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Quando si arriva al confine, si supera il confine

By 26 Settembre 20252 Comments

Guardavo la fila e mi venne il dubbio di aver sbagliato a puntare su questa pizzeria. Le persone d’estate non volevano stare a casa e si erano buttate tutte in pizzeria e qui erano davvero numerose e la sala all’aperto era strapiena e io e mio marito Nicola stavamo aspettando di sederci al tavolo per mangiare una pizza già da una bella mezzora.
Nicola era invece distratto, non sapendo dove guardare fra tutte le giovani seminude presenti in sala, si comportava da quarantaquattrenne come un bambino all’interno di un negozio di giochi. Era attratto dal seno delle donne – di qualunque età, ne faceva una costanza nelle sue personali simpatie quasi tutte legate alla grossezza e prosperosità-. E io non ci facevo più caso. il mio anche se considerevole perché portavo una quinta piena già lo conosceva a memoria e quindi voleva esplorare altri seni. Eppure era questo che da fidanzati lo aveva fatto impazzire. Gelosissimo dei miei abiti succinti e scollati controllava ogni sguardo maschile che finiva nella scollatura ma ora i suoi occhi erano per “l’erba del vicino” alcune volte anche in maniera pervicace ed insistente e non era raro che ingaggiavamo veri e propri scontri verbali a seguito di lamentele delle donne. Ma un po’ per quieto vivere e anche per non sciupare energie inutili subivo in silenzio, d’altronde come si può discutere con un marito infantile, smanioso di protagonismo e di presenzialismo?
Finalmente dopo tanto roteare i suoi occhi incontrarono i miei e venne verso di me: “Marcella fra poco dovremmo sederci ho parlato col capo sala e mi ha assicurato che ci daranno l’ultimo tavolo a disposizione”.
Marcella: “sono un po’ stanca di stare in piedi, i tacchi non li sopporto proprio più e ho pure fame”, -risposi-.
Nicola: “tranquilla sarà questione di qualche minuto” osservando lo spacco del mio seno chiuso dalle coppe del vestito a fiori che avevo indossato, poi si girò perché erano entrate altre donne pronte per la sua “radiografia” mammaria. “Speriamo che il capo sala sia di parola e che non faccia passare qualche amico”.
Passò qualche minuto e venne il caposala sorridente di fronte a noi e ci fece cenno con il capo e si incamminò a grandi passi verso la parte finale della sala. Il tavolo era ancora da preparare, vennero i camerieri e sbarazzarono ciò che rimaneva sul tavolo. Nicola scambiava qualche parola con il caposala che finalmente si accorse della mia scollatura e mi sorrise a tutti denti. Pensai che i maschi dovevano essere gli animali più docili della terra se potessero sempre avere a vista un paio di tette. Bastava così poco per abbindolarli. Mi fermai, la mia mente aveva elaborato un piano contro le guerre: tutte le donne sarebbero state a seno nudo fin quando i cannoni non avrebbero smesso di sparare. Un tono di voce più alto fermarono le mie fantastiche idee e quando mi voltai a guardarli le persone erano aumentate di numero e parlavano animatamente.
Mi avvicinai per capire cosa stava succedendo, non capivo cosa si stavano dicendo perché coglievo una frase qua e una là.
Marcella: “Nicola ma che sta succedendo? I tre uomini si girarono e vidi che il terzo non sapevo chi fosse.
Nicola: “ma niente cara questo Signore dice che il caposala gli aveva promesso questo tavolo e quindi verrebbero prima di noi e non ci sono più tavoli a disposizioni”.
Il caposala: “si avete tutti ragione, mi dovete scusare ma stasera non ci ho capito nulla di quante persone sono arrivate stasera, sarà anche un po’ di stanchezza, scusatemi ancora rivolgendosi a Nicola.
Marcella: “mangeremo in qualche altro posto Nicola, ci sono tante pizzerie, fare una discussione per un tavolo mi pare fuori luogo – mi toccai i capelli ricci – se loro vengono prima è giusto che si seggano loro”.
“Ma perché invece non mangiamo tutt’e quattro insieme”?
Non sapendo da dove venisse questa voce femminile mi girai e vidi una donna piacente, forse qualche anno più giovane, con occhi azzurri e capelli castani ondulati, occhi che catturavano l’attenzione perché li posava in maniera insistente, accattivante, un piglio fuori del comune come modo di fare, con un vestito nero molto scollato che gli arrivava a metà coscia, sandali neri tutti chiusi con la punta spuntata facevano uscire le tre dita smaltate di rosso.
Ci fissammo: io con i capelli ricci e occhi neri e lei con questi occhi azzurri e i capelli castani ondulati ma io non dissi nulla. Mi voltai verso mio marito Nicola.
Nicola: “Grazie tantissimo! anche perché era l’ultimo tavolo!”. Gli era tornato un radioso sorriso e gli occhi erano concentrati sulla visione di quella donna e soprattutto sulla generosa scollatura che possedeva e che era diventato il suo attuale oggetto di piacere. Con fare cerimonioso, si presentò a tutti e due, poi si avvicinò a me, e mi presentò a loro, strinsi la mano e dissi che mi chiamavo Marcella. I due risposero che si chiamavano Rosario e Romina. Per un attimo io e Romina ci guardammo negli occhi senza parlare.
Ci accomodammo sopra le sedie e Nicola cominciò subito a parlare del caldo che faceva distribuendo i suoi sguardi tra Rosario e Romina che aveva davanti.
Rosario: “e tu di che cosa ti occupi Nicola”?
Nicola: “io mi occupo di acquistare merce per una rete di supermercati che poi viene distribuita nelle varie sedi” disse con tono professionale, quello che gli riusciva meglio. “Ormai -sospirando- si rivolgono solo a me per la grande professionalità con cui mi approccio con i vari fornitori- disse con finta umiltà per apparire grande davanti a loro-. Io alzai gli occhi al cielo perché questa parte la sapevo a memoria. “E’ un lavoro di grande responsabilità” -disse-, “e ci vuole anche un certo polso fermo” – i tratti del volto si indurirono dandogli un aspetto più virile -, “i fornitori bisogna prenderli dalle palle a volte” concluse fieramente.
Rosario: “E i tuoi superiori sono contenti di te”?
Nicola: “altroché se sono contenti, hanno piena fiducia in me e sanno che io ho dei principi morali e religiosi molto stretti e sanno che non li deluderò mai!” – rispose con un certo tono formale-.
Guardai loro per vedere le loro reazioni, i due si guardarono, poi Romina si voltò verso di me e mi guardò bene indugiando sul mio busto, i suoi occhi chiari incontrarono i miei e mi sorrise dolcemente.
Nicola: “e voi di che cosa vi occupate?” rivolgendosi a loro.
Romina: “io faccio la soubrette di varietà” e portando lo sguardo con una leggera smorfia sarcastica verso il suo seno prosperoso: “non si vede forse”? Lo disse con un tono ammiccante e civettuolo tanto da stridere con il rigore dei suoi occhi azzurri mare.
Scoppiammo a ridere tutti insieme con risate fragorose.
Nicola: “E lui”? rivolgendosi a Rosario ma senza staccare gli occhi da Romina.
Romina: “E’ il mio agente”!
Scoppiammo un’altra volta a ridere.
