UNA PROPOSTA INTERESSANTE
Nei mesi successivi non ci vedemmo praticamente mai: solo una volta vennero a trovarci a casa nostra, ma non ci fu la possibilità di fare nulla, salvo sguardi eloquenti mentre eravamo a tavola. Tutto questo mi confermava che la pista era “ancora calda” e quindi, con prudenza, la contattai via sms. Riuscimmo a metterci d’accordo per scriverci ogni tanto con una chat nascosta, rispondendo quando potevamo, quindi solo una o due volte a settimana. Non mi diceva molto della sua vita, ma piano piano cominciai a conoscerla meglio, soprattutto dal punto di vista sessuale. Mi confermò che non aveva molta esperienza e aveva avuto un solo ragazzo oltre a Marco e con lui aveva perso la verginità. Non mi volle raccontare come, ma sembrava bramosa di sapere tutto su di me. Le raccontai diffusamente le mie esperienze sessuali, che evidentemente la interessavano molto, partendo da quelle più vecchie e arrivando alla fine a quando avevo conosciuto sua sorella. Qui però mi stoppò, dicendo che non se la sentiva di saperlo.
Un giorno cambiò tutto.
Aprendo la chat mi ritrovai questo messaggio di Valentina.
DEVO CONFESSARTI UNA COSA… HO DETTO DI QUELLO CHE È SUCCESSO TRA NOI ALLA SILVIA.
Mi venne subito l’ansia: Silvia era la migliore amica di Valentina. Si conoscevano da sempre, ma non avrei mai immaginato che sarebbe andata a dirle una cosa del genere… senza contare che a Silvia era sempre piaciuta la loro coppia e sarebbe potuto scoppiare un vero casino…
Agitato da questi pensieri le scrissi subito chiedendole perché avesse deciso di confessare quello che era successo a qualcuno. Non dovetti attendere molto: la risposta arrivò quasi subito.
NON TI PREOCCUPARE. SILVIA E IO SIAMO AMICHE DA SEMPRE E SAPPIAMO TUTTO L’UNO DELL’ALTRA. SE TI PUÒ FAR STARE TRANQUILLO, ANCH’IO NE SO DI COSE SU DI LEI CHE NON VORREBBE VENISSERO DETTE IN GIRO…
A queste parole mi tranquillizzai: evidentemente anche Silvia, che era fidanzata, aveva avuto qualche scappatella in giro o cose simili, quindi il rischio che dicesse qualcosa in giro era piuttosto basso…
INOLTRE NOI NON SIAMO SOLO AMICHE… C’È ANCHE INTIMITÀ TRA DI NOI…
A questa frase rimasi basito. Per scherzare avevo detto spesso a Giulia che Valentina e Silvia erano la vera coppia, ma non immaginavo quanto fossi vicino alla realtà. Mi immaginavo già loro due da sole, tutte le volte che Valentina la andava a trovare da sola (ora tutto sembrava più chiaro).
POI A SILVIA NON DISPIACE AFFATTO QUELLO CHE HO FATTO. DICE CHE AL MIO POSTO NON CI AVREBBE PENSATO DUE MINUTI CON TE…
Questo aggiungeva decisamente pepe alla questione. Sembrava quasi che Silvia tentasse “di infilarsi” nella questione, manifestando un interesse per me.
Non ci eravamo incontrati molte volte e, sinceramente, non avevo mai pensato a lei in termini sessuali. Bionda, con gli occhi azzurri, non avevo avuto modo di vedere il fisico, anche se sembrava abbastanza piatta e con un corpo normale, mentre di faccia non era proprio bellissima. Aveva però un bel sorriso e come carattere era veramente esplosiva. E molto simpatica.
Curioso di dove sarebbe andata a parare la questione, dissi a Valentina, un po’ scherzosamente, che le mie porte erano sempre aperte alle sue amiche. La risposta arrivò dopo quasi un’ora.
VEDREMO… POTREI PROPORGLIELO E SENTIRE COSA DICE!
Non credevo ai miei occhi. A quel punto tutto era possibile, ma mi figuravo già un qualcosa con loro due. Dopo il terribile tradimento verso la mia ragazza, sentivo di aver ormai passato il limite e che questo non potesse peggiorare ulteriormente le cose.
