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Erotici Racconti

Spasmi di piacere

By 27 Giugno 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

La persistente pioggia mista a quel molesto vento non aveva nessun’intenzione di voler scemare. Iolanda si rannicchiò di fronte al focolare agognando d’ottenere un piacevole conforto, generato dalle pungenti temperature di quell’autunno insolitamente inoltrato. Il fulgore del caminetto acceso sfavillava continuamente dentro i suoi occhi, riflettendo finanche il riverbero sulla sua bella capigliatura. Iolanda allungò i palmi assiderati in direzione di quei ceppi di quercia infuocati, perché la loro temperatura le provocò un rapido giovamento. Dopo si levò le scarpe e cominciò a frizionarsi la pianta dei piedi lievemente intorpiditi, distendendosi in seguito in totale comodità sopra quei guanciali sparpagliati sul tavolato:

‘Un’autentico incanto, che meraviglia’ – ponderò affascinata nel mentre dentro se stessa.

Avvolta nelle sue intime considerazioni rifletteva, sennonché un inatteso trambusto di passi la destò di colpo da quel gradevole letargo, per il fatto che nei suoi paraggi occupò collocazione un individuo moro, per la precisione Lamberto, il suo spasimante:

‘Magnifico, non è vero? Sei soddisfatta? T’incanta questo territorio, peraltro sparpagliato tra questi pendii e lontano dal trambusto? – le domandò lui.

‘Io venero questo tipo di scenario, il suo mutismo e la sua quiete favolosa. Là di fuori s’avverte qualche cosa di portentoso, di fatato, poi stare qua davanti a questo caminetto mi ricopre d’armonia e m’inonda di distensione. Sono certa che se m’abituassi non andrei più via. Sarà in definitiva il nostro intimo riparo, non credi?’.

‘Se tu lo preferissi, nessun problema, per me via libera, perché qualunque tua ambizione per il tuo benessere sarà in ogni caso accordata’ – dichiarò Lamberto.

Iolanda ricollocò i suoi splendidi occhi su quelli stravaganti di Lamberto esprimendogli tutta la sua totale gratitudine, cominciando a sfregargli le gote appena appena con la barba incolta. Lui serrò gli occhi rallegrandosi per quell’amabile carezza, dopo acciuffò la mano di Iolanda magnificandola con un bacio:

‘Vi scoccio?’ – enfatizzò nel contempo un altro accento maschile.

Gianfranco sollevò lo sguardo e sorrise rivolgendosi verso Sabrina, l’altra persona di sesso femminile nel rifugio.

‘Vieni, accomodati qua di fianco a me’ – annunciò entusiasta Iolanda.

Sabrina si genuflesse a lato slegandosi la capigliatura e sbarrando gli occhi tendendo le mani e traendo beneficio dall’accogliente calduccio del focolare assieme alla combriccola dei suoi amici:

‘Dimmi un po’, azzardo se puntualizzo che pure a te non rincresce rimanere qua, o sbaglio?’ – le manifestò Iolanda incuriosita.

‘Io sono più che felice di trattenermi in vostra compagnia, pertanto tutto ciò mi soddisfa, questo &egrave quanto’ – replicò Sabrina.

La tenera signorina cercò la mano di Gianfranco accompagnandola verso il torace in prossimità del muscolo cardiaco. Lui non poté fare a meno d’ammirare quella figura di donna, il sagoma di quelle amorevoli labbra così appetibili, l’armonioso pendio delle sue tette, le minute e nitide mani, il colore opalescente delle sue unghie, i tratti duttili delle sue anche, perché a ben vedere, i bagliori di quel chiarore rovente scaturente dal focolare, rischiaravano quella figura simmetrica che giammai le era apparsa talmente seducente come in quell’istante. Successivamente l’occhiata fu indirizzata al cospetto di Sabrina, che nel mentre si era rincantucciata di fianco. Il carisma così dignitoso e a tratti indisciplinato, assieme a quell’espressione così astutamente fragile, avevano conquistato le attenzioni di Gianfranco fin dal primo momento che lui l’aveva adocchiata. Che fortuna che le era sfrontatamente piombata, perché attualmente se la godeva tutta, sennonché Iolanda infranse quella fittizia serenità domandandogli:

‘Amato mio, ti vedo inquieto’.

‘Sono unicamente delle considerazioni eccellenti cucciola mia, te lo assicuro, tranquillizzati’ – le manifestò.