Nicola: “e che fa lui di preciso” rivolgendosi a Romina.
Romina: “ah lui ha il compito di prendere i spettatori per le palle”!
Mi stavo affogando col l’acqua bevuta dal bicchiere tutti ridevamo alla battura di Romina che stava sfoderando un sorriso furbetto irresistibile. Mio marito ne era deliziato, poteva osservare tranquillamente il suo busto come un sub che torna in superficie per riprendere nuovo ossigeno.
Arrivarono le pizze e quindi ci dovemmo fermare per poter mangiare interrompendo la serata graziosamente maliziosa.
Romina: “come mai ti sei fatto mettere due wurstel sulla pizza” rivolgendosi a Nicola.
Rosario: “che gli chiedi Romina forse gli piace il wurstel che ne sai? “e gli scacciò un occhio.
Romina: “si ok ma uno bastava”! disse con tono di chissà quale significato assumeva per lei il secondo wurstel.
Nicola: “ma forse non vedi bene perché in totale io ne ho tre!” e ricambiò l’occhio schiacciato.
La battuta maliziosa ci fece ridere tutti insieme, anche se io ero infastidita da questa uscita un po’volgare e leggermente gli toccai il braccio guardandolo negli occhi per esprimere che non ero d’accordo sulla battuta.
Ma Nicola non era tipo di ascoltare sua moglie e continuò.
Nicola: “e tu c’è l’hai il wurstel”? rivolgendosi a Romina.
Romina si alzò di scatto e fece alzare il marito e portò le mani sul gancio della zip del pantalone come se cercasse fintamente di farla scorrere verso il basso: ”lui l’ha più grosso”!
Scoppiammo a ridere nuovamente e si ricomposero. Mi ero sbagliata su Romina pensai. Sembrava algida con questi occhi azzurri a volte inespressivi e invece sfoderava una verve teatrale notevole, non avrei scommesso un solo centesimo su questa possibilità.
Nicola: “signori!” – con tono volutamente pomposo – in alto i calici per brindare a questa nuova amicizia:
Ci alzammo tutti e col bicchiere in mano li facemmo suonare al centro della tavola e bevemmo la birra.
Nicola: “ma in quali teatri eserciti”? disse a Romina.
Romina: “in tutti i teatri del Continente” disse svelta.
Rosario: “e anche in qualcuno incontinente”! aggiunse soddisfatto.
Scoppiammo di nuovo a ridere, ormai Nicola aveva ingaggiato una battaglia di battute con Romina, che appariva più simpatica e rilassata. Suo marito invece, più muscoloso di mio marito appariva più sornione.
Nicola: “ma io ho ancora fame -. disse toccandosi la pancia- ne ordiniamo altre due”?
Romina: “e quanti wurstel fai mettere, cinque????” – rispose svelta.
Ridemmo nuovamente, quasi quasi ero anche io tentata di un altro po’ di pizza.
Romina: guardandosi con me e suo marito, come per preparare la battuta scherzosa si rivolse a mio marito Nicola sfoderando uno sguardo accattivante “e lei Signore quanti ne mangerà di wurstel se noi prendiamo due pizze, mezzo per uno”?
Nicola: “ah tu lo vuoi pure il wurstel? chiese a Romina per nulla infastidita dalla domanda maliziosa di mio marito.
Romina: certo che lo voglio, anzi – allargando la bocca per scansire meglio le parole -, ne voglio due accompagnando la risposta con il suo sguardo magnetico.
Mi intrufolai nel discorso perché vedevo Nicola tutto rosso in faccia perla sfida lanciatagli da Romina e non volevo che usciva dalla sua bocca qualche altra volgarità: “tranquilli vi cedo il mio wurstel”!
Romina si girò di scatto verso di me con occhi sgranati maliziosi: “ma perché non c’è l’hai detto prima”??
Scoppiammo di nuovo a ridere, soddisfatta di aver sminato una potenziale volgarità di mio marito e mentre arrivarono le pizze portarono altra birra fredda.
Romina si alzò e con fare cerimonioso contò tutti i wurstel delle due pizze, poi fece il gesto di contarli ad uno ad uno con le mani -come fanno i bambini-, e ad alta voce, con tono serio e grave, sentenzio” qui qualcuno deve rinunciare al wurstel”!! Nicola si era piegato in due dalle risate. Ridevamo. Poi platealmente fermò il cameriere, con la pizza in mano gli spiegò che mancava un wurstel. Il cameriere guardò le due pizze e disse che erano due, quindi mezzo per uno.
Romina allontanò il piatto che copriva la sua generosa scollatura facendosi ammirare dal cameriere poi gli si avvicinò per farsi sentire anche a bassa voce “e lei vuole che io vada via da qui insoddisfatta per un wurstel che manca???? Lo disse così bene che risultò un misto di approccio malizioso giocato tutto sul doppiosenso.
Il cameriere la guardò negli occhi trasparenti, poi abbassò lo sguardo sul suo solco tolse immediatamente la pizza dalle mani di Romina, “torno subito signora” e andò via.
Romina tornò a sedersi trionfante sulla sedia ammirata da tutti, Nicola aveva occhi solo per lei. Provai una certa invidia per questo efficace modo di fare di lei. Forse io ero troppo rigida.
Ritornò il cameriere con la pizza che conteneva tre wurstel, circostanza che ci fece ridere ancora. Rosario prese il coltello e divise le pizze in quattro con un wurstel ciascuno. Il quinto lo prese con le mani Romina, e cominciò a rotearlo: “a chi lo do questo bel wurstel, a chi lo do ancora non lo so!” lo disse cantilenando.
Nicola: “lo voglio io” disse rivolgendo uno sguardo ammiccante a Romina.
Odiavo mio marito quando faceva il bambino di sei anni, capriccioso, arrogante, non aveva completamente naso.
Romina: “ah lo vuoi tu? – rispose a mio marito- e se io ti do questo bel wurstel tu che mi dai”? Ammiccò lo sguardo verso di lui. Lui -lo percepivo – si stava eccitando, Romina con il suo fare lo aveva già conquistato e poi la scollatura aveva fatto il resto.
Nicola: “e tu che vuoi per io avere questo bel wurstel”?
Romina: “e tu che offri”? -rispose prontamente -.
Nicola: lo possiamo dividere in due se vuoi” disse a Romina.
Romina: “molto interessante signore, – disse platealmente e ridendo maliziosamente- è sicuro di questo signore? Sicuro che non vuole dell’altro”?
Nicola: “ma certo signora che sono sicuro, – incollando il suo sguardo sfacciatamente alla scollatura generosa di Romina e sospirando, devo”!”
Scoppiammo a ridere poi Romina si alzò e portò il wurstel sulla bocca di Nicola il quale lo agganciò con la bocca e se lo tirò tutto facendogli scappare un gridolino ma non appariva infastidita dall’atteggiamento bambinesco di mio marito.
Un po’ stanchi chiedemmo il conto, pagammo ed uscimmo dal locale in quattro.
Ci apprestavamo ad uscire, quando Romina che era avanti ai noi, tornò indietro verso Nicola.
Romina: “che fate adesso, andate a casa”?
Nicola: “pensavamo di fare un giro e poi di ritornare a casa, la serata è bella e fa ancora caldo.
Romina: “ma perché non venite a casa nostra, stiamo insieme, beviamo, scherziamo e finiamo la serata così.
