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Racconti Erotici Lesbo

Week-end a Milano

By 17 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

10 anni fa.
Ultimo venerdì di Agosto.
Linate.

Eccola lì, dinnanzi a me: Daniela.
Indossava un abitino blu notte smanicato, un cinturino dello stesso colore con una fibbia dorata e un paio di sandali gialli che conoscevo bene. Dalla spalla destra cadeva una borsetta abbinata alle scarpe. Il viso era parzialmente coperto da un paio di occhiali da sole che comunque non celavano il sorriso aperto e sincero.
– Ti trovo davvero bene – le dissi.
– Grazie!! Tu sei… giovane!
– Non cominciare…
– Va bene, va bene!
C’incamminammo verso l’auto, lei faceva strada e io la seguivo col trolley. Indossavo un paio di jeans, una maglietta nera degli U2 con stampa dell’album Rattle and Hum e un paio di Gazelle Adidas nere.
Misi la mia piccola valigia nel portabagagli della sua Honda e ci sedemmo. Mentre uscivamo dal parcheggio ricominciammo a chiacchierare.
– Lo ammetto: non mi sarei mai aspettata di vederti qui a Milano.
– Sai, mia cugina erano anni che mi chiedeva di venirla a trovare e così ne ho approfittato per incontrare anche te…
– Sei stata carina, mi spiace solo che non vieni a stare da me.
– Dai, Alessandra m’invita qui e vengo a stare da te? Poi tuo marito vive ancora lì, non voglio creare situazioni surreali visto che dorme nella stanza degli ospiti.
– Lo so… gliel’avessi detto sarebbe tornato a dormire in camera da letto solo per mantenere le apparenze. Hai ragione, però…
– Però? – voltandomi a scrutarla.
– Be’, mi avrebbe fatto piacere ospitarti…
Sorrisi guardando fuori dal finestrino.
– Dove mi porti di bello?
– Pensavo di lasciare la macchina a casa e poi fare una passeggiata sino al Parco Sempione e da lì spostarci al Castello Sforzesco. Non sono lontani rispetto a dove abito, poi è ancora presto e non c’è per niente afa.
– Va bene, ci sto! Le altre volte che son stata qui a Milano non sono mai andata al Sempione o allo Sforzesco, finalmente li vedrò!
– E dove sei stata?
– Ovviamente in piazza del Duomo e dintorni più volte, son stata anche a Brera e alcune sere sul Naviglio e alle colonne di San Lorenzo.
– Dai, un po’ hai girato.
– Sì, un pochino. Ma son sempre rimasta poco, in genere dei fine settimana in primavera.
Arrivammo a casa, parcheggiò la Jazz grigio metallizzata e salimmo per lasciare su il trolley.
– Tuo marito non c’è?
– No, spesso esce la mattina presto e torna dopo cena. Non gli faccio domande…
– Almeno evitate discussioni…
– Vero, anche se parliamo più ora che mesi fa!
Continuava a fissarmi, a tormentarsi le mani.
– Che c’è?
– No, niente…
– Va bene… Posso darmi una rinfrescata?
– Sì, certo, seguimi…
Entrai in bagno, mi sciacquai il viso senza alcun segno di trucco e mi guardai attorno:
– Dove mi asciugo?
Entrò e mi porse un asciugamani bianco preso da un mobiletto.
– Grazie, ci voleva proprio!
– Faceva caldo sull’aereo?
– No, è che con gli sbalzi di temperatura – fuori, dentro, fuori – ti ritrovi con la pelle che sembra appiccicosa!
– Vero! Vuoi qualcosa di fresco?
– Acqua!
Sostammo qualche minuto in cucina, il tempo di farle i complimenti per la casa.
Subito dopo uscimmo. Mentre passeggiavamo sul marciapiede cercavo il contatto braccio contro braccio, lei con discrezione teneva le distanze. Intuivo cosa la innervosiva.
