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Gin e la proposta di Ambra. 1

By 25 Marzo 2021Settembre 10th, 2021No Comments

Vieni a vivere, con me… e poi un altro drink… Il quarto? forse il quinto… e i suoi occhi famelici sempre puntati su di Te, da sempre… E poi fu un bacio, un bacio di donna… matura, molto matura, anche troppo matura per i tuoi quaranta anni… ma donna ricca… ricca di esperienza, di seduzione, di trasgressione… di lussuria… in quel salotto di uno yacht miliardario, attraccato poco al largo della Tua isola, tra sete e broccati e uno statuario cameriere di colore, che vi guardava e che guardavi…

“Ti vedo distratta…”
“Si… lui… mi guarda!”
“Ti eccita? dimmi la verità… è da quando siamo arrivati che lo guardi…”
“Si… mi eccita Lui… il suo… arnese… sembra grosso… e mi sembra… cresca… Ahahaha…”
“Si, il mio Abu ecciterebbe chiunque: è molto giovane, ma è statuario, scuro, scolpito, sembra una statua di un Dio… Ha pure un culo da paura, non so se lo hai già visto in costume, giù in paese: gli faccio usare sempre costumini bianchi che contengono a mala pena il tutto a riposo…
“Si, Ahahaha”…
“Ti piace, vero? Ma a chi non piace… Lui, è la perfezione, ovunque, pure tra le cosce, prepotente… Vedi comincia ed essere eccitato, ma resta serio, immobile, non fa un fiato nella sua divisa bianca, di cotone sottile… ma là sotto, Vedi…Gli urla!!! Gli vedi il cazzo come comincia a crescere?”
“Si…si vede”
“Ora te lo faccio vedere meglio, vieni qui, Abu, avvicinati…”
Nel vedere avvicinarsi il cameriere di colore entrasti in confusione e non sapevi più cosa fare, stavi lì immobile con gli occhi fissi sul suo basso ventre guardando quel vistoso turgore che cresceva e che ormai, per ordine di Ambra, non si poteva più ignorare. Forse, anche lui era stranito di vedere adagiata su quei cuscini… una giovane mamma come Te, candida, per bene, educata, borghese…
“Tiralo fuori, Abu… Fai vedere il Tuo serpente del peccato”
“Ti piace?… Si, vero?… Dai, accarezzalo pure!” Ti disse Ambra.
“Davvero… posso toccarlo?” Rispondesti quasi timida.
“Certamente te lo dico io che puoi. Su toccalo!” Ti esortò.
I cocktail avevo fatto effetto abbassando i tuoi freni inibitori e ti avvicinasti timidamente a Lui allungando il braccio e sfiorando con la mano di porcellana la pelle nera del suo pacco… eri impacciata, timorosa di toccare quel cazzo che già sentivi incandescente, mentre continuavi a fissarlo tra le gambe, aumentando con il tuo imbarazzo e la tua vergogna, l’intensità dello sguardo senile e lascivo di Ambra… Strabuzzasti gli occhi eccitata per quello che vivevi…per quello che vedevi, per quella vecchia lesbica così seducente addosso a Te… e quel cazzo da Mandingo, possente e smisurato che ormai si stagliava da quel sottile pantalone di cotone, a pochi cm dalle tue dita e dal tuo viso…

