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Nell’ ombra

By 24 Febbraio 2019Agosto 9th, 20216 Comments

Ero al buio, o comunque in penombra. Il letto era morbido e la mia schiena nuda appoggiata su lenzuola fresche. Il mio seno nudo si alzava e abbassava lentamente mentre respiravo piano.

Dovete sapere che ho un seno abbondante ma bello sodo. Mi piace vedere gli uomini notarlo, desiderarlo. Per questo motivo indosso spesso magliette attillate, o camicie ampiamente scollate, che lasciano intravedere gran parte delle mie belle poppe abbronzate. Giovani e vecchi mi guardano per la strada, e sento sempre i loro sguardi li’, sul mio petto.

Ma sto divagando. Quel giorno ero nuda, su quel letto in penombra. Sentivo le manette fredde ai polsi, le braccia tenute in tensione legate al letto. Le mie gambe leggermente aperte, anch’esse legate al letto. Ero immobilizzata, e la cosa mi eccitava.

Sapevo di essere osservata, ma non sapevo quanti maschi mi stavano guardando. Vecchi o giovani? Da soli o in compagnia di mogli o fidanzate? Quanto di loro si stavano già masturbando guardandomi? Non ne avevo idea. C’era una webcam davanti a me, era l’unica cosa che sapevo.

La porta si aprì all’improvviso, e lo vidi. Un bel ragazzo, alto, giovane, muscoloso. Indossava solo un paio di jeans e mi guardava con una gran voglia nel suo sguardo. Si avvicinò lentamente. Sentivo il mio respiro diventare più frequente, vedevo il mio seno alzarsi e abbassarsi di più, e questo attirò l’attenzione del ragazzo. 

Era di fianco a me, in piedi. La sua mano si mosse piano e mi accarezzò il seno, lentamente. Era eccitato, si vedeva. Era veramente giovane, forse 20 anni. La webcam era accesa, riprendeva tutto.

Lo schiaffo arrivò all’improvviso. Sulla tetta sinistra, forte. Fece un rumore secco che riempi’ la stanza in penombra. Lo guardai negli occhi, gli piaceva. Il secondo schiaffo mi colpì in faccia, piu’ debole. Non voleva farmi male, ma voleva farmi capire che lui era in controllo.

Guardandomi dritto negli occhi, con una mano cominciò a tormentarmi un capezzolo, mentre con l’altra si slacciò piano i jeans. Non indossava mutande, e un gran bel cazzo uscì già in tiro. Lo porto vicino al mio viso mentre mi colpì con un secondo schiaffo sulla tetta. 

Per la prima volta sentii la voce. Fuori campo, non del ragazzo. Una voce forte, autoritaria. “Succhiaglielo come una troia, forza!”. 

 

Ignorai l’ordine. Cercavo lo sguardo del ragazzo, ma lui era ipnotizzato dal mio corpo. Il suo sguardo sul mio seno, sulla mia pancia piatta, sui miei fianchi, sulle mie gambe lunghe e abbronzate… sulla mia fighetta rasata e pronta.

Vedevo il suo cazzo irrigidirsi sempre più, ancora di fianco al mio viso. Lo prese in mano e se lo menò un pò, guardandomi continuamente con aria sempre più vogliosa. Quante ragazze può avere, pensavo, eppure ora lo eccita questa troia legata al letto, nuda e a sua disposizione. Comincio a battere il suo cazzo duro sulle mie tette grosse e morbide. Il rumore eccitava entrambi, e lui lo avvicinò ancora al mio viso e alla mia bocca.

”Leccaglielo, cagna! Sei qui per questo, no?”, sentii gridare ancora fuori campo. Guardai la camera di fronte a me ed immaginai ancora una volta le decine di maschi con il cazzo in mano, che si assaporavano in diretta questa scena per cui avevano certamente pagato molti soldi.

Mi girai e lo leccai piano, prima sulla cappella, poi lungo l’asta… Lo sentii reagire con un’erezione ancora più dura. Che bel cazzo! 

Lui si piegò ed avvicinatosi all’orecchio sussurrò piano “sei solo una vacca da montare… tuo marito lo sa, puttana?”.

Mio marito… no lui non sapeva nulla, e non doveva sapere di queste mie perversioni. Lui mi credeva una brava mogliettina per bene, che ama indossare vestiti alla moda e parlare dell’ultimo film appena uscito… Non sapeva certo che mi facevo legare ad un letto nuda e usare da sconosciuti.

Non dissi nulla e continuare a leccare piano. Avrei voluto prenderglielo in mano e segarlo lentamente, come il suo bel cazzone meritava, ma le mie mani erano legate.

All’improvviso si scostò, allontanando l’oggetto del mio desiderio. Senza preavviso, un nuovo schiaffone sulla tetta. Mi guardò negli occhi e mi sputò in faccia. Poi si allontanò. Il mio sguardo seguí il suo bel cazzo ancora per un po’, fino a che uscì dalla stanza.