Arrivammo nei pressi dell’Arco della Pace, messo lì quasi a vigilare sulla quiete del parco antistante. Le sfiorai le dita della mano e le ritrasse arrossendo. Procedemmo lentamente mentre Daniela mi parlava del Sempione, dicendomi che era l’ex Piazza d’Armi del Castello, mi indicò l’inguardabile Torre Branca e così facendo arrivammo sino all’Arena Civica per poi dirigerci verso l’Acquario Civico. Restamo una ventina di minuti a visitarlo, quindi uscimmo tagliando verso il centro del parco andandoci a sedere su di una panchina all’ombra.
– Dai, ora dimmi cosa c’è…
– Ma niente!
Non mi guardava in viso.
– Dany…
Si voltò a guardarmi.
– Sei in evidente imbarazzo. è perché sono lesbica?
Reagì d’impeto.
– No!! Ma che dici?! Lo sai che non m’importa!
Le posai una mano sulla sua. D’istinto provò a toglierla.
– Visto? – sollevai la mano.
– Scusami, mi sento una liceale…
– Io lo so che non t’importa se sono lesbica, ma un conto è chattare protette dietro i nostri monitor, un conto è passeggiare dove le persone ti conoscono. La morale comune è più forte di noi stesse talvolta e sino a prova contraria sei ancora sposata…
– Sì, ma non lo faccio apposta…
– Dai, lo so. L’ho fatto solo per farti capire la differenza. Per farti capire come può essere la mia vita tutti i giorni. Nascondendo ai più chi sono veramente e sapendo, bene che mi vada, di essere guardata male e qualche volta persino esclusa, scartata. Molte persone – soprattutto amiche – mi hanno tolto il saluto, altre sono diventate più fredde, altre proprio indifferenti perché sono… anormale.
– Ma tu sei normalissima! Voglio dire… ce ne fossero come te di “normali”! Perdonami, è che non ero pronta, online è tutto più semplice, molto più semplice. E sino a poco tempo fa non avrei mai immaginato di incontrarti, soprattutto dopo la fesseria che ho fatto.
– Nessuno nasce pronto, Dany… E riguardo la fesseria, ti ho capita: Rosy è nata per lui.
Mi ritrovai con l’altra sua mano sulla mia. Sorrisi.
– Tua cugina quando smette di lavorare?
– Penso dopo pranzo, è alle prese con l’organizzazione di una serata. Ha detto che mi chiama appena si libera.
– Bene, allora pranziamo assieme.
– D’accordo. Ma da qui a pranzo c’è tempo… gelato?
– Al gelato non rinuncio mai!!
– Ahahaha! La solita golosa! Finalmente lo vedrò coi miei occhi!
Ci alzammo e proseguimmo la passeggiata in mezzo al verde finché ci sedemmo sotto gli alberi all Bar Bianco.
– Bello qui, c’è anche una piacevole brezza.
– Ci vengo spesso quando fa bel tempo. Ci porto il cane e mi rilasso.
– Ma fanno anche da mangiare?
– Sì, sì! Se ti va dopo torniamo qui.
– Va benissimo, si sta d’incanto!
Arrivò il cameriere.
– Buongiorno, cosa gradiscono?
– Un coppetta 2 gusti: cocco e anguria.
– Benissimo! Lei, signora?
– Io crema fiorentina e chantilly.
Alzai un sopracciglio ironica. Lo guardammo andar via.
– Che c’è?
– Tipici gusti estivi!
– Ahahaha!
Sorrisi nell’udire la sua risata spontanea.
– Carini i sandaletti gialli, ma son quelli delle foto?
Sporse il piede destro per mostrarmene uno col suo fiore in tinta facile da ricordare.
– Li hai riconosciuti! Li ho messi apposta per metterti alla prova!
– Tremenda!
Arrivo il cameriere e notai che i suoi occhi planarono rapaci sulla gamba esposta di Daniela, le sorrisi maliziosa mentre lei con un movimento studiato la ritraeva per accavallarla nuovamente.
– Ecco i gelati.
– Grazie!
Andò via e ridemmo senza badare a non farci sentire.
– Hai visto? Posava le coppette e aveva lo sguardo incollato lì!
– Ahahah! Vabbe’, che avrà visto?
– Da poco sopra il ginocchio sino al piede sicuramente…
– E capirai!
– Che pretendi? Per essere una mattina qualunque d’agosto per lui è un buon inizio!
Per un po’ ci gustammo i gelati in silenzio, poi mi chiese:
– Quando riparti?