Anche Ambra moriva dalla voglia… ma era una voglia diversa, che le cresceva da una settimana, da quando ti aveva visto e aveva deciso che saresti stata sua… a qualunque costo.  Ambra, che ora voleva osservare la tua figa senza peli, perché che non portavi l’intimo glielo avevi confessato al pochi cocktail prima… e ora questo pensiero le martellava il cervello.  Ti aveva vista nei giorni scorsi al porto, mentre eri con i tuoi bimbi… ti aveva osservata mentre ballavi e ti scatenavi con loro… Lei abituata a vedere banali aspiranti modelle, belle ma vuote, insignificanti… che vendevano la loro giovinezza negli yatch e case di lusso, forse era davvero la prima volta che voleva sedurre una giovane madre… una donna giovanile e matura, bella e irreprensibile, una mamma di provincia… salita completamente depilata e senza intimo sul suo yacht.
“Ma vuoi restare vestita ancora a lungo?!” Ti chiese Ambra.
Apristi la bocca ma non dicesti nulla, perché imbarazzata, ma pure eccitata…Non sapevi giustificarTi …“Tiratelo su alla vita questo vestito, dai!” Ti rimproverò: “Fammi sono proprio curioso di vedere come tieni la tua figa depilata… piccola… dai, non ti vergognare… falla vedere anche al mio maggiordomo!” Disse.
E Tu ubbidisti, come in trance… tirando il vestito su fino alla vita, lasciando alla vista tutto quel nulla che c’era sotto… Ambra ne fu entusiasta:
“Lo sapevo…. Non solo sei bella ma sei anche brava, molto BRAVA…sei venuta senza neppure il perizoma…l’ho immaginato subito che dovevi essere bollente!” Esclamò esagitata. “Come è tonica la Tua figa, depilata, diafana, così candida… ma presto, tesoro… voglio vederla abbronzata, castano scuro, vedrai Tesoro, qui sul mio yacht il sole si prende nude… in modo integrale… e le gambe si tengono sempre ben aperte…pronte per il piacere”. Esclamò Ambra sorridente e allusiva.
La Tua figa in effetti era perfetta, liscia, con la fessura che divideva due grandi labbra e la vulva già dischiusa dall’eccitazione e fradicia dal piacere interno e involontario. Sembrava una conchiglia di madreperla con il suo tesoro di umori dentro che brillavano… a contrasto con la carnagione scura del corpo di Abu. Lungo le gambe, la tua pelle era fresca e distesa senza segni di smagliature o cellulite, frutto di creme ginnastica e massaggi mirati, solo qualche ecchimosi dovuta a sesso recente, stonava con il pallore delle cosce e delle gambe.
”Posso davvero toccarlo!?” Ripetesti dimenticando la tua figa e sempre attratta dal cazzo del cameriere di colore…
“Certo, ti ho detto di si, è mio, puoi!” Rispose Ambra decisa come se ne fosse la padrona.

Senza dire parola allungasti la mano sfiorando quell’arnese metallico, accarezzando quel grosso, grossimo cazzo prepotente che Ti provocava disagio e turbamento. Non era la prima volta che accarezzavi il cazzo di un ragazzo di colore, eri stata sempre un po’ puttana, ma così grosso… un cazzo, non lo avevi visto mai.
Così come in in estasi, non ti accorgesti che Ambra aveva infilato la mano sotto il tuo vestito, salendo su internamente, facendo venire le sue dita a contatto col tuo seno, caldo e morbido.
Solo ora Ti sentivi toccare… La pelle rugosa di quella vecchia, Ti fece trasalire, volevi dire qualcosa per fermarla, ma temevi che si arrabbiasse. E comunque pensasti che in fondo, non c’era niente di male a farsi toccare da una donna…magari sapeva farlo pure bene.

