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Erotici RaccontiTradimento

La moglie del mio amico

By 18 Maggio 2024No Comments

Racconto ispirato un pò ad una esperienza reale con aggiunta di particolari di fantasia
I nomi sono inventati
Una sera verso le 23 me ne stavo beatamente sul divano a vedere un film quando sentii vibrare lo smartphone, guardai e vidi che era un messaggio di Silvia, la moglie di Mario, mio amico da tanti anni;
la cosa mi sembrò subito strana perchè non ci eravamo mai scritti nè tanto meno mai sentiti, avevo il suo numero e lei aveva il mio sono per i casi di emergenza quando uscivo in moto con suo marito
In breve mi chiedeva se potevamo sentirci, e la cosa mi sembrò ancora più strana, ma intuii qualcosa e la chiamai.
“ciao, Paolo sono Silvia”
“ciao, come mai vuoi parlarmi?”
“te la faccio breve anche perchè sono incazzata nera”
“dimmi”
“Mario mi mette le corna e so che tu lo sai”
Restai un attimo interdetto, era vero che sapevo, il marito le metteva le corna con una motociclista conosciuta durante uno dei nostri viaggi di qualche mese prima, ma non potevo certo sbilanciarmi e confessare, non era mio uso “tradire” gli amici, per cui le dissi.:
“guarda io non so davvero niente, non ho idea di cosa faccia Mario, mi spiace ma non posso esserti d’aiuto”
seguì quindi un suo breve silenzio poi ricominciò a parlare.
“ok, se non vuoi non dirmi niente, capisco che vuoi in qualche modo proteggerlo ma io so che tu sai che mi tradisce e anche con chi, da tempo ha cambiato abitudini, si nasconde per trafficare col cellulare, esce più spesso la sera e tante volte mi dice che esce con te anche se so che non è vero perchè esce per andare da lei, un giorno per caso ho potuto leggere i messaggi che si sono scambiati e non ci ho visto più, gli ho detto che lo avevo scoperto e l’ho minacciato di chiedere il divorzio e di cacciarlo di casa.
A quel punto ha accampato le solite scuse tipiche di voi uomini, che era solo una sbandata, che ama me, e che non vuole perdermi e che troncherà la relazione con quella zoccola, mi ha supplicato di non chiedere il divorzio, abbiamo discusso parecchio e alla fine ho deciso di far finta di perdonarlo.
comunque non è vero che non puoi essermi d’aiuto perché ho in mente una certa cosa”
Non capivo cosa volesse per cui glie lo chiesi.
“voglio tradirlo anch’io , rendergli la pariglia, ma voglio farla più sporca di lui perchè se lo merita”
” e io cosa centro?”
“voglio tradirlo con te, uno dei suoi migliori amici, è quello che si merita e un pò te lo meriti anche tu che gli copri le scappatelle”
“mi stai chiedendo una cosa impossibile lo sai, non posso andare a letto con la moglie di un amico, non lo farei mai”
“cos’è non ti piaccio, non sono certo una modella ma non mi sembra di essere da buttare via”
“lo sai che non è quello il discorso, sei una bella donna ma sei la moglie di Mario e io non potrei mai venire con te”
“se vuoi che il nostro matrimonio si sfasci dovrai farlo, chiederò il divorzio e lo manderò a quel paese una volta per tutte e non mi sarà difficile, in fondo dopo che l’ho sposato si è rivelato un mollusco, ho smesso presto di amarlo e dal canto sui lui credo mi abbia sposata solo per i miei soldi, però se devo sopportare le corna, perché credo che non smetterà di farmele, almeno voglio rendergliele per bene”
Dopo queste sue parole stetti in silenzio per un pò incapace di proferire parola, Silvia era una bella donna e non era certo da buttare via , anzi.
A dire il vero un pò si trascurava, nel vestire sempre con jeans e magliette larghe, nelle pettinature che sembrava non avesse mai visto un parrucchiere e non si truccava, mai un pò di rossetto o un po’ di colore sugli occhi.
In quei pochi secondi mille pensieri roteavano nella mia mente, se l’avessi scopata avrei tradito Mario, se non l’avessi fatto mi aveva detto cosa sarebbe successo, alla fine decisi.
“ok va bene ma ricorda che in pratica mi stai costringendo, anzi mi stai ricattando”
“tranquillo che ne vale la pena, salverai un matrimonio”
“si ma come intendi fare?”
“semplice, aspetteremo una di quelle sere in cui andrà da lei dicendo che esce con te e ci organizzeremo, ti avvisa quando succede vero?”