– Lunedì mattina, sempre da Linate.
– Ti accompagna tua cugina?
– Non lo so sinceramente. Domenica notte c’è l’vento di cui t’ho accennato in una discoteca, sai di quelle con l’ospite VIP, perciò farà l’alba. Posso anche prendere i mezzi pubblici…
– Ma no, ti porto io…
– E ti devi fare una levataccia, venirmi a prendere lì a Città Studi e poi portarmi a Linate? No, dai, chi te lo fa fare?
– Lo voglio fare. Altrimenti domenica puoi anche dormire da me così si evita quel che hai detto…
– Sei gentile, però prima di accettare voglio sentire Alessandra.
– Va bene.
Le scrissi immediatamente un sms, dopo pochi minuti mi rispose.
– Dice che va benissimo però devi venire pure tu in discoteca.
– Cosa!? Io?!
– Tu. Parole testuali: “altrimenti non ti lascio dormire da lei”.
– è una trappola!
– E non ha vie d’uscita sembra…
– E va bene… però sarò l’unica babbiona!
– Smettila! Vedrai quanti scapoloni troverai lì a rimorchiare…
– Ma io sono una signora!!
– E quindi?
– Loro ci provano con le ragazze, mica con le coetanee!
– E allora tu provaci coi ragazzi, no?
– Ahahaha! Scema!
– Fino ad un certo punto… Allora, andiamo a vedere lo Sforzesco?
– Sì, cambia argomento… Dai, va bene, andiamo! Però prima passiamo a vedere un’altra cosa…
– Agli ordini!
Arrivammo sino al Palazzo dell’Arte dov’era ospitata la XX edizione della Triennale intitolata “La memoria e il futuro”. Non ci convinse e puntammo dritte verso il castello.
Una decina di minuti dopo eravamo nel suo cortile interno dopo essere passate su quel che rimane del fossato (infestato di gatti). Le camminavo vicina nonostante il caldo che pian piano si faceva notare e ad ogni contatto fortuito e non si tendeva. Io sorridevo mentre mi guardavo intorno.
Visitammo per prima la Rocchetta con al primo piano le raccolte d’Arte Applicata e al secondo il Museo degli Strumenti Musicali, poi percorremmo il perimetro delle merlate sul quadrilatero interno dove visitammo una ricostruzione della stanza delle guardie nel Torrione dei Carmini e a seguire il Rivellino di Santo Spirito, quindi ci recammo nella Corte Ducale con la raccolta dei mobili e la Pinacoteca al primo piano, il Museo d’Arte Antica al pianterreno – con la celebre Pietà Rondanini di Michelangelo – e giù nei sotterranei dove ci sono una sezione a tema Preistoria e Protostoria ed una Egizia.
Il tempo trascorse piacevolmente sino all’ora di pranzo, quando tornammo al bar per mangiare.

***

Domenica.

– Pronto?
– Ciao Dany!
– Ciao! Che combinate?
– Siamo in zona Duomo, Ale deve parlare con un tipo riguardo stasera e così prendiamo l’aperitivo qua sopra la Feltrinelli. A proposito, la discoteca si chiama Alcatraz ed è in via Valtellina, hai presente dov’è?
– Certo che sì! è vicina al Sempione, perciò non lontano da casa!
– Benone! Vieni lì verso le 22, tanto noi si va prima così lei ha il tempo di sistemare le ultime cose. A quell’ora c’è ancora poca gente e mi dicono che puoi trovare parcheggio. Mi invii un messaggio quando esci di casa e mi faccio trovare fuori ad aspettarti, va bene?
– Perfetto! Ma che serata è? Mi sentirò una vecchia!
– Ma piantala! Praticamente ci sarà alla consolle Filippo Nardi del Grande Fratello scorso. A quanto pare è anche un dj! Tu non farti problemi, tanto non ti si lascia sola, ok?
– Va bene… allora ci vediamo lì alle dieci.
– A stasera, ciao.
