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Racconti Erotici

Diario di E – 2 – I pensieri

By 18 Marzo 2020Novembre 29th, 2020No Comments
Erano passati due giorni e quella banconota da 50 era ancora nella mia tasca.
 
Ho fatto un pompino per soldi, pensavo.
A voce alta la cosa non mi piaceva, ma forse era l’unica maniera per venirne fuori, ero in una città di studenti, praticamente impossibile trovare un lavoro part time pagato decentemente, se andava bene si alzavano 600€ al mese e io ne dovevo trovare 3000, in due mesi, scarsi.
 
Me stessa era l’unica cosa che potevo vendere, avrei fatto così.
Investii quei 50 e i risparmi che mi restavano nella creazione di una vita parallela, una sim telefonica, qualche rossetto e qualche abito, niente di costoso, ma decisamente attillati e alcune confezioni di profilattici e del gel lubrificante.
 
Non potevo competere con quelle che imperversavano sui siti specializzati con seni prorompenti e curve da capogiro.
Io ero abbastanza asciutta, con i fianchi stretti, i seni piccoli da adolescente e la faccia da ragazzina e così mi sarei presentata.
Sarei stata la figlia che molti papà vorrebbero sbattere, la nipotina adolescente per gli zii arrapati, la sorella minore per il neolaureato infoiato.
Certamente non mi sarei presentata né con il mio nome, né nelle zone che frequento, non volevo trovarmi davanti un mio docente o un compagno di corso, ma bastava spostarsi di poco.
 
Il periodo aiutava, le scuole erano appena finite e molti padri erano rimasti soli in città mentre le consorti con i figli si spostavano nei mini al mare o sulle colline per essere raggiunte il finesettimana e, forse, farsi una piazza e una scopata standard del sabato sera sempre se non finissero per discutere e allora addio scopata.
 
Sorrisi al pensiero, un maschio infoiato perché la moglie non glie l’ha data finiva per diventare un vantaggio per me, sposati, pieni di voglia, di sperma, col cazzo che gli faceva male e incazzati con sete di rivincita.
Magari la moglie si era fatta sbattere dal bagnino o si era fatta leccare la figa dalla vicina di ombrellone, o semplicemente lui era uno schifoso puttaniere, un allupato a cui piaceva la carne giovane, questo non è un problema mio, pensai, e scacciai l’idea dalla testa.
D’altra parte mi intrigava il pensiero di avere questo potere, scoprire che un’ora del mio tempo valeva quanto quella di un avvocato, che c’erano uomini disposti a pagare per vedermi nuda, per toccarmi i seni, per mangiarmi la figa, per farselo menare o succhiare o per scoparmi.
Con questo pensiero mi scoprii eccitata, i capezzoli si erano gonfiati sotto la maglietta e mi sentivo bagnata, non lo avrei creduto che mi eccitasse, mentre mi distendevo sul letto, mi levavo le mutandine, erano bianche, ero così sottile che davanti, tra i miei fianchi, l’elastico non mi toccava neppure il  ventre, il mio corpo scendeva lasciando una specie di piccolo passaggio, avevo capito che una cosa del genere eccitava da matti i ragazzi, esaltati dalla mia magrezza che mai avevano visto nelle loro fidanzate col seno abbondante.
Mi passavo una mano tra le gambe, tenendo le gambe unite, le ginocchia strette, avevo le caviglie incrociate, ma non bastava, avevo dita sottili e riuscivo a penetrarmi tra le grandi labbra, con l’indice della sinistra raggiunsi il clitoride, iniziai a torturarlo, a girarci attorno, a passarci sopra, a sfiorarlo.
Avevo gli occhi chiusi, nella penombra della stanza, la destra mi torturava i capezzoli già duri e sensibili, sensazione che mi mandava in orbita.
 
E mi masturbavo sempre più furiosamente e velocemente, venni di colpo inarcandomi veso l’alto e poi crollando appagata.
 
Mi calmai, cercando però di memorizzare il comportamento avuto durante l’orgasmo, nel caso mi fosse servito.
Completamente nuda presi il portatile, dovevo andare avanti.
Caricai l’annuncio condito da alcune foto che mi ero fatta.
 
Nemmeno cinque minuti e la casella mail esplodeva e passai 2 ore buone a selezionare le mail, mi ci volle poco per imparare a distinguere chi faceva perdere tempo dalle proposte più interessanti.
Praticamente non avevo nememno bisogno un posto dove ricevere, avrei potuto andare io senza dovermi sbattere a trovare un posto, volevo evitare luoghi dove ci fosse gente strana e alberghi seri erano troppo cari e avevano la portineria.
E per dormire avevo trovato un B&B economico, pulito e in una zona tranquilla.
La cosa presentava dei rischi, ma che potevano essere gestiti con un minimo di preparazione, ad ogni buon conto andai nell’armeria della città e comprare uno spray antiaggressione, mi sembrava opportuno, avevo preparato tutto quello che mi veniva in mente, ritenevo di essere pronta.
 
La mattina dopo presi il trolley e salii sul treno.
Molti pensieri mi giravano per la testa, ma cominciavo a pensare che farmi scopare per soldi potesse anche piacermi, magari dentro di me ero una puttana nata, se non lo ero lo sarei diventata.

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