“si”
“ok, allora aspettiamo, ti scriverò quando sarò il momento e se sarai disponibile ti dirò dove incontrarci”
“va bene, ma ad una condizione”
“sarebbe?”
“che sia una volta e una volta sola”
“ ok, ciao”
“ciao”
Finita la conversazione mi sentii come inebetito, quello che succedeva mi sembrava una cosa fuori dal mondo;
pensai di cambiare idea e rifiutare la richiesta di Silvia, pensai se era il caso di dirlo a Mario col rischio che la moglie lo lasciasse, pensai di non dirgli niente ed assecondarla anche se a malincuore , non certo perché lei non fosse degna di essere scopata ma perché avrei tradito un amico.
Arrivai perfino a pensare che raccontando tutto a Mario lui avrebbe forse acconsentito che io me la scopassi, del resto mi aveva confidato che da tempo non era più molto attratto sessualmente da lei e probabilmente dato che la cosa era reciproca per quello si era fatto l’amante.
Infine decisi che non era il caso che lui lo sapesse, meglio lasciarlo all’oscuro di tutto, come si dice occhio non vede…..
Passò un po’ di tempo, circa un mese durante il quale sicuramente Mario aveva incontrato l’amante almeno una volta anche se supponevo più di una e Silvia non si era fatta viva, cominciai a pensare con un certo sollievo che forse aveva cambiato idea, quando un giovedì sera verso le 21 squillò il cellulare, era lei.
“ciao, Mio marito è appena uscito per passare la serata con te, è vero o va da lei?”
disse senza tanti preamboli
“va da lei, stasera non lo vedo”
In effetti poco prima Mario mi aveva avvisato con un messaggio che per la moglie sarebbe uscito con me.
“ok, io mi preparo in fretta e se sei libero ci vediamo al motel sulla statale tra una mezz’ora”
“va bene, mi preparo anch’io e arrivo ”
feci una doccia veloce, mi vestii senza curare molto l’abbigliamento, jeans e maglietta potevano bastare, non avevo moto entusiasmo per l’imminente incontro e arrivai addirittura a pensare che data la situazione avrei addirittura potuto avere difficoltà di erezione… ma mi sbagliavo.
Arrivai puntuale al parcheggio del motel alle 21 e 30, lei era già lì ad aspettare nella sua auto che ben conoscevo.
Mi vide arrivare e lampeggiò brevemente con i fari per farmi capire che era lei.
Fermai l’auto di fianco alla sua, aspettammo entrambi qualche attimo poi scese, chiuse l’auto e venne vicino al finestrino.
“ciao , sei pronto? se non ti dispiace entriamo con la tua macchina, io mi vergogno a passare per la reception”
“ciao, diciamo di si anche se sai quanto mi pesa questa cosa”
“lo so ma quelle che saranno davvero pesanti saranno le corna di mio marito”
finì la frase con una risatina che mi mise ancora più a disagio di quello che ero e salì dal lato passeggero.
Misi in moto l’auto e mi avviai verso l’ingresso del motel, nel frattempo chiesi a Silvia di preparare un documento da presentare alla reception.
“come un documento?” mi chiese
“certo un documento, carta d’identità o patente fa lo stesso”
“ma così sapranno chi sono”
“certo ma credi che facciano entrare gente senza sapere chi sia? non ti preoccupare che saranno discreti e non ti manderanno certo la fattura a casa”
finii la frase con una risata.
Presentammo i documenti al portiere di turno e mentre dirigevo l’auto verso la camera che ci era stata assegnata guardai con più cura di quanto non avessi fatto prima l’abbigliamento di Silvia, indossava una gonna di jeans che salendo in macchina era salita scoprendo un po’ le cosce ed una camicetta bianca molto leggera che aveva forse appositamente slacciato un po’ perché si intravedeva la fessura tra i seni, l’avevo sempre vista in pantaloni e quindi pensai che avesse scelto l’abbigliamento per mettermi un po’ di voglia.
Aveva anche raccolto i capelli in una coda, da quando l’avevo vista l’ultima volta li aveva lasciati crescere abbastanza, data la stagione calda non portava calze e portava dei sandali con dei sottili lacci di cuoio che lasciavano molto scoperti i piedi e che si allacciavano alla caviglia, questi a dire il vero mi piacquero molto.
Sistemata l’auto davanti alla camera scendemmo e come aprii la porta una serranda automatica si chiuse automaticamente dietro l’auto oscurandola alla vista di chi poteva passarci davanti, Silvia restò quasi affascinata dalla cosa.