Quella sera arrivò puntuale. L’attendevo all’ingresso della discoteca anche per darle il biglietto omaggio che mi aveva passato Ale. Si vedeva che era un filo imbarazzata, infatti mi parlò a mezze frasi mentre entravamo. Indossava un vestito bianco con le spalline, lungo sino a metà coscia, dei sandali bianchi col tacco e nella mano destra aveva una pochette dello stesso colore. Magnifica, bianca contro la notte!
Io indossavo degli stivaletti neri ed una salopette nera su una maglietta scollata rossa senza spalline.
Una volta dentro si rese conto che non c’era quasi nessuno e si rilassò. Le presentai mia cugina, scambiammo qualche chiacchiera poi lei sparì per organizzare l’inizio serata. Ci sedemmo al bancone e ci offrirono da bere.
– Allora, cosa ti sembra?
– Pensavo peggio… in fondo alcuni dello staff sembrano avere suppergiù la mia età…
– E cosa ti credevi?! Mica sei una settantenne, scusa! O frequenti solo le balere?
– Scema!
– Stai bene in bianco…
– Grazie!
– Di sicuro non passerai inosservata…
– Non cominciare…
– Ma è un complimento! Hai presente lo spazio che abbiamo alle spalle?
– Sì…
– Mi diceva Ale che a stento ci si potrà camminare, perciò abituati all’idea…
– Veramente?!
– Ahahahaha! Sì!
– E dobbiamo ballare?
– Se vuoi sì, non ci obbliga nessuno! Comunque abbiamo un tavolo riservato, perciò potremo anche sederci di tanto in tanto.
– Ecco, già va meglio.
Scambiammo 4 chiacchiere col barista e poi andammo a sederci. Dopo 10 minuti si avvicinò una ragazza con una t-shirt del locale.
– Gradite da bere?
– No, grazie. Eravamo sedute lì al bancone sino a poco fa. Meglio non esagerare da subito…
– L’importante è esagerare con stile…
Io e Daniela ci guardammo per una frazione di secondo.
– Allora aspettiamo il momento giusto.
Feci un occhiolino e la ragazza si mise a ridere.
– Allora tornerò al momento giusto.
Sorridendo si voltò e tornò verso il bar.
– E questa?
– L’ho vista prima di sfuggita. Però era vestita diversa. Si sarà cambiata per lavorare.
– Ma alludeva secondo te?
– Altroché! Dopo chiedo informazioni ad Ale…
Via via il locale si andava riempiendo, ci alzammo per andare a ballare.
Daniela era a suo agio e con mia sorpresa si adattava anche ai pezzi tipici della disco moderna.
Continuavamo a parlare e ridere sinché tornammo al tavolino per riprendere fiato.
– Vado un attimo in bagno Dany, torno subito…
– Ma dici che sono puliti?
– Dai, credo di sì! La gente è appena arrivata! Vado in avanscoperta, così poi ti dico. Se passa la tipa ordinami un Bacardi Breezer al lime.
– Ok!
Andai in bagno e lo trovai pulitissimo. Inviai un sms a Daniela scrivendole “Via libera!” e mi diedi una rinfrescata intorno al collo usando delle salviette profumate che avevo nella mia borsetta rossa. Proprio in quel momento si aprì la porta ed entrò la ragazza di prima.
Pensai che mi stenne tenendo d’occhio, ma feci finta di niente.
– è il momento giusto?
Mi voltai un po’ sorpresa.
– Per…?
Si avvicinò e mi carezzò i capelli. Io la fissavo a metà tra l’infastidita e la curiosa.
– State insieme?
– Mh?!
– La donna al vostro tavolo…
– Ma che dici!? è sposata!
– Allora è vero…
– Cosa?!
– Non hai risposto: “Ma sei matta!?” o “Non sono lesbica!”
Aveva ragione. Ci ero cascata. Ma la domanda che mi frullava per la testa era:
– Come diavolo fa a saperlo!?
– No, non ho i poteri, l’ho sentito dire in giro…
– Ale… – sussurrai scuotendo la testa.
– Dai, l’ha detto ad una che l’ha detto ad uno e così via…
– … che l’ha detto a te.
– Già…
– Va bene, e quindi?
– Mi piaci.
Diretta, sfrontata.
– Ma mi hai appena incontrata!
– Sì e non ho fatto altro che tenerti d’occhio.
– Perché mi hai seguita qui?
