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Racconti Erotici

Inarrestabili e martellanti istanti

By 23 Luglio 2020No Comments

Adesso ti sto osservando, ti divoro energicamente con lo sguardo in maniera bramosa e vorace, staziono di fronte alla soglia e là mi riconosco in modo incomprensibile alquanto irrequieta, mi sento molto critica, direi instabile, poiché ne abbiamo lungamente argomentato e predicato in lungo e in largo, ciò nonostante si capta sovente quel sentimento di turbamento, quell’essenza inevitabile di disaccordo e di contrastante dissapore, dal momento che la lusinga e nondimeno la conclusiva e inesorabile attrazione, m’ha persuaso sospingendomi sennonché là dinanzi a quel bubbolo, ubicato sul portone d’ingresso della tua abitazione.

 

Io nel contempo pigio su quel pulsante e attendo prestando attenzione all’incedere di qualcuno che s’avvicina all’uscio. Un uomo spalanca il battente invitandomi ad accedere, ride salutandomi e dandomi l’amichevole e affabile benvenuto. Appena varco la soglia t’avvisto all’istante, sei là sfavillante, fedelmente esposta come pattuito, in quanto sei accomodata su d’una confortevole seggiola fasciata con un fazzoletto, ma interamente svestita, mentre le tue basse estremità sono accortamente annodate ai sostegni di quell’equipaggiamento. L’uomo con un’efficiente ed accorta avvisaglia, mi fa cenno di non aprir bocca né di squadrarti, tu sei molto graziosa e piacente, bella proprio come supponevo. Tu sei conscia che sono là, che siamo in quel luogo, giacché si nota in maniera tangibile dal nervosismo che trapela dai tuoi muscoli, che si palesa dalle tue gambe irrequiete, che si manifesta dal tuo addome in quanto si mette in azione accompagnando la respirazione sostenuta dall’esaltazione libidinosa, mentre i capezzoli raggirano la tua voglia, svelando la tua paura, facendo in ultimo spifferare le tue dissolute e viziose fantasie.

 

Io frattanto mi denudo a rilento, mentre lui s’avvicina mormorandoti di non angustiarti, di lasciarti andare che è lì con te, io lo osservo mentre si china per accarezzarti la chioma, baciandoti in conclusione in maniera flemmatica e affettiva. In seguito, ignudo, mi dispongo di fronte a te, il sapere d’essere fasciata è come se ti magnificasse i sensi, giacché ti volti per ispezionarmi, eppure squadri unicamente il buio. In quella circostanza io m’abbasso collocandomi tra le tue cosce, con una mano t’accarezzo i piedi e vedo che t’irrigidisci: non t’assillare mia deliziosa amica, non affliggerti, è solamente la percezione del primario legame, come se in un istante t’avessero oltrepassato il corpo tutte le proiezioni e le visioni che hai perennemente avuto. Dopo mi chino per baciarti il piede e poi da là inizio a salire con la lingua, ti squadro con ammirazione, perché m’aggrada esaminarti, mentre rivolgi la testa all’indietro, lasciando che il tuo uomo ti sbaciucchi il collo, fintanto che le sue mani valenti e navigate ti rasentano i capezzoli.

 

In realtà è giustappunto una scena provocante e irresistibile da osservare, perché è come se lo facesse per caso, poiché non è un accostamento richiesto né una presa di contatto voluta, eppure sia tu che lui avete piena cognizione che lo è. Mi soddisfa guardarti, m’attrae squadrare il tuo organo sessuale talmente attiguo a me, appare che campi di vita sua. Io m’accosto e si dilata, si dischiude diventando aromatico e lucente, per il fatto che non resisto, perché lo lambisco sulle angolature dove le gambe s’uniscono con il busto, ne rincorro i bordi, ci mulino circolarmente a rilento, abbordandolo maggiormente, così come un indolente supplizio, soltanto per te naturalmente. Io gradisco che ti muovi, bramo osservare la tua cavità pelvica pressare direzione della mia bocca e poco dopo accade: sai che cos’è di preciso? E’ la pura, riconosciuta e indiscussa voglia, perché tu sollevi lo sguardo e il tuo uomo sta giocherellando divertendosi con i tuoi capezzoli, al momento li piglia fra le dita in maniera pressoché burbera, spiccia e villana, li rotea, intanto che intravedo il suo organo genitale calorosamente aizzato vicino a te, e soltanto allorquando lo adocchio accostarlo alla tua bocca e lasciarlo entrare, in definitiva mi decido di baloccarmi con il tuo sesso.

