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Erotici Racconti

Una scusa

By 18 Febbraio 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

Tu sei venuta a prendermi alla stazione e m’hai portato a casa tua: non so come tu abbia fatto, però hai buttato tutti fuori di casa, certa, determinata e tranquilla che non sarebbero rientrati se non dopo parecchie ore. In realtà, francamente sono un po’ preoccupato e tutto ciò non mi rassicura per nulla pensare che tu dovresti esserlo più di me. E’ nato d’improvviso questo nuovo incontro, architettato, ideato e in conclusione concepito dal nostro desiderio di vederci, di fare l’amore, perché appena siamo entrati in casa tu mi dai un rapido bacio sulla bocca, poi ti togli la giacca a vento e mi dici di fare altrettanto, poiché entrambe le casacche volano sopra un divano:

‘Bevi un caffè? Preferisci forse una birra, una coca cola?’.

‘No, grazie’ – replico io istantaneamente.

In quella circostanza mi guardo intorno un po’ tranquillizzato, però non del tutto, dal momento che tu entri ed esci in maniera concitata da una stanza all’altra, in quanto stiamo facendo una cosa assurda, incongruente e affermerei pure stravagante, per il fatto che al solo pensiero della tua sensualità, del tuo darti completamente, del tuo corpo che s’accende al tocco delle mie mani, svanisce immediatamente ogni traccia di quell’inconsueto nervosismo, di quell’inedita preoccupazione e di quella palpabile tensione poc’anzi immagazzinata, perché io voglio solamente sentirti pienamente tra le mie braccia. Alla fine smetti di girare a vuoto, fingendo di sistemare chissà che cosa e ti fermi davanti a me, io afferro le tue mani e ti guardo negli occhi, avvicino le mie labbra alle tue toccandole appena, poi ti sfioro più volte sul viso, sulle palpebre, sulla bocca, fino a quando non puoi attendere oltre, dopo ci abbandoniamo con un bacio appassionato e le nostre mani come dei cani liberati dalle catene s’avventano stringendo le fauci, cercando e toccando.

In seguito ti stacchi improvvisamente, mi guardi con quella strana luce negli occhi, m’afferri per mano e m’accompagni nella tua camera, perché appena entriamo inizi a slacciarmi i pantaloni, me li fai sfilare, poi ti dedichi con frenesia ai bottoni della camicia, intanto che io sorrido della tua celere attività, laddove mi sta prendendo un’eccitazione e un’esaltazione travolgente. Io frattanto ti blocco le mani che armeggiano con i bottoni sul mio petto, ti stringo forte, poi ti sfilo il grosso maglione, giacché davvero grande è la mia sorpresa quando vedo che di sotto non indossi niente, in quell’istante accarezzo quel grande seno che t’affligge e che talvolta al tempo stesso t’inquieta come mi hai svariate volte riferito, ma che mi fa uscire di senno. Appresso finisco di togliermi la camicia rimanendo a torso nudo, perché il tuo seno lo voglio sentire schiacciato addosso, per il fatto che voglio muovermi e accarezzarlo con il mio petto, nonostante ciò tu non riesci a stare ferma, t’intrufoli con la mano negli slip, m’accarezzi e mi stringi intenzionalmente il cazzo, mi sfiori il torace, lo graffi dolcemente, m’assali con il tuo profumo e con i tuoi baci. Una mano si posa sul tuo ventre, lo percorre, dato che le dita stanno per iniziare a giocare con i riccioli del pube, quando inaspettatamente suona il campanello: il campanello? Non doveva arrivare nessuno? E adesso che cosa facciamo?

‘Aspetta, che intanto vado a vedere!’ – mi riferisci dici coraggiosamente, intanto che ti ricomponi, anche se rimani rossa in viso e un po’ spiritata, alla svelta ti dirigi verso l’ingresso, invece io rimango molto preoccupato e rintanato in camera:

‘Ciao, che sorpresa, ma che cosa ci fai qui’ – sento ripetere a voce alta, poi una voce femminile che annuncia:

‘Ciao Monica, ti disturbo? Sei da sola?’. 

Di seguito un parlottio a bassa voce, interrotto da qualche tono alto e concitato, poi tu entri in camera:

‘C’&egrave qui quella stronza di Sabina. Vuole conoscerti, puoi venire di là?’.

Tu sei visibilmente contrariata e seriosamente infastidita, anzi, arrabbiata. Io mi ricompongo come posso ed esco per vedere questa grandissima scassa palle. La tua amica è in piedi e appena entro inizia a squadrarmi dalla testa ai piedi con un sorriso arrendevole, compiacente e pure sornione:

‘Ciao Alberto, io sono Sabina. Sai Monica m’ha parlato molto di te’ – mi riferisce continuando a valutarmi con insistenza.