– Non mi piace nascondermi.
– L’ho notato… già al tavolo.
Si aprì la porta: Daniela. Ci vedeva vicinissime, una di fronte all’altra, io con le spalle al lavandino.
– Oh!
Svicolai dalla tipa e m’incamminai verso la porta.
Prima di uscire diedi un lieve bacio sulle labbra alla mia amica.
– Ti aspetto qui fuori.
Arrossì, ma intuva che era appena successo qualcosa.
– Sì…
Uscii e attesi a pochi passi.
Passarono un paio di minuti ed uscì la ragazza dello staff.
Mi sorrise e passò oltre ancheggiando lentamente.
Altri 5 minuti ed uscì Daniela.
– Ti ha detto nulla?
– No, è uscita mentre ero alla toilette. Che è successo?
– Ti racconto tutto mentre beviamo un drink.
Così feci. Mezzora dopo il locale era strapieno ed arrivò Filippo Nardi.
La pista era una bolgia! Ballammo un paio di volte urtandoci, urtando e venendo urtate più volte.
Verso le 2 ci raggiunse Ale al tavolino. Era stanchissima ma contenta, la serata sembrava riuscita.
– Allora: vi state divertendo?
– Sì, tanto!
– Anche tu, Daniela?
– Sì, sì! Lo ammetto: pensavo che mi sarei trovata a disagio ed invece…
– Mi fa piacere!
– Senti Ale… stavamo pensando di andare, altrimenti domattina chi si sveglia!
– Ma no, restate ancora!
– Lo sai che vorrei, ma dobbiamo svegliarci all’alba!
– Dai, hai ragione!
– Prendo il trolley…
– No, andate all’uscita, ci vediamo lì.
Ci alzammo ed andammo ad aspettarla. Arrivò poco dopo col mio bagaglio.
– Eccotelo, sano e salvo!
– Grazie!
– Allora… mi prometti di tornare presto?
– Promesso…
– Ci conto! Daniela, è stato un piacere. Quando vorrai passare una serata diversa…
– Ahahaha! Mi fate sentire una ragazzina! Volentieri, grazie!
– Ciao Ale, grazie di tutto!
– Ciao Pammy!
– Ah, prima che mi dimentichi! Come si chiama la cameriera coi capelli corti?
– Martina, perché?
– Ti dico tutto domani al telefono.
– Va bene. Fai buon viaggio…
Uscimmo ed andammo verso l’auto.
– Ma glielo hai detto a tuo marito che dormo da voi?
– Sì, poco prima di uscire. Mi ha chiesto se era il caso di lasciarti dormire nella stanza degli ospiti dove sta lui, ma gli ho detto che rientravamo tardi e quindi non ce n’era bisogno.
– Hai fatto bene, così nemmeno lo si disturba al rientro.
– Infatti.
Pochi minuti dopo eravamo a casa di Daniela.

***

Cercammo di fare meno rumore possibile, ci scambiavamo le impressioni della nottata bisbigliando.
A turno andammo in bagno e poi silenziosamente ci spostammo in camera da letto.
Entrambe ci spogliammo titubanti, in fondo non avevamo mai dormito insieme.
Mi sorprese rivelando cosa indossava sotto il vestito: una bustino bianco!
Il tutto abbinato ad un tanga dello stesso colore.
– Ah però, la Signora…
– Non prendermi in giro…
– No, no… sono serissima!
Avevo abbassato le bretelle della salopette e me ne stavo in piedi immobile ad osservarla.
– Smettila…
– Perché?
– Mi stai mettendo in imbarazzo…
– Ma guarda che stai benissimo così!
– Grazie…
Si era seduta sul bordo del letto dandomi le spalle e guardandomi di lato.
– Ho capito…
Sfilai la maglietta svelando l’assenza del reggiseno.
– Ma!?
– Esatto, non lo avevo tutta la sera!
– Ahahaha! Sei tremenda!
– Tanto avevo il davanti della salopette a coprirmi…
– Che bella…
– Ehi! Mi vuoi mettere tu in imbarazzo, ora?
– No…
– Allora non fissare!
Le feci la linguaccia e scoppiamo a ridere cercando di soffocare il suono.