Non restava che aspettare.
Un paio di settimane dopo, mi contattò Silvia.
Ci eravamo sentiti molto raramente su Facebook e sempre per cose come gli auguri di compleanno e una donazione da parte dei miei a una fondazione che lei sosteneva. Mi contattò per chiedermi un particolare irrilevante su quella donazione e poi concluse scrivendo:
STO VALUTANDO DI NON USARE PIÙ MESSENGER, È INUTILE…
Cominciai a leggere tra le righe di questo messaggio e infatti, aprendo con circospezione il programma che usavo con Valentina, trovai una richiesta di amicizia, sotto il nickname “omonima”. Sorrisi tra me e me e accettai l’invito. Subito mi scrisse Silvia, dicendomi che voleva sapere “se le porte erano davvero aperte per le amiche di Vale”
A quanto pare faceva sul serio! Abbandonate le remore, le dissi che ero aperto alle proposte e allora Silvia mi disse:
DEVO ORGANIZZARMI CON VALE E POI TI FACCIO SAPERE. COMUNQUE NON FARTI TROPPE ILLUSIONI, LEI VUOLE L’ESCLUSIVA…
Non mi importava particolarmente della cosa, anzi, le dissi che ero al loro servizio per qualunque cosa. Ridendo, chiuse la chat.
Da quel momento ci fu l’attesa per quello che sarebbe successo. Non mi immaginavo come si potesse organizzare una cosa simile, dato che non sai mai potuto andare a casa di Silvia senza Giulia e con Valentina poi!
Un giorno, però, mi contattò quest’ultima e mi disse chiaro e tondo che avevano avuto un’idea e che dovevo solo convincere Giulia a passare a trovare i suoi genitori quel week end. Io poi avrei detto che sarei andato a trovare mia madre e controllare la casa di mia nonna (ambedue le cose mi avrebbero occupato il pomeriggio), attività che avevo sempre fatto da solo. Valentina, che per l’occasione sarebbe stata a casa di Silvia, avrebbe atteso che passassi a prendere entrambe…
La cosa sembrava fattibile e non appena ebbi la conferma da Giulia lo confermai anche alla sorella. Nel darmi appuntamento al week end Valentina però aggiunse:
HO SOLO UNA CONDIZIONE: NIENTE SESSO CON SILVIA, SOLO CON ME.
L’amica aveva veramente ragione nel dire che Valentina voleva l’esclusiva! Temendo di perdere l’occasione, mi affrettai a concordare prontamente (in segreto ero soddisfatto di quella sorta di “gelosia”) e chiesi solamente che cosa avrei potuto fare con Silvia.
FATE QUELLO CHE VOLETE, MA NIENTE PENETRAZIONE, OK?
Non capivo molto il perché di quella limitazione, ma comunque accettai. La prospettiva di avere tutte e due le ragazze a disposizione mi solleticava un sacco, così mi preparai con trepidazione a quello che sarebbe successo nel week end.
SESSO A DUE CON AGGIUNTA
Sabato io e Giulia arrivammo dai suoi genitori. Come “previsto”, Giulia andò al maneggio nel pomeriggio e io le dissi che sarei andato a sbrigare le mie solite faccende. Presa la macchina, mi recai all’indirizzo che mi aveva dato Valentina.
Trovai le due ragazze ad aspettarmi fuori da quella che doveva essere casa di Silvia. Per l’occasione notai che Valentina si era messa una gonna piuttosto corta (era già uscita quando eravamo arrivati, quindi non l’avevo ancora incrociata), con una maglietta solo leggermente scollata, che comunque faceva risaltare lo stesso il suo grande seno, soprattutto per il fatto che evidentemente non portava niente sotto. Ai piedi poi portava dei semplici sandali. Silvia invece indossava un vestito azzurro piuttosto ampio e un paio di sandaletti con il tacco. Scesi dalla macchina e le salutai con un bacio sulla guancia. Silvia era come l’avevo sempre vista, raggiante e sorridente, con i capelli biondi che arrivavano alle spalle, mentre Valentina sembrava molto più allegra di quando era con Marco.
Proposi di salire in macchina, sperando in cuore mio che si sedessero dietro e magari cominciassero a fare qualche cosa eccitante mentre guidavo. Rimasi un po’ deluso, quando Silvia si accomodò dietro, mentre Valentina si mise accanto a me.