“che bel sistema “ disse “così non c’è pericolo che qualcuno riconosca l’auto”
“certo sono molto organizzati in questi posti, e curano parecchio la privacy dei clienti che vengono a mettere le corna ai coniugi”
La stanza era molto semplice, un letto con i comodini integrati alla spalliera, un tavolino corredato da due poltroncine, di fronte al letto una grossa mensola per poter appoggiare gli effetti personali sopra la quale era appeso un grande specchio e un piccolo frigo bar, il motel aveva anche delle stanze a tema per clienti più esigenti e fantasiosi ma preferimmo sceglierne una “normale” .
Appoggiammo le nostre cose, esplorai per modo di dire la stanza, andai a vedere il bagno che risultava anch’esso semplice ma moto pulito e curato e mi misi a sedere da una parte del letto.
Silvia si mise a sedere su una delle poltroncine mentre anche lei scrutava la stanza, nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare, del resto non eravamo lì per quello.
Restai in attesa per vedere cosa intendeva fare, ero parecchio a disagio e per un attimo sperai che all’ultimo momento cambiasse idea, invece si alzò ed iniziò a spogliarsi sempre senza dire una parola.
Levò prima la gonna slacciandola e lasciandola cadere ai piedi, la raccolse e la posò sulla poltroncina senza piegarla, la camicetta era abbastanza lunga ma le copriva a malapena il sedere, vidi che indossava degli slip bianchi molto semplici e piuttosto piccoli anche se non a livello di perizoma;
anche quelli come i sandali mi piacquero molto, amavo l’intimo femminile molto ridotto e preferibilmente stretto su qualsiasi corpo di donna.
Eravamo in ballo ed ero lì per ballare quindi iniziai anch’io a spogliarmi togliendo scarpe, pantaloni e maglietta e restando in un attimo solo con gli slip seduto sul bordo del letto.
Lei tolse anche la camicetta buttandola sulla poltroncina sopra la gonna, il reggiseno che indossava era abbinato agli slip, anch’esso bianco piuttosto ridotto e un po’ trasparente, aveva un bel seno non esagerato ma piuttosto abbondante, quello che era abbondante era invece il sedere che comunque era bello tondo e ben fatto.
Rimasta solo con l’intimo e i sandali si diresse verso il bagno dicendo:
“vado a sistemarmi un po’”
La seguii con lo sguardo mentre ancheggiando si dirigeva in bagno e in quel momento, cosa che non avrei pensato, cominciai a provare una certa eccitazione, in fin dei conti la vista di una bella donna mezza nuda difficilmente lascia indifferente un uomo , e soprattutto la vista del bel sederone pieno che aveva Silvia iniziava a stuzzicarmi.
Non ci mise molto a tornare, una decina di minuti durante i quali sentii dapprima lo scroscio dello sciacquone del wc e successivamente un rumore di acqua che immaginai potesse essere quella del bidet, tornò con addosso gli slip ma col reggiseno in mano, anche quello finì assieme alla gonna e alla camicetta, camminando a passi lenti si sedette sulla seconda poltroncina accavallando le gambe, ebbi così modo di scrutarla meglio e di notare che aveva davvero un bel seno, sodo e rotondo, i capezzoli erano piuttosto sporgenti e diretti verso l’alto;
La mia eccitazione crebbe un po’ di più iniziando a gonfiare un po’ gli slip, avendo fatto la doccia prima di uscire e non avendo esigenze particolari avrei potuto fare a meno di andare in bagno, ci andai comunque a darmi una sciacquata veloce giusto perché capisse che anch’io tenevo all’igiene.
Mentre ero in bagno l’eccitazione che aveva iniziato a prendermi fece si che il mio membro completasse la sua erezione ed ora svettava prepotente verso l’alto in tutta la sua fierezza tanto da non stare più negli slip, decisi quindi, per non ripresentarmi a lei in quelle condizioni, di levarli ed avvolgermi un asciugamano in vita , stringendolo abbastanza da tenere il mio amico il più aderente possibile al corpo.
Tornato dal bagno la trovai seduta dove l’avevo lasciata.
“Sei sempre decisa” le chiesi
“si, decisissima, e tu ?”
“per forza” risposi pensando che non mi stava dando alternativa.
La situazione mi sembrava surreale, mi trovavo accanto ad una donna praticamente nuda e perdevo tempo a fare domande, solitamente a parte che avevo piacere a spogliarle io le donne, ma in altri frangenti la donna di turno avrebbe avuto già da tempo la mia lingua in bocca e le mie mani addosso, e senza darle nemmeno il tempo di andare in bagno a prepararsi.
Le porsi la mano per invitarla ad alzarsi, scavallate le gambe si mise in piedi, le presi allora entrambe le mani ed iniziai ad osservarla un po’;
notai che come avevo immaginato non era depilata, la semi trasparenza degli slip lasciava intravedere un pelo scuro che pareva folto ma ben curato che non sbordava dalle mutandine.
