggeri con solo il morso e redini, ma spesso ero bardata di tutto punto con fibbie di ogni genere e paraocchi, soprattutto per tirare carretto e calesse, che spesso venivano dovevo tirare attaccati hai piercing dei capezzoli e clitoride.

Per un lungo periodo feci anche la cagna, diventai una magnifica cagna. Sempre a quatto zampe per casa e fuori, mangiavo nella ciotola o direttamente sul pavimento dei papponi disgustosi oppure direttamente gli avanzi se ce ne erano, spesso dormivo anche nella cuccia all’aperto o accucciata in fondo al letto matrimoniale, i bisogni solo ed esclusivamente nel giardino contro gli alberi. Mi portavano anche nei giardini della cittadina ad annusare e farmi annusare dagli altri cani con stupore piacere e disgusto dei padroni degli altri cani. Un cliente che possedeva un canile mi fece stare tre giorni chiusa assieme hai suoi cani oltre che a farmi montare come una vera cagna.

Una volta per tenere allenata la lingua mi fecero leccare il pavimento della grande casa, ci tenni un giorno e mezzo. Allenamento che risulto molto utile quado un cliente volle che stessi tutta notte a leccargli i piedi mentre lui dormiva beatamente. Oppure quando un cliente invece di usarmi lui mi portò in un condominio di suo proprietà dove in sette giorni mi fece leccare tutte le calze e le mutande sporche che gli affittuari portavano nella piccola lavanderia condominiale. Feci la sguattera dei sei appartamenti affittati a persone anziane che non fecero molto caso al mio abbigliamento, grembiule da sguattera e basta, ne per il fatto che gli pulivo casa gratis standomene a quattro zampe sul pavimento, in quella settimana dormii incatenata in uno sgabuzzino piccolo e basso attiguo alla lavanderia.

Poco tempo fa successe una cosa che fece vacillare il mio mondo di estasi e nirvana in cui ero caduta da quando ero schiava di mio cugino. Una mattina mentre attendevo come sempre davanti alla porta del mio sgabuzzino in attesa che mi aprissero comparve un biglietto sotto la porta, diceva stai zitta ferma e non far rumore.

Dopo un po’ sentii la voce dei miei genitori. Rimasi schioccata, dagli spezzoni di conversazione che sentii ho capito che mi stavano cercando da più di due anni e le autorità in Italia hanno trovato voli aerei per qua e per il brasile. Mio cugino confermò di avermi vista tre anni fa di passaggio nel viaggio cost to cost che volevo fare.

Dopo parecchio tempo mi arrivò un altro biglietto di ordini, dovevo restare li sempre zitta e ferma, potevo muovermi solo per bere direttamente dalla turca ma solo dopo averci pisciato dentro. Passai li rinchiusa per tre giorni, credo il tempo necessario per sbarazzarsi dei miei genitori.

Dopo la giusta posizione per i miei pensieri sembro tutto risolto, per me lo era, ero subito tornata nella mia estasi da schiava e nirvana della mente libera da pensieri.

Ma probabilmente non lo era per mio cugino che non mi ha più usata neanche con il radiocomando. Dopo una settimana mi fece vestire con intimo jeans maglia felpa e sneakers, mi portò alla stazione mi diede in mano i biglietti per New York, 100 dollari ed un biglietto da visita di una società con cui avevo appuntamento il giorno dopo alle 17.00 e di presentarmi come NATA SCHIAVA.

Mi ordinò di fare la brava durante il viaggio e di ubbidire alla persona dell’appuntamento. Salii sul treno come sempre senza pensare, ma quello era l’ultimo ordine di mio cugino.

Il viaggio fu un disastro, forse per i vestiti che avevo che solo perché l’ordine era di fare la brava mi impedì di spogliarmi nuda da tanto mi davano fastidio, mi trovai molte volte a pensare di questo strano viaggio da sola visto che di solito mi accompagnava sempre dai clienti………… pensai anche che volesse tenermi via qualche giorno per paura dei miei genitori………… pensai anche a loro, alla loro disperazione per aver perso la loro figlia…………. pensai che volendo potevo restare a New York trovare un lavoro e vivere normalmente………… pensieri pensieri troppi pensieri per una inutile schiava come me.

Arrivata a destinazione andai all’indirizzo della società e mi presentai alla reception, dopo una breve attesa mi accompagnarono in un ufficio e poco dopo entro una bella donna sulla quarantina, mi fisso per molto tempo senza parlare, poi apri un cassetto ed in un momento mi trovai a godere, aveva il radiocomando in mano e probabilmente lo mise su piacere3. Mi prese per mano ed uscimmo dal palazzo. Era la mia nuova Padrona ero stata venduta. Adesso sto scrivendo tutto questo su suo ordine.

FINE

racconto ovviamente di fantasia e non del tutto mio

per suggerimenti insulti od altro asigno.luc@gmail.com

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