‘Forse vi ho disturbato, però non era mia intenzione’ – continua lei mentendo temerariamente.

‘Stavate facendo qualcosa?’.

Noi due ci guardiamo imbarazzati e turbati, io non so che cosa dire, poiché la mia mano è ancora tra le sue. E tu:

‘Sabina, perché sei venuta qua, proprio ora?’. 

‘Lo so, sono inopportuna e sgradita, però morivo dal desiderio di vedervi insieme. Monica, sai che ti brillano gli occhi quando tu mi racconti di voi due, poi non ho resistito. Posso restare un poco?’.

‘Che cosa? Spiegati meglio’ – chiedi, quasi come conoscessi già la risposta. 

‘Io vorrei guardarvi mentre vi baciate, vi secca questa richiesta?’. Io ritiro rapidamente la mano dalle sue e ti guardo con un atteggiamento interrogativo e con un piglio bizzarro. 

‘Monica, ascolta, posso parlarti un attimo?’ – avviandoci verso la camera.

‘Scusaci Sabina, torniamo subito’. Entrati in camera io chiudo la porta:

‘Che cazzo vuole però?’.

‘Sai, io le ho parlato dei nostri incontri, non proprio tutto. Lei m’ha detto che le sarebbe piaciuto vederci, ma pensavo scherzasse, non immaginavo neanche lontanamente che sarebbe venuta da me’.

‘Mi parli come se la faccenda non ti disturbasse poi tanto, se non per il fatto che non t’abbia messo al corrente del suo arrivo. E adesso? Che cosa facciamo? La buttiamo fuori, parliamo del tempo, che sono aumentati i prezzi, o la facciamo guardare?’.

Nel parlarti rivedo il volto di Sabina mentre mi salutava poco fa, i suoi occhi luccicanti per il desiderio, l’angustia visiva e la trepidazione al pensiero di poter stare con noi risento il calore delle sue mani.

‘Comunque, ho una voglia matta di fare l’amore con te, al più presto’ – ti manifesto e t’abbraccio nuovamente per baciarti.

Tu rispondi con slancio e di nuovo vai con la mano poggiandola sopra i pantaloni, sì, proprio lì: anche tu ne hai voglia, dal momento che l’improvvisata della tua amica non ci ha raffreddato, viceversa, mi pare che abbia aggiunto una ventata abbondante di nuova carica al nostro incontro. Non l’abbiamo detto esplicitamente, ma ho l’impressione che siamo d’accordo nel lasciare Sabina con noi. In quel momento la porta della camera s’apre lentamente, lei infila la testa dentro e ci osserva sorridente in maniera originale, noi le lanciamo un’occhiata e riprendiamo a baciarci con una foga inconsueta, ricominciando ad accarezzarci, a cercarci con le mani. Io sento il tuo ventre schiacciato sul mio cazzo, ti percepisco muoverti, i nostri denti si toccano mentre ci baciamo, successivamente come a un segnale stabilito iniziamo a spogliarci velocemente e in un attimo ci ritroviamo nudi, di nuovo abbracciati, con gl’indumenti sparsi sul pavimento, sul letto, come fossero piovuti dal soffitto, io ti tocco il seno e ci scambiamo piccoli baci, mentre con gli occhi socchiusi tu armeggi sul mio cazzo:

‘Come siete belli, sì così, dai che mi sto eccitando, non credevo, che meraviglia’ – esclama animata e infervorata Sabina.

Lei s’avvicina lentamente a noi e si ferma alle tue spalle, così vicina che puoi sentire il fruscio dei vestiti sulla pelle, il viso sfiorarti i capelli, mentre hai in mano il mio cazzo, lei ti posa un bacio sul collo, amabile come unicamente le donne sanno fare. Tu sei percorsa da un fremito e subito dopo vieni colta da un imbarazzo che ti fa sobbalzare facendoti volgere la testa repentinamente verso l’amica, tu stai per dire qualcosa, ma io agguanto il tuo viso tra le mani e ti faccio cenno di tacere, poi poso la mano sulla tua pelosissima e bionda fica, lo penetro con le dita, l’accarezzo lievemente, mentre Sabina insiste sul collo con le sue deliziose labbra. In questo modo ci avviciniamo al letto, ti butti di traverso con i piedi appoggiati al pavimento e le gambe leggermente aperte, io tocco ancora leggermente la fessura e mi metto cavalcioni, seduto sul tuo ventre con il cazzo che al presente lambisce il capezzolo. Sabina s’avvicina al letto e inizia a spogliarsi, dato che ha il viso arrossato accompagnato sempre quel suo bel sorriso simpatico, una volta disadorna si siede con le gambe incrociate sul letto di fianco a te, il suo viso attualmente è vicinissimo al mio, poiché posso vedere il suo fiore cosparso di piccole gocce.