Nicola: “ma è una bellissima idea Romina, grazie! Veniamo volentieri, grazie per l’invito!
Romina: allora ci vediamo all’entrata del locale e venite dietro di noi in macchina.
Appena fummo soli mi voltai infuriata con Nicola che non mi aveva neanche interpellato come se io non ci fossi, aveva deciso tutte cose lui!
Nicola: “ma dai Marcella ma sii più frivola dai! che male c’è ad andare a casa loro, non abbiamo forse condiviso la cena e la serata? Non ti sei divertita anche tu? ma ridi di più, sembri rigida, vecchia, guarda che atteggiamento positivo ha Romina, così frizzante così fresca, così femminile”!
Marcella:” alludi forse alla scollatura”? feci tagliente.
Nicola: “e se anche fosse? Te li devi conservare? – alzando leggermente la voce – polvere siamo! E se anche se le fa guardare cosa c’è di male? Guardati tu. Per fatti mettere questo vestito scollato ci ho lavorato un anno!! Ma sii libera! sempre con questa costrizione che hai. Sempre attenta a non mostrare un millimetro in più di pelle, ti dovrò chiamare Suor Marcella”! – rise di gusto alla sua battuta-.
Il percorso in macchina lo facemmo in silenzio, risentita da morire per come mi aveva dipinto, come una suora, invece secondo lui dovevo fare la troia davanti a tutti! Il classico maschio porco e maniaco!
Posteggiammo e salimmo fino all’ultimo piano di un palazzo alto da dove si poteva ammirare la città, la serata calda, i rumori attutiti per l’altezza, entrammo in un grande salone dove c’erano due divani con al centro un minuscolo tavolino e altre due poltrone ampie a chiudere il cerchio. Dall’altra parte c’era un altro divano, dei mobili e la Tv. I quadri ampi davano una certa pomposità all’ambiente.
Io mi sedetti così potevo far riposare un attimo i piedi mentre Nicola dava una occhiata ai quadri. Quando Romina e Rosario tornarono in salotto da noi Romina aveva con sé quattro bicchieri grandi e lunghi con del drink e una cannuccia. Lo sistemò sul tavolino al centro e poi ci disse che c’era dell’alcool ma non troppo.
Bevemmo il drink bello freddo e mentre Romina faceva la padrona di casa, Rosario parlava con Nicola dei quadri facendogli vedere quanto era sensibile per l’arte, con articolati giudizi sui maggiori pittori, lui che non sapeva neanche tenere un arnese di lavoro diverso da un cellulare.
Mio marito venne a sedersi di fronte a me cosicché Rosario dovette sedersi accanto a me. Arrivò Romina trafelata sopra i suoi tacchi e si lasciò cadere sul divano facendo sobbalzare vistosamente il suo seno, ma mentre sobbalzava, – prontamene -, Nicola aveva proteso le mani su di lei come se dovesse recuperare qualcosa che le era uscito improvvisamente.
Scoppiammo a ridere del gesto plateale di Nicola. Romina era piegata in due. Si toccò il seno e gli rispose in maniera composta e cerimoniosa: “grazie signore è tutto a posto”! seguite dalle nostre risate.
Romina: “ma perché non ti vedi quelle di tua moglie”! fece a Nicola fintamente risentita.
Nicola: “ma quelle di mia moglie non sobbalzano”! e ridemmo nuovamente. Poi aggiunse: “ma anche se sobbalzassero non farebbero come le tue!”. Gli lanciai uno sguardo torvo e mi stava scappando la parola stronzo ma mi fermai in tempo.
Romina: “magari la forma del seno viene imprigionata dal vestito che ne sai tu, e riesce a tenere di più”!
Rosario: “magari sono appesantite dal troppo silicone”! e mi schiacciò platealmente l’occhio.
Nicola: “oppure sono troppe leggere quelle di tua moglie!” gli rispose e ridemmo tutti insieme per la battuta maliziosa.
L’alcool rendeva l’atmosfera più fluida con minor controllo mentale dei nostri gesti e delle battute che uscivano dalle nostre bocche.
Romina: vuoi fare una serata scolastica sulla” tettologia” allora!” e scoppiammo nuovamente a ridere.
Nicola: “ah scusa pensavo avessi detto tecnologia”! rispose ridendo.
Romina: “no dai facciamo la foto come a scuola dai”!
Nicola: “ma che idea bellissima, Romina, si certo volentieri “!
Non sapevo che cosa stesse architettando mio marito Nicola, questo entusiasmo nascondeva sicuramente qualcosa di vantaggioso per lui.
Ci alzammo tutti quanti, Romina posizionò il suo cellulare avanzato sul tavolino centrale e ci invitò a stringerci tutti insieme.
Romina:”ragazzi su sbrigatevi che il tempo alla rovescia termina”! ci spicciammo.
Io e Romina eravamo seduti accanto mentre mio marito era accanto a Romina.
Il lampo del flash ci bloccò.
Romina:” dai facciamone altre magari con goliardia”! si mise a ridere.
Nicola: “si magari senza posa” gli fece eco Nicola.
Romina: “aspetta Nicola che prendo ancora da bere siamo troppo ingessati”! e sparì in cucina tornando con quattro bicchieri pieni, e ne prendemmo un per ciascuno, lo assaggiai e lo trovai buono ma alcolico.
Romina riposizionò il cellulare con lo scatto continuo.
Romina: “ora possiamo riprendere le foto, anzi ne facciamo qualcuno con i bicchieri in altro, che ne dite”?
Posizionò il cellulare e scattammo delle altre foto, mentre l’alcool già faceva effetto su di noi.
In una posa un attimo prima del flash Nicola prese da dietro stringendole i seni di Romina e scoppiammo tutti a ridere.
Nicola: “signori ecco la foto della classe terza C di tecnologia” disse pomposamente provocandoci delle risate enormi.
Romina: “nooooo! te-tto-lo-gia!! ho detto – scandendo bene le parole, poi voltandosi verso di lui, si prese il seno tra le mani e se le avvicinò – “di queste parliamo!”.
Nicola alla vista del seno prosperoso divenne rosso, un rosso eccitato, il pacco cominciò a farsi vedere dal tessuto del pantalone chiaro e aveva le gambe aperte perché non nascondeva nulla come fosse una grande dimostrazione di virilità nei confronti di Romina, Rosario si piegava in due dal ridere, anche io -, più -tranquilla- ridevo alle cretinaggine di mio marito.
Romina: “scusa ma alla fine il 50% delle tette di questa stanza già le conosci”!
Rosario: “ma io non gli ho fatto vedere nulla”! si lamentò.
Ridemmo della battuta, poi Rosario chiese a Nicola se voleva vedere una sua tetta.
Nicola; “grazie Rosario, c’è ben altro da vedere”! fece lui guardando la scollatura di Romina
Romina: “giusto! non ci avevo pensato che le tette in totale sono otto e non quattro!
Marcella: “ma sempre metà le conosce! aggiunsi soddisfatta per la sortita spiritosa che mi era uscita dalla bocca.
Romina: vero! due buone e le altre da scartare”! ridendoci sopra.
Rosario: “ma allora le mie tette non le vuoi vedere”? rivolgendosi a Nicola.