 

Io m’introduco dentro di te simultaneamente al suo sesso, agogno di rincorrere il suo ritmo, la mia cadenza trasforma il tuo modo di prenderlo in bocca e di baciarlo, lo vedo nei suoi occhi e in quell’occasione ho deciso d’entrare dentro con due dita, le dita dentro di te e la lingua sul tuo centro indiscusso e inconfutabile del piacere. Tu dovresti vederlo, è splendido, eretto e lucido esce dalle tua labbra quasi ad invitarmi a prenderlo in bocca, perché io lo compio ogni qualvolta che la mia lingua lo sfiora. Tu tendi visibilmente in dentro l’addome, le mie dita infradiciate sdrucciolano dentro di te poi cessano l’opera, dal momento che non fai a tempo a invocare che cosa sia esattamente successo, in quanto le percepisci ancora entrare, le capti distintamente stringersi per tastarsi fra di loro e nel tempo in cui ciò avviene, avverti le mie labbra sigillarsi sul tuo clitoride pressandolo e avvolgendolo, così come farebbe il più limpido e schietto bacio.

 

Io sono eccitatissimo, mi sento spronato e acceso, in seguito mi sposto in maniera che il mio sesso possa sfregarsi sul tuo piede. Io avverto la tua cute levigata, mi sollevo senz’interrompere il contatto tra la mia punta lucida e gonfia e la tua epidermide e dopo di che m’accosto. Tu sei manifestamente come offuscata, svampita dal piacere e per di più frastornata dalla sorpresa, da una parte il suo sesso nella tua bocca, il suo profumo e dall’altra inaspettatamente il mio profumo a breve distanza, mentre lui esce e i nostri sessi si ritrovano davanti alla tua faccia, ti volti e a momenti di colpo lo inghiotti. Francamente mi piace vederlo, perché è come se ti fossi lasciata andare, lo baci, lo lecchi, lo lasci uscire per baciare il suo, cerchi il contatto sulle tue guance con entrambi, passi da uno all’altro e appresso ti fermi su di me, mentre senti lui che digrada sui tuoi capezzoli.

 

In breve tempo le sensazioni si sono lestamente invertite, lui ti lecca e tu lecchi me, ci squadriamo e mi rendo ben presto conto che lui ha liberato le tue caviglie, Attualmente lo sento dialogare sottovoce, non afferro bene il concetto, avvisto che in ginocchio sovrappone il suo organo genitale sul tuo, lo sfrega, le tue gambe abbracciano il suo busto e lo trainano a te. Per un istante lui entra, sdrucciola lascivamente dentro, percepisco la variazione da come m’hai ingoiato di colpo, con un qualcosa in più che non riesco a spiegarti. Adesso mi esamina e con gli occhi gli manifesto di portarti di là, in quel frangente tu esclami il tuo netto e marcato disappunto, perché un lamentevole e sonoro no fuoriesce dalla tua bocca, successivamente ti sleghiamo e io vi tallono verso la stanza da letto.