“Che fai?“ Ti chiese Ambra, questa volta sorridendo dolcemente, cercando di farsi amica.
“Nulla…lo accarezzo, è così bello! “ Rispondesti estasiata, seguita subito dopo dalla voce forte di Ambra che esclamò:
“Dai…Fagli un pompino!”
A questa richiesta ti irrigidisti, avresti voluto rispondergli di no… ma non lo facesti, sapevi che sarebbe stato inutile… e poi era proprio quello che desideravi e volevi intimamente…
“Davvero me lo fai fare, Padrona?!” Esclamò Abu girandosi incredulo verso Ambra, con la voce calda e lo sguardo allibito e ingenuo nello stesso tempo.
“Si, te lo fa!” Disse Ambra e vedendoti impacciata e timida mentre non ti muovevi ed esortandoti ripetè ancora: “ Su! Non stare impalata, Dai, fai un bel pompino al nostro Abu!“
“Tu Spogliati intanto, Abu!” Gli ordinò Ambra, mentre Abu Ti guardava soddisfatto.
“Ma davvero mi fa un pompino?” chiese .
“Certo!” Rispose Ambra:” non capisci che è venuta qui per farsi scopare? Ora siete MIEI. Dai, tirati giù i pantaloni.”
“Sei d’accordo, Gin? Tu vuoi in bocca il cazzo del mio Abu, vero?” Ti Chiese Ambra con un tono che non aspettava risposta… con uno sguardo freddo e tagliente abbozzando un falso sorriso, muovendo la testa mentre la sua mano era già arrivata al tuo clitoride…
“Si… ” Rispondesti con voce sognante e stupefatta con gli occhi lucidi dall’eccitazione e dai cocktail, mentre Abu con il suo ghigno da statua d’ebano cercava di slacciarsi la cintura dei pantaloni.
“Che bellooo!!” Esclamò incredulo Abu, guardando Ambra:” La bella signora mi fa un pompino!!”
Emozionato, era persino imbarazzato a slacciare quella cintura di pelle bianca, tanto che persino Ambra lo aiutò, gliela slacciò lei, lasciandogli cadere ai piedi i pantaloni e poi il microtanga bianco di cotone fine, elasticizzato, sostenuto da una stringa che a malapena conteneva un pene da cavallo, un cazzo enorme… grande più del più grande cazzo avessi mai visto prima, che esortato da Ambra, pose davanti alla tua bocca: tutto lo yatch di Ambra brillava per la pulizia, ma l’odore virile e selvaggio, da maschio di Abu, Ti era già penetrato nella pelle e così se anche forse prima avresti voluto fuggire… ora non potevi…
“Su fagli questo pompino dai!” Ripetè volgarmente e senza nessuna grazia, Ambra. E Tu, quasi drogata dal desiderio…Ti inginocchiasti, davanti al dio numidico che Ti osservava dall’alto, prendendo in mano il grosso cazzo e in bocca quella cappella selvaggia, vincendo ogni remora ed iniziando a leccarlo e poi a succhiarlo… persa.
Silenziosa muovevi il capo avanti e indietro e iniziasti a spompinarlo con difficoltà. Non erano i soliti pompini che tanto amavi fare: lascivi, golosi, profondi e intensi, no: il cazzo del giovane stallone nero era davvero esagerato e per quanto volessi sentirlo dentro di te, fino in gola, come sai fare, e lo spingessi dentro fino alle lacrime, non riuscivi a prenderlo dentro la tua boccache per pochi centimetri, dilatando la  mascella… Abu, però era eccitato, incredulo che quella bella donna italiana che aveva visto in paese, gli succhiasse il cazzo mentre la sua padrona ti guardava eccitata per quello che facevi, inginocchiata davanti a Te, che leccavi e succhiavi con la faccia paonazza e gli occhi fuori dalle orbite, quell’imponente bastone nero che pareva sempre sul punto di scoppiare.
Avevi ormai superato ogni pudore e imbarazzo e come una professionista invasata riversavi su di lui in modo convulso e smanioso, tutte le capacità acquisite sin da quando avevi ingoiato il primo cazzo della tua vita… ma lo facevi impegnata in un pompino estremo, sotto gli occhi estasiati di una vecchia miliardaria annoiata e del suo cameriere, ormai pronto a riversare su di Te, nella tua bocca, sul tuo volto e sulla tua lingua, tutto il suo seme.
Così dopo solo pochi minuti, soffocata da emozioni intense, devastata da un cazzo che mai avresti immaginato avrebbe potuto riempire la Tua bocca,  Abu venne come una fontana, carico, forte… mentre Ambra ne indirizzava il getto verso la tua bocca oscenamente spalancata, avida, riarsa… per poi lordarti di sperma le guance, il collo, i seni… per poi vederti crollare disfatta e inappagata, mentre rivi di sborra cadevano dal tuo viso e dalla tua bocca sul pavimento.
Solo allora Ambra si avvicinò a te sorniona, carezzandoti fiera, annusando il profumo del maschio, raccogliendone con le dita lo sperma dal tuo corpo, per riporlo con dovizia, nella tua bocca.