Marcella: “tranquillo le voglio vedere io!” – spaventandomi di qualche sparata di mio marito come in altre occasioni-.
Rosario mi guardò e rise e platealmente si sbottonò la camicia e si aprì facendomi vedere il petto villoso senza pancia e protendendo il seno: “questo è il mio seno destro mente questo- si protese dall’’altro lato, – è il mio seno sinistro signora”. La compostezza da cameriere ci fece ridere nuovamente.
Mmmmhhh aveva un corpo eccitante Rosario, pensai, poi – ma mi venne sicuramente da fuori il pensiero, una vocina interna mi chiedeva chissà che pacco avrà tra le gambe-.
Nicola: “vuoi vedere le mie tette” rivolgendosi a Romina.
Romina: “certo! Anche per reciprocità visto che mio marito gliel’ha fatte vedere a Marcella”!
Nicola si alzò dal divano e aprì la sua camicia scoprendo il suo petto depilato, Romina si alzò e gli lisciò il petto con la mano indugiando sui suoi capezzoli stringendoli tra l’indice e il pollice della mano. Nicola la guardava con una bramosia palpabile.
Nicola: “ti è piaciuto il mio petto? ora tocca a te!” disse ridendo a Romina.
Romina: “porco! ma sei un vero porcellone Nicola!” e ci mettemmo a ridere.
Romina; “peraltro me lo chiedi davanti a tua moglie”!
Nicola: “tu che ti senti per la parità di genere e sei per la reciprocità delle azioni perché ti scandalizzi tanto”?
Romina:” ma io sono per la parità di genere e per la reciprocità” e sei io ti faccio vedere la mia tetta, Marcella gliela fa vedere a mio marito?”
Mi destai alle parole di Romina, la piega della conversazione per colpa di Nicola ora la palla passava nel mio campo per giocare, già …ma cosa dire senza risultare una donna musona che non sta al gioco?
Ora tutti e tre mi guardavano sorridendo in attesa di qualcosa che avrei dovuto dire.
Mille pensieri arrivarono alla mia mente, come se qualcosa in me stesse vagliando a velocità supersonica qualche risposta che potesse in quel momento aiutarmi.
Romina mi guardava con un sorriso maliziosissimo, Rosario mi guardava sornione, solo mio marito non mi guardava perché era impegnato a guardare il petto di Romina.
Mi innervosii del suo comportamento da cretino, il tutto perché si era fissato dannatamente con il seno prosperoso di Romina. Io forse ne avevo ancor di più ma neanche lo guardava il cretino!
Marcella: “si certo che gliela faccio vedere a Rosario”! mi uscì dalla bocca quando me ne pentii subito, e mentre loro ridevano sghignazzando battendo le mani io ero combattuta tra la mia parte più rigida e l’altra parte più curiosa della vita. Mi sentii anche valorizzata come donna, la mia femminilità sopita si stava svegliando. Mi morsi le labbra.
Romina: ”brava Marcella”! facciamogli vedere di che pasta siamo fatte noi donne!” ci mettemmo a ridere.
Romina cominciò a giocare con la stoffa del vestito vicino al seno, mentre Nicola era seduto e concentrato sul suo petto non sapendo se era intenzione di Romina farla apparire fugacemente oppure no. Era concentrato in caso di dover cogliere il seno fuggente!
Romina: “ma guardalo- disse ad alta voce- sta sbavando come se non ne avesse visto mai!” e ridemmo tutti insieme.
Pensai tra me e me di quanto era stupido mio marito, un vero bambino pieno di principi fasulli e argomentazioni fasulle.
Improvvisamente Romina, guardando negli occhi a Nicola entrò la mano dentro il vestito ed uscì una mammella grande, piena e rotonda con un capezzolo grande, l’areola tutto intorno era un bel rosa scuro, nell’insieme voluttuoso e sexy.
Romina: – con fare ammiccante si mostrava agli occhi di Nicola il quale se la stava mangiando letteralmente con gli occhi aperti fino all’inverosimile e si sarebbe buttato a capofitto su di lei se non ci fosse stato il marito- “ti piace allora? sono ben fatte – ridendo – guardala bene”!
Rosario era tranquillo e si godeva la scena di sua moglie con Nicola dandomi di tanto in tanto una occhiata, mentre io da donna riconoscevo che non era per niente male, un bel seno proprio. Romina rimise la tetta dentro il vestito e volse lo sguardo verso di me.
Finalmente la mia femminilità si risvegliava, mi sollevai il busto e mettendo le mani dietro per cercare la zip i mi allentai il vestito e lo feci scivolare giù. Non portavo reggiseno cosicché le mammelle non più sostenute dalle coppe del vestito scivolarono in avanti e quando il busto rimase nudo lo alzai all’indirizzo di Rosario.
Rosario:” wow, wow wowwww che tette meravigliose” – rosso in viso ed eccitato, ma sei una tettona meravigliosa”!
Romina: “sei stupenda Marcella! – sorridendo e rossa in viso pure lei.
Nicola: “perché l’hai scoperto tutto, bastava solo un tetta”! disse a me.
Marcella: “così Rosario lo può vedere meglio”! risposi col mento alto piccata.
Rosario: “ma dai ha fatto benissimo è proprio un bel seno” -si girò verso di me schiacciandomi l’occhio-.
Nicola: “ma allora io avanzo una tetta da te” rivolgendosi a Romina.
Romina: “ma sei proprio un bambinello porco”! e si scoprì tutto il seno e facendolo vedere bene a Nicola che sorrideva trionfante di aver visto finalmente il seno prosperoso di Romina.
I due uomini si stavano infoiando di desiderio, i loro pacchi erano adesso pronunciati specialmente quello di Rosario. Io cominciai a sentirmi umida di sotto, la situazione, la mia decisione, i loro commenti mi avevamo eccitata.
Romina;” le vuoi toccare”? rivolgendosi a Nicola, prese con le mani a coppa il seno e glielo mise davanti a Nicola, ormai sul punto di non ritorno.
Nicola: “magari”! disse ridendo ed avendo il tutto il campo visivo occupato dal busto di Romina.
Romina: “e se io ti facessi toccare il mio seno, Marcella glielo fa toccare a mio marito”? Aveva una risata quasi sarcastica, giocava sapientemente con mio marito succube di lei. Poi si girò verso di me e mi schiacciò l’occhio con fare complice.
Nicola: “non penso se lo fa toccare da Rosario” disse a Romina.
La mia mente si ribellò: perché? perché non avrei dovuto farmi toccare da Rosario? Perché lui si con lei ed io no con lui? Io già mi ero bagnata tutto il perizoma del mio nettare femminile ed ero eccitata al pensiero di farmi toccare da un’altra mano maschile che non fosse quella di mio marito.
Romina: “perché c’è l’ha finto”? e scoppiammo a ridere tutti insieme.
Marcella: “non c’è l’ho affatto finto toccalo!” presi il seno opulento con le mani a coppe e mi protesi verso Rosario.
Rosario: “wow wow wow wow che piglio! – allungò le mani e prese il seno di Marcella ammirandolo- sono bellissime e che pelle liscia”!, poi con il polpastrello delle dita accarezzò i capezzoli durissimi e dritti di Marcella.
Nicola: “vieni Romina ho voglia di toccartelo” – e allungò- pure lui- le sue mani toccando tutto il seno di Romina con bramosia, stavamo tutti bruciando di lussuri, letteralmente.