Tolsi il resto della salopette mostrando il perizoma rosso.
– Abbinato!
– Brava…
– Mi piace…
– Dormi così?
Si guardò:
– Oh, certo che no…
Si alzò, sfilò il bustino mostrandomi la schiena, poi tolse il copriletto nascondendovisi dietro.
Mi sdraiai e con cautela si mise accanto scoprendo lentamente il seno dal braccio sinistro.
– Che comodo!
– Meno male…
– Poi bello spazioso!
– Scelto apposta, è appena più largo delle classiche 2 piazze.
– …
– … ma dimmi tu quella Martina…
– Sfrontata, vero?
– Altroché!
– Quasi quasi resto a Milano…
– Stronza!
– Io?!
– Per lei sì, per me no!
– Ah, siamo gelose?
– Sì!
– Scemotta… proviamo a dormire?
– Proviamo… o finisce che non ci svegliamo.
– ‘notte Dany…
– ‘notte…
Le diedi un bacio sulla guancia e ci voltammo silenziose.
Il tempo passava e la sentivo girarsi e rigirarsi nel letto.
– Sei sveglia?
– …
– Dany?
– Sì, son sveglia…
– Cosa c’è?
– Nulla!
Avvicinandomi al suo viso:
– Dai, dimmi…
– Ma…
– Ma…?
– Ma lui è di là…
Sorrisi accostandomi ancora di più:
– Vuoi un bacio?
– …
– Non lo vuoi?
– Lo voglio…
Mi chinai a baciarla, lievemente e a lungo.
Pian piano cominciò a rilassare e schiudere le labbra.
Il bacio divenne più intenso, più avvolgente.
Riprendemmo fiato.
– Va meglio?
– Sì…
– Dormiamo?
– …
– Un altro?
– … e se ci sente?
– Sincera? Non me ne frega nulla! Nel dubbio tu non farti sentire.
Ridemmo come 2 ladre sul luogo del misfatto.
– Scema.
– Va bene, sono scema… però tu sei troppo vestita.
Altra risata. Seguita da un lancio di negligé nero.
– Ancora troppo…
– Smettila, sono praticamente…
– Smettila tu…
Avevo le mani sui suoi fianchi, le dita afferrarono le mutandine nere.
Un gesto deciso ed erano all’altezza delle ginocchia.
– La devo smettere?
– Ormai son nuda…
– Così si parla…
Finirono sul pavimento.
– E tu?
– Ora non ha importanza.
Mi stesi su di lei, la coscia destra tra le sue gambe.
– Dany!
– Che c’è?
– Ma… ma sei… – feci una lieve pressione – un mare di dolcezza!
– Vuoi imbarazzarmi a tutti i costi tu…
– E dai… è vero!
– Lo so che è vero! E’ da quando sei a Milano che sono… in subbuglio.
Mossi ancora la gamba, lei gemette e mi ritrovai con la coscia bagnata.
– Ma guarda che è bellissimo così!
Sorrisi maliziosamente. Ci baciammo ancora, stavolta con consapevole passione.
Daniela allargò appena le gambe facendomi aderire meglio. Era incandescente.
La mano destra scivolò giù tra di noi posandosi col palmo sul suo sesso.
Sospirò tra un bacio e l’altro. L’indice destro s’insinuò dentro di lei.
– Oddio!
Le chiusi la bocca in tempo.
– Ti vuoi davvero far sentire?
– Ma non me l’aspettavo…
Mossi il dito con curiosità, senza chiuderle le labbra.
Reagì rumorosamente.
– Ora non te l’aspettavi?
– Smettila, lo sai che sono giorni che…
– Che… ?
– Che ti desidero!
L’indice cominciò ad entrare ed uscire dolcemente.
Si morse le labbra ansimando.
– Vedi che sai essere brava e silenziosa?
– Ti odio!
– Ah sì?
Accelerai il ritmo.
– No, no! Ti adoro! Lo sai che ti adoro!
Sorrisi e la baciai. Ma il dito tenne il ritmo.
Ansimava più forte. Aumentai il ritmo senza staccare la bocca dalla sua.
All’improvviso contrasse il ventre e lasciò andare l’orgasmo contro le mie labbra.