“Brava, Gin, brava!… Sei stata davvero brava… Piaci molto anche ad Abu!… Sono certo che adesso oltre a farsi fare un pompino, vorrebbe montarti!” Ti disse ridendo mentre Abu sorrideva e annuiva.
“Ma prima Ti chiavo io!“ – Precisò eccitata – “però Ti prometto che se fai la brava e mi ubbidisci, ti faccio montare anche da Lui… e non solo da lui… Perchè ora sei MIA, Vero? Non è così?” aggiunse.
Ancora senza fiato, ma sopraffatta dalla voglia e dal crescente bisogno, annuisti con un cenno della testa. Così Ambra Ti fece alzare in piedi e spogliare da ciò che restava del vestito.
“Vieni, ora Ti chiavo un po’, finalmente!” Esclamò accaldata guardandoti, mentre Abu sorrideva come una statua di ebano, aiutandola nel prenderti per la vita per alzarti di peso e portarti sui divanetti.
Eri preda… Sentisti Ambra infilarti non troppo elegantemente una mano fra le cosce e toccarti la figa, stimolandola, attaccandosi al tuo collo ed al tuo seno con la bocca, mordendoti e succhiandoti, leccando lo sperma e portandolo alla tua bocca…. facendoti sobbalzare e agitare. Sentisti le sue dita lunghe ed esili fra le gambe che stimolavano le piccole labbra per potere in seguito aprirti e mangiarti e poi magari, farti penetrare da Abu… Ti morse persino il seno facendoti strillare, mentre le sue mani ruvide ed impazienti frugavano il tuo corpo senza alcuna delicatezza.
Erano entrambi addosso a Te e mentre Ambra Ti teneva stretta a sé, Abu sorridendo, prendeva la Tua mano per farti sentire il suo cazzo farsi di nuovo duro.
“Sei pronta, Troia!?” Esclamò eccitata Ambra…
Poi, Ti prese per i fianchi, costringendoti a girarti e distenderti di schiena sul divano, e poi, spostando la sua lunga tunica, mise in mostra il suo culo maturo affondando i suoi glutei sul tuo volto incurante dei suoi odori, facendoti leccare il suo sesso assieme al suo ano, chiedendo di fare come avrebbe fatto il suo cane, con la sua grossa ed umida lingua… di essere animale…di bagnarla della tua saliva, di lubrificarla per bene. E quando le succhiasti frettolosamente il clitoride, Ambra non riuscì a trattenere un gemito a quel contatto.
“Ohhh!!..  Ma allora sai farlo… ti piace la figa!… Sei proprio una puttana lo sai? …L’ho capito sai… non mi hai ingannato con il tuo candore di mamma perfettina, da signora di provincia.” Disse sarcastica, rituffandoti tra le sue natiche. Eri come drogata e le succhiasti il clitoride con ancor più forza, come se fosse un capezzolo, tanto che l’urlo di Ambra fu un misto di vittoria e piacere.
“Avanti, dillo!!… Dillo che sei pure Lesbica… che sei una mamma lesbica e troia!” Esclamò Ambra mentre ti premeva la testa per farsi leccare e succhiare voracemente, come a soffocarti… Si morse il labbro, mentre si contorceva, mentre la leccavi profondamente, iniziando a penetrarla con le dita e la lingua.  Si contorceva come una anguilla mentre Abu con lo sguardo eccitato Vi osservava sorridendo con aria spavalda.
“Basta-a-a!”Esclamasti quasi soffocata.
“No… devi dirlo. Dillo subito che sei troia e lesbica, mammina perfettina…!” Esclamò Ambra cercando di non gemere…tirandoti per i capelli, schiacciandoti ancora più alla sua figa o allontanandoti via per darti un forte schiaffo sulla Tua guancia già rossa, facendoti urlare per il bruciore, per poi farti tornare a succhiare e leccare il clitoride. Ambra stava per venire e non riusciva più a trattenersi… ma insistendo e pretendendo, massacrandoti la figa riuscì a farti urlare:
“Si…sono una troiaaaaaaaa!… sono una Troia… una lesbica… una PUTTANA!!!!”
Così mentre Ti degredava, sotto le Tue dita, sentisti le grandi e le piccole labbra vaginali contrarsi in prossimità dell’orgasmo e iniziasti anche Tu a muovere la lingua con ancora più foga, non essendo più in grado di trattenerti, facendo venire anche Lei ansimando e gemendo, scossa da un orgasmo prorompente, mentre diceva: “Lo sapevo… lo sapevo… che eri una gran troia… lesbica… e che saresti stata mia… MIA…”.
Le gambe e le braccia le tremarono, ma Abu la sorresse senza farla accasciare al pavimento, facendola adagiare sul tuo corpo nudo… per poi, puntare il suo grosso cazzo giovanile contro la sua vagina matura e curata, ora perfettamente bagnata e lubrificata anche dalla Tua saliva e che con un colpo di reni fu penetrata fino in fondo, facendola inarcare e strappandole altre grida miste di dolore, piacere e sorpresa.