Romina guardava negli occhi Nicola e mentre lui gli impastava il seno lei allungò la mano sopra il cazzo durissimo e con l’indice e il pollice gli stringeva la cappella.
L’atmosfera incandescente ci stava travolgendo, mentre io guardavo Rosario che impastava il mio seno, con la coda nell’occhio vidi Romina estrarre il cazzo di Nicola fuori dal pantalone, Nicola si alzò lasciando stare le tette di Romina, lei si mise in ginocchio davanti al suo membro lo prese con la mano e se lo portò in bocca, la lingua lappava la cappella viola facendogli scappare un gemito a Nicola, poi lo vidi scomparire dentro la bocca di Romina che avidamente lo leccava.
Io ormai eccitata senza freni allungai la mano verso il cazzo durissimo di Rosario e senza guardarlo abbassai la zip ed estrassi il membro. Lo feci alzare e presa da furore lo cominciai a leccare tutto con foga, gli davo colpetti di lingua sul prepuzio e per tutta la cappella. Mentre assaporavo quel cazzone alzai lo sguardo verso di lui e gli sorrisi con i miei occhi neri imbevuti di desiderio e lussuria, facendolo deliziare delle acrobazie della lingua per tutta l’asta e succhiandogli anche le palle gonfissime. Trovavo eccitante fare un pompino ad uno sconosciuto che peraltro aveva un cazzone grosso senza avere sensi di colpa o remore dio vario tipo.
Rosario: “sì che bello dai succhialo tutto hai una bocca bellissima – rivolgendosi a Nicola- “non pensavo tua moglie avesse questa bocca da pompinara”!
Nicola: “tua moglie mi sta succhiando tutto il cervello, ha una lingua da troia” rispose a Rosario.
Romina succhiava tutto il cazzo di Nicola, la bocca affondava e lo succhiava spingendosi per averlo tutto in bocca, lo succhiava con ritmo cercando di tenere le labbra serrate sulle pareti del cazzo di Nicola che aveva lo sguardo rivolto a cielo e i tratti del volto tiratissimi.
Io mi stavo dando da fare con il cazzo di Rosario, smisi di prenderlo in bocca, mi avvicinai col seno, avvicinai le mammelle grosse e gli misi il cazzo in mezzo imprigionandolo e masturbandolo con la mia pelle liscia e facendo uscire solo la cappella a livello della bocca a cui davo sapienti colpi di lingua.
Rosario:” Oh Signore che bello sii sii daiii bellissimo! continua oh oh oh mi fai morire, che troia che sei …succhia! Siiiii”
Sentirmi dare della troia da Rosario non smorzò affatto la mia azione, una parte di me era soddisfatta e dalla bravura con cui stavo facendo godere Rosario. Il mio perizoma trasparente di pizzo era completamente fradicio.
Volevo che Rosario mi toccasse la fica, volevo la sua lingua che succhiasse il mio miele di donna senza freni con autentica lussuria e passione. Mi fermai e mi sedetti sula punta del divano poi alzai il vestito fino al perizoma, gli presi il braccio e lo feci scendere, spostai la strisciolina di tessuto scoprendo la fica calda e gonfia completamente intrisa delle mie secrezioni.
Marcella: ”leccami tutta” con le dita la allargai.
Rosario si abbassò, prese le gambe le allargò di più poi le sue mani si sostituirono alle mie e si fiondò con la lingua sul grilletto facendomi gridare di piacere. Gli tenni con la mano la nuca da dietro per non farlo smettere anzi lo spinsi di più.
Vidi Romina che ancora gli piaceva centellinare il piacere a Nicola, lo guardava sorridendo e poi si metteva dentro il suo cazzo fino in fondo tenendolo serrato con la bocca, Nicola muoveva il bacino come se le stesse scopando la bocca.
Ad occhi chiusi mi stavo godendo la lingua di Rosario dentro la mia fica, mi stava facendo impazzire, la lingua toccava i lembi delle grandi labbra per poi scivolare sotto e pulsando sul mio buchino del culo.
Nicola: “ma che cazzo è questo?” lo disse quasi gridando.
Mi ridestai dal piacere aprendo gli occhi, mi spostai leggermente per capire che cosa stava succedendo e perché mio marito gridasse in questo modo
Marcella: no! Non posso crederci!” – strabuzzai gli occhi e rimasi con la bocca aperta.
La scena che avevo davanti gli occhi fu un autentico colpo: Romina distesa sul divano languida e Nicola alzato arrabbiatissimo! Mentre con gli occhi cercavo qualcosa che potesse giustificare le grida di Nicola guardai meglio la scena.
Marcella: “Oddio!! Ma quello è un cazzo”! esclamai mettendo una mano in bocca.
Nicola: “ma sei un trans!” disse arrabbiatissimo rivolgendosi a Romina.
Romina: “sono un essere vivente e poi non sono un trans semmai una trans” puntualizzò gelidamente.
Nicola: sempre di trans si tratta, cazzo! me lo potevi dire, che schifo! ma sei una merda umana”! disse con cattiveria.
Ci fermammo tutti, l’atmosfera si fece pesante Nicola era su tutte le furie.
Romina: “non ti permettere di parlarmi in questo modo è chiaro?”.
Rosario: Nicola smettila di parlare così a mia moglie, è tutta la serata che te la volevi scopare e non l’hai mollata per un secondo ed ora la stai disprezzando.
Nicola: “ma io pensavo fosse una donna e non un trans!” si giustificò.
Romina:” e allora? non mi hai dato il tuo cazzo per baciartelo e fartelo succhiare tutto? Non mi hai succhiato i capezzoli? Che ha la mia bocca di diverso da quella di tua moglie?”
Nicola si rivestì con le mutande e la camicia aperta. Io rimasi interdetta non sapevo che cosa dire, guardando Romina ancora nuda non c’era nulla di maschile. Capivo anche la reazione di Nicola che aveva la bramosia di scoparsela ed aveva trovato la sorpresa, e che sorpresa!
Nicola: “sei un trans e basta! mi hai preso in giro, sei uno stronzo di trans, un pervertito, un degenerato! se fosse per me vi manderei tutti in galera, siete la feccia umana!” rivolgendosi a Romina.
Romina: “ora basta grandissimo cornuto che sei”, – si alzò dal divano e nuda mi passò per prendere il cellulare in mano smanettò fino a quando trovò quella che cercava. Tornò indietro da Nicola facendogli vedere forse le foto che avevamo fatto prima-. Si mise davanti a Nicola con il suo cazzo che sballottolava davanti, prese il cellulare e si scatto una foto dove si vedeva anche lui.
Nicola: “ma che cazzo stai facendo lurido bastardo di merda”!
Romina: “grandissimo stronzo e cornuto sai che faccio ora, tutte queste foto le pubblico su Facebook compresa! questa foto che abbiamo fatto la mando a tutto il mondo così vedono l’uomo perfetto che va con i trans! poi ci commento di sopra con altre sorelline, un racconto dove commento che è stato bellissimo possederti con questo neo che hai sulla punta del cazzo! Voglio vedere se i tuoi superiori apprezzeranno i tuoi incontri con i trans! voglio vedere se ti faranno diventare paladino dei diritti delle persone trans che lavorano”! – gli occhi azzurri cielo di Romina divennero grigi come un mare in tempesta.
