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Racconti Erotici

Quell’opportuno incitamento

By 26 Gennaio 2020Giugno 17th, 2020No Comments

Ogni cosa era cominciata con quel regalo, un innocente, semplice e smaliziato omaggio che Rossana aveva preparato in modo pratico e adeguato per Tony: si trattava d’una telecamera digitale, visto che in principio sembrava che non gli servisse a nulla. Alla fine, sebbene le proteste di Rossana diventavano sempre più accanite, assidue e indelicate, lui aveva cominciato a filmarla nella stanza da letto, giacché lentamente sia la modestia che il pudore, avevano gradualmente abbandonato lo stato d’animo alquanto impensierito, ombroso e ostile di Rossana, dal momento che lui riusciva a inquadrarla docilmente per bene, incorniciandola garbatamente e collocandola nell’esatta situazione, inserendola costantemente ammodo nelle sue personali proiezioni, con atteggiamenti e con movenze che sembravano intriganti e assai stuzzicanti. 

Fu lei, invero, in maniera inattesa e a dir poco sorprendente appena rincuorata, che volle essere fermamente ripresa mentre facevano l’amore, visto che quel poco che si riusciva beninteso a inquadrare le piaceva sempre di più. Un giorno arrivò da lui con un altro piccolo pacchetto contenente un piccolo cavalletto, per poter bloccare la telecamera su d’un mobile in maniera tale d’essere più liberi e sciolti nei movimenti, per favorire in tal modo riprese più accattivanti, seducenti e di qualità. Lei a casa, di riflesso, adorava di fatto ristudiare e rivedere quelle scene nel suo computer e quando ritornava da lui glielo raccontava in modo meticoloso, in quanto voleva ripetere alcune panoramiche che erano risultate troppo corte, magari una che era stata inquadrata male, oppure un’altra dove non si vedeva bene. Insomma, al momento quell’inaspettato e accidentale, ma utile e produttivo aggeggio, era diventato inaspettatamente indispensabile, molto vincolante, perché Tony in ugual modo gradiva rivedere i filmati assieme a Rossana in casa mentre erano distesi sul letto, ma non soltanto, anche quando lui era da solo se li ristudiava, esaminandoli e approfondendoli alquanto volentieri. Loro due si vedevano abbastanza raramente, non sempre a casa di Tony, per via degl’impegni continui e per la lunga distanza. Allorquando Tony andava da Rossana non sempre riuscivano a fare l’amore, in quanto lei abitava con la madre e il fratello e anche la piccola casa nel ghetto, spesso non poteva essere adoperata né sfruttata per via della cantina nella quale la madre o il fratello spesso trafficavano con le loro cianfrusaglie, impedendo e ostruendo in tal modo l’utilizzo della camera appena sopra. In camera sua lei non voleva farlo, benché la madre sapesse benissimo che trascorreva la notte con Tony spesso e con enorme piacere. 

Capitava pertanto che parlassero di sesso se non potevano farlo, più di quanto ne facevano quando potevano parlarne. Era però lei che lo provocava stuzzicandolo adeguatamente a puntino, dato che lo riscaldava infervorandolo al punto giusto, dal momento che gli raccontava d’aver rivisto il filmato più volte, d’aver stoppato l’immagine, d’averle rallentate, naturalmente nuda seduta sulla poltroncina dove si faceva le coccole da sola. Brulla, disadorna e totalmente nuda, da sola nella sua camera siccome non aveva pudore, per il fatto che suo padre da quando era andato via di casa, lei non aveva mai avuto problemi nel girare svestita senz’avere nulla addosso. A casa di Tony era diventato tutto più essenziale, lineare e semplice: lei arrivava, lui l’aspettava spesso con un chimono nero e nient’altro, in quanto lei era sempre contenta e compiaciuta di ritrovarlo già nudo, tanto che non vedeva l’ora di spogliarsi anche lei. Fu proprio in casa di Tony, facendo un giorno l’amore davanti alla telecamera che gli venne quell’idea, mentre lei era già prossima all’apice dell’orgasmo, proprio in quella circostanza volle sapere se quella realizzazione le sarebbe potuta andare a genio: 

“Tesoro, sai una cosa? La videocamera ha una deforme e sgraziata mancanza: pensa, se io mi sposto alla fine non si vede più nulla. Immagina e stima, quanto bello sarebbe fare l’amore in funzione di quel trabiccolo e se ci potesse almeno riprendere qualcuno. Che cosa ne pensi?”. 

“Qualcuno? Vuoi dire una persona che sta qui con noi, nel tempo in cui noi due siamo all’opera?”. 