La tua amica mi trasmette addirittura una sensualità sconosciuta, dal momento che mi fa provare una sensazione nuova e totalmente coinvolgente, io poso il cazzo tra i tuoi grandi seni e faccio la cosa che avevo desiderato da tanto tempo: li stringo sopra di esso e lo faccio scivolare in mezzo. Anche questa, invero, è per me una sensazione nuova e bellissima, poiché le tue grandi tette sono vivide, i capezzoli sono gonfi, perché anche tu li stringi, le nostre mani si toccano, le dita s’intrecciano e gli occhi sorridono. Sabina s’impossessa della mia mano e se la porta sulla sua fica, perché appena gliela sfioro le sfugge un profondo sospiro, dato che istantaneamente inarca la schiena chiudendo gli occhi, così inizio ad accarezzarla. I suoi sospiri diventano più frequenti, lei ondeggia con il bacino poi mi prende deliziosamente per il polso e allontana la mia mano: scende dal letto e la vedo che si porta alle mie spalle inginocchiandosi per tuffare il viso tra le tue gambe. Non appena ti senti toccare dalla punta della sua lingua tu hai un sussulto accompagnato da un breve gemito, Sabina continua a toccarti leggermente senz’affondare, in quanto è un solletico che ti fa farneticare, tu frattanto agguanti tra le mani il mio cazzo per portartelo alle labbra, ma riesci soltanto a toccarne la punta, allora continui a sentire la bocca della tua amica che progressivamente si sta impossessando di te, però in modo diverso da come lo faccio io, da come lo farebbe un uomo. 

Io scendo dal tuo ventre e dal letto, perché Sabina non aspettava altro, perché sale lei sopra di te e si sistema in modo da offrire anche il suo fiore alla tua bocca contemporaneamente per poter continuare a baciare il tuo, anche se affermava all’inizio solamente di voler guardare. Tu sei dubbiosa ed esitante, ma lei è decisa per il fatto che si muove in modo da inumidirti le labbra con i suoi fluidi per farti sentire il suo profumo. Timidamente tu l’assaggi con la punta della lingua e provi subito la sua appassionata reazione, poiché le dita aiutano la sua lingua, dato che sei prigioniera d’un piacere nuovo, diverso, dolcissimo e inverosimile, infine molli ogni resistenza e anche la tua bocca s’abbandona per tormentare l’umida e morbida carne dell’amica. 

Io vi osservo eccitato ed estasiato, perché siete bellissime, perché poche cose sono più erotiche di due donne che fanno l’amore. Sabina allunga una mano verso di me, come per chiamarmi, per invitarmi a unirmi a voi, ma io e te non dovevamo giocare? Io salgo sul letto e m’inginocchio alle sue spalle mentre continui a gustare e a tormentare la tua amica, noi ci guardiamo negli occhi, in quanto sembri ostacolata da come si è rapidamente evoluta la situazione, ciononostante sei anche persa nello sconosciuto piacere che ti sta procurando. Io t’accarezzo il viso e ti sorrido dolcemente, mi chino ed entrambe le nostre lingue s’affannano, giocando e scontrandosi sulla fica di Sabina, poi con la mia risalgo lungo il solco tra le sue natiche e proseguo sulla schiena, lungo la spina dorsale, facendola dimenare e gemere più che mai, in seguito avvicino le labbra al tuo orecchio e sussurro: 

‘Che cosa dici, la facciamo morire?’.

Tu fai sì con un cenno della testa e degli occhi un istante prima di lasciarti sfuggire un singhiozzo, dovuto alla lingua indemoniata che ti sta trafiggendo, io inumidisco con insistenza il buchino di Sabina, lo accarezzo con le dita preparandolo per essere penetrato, poi quando vi punto il cazzo teso, lei s’irrigidisce per un attimo, poi capisce e continua a succhiarti più indemoniata di prima. Io lo faccio scivolare dentro un po’ alla volta, Sabina accorda il ritmo delle leccate al lento movimento del cazzo che la riempie, frattanto io aumento la frequenza delle mie spinte e strillo:

‘Bimbe, non ce la faccio più, sì eccomi, bevete’. Dai frenetici mugolii avverto che anche voi siete allo stremo, perché così inarrestabile e inatteso giunge il primo schizzo nel corpo di Sabina la quale come lo avverte si tende, lanciando un urlo soffocato abbandonandosi tremando agli spasimi dell’orgasmo con il viso incollato al tuo inguine.

Io estraggo il cazzo mentre sta ancora eiaculando, lo poso sul tuo viso, dal momento che la tua bocca abbandona la rossa carne dell’amica, per raccogliere il fuoriuscire del seme, giacché anche tu piccola Monica sei conquistata, raggiunta e rapita dal potente turbine del piacere.

{Idraulico anno 1999}  

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