Una calda domenica di luglio. Avevo portato a casa una pratica che non ero riuscito a completare e subito dopo la prima colazione mi ero messo al lavoro. Si trattava di un progetto con relativo preventivo di spesa per un impianto di videosorveglianza che un grande supermercato mi aveva commissionato.
Angela, la mia giovanissima moglie, non gradiva che nei giorni festivi trascorressi ore al computer. Non che io la trascurassi, anzi. Ci amavamo moltissimo e, come è normale e giusto che sia, almeno nei primi anni di matrimonio, facevamo sesso ogni sera.
Venne a trovarmi nel mio studio e, accarezzandomi il viso con il solito gesto affettuoso, mi disse che la sua amica Gloria le aveva chiesto di passare qualche ora con lei. Giulio, il marito, era per lavoro a Milano e sarebbe tornato fra un paio di giorni. Lei era sola nella sua grande villa con piscina e avrebbe gradito scambiare quattro chiacchere con la sua migliore amica. Naturalmente non ebbi nulla in contrario, anzi le raccomandai di prendere il sole in piscina per colorare un po’ la sua pelle. A questo punto lei mi disse che avrebbe profittato del fatto che sarebbero state sole per inaugurare il microbikini che una sua amica burlona le aveva regalato giorni prima. Si trattava di pochi centimetri quadrati di stoffa molto leggera; il pezzo di sopra lasciava scoperte quasi per intero le tette e lasciava intuire la forma dei capezzoli; il culetto rimaneva completamente esibito dal misero perizoma. Le ricordai che mi aveva promesso di gettare quegli straccetti perché non le avrei permesso di indossarli in pubblico. Mi baciò sulle labbra e:
– Gelosone, ci sarà soltanto Gloria, stai tranquillo.
Quando la rividi, dopo circa tre ore, era arrossata dal sole. Senza salutarmi andò subito in bagno; poco dopo sentii scrosciare la doccia.
Il martedì successivo ricevetti una telefonata da Giulio. Mi disse che la telecamera che inquadrava l’ingresso della villa non funzionava e mi chiese se potevo mandare un operaio per ripararla. Per lo più in questi casi sarebbe stato sufficiente cambiare un sensore; gli dissi che sarei passato io stesso in giornata a dare un’occhiata.
Quando arrivai alla sua villa mi venne ad aprire in costume da bagno, il corpo ancora gocciolante. Giulio era stato un giocatore di rugby. Alto almeno 1,90, aveva ancora il fisico asciutto e muscoloso. Mi propose un drink e mi guidò per un lungo viale fino alla zona piscina. Lì, su un lettino, era distesa al sole sua moglie Gloria. In topless.
In forte imbarazzo la salutai da lontano ma lei si alzò e venne a darmi un veloce bacio su una guancia.
Chiesi a Giulio di farmi vedere il registratore nvr. Quando fummo in cantina aprì con due piccole chiavi l’armadietto di metallo dove era collocato l’apparecchio e mi disse che sarebbe andato a cambiarsi e che sarebbe ritornato da li a poco. Vidi subito che si trattava di un morsetto allentato e lo sistemai in meno di un minuto. Mi venne in mente di rivedere le immagini della domenica precedente, quando mia moglie era andata a trovare la sua amica. Ero stato io stesso a progettare e realizzare l’impianto e individuai subito la telecamera che riprendeva la zona piscina. Porto sempre con me una chiavetta usb nella quale sono solito immagazzinare dati e nomi di clienti e fornitori. Sapendo di commettere una scorrettezza copiai velocemente la registrazione di quella domenica mattina ripromettendomi di visionarla con mia moglie.
Giulio tornò, andammo insieme a prendere il drink promesso e, dopo i soliti convenevoli, salutai i due coniugi e tornai a casa.
Angela aveva invitato a cena i miei ed i suoi genitori. Non me lo aveva detto ma ne fui contento.
Quando tutti andarono via raccontai a mia moglie che ero andato dai nostri amici per una riparazione e che mi avevano raccomandato di portare i loro saluti “alla mia bellissima moglie”. Pensai che data l’ora tarda quella sera non avremmo fatto l’amore. Angela invece, non appena fummo in camera, con movimenti felini ma tenendo stranamente gli occhi bassi come aveva fatto il giorno prima e l’altro ancora, si strusciò a me eccitandomi facilmente. Ebbe un primo orgasmo dopo pochi minuti ed un altro quando me ne venni. Me ne compiacqui anche se mi sembrò alquanto strano: talvolta lei addirittura non riusciva a raggiungerlo forse perché non mi dilungavo con i preliminari o forse perché non sono molto dotato.