Le piccole labbra si serravano ritmicamente intorno al mio indice mandandomi scosse di piacere lungo tutto il corpo.
Pian piano si rilassò e mi stesi al suo fianco. Eravamo sudatissime.
Delicatamente le posai la mano sull’ombelico.
– Grazie…
– E di che?
– è stato bellissimo…
Posai il viso accanto al suo.
– Torno subito…
– Ma dove vai?!
– Shhh!
– Ma sei mezza nuda!
– Appunto, mezza. E poi chi se ne frega?
Uscii dalla camera da letto ed andai in cucina. Aprii il frigo e presi una bottiglia d’acqua, poi 2 bicchieri dallo scolapiatti. Tornai indietro e mi accorsi che lui russava pesantemente.
– Eccomi.
– Che hai combinato?
– Acqua! Si muore dal caldo!
– Ma sei nuda!
– Prima mezza e ora nuda?
– Guardati! Qua entra solo la luce dei lampioni ma si vede chiaramente che hai la canottierina incollata al corpo!
Abbassai il mento per controllarmi.
– Oh cacchio! Hai ragione! Si vede tutto!
– Appunto!
– E come sto?
Rise divertita.
– Benone direi!
– Quindi posso girare di nuovo per casa?
– Dai, non fare la matta!
– Ma no, figurati! E poi devi sentire come russa!
– Ahahaha!
– Ehi! Guarda che lo svegli!
Svuotammo mezza bottiglia in un amen, a quel punto scaraventai la canottierina blu alle mie spalle e mi sdraiai nuovamente accanto a lei.
– A proposito di luce, ma sta albeggiando?!
– Sì, e domani si lavora…
– Lavori!? Non m’hai detto nulla!!
– Non saresti venuta qui da me…
Sorrisi dolcemente.
– E che dirà il tuo… “capo” quando ti vedrà sbadigliare?
– Nulla, farò di tutto per stare sveglia! Dormirò più tardi a casa…
– Quindi volevi stare con me?
– Sì, voglio dire… passare del tempo con te a prescindere.
– Lo volevo anch’io…
Ci baciammo ancora.
– Sono felice…
– Mi fa piacere sentirlo, Dany…
– Sto così bene con te, anche dal vivo…
– Sì?
– Sì…
Le diedi un altro bacio e poi scivolai lungo il letto, scavalcai la sua gamba destra e cominciai a strusciare le guance sugli inguini.
– Che… che fai?
– …
– Mi vuoi far venire un infarto?
– Direi proprio di no, ma non me ne torno in Sardegna se prima non faccio questo…
– “Questo”…?
Le baciai le labbra, morbidamente, lentamente. La assaporavo tenendo a fatica gli occhi aperti, ma volevo vederla, imprimermela nella mente.
Non mi disse più niente, ma con un lieve e sensuale movimento divaricò le gambe e affondò le sue dita tra i miei capelli. Recepii il messaggio e cominciai a mangiarla senza alcuna fretta. Dalle natiche al clitoride mi dissetavo con tutto quel nettare sparso e che, concentrandomi tra le labbra, diventava via via più dolce. Mi stavo perdendo, golosamente indecisa su dove restare e cosa fare. Per pochi istanti infilai la punta della lingua tra le piccole labbra e percepii un calore immenso, risalii e presi a giocare col bottoncino ormai duro e pulsante.
Delicatamente lo liberai dal suo piccolo cappuccio ed il gioco divenne un assalto.
Pochi minuti dopo la sentii soffocare a stento un urlo liberatorio e vibrare tutta scossa da un altro orgasmo. Presa da un raptus non smisi di muovere la lingua, le labbra e feci mia ogni più piccola goccia di piacere.
A quel punto posai la guancia destra sulla sua coscia sinistra e credo che ci appisolammo così. Non so per quanto tempo, sicuramente per poco.
Daniela mi scosse lievemente.
– Ehi, Pammy?
– Mmh?
– Guarda che tra non molto dobbiamo prepararci.
– Uff…
– Resti?
– Magari…
Mi passò le mani sotto le ascelle.
– Dai, vieni su…
Aiutata da lei mi ritrovai sdraiata su un suo fianco, il viso contro la sua spalla.