Così a pochi centimetri dal Tuo viso Abu cominciò a chiavarla con foga, muovendosi dentro lei velocemente col suo grosso e nodoso cazzo nero, in quella fessura di figa, abituata, usata, ma che risultava persino stretta rispetto al suo cazzo che la allargava a dismisura.
Ambra presa totalmente dagli istinti, si era accasciata su di te come un animale, ma ben tornò a prendere possesso della Tua figa fra le mani, leccandoti clitoride e labbra e gemendo sotto i colpi del cazzo nero: “Ti piace guardare il cazzo nero che mi sfonda la fica!… non è vero troia?! Sei solo una lurida puttana di provincia… che hai preso tanti tanti cazzi e fighe e ne sei sempre vogliosa! …Su dillo!… Dillooo!!” Gridò più forte dandoti un altro forte schiaffo sulla coscia interna prossima al gluteo.
“Si…si… lo sonooo!… si….” Esclamasti forte intimorita mentre Abu aumentava il ritmo.
“Cosa sei? Cosa?”
“…una… puttana… una Puttana…UNA PUTTANA!!!”
Ti eri lasciata sopraffare… mentre con forza spingeva per far entrare la sua mano tutta nel tuo sesso, gemevi ed ansimavi, mentre lei emulava nelle sue spinte il ritmo che il giovane stallone stava applicando su di lei… per sentire meno i colpi in profondità contro l’utero, si lasciò andare con il ventre giù, spalancando le gambe in modo da farsi penetrare più profondamente e con più foga… mentre la Tua bocca e la tua lingua ora cercavano di farsi spazio tra il cazzo di Abu e la figa di Ambra… che con una mano ti penetrava, mentre con l’altra strizzava il clitoride, facendoti godere maggiormente.
“Dai! Lecca… Tutto… pulisci… Troia… poi assaggerai questo cazzo dentro di Te!… ma prima devi sentire per bene tutta la mia mano dentro dentro di Te, il pugno… Su!!! …fatti sfondare… mamma puttana!”
Così man mano che veniva montata da un Abu impazzito come il toro con una giumenta, le mani di Ambra diventavano sempre più invadenti… sempre meno delicate… decise a farsi spazio dentro la tua figa
“Hai una figa stupenda! Troppo delicata per appartenere ad una vacca come te!… ma ora sta cedendo… e  sarà mia… e la devasterò, Gin…le cambierò forma, cara Mamma Troia”
“No… Basta-a-a! Basta-a-a!”… mormorasti, ma per risposta ti spalancò ancor più le cosce e spinse ancora più forte e tornò a penetrarti, con sempre più violenza senza curarsi di farti male: pensava solo a sfondarti la figa per il suo godimento, straziandoti le cosce e continuando ad urlarle turpitudini d’ogni genere, mentre sentivi i grossi e penzolanti testicoli di Abu sbattere sul tuo viso come se scandissero il ritmo di quella chiavata…
Finchè successe…. “SI SI… CEDE… CE l’HO FATTA!!! …La senti la mia mano, puttana?… mia bellissima mamma Troia!!! E’ tutta dentro… e vengo anche io… ora… ora ti sbrodo addosso…. Ti ho sfondata, mamma Troia… ti ho sfondata… vengo…sei mia, puttana!!!.”

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