Partimmo e chiesi dove volessero andare. Senza preamboli Silvia esclamò:
“credevo volessi divertirti un po’ con noi… adesso guida, poi ti diciamo dove fermarti…
Questa frase mi elettrizzò subito. Continuai a guidare come se niente fosse, mentre Silvia parlava del più e del meno e Valentina interveniva ogni tanto.
Dopo un po’ Silvia disse:
“adesso vediamo di cominciare a divertirci…”
Io stavo facendo una svolta e registrai solo dopo qualche secondo le parole della ragazza bionda ma, girandomi di lato, mi accorsi che Silvia si era avvicinata da dietro al sedile di Valentina e aveva cominciato a stuzzicarle i seni con le mani. In pochi secondi aveva scostato il lembo di stoffa per far uscire i grandi seni, continuando a stuzzicarle i capezzoli. Valentina chiuse gli occhi e appoggiò la testa allo schienale, cominciando a sospirare. Io ero combattutto dalla voglia di non perdermi la scena e la difficoltà nel concentrarmi sulla strada. Fortunatamente non c’era traffico e quindi potei tenere un’andatura lenta e guardare piuttosto agevolmente tutto.
Silvia, ad un certo punto, si allungò ancora di più e cominciò a leccare l’orecchio all’amica e con una mano continuava ad eccitarle un capezzolo, mentre l’altra scendeva giù fino ad infilarsi nell’elastico della gonna, andando chiaramente a masturbarla.
La cosa continuò per un po’, poi Silvia, che evidentemente si divertiva a fare “la dominatrice” della situazione, disse a Valentina.
“Ti sei divertita abbastanza… ora pensiamo un po’ al povero Alberto (a proposito… Alberto sono io)”.
Questa frase mi fece drizzare le antenne e non solo, visto che pochi secondi dopo sentii che Silvia si era spostata dietro il mio sedile e le sue mani si erano portate sui miei pantaloni, cominciando a slacciare cintura e tirare giù la cerniera. Mentre faceva questo notai che aveva delle mani veramente belle, con le dita lunghe e affusolate e anche decisamente abili, perché in pochi secondi erano riuscite ad allargare bene i pantaloni e tirare fuori dalle mutande il mio pene già eretto, cominciando una lenta sega.
“Niente male, direi proprio niente male”, commento Silvia mentre mi masturbava.
Adesso era ancora più difficile concentrarsi sulla strada, tanto più che Silvia era davvero brava e Valentina, accanto a me, si era girata a guardare la scena, lasciando però il seno fuori dalla maglietta e con una mano ne approfittai per accarezzargliene uno.
“Vedo che ci stiamo scaldando, cerchiamo un posto tranquillo dove fermarci”, disse Silvia, smettendo di masturbarmi.
Essendo in una zona di campagna, non ci volle molto. Svoltai in una stradina sterrata tra due campi, in una zona completamente deserta e la percorsi fino ad arrivare ad una specie di slargo nascosto da fronde e qualche albero. Il posto era perfetto e a giudicare dalle lattine gettate e quelli che sembravano preservativi usati, anche gettonato per quel genere di attività. Essendo giorno saremmo stati più tranquilli, tanto più che la macchina era praticamente invisibile alla ormai lontana strada principale e si poteva vedere qualcuno arrivare quando era ancora parecchio distante.
Appena spensi il motore, Silvia mi disse di rimanere ancora davanti e godermi un po’ di spettacolo, poi mi avrebbe detto quando intervenire. Eccitato da questo suo ruolo dominante, mi girai per vedere bene bene il sedile posteriore, mentre Valentina, senza neanche tirarsi giù la maglietta, usciva velocemente dalla macchina e andava a sedersi dietro.
Silvia non perse tempo e si sfilò con un solo movimento il suo vestito azzurro, mostrando che sotto non portava… nulla! Ora che la vedevo per la prima volta “senza veli”, potevo notare che non aveva un brutto fisico. Certo, portava una seconda scarsa, ma simile a quei seni delle ragazzine molto giovani ed era un po’ larga di fianchi, mentre tra le gambe mostrava una sottilissima peluria bionda.