La cinsi col braccio destro.
– è davvero così tardi?
– Sì, abbiamo un pochino di tempo ma tra non molto dobbiamo alzarci.
– Hai dormito?
– Perdere conoscenza sarebbe più adatto.
Ridemmo insieme.
– Confermo. Poi sei così comoda…
– Stai dicendo che sono grassa?
– Ma no! Morbida…
– è un complimento?
– Certo! Morbida e profumata…
– Ma sono tutta sudata!
– Profumi lo stesso…
– Grazie! Però…
– Sì?
– Non ho ricambiato, mi sento egoista…
– No, che non sei egoista…
– Ma…
Presi la mano destra che si trovava tra noi 2 e mi ci avvinghiai contro con le gambe.
– Così va meglio, cucciolona?
Mi baciò e cominciò a muovere le dita.
Mi resi conto solo in quel momento che indossavo ancora le mutandine, ma era troppo bello e stavo troppo comoda per spezzare l’incantesimo. E i suoi polpastrelli poi…
Sapeva come muoverli e dove, scegliendo ritmi e movimenti diversi.
Piegai la testa e mi ritrovai sul suo seno destro, il capezzolo turgido rapì il mio sguardo per tutto il tempo. Sembrò un massaggio eterno anche se durò poco, ero troppo carica, troppo vogliosa per resisterle. Esplosi il mio orgasmo con le labbra incollate alla pelle liscia del seno mentre le sue dita pian piano rallentavano diventando tenere carezze.
Tenni gli occhi chiusi e scivolai ancora nel mondo dei sogni.
Daniela mi scosse nuovamente.
– Pammy! Dai! Guarda che perdi l’aereo!
– Uffi…
– A me sta bene, eh?
– Grazie…
– Di cosa?!
– Le dita…
– Scema!
– No, davvero… che bello!
Mi abbracciò forte.
– Dai, andiamo a farci la doccia sinché lui dorme e non occupa uno dei bagni.
– Va bene…
– La colazione la faremo dopo a Linate.
Mi mossi al rallentatore e la seguii. Giunte in bagno ci rendemmo conto che lei era nuda ed io in mutande. Ridemmo e ci abbracciammo.
– Che sonno, Dany!
– Eh, lo so! Tu lavati qui, io vado nel doppio servizio così facciamo prima.
La trattenni per un braccio e con lo sguardo le indicai la doccia alle mie spalle.
– Insieme?
Annuii.
Fu una doccia meravigliosa, una delle più belle mai fatte.
Ci lavammo, baciammo, accarezzammo ed abbracciammo reciprocamente.
– Sicura di voler partire?
– No! Ma devo…
– Allora o ci sbrighiamo o perdi l’aereo…
– Hai ragione…
Un altro stritolante abbraccio ed uscì dal piatto doccia.
– Aspetta che ti porto un asciugamano.
La vidi infilare un accappatoio rosso ed uscire dal bagno.
Rientrò poco dopo mentre mi strizzavo i capelli.
– Eccoti il telo e l’asciugacapelli. Tu usa il mio che li hai più lunghi, io uso il suo di là.
– Va bene, Dany!
Ci baciammo ancora ed uscì nuovamente.
Mezzora dopo eravamo a Linate, sedute a far colazione dopo il check-in.
Sentii vibrare il cellulare dentro la borsa.
Controllai, era un sms di Alessandra:
“Ma che le hai fatto a Martina!? Mi ha chiesto il tuo numero di telefono! Glielo do?!”
Sorrisi.
– Dany?
– Sì?
– Leggi.
Le porsi il cellulare.
– Ahahah!! Che fai, glielo lasci?
– Uhmm… tu che dici?
– Ma che ti frega: dille di darglielo!
– Ok! Però più tardi, altrimenti quella comincia a inviarmi messaggi da subito!
Finimmo e ci recammo al gate.
– Grazie di tutto…
– Grazie a te… torni?
– Torno. Ci sentiamo sul messenger…
– Va bene. Buon viaggio Pammy…
La abbracciai, le diedi un bacio veloce e m’incamminai.
Mi voltai e la salutai ancora. Sorrideva, un bel sorriso aperto e sincero.

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