Intuivo che nonostante la frequenza con cui facevamo l’amore e nonostante le forti erezioni, c’era qualcosa che non andava. Mi ero ripromesso di parlarne con uno psicologo di coppia; Angela era d’accordo anche se minimizzava sempre il problema. Amavo moltissimo mia moglie; ero certo che anche lei mi amava. Ero convinto però che non fosse completamente soddisfatta delle mie prestazioni.
Mi ricordai della registrazione quando un giorno la chiavetta mi servì per lavoro. Ero in ufficio e non riuscii ad aspettare la sera per vederla con Angela.
La scena era quella che conoscevo: il prato all’inglese intorno alla piscina, i lettini, la doccia, i vasi fioriti. Andai avanti velocemente fino a quando non vidi del movimento. Rallentai fino alla velocità normale. Angela e Gloria andavano verso i lettini al sole, chiacchierando e ridendo. Gloria rigorosamente in topless. L’audio era accettabile anche se non tutte le frasi erano pienamente comprensibili. Misi un pò più veloce ma rallentai il filmato quando vidi Gloria che armeggiava con la fibbia del reggiseno dell’amica. Angela fece il gesto di trattenerlo con le mani ma Gloria le disse di rilassarsi perché erano sole e nessuno poteva vederle. Le due donne mostravano entrambe le loro tette. Mia moglie era uno spettacolo, Gloria per la verità un po’ meno! Ero sul punto di fermare il video e togliere la chiavetta quando uno spettacolo angosciante si presentò ai miei occhi. Giulio, non visto, si avvicinava alle due amiche. Era tornato, forse non era mai partito. Il fisico scolpito, completamente nudo, era quello di un dio greco. Non potei non guardare il membro che enorme, anche se appena barzotto, dondolava al ritmo dei passi.
Quando fu ad un metro da loro esclamò “che meraviglia” facendo fare un balzo a mia moglie che con gli occhi chiusi si godeva i raggi del sole; immediatamente si coprì il seno con le braccia. Non poteva non vedere gli attributi del suo amico; non disse una parola e rimase come bloccata, seduta sul lettino, con gli occhi sbarrati puntati sul basso ventre di lui. La cosa che non mi aspettavo fu che Gloria, anziché ingelosirsi, si avvicinò alla sua amica abbracciandola e parlandole piano riuscì a tranquillizzarla fino a toglierle le mani dal seno mostrandolo nudo al marito. Le disse di tornare a distendersi per continuare ad abbronzarsi e di non curarsi della presenza di Giulio.
Angela lo fece ma la direzione del suo sguardo non cambiò: continuò a guardare quel membro possente che lentamente acquistava il pieno turgore.
Giulio prese un flacone di olio solare che si trovava ai piedi di un lettino e senza una parola ne versò un pò sulle gambe e sul torso di mia moglie che non mosse un muscolo. Quindi prese a spalmarlo lentamente non tralasciando l’interno coscia e le mammelle, stringendo a tratti i capezzoli turgidi fra i pollici e gli indici. Non riuscivo a credere a quello che vedevo: Angela lo lasciava fare. Vidi Gloria alzarsi e avvicinarsi ai piedi di Angela. Delicatamente, come solo una donna sa fare, prese fra le dita i bordi del microscopico perizoma e lo fece scendere fino a toglierlo del tutto. Incredibilmente mia moglie aveva collaborato alzando di poco il bacino. Il pube depilato, luccicante al sole, si offrì agli sguardi libidinosi dei due coniugi.
Quella che seguì fu la scena che non avrei mai dimenticato e che segnò per sempre la mia vita. Giulio si distese sopra il piccolo corpo di Angela, ne allargò le gambe, ne cercò l’ingresso che solo io fino ad allora avevo varcato e la penetrò con violenza. Dopo appena pochi secondi Angela cominciò ad urlare tutto il suo piacere e stringeva a sé come poteva quel maschio che la violava. Non avevo mai visto godere mia moglie in quel modo. Mi resi conto in quel momento della mia inadeguatezza e che non sarei riuscito mai più a fare l’amore con lei. Non volli continuare, spensi il computer e tolsi la chiavetta.
Nel percorso che feci per tornare a casa, pensai alle volte che avevo fatto l’amore con Angela dopo quell’episodio. Riflettendo mi resi conto che erano state diverse rispetto a prima. Durante gli amplessi lei aveva evitato di guardarmi negli occhi. Ero certissimo inoltre che aveva finto di avere gli orgasmi salvo quella maledetta domenica. Ma quella volta doveva essere ancora eccitata e con la mente fra le braccia del suo amante. Pensai inoltre di essere stato estremamente stupido per non essermi accorto che in quei giorni era stata più accondiscendente del solito e che esaudiva ogni mio desiderio fino a sorprendermi. Era evidente che sentiva un forte senso di colpa. Il mio “amico” Giulio con quella scopata aveva distrutto due vite.
