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SensazioniTradimento

Il percorso di Rebecca capitolo 4: il viaggio di ritorno

By 9 Maggio 2023No Comments

Si erano fatte le 17, in condizioni di traffico normali ci sarebbero volute circa tre ore per arrivare a casa. Salimmo sull’auto di Bruno e lui partì mantenendo una velocità normale. Io nel frattempo chiamai casa dicendo che il weekend era finito e che stavamo tornando, che sarei arrivata alle 20 circa. Mio marito mi sembrò di buon umore, mi disse che mi aspettava per cenare e che avrebbe portato i bambini da sua madre per passare la serata insieme. La cosa mi fece sentire in colpa, lui che di solito ha raramente attenzioni per me, dopo tre giorni che non mi vedeva dimostrava voglia di riabbracciarmi. Ancheio lo desideravo ma non certo con l’entusiasmo che sembrava provasse lui.
Bruno captò la cosa e cominciò a parlare dell’affare per distrarmi. Mi disse che Massimo gli aveva detto che ero bravissima e che se un domani avessi voluto un nuovo lavoro lui mi avrebbe accolto a braccia aperte. Non sapevo se Bruno mi aveva sputtanato vantandosi di avermi fatto cadere come una pera cotta. Dai discorsi che avevo orecchiato dalle modelle al maniero non sarei stata di certo la prima. Chiacchieravamo del weekend sempre evitando di fare riferimenti a cosa era successo durante la notte precedente ma la mia mente tornava sempre li. All’improvviso un TIR cambiò corsia, Bruno fu lesto a frenare e fortunatamente non andavamo molto veloci ma lo scontro avvenne ugualmente. Nessuno si fece male ma la macchina di Bruno era inservibile. A causa di questo contrattempo non sarei riuscita ad arrivare per l’orario previsto per cui avvisai mio marito mandandogli anche le foto dell’auto di Bruno per fargli vedere a cosa ero scampata. Mio marito cercò di rincuorarmi, non aveva tante attenzioni per me da un sacco di tempo ed io mi sentivo in colpa per averlo tradito ma non rimpiangevo la nottata per quanto mi ero divertita, lacrime di coccodrillo pensai. E s Bruno ci avesse riprovato? Come avrei reagito, con la testa mi dicevo che non avrei ceduto di nuovo ma la figa pensava diversamente e mi bagnai. Eravamo fermi a bordo strada in attesa del carro attrezzi che portasse via l’auto con noi dentro fino ad una officina dove avremmo trovato un’auto sostitutiva. Un’ora dopo eravamo dentro l’auto caricata sul pianale del carro attrezzi ed era buio. Eravamo silenziosi entrambi pensando al pericolo scampato, io pensavo anche a Bruno ed improvvisamente lui mi mise una mano sulla coscia. La spostai, lui mi guardò negli occhi e non capii più niente. Ci baciammo selvaggiamente e mi bagnai ancora di più. Le sue mani correvano lungo il mio corpo dandomi brividi di piacere. Infilò la sinistra sotto il mio vestito, scostò il tanga e trovò che ero bagnata. Cominciò a sgrillettarmi infilando prima un dito e poi due di fatto scopandomi. Io gli avevo slacciato i pantaloni con la sua collaborazione ed il suo cazzo era dritto e bagnato. Allora non ero solo io a pensare che la notte precedente era stata incendiaria. Mi chinai su di lui per prenderglielo in bocca e mi godetti la sua asta ma volevo di più. Lui mi indicò la leva per spostare indietro e far scendere il sedile della Porsche quando fui distesa lui mi montò sopra e cominciò a pomparmi con foga. Il rumore della strada e del carro attrezzi coprivano i nostri gemiti, Bruno sembrava invasato e mi diceva che nessuna lo aveva fatto impazzire come me, la cosa mi eccitava (come se fosse necessario) e gli rispondevo a tono trasformandomi, a parole, in una vacca esagerata. “Sfondami il culo!” gli dissi ad un certo punto. Lui si tirò fuori e si mise sul suo sedile dicendomi di sdraiarmi a pancia in giù quindi passò due dita nella figa piena di mori e le strofinò sul mio ano mentre