Prendo la mia auto, ho voglia di fare un giro per la campagna. Esco dalla città, finalmente un po’ di verde allieta la mia vista. Decido di fermarmi in riva ad un torrente. Scendo e mi metto a camminare lungo la riva guardando l’acqua scorrere. Mi piace vedere i salti che creano strani giochi fra i sassi. Mi rilasso a quel rumore naturale. Mi siedo su l’erba trascorrendo in compagnia dei miei pensieri l’intera mattinata. Decido di andare a pranzo in una trattoria che ho visto lungo la strada. Quando arrivo ci sono alcune macchine parcheggiate nel cortile, affianco la mia ad una di esse ed entro. Il locale è molto carino, non vi è molta gente e si sente un buon profumo di cose genuine provenire dalla cucina. Mi siedo vicina ad una finestra da cui posso continuare a bearmi della vista di questa bella campagna. Ordino al cameriere e mi metto in attesa del suo ritorno con le pietanze. Un uomo al tavolo di fronte al mio continua a fissarmi, gli sorrido obbedendo ai voleri del mio padrone che mi ha imposto di essere sempre disponibile. L’uomo continua a guardarmi, avrà una cinquantina d’anni il suo aspetto è molto curato come anche il suo abbigliamento, decisamente elegante. Immagino sia un rappresentante o qualcosa del genere. Finalmente torna il cameriere con un piatto fumante di spaghetti alla boscaiola: un piccolo peccato di gola che mi sono concessa. Il profumo è ottimo e il sapore non è certo da meno. Gusto con piacere questa bontà e nel frattempo continuo a scambiare degli sguardi col mio dirimpettaio. Dopo aver mangiato anche il secondo mi dirigo verso la cassa per pagare e infine uscire per tornarmene a casa. Nel cortile vengo raggiunta dall’uomo che mi stava di fronte “Devi avere tanti uomini” “Scusi?” “Avevo capito che non mi hai riconosciuto” “Continuo a non capire” “Vediamo se il bar vicino a casa tua ti ricorda qualcosa” Mi torna in mente la serata in cui offrii la visione del mio corpo ad un gruppo di giocatori di biliardo,, ma non voglio correre il rischio di sbagliarmi “Può darsi, ma più precisamente?” “Diciamo che ti piace giocare a biliardo” Sì era proprio uno dei presenti ai quali il mio padrone aveva permesso di avere piena libertà su di me ovunque mi trovassi e comunque volessero divertirsi con me. Quell’uomo era stato sin troppo gentile, avrebbe potuto benissimo smascherarmi di fronte a tutti gli avventori del locale, ma forse anche lui teneva alla sua figura. “Ho capito” e per dimostrargli la mia disponibilità gli porgo il braccio. Accetta il mio tacito invito e iniziamo a passeggiare nel cortile della trattoria. “Devo dire che in un primo momento ho dubitato che si trattasse della stessa persona, eri così composta, quasi altera che credevo di sbagliarmi, ma ho deciso di tentare” Mi guarda intensamente. “Non voglio molto, anche perché non ho tempo, debbo tornare al mio lavoro, solo una cosa” “Mi dica” “Togliti le mutandine e dammele, qui, nel giardino” Arrossisco guardandomi in giro. Fortunatamente non c’è nessuno e quindi passo ad eseguire con fare veloce il suo ordine. Non appena ha in mano le mutandine l’uomo le porta al volto annusandole “Grazie, ma come mai non ti sei fatta più vedere al bar” “Sono molto impegnata” “Ci credo” mi risponde sorridendo in modo allusivo mentre ripone in tasca il mio indumento “So che Piero il camionista ti ha rivisto già altre volte, dammi il tuo numero di telefono, organizzerò qualcosa” Prendo il mio biglietto da visita, che va a tenere compagnia alle mie mutandine nella tasca dell’uomo. “Ci sentiamo presto” “Arrivederci” Ci separiamo, salgo di nuovo sulla mia macchina dirigendomi verso casa. Sul cancello vedo John e Mo che mi aspettano “Ciao troia” “Cosa c’è?” “Niente di speciale, facci entrare” Seguono la mia auto nel garage. Mi guardano le gambe mentre scendo. Rallento la mia uscita per sentire il loro sguardo su di me. “Allora ti sei divertita ieri sera” “Appena siete usciti mi sono addormentata risvegliandomi solo stamani mattina” “Tira su quella gonna, vogliamo vederti le gambe” “Volentieri” Faccio risalire la gonna lungo le gambe scoprendole sin quasi all’orlo delle autoreggenti. “Ci fai salire?” “Certo, venite” Arriviamo alla scala a chiocciola “Piano, sali piano, stiamo vedendo un bel panorama” Rallento la mia