Skip to main content
Racconti Erotici

I AM YOU

By 24 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi ritrovo insolitamente al margine della pista a guardare le coppie che ballano ciò che viene chiamato il ‘tango europeo’, meglio conosciuto come mazurka francese.

Un ballo intimo, sensuale, forse un po’ maliconico, fatto di passi leggeri, come leggeri sono i respiri e i volteggi delle coppie che danzano. Ognuna in una dimensione a sé, stranamente lontana dagli altri pur essendo in mezzo ad altre persone.

Ogni coppia ha il suo abbraccio, il suo passo, il suo essere vicini o lontani. E se ancora non ha una storia, sicuramente la sta creando in quel momento. Forse durerà solo il tempo di quella canzone, o forse, diventerà un’occasione per ritrovarsi e inventarne una nuova.

Io per esempio stasera vorrei ballare con Lorenzo ma lui sta già ballando con Simona.

Che a Simona Lorenzo piaccia, eccome, l’ho già capito da un pezzo, anche se lei insiste nel dire di no.

E infatti eccoli là, ancora abbracciati senza accennare a staccarsi.

La prima volta che ho capito come stavano le cose, era una sera d’inverno. Ero crollata a sedere su un gradino, sconfortata. I miei dubbi erano diventati certezze’ Avevo rifiutato di alzarmi persino quando Susan, una ragazza inglese in Erasmus, mi aveva chiesto di ballare perché anche lei, era rimasta senza ballerino. Avevo bisogno di riprendermi e metabolizzare la ‘sconfitta’.

Il ballo successivo non ero comunque pronta a farlo con un uomo e l’avevo fatto con Chiara, una ballerina bravissima che nel giro di cinque secondi mi aveva fatto completamente dimenticare con chi stavo ballando.

A fine serata avevo fatto comunque un ballo con Lorenzo. La cosa mi aveva lasciata stordita poiché nonostante il suo palese e fresco intorto con Simona, la nostra danza mi aveva trasmesso una carica sessuale fortissima. C’era sempre qualcosa che scattava tra di noi. Durava il tempo di una mazurka ma era sufficiente a lasciarmi sconvolta tutte le volte che accadeva… il che si verificava almeno 2 volte in una serata! In ogni caso la sua storia con Simona non era sufficiente a farmi smettere di cercare ancora con lui quelle sensazioni.

‘Lore, balliamo?’ mi sorride imbarazzato ‘facciamo quella dopo, ti va? Vorrei restare un attimo con lei’, dice indicando la cugina che è venuto a trovarlo per qualche giorno. ‘Ok’.

Dopo due o tre balli veloci la musica termina, le coppie si disfano e se ne formano altre. I musicisti iniziano a suonare una mazurka bellissima che riconosco fin dalle prime note. Sono in tre o quattro, tutti molto bravi, e c’è un ragazzo che suona il violino in un modo che fa venire i brividi alla schiena. Mi volto ed incrocio lo sguardo di Lorenzo che capisce al volo.

Mi tira a sé facendomi fare una breve giravolta: ‘Scusa, ti dispiace?’ dice sorridendo mentre infila un braccio sotto la mia felpa e posa una mano sulla mia schiena’ sorrido anch’io e poi mi lascio andare. Lui mi porta ed io mi abbandono a quel movimento, mi faccio guidare ma sono partecipe. Sarà la musica, sarà che abbiamo sempre ballato bene insieme, fatto sta che non facciamo quasi in tempo a toccarci che l’atmosfera scherzosa che c’era poco prima tra di noi cambia’