Accortasi del mio sguardo interessato, Silvia sorrise e si girò, appoggiandosi allo schienale posteriore e divaricando leggermente le gambe, così da farmi vedere bene anche il lato b. Non aveva un sedere bello come quello di Valentina, ma non si poteva certo dice che fosse brutto, anche se un po’ meno tonico.
La cosa più eccitante, però, era la spontaneità con la quale faceva questi gesti, che la facevano sembrare ancora più porca.
“Cosa dici, ti piace lo spettacolo?”
“Come fa a non piacermi…”
“Bene, adesso la Vale ci mostrerà le sue doti… anche se credo tu le conosca già…”
Con queste parole la ragazza bionda cominciò a baciare Valentina, mentre le sfilava rapidamente la maglietta e cominciava a stuzzicarle il seno. Anche Vale rispose al bacio e le sue mani andarono subito ad accarezzare la schiena dell’amica, per arrivare ben presto a stringerle il sedere. Era veramente una scena mozzafiato e ne approfittai per cominciare a masturbarmi (avevo ancora i calzoni aperti). Ben presto Silvia fece sedere Valentina e le sfilò gonna e mutandine. Ora le due ragazze erano completamente nude, eccetto per i sandali, che però decisero di non togliere.
Come se mi leggesse nel pensiero, Silvia si staccò un attimo dalle labbra dell’amica e, mentre questa cominciava a leccarle un capezzolo, infilandole una mano tra le gambe, mi disse, cominciando ad ansimare.
“Quando ci vediamo… ahhhh… ci piace toglierci tutto tranne le scarpe… mmm… visto che ci eccitano un sacco…”
“Me ne ricorderò la prossima volta che sono solo con la Vale”, risposi, provocando una risatina di entrambe. Nel frattempo, mi tirai su per far vedere alle ragazze quanto fossi eccitato (e anche dotato, soprattutto a Silvia, che si gustò per bene la scena).
“Bene, che dici Vale, lo facciamo intervenire?”
“Direi di si”
A quelle parole scesi subito dalla macchina e aprii la portiera posteriore. Valentina si spostò verso Silvia per farmi entrare e dovetti constatare che in tre lo spazio era veramente poco. Ma con due ragazze nude davanti quello era l’ultimo dei miei problemi. Mi affrettai a togliermi la camicia e la maglietta, mentre le mani di Valentina già mi toglievano le scarpe e mi tiravano giù i pantaloni. Il mio pene svettava eretto sporgendo dalle mutande, ma prima che Valentina potesse toglierle o fare qualcos’altro, Silvia le si accostò, spostandola quasi e, guardandomi fisso, si chinò e cominciò a dare dei colpetti di lingua al glande, soprattutto sul prepuzio. Era veramente abile con la lingua e poco dopo mi fece quasi venire quando, quasi con uno scatto, mi tirò giù le mutande e, senza neanche togliermele, si tuffò a leccarmi tutta l’asta. Valentina, che era evidentemente rimasta spiazzata dall’intraprendenza dell’amica, si avvicinò a sua volta con la faccia al mio pene, come a chiedere la sua parte. A quel punto Silvia si interruppe, sorrise e si spostò un po’ di lato, andando a leccarmi da una parte, mentre Valentina iniziava dall’altra.
Era uno spettacolo che avevo visto solo nei film porno: due ragazze nude che mi leccavano contemporaneamente il pene, facendo incontrare le bocche e baciandosi proprio sul mio glande.
Stavo cercando in ogni modo di resistere all’orgasmo, ma Silvia dovette accorgersene, perché si fermò e alzando la testa disse:
“visto che la Vale ha il privilegio di farsi scopare da te, io avrò il privilegio di farti venire per prima”.
Valentina sembrò voler dire qualcosa, ma incontrando il mio sguardo annuì e si spostò, dando modo all’amica di cominciare a succhiarmelo con forza. A quel punto avevo veramente pochi minuti di autonomia, ma feci in tempo a godermi Silvia che, scendendo ancora, prese a leccarmi i testicoli, mentre con una mano continuava a masturbarmi, mentre Valentina le si piazzò dietro e cominciò a penetrarla con le dita, facendola gemere e dicendo:
“Visto che ti piace fare la troietta, vediamo se ti piace anche così”.