 

Tu rimani per un momento in piedi fra di noi, lui è dietro e io sono davanti; ci accostiamo a te per farti captare i nostri sessi sulla persona, dopo lui ti fa distendere sul talamo, adesso sei pienamente sfolgorante, con gli occhi ancora avvolti, ma in una posizione mista tra la totale arrendevolezza e la sfacciata sfida: in quella circostanza ci collochiamo in ginocchio di fianco a te uno per parte e portiamo le tue mani sui nostri sessi, tu li sposti adagio ma in volubile crescendo, perché è come se ti risvegliassi scuotendoti poco a poco, per il fatto che si nota da come ti muovi con tutto il corpo. Lui si stacca e si sdraia tra le tue gambe incominciando a leccarti senza fretta, il tuo ritmo su di me s’adegua di nuovo al suo su di te. Percepisco la tua mano mettere in tensione indietro la pelle e poi lambire la cappella, t’adocchio inumidire le dita con la saliva e poi tornare al mio sesso. Appena lui ti entra dentro, avverto che mi trascini a te, io percepisco ancora la tua lingua, il tuo caldo appassionato corpo. Siamo due corpi che giocherellano e agiscono con te per il tuo piacere, due persone che hanno te come baricentro e sostanza del piacere, non la ricerca né l’indagine del nostro, ma principalmente del tuo.

 

Ammiro adocchiarti giocare, mi ritrovo di nuovo ad osservarti, a scrutare lui che fissa il mio sesso nella tua bocca, e questo mi fomenta accendendomi maggiormente. Al momento mi fa segno di staccarmi e mentre guardo lui ti giri a carponi non modifica la situazione, tuttavia per noi guardarti diventa ancora più entusiasmante esaminarti mentre mi baci, mentre me lo lecchi, per il tempo in cui le spinte di lui da dietro si ripercuotono davanti su di me. Io mi allontano un istante da te, e m’inserisco sotto di te come se fosse un intramontabile e libidinoso sessantanove, la mia lingua si svaga sul tuo sesso aperto da lui, la mia lingua gioca sul clitoride mentre lui si balocca dentro di te. Il mio organo genitale colpisce la tua bocca, avverto le tue mani giocare con le mie palle, perché questa sensazione magnifica è un qualcosa che va al di là delle bizzarrie, percepisco la tua mano decisa, la tua bocca ingorda e lasciva.

 

In seguito, ascolto di netto la tua voce che proclama che mi desideri, io m’accovaccio al tuo fianco, mentre te e tu mi sali sopra, è in realtà una cosa strana, ti sento e sei come immaginavo, perché ti osservo scendere su di me a rilento, facendolo entrare centimetro dopo centimetro fino a quando lo senti in fondo. Tu ti blocchi per un istante, dopo inizi a muoverti, le tue mani sul mio petto, le mie mani sul tuo organo genitale, lui di fianco a te, lo vedo mentre alla cieca la tua mano cerca il suo sesso, lo prende, ci gioca, lo porta alla sua bocca. Prendere in esame e contemplare da là sotto è splendido, io tento di badare il tuo ritmo seguendo i tuoi sospiri, i tuoi gemiti, perché ogni volta mi pare che tu stia per venire. E’ assai stuzzicante, scruto te e osservo lui, per un momento si disunisce da te fermandosi in un angolo a guardarlo e te lo dice che vuole ammirarti. Quello che tu ascolti è come un scossa che ti sconquassa, allora inizi a muoverti più veloce come se volessi offrirgli un sontuoso spettacolo, come se aspirassi impregnare le sue occhiate che non vedi, ma che avverti in modo netto sulla cute. 

 

Adesso varia la sollecitudine, s’innova il movimento, s’adatta la scioltezza, tutto si conforma e s’aggiorna al meglio, perché mi stai generosamente padroneggiando all’inverosimile, ti sento palpitare, guizzi per il piacere che provi, ti sento intrisa, mentre tu avverti come io mi sto ingrossando, giacché i vasi sanguigni aumentano di volume, il cazzo attualmente diventa marmoreo e ti sento che vorresti lussuriosamente sborrare, per coincidenza però si frappone lui bloccandoti, in caso contrario avresti bramosamente eiaculato dentro di me, in quanto non è ancora giunto l’attimo. Lui invero ti distrae, attenua la tua foga, ti distoglie quel tanto che basta, e mentre compie tutto ciò ricomincia da dietro a palpeggiarti come piace a te, ti lambisce digradando verso il basso, nel tempo in cui le sue mani a casaccio agiscono sui tuoi capezzoli. Appena la sua lingua arriva sul tuo didietro nell’ano lo sento, perché tu serri i muscoli, lo avverto, mi fermo e attendo che lui entri adagio, la tua mano si stringe sul mio petto, mi fa male e capisco in pieno le tue sensazioni, quando è dentro sento lui muoversi contro di me. Al presente due sessi si sfiorano dentro, ti senti colma, sazia, imbottita di tutto, di trepidazioni, di suggestioni, d’apprensioni e di benessere, ricca e affollata di genialità, intanto che brulichi dal piacere.