La feci girare su se stessa e mi misi alle sue spalle, in tal modo ci potevamo guardare riflessi nel grande specchio.
“pensi che io sia una donna piacente?” mi chiese
“certo, perché non dovresti esserlo?”
“ho il culo grosso”
“il culo grosso potrebbe essere un pregio e non un difetto”
“se lo dici tu”
A quel punto mi appoggiai dietro di lei con tutta la mia eccitazione accarezzandole nel contempo i fianchi con entrambe le mani, non sapevo se avesse voglia di qualche preliminare, non sapevo se era eccitata da quella situazione o se le sarebbe bastata una scopata senza sentimento e senza piacere tanto per punire il marito, fatto sta che quando posai le labbra sul collo per baciarglielo, sfiorandole le braccia che fino ad allora aveva tenuto abbassate lungo il corpo, sentii che le stavo provocando parecchi brividi e che riflessi nello specchio i capezzoli le si erano inturgiditi a dismisura.
Compiaciuto dal fatto che si stesse eccitando continuai a baciarle il collo alternando i baci a qualche leccatina, a quel punto piegò la testa di lato segno che potevo continuare.
“ti piace?” le chiesi sussurrandole all’orecchio che nel frattempo avevo iniziato a mordicchiarle
“si , parecchio” mi rispose con un sospiro “non pensavo che sarei arrivata ad eccitarmi, credevo di poter fare una cosa piuttosto meccanica solo per lo scopo che mi ero prefissata”
“se dobbiamo farlo tanto vale farlo bene e perché no, provare un po’ di piacere”
Sempre stando appoggiato dietro di lei cominciai ad accarezzarle i seni con entrambe le mani, cercai i capezzoli strizzandoli delicatamente, emise un lieve sospiro e cominciando a dare qualche segno di partecipazione allungò le braccia indietro prendendo l’orlo dell’asciugamano e tirandolo me lo tolse dia fianchi e lo lasciò cadere a terra.
“e allora che piacere sia”
disse cercando il mio membro che le si era naturalmente appoggiato addosso ed afferratolo saldamente con una mano iniziò lentamente a masturbarmi.
Afferrai le sue mutandine sui fianchi tirandole verso l’alto, la invitai a girarsi e stringendole le natiche con entrambe le mani cercai la sua bocca con la mia, non sapevo se avrebbe gradito essere baciata ma dal canto mio non riuscirei mai ad avere un rapporto sessuale con una donna senza baciarla.
Dopo un attimo di incertezza dischiuse le labbra e iniziamo a baciarci, baci profondi con le lingue che si intrecciavano e che esploravano le bocche.
Ci baciammo per qualche minuto toccandoci a vicenda, quando afferrò nuovamente il mio membro non potei fare a meno di infilarle la mano nelle mutandine accarezzandole il folto pelo, con un sospiro di piacere divaricò leggermente le gambe ed ebbi così modo di metterle le dita nel mezzo cercando la fessura del suo sesso, la percorsi più volte su e giù arrivando su al clitoride e massaggiandolo con piccoli movimenti, quando le infilai dentro un dito per accarezzarla più profondamente fu come se si aprisse una cascata, dal suo sesso dapprima apparentemente asciutto scaturì una colata di umori caldi che mi bagnarono la mano.
“andiamo sul letto svelto, adesso mi hai proprio eccitata”
Mi trascinò letteralmente afferrandomi per il pene che ora era eretto all’inverosimile
“ho deciso che questa scopata me la voglio davvero godere, alla faccia di chi sappiamo”
dicendo così si buttò di schiena a peso morto sul materasso, le sollevai le gambe e afferrate le mutandine glie le sfilai buttandole da qualche parte, ormai la frenesia ci aveva presi entrambi e dovetti resistere all’impulso di mettermi tra le sue cosce e scoparla subito, invece quando si divaricò oscenamente iniziai a baciarla e leccarla, dapprima baciandole l’interno delle cosce passando ben presto a divorarle il sesso ormai fradicio di umori, alternavo baci e leccate lungo le labbra , su e giù, soffermandomi in alto a succhiarle il clitoride che nel frattempo si era gonfiato, scendendo poi giù fino alla fine di quello spacco voglioso e gocciolante, e ancora oltre il perineo a leccarle il fiore oscuro che sentivo contrarsi e dilatarsi sotto la lingua.
Silvia era ormai in preda ai primi spasmi del godimento, mettendo le mani sulla mia testa me la teneva premuta tra le sue cosce, muoveva aritmicamente i fianchi mentre con la lingua e le labbra continuavo a darle quel piacere che probabilmente non aveva previsto.