ascesa aumentando il mio ancheggiare. Arriviamo in sala e ci accomodiamo, loro sul divano e io lasciando, che la gonna salga sino a scoprirmi il pube, sulla mia poltrona. “Domani sera dovrai recarti a questo indirizzo, ci saremo anche noi: abbiamo organizzato una festa, ci divertiremo vedrai” “Va bene” Prendo il foglio su cui è scritto l’indirizzo “Ora dobbiamo andarcene” Rimango delusa, avrei desiderato che rimanessero a dedicarmi le loro attenzioni. Li accompagno alla porta. Ci salutiamo dandoci appuntamento per la sera seguente. Ho ancora tutto il pomeriggio di fronte a me e non so cosa fare. Decido di prendermi un libro e finalmente dopo tanto tempo mi dedico alla lettura. Alle 20:00 sento suonare il campanello e vado ad aprire: è il salumiere. Lo faccio entrare “È arrivato il signor Luigi?” “No perché?” “Ci eravamo dati appuntamento qui” “Non mi aveva avvertita” “Ti ha cercata tutta la mattina” “Ero fuori” “Comunque abbiamo deciso di venire qua lo stesso” Penso che il mio sedere subirà un bel po’ di attenzioni, visti i gusti dei due uomini. “Suonano, deve essere lui” “Vado ad aprire” Ecco infatti arrivare Luigi “Ciao porca, è un bel pezzo che non ci vediamo vero?” “Si è vero” “Ero impegnatissimo col lavoro, ma non ho mai smesso di pensare al tuo culo, girati fammelo guardare è una vita che non faccio che immaginarlo” “Accomodatevi in salotto” Mi dirigo verso la stanza con i due uomini che mi seguono, con le mani incollate al mio sedere. Entriamo in sala, i due uomini entrano “Togliti la gonna troia” Rimango col sedere nudo, dato che ancora non avevo indossato le mutandine dopo averle donate alla trattoria. “Sei già pronta” “Vieni qui, vicina a noi” Iniziano a carezzarmi il sedere e Luigi come al solito inizia a darmi delle sonore pacche “Ti piace sempre essere sculacciata?” “Moltissimo” Continua a colpirmi sulle natiche “Apriti le chiappe” Un dito inizia a sondare il mio ano con un moto circolare facendolo dilatare “Vai a prendere ciò che hai preparato” Il salumiere si allontana uscendo di casa mentre Luigi continua a divertirsi “Piegati, voglio vederti meglio” “Lo senti questo dito nel culo?” “Mh, si” “Magari ne vorresti ancora uno” “Si, lo voglio” “Chiedilo” “Per favore mi metta un altro dito nel culo” “Eccoti accontentata” “Uhmmmmggg” “Cammina con le dita nel culo, andiamo in cucina” Mentre mi muovo sento quelle eccitanti presenze dentro di me. Arriviamo in cucina e mi appoggio al tavolo mentre Luigi continua a muovere le dita dentro di me, alternando il moto circolare a quello di una forte penetrazione “Eccomi, sono tornato” È il salumiere “Vedo che non vi siete annoiati” “Hai preso tutto?” “Certamente” Il salumiere inizia a deporre degli oggetti da una sacca e piano piano li allinea di fronte a me. Il primo è un salame toscano seguito da una non meglio specificata scatola dal colore giallo, poi è la volta di due banane e di un grosso cetriolo, che trovano posto sul tavolo ma ancora non ha finito, infatti deposita un sacchetto con delle biglie colorate e ancora un’altra scatola, questa volta dal colore rosso. “Ecco, stasera hai il divertimento assicurato. Spero che domani mattina tu non abbia impegni, abbiamo intenzione di giocare a lungo con te” Luigi nel frattempo non ha mai smesso di giocare col mio ano, alternando l’introduzione delle dita alle carezze delle mie chiappe a teneri baci e morsi tenaci. I miei sobbalzi durante questo tempo hanno testimoniato il mio gradimento, che viene notato dagli uomini guardandomi fra le gambe ove il mio piacere sta scendendo sempre più copioso. “Prendi il primo regalino, iniziamo a riscaldare l’ambiente” Il salumiere prende la scatolina gialla e ne fa uscire il contenuto sul tavolo: delle puntine da disegno. “Credo che sarai stanca di stare in questa posizione così scomoda che ne dici di sederti?” “Grazie” Luigi sfilando le dita dal mio ano prende una sedia e, prima che mi ci possa sedere sopra dispone le puntine in modo che siano rivolte verso l’alto “Accomodati” I loro sguardi attendono il momento in cui il mio sedere verrà a contatto con le puntine “Posso togliere la gonna?” “Certo anzi apri un po’ di più anche la camicetta” Una volta pronta mi accingo a sedermi pregustando il momento in cui sentirò l’acciaio delle puntine