Nicola:” non lo fare sai? sei una stronza! Anzi uno stronzo di trans! Di merda”!
Romina: “ah sì? ora te lo faccio vedere io! vediamo che diranno i tuoi superiori sulla serata appena trascorsa”, – e cominciò a smanettare freneticamente sul cellulare-.
Nicola fu lesto ad alzarsi di scatto e cercò di sottrarre il cellulare di Romina, la quale si rifugiò dietro a Rosario. I due uomini si fronteggiarono, col volto tiratissimo Nicola chiese a Rosario di consegnargli il telefono di sua moglie.
Rosario: “non te lo darà mai Nicola e se tu ci provi con la forza ti dico subito che dovrò intervenire con la forza per difenderla.
Nicola: “difendere il trans” ????? reagì con veemenza.
Rosario: “questo trans è mia moglie e ora non ti permetterò più di parlare di mia moglie in questo modo, fai conto che lei fa quello che dice e, se dice che li pubblicherà mi dispiace per te.
Marcella: “aspettate un attimo, sediamoci tranquilli e parliamo da persone civili quali che siamo non c’è bisogno di minacce, prove di forza e altro, abbiamo passato una splendida serata e non c’è bisogno di finirla in questo modo, Nicola siediti qua e parliamo perché se Romina pubblica le foto tu da domani ti puoi andare a cercare un altro lavoro”!
Ci sedemmo tutti sul divano apprezzando la mia linea di pace e di diplomazia. Mentre io e Rosario cercavamo di fare scendere Romina dai suoi propositi, sentii un singhiozzo. Mi bloccai, guardai loro negli occhi che si domandavano perché mi fossi bloccata. Un altro singhiozzo, mi girai di colpo verso Nicola, le lacrime gli scendevano dalle guance in un pianto sommesso. Incredibile! Mio marito stava piangendo come un bambino, mi voltai verso Rosario e Romina che stavano guardando allibiti la scena. Io ero quasi imbarazzata da questa reazione di mio marito prossimo alla disperazione. I suoi singhiozzi si fecero meno mesti, aprii gli occhi verso di me.
Nicola: “ti prego Marcella aiutami questo mi vuole rovinare la vita e anche la tua!” rivolgendosi a me.
Romina gli sgranò gli occhi di sopra – alzai gli occhi al cielo -, aveva ripreso il tono offensivo verso Romina la quale era davvero fuori da ogni religione.
Romina:” basta! Sei un porco e uno stronzo, maledetto bastardo, domani vatti a cercare un posto perché le sto per pubblicare così sei fottuto maledetto bastardo di merda!”
Nicola singhiozzava ancor di più prossimo alla disperazione completa, non so come potevo mantenere la calma ma certo ero anche scioccata di vedere mio marito piangere in quel modo quando bastava chiedere scusa oppure chiedere più miti pretese visto che l’aveva provocata per tutta la serata presentandosi come campione di mascolinità e di persona che esegue quello che promette, oppure come un tipo che prende per le palle il prossimo. E orai era lei Romina lo teneva per le palle. Fiera e irremovibile.
Nicola si buttò in ginocchio sotto Rosario e Romina implorando perdono una scena che non scorderò per tutta la vita.
Nicola: “che volete farvi mia moglie? prendetela al posto mio” disse loro e poi rivolgendosi a me “ti prego Marcella aiutami! sacrificati per me”!
Rimasi dolorosamente pietrificata. Ci guardammo con Romina sbigottiti e vidi trasformare i suoi bei lineamenti in una maschera di profondo odio e disprezzo verso Nicola. Rosario fu davvero lesto ad afferrarla in tempo prima che Romina aggredisse fisicamente Nicola.
Romina: “porco! Sei un bastardo porco di merda, ti odio, ti odio, ti odio, e non ti salverà neanche la tua mogliettina, gente come te merita il disprezzo di tutte le persone, voglio vedere cosa commenteranno le persone che ti conoscono, i tuoi amici, i tuoi parenti e soprattutto i tuoi superiori ti soprannomineranno “minchia-man”, ti dovrai nascondere in casa per mesi!” Romina era fuori di sé in piena crisi isterica.
Nicola oramai piangeva senza ritegno davanti a tutti noi, io ero rimasta sconvolta dalla richiesta di mio marito totalmente incapace di gestire la situazione, immaturo e vigliacco. Lo guardavo adesso con altri occhi e non mi venne nemmeno per un attimo il pensiero di sacrificarmi per lui.
Romina: “è facile vivere così! che quando le cose non convengono si butta la spugna tanto c’è qualcuno che la prende te, per farti uscire da posizioni scomode. Ieri c’era papà e mamma e oggi c’è tua moglie! Mi fai schifo! Non sei un uomo! Non è il cazzo che fa un uomo!” – lo disse gridando e prese il cellulare con uno sguardo feroce lo squadrò poi gli occhi tornarono sul display del cellulare.
Rosario: “dai fermati un attimo Romina” disse rivolgendosi a sua moglie.
Romina alzò lo sguardo e con gelido tono gli disse di no. “Mi ha ferita profondamente e ora deve pagare”.
Nicola avendo la consapevolezza che era sul filo del baratro, di fronte alla fierezza e alla profonda determinazione si mise in ginocchio sotto Romina le prese le mani e singhiozzando chiese cosa doveva fare per fare terminare questo supplizio.
Romina lo guardò in silenzio e dopo interminabili secondi gli rispose “quello che ti ho detto prima”.
Romina lo prese per i capelli e si portò proprio davanti a lui.” Me lo devi ciucciare tutto, voglio che tu te lo infili tutto in bocca”.
Calò il silenzio interrotto dai singhiozzi di Nicola.
Nicola: “non te lo può fare mia moglie al posto mio?”
Romina: “no, no, no, lo devi fare tu con la tua boccuccia per come ti sei preso l’impegno, e lasciala stare tua moglie cerca piuttosto tu di fare il maschio”.
Nicola: “ma non so neanche come si fa” si lamentò.
Romina: “ora chiamo quella bocchinara di tua moglie così ti mostra come si fa un bel pompino”.
Nicola era rimasto n ginocchio davanti a Romina, la quale fece un cenno a suo marito di mettersi nella sua stessa posizione proprio accanto a lei. Poi girò lo sguardo verso di me facendomi un cenno con la mano.
Romina: “vieni Marcella mettiti accanto a tuo marito” rivolto a me.
Io andai e mi misi accanto a mio marito in ginocchio, eravamo proprio accanto, davanti a me stava Rosario che nel frattempo si era messo le mutande, mentre davanti a Nicola ci stava Romina, che era ancora nuda col cazzo a riposo.
Romina: “baciami il cazzo così aumenta di spessore “rivolgendosi a Nicola, il quale cercò di avvicinare la bocca al prepuzio di Romina.
Io guardavo la scena stando accanto a mio marito, il mio sguardo venne catturato dal cazzo di Rosario che si stava ingrossando dentro le mutande.
Romina: rivolgendosi a Marcella “tuo marito Nicola vuole che tu gli insegni come eseguire un pompino da favola e siccome è risaputo che sei una bocchinara bravissima ti ho messo il cazzo di mio marito a disposizione perché tu possa fargli un esempio pratico”, il tono di Romina era quasi scolastico e quasi stavo scoppiando a ridere ma mi trattenni vista la drammaticità del momento.