“santo cielo che bello, era tanto che qualcuno non mi leccava così, sto impazzendo, non ti fermare”
queste parole le disse tra mugolii e sospiri.
Non avevo nessuna intenzione di fermarmi, anzi ci misi se possibile ancora più impegno cercando di intuire cosa le provocava più sensazioni, insistendo quando inarcava la schiena o muoveva i fianchi.
Ci mise poco a raggiungere l’orgasmo che fu una vera esplosione, prese dapprima a dimenare i fianchi tanto che facevo fatica a mantenere la bocca tra le sue cosce, quando raggiunse l’apice tra spasmi sospiri e mugolii sollevò i fianchi puntando i piedi sul letto;
restò qualche secondo così, sentivo che tratteneva il respiro, poi di colpo si abbandonò completamente sul letto, ansimando forte chiuse le gambe e mentre mi sdraiai accanto a lei si raggomitolò in posizione fetale, fu ancora scossa per un po’ da brividi di piacere poi piano si calmò rilassandosi completamente.
Passo qualche minuto prima che riuscisse a parlare.
“non pensavo di poter provare tanto piacere, a dire il vero non lo avrei nemmeno cercato il piacere, a me bastava solo punire mio marito”
“ti dispiace aver provato piacere? Credo che così sia stato meglio di una scopata meccanica e senza sensazioni”
“direi molto meglio, non ricordo di aver mai provato una cosa del genere, no so cosa sia successo ma ho provato delle sensazioni incredibili”
“sono contento di averti fatto provare piacere”
ed ero sincero perchè per me far provare piacere per me è sempre stato importante quanto provarlo
“tu però il piacere non lo hai ancora provato”
questo me lo disse indicando il mio membro ancora eretto
“ho provato piacere del darti piacere, nel sentire le sensazioni che hai provato, nel farti godere; il tuo orgasmo è stato bellissimo”
“ok, ma non è la stessa cosa”
Detto questo si avvicinò posando una mano sul mio sesso, prese ad accarezzarlo per tutta la sua lunghezza col palmo della mano, prima lievemente poi con più decisione, le sue dita scorrevano dalla punta del glande, percorrevano l’asta arrivando ai testicoli che accarezzava e stringeva con delicatezza, mentre faceva questo mi baciava il petto e prese anche a leccarmi e succhiarmi un capezzolo.
Mentre godevo di questo trattamento mi venne spontaneo tirarla per la coda e baciarla di nuovo
“vedo che ti piace molto baciare” disse senza smettere di masturbarmi
“mi piace molto, per me il sesso senza baci non esiste, quello è solo per le puttane”
“un pò puttana lo sono non credi?”
“non direi, forse un po’ stronza ma non puttana”
“le puttane fanno anche così?”
Stando di fianco a me mi afferrò saldamente il membro alla base comprendendo anche i testicoli e tenendolo ben dritto si chinò avvicinando la bocca;
Prima di posare le labbra sul glande che sembrava scoppiare da quanto era gonfio disse:
“hai proprio un bel cazzo, oltre che bello duro direi che ha una bella dimensione”
“grazie, fa sempre piacere ricevere dei complimenti”
Prese a leccarmelo, dapprima con la punta della lingua quasi timida sul glande mentre con la mano accennava un movimento alternato su e giù, poi si decise a metterlo in bocca, con movimenti lenti stringeva le labbra provocandomi sussulti di piacere, infine con più decisione lo mise in bocca per tutto quel che poteva, senza staccare le labbra volle cambiare posizione, stando sdraiato sulla schiena divaricai le gambe e lei si mise in ginocchio nel mezzo continuando a succhiarmelo stando in ginocchio, la guardavo andare su e giù con la testa affondando sempre più con la bocca menandomelo contemporaneamente con entrambe le mani, i movimenti divennero sempre più frenetici, mentre andava su e giù sentivo le sue labbra fare il caratteristico rumore di un pompino fatto con passione.
Guardando ogni tanto nello specchio vedevo il suo grosso culo sollevato che si muoveva aritmicamente.
Nella foga ogni tanto dalle labbra le scappava un filo della saliva con la quale abbondantemente me lo stava lubrificando, le due visioni contribuirono a far si che l’orgasmo arrivasse in fretta.
Sentendo imminente il piacere riuscii solo a dire:
“sto per venire”
Non volevo venirle in bocca perchè da quello che mi aveva raccontato Mario sapevo che non lo avrebbe gradito, cercai quindi di sollevarle la testa ma lei senza smettere mi allontanò le mani facendomi capire che voleva farmi finire così.