In un dialogo silenzioso, entrambi sappiamo, senza saperlo, che cosa farà l’altro. Iniziamo a ondeggiare e volteggiare, fingendo di fermarci quando la musica fa una pausa per poi riprendere a muoverci. Mi fa andare indietro spostando leggermente il busto in avanti, io lo assecondo. Siamo così attaccati che posso anticipare i suoi movimenti, i fianchi ondeggiano leggermente. Ho gli occhi chiusi, il mio seno è schiacciato contro il suo petto.Mi stringo e lui sospira mentre mi fa scorrere la mano lungo la schiena’ ondeggia col bacino ed io lo seguo. Poi cambia presa e mi guida appoggiandomi le mani sui fianchi, io mi spingo contro di lui mentre assecondo i suoi movimenti. Sento che sospira più forte accentuando ancor di più i suoi’

La musica dei violini si fa più intensa, faccio scivolare la mia mano dietro il suo collo. Ho il viso leggermente girato verso il suo, vicinissima alle sue labbra. Sospende ancora il movimento per qualche secondo, in una finta pausa e mi porta verso di sé sbilanciadomi da un lato. Io mi faccio portare appoggiandomi con un fianco contro al suo corpo, di modo che possa sentire il mio. Reclino la testa di lato contro la sua guancia e mentre con la mano gli sfioro la nuca, lentamente sollevo la gamba facendola scorrere sulla sua, accarezzandogli il polpaccio.

Mi stringe ancora, sospirando mi scosta una ciocca di capelli dal viso e all’improvviso ci ritroviamo a pochi centimetri dalle labbra l’uno dell’altro.

Sono furiosa ed eccitata al tempo stesso. Furiosa per il potere che ha su di me, perché basta che mi sfiori per mandarmi fuori di testa e perché quando balliamo mi scopa sulla pista, ma fuori dalla pista l’amore lo fa con un’altra. ‘Fanculo tutto’, mi dico, ‘fanculo Simona, fanculo lui’.

Scendiamo verso il basso piegando le gambe al punto tale che struscio il mio pube contro il suo ginocchio e nella risalita una sua mano mi sfiora il culo, percorre la lunghezza dei miei fianchi e mi accarezza la coscia.
Sento che il suo membro indurirsi contro di me e con un movimento mi spingo ulteriormente in avanti facendo pressione contro la sua erezione. Chi ci vede da fuori non lo sa, ma lui non può non accorgersene. La sua mano si chiude a pugno, mi stringe la maglietta e la solleva.

Rincaro la dose quando mi fa cambiare peso e faccio scorrere nuovamente la mia gamba contro la sua agganciandola come in un piccolo tango, mi stringo di ancora, spingendo il mio seno contro di lui, come se dovesse saltarmi dentro’

Un altro giro, la musica finisce ma noi restiamo abbracciati, forse più del necessario. Prima di andarsene mi sussurra ‘adoro ballare con te’ma devo contenermi…’. ‘Ma che faccia da culo!’ penso, anche se mio malgrado non posso fare a meno di sorridere a quell’affermazione. Quando finalmente ci stacchiamo, sono sconvolta.

‘Stai bene?’, mi chiede Chiara ridacchiando, ‘sembra che tu abbia appena fatto una trombata’.

‘Più o meno è così- rido – Non ti sfugge niente eh!’.

‘Niente!’.
E’ una serata insolitamente calda per essere quasi inizio autunno.
Siamo tutti radunati in una piazza, qualcuno con la faccia più stanca degli altri per via delle ore piccole fatte la sera precedente. Eppure la voglia di ballare non molla e resiste, notte dopo notte, dopo notte.

Approfittiamo di ogni singolo momento perché all’alba, chi prima e chi dopo, ognuno di noi tornerà nella sua città: Torino, Venezia, Verona, Padova, Mestre, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Roma, fino a quando qualcuno non deciderà di fare un altro incontro danzereccio per ritrovarsi, ancora.
Ci siamo quasi tutti: facce conosciute e facce nuove’E a volte accade che ci sono facce che attendi di rivedere, braccia che vuoi che tornino a stringerti, respiri e sussulti che vuoi risentire… Emozioni che aspetti di provare di nuovo!