Guardai senza profferire parola il gran bozzolo davanti a me ancora rinchiuso, alzai lo sguardo e trovai gli occhi di Rosario che mi sorridevano. Istintivamente sorrisi pure io poi diedi una occhiata anche a mio marito che aveva gli occhi bassi. Ripresi la vista del pacco di Rosario. Avvicinai la bocca al tessuto e lo presi con la bocca attraverso il tessuto, strusciandomi la bocca, gli era diventato duro e ora usciva il prepuzio dalle mutande. Mi sollevai un po’ per raggiungere il prepuzio con la bocca, lo trovai e gli passai la punta della lingua. Alzai le mani per scendergli le mutande e il cazzone di Rosario fece un saltello e si mise davanti la mia bocca.
Romina: “guarda”! rivolgendosi d’imperio a Nicola e gli alzò la testa portandola proprio accanto al mio orecchino grande rotondo.
Mi portai quasi a toccare il prepuzio di Rosario, poi lo scoprii scappellandolo tutto e lo portai proprio vicino agli occhi di Nicola, voltai leggermente lo sguardo verso di lui e poi entrai il cazzone di Rosario di lato dentro la mia bocca allargando le labbra per ingollarmi almeno la cappella grossa. Lo uscì lentamente lo alzai e feci scorrere la punta della lingua per tutta l’asta, facendo gemere Rosario. Poi sempre voltata verso Nicola diedi delle leccate decise ma lente sulla cappella interrotte dagli sguardi verso mio marito. Passai la lingua facendola scivolare per le pareti con gli occhi fissi su Nicola. Nel frattempo anche il cazzo di Romina eccitato si alzò. Poi presi fermamente il cazzo di Rosario e con gli occhi chiusi e pronta a gustarmelo tutto lo ingollai in bocca senza curarmi di mio marito succhiandolo avidamente e rumorosamente.
Romina: “guarda tua moglie com’è brava, succhia divinamente, una ciucciacazzi naturale” disse a mio marito, poi prese il suo cazzo e portò sulle labbra di Nicola. Ci si strusciò la cappella sulle labbra. Poi gli diede il comando di prenderlo in bocca.
Mentre succhiavo il cazzo di Rosario, mi fermai per guardare mio marito che aveva la punta del cazzo di Romina poggiata sulle labbra. La stessa si calò verso l’orecchio di Nicola e gli disse che se non lo metteva in bocca entro tre secondi lei sarebbe entrata in camera da letto chiusa a chiave ad inviare le foto a tutto il mondo. Lo disse pacatamente ma con un tono spaventoso.
Nicola apri la bocca immediatamente e Romina spinse il suo cazzo dentro. Si fermò poi vedendo che lui non si muoveva cominciò a muoversi con colpi di bacino facendolo entrare ed uscire.
Romina: “leccalo” disse imperiosamente a Nicola.
Vidi che il cazzo di Romina usciva traslucido segno che lo stava leccando. Mi girai e continuai a spompinare Rosario deliziato dai miei colpi di lingua, entravo tutto il palo e poi dopo averlo tutto in bocca uscivo la lingua per succhiargli le palle grosse, lo guardai negli occhi con un nuovo sguardo, uno sguardo che non mi sembrava avere avuto mai, ero consapevole di quello che stavo facendo non perché costretta ma perché mi piaceva, e il cazzo di Rosario più grosso di quello di Nicola mi piaceva moltissimo.
Un lato nuovo compariva in me, una nuova Marcella alla ricerca del proprio piacere di donna.
Romina: “Marcella guarda che ha fatto progressi tuo marito guarda come entra bene.” – Il cazzo di Romina entrava e usciva dalla bocca di Nicola spinto dalla sua mano dietro la nuca.
Mi fermai. Per un attimo lasciai il cazzo di Rosario ma lo tenni in mano e presi il cazzo di Romina staccandolo dalla bocca di Nicola, diedi degli affondi a piena bocca sul cazzo di Romina che la fecero sussultare di piacere.
Romina: “che maestra”! disse.
Erano tutti e due in tiro e la mia fica sbrodolava tutta. Poi venni fermata da Romina.
Romina: Marcella vai sul divano con Rosario che io continuo con il tuo bel maritino, – mi diede una occhiata dolce e continuò a farsi la bocca di mio marito.
Io e Rosario ci alzammo e ci mettemmo sul divano, lui si distese ed io sopra di lui. Mi misi in ginocchio sopra il divano poi mi alzai con i piedi sul divano mi accucciai e finalmente potei infilarmi il cazzo duro di Rosario dentro la fica e muovendomi tutta come una invasata, mi dimenavo sentendo che il suo cazzo sbatteva e allargava la mia fica, strusciandomi il grilletto. Mugolavo dal piacere, stavo per gridare di piacere ma mi trattenni.
Marcella: “sì sì sì sì continua, bravo così, fammelo sentire tutto, oh sì oh sì che bello mio Dio che bello, ancora, ancora così, – inarcando la schiena per sentirlo meglio- così non ti fermare, toccami, succhiami i capezzoli duri oh così bravo, la tua mogliettina ti ha insegnato proprio bene, – mi scappò un gridolino di piacere- che cazzo meraviglioso che hai, sì sì sì bravo, così, oh oooohhh, ooooh , che bello- spostando il corpo da un lato all’altro per sentirlo fluttuare meglio- , “sì sì sì sì”.
Romina: “ciucci da fare schifo”! rivolgendosi a Nicola- vattene sul divano porco! che mi faccio ora la tua bella mogliettina! non è vero che fai tutto bene come dici di fare, mi lamenterò con i tuoi superiori!”
Romina venne dietro di me, mi fece fermare e poi mi prese per mano, mi alzai a malincuore e seguì Romina che ne frattempo si era seduta sul divano con le gambe allargate e il cazzo in erezione.
Romina:” vieni Marcella” e mi accucciai sotto di lei cominciando a prenderlo in bocca e succhiandolo tutto.
Mentre avevo il cazzo di Romina, Rosario mi metteva le dita dentro la fica facendomi sussultare di piacere.
Romina: “la tua bocca mi fa impazzire Marcella, ora ti voglio, vieni sopra di me.
Ubbidii, mi misi i piedi sopra il divano e mi abbassai sul cazzo di Romina, entrò tutto facilmente, Romina allungò le mani e mi abbracciò forte facendo pressione sul suo monte di venere sentivo il suo cazzo duro dentro la fica aperta, i nostri visi si fecero più vicini, e iniziò a leccarmi le labbra, aprii la bocca e la baciai con passione mugolando di vero piacere, avevo tutta la sua lingua dentro la mia bocca. Rosario venne dietro di me e chino cominciò a leccarmi il buchino del culo che si apriva e si chiudeva ad ogni affondo di Romina, stavo godendo come una pazza. Romina mi tirò di più a sé facendomi inarcare ancor di più il culo. Sentii il divano cedere e smisi di baciare Romina per capire cos’era. Mi girai ed era Rosario che era salito pure lui sul divano, sullo sfondo vedevo Nicola che si stava masturbando freneticamente, Rosario si abbassò con il cazzo in mano posizionandosi proprio sul mio culo, sentii la sua cappella cercare il mio buco del culo, lo trovò, Romina mi fece girare la testa verso di lei e mi baciò nuovamente, percepii il cazzo di Rosario spingere sul mio ano, spinse fino a quando la mia rosetta si allargò tutta, poi sentii un rumore come di qualcosa che si stappava e un senso di pienezza sul culo. Era entrato tutto dentro il mio culo.