Le venni in bocca, qualcosa mandò giù ma altro sperma le colò dalla bocca gocciolandomi giù sul ventre e sui testicoli, sapevo che gli schizzi sarebbero stati piuttosto copiosi dato che ormai stavo trattenendo l’eccitazione di un’erezione prolungata.
Non si fermò subito, continuò ancora a succhiare mentre il mo membro appagato andava afflosciandoci un po’, togliendolo di bocca leccò le gocce che si erano sparse infine si mise sdraiata di fianco a me leccandosi le labbra e deglutendo un’ultima volta.

Restammo un po’ così senza dire una parola, ognuno assorto nei propri pensieri, fui io il primo a parlare e a chiederle:
“perché hai scelto proprio me per fare questa cosa?”
“prima di tutto perché sei amico di Mario e volevo punirlo proprio con un suo amico, troppo facile farlo con uno qualsiasi, la soddisfazione non sarebbe stata la stessa”
“quindi sei soddisfatta?”
“si, e direi in tutti i sensi”
“altro?”
“seconda cosa perché sei l’unico suo amico single che io conosca e non avrei mai voluto fare un torto a qualche moglie o fidanzata, inoltre sei quello che gli regge il gioco e in qualche modo volevo punire anche te”
“se tutte le punizioni fossero così ci metterei la firma”
A quel punto ad entrambi scappò una risata
“ci sono altri motivi o sono finiti?”
“uno solo, anche se non avrei mai voluto confessartelo, in qualche modo sono sempre stata un po’ attratta da te”
“sono lusingato”
“perché volevi che mi togliessi quando sei venuto?”
“puoi immaginare che tuo marito mi faccia delle confidenze e mi ha detto più di una volta che non solo non ami fare i pompini ma che non … come te lo spiego?… “
“intendi dire che non mi piace… mandare giù?”
“si”
“innanzi tutto non è vero che non mi piace fare i pompini, diciamo che non mi piace farli a lui, del resto nemmeno lui ama molto leccarmela e quindi la cosa è reciproca e non l’abbiamo mai fatto molto, seconda cosa lui non mi ha mai trattata come te, il modo in cui mi hai guardata, il modo in cui mi hai accarezzata ed infine diciamolo pure il modo in cui mi hai leccata, in tutto mi hai fatto intuire che oltre al tuo cercavi anche il mio piacere e questo oltre a sorprendermi mi ha fatto letteralmente impazzire, fino al punto da aver voglia di lasciarti venire in bocca, cosa che in effetti non ho mai avuto voglia di fare”
“hai intuito bene, cercare solo il proprio piacere oltre che essere egoistico è anche triste, si fa solo con le puttane, posso chiederti come è stato quando sono venuto, insomma ti è piaciuto”
“nell’eccitazione non ho capito molto ma direi che si, mi è piaciuto e anche il sapore non è male, ma forse al sapore ci si deve un po’ abituare”
Continuammo a parlare ancora per un po’ anche di altri argomenti, discorsi inframmezzati anche da qualche silenzio che dava spazio ai pensieri di ognuno quando lei mi chiese:
“davvero come mi hai fatto capire ti sembra che sia una che può piacere?”
“ma certo, sei una bella donna perché non dovresti”
“mah, ultimamente per come va il mio matrimonio ho perso parecchia autostima, ma davvero ti piace il mio culo grosso?”
“certo, io non mento mai ad una donna nuda nel mio letto, prima di tutto non è poi così grosso e poi io adoro le donne formose, troppo magre non mi piacciono, mi piace avere roba da toccare”
“mi fa piacere, stai facendo aumentare la mia autostima”
I discorsi continuarono per un po’ poi Silvia mi disse che doveva fare pipì
“posso venire a guardarti “ le chiesi
“va bene, ti piace guardare le donne farla?”
“si, mi è sempre piaciuto, oltre che considerarlo un momento di grande intimità tra due persone lo trovo eccitante, se vuoi mi basta restare a guardare da lontano”
“ok vieni”
La seguii verso il bagno e mentre lei si sedeva sul wc restai sulla porta.
“entra pure se vuoi”
“sicura che non ti vergogni”
“nemmeno mio marito mi vede farla, quando vado in bagno chiudo la porta anche se non a chiave, ma con te è diverso, mi sento proprio diversa, vieni”
Entrai quindi in bagno ma sempre restando a debita distanza senza avvicinarmi troppo a lei mentre faceva pipì, sentivo il rumore del getto di urina che raggiungeva il fondo e mi riprese una certa eccitazione.
Silvia si alzò dal wc e si sedette sul bidet.