‘Mi faccio un giro’ dico agli amici. Inizio a passeggiare attorno alla pista in cerca di un ballerino. Ho fatto solo pochi passi, che lui mi arriva davanti e senza dire una parola, mi prende per mano e mi porta al centro della pista. Scosto i capelli da un lato per non farglieli arrivare sulla faccia, anche se poi, succederà lo stesso’

Mette una mano dietro la mia schiena e tiene la mia destra nella sua. Chiudo gli occhi e mi lascio andare’
La mia schiena si muove, ondeggia e a volte si inarca sotto la sua mano. Le mia spalla si solleva quando mi sfiora le scapole mentre col seno mi spingo contro di lui. Con la mano libera vado dietro la sua nuca, gli accarezzo i capelli, passo dietro il collo, raggiungendo quasi l’orecchio.
Si ferma e poi si piega su un lato per portarmi verso di sé, mi carica su un fianco e mi porta giù facendomi fare una specie di casquet. Lo seguo verso il basso fino quasi a sfiorare il pavimento e quando arrivo, sento le sue labbra sfiorare le mie. Mi riporta in su ed il mio viso è di fronte al suo. Ora siamo fronte a fronte e posso sentire sulle labbra l’aria calda del respiro che esce dal suo naso. Lo sento sospirare forte mentre la musica finisce e noi rimaniamo così.
Fronte a fronte, naso a naso, labbra a labbra.
‘Resto o non resto?
Mi sforzo di scostarmi di lato e tuttavia faccio fatica a lasciare l’abbraccio. Per qualche ragione non voglio abbandonarmi fino in fondo. Ci guardiamo ridacchiando imbarazzati e senza sapere cosa dire. Ci ripromettiamo di ritrovarci nella serata, ed infatti torniamo a cercarci e a ballare..e la carica erotica cresce’

Quando la serata arriva alla fine è ormai l’alba. L’ultimo ballo, come sempre è in gruppo.
Ci muoviamo a ritmo di un ballo francese,una danza a catena, fatto di piccoli passettini.
La catena di persone si muove formando una spirale, in un cerchio sempre più fitto. Per un attimo incrocio il suo sguardo’ è quasi arrivato dietro di me. Il cerchio si fa sempre più stretto fino a che non ci ritroviamo tutti vicini, attaccati gli uni agli altri.

Ad un certo punto, lui arriva all’altezza della mia schiena. Quasi non ci faccio caso, fino a che non lo sento appoggiarsi contro di me ed un brivido mi percorre fino al collo. Prosegue, affondando la faccia in mezzo ai miei capelli. Giro leggermente la testa, mentre il cerchio di continua a muoversi. Dal momento che ‘chiudo la fila’ , ho il braccio destro dietro la schiena. La mia mano chiusa a pugno, si apre e si poggia su di lui.
Non accenna a spostarsi’ e il mio respiro si fa più profondo.
Mi sto eccitando’ l’idea che siamo in gruppo, a fare un ballo solo fintamente ‘tranquillo’ mi fa impazzire!
Fingere di essere tranquillamente con agli altri ed al tempo stesso non essere affatto lì ma in una sorta di intimità segreta con lui. Continuamo a ballare così, fino a che non mi accorgo che il cerchio si sta riaprendo e allora, con estrema fatica mi stacco da lui e proseguo, seguendo la catena.
Finisce la musica e stavolta ci salutiamo per davvero’
Quando ci abbracciamo mi lancia uno sguardo, carico di promesse’

Torno a casa sconvolta e mentre scivolo nel sonno penso a quanto ci siamo avvicinati e toccati, senza esserci incontrati abbastanza’
A volte accade di arrivare al limite e decidere di non oltrepassare il confine e poi accorgersi, che nel lasciare tutto incompiuto, il confine lo si è superato di brutto. Forse proprio perché, quello che rimane incompiuto, lascia ancora più spazio all’immaginazione, al desiderio, al brivido’

Leave a Reply