Questo scambio di parole mi fece raggiungere il culmine e Silvia, sentendo i miei gemiti e il mio pene gonfiarsi e farsi durissimo, si affrettò a risalire per infilarselo di nuovo in bocca, dove continuò a stuzzicare il prepuzio con la lingua, mentre io inarcavo la schiena e la testa e le inondavo la bocca di sperma.
La ragazza si tirò su e apri la bocca in un sorriso, mostrando come avesse ingoiato prontamente tutto. Poi si girò verso Valentina e le due ragazze ripresero a baciarsi e accarezzarsi. Io avevo bisogno di qualche minuto per riprendermi, quindi decisi di fare la mia parte e mi misi dietro Silvia, che ora mi dava le spalle, riprendendo da dove si era interrotta Valentina, ovvero infilandole le dita dentro e accarezzandole e palpandole sedere e capezzoli con l’altra mano. Valentina faceva la stessa cosa dall’altra parte e Silvia mugolava per il piacere, mentre anche le sue dita erano impegnate a masturbare freneticamente l’amica. La cosa andò avanti per un po’, fino a che Vale non mugolò:
“Non ce la faccio più… prendimi!”
L’invito era evidentemente rivolto a me, che avevo di nuovo il pene durissimo e il sedere di Silvia era pericolosamente vicino, tanto da toccarlo quando lei, sicuramente apposta, si muoveva all’indietro. Evidentemente anche Valentina se n’era accorta e come per ricordare a entrambi che solo lei aveva il privilegio di poter essere scopata, si lasciò scivolare lungo il sedile, appoggiando la schiena alla portiera (i vetri erano ormai completamente appannati e non ci saremmo accorti di nessuno nemmeno se ci avesse guardato da un centimetro) e allargando le gambe.
Silvia, dato il poco spazio a disposizione, non sapeva come disporsi, quindi le suggerii di girarsi e mettersi a 69 su Vale. Con un po’ di fatica ci riuscì e fu una bella trovata, perché la sorella della mia ragazza cominciò a leccargliela, mentre Silvia si trovò di nuovo il mio pene davanti. Infatti, ne approfittò subito per riprenderlo in bocca, anche se non c’era bisogno di eccitarmi ulteriormente. Avevo capito che aveva un debole per me, almeno fisicamente e le pesava il divieto di farsi prendere come la sua amica. Dopo pochi istanti, comunque, le sfilai dolcemente il pene dalla bocca e penetrai con un colpo Valentina, che diede in un forte sospiro.
Cominciai una penetrazione a colpi secchi, facendo sussultare le snelle gambe della ragazza, mentre Silvia alzava la testa al massimo per baciarmi appassionatamente, mugolando per il piacere che la lingua dell’amica le dava.
Essendo già venuto una volta, avevo decisamente più resistenza, quindi andai avanti parecchio a spingere dentro Valentina, che ad un certo punto cominciò a tremare e gemere, segno che era appena venuta. Era il segnale anche per me: con un rantolo venni dentro la ragazza, stupendomi di avere ancora un sacco di sperma da scaricare. Uscendo da Valentina, un po’ ansante, rimasi a guardare Silvia che si abbassava fino alla sua vagina e cominciava a leccarla, sempre più veloce, mentre si poteva distintamente vedere lo sperma che fuoriusciva…
TRADIMENTO NEL TRADIMENTO
Un’ora e mezza dopo, mentre mi facevo una doccia a casa dei genitori di Giulia e Valentina, ripensavo a quell’assurdo pomeriggio. Era veramente incredibile che fossimo riusciti a organizzarlo, a non destare sospetti e a non farci beccare. Alla fine, Giulia era arrivata addirittura poco prima che entrassi in doccia, scusandosi per averci messo così tanto. Ripensandoci, in quella macchina parcheggiata in quella stradina eravamo stati almeno un paio d’ore, senza contare il ritorno.