 

Quel maschio si muove e scandisce proponendo la cadenza, la tua pelle è ipersensibile, basta che ti tocchi e vedo la pelle d’oca, basta che ti sfiori e la pelle raggrinzisce, i tuoi capezzoli sono durissimi più di prima e molto più eccitabili, cerco di prenderli in bocca o almeno di passarci sopra la lingua, poiché è realmente stupendo sentirti venire ancora. Attualmente ci muoviamo in tre senza pensarci, è unicamente piacere per te, perché sei tu che adesso conduci e disponi, sei solamente tu che stabilisci in che modo e in quale tempo. Passano pochi istanti e domandi a lui d’uscire, io non so cosa compiere, malgrado ciò tu mi enunci determinata di rimanere fermo, ti volti a pancia in su e agevolandoti con le chiappe al mio sesso mi fai entrare là dietro, siamo noi senza parole e mentre lui ti viola davanti invadendoti tutta, io adocchio il suo sguardo ammaliato d’un uomo che ha la cognizione autentica sapendo d’avere in un colpo solo la spasimante, la sostenitrice e la pura connivente.

 

Il mio cazzo s’addentra e agevolato dalla penetrazione precedente la sensazione che avverto è splendida. Tu cadenzi il ritmo ad entrambi, a me e a lui che è entrato dentro di te, segui le tue sensazioni, accompagni un qualcosa d’inavvertibile a noi, ma perfettamente distinguibile a te, che ti invade nel corpo e nella mente scardinandoti le membra. Non posso pensare che tu voglia venire ancora, eppure mi eccita sperarlo, intanto che lo faccio ti origlio e assisto, rimango concentrato osservando il tuo corpo, capto distintamente che ti contrai, percepisco che vibri, che ti corrughi e vieni.

 

Noi non ci spostiamo, bramiamo diffusamente che tu goda appieno d’ogni sensazione, perché gradualmente è splendido distinguere il tuo respiro rallentare, ravvisare guardare una sorta di nuova calma dentro di te. Lui è gioioso, pare che si riverberi dentro di te, dopo si sposta e mi fa uscire. Per un attimo lunghissimo rimaniamo noi tre sdraiati uno di fianco all’altro, i nostri sospiri procedono insieme, sorridiamo congiuntamente e di nuovo tu parli. Io adocchio lui, lo vedo repentinamente irrigidirsi, distinguo che ti sborra sul viso, sulla bocca, sulle guance, tu sei incantevole, spensierata e seducente, io non riesco a reggere e ti eiaculo sulle tette, non so perché, ma in quest’istante sei straordinariamente amabile. Lui t’accarezza e ti sussurra tutte le cose più dolci, le sue mani giocano sul suo seme, sul mio, sulla tua cute.

 

In quel preciso frangente mi sposto cautamente, perché discernere in tale maniera è tutto talmente stupendo, perché afferro e comprendo molto bene che è appropriato, perfetto ed equanime lasciarvi da soli.

 

Verosimilmente, senza dubbio alcuno, per te quanto per lui, per donargli l’occasione di rimuoverti la fasciatura, in ultimo di ridacchiare nuovamente, durante il tempo in cui capti distintamente l’uscio del battente sprangarsi dietro di te, intanto che con un debole ansimo gli mormori che lo adori in un orecchio.

 

{Idraulico anno 1999} 

 

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