“già che ci sono mi do una sciacquata”
“devo fare anch’io pipì, aspetto che tu abbia finito”
“falla pure non mi da fastidio, anzi voglio anch’io condividere un momento intimo”
Quando ebbi finito mi lavai anch’io e tornammo a letto coprendoci col lenzuolo anche se non faceva per niente freddo.
“che ore sono” mi chiese
“le 23” risposi
“tra poco è ora di andare, anche se sono grandicelli non mi piace lasciare i miei figli soli a casa”
“peccato, mi piacerebbe poter restare ancora un po’”
“un po’ di tempo ancora lo abbiamo”
Stavolta fu lei ad avvicinarsi e a cercare un bacio, avvicinò le sue labbra alle mie e limonammo per alcuni minuti, quei baci uniti al fatto che l’avevo guardata in bagno riaccesero completamente la mia eccitazione, non potei fare a meno di accarezzarla un po’, la toccai un po’ dappertutto, le accarezzai il viso, il collo, le toccai seni pizzicando un pò i capezzoli, le nostre gambe sotto al lenzuolo si muovevano e si toccavano, si avvicinò appiccicandosi a me e sentì il mio membro di nuovo duro.
“hai ancora voglia” mi chiese
“tu che ne dici, io dico di si”
Le misi la mano tra le cosce che subito allargò.
“hai un bel pelo, mi piace molto”
“è molto folto, volevo mi trovassi in ordine e l’ho sistemato un po’ per il nostro incontro , di solito è molto più selvaggio”
Continuando ad accarezzarla e la sentii subito di nuovo bagnata
“mi pare che anche tu abbia ancora voglia”
“si e tanta”
“allora se abbiamo ancora un po’ di tempo….”
Senza finire la frase mi misi tra le sue cosce spalancate e senza esitare, appoggiai la cappella contro la sua fica, lei allungò la mano posizionando bene il mio cazzo e fece per sollevare i fianchi, la penetrai lentamente ma a fondo mettendolo tutto dentro,
“immaginavo non avessimo ancora finito, peccato che abbiamo poco tempo” disse dopo aver emesso un piccolo gemito di piacere
“ce lo faremo bastare”
Iniziai a scoparla dapprima lentamente affondando il mio membro dentro il suo ventre per poi estrarlo quasi tutto e spingendolo nuovamente dentro, ad ogni affondo sentivo che tratteneva il respiro.
“mi piace da matti, non ti fermare, scopami, scopami forte”
Nel sentire quelle parole aumentai il ritmo, chinato su di lei la baciai nuovamente, senza fermarmi posai quindi le mie labbra sui suoi seni, li baciai per poi prendere i capezzoli tra le labbra, li succhiavo e li tiravo delicatamente mentre lei avvinghiata a me con braccia e gambe si muoveva all’unisono con me.
Non ci volle molto per farla godere, dopo qualche minuto sentii che mi abbracciava più forte stringendo di più anche le gambe, ancora qualche affondo e tra gemiti e sospiri finalmente si abbandonò all’orgasmo, fu meno esplosivo del primo che le procurai con la lingua ma ebbi l’impressione che si fosse trattenuta un po’.
Anche quando si rilassò un po’ dopo aver goduto non fermai i miei movimenti , sebbene lentamente continuai invece ad andare avanti e indietro dentro di lei, la baciai ancora.
“è stato bellissimo, ma tu non sei venuto con me”
“non sono venuto ma sentire il tuo piacere mi ha dato comunque tanta soddisfazione”
“voglio che anche tu finisca”
Mi sfilai da lei e la feci girare, mi assecondò e si mise a quattro zampe presentandomi il suo culo in tutta al sua maestosità.
“ti piace così?” le chiesi
“si molto , però mi raccomando, da dietro non dietro”
“certo tranquilla”
Non potevo però perdere l’occasione e mi chinai a baciare quel bel culone, oltre a baciarlo le afferrai le natiche e ci tuffai il viso in mezzo senza dimenticare di dare qualche leccata alla figa così bene in vista proseguendo poi sull’altro buchino.
“mhhhh! Che meraviglia, allora ti piace proprio il mio culo”
“assolutamente si, è favoloso”
Mi posizionai dietro di lei e tenendo in mano il cazzo le strofinai la cappella lungo tutta la fessura delle chiappe, quando arrivavo in corrispondenza della fica lei tentava qualche movimento come per chiedermi di fermarmi.