Dopo iniziò a gingillarsi trastullandosi con i bottoni della blusa iniziando a sbottonarli con lentezza dalle asole liberando al di sotto un reggipetto, che pressava deformando un seno consistente e prospero dalla pelle semitrasparente. Che panorama accattivante poteva adesso osservare, giacché con le sue mani ampie ed esperte esplorò quelle pieghe meravigliose ricoprendole di baci, risalendo in ultimo fino alla bocca che s’aprì al contatto della sua lingua. La loro fedele amica raggomitolata nei paraggi percepì l’affabilità e la passione del corpo di Iolanda assieme alle pulsazioni sostenute del suo muscolo cardiaco, perché distese la mano sul suo seno sinistro dandole un leggero tocco. Iolanda si girò per individuare il suo viso attualmente impregnato dalla sapidità di Gianfranco, schioccandole un bacio sopra quelle labbra polpose ed erotiche. Quelle lingue s’intrecciarono iniziando a trastullarsi furbamente fra di loro, seguite dall’espressione di Gianfranco costantemente più accalorato. Lui non seppe reggere esaminando quell’impudica e scostumata scena, perché con un insperato slancio si catapultò tra la faccia d’ambedue le donne, congiungendo la sua lingua alle loro in quel passatempo talmente libidinoso e coinvolgente. In quel lascivo frangente iniziarono a denudarsi ridacchiando rallegrati, totalmente senza veli s’unirono in un aggrovigliato e inconfessato amplesso sfregandosi oscenamente l’uno contro l’altro. Gianfranco venne fatto distendere sullo scendiletto lasciandosi interamente vezzeggiare da quelle due aggraziate fanciulle, che si divisero il suo corpo a piacere giungendo alla sommità del cazzo spartendoselo giustamente. Che incredibile meraviglia divina gli fornivano quelle due esperte lingue. Gianfranco percepì le due donne mentre gli sfregavano i testicoli gonfi uscendo fuori di senno, soffermandosi in ultimo sul glande del tutto scoperto e insistendo sul bordo del frenulo. A turno iniziarono a eseguirgli un maestoso pompino, tant’è che non fu più capace di differenziare le corrispondenti detentrici, per quanto quelle due bocche erano abili, ferrate e valenti.

Al momento era giunto l’attimo di disobbligarsi, cosicché allontanò le facce dal suo cazzo distendendosi in mezzo a loro due. A turno cominciò a baciarle anche se la sua attenzione era rivolta in particolare a Iolanda, la sua deliziosa spasimante, attaccamento e impulso per lei, fantasia e bizzarria invece per l’altra. Con una mano cominciò a esplorare la fica madida e accaldata della sua amata, mentre l’altra mano s’occupò della deliziosa e pelosa cavita dell’altra aggrazia femmina. Introdusse prudentemente le dita in entrambe le fessure stropicciando le pareti, facendo in tal modo sgorgare le abbondanti secrezioni, spicciandosi sennonché di lambirle gustandosele per bene. In realtà, questa era la prima volta che assaporava la fica di Sabrina, per il fatto che Iolanda non gli aveva detto menzogne sul fatto che avesse una saporosità così adorabile e gradevole, chissà che gusto il poter far affogare là dentro il suo cazzo pensò, chissà, probabilmente un giorno lo avrebbe senz’altro scoperto provandolo concretamente, comunque sia, in nessuna occasione prodigare nulla per prevedibile e scontato. 

Iolanda piagnucolò mugugnando dentro se stessa definizioni enigmatiche, perché alla rivendicazione di Gianfranco su cosa aspirasse, lei replicò con un semplice e schietto ti desidero mio caro, vorrei averti francamente nelle mie viscere. Gianfranco in quel frangente si innalzò dalla sua doppia razione, assistendo e favoreggiando la sua femmina preferita nel posizionarsi gattoni. Sabrina restò sdraiata con le cosce dilatate, mentre Iolanda si curvò sul suo inguine rasato proseguendo l’azione troncata di Gianfranco, che restando genuflesso agguantava le chiappe stringendogliele con vigore. Allontanò perciò i glutei e con la lingua individuò quel promettente e rosato foro del sedere e su quella rugiadosa cavità. Appresso, acciuffato il cazzo fra le mani, cominciò a spostarlo di fuori stimolando il clitoride e le vogliose labbra vaginali, le dilatò con le dita affondandoci all’interno il cazzo ben eretto. La giovane donna gemette al contatto avvolgendo all’istante il cazzo del suo uomo che mugolò soddisfatto. Gianfranco tirò indietro il bacino facendo fuoriuscire il cazzo conficcandolo ancora nelle viscere di Iolanda. Frattanto l’eccitazione di Sabrina si espandeva, intanto che sottostava arrendendosi briosamente agli stimoli della lingua che Iolanda gl’imprimeva. Gianfranco iniziò ad incrementare la cadenza della penetrazione mantenendosi adiacente a Iolanda, scopandola con violenza e struggendola per il piacere:

‘Non fermarti, sì, prosegui, te ne prego, fammelo sentire per bene, sei proprio un vero porco’ – strepitò la sua spasimante fra numerosissimi aneliti assieme a quelle impudiche, lussuriose e verbose fameliche aspirazioni.

Gianfranco nell’udire quei termini eruppe di piacere, sfogandosi sulla bocca spalancata dell’amica raggiungendo un orgasmo devastante, eiaculando tutto il suo denso liquido seminale sulla lingua di Sabrina che deliziata e raggiante inghiottì, strafelice d’averle donato quel piacer così intenso, inatteso e spettacolare.

Le sue movenze divennero sempre più appassionati e frenetiche, Iolanda a questo punto affrancata e autonoma di lasciarsi andare, lo accolse con tutta se stessa. Con dei minuscoli gridolini lo incitò a farle del male, in quell’istante lui estrasse il cazzo dalla fica e glielo conficcò nell’apertura anale. Con una mano massaggiò il clitoride ingigantito donandole e facendole raggiungere le più elevate acme dell’estasi.

Prontamente si distaccò offrendo dei bellissima getti di sperma all’assettata bocca di Sabrina, che si contese quelle ultime stille con Iolanda, baciandole entrambe per suggellare quella riconoscenza per aver trascorso quella favolosa e indimenticabile nottata che gli avevano donato. Adesso eloquentemente sfibrato, Gianfranco si collocò sul tavolato abbracciando appassionatamente le due magnifiche, raggianti e aggraziate fanciulla che lo avevano fatto notevolmente godere.

{Idraulico anno 1999} 

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