entrare nella mia carne, dopo l’esperienza degli spilli fatta con i tre uomini l’altra volta credo di poter sopportare anche questa prova. “Uhmmmmm” Non è molto doloroso, anzi sinceramente mi dà una strana sensazione che direi piacevolmente stuzzicante “Vedo che ti piace, divertiti a eccitarci da sedere, stasera ti diamo l’opportunità di essere protagonista attivamente, vediamo come riesci a farci eccitare standotene seduta” “Posso anche parlare o debbo solo muovermi” “La facciamo parlare Luigi?” “Sì, credo sia più divertente” Mi accomodo sulla sedia e facendo questo le puntine entrano ancor più profondamente nella carne, facendomi fare una smorfia che è un misto fra piacere e dolore, accavallo le gambe lentamente mentre sento aumentare ancora di più la pressione delle puntine. “Vi piace sapere che sono sottomessa ai vostri voleri vero? Chissà cosa state provando sapendo che per obbedirvi sono qui di fronte a voi mezza nuda e soprattutto sopportando queste puntine da disegno che mi stanno trafiggendo le chiappe. Mi volete troia, lo so ed io sarò la vostra troia stasera e ogni volta che vorrete onorarmi delle vostre attenzioni. Vi piacciono le mie gambe? Le ho accavallate per renderle ancora più desiderabili. Quando mi guardo allo specchio mi piaccio molto in questa posizione, la gamba che è accavallata si slancia, i muscoli si distendono facendola apparire affusolata al meglio del suo essere. Mi sto eccitando parlandovi, sento il piacere scendere, arrivare a bagnare la sedia mentre i miei capezzoli sono diventati duri quasi sino a farmi male. E voi che cosa aspettate a farmi vedere i vostri cazzi. Ho voglia di vedervi toccare mentre continuo ad accarezzarmi. Su, spogliatevi vi voglio nudi. La vostra troia vi vuol vedere nudi, vuol vedere se è stata brava ad eccitarvi, vuol vedere se avete il cazzo duro anche se so che per averlo dentro di me dovrò prima sottostare a tutte le vostre perversioni. Ma io amo desiderare sino allo spasimo di essere penetrata, inoltre quello a cui mi sottoporrete non potrà far altro che aumentare il mio piacere” I due uomini iniziano a spogliarsi: scorgo la loro erezione “Ti vogliamo nuda troia” “Spogliatemi voi, voglio sentire le vostre mani sul mio corpo” Mi tolgono la camicetta e iniziano a carezzarmi coi loro cazzi turgidi, facendomeli desiderare al punto tale da farmi aprire le gambe per dare inizio ad una frenetica serie di carezze sul mio clitoride “Continua porca, noi ci sediamo di fronte a te: vogliamo goderci questo spettacolo” Sento le puntine pizzicarmi ad ogni minimo movimento e ciò mi istiga a continuare con rinnovato desiderio il mio piacere solitario, offrendo ai due l’immagine di una donna senza alcuna inibizione, eccitatissima, intenta alla ricerca del piacere assoluto “Guardatemi, vi piaccio mentre muovo le mani sulla fica, mentre mi tocco il clitoride. Ditemelo porci che vi piaccio” “Sì, ci piaci, sei davvero una grandissima puttana” “La vostra puttana!” “Alzati e girati tenendo le gambe aperte, continua a toccarti: vogliamo vedere quelle puntine sul tuo culo” Il mio culo è sotto i loro sguardi. Luigi mi intima con tono autoritario di arretrare verso di loro. Sono quasi a contatto dei due uomini quando una mano inizia a premere una ad una le puntine che ancore sono rimaste infisse nella mia carne. Ogni tocco genera un sobbalzo accompagnato da un gemito. Ora si divertono a far saltare via quei pezzi d’acciaio dandogli dei colpi decisi con l’indice. “Te la stai godendo!” “Che ne diresti di farla sdraiare sul tavolo?” “Ottima idea!” Raccolgono le puntine che sono a terra e sulla sedia per disporle sul tavolo assieme ad altre che prendono dalla solita scatoletta. Mi accompagnano per mano di fronte al tavolo aiutandomi a salirci sopra distendendomi in modo che le puntine vengano a contatto con il ventre ed i seni. Iniziano a carezzarmi il culo la cui sensibilità sta raggiungendo livelli altissimi. Le dolci carezze hanno il potere di rilassarmi, anche se dopo poco il loro tocco si fa sempre più pesante sino a far di nuovo penetrare in me, con studiata lentezza, le puntine dentro la mia carne Mi piace e glielo dico “Siete fantastici, mi state facendo provare un piacere indescrivibile” “Abbiamo ancora molto tempo a disposizione” “Adesso