Ero eccitata, sia dal cazzo che poco fa stavo leccando, sia dalla situazione. La saliva di quel bel maschio colava sulla mia guancia. Cosa avrebbero fatto di me ora? Cosa mi sarei dovuta aspettare? Le richieste certamente intasavano il server…

 

 

Rimasi sola per qualche lungo minuto. Mi guardai attorno, la stanza era spoglia. L’unica cosa al di fuori dell’ordinario era la telecamera puntata su di me.

La lucina rossa era sempre accesa, sapevo che tanti bei cazzi duri aspettavano il prossimo capitolo. Cosa avevano deciso?

Una brezza raffreddo’ la stanza, ed immediatemente i miei capezzoli si indurirono, e la mia pelle abbronzata si copri’ di pelle d’oca. I miei seni completamnete esposti a quell’orda di maiali dall’altra parte della telecamera si sollevavano e abbassavano piano, seguendo il mio respiro.

La porta si apri’ di nuovo.

Il bel ragazzo di prima entro’ lentamente, con i suoi jeans di nuovo allacciati ma sempre a torso nudo. Aveva proprio un bel fisico, era giovane e si vedeva. Mi eccitava anche solo guardarlo. Le spalle larghe e muscolose, le braccia forti di chi sa proteggere la sua donna, oettorali e addominali in bella vista. E il suo bel cazzo, ovviamente, che poco fa avevo assaporato…

Lo seguiva un uomo grassottello, sulla cinquantina, con pochi capelli e mal piazzati. Si avvicinarono alla telecamera con aria incuriosita. Forse si era rotta e l’uomo era il tecnico per ripararla? 

Mi ignoravano, e regolarono un po’ lo zoom della telecamera. 

Dopo qualche minuto si giraraono verso di me. Si avvicinarono piano, senza sorridere. Per un istante, i miei occhi si incrociarono con quelli dell’uomo maturo, e improvvisamente capii.

Era il suo turno.

Il grassone si avvicino’ con aria arrapata e comincio’ a palparmi le tette con grande forza. Era volgare, voglioso, viscido nei gesti… Io volevo il ragazzo, che invece stava in disparte a guardare. La luce della telecamera era ancora rossa. Tutti guardavano e si segavano godendo della mia situazione.

L’uomo si piego’ e comincio’ a leccarmi le tette mentre le stringeva con le sue manone callose. Chiusi gli occhi, era orrendo. Non smetteva piu’ di tormentarle. Le leccava, le mangiava, le mordeva. Mordeva i capezzoli, poi di nuovo a palparmi e leccarmi. Le mie grosse tette erano completamente a sua disposizione, io ero ancora legata e non potevo fermarlo.

Mi guardo’ negli occhi, mi lecco’ la guancia e disse piano… “Poi questa la mandiamo al tuo bel maritino cornuto, OK?”, indicando con la testa la telecamera.

Mi sentii morire. Ebbi paura, per la prima volta quel giorno. Non volevo che mio marito scoprisse questo lato mio. Sua moglie legata come una troia da monta e nelle mani di un vecchio ciccione qualunque… Come dire “vedi caro, sono puttana con tutti, anche con questo grassone qualunque, ma non con te…”.

Pensavo a quello che lui avrebbe pensato nel vedere la scena. Questo orrendo signore su di me, con le sue mani viscide sul mio corpo, la sua lingua sulle mie belle tette, sui miei capezzoli induriti dall’aria fredda. Pensera’ che lo faccio per soldi o perche mi piace essere usata? Il suo cazzo forse diventera’ duro nel vedermi leccata e presa con libidine animalesca? 

Intanto l’uomo contanuava la sua esplorazione. Con le sue mani ancora a palparmi le tette, si avvicino’ alla mio viso e fece per baciarmi. Sentivo la sua lingua forzarmi le labbra, entrare nella mia bocca, cercare la mia lingua. 

Cercai il ragazzo con lo sguardo. Non volevo guradare quell’uomo schifoso, che mi palpava e baciava rumorosamente. Vidi il ragazzo in un angolo, con il suo bel cazzo duro in mano. Si segava. Gli piaceva la scena del vecchio su di me…. Bastardo!

“Vienei qui con quel bel cazzo che te lo succhio…”, pensai dentro di me.

Poi mi ricordai che minacciavano di fare vedere la scena a mio marito… Sicuramente si sarebbe visto il desiderio nel mio sguardo, mentre guardavo con voglia da vera troia il cazzo durissimo del giovane. Poveretto, il cornuto avrebbe visto quanta voglia c’era in me per quel grande uccello… Avrebbe pensato che non mostro mai tanta libidine con lui, e che forse il suo uccello non mi piace neanche tanto… 

 

Continuavo a guardare il ragazzo segarsi in fondo alla stanza, e sentivo la mia figa reagire alla scena. Mi stavo bagnando, mi eccitavo a guardarlo in piedi, nudo, con il suo bel cazzo durissimo nelle sue mani. Andava su e giù lentamente, mentre i suoi occhi divoravano il mio corpo legato al letto.

intanto il vecchio non mi aveva lasciata. Le sue mani erano ovunque, sulle mie belle tette e poi nella mia figa bagnata. Che schifoso, che porco. Godeva del fatto che io fossi legata, e forse anche del fatto che lui mi faceva schifo. Mi tormentava i capezzoli mordendoli e succhiandomi le tette, mentre con le dita mi penetrava.

