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Erotici Racconti

Esuberante attesa

By 29 Ottobre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

‘E’ già tutto stabilito. Tu andrai a prendere Viviana alla stazione, poi io v’aspetterò qui per il pranzo’ – esordì lui in modo energico e spigliato. 

Quella mattina, difatti, partii di buon’ora utilizzando l’autostrada, eppure il mio pensiero era fisso e rivolto in maniera tenace per lei, per come sarebbe stata realmente incontrarla e alla fine esaminarla dal vivo. Ambedue, infatti, c’eravamo scambiate solamente dei messaggi con la posta elettronica, persino delle foto e c’eravamo sentite qualche volta anche al cellulare, nulla di più. Io arrivai in stazione e dopo aver parcheggiato l’automobile bramavo d’adocchiarla ansiosa e impaziente tra la folla per cercare d’individuarne il volto. Fu allora che la vidi: era longilinea con i capelli neri lunghi e mossi, gli occhi scuri con quei lineamenti dalle caratteristiche fattezze mediterranee.

‘Ciao, tu sei Martina vero?’.

‘Sì, sono Martina, lieta di conoscerti’ – risposi io gioiosa.

In quello stesso istante lei avvicinò le sue labbra alle mie e davanti a tutti mi baciò. Io ancora un po’ sgomenta sistemai la sua valigia nel bagagliaio e le aprii la porta per farla salire. Durante il viaggio il mio sguardo si posò sulle gambe messe in risalto da una gonna nera non troppo corta, che per non spiegazzarsi aveva alzato leggermente mettendo in spicco le cosce fasciate dal pizzo di quelle calze autoreggenti nere. Fu in quell’istante che mi vide sbirciare e senza battere ciglio m’agguantò la mano destra e se l’appoggiò sul perizoma di pizzo nero che mostrò maggiormente in evidenza alzando ulteriormente la gonna. Io avvertivo il calore salirmi al cervello, dato che non vedevo l’ora di baciare quel sesso intriso dei suoi fluidi, mentre lei socchiudeva gli occhi e s’abbandonava spudoratamente sul sedile. Il viaggio sennonché fu breve.

‘Benvenute’ – disse lui al nostro arrivo, mentre baciava prima una e poi l’altra.

Durante tutto il pranzo io non pensavo ad altro, sennonché a quello che sarebbe successo da lì in avanti, per il fatto che percepivo l’aspirazione e la voglia di quella donna piuttosto febbrile e forte oltremodo, davvero a dismisura. In quegli attimi mangiammo in fretta le pietanze, proprio come se volessimo tutti accelerare il momento che sognavamo da qualche tempo. In un attimo ci ritrovammo a dirimpetto e cominciammo a baciarci intrecciando le nostre lingue, mentre le mani scorrevano su quei corpi in cerca delle nostre forme, per il fatto che ambedue c’eravamo perfino dimenticate di lui, che a quel punto quasi annoiato e spazientito esclamò:

‘Vi siete scordate di me bambine?’.

Lui s’aggregò a noi in un lungo bacio, mentre io sentivo marcatamente le sue dita insinuarsi tra le mie gambe. Ci trovammo sul letto tutti e tre, per il fatto che eravamo invase appieno da quel mulinello di trasporto che avvertivo ampliarsi sempre di più dentro di me, giacché nella mia mente continuavo a pensare, ti voglio mia ora, adesso. Io la spogliai lentamente guardando il rossore delle sue guance comparire, lei s’abbandonò alle mie mani, mentre sentivo lui che frugava la mia fica da tempo colma di secrezioni.

‘Dai, sì così, non resisto più, adesso leccami’ – manifestò lei visibilmente accalorata.

Come una scossa il suo ordine m’aveva preso il cervello e mentre le mie mani s’introducevano gradualmente nella sua pelosissima fica bagnata, la lingua batteva nello stesso momento sul clitoride facendola sussultare ritmicamente.

‘Ancora, sì Martina, dai ancora, sì, in questo modo’ – sussurrava in un gemito, mentre io captavo che lui mi stava penetrando agevolmente.

Io in quel preciso istante la sentii gemere sempre più forte mentre afferrava le lenzuola e urlò a quel punto il culmine del suo sorprendente e veemente orgasmo ritraendosi spossata da quella posizione per guardare lui mentre mi scopava facendomi manifestamente sobbalzare a ogni colpo.

‘Godi Martina, godi mia bella, sì, così, brava’.

Io avvertivo il suo sguardo e le sue parole furono come un’invasione interna che mi scompigliava, un’inattesa, un’irrefrenabile e un’ulteriore stangata, perché in quel momento m’attorcigliai erompendo in un orgasmo magnifico, profondo e sconvolgente, così mentre lei mi baciava in bocca senza ritegno lui ci guardava mettendosi placidamente a sghignazzare:

‘Tutto bene ragazze, non è vero?’ – enunciò lui complimentandosi per l’impresa raggiunta.

‘Sì’ – rispondemmo noi due acutamente esaltate ed euforiche per quell’evento che stavamo focosamente vivendo.

Lui al presente era già fuori di senno, farneticava in modo insulso, in quanto si tastava il cazzo eretto di continuo per farci comprendere che attualmente era giunto il suo turno, cosiffatto noi beffarde e ironiche ci avvicinammo lambendo accuratamente il glande, stuzzicando e insistendo per bene con la punta della lingua sul frenulo, ammirando e apprezzando in tal modo l’ergersi maestoso della sua virilità in tutto il suo completo fasto. I nostri occhi erano incollati lì, mentre le nostre ingorde lingue s’intrecciavano su quel membro possente, sentimmo in tal modo le sue mani afferrarci per i capelli mentre spingeva le nostre teste contro sé stesso, a turno le spostava a suo piacimento sul glande, dato che stava per eiaculare il suo bianco e vischioso nettare. In un attimo ci posizionò con le nostre facce arrossate davanti a sé, giacché sapevamo che in pochi istanti lui sarebbe esploso in un orgasmo magnifico e spettacolare riversandoci addosso tutta la sua intima linfa vitale, infatti, neanche il tempo di riflettere sul concetto che lui prontamente annunciò:

‘Godo, sì sborro, fantastico. Eccolo, sì, prendete, è tutto per voi piccole troiette, bevete’ – ed esplose spassandosela beatamente e comodamente sulle nostre bocche riempiendoci con il suo invitante e saporito sperma. In seguito lui s’accomodò sul letto mentre noi a quattro zampe una di fronte all’altra ci baciavamo piene del suo succo. Viviana in seguito che fine fece? Da quel giorno io non la rincontrai né la rividi più.

Lei fu concretamente e tangibilmente come un ciclone nella mia vita dal giorno esatto in cui apparve, arrivando a farmi cadere e facendomi prodigiosamente svanire radicalmente e una volta per tutte le ultime barriere che m’avevano incatenato e vincolato a una morale bacchettona, bigotta e linguacciuta, piena d’inutili concetti assieme a infruttuosi e insalubri sensi di colpa.

Finalmente, al momento mi sentivo davvero emancipata, indipendente e innanzitutto del tutto libera con me stessa.

{Idraulico anno 1999} 

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