Ripercorrevo con la mente tutto quello che avevamo fatto, cercando di pensare a quale fosse stata la situazione più eccitante, se vedere Silvia con la testa tra le gambe di Valentina subito dopo che le ero venuto dentro, alla successiva scopata a pecorina nella quale Valentina, mentre la prendevo da dietro, succhiava i capezzoli di Silvia stesa sotto, fino al mio ennesimo orgasmo, questa volta addosso a Silvia, in ginocchio davanti a me. A quel punto non avevo praticamente più sperma, ma un paio di getti erano riusciti a bagnarle il mento, il collo e il seno. Silvia, a quel punto, si era girata verso Valentina e l’aveva invitata a leccarla. Si, a pensarci bene, vedere la sorella della mia ragazza che, un po’ titubante, passava la lingua sul corpo dell’amica bagnato di sperma era stata l’apoteosi di quel pomeriggio.
Ad un certo punto, un’occhiata all’orologio aveva rotto l’incanto. Dopo una rapida asciugata con dei fazzoletti, ci eravamo rivestiti e avevamo intrapreso la via del ritorno. Osservando le due ragazze mentre tornavamo, mi dicevo che non avevamo lasciato “segni apparenti” di quello che era successo. Certo, entrambe erano arrossate e avevano i capelli sudati e appiccicati alla fronte, ma quello poteva essere attribuito al caldo. Per quanto riguardava il resto, una bella doccia avrebbe lavato via tutto.
Ma il fatto era che nemmeno il ritorno era stato privo di sorprese. Prima di tutto, avevo dovuto accompagnare Valentina a casa per prima, dato che doveva telefonare al suo compagno ed era già in ritardo e quindi sarei rimasto solo con Silvia fino a casa sua. Scendendo dalla macchina, Vale mi scoccò uno sguardo eloquente e anche un po’ indagatore, ma dovette immaginare che, dopo tutti quegli orgasmi, non ne avessi veramente più. Inoltre, sia io che Silvia avevamo promesso e se non si fidava di me, restava sempre la sua migliore amica…
Ad essere sinceri, mentre ripartivo con la macchina assieme a Silvia, non stavo pensando di infrangere quella promessa. Certo, era stata un po’ di impedimento, considerando che avevo avuto a disposizione due ragazze e ne avevo potuto scopare solo una, nonostante le invitanti pose che aveva assunto… Ma in fin dei conti non potevo certo lamentarmi per quell’incredibile maratona sessuale, quindi fu con una certa sorpresa che sentii Silvia dire:
“Gira pure qui a destra e scendi lungo la rampa, lì c’è un piccolo piazzale dove puoi girare la macchina”.
Non vedevo perché non potessi girarmi direttamente lì davanti a casa sua, ma non dissi nulla e ubbidii, scendendo una rampa e trovando un cortiletto chiuso da alti muri di cemento. Non avevo ancora iniziato la manovra per tornare indietro che Silvia si sganciò di scatto la cintura (era passata sul sedile davanti quando era scesa Valentina) e mi disse quasi brusca:
“Ora puoi fermarti, spegnere e scoparmi. Sto impazzendo dalla voglia…”
“Ma scusa, abbiamo fatto una promesso a Vale, poi voi vi dite tutto…”
“Non dire stronzate. Non glielo dirò di certo e sono sicura che intuirà la verità, solo non vuole assistere alla scena. Conosco le sue gelosie e comunque me lo devi, ho visto come mi guardavi prima”.
“Pensi di essere così irresistibile?” le dissi, prendendola un po’ in giro.
“Certo che si, per chi mi hai preso?” Fece lei, assumendo una finta aria altezzosa. La sua mano si stava già avvicinando al mio cavallo dei pantaloni, ma la bloccai di colpo.
“Ma che fai! Guarda che questa offerta vale una volta sola!”
“Lo so, ma adesso farai come ti dico io”.
“Ma chi ti credi di essere?” Rispose lei sempre sorridendo.
A quel punto scattai in avanti, bloccandole le mani e arrivando a un centimetro da suo orecchio, sentendola ansimare.
“Uno che ti monterà fino a farti urlare come la troietta che sei”.
A queste parole sentii distintamente il suo cuore partire a mille, mentre i suoi occhi azzurri si dilatavano mostrando un solo pensiero: ce l’avevo in pugno.