“Sì, certo, hai capito bene, prima ci guarda e poi ci riprende. Queste tue impudiche, lussuriose e scostumate espressioni non le possiamo perdere, perché tu sei così attraente, avvincente e incantevole mentre vieni. Ti piacerebbe?”. 

“Certo che sì, sarebbe allettante, davvero interessante e anche stimolante. Sei proprio una canaglia, un filibustiere e un porco di prim’ordine, lo sai questo?”. 

“Dimmi, ti piacerebbe di più se fosse presente un maschio o una femmina?”. 

“Un maschio naturalmente, tassativamente sì, ma che discorsi fai”. 

In seguito ambedue pigliati più dal fare che dal pensare, si smarrirono uno dentro l’altro senza neppure finire il discorso, che però era rimasto ben impresso e radicalmente stampato nella memoria della telecamera. Fu perciò Rossana, a ritirarlo fuori alcune sere dopo mentre erano a cena, perché su quella lussuriosa fantasia e su quella depravata e intemperante genialità, lei aveva fatto frullare le dita molte volte durante quei giorni. 

“Dimmi la verità, ma pensi davvero che sia possibile e fattibile farsi riprendere da qualcuno?”. 

“Se tu lo vuoi possiamo farlo benissimo. Preferiresti uno sconosciuto o sceglieresti un amico?”. 

“A dire il vero ancora non saprei con esattezza. Onestamente lo sconosciuto m’atterrisce e mi turba un poco, sinceramente forse è meglio un amico, poiché mi rassicura e non mi scoraggia”. 

“Per la scena finale, hai in mente qualcuno in particolar modo?”. 

Tony immaginava che lei fantasticando e congetturando si fosse già fatta una sua connaturata e familiare rappresentazione, cosicché la pungolò oltremodo: 

“Spontaneamente considero e ti dirò, che potrei benissimo compierlo davanti a Gaetano. Io gli racconto sempre tante cose, in quanto è come se m’avesse già visto”. 

“Gaetano? Che cosa dici? Immagino vorrai scherzare?”. 

Gaetano era un amico di Tony che vedevano spesso, forse il migliore amico di Tony, lui si era appena separato dalla moglie perdendo ragionevolmente un poco del suo innato buonumore, ma era sempre Gaetano, quindi perché no? 

“Molto bene, è un’ottima scelta: lui non si farà certo dei problemi, stanne certa. La questione importante è che tu sia convinta ed esortata nel compierlo”. 

“No, aspetta, è solamente un’idea passeggera, una nozione precaria. Se dovessi farlo, meglio di lui al momento non c’è nessuno”. 

“Ecco, per l’appunto: l’importante è che tu sia decisa. Se non sei certa ne persuasa, ne riparliamo placidamente in modo più adeguato”. 

“Ascolta, se non lo fossi? Mi ci vedresti realmente a far l’amore davanti a Gaetano?”. 

“In verità non è che tu sia a tal punto composta, costumata e riservata. A me personalmente l’idea piacerebbe molto, eccome”. 

“Dipende da me, lo so, perché il carnale pensiero e la libidinosa considerazione già mi eccita parecchio, vedi sono già un lago”. 

“Accarezzandomi da sola l’ho anche visto che mi guardava lì nel mezzo. Parlando con onestà dovrò ponderarci sopra, nel contempo la circostanza m’aizza notevolmente, ho una voglia esasperata”. 

“Allora chiedo il conto?”. 

Passarono altri giorni, periodi nella norma, usuali, lui non le chiese mai nulla, dato che la sentiva ribollire forse più forte del solito, ma non le implorava nulla, aspettava e basta. Riuscirono a far l’amore anche a casa di lei fugacemente sopra la cantina, talvolta nella sua camera, ma in quell’occasione suonarono alla porta e quell’incantesimo s’interruppe di colpo frantumando le loro aspettative. Lei continuava a esaminare sovente lo stesso filmato in cui lui le chiedeva di farsi ispezionare da un altro e ogni volta godeva più forte. Le balenò in mente se una sua affezionata conoscente l’avesse potuta spalleggiare, riprendendola e in ultimo inquadrandola durante il tempo in cui erano focosamente affaccendati in azione, eppure era sempre più irremovibile l’idea che fosse Gaetano a dover maneggiare quella telecamera. Era un assillo, un tormento, una tensione che mal sopportava: lei doveva compierlo, perché quel tarlo continuava a scavarla dentro scompigliandola, pertanto una sera a casa di Tony, mentre lui la baciava affettuosamente lei esplose sbottando: 

“Adesso sono pronta: facciamolo, dai chiamalo, diglielo che lo voglio, non ne posso più”. 