faceva colare saliva dalla sua bocca. Le due dita entrarono senza trovare resistenza ed allora Bruno si spostò sopra di me ed al posto delle dita infilò la cappella. Poi affondò il colpo e mi mise tutto l’uccello dentro, non capivo più nulla, mio marito era scomparso dai miei pensieri, l’ultimo dei quali rivolto a lui era che non dovevo farlo ma la passione aveva avuto il sopravvento. Tre minuti e mentre Bruno mi sgrillettava con una mano infilata sotto la mia pancia, sentii crescere la sua cappella e godetti analmente. Bruno mi riempi lo sfintere di sborra calda e quando entrambi finimmo finito ecco il rimorso.
Bruno mi porse un fazzoletto di carta con cui tappai il buco per non far colare fuori lo sperma mentre io pensavo a con che faccia sarei tornata a casa.
Non ebbi il tempo di pensarci troppo, stavamo uscendo dall’autostrada per arrivare all’autofficina che distava pochi chilometri dal casello. Il tempo di ricomporsi ed eravamo arrivati. Ricomporsi in realtà è una parola grossa, non ero truccata per cui non avevo sbavature di rimmel o phard spantegato ma le guance erano arrossate per lo sfregamento. Una volta arrivati scendemmo dalla macchina, scaricammo le valige mettendola su quella a noleggio che ci aspettava. Chiesi se c’era un bagno e li andai per rimuovere tappo e buona parte della sborra che avevo nel culo ma non c’era un bidè così tamponai il poco che potevo con l’acqua del lavandino.
In un’ora arrivammo a casa e Bruno mi scaricò davanti al mio condominio, mio marito Fortunato era alla finestra nonostante l’ora tarda, mi salutò e scese nell’atrio per aiutarmi con la valigia. Salutò anche Bruno ringraziandolo per il lavoro che mi aveva dato che ci avrebbe permesso di ristrutturare casa prima dei tempi che avevamo previsto. Bruno fra il serio ed il faceto rispose che era lui a ringraziarlo per aver concesso di avere i miei servizi grazie al fatto che lui si era occupato della famiglia. Lo fulminai senza farmi vedere da mio marito. Salimmo in casa e chiesi a Fortunato di darmi 5 minuti perché dovevo andare in bagno. Quando uscii Fortunato mi baciò calorosamente e mi fece capire che voleva fare l’amore. Non potevo certo tirarmi indietro anche se l’ora era tarda, festeggiammo la riuscita dell’affare scopando come raramente avevamo fatto negli ultimi tempi.
Ero diventata più porca e pretenziosa per cui guidai io la danza quando abitualmente scopavamo in un paio di posizioni e nulla più. Dopo averne invece campiate tre feci sdraiare bruno e montai sopra di lui dando io il tempo della scopata mettendomi le sue mani sui seni e chiedendomi di pizzicarmi. Mi scappò anche la richiesta di sbattermi per bene e Fortunato fu felice di lasciarsi andare un poco più di quello che faceva di solito. Forse l’esperienza con Bruno avrebbe avuto un buon impulso alla mia vita sessuale coniugale ma io mi sentivo colpevole me temevo che in qualche modo Fortunato avrebbe capito. Ciò non mi impedì di venire una volta anche con mio marito e, mentre lui stava per venire, saltai giù e lo feci sborrare con un pompino con ingoio, pratica che con lui facevo raramente.
“Come sei calda tesoro” fu il suo commento. “Ti desideravo tanto, queste settimane sono state molto pesanti” gli risposi non mentendo in effetti. Ci facemmo la doccia insieme, erano le 3 di notte ed il mattino dopo avrei dovuto andare al lavoro. Mi consolava il fatto che avendo chiuso l’affare non sarei più stata a diretto contatto con Bruno e quindi anche le tentazioni sarebbero terminate. Ero caduta due volte, non volevo cascarci anche la terza. Amavo mio marito ma a scopare Bruno era di un altro mondo rispetto a lui. Forse però potevo trarre insegnamento da quanto fatto con Bruno ma avrei dovuto dosare molto per non insospettire Fortunato.

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