Senza attendere che replicasse mi slacciai in fretta i pantaloni e me li tirai giù, sotto il volante, oltre alle mutande. Ovviamente ero già eccitatissimo e a quel punto afferrai la testa della ragazza e le diedi un lungo bacio. Lei rispose quasi con furia, dimostrandomi quanto non vedesse l’ora di godersi quel momento con me. Dopo qualche secondo di bacio, però, decisi di continuare a farle capire chi comandava. Mi staccai dalle sue labbra e, senza troppa grazia, le spinsi la testa giù, contro il mio pene. Silvia iniziò subito a spompinarmi, mentre mi divertivo ad accarezzarle i capelli biondi e a scendere con una mano oltre l’orlo del suo vestito per stuzzicare i capezzoli.
Dopo pochi minuti di godimento, la ragazza tirò su la testa dicendomi:
“Non abbiamo più tempo, tra 10 minuti arrivano i miei!”
“Allora hai 10 minuti per farmi venire mentre mi cavalchi”, le dissi, leccandole un orecchio.
Silvia gemette e si tirò subito su, infilandosi con fatica sopra di me, un po’ contro il volante, mentre con una mano l’aiutavo a prenderlo dentro. Quando la penetrai si fece sfuggire un intenso sospiro di godimento, per poi cominciare una cavalcata selvaggia, una delle più forti che abbia mai fatto. Inarcava la testa all’indietro gemendo, gli occhi chiusi, mentre le leccavo i capezzoli che sporgevano dal vestito tirato giù lungo le spalle, per poi tornare su di scatto e baciarmi furiosamente, mentre le mie mani, strette attorno ai suoi glutei, guidavano il ritmo.
Dopo qualche minuto di quella fantastica cavalcata, sentii che stavo raggiungendo il limite. Silvia era veramente una macchina da sesso: sapeva esattamente come muoversi e come far godere al massimo tutti e due. Non avrei mai pensato che la ragazza solare che sorrideva e con la quale avevo scambiato solo poche frasi in quegli anni potesse diventare quella menade infoiata che faceva su e giù sempre più forte su di me, i capezzoli turgidi e i capelli come una nuvola bionda attorno, le cosce ben strette attorno alla mia vita.
Quando sentii l’orgasmo arrivare, feci appena in tempo a chiederle se dovevo venire fuori, ma lei mi fece solo un cenno di diniego con la testa e allora le strinsi forte il sedere, piantandole le dita nelle natiche. Non appena, con un rantolo, sentii i getti di sperma schizzarle dentro (ebbene sì, ne avevo ancora!), lei inarcò un’ultima volta la schiena, gettando la testa all’indietro ed emettendo in un grido piuttosto forte. Sentii la sua vagina che si contraeva assieme al mio pene e capii che era venuta insieme a me. Dopodiché si abbandonò con la testa sul mio petto, ansimando, i capelli incollati al viso, le nostre cosce bollenti e sudate ancora strette in quell’amplesso.
In quel momento sentii di essere totalmente in pace con me stesso, completamente soddisfatto e in totale armonia con lei, ma purtroppo durò pochi secondi. Silvia si tirò su e si rimise a posto le spalline del vestito. Sorridendo, mi diede un morbido bacio e disse:
“Sei fortunato ad avere la ragazza e anche l’amante. Se vivessimo più vicini e fossi libero vorrei scopare così con te almeno due o tre volte al giorno… sei incredibile!”
Baciandola a mia volta le sorrisi e le dissi:
“non pensare di essere da meno… sei veramente una dea del sesso!”
A queste parole Silvia mi sorrise e arrossì furiosamente. Dubito che il suo ragazzo gliel’avesse mai detto, anche se ero sicuro che fosse quello con cui scopasse di meno.
Con un ultimo bacio e un breve abbraccio, le aprii la portiera, mentre scavallava le gambe per uscire. Ero ancora dentro di lei, quindi mi affrettai a porgerle un fazzoletto che usò per tamponare il rivolo che le scendeva dalle gambe.
Con un ultimo sguardo e un sorriso, disse:
“buon ritorno…”.
Poi si girò ed entrò in casa.
Egoista.....se ho ben capito la storia di IRENE ti crea "Emozioni" bene , sappi che nn sono finite mancano ancora…
Emozionante......
molto eccitante e, coinvolgente x chi ama il tema Cornuto, ci si può immedesimare alla grande
Ne avevo 22 quando mi son trasferita
Irene sei Super