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Erotici Racconti

Alleanze tra donne

By 26 Novembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Siamo ancora sulla porta della sala da ballo e già ci accolgono le note allegre e spensierate d’un valzer. L’età media dei presenti è attorno ai cinquant’anni, nonostante però io non sia un gran che come ballerino questa è l’occasione adatta per uscire e stare in conclusione con il mio amico Ernesto e sua moglie Floriana. Mia moglie Amanda, viceversa, avrebbe voluto sedersi sulle poltroncine di fronte alla pista, io invece preferisco quelle di fianco all’orchestra che è vero si trovano in prossimità dei bagni, però sono ben defilate.

Ernesto e Floriana arrivano dopo una mezz’ora, scherzando sul fatto che Floriana abbia sfilato ben due paia di calze autoreggenti e sia riuscita a indossarne, aiutata peraltro da Ernesto un paio integro soltanto al terzo tentativo, in quanto l’eccitazione conseguente avrebbe causato il ritardo. Mentre le due donne si fumano una sigaretta, Floriana fuma forse un po’ troppo e mia moglie non sa dire di no quando gliele offrono, Ernesto va a ordinare il solito rinfresco alcolico alla fragola per me, una bibita analcolica per mia moglie e altri due drink dal colore azzurro dall’effetto bomba per lui e per Floriana. Dopo circa un’ora di ballo liscio l’orchestra ci regala qualche minuto di piacevole rilassamento ed è l’occasione per stringersi un po’ e come sempre ne approfittiamo per scambiarci le compagne. Io non vedo l’ora d’abbracciare Floriana cercando di captarne il profumo, dato che giochiamo con gli sguardi e con un sorriso l’accarezzo sui fianchi, poi scivolo giù per cercare lascivamente l’inizio delle calze autoreggenti e con l’altra mano accarezzo il filo superiore del perizoma che dietro le sporge dalla gonna.

Floriana si sfrega contro di me come una morbida gattina, fino a quando io non l’agguanto per mano per riportarla verso i divani. Nel tempo in cui sono seduto di fronte a Floriana io le chiedo d’accavallare le cosce, poiché sono catturato da quelle scarpe di vernice nera con il tacco a spillo e da quella sottile striscia di pelle adornata con delle piccole borchie di metallo che le fascia la caviglia. Lei guardandomi negli occhi apre appena le gambe per mostrarmi l’ombra delle mutandine, io nell’atto di prendere il bicchiere allungo una mano sulle sue cosce sempre più fino a sentire la sua palpabile eccitazione, in quel frangente sono alle stelle, perché non posso stare troppo piegato verso di lei senza rischiare d’essere visto e allora torno per accarezzarle le caviglie, poiché anche Floriana è visibilmente eccitata. Lei infatti non si trattiene e m’accarezza in modo palese con la scarpa, sfregandomi il cazzo da sopra i pantaloni, attualmente l’orchestra suona brani con dei ritmi da discoteca, Ernesto e mia moglie s’agitano nella pista, per fortuna Amanda è voltata e non ci vede, in seguito anche Ernesto e Amanda tornano a sedersi e intanto che Ernesto va a ordinare ancora da bere Amanda va in bagno.

Io mii ritrovo nuovamente da solo con Floriana, riprendo ad accarezzarle il piede fin quando sento Ernesto alle spalle, in quell’occasione capto un improvviso imbarazzo, tuttavia è complice e m’avverte che Amanda sta tornando. Io invito ancora Floriana per un ballo e nell’angolo buio della pista la bacio distintamente sulla guancia, la stringo forte e poi cerco le sue labbra, giacché premo la mia appassionata eccitazione contro il suo ventre. Siamo fuori in quella notte di giugno, eppure nell’aria c’è un odore intenso di gelsomino, raccolgo nel frattempo dalla siepe una rosa e la offro a Floriana. Non abbiamo voglia di far finire quella notte e alle tre ci ritroviamo tutti a casa mia, mentre mia moglie prepara un caffè con l’aiuto di Ernesto. Il fatto di sapere che sono là da soli mi eccita in modo smisurato, io rimango a discorrere con Floriana, poi tutti assieme ridiamo e scherziamo svagandoci, ma Ernesto e Floriana sono adeguatamente eccitati ed euforici, perché s’accarezzano mostrandosi molto disponibili ad alzare il livello dell’incontro e m’invitano a mettere su un po’ di musica adatta.