alzati ” Scendo dal tavolo e guardo il mio corpo cosparso di quei piccoli cerchi argentati. “Guarda, abbiamo ospiti” Vedo fuori dalla finestra della cucina il vecchio giardiniere “Chiamalo, tanto sappiamo che ti sei già divertita anche con lui ed i suoi amici” “Vai fuori così troia ” Esco di cucina mentre i due uomini si stanno dirigendo verso la finestra per gustarsi la scena del mio incontro col giardiniere “Buonasera, come mai a quest’ora” “Ho passato tutto il pomeriggio nella casa qui accanto e mi sono dimenticato di programmare il timer per domani. Scommetto che ti stai divertendo vero porca?” “Si, ho due miei amici in casa” “Bene, facciamo loro uno spettacolino, fagli vedere come sai succhiare il cazzo” Si apre la patta dei pantaloni e mi sospinge la testa in quella direzione. “No, non voglio” Ho voglia che si divertano: inizio a correre nel buio del giardino “Vieni qui puttana non farmi perdere tempo o sarà peggio per te” Mi nascondo dietro ad un grosso abete mentre gli aghi mi pungono sulla pelle nuda. Vedo la figura dell’uomo profilarsi nell’oscurità mentre anche gli altri due sono arrivati alla porta finestra, vedo infatti le loro figure contro la luce della casa. Iniziano a cercarmi tutti e tre Inizio di nuovo a correre nuda per il giardino mentre qualcuno ha acceso le luci “Eccola là, prendiamola” Iniziano a correre verso di me, sono circondata, cerco di passare fra loro ma una volta vicina mi bloccano facendomi cadere “Questa me la paghi” è il giardiniere che parla mentre distesa in terra vengo presa per i capelli e costretta ad alzarmi “Andiamo in casa” dice il salumiere, mettendosi alle mie spalle e divertendosi a pizzicare il mio sedere. Una volta in casa mi portano nel seminterrato e mi chiudono nella gogna, poi si allontanano confabulando fra di loro. Ho una voglia terribile di essere usata, sottomessa, scopata come la peggiore delle puttane e loro mi hanno lasciata qui da sola senza alcuna possibilità di toccarmi. Ma eccoli di ritorno, sento i loro passi nella stanza “Stavi in pensiero troia?” Una banana viene introdotta nella mia vagina senza neppure prepararmi, sono talmente bagnata che è scivolata dentro come se niente fosse “È troppo piccola per lei, proviamo con questo” Le pareti vaginali appena rilassate per l’uscita della banana prendono a tendersi: stanno cercando di penetrarmi con quell’enorme cetriolo che lentamente si sta facendo posto in me Mi liberano dalla gogna “Infilatelo da sola puttana” Prendo il cetriolo nelle mani e inizio a spingere con forza. Sta entrando, inizio a muovere il bacino per facilitare l’introduzione “Mhggggg” “Spingitelo tutto dentro” “Siii” “Facci vedere come sei piena troia, cammina per la stanza” Mi muovo ancheggiando e cercando di mostrare ai tre la mia vagina ricolma Il salumiere si distende su un letto ginecologico “Vieni a succhiarmi” Gli altri due mi sospingono verso di lui. Sono al suo fianco e apro la bocca subito riempita dal cazzo eccitato dell’uomo “Succhia maiala lo voglio sentire in fondo alla tua gola” Qualcuno sta muovendo sempre più velocemente il cetriolo facendomi contorcere dal piacere “Adesso ti metto un dito nel culo troia” è la voce di Luigi “Mhggggg” “Ancora un altro” “Mhggggggg” Il cetriolo sembra voglia sfondarmi, sento che arriva a toccarmi molto in alto mentre inizio a ricevere dei sonori sculaccioni. Sono divisa fra le varie sensazioni che mi stanno donando e credo di arrivare ad impazzire quando sento il cetriolo abbandonare la mia fica per lasciar posto ad un cazzo fremente. Lascio per una attimo la presa del cazzo che ospito in bocca “Siiii prendetemi” “Vuoi che tolga le dita dal culo puttana?” “No, ti prego no” “Allora te ne prenderai altre due” Uno schizzo sul viso mi avverte del godimento del salumiere. “Non ti fermare scopami” “Prendilo, è tutto tuo” anche il giardiniere sta godendo in me mentre Luigi si masturba con la mano rimasta libera. Mentre ancora assaporo il godimento appena raggiunto vedo i tre rivestirsi. “Ce ne andiamo troia, abbiamo deciso di lasciarti con la voglia in corpo”. Oggi è stata veramente una giornata negativa: non sono riuscita a provare nessuna sensazione di quelle che piacciono a me. Delusa mi vado a coricare.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…