“mi stai facendo morire, ti prego mettilo dentro, scusa ma ti ricordo che non abbiamo molto tempo”
Non me lo feci ripetere, brandendo il cazzo con una mano e cingendola con un braccio appoggiandole l’altra sulla pancia per portarla contro di me la penetrai fino in fondo con un solo movimento, fu facilissimo dato che il suo sesso aveva ripreso a grondare come una fontana, le scivolai dentro senza fatica ed iniziai a muovermi.
Non indugiai oltre e mi misi a pomparla con foga, il mio bacino sbatteva violentemente contro il suo culo mentre mi infilavo tutto dentro di lei, aumentai il ritmo sentendola gemere e vedendole dimenarsi, questa golosa stava per godere di nuovo ma stavolta non lo avrebbe fatto da sola.
Dopo una serie di altri colpi durante i quali mi aggrappai ai suoi fianchi sbattendola a più non posso sentendo arrivare la sborrata le afferrai le tette appoggiandomi completamente addosso a lei.
Intuì che stavo per godere e io sapevo che anche a lei non mancava molto.
“si dai, spingi, così dai, non fermarti, godi assieme a me”
Prima di abbandonarsi al piacere riuscì solo ad aggiungere:
“non ti togliere, prendo la pillola, godi dentro”
Venimmo praticamente assieme, la mia eiaculazione fu naturalmente meno copiosa della prima ma quello che importava era che stavamo godendo entrambi, quando raggiungemmo il culmine lei affondò il viso nel cuscino che soffocò i suoi gridolini di piacere mentre io emisi qualche suono gutturale, sfinita si distese prona sul letto e io mi abbandonai su di lei con tutto il peso del mio corpo.
Restammo per un po’ così a riprendere fiato mentre le baciavo la schiena.
Era passata più di una mezz’ora da quando Silvia mi aveva chiesto l’orario e mi riportò bruscamente alla realtà.
“è tardi dobbiamo andare”
“certo hai ragione, però è un peccato, rimarrei volentieri ancora qui”
“ma sentilo quello che fino a poco fa si sentiva costretto a farlo!”
“non avrei mai pensato potesse essere così travolgente”
“nemmeno io altrimenti ti avrei ricattato prima”
Ridemmo assieme e a malincuore andammo assieme in bagno a rimetterci un po’ in ordine.
Si sedette subito sul bidet dove per prima cosa rifece la pipì, per poi darsi una bella insaponata al pelo e lavarsela per bene, mentre io potevo godermi tutto lo spettacolo, avrei avuto il desiderio di farglielo io quel bidet ma purtroppo non avevamo più tempo.
Tornati in camera ci rivestimmo in fretta, le chiesi di lasciarmi le mutandine.
“cosa ci devi fare, sei feticista?”
“non so se è da feticisti ma voglio tenerle per sentire ogni tanto il tuo profumo, sempre che non sia un problema se torni a casa senza mutande”
“ma figurati, ok tienile, nessuno se ne accorgerà che sono senza, tanto meno mio marito, quello poi stasera è tutto preso con la sua zoccola”
Mi accorsi che contrariamente a quello che credevo durante la serata avevo pensato pochissimo a Mario, solo le volte in cui lo avevamo menzionato nei nostri discorsi, misi le mutandine nella tasca dei pantaloni e non ci pensai più.
Una volta pronti uscimmo dalla stanza, chiusa la porta alle nostre spalle la saracinesca iniziò a sollevarsi, salimmo in auto e mi avviai alla recepiton.
Silvia estrasse il portafoglio
“Si già quanto dobbiamo pagare?”
“si ma pago io non ti preoccupare”
“no insisto, la serata l’ho organizzata io e devo pagare”
“ok non insisto”
Pagammo ritirando i documenti e portai l’auto vicino alla sua.
“bene eccoci qua, sono stata bene stasera, mi è piaciuto molto”
“anche a me, tantissimo”
Sembrava stesse ritornando un po’ di quell’imbarazzo che avevamo ad inizio serata, come se tutto quello che era successo in camera fosse rimasto chiuso lì dentro.
“beh allora ciao , e grazie”
“grazie di cosa? “ le chiesi
“grazie per la serata, per aver accettato il mio ricatto, per la leccata e tutto il resto”
“grazie a te e al tuo bel culone”
Ci scambiammo un bacio a stampo , scese dalla macchina e prima di salire sulla sua mi chiese:
“vale sempre la tua condizione che doveva essere e sarà l’unica e sola volta?
“non lo so, ci dovrò pensare, ciao buonanotte ci sentiamo”
“buonanotte anche a te, pensaci perché non mi dispiacerebbe abituarmi al sapore”
ripartii in fretta chiedendomi se davvero avrei dovuto pensarci, l’avevo appena lasciata e già avevo voglia di incontrarla di nuovo.

brucialenzuola

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