Poi si tolse i pantaloni. Il vecchio mostrò un cazzo in tiro, proporzionato ma non eccezionale come quello del giovane. Me lo trovai sulla faccia, duro e voglioso. Il cazzo mi voleva, voleva la mia bocca, la mia lingua. Il cazzo mi chiamava e mi faceva sentire una troia a pagamento.

Provai a girarmi dall’altra parte… uno schiaffo mi colpì in piena faccia e sentii di nuovo la voce “leccaglielo, puttana! Tuo marito vuole vedere come succhi questo maiale..vuole vedere che ti piace!.”.

Mi sentii di nuovo morire di vergogna al pensiero che mio marito avrebbe visto tutto ciò, ma ormai non potevo più resistere. Le sue mani si muovevano bene nella mia figa, e la vista del giovane che si segava per me mi eccitava ancora di più. Non capii più nulla, mi girai di scatto e cominciai a leccare avidamente il cazzo del vecchio che era in piedi di fianco al letto. Lo leccavo veloce, gli succhiavo la cappella come fosse stata la cosa più deliziosa … 

Che puttana, pensai. Qui legata a un letto mentre lecco il cazzo a un ciccione qualunque. La cosa peggiore è che mi piaceva, mi faceva godere, Mi faceva sentire una vacca da monta. Quasi godevo nell’immaginare mio marito segarsi di fronte al video…

Guardai il vecchio mentre ora gli leccavo le palle, lo vedevo eccitato, lo sentivo ansimare come un maiale, e lo succhiai ancora di più. Ora volevo che venisse, volevo il suo sperma caldo sul mio corpo da troia…. troppo sexy per lui, troppo gnocca, troppo puttana. Vieni maiale, vieni su di me, pensai.

lui si abbassò e mi disse piano “che cagna meravigliosa sei, ma non credere di finirla così presto”, e mi lecco’ la guancia facendomi tremare il corpo.

Passo’ la lingua sul mio collo, sulle spalle, sulla tetta. Mi mordicchiò un po’ la tetta e il capezzolo, poi prosegui’ con la lingua sulla pancia, fino a giù. Io avevo di nuovo gli occhi sull’asta dritta del ragazzo, che con le labbra in silenzio mi diceva “puttana”, e sentii la lingua calda e veloce del vecchio dentro la figa. Godevo, era bravo il bastardo ciccione. Mi succhiava e leccava da favola, mentre le sue mani ancora mi palpavano le tette con brutalità.

Per la prima volta, mentre il grassone si dava da fare leccandomi rumorosamente la figa bagnata per lui, volsi lo sguardo verso la telecamera. Guardai fissa, sapevo di guardare mio marito negli occhi, lo immaginavo impotente, disperato…ma eccitato, forse col suo cazzo in mano, forse mentre succhiava quello di un altro…

 

All’improvviso vidi il ciccione alzarsi di scatto e letteralmente sedersi su di me, sulla mia pancia. Era pesante, e ansimava. Si sistemò per bene, il maiale. Con il suo cazzo duro puntato verso la mia bocca, in mezzo alle mie gran tette da vacca. Così ormai mi sentivo, una vacca usata per il piacere altrui. E mi piaceva. 

Sentii le sue mani luride afferrare le mi tette e stringerle attorno al suo cazzo. Lo guardai negli occhi senza dire nulla, ma aprii lentamente la bocca. Lui colse subito il segnale e cominciò a pompare il cazzo avanti e indietro tra le tette, infilando ogni volta la grossa cappella tra le mie labbra. Era orrendo, ma mi piaceva. E non riuscivo a non pensare a mio marito in lacrime mentre vedeva sua moglie usata così…

 

Guardai di nuovo negli occhi il maiale sopra di me. Ansimava, gli piaceva, forse era pronto. Con la voce più porca che trovai, dissi lentamente “vienimi addosso, porco!”. Non se le fece ripetere due volte… un fiotto di sperma calda mi copri’ parte della faccia e delle mie tette, mentre ancora lui dava gli ultimi colpi di cappella alla mia bocca. Che maiale, pensai. Sua moglie certamente queste cose non gliele fa fare… chissà quanto ha pagato per essere qui.

 

Guardai la camera, mentre l’uomo soddisfatto si rialzava e usciva dalla stanza. La mia faccia era decorata dal suo sperma, ma sapeva che ancora non era finita. Con la coda dell’occhio vidi il giovane avvicinarsi di nuovo. Lentamente, nella penombra. Aveva in mano qualche cosa, ma non capivo. Aveva in mano un oggetto lungo, impugnava il qualche oggetto.

Sentii il cuore battere più veloce. Lo guardavo, lo desideravo. Uscì dalla penombra e capii immediatamente. Aveva in mano una lunga frusta…

 

Mi girai  spaventata verso la telecamera, ma sapevo che nessuno mi avrebbe salvata, nessuno lo avrebbe fermato, neppure mio marito.

 

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CARO LETTORE / CARA LETTRICE

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A presto!

Mara

 

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