“Devo chiamare Gaetano? Mi dai via libera, adesso?”. 

“No, non adesso, però avvisalo e preparalo. Fammelo trovare qui proprio come una bella sorpresa da spacchettare con cura”. 

La sua fremente richiesta assieme a quella vibrante pretesa fu acutamente accontentata. Qualche giorno dopo, appresso che altri giorni erano passati senza sorprese, senza più sapere, senza che lei avesse mai rinunciato a carezzarsi da sola con il suo film, Tony l’accolse come di consueto nudo con il chimono nero, felice di vederla come sempre. Come di frequente lei cominciò a spogliarsi in salotto, lì già mezza nuda ed eccitata si trovò Gaetano che le sorrideva seduto dalla poltroncina. Il fatto d’essere già a metà dell’opera le diede una mano nel cancellare le sue inibizioni, che come si espone ormai erano state gettate alle ortiche. Gaetano l’aveva vista in spiaggia con gli slip e i seni al vento, Gaetano aveva raccolto un sacco di sue confidenze, Gaetano aveva ricevuto talmente tanti dei suoi tributi solitari che non si poteva più fermare. L’occhio apatico, freddo e imparziale della telecamera un pochino la schermava facendole da filtro, certo lui parlava, apprezzava, filmava e commentava; da una parte lei si eccitava molto, ma qualche freno indosso ancora lo aveva. I baci di Tony però aiutavano. I baci, le carezze, le parole, insomma nel giro di pochi minuti non le pareva più nemmeno così inverosimile starsene nuda davanti a Gaetano, con le cosce spalancate mentre lui sragionava per quello splendore che vedeva di fronte. 

Il suo primo orgasmo non tardò molto a sopraggiungere e i commenti di Gaetano furono un bel carburante per tutta la sua energia. Scompigliata e sconvolta, ma con uno splendido sorriso di contorno, Rossana stese Tony sulla schiena e cominciò uno dei migliori manufatti che avesse mai fatto al suo cazzo: iniziò a succhiarlo con un’inattesa e ingorda perizia, con un’impensabile e vorace professionalità, senza sosta con lo sguardo rivolto verso l’obiettivo. Il suo era uno sguardo famelico, felice, estasiato e per di più estasiante, che avrebbe potuto rivedere centinaia di volte nello schermo. Nel tempo in cui lo giudicò proporzionato al bisogno e senza esprimere nessuna cosa, però perennemente squadrando Gaetano, lei si posizionò cavalcioni sopra il corpo di Tony e s’introdusse quel cazzo nel ventre confortevolmente in modalità tale che tutto restasse ben impresso e marchiato, perché istintivamente cercava con ogni gesto di favorire la ripresa e la vista di Gaetano che fremeva mentre proiettava la scena. 

Quell’uomo che la guardava scopare con il suo fidanzato, era un inatteso lussurioso stimolo, un inaspettato lascivo pungolo, che non avrebbe mai supposto né ipotizzato di poter vivere. Tony al momento era unicamente meditabondo, esclusivamente concentrato nel dare il meglio di sé, Gaetano nel mentre commentava e chiosava, annotando e illustrando senz’essergli di peso, Rossana era così esaltata ed infoiata, che avrebbe dovuto farla venire almeno altre quattro volte per poterla placare. Voleva cambiar posizione spesso, voleva sentire la telecamera infilarsi in lei da ogni parte, avrebbe voluto non una, ma innumerevoli telecamere attorno a sé. 

Dopo un paio d’ore, svuotata e interamente svigorita dall’ultimo energico e possente orgasmo vissuto, mentre stava in ginocchio sul letto e con lui che la scopava rabbiosamente con veemenza da dietro, Rossana s’accasciò in conclusione esausta rimanendo quasi esanime e ansante per alcuni minuti. Tony la rovesciò sulla schiena, le cavalcò i fianchi, le strofinò il cazzo sul seno e poi fu lei stessa a porsi in attesa, con la lingua guizzante e il sorriso estasiato. 

Il suo succulento, sostanzioso e impagabile premio non tardò però ad arrivare, perché fu inondata sulle tette dal cazzo di Tony, sua peraltro prediletta e individuale propensione, sua idolatrata e carissima attitudine. Rossana, infatti, adorava come bizzarra dote e come singolare prerogativa, ricevere di frequente sulle sue tette la sborrata del maschio di turno, rimanendo conquistata, invasa e soggiogata dal quel bianco e denso nettare vitale che la marchiava compiutamente, mentre contemplava i suoi due uomini interamente realizzata, soddisfatta e spossata. 

{Idraulico anno 1999}  

 

 

 

 

 

 

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