L’amavo ancora? Era troppo presto per saperlo. Dovevo separarmi da lei? Non volevo fare azioni avventate. Forse lei mi amava ancora anche se come maschio non credo che potesse stimarmi più.
Con questi pensieri angoscianti arrivai in garage e parcheggiai la mia auto.
Mi avviai verso casa facendomi forza per apparire sereno. Evidentemente non ci riuscii perché appena Angela mi vide sbarrò gli occhi e mi disse:
– Che hai, che ti è successo? Corse ad abbracciarmi ma istintivamente l’allontanai da me con un gesto di schifo che non seppi trattenere.
Angela impallidì. Dovette intuire qualcosa. Cercai allora di sviare il suo sospetto e mi scusai dicendo che stavo malissimo per qualcosa che avevo mangiato al fast food. Non poté trattenere un sospiro di sollievo.
Quella sera non cenai e quando Angela venne a letto mi trovò con gli occhi sbarrati che guardavano il soffitto. Come spesso aveva fatto si avvicinò e mise una mano sul mio torace e piano piano scese per toccarmi infine l’uccello. Di solito questo era sufficiente almeno per l’inizio di una erezione. Quella sera lo trovò piccolo, molto piccolo! Penso che attribuì questo alla intossicazione alimentare. Augurandomi con un bacio sulla guancia la buonanotte, chiuse gli occhi e dopo un po’ si addormentò. Io rimasi sveglio fino all’alba. Poi dormii per un paio d’ore.
I giorni che seguirono furono i peggiori che abbia mai vissuto. Avevo sempre davanti agli occhi il viso trasfigurato dagli orgasmi che Angela aveva provato quella maledetta domenica, l’intensità dei quali non ero riuscito mai a farle avere. Ero freddo e distaccato con lei anche quando si avvicinava per le solite coccole. Non avevo più avuto erezioni degne di tale nome, tant’è che dopo qualche giorno lei mi affrontò:
– Tu non me la racconti giusta. Hai trovato una sciacquetta e ci vai a letto? Com’è che all’improvviso non mi cerchi più e quasi non vuoi che ti metta le mani addosso? Anzi, tolgo il quasi. Rispondi!
Abbassai gli occhi come se dalla parte del torto mi sentissi io. Non riuscivo a decidere cosa fare. Mi vergognavo di dirle che sapevo di quella domenica a casa di Gloria, anzi che avevo visto tutto e che mi ero reso conto di che uomo insignificante lei avesse accanto. Mi feci forza e glielo dissi, proprio con quelle parole e con gli occhi bassi. E poi:
– In questi giorni ho capito che non sarò più in grado di fare sesso con te. Tu non potrai fare a meno di riprovare quello che ti ha dato Giulio e Gloria non rappresenta certo un ostacolo. Non siamo più una coppia. Ogni volta che ti sono vicino sento di essere un uomo insignificante, mediocre e provo una profonda umiliazione. Andrò via da casa e provvederò al tuo mantenimento.
Mentre parlavo lei aveva sbarrato gli occhi e mormorava “Oddio! Oddio!” Quando finii di dire quelle cose e feci per andarmene lei in ginocchio mi abbraccio forte le gambe gridando:
– No, no, no, non mi lasciare; perdonami ti prego; sono io che debbo vergognarmi per aver tradito un uomo meraviglioso, l’uomo che ho sempre amato e adesso più di prima. Quei porci non mi vedranno più, che Dio li maledica. Quando facevo l’amore con te ero felice. Ero felice perché mi abbracciavi, mi desideravi, mi guardavi innamorato.
Non potei evitare di fare una riflessione: aveva chiaramente detto che era felice; non aveva detto che era appagata sessualmente; volendomi immensamente bene (di questo ne ero sicuro) era felice perché sapeva di regalarmi momenti di piacere assoluto. Mi venne in mente anche una chiacchierata fra lei ed una sua amica che io, non visto, avevo ascoltato per caso. L’amica le suggeriva di non negarsi quando io volevo fare l’amore per evitare che sentissi il bisogno di andare con altre donne. Io però questo bisogno non l’ho mai avuto da quando ho conosciuto lei.
Provai stranamente compassione per lei, la vedevo sinceramente addolorata per quello che mi aveva fatto. Le dissi che ci avrei pensato e che avrei preso una decisione dopo qualche giorno.
Oggi viviamo ancora insieme. Ce la metto tutta per dimenticare quell’episodio senza riuscirci. Dopo un paio di mesi abbiamo ripreso a fare l’amore. Quella virilità di cui andavo fiero è solo un ricordo e le frequenti defaillances mi lasciano mortificato e sfiduciato.
Superiorman
molto bello… mi piacerebbe scrivere qualcosa per la tua lei… se ti va mi trovi qui fantasticoscrittore@virgilio.it