Io sono confuso, manifestamente imbarazzato e insicuro, perché temo le reazioni brutali e manesche di mia moglie di fronte a eventuali carezze e lusinghe allusive di Floriana, la sua gelosia può tagliarsi tangibilmente a fette, io la conosco fin troppo bene, dal momento che si è sempre manifestamente dichiarata maldisposta e immancabilmente ostile e sfavorevole ai rapporti con altre donne. Io torno a mani vuote, però mia moglie insiste, cosiffatto inserisco nello stereo un disco con dei brani di Kenny G, eccellente e sopraffino sassofonista a mio modo di vedere. Il sassofono incoraggia, intona e sprona a compiere delicate carezze e leggere moine, l’atmosfera si riscalda adeguatamente, io spengo per alcuni istanti la luce, nascondo l’imbarazzo e l’impaccio nel buio, dato che non saprò mai nulla di quegli attimi, perché li avverto ancora prima di riaccendere la lampada a muro.

Ernesto dà e lancia lo spunto per uno spogliarello, dal momento che le due donne lo aiutano a slacciargli la cintura, poi giù i pantaloni, fintanto che rimane in slip, in tal modo Floriana lo attira a sé sul canapè. In quel preciso istante io decido che è giunta l’ora di lasciarmi andare, mia moglie e Floriana mi sono vicine, chiudo gli occhi e avverto chiaramente le loro mani sul mio ventre, dato che l’emozione mi tradisce svelandosi apertamente. In quell’istante mi siedo e guardo attentamente che Ernesto accarezza il sedere di sua moglie e della mia, entrambi sono voltati con il sedere alto e magro di Floriana da un lato, quello più grande e sensuale di Amanda dall’altro. Capisco che sta per succedere quello che desideravo potesse succedere da vent’anni a questa parte, in quanto non posso di certo lasciarmi sfuggire quest’occasione e ricambio la loro esibizione con una sfacciata e insistente masturbazione. Amanda che era già senza le calze si toglie al presente pure il perizoma, Ernesto chiede con voce eccitata a Floriana di leccare mia moglie, intanto che mia moglie è già sul canapè a seno nudo. Lei ha una terza misura di seno e nonostante i suoi trentanove anni possiede ancora un seno dritto e sodo. Si è tolta gli slip, la sua fica è bagnata e aperta, le gambe spalancate, Floriana è inginocchiata di fronte a lei che inizia a lambirla. 

Lei non ha altro per la testa che la fica pelosa e nera di Amanda, non alza gli occhi neppure per un attimo verso di me, poiché essendo china su di lei la batte con la lingua come una farfalla addosso a una luce. Io mi sollevo per accarezzare le cosce di Floriana e sempre più eccitato vado a tastarla dentro le natiche, poi mi curvo sui capezzoli di mia moglie e inizio a succhiarli, perché ho tra le mie mani anche quelli più piccoli ma eccitanti di Floriana. Amanda geme, giacché la lingua di Floriana e le sue mani non le danno tregua. Amanda che aveva sempre rifiutato scartando anche la seppur minima fantasia d’un rapporto lesbo, Amanda era proprio lei che sentivo dimenare sotto la lingua di un’altra donna, mentre era la mano di mia moglie che stava masturbando con così tanta frenesia Ernesto. Adesso Ernesto è dietro sua moglie, palesemente sdraiata sopra Amanda che le sta accarezzando i capezzoli, successivamente la penetra, Amanda geme di rimando nel sentire ondeggiare il corpo di Floriana sotto i colpi di Ernesto. 

Attualmente godono tutti e quando Ernesto si sdraia sfinito sul canapè, io cerco le cosce di mia moglie trovandola inzuppata, poi mi sollevo di fronte lei e chiedo a Floriana di finirmi. Quella che sperimento è una morbida, elegante e stravagante carezza che mi concede la sua abile ed esperta mano, perché in breve tempo sborro comodamente la mia convulsa eccitazione sulla pancia di mia moglie tutta la voglia trattenuta di quell’inattesa e insperata fantastica notte, perché onestamente vorrei fermare il tempo o magari unicamente riavvolgerlo per rivedermelo. 

Nel frattempo che rimescolo i miei animosi e focosi pensieri per lo splendido avvenimento, questi ultimi hanno però l’effetto di un’ascia, in quanto i cinque tocchi bruschi della campana della vicina cattedrale che risuonano mi distolgono da quelle piacevoli riflessioni dissuadendomi, sgretolando e fracassando in un certo senso quel mirabile incantesimo che si era appena creato.

In conclusione accompagno i miei amici verso la macchina, intanto che là di fuori tutto poltrisce, io li saluto con un bacio e prima che la luce del nuovo giorno porti via il sogno d’una notte, abbraccio stringendo con vigore Amanda tra le lenzuola e m’infilo sotto la trapunta.

{Idraulico anno 1999} 

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