Marcella: “Sìììììììììì oh mio Dio che bello”, poi venni zittita dai baci di Romina, ma sentivo chiaramente i colpi di Rosario che entrava il cazzo fino ai coglioni che sbattevano sulle chiappe. Non potevo che mugolare con toni altissimi non potendo parlare, avrei voluto parlare anzi gridare il mio piacere di donna sentendomi fortunata di esserlo, di potere avere due cazzi contemporaneamente che stantuffavano la mia fica e il culo aperto e lubrificato.
Mi girai leggermente in un intervallo dei baci di Romina e vidi Nicola sopra il divano che si smanettava ancora il suo pistolino tutto rosso in faccia ma fu solo un momento giacché mi arrivavano ondate di piacere che stavano sommergendo il mio corpo, gli orifizi erano occupati a sentire piacere e godimento. Rosario si dava da fare a stantuffarmi con molta energia, immaginavo il suo cazzone che entrava ed usciva senza trovare resistenze da parte del mio sfintere ormai dilatato. Io leggermente alzata per permettere al cazzo di Romina di avere lo spazio per muoversi con i suoi colpi di bacino.
I colpi aumentavano d’intensità, soprattutto quelli di Rosario, la potenza dei colpi mi faceva sussultare di piacere, un piacere intimo che sa ogni donna provenire da dentro di sé e ad ogni affondo chiudevo gli occhi come se gli occhi stessi potessero registrare il piacere che provavo.
Mentre avevo la lingua in bocca di Romina cominciai a sentire che anche io ero arrivata quasi all’orgasmo, avevo lottato affinché tardasse per averlo ancora e ancora e arrivò invece come una valanga come se qualcosa mi avesse sommersa di un godimento totale ed io non potendo gridare perché la lingua di Romina l’avevo tutta dentro la bocca avevo accompagnato questa sensazione mugolando senza ritegno sempre più forte e poi improvvisamente i colpi di cazzo di Rosario si erano fatti ritmati come un conteggio alla rovescia poi un grido “vengo” seguito da un grugnito animalesco e mi sentii letteralmente irrorata dalla sborra calda di Rosario.
Ancora tremante e scossa e quasi sconvolta sentii stapparsi il buco del culo perché Rosario aveva tolto il suo cazzone, con gli occhi ancora velati di piacere e bramosia vidi Romina che nel frattempo si era fermata.
Marcella: “Romina non sei venuta”!
Romina: “mi sono fermata a guardarti perché sei uno spettacolo quando hai l’orgasmo”.
Marcella: “e che orgasmo! Sono ancora scossa”.
Mi sollevai dal cazzo di Romina e mi misi accanto a lei tenendolo sempre in mano, mi misi in ginocchio sul divano e lo feci scomparire tutto dentro la mia bocca. Ormai la mia bocca sapeva succhiarlo, leccando tutta la cappella e affondandolo dentro, presi ritmo, ogni tanto sollevavo gli occhi per guardarla ma lei aveva il capo all’indietro. Affondai i colpi facendola sospirare di piacere, anche lei era prossima al suo orgasmo, decisi di farla godere, strinsi con le labbra la sua cappella tirandola verso di me, poi lasciavo entrare tutto il suo cazzo fino alle palle.
Romina: “Sì sì Marcella sì, succhi divinamente, ancora ancora che bocca meravigliosa, che bello, ancora, – sospirando, sì sì sì oh mio Dio sì sì sì sì oh……..
Bevvi avidamente l’orgasmo di Romina tutto dentro la mia bocca, gustandomi la sua sborra calda, passando la lingua sulle mie labbra, mi piacque davvero, alzai gli occhi e vidi Romina completamente sfatta con gli occhi chiusi, mi alzai e con la bocca ancora piena di sborra e andai a baciarla, la sua lingua calda entrò e ci passavamo di lingua e lingua la sua sborra, indugiando e succhiandoci la lingua a vicenda.
Romina si alzò dal divano e mi prese la mano, e rivolgendosi a Rosario gli disse che andavamo a sistemarci mentre loro si sarebbero preso il bagno degli ospiti. Nicola con andatura mesta seguì Rosario.
Qualunque cosa era successa ora era cessata.
In bagno entrammo sia io che Romina e ci dirigemmo verso la doccia. Ci voleva per me, ero tutta sudata e impiastricciata di sborra. Pazientemente Romina presso una bella spugna e riempita di gel comincio lentamente a passarla sulla mia pelle, le spalle, le cosce, facendo un sacco di schiuma, poi tolse la spugna e lo fece con le sue mani indugiando sui miei seni e sui capezzoli – mi passò un brivido di piacere-, poi scese decisa sulla mia fica penetrando due dita e facendo scappare un gridolino di piacere, mentre mi stuzzicava il grilletto mi guardava intensamente negli occhi, la presi con movimento brusco e la baciai infilando tutta la lingua dentro la sua bocca e cominciando a slinguarci senza alcun ritegno solo spinti dalla nostra lussuria e porcaggine. Ne volevo ancora, la sua lingua succhiava la mia mentre eravamo stretti l’una all’altra, sentii di aver bagnato le dita di Romina ancora dentro di me del mio succo. La mia mano scese a prendere il suo cazzo e con mia sorpresa lo trovai dritto, e cominciai a menarlo mentre ci baciavamo.
Ci fermammo dal baciarci, comincia a insaponarla indugiando sul suo spacco mammario sempre tenendo il suo cazzo in mano, mi abbassai per prenderle un capezzolo in bocca, Romina mi porse anche l’altro, lo succhiai avidamente prendendolo tutto in bocca, ne fu deliziata e sentii che il suo cazzo era tornato duro lo menai più forte poi mi abbassai sulle mie gambe e senza aspettare scappellai il suo cazzo e lo infilai tutto in bocca, strinsi con le labbra la sua cappella dura e la lappai tutta poi affondai tutto dentro la bocca mentre Romina mi teneva la testa e con il suo bacino lo muoveva verso di me. Ansimò rumorosamente mentre io in equilibrio tenendo la mano su una sua anca con l’altra le stuzzicavo il buchino del culo fino a quando ci entrai tutto il dito e fu allora che mi spingeva forsennatamente la testa verso il suo cazzo, poi all’improvviso Romina scoppiò in un orgasmo tremante riversandomi tutta la sborra calda in bocca che le era rimasta. Un piacere immenso per me, mi ero scoperta mangiatrice di sborra e ne volevo ancora. Lo spremetti per fargli uscire tutto il succo per non perderne neanche un po’, la sua mano che mi tirava su mi colse impreparata e mi trovai di nuovo la sua lingua in bocca a dividerci la sua dolce sborra.
Riuscimmo a calmarci e uscire dalla doccia dove dolcemente mi asciugò con il suo accappatoio. Mi sentivo protetta e languida. Era una serata in cui erano successi molti eventi e dovetti riorganizzare anche la mia percezione di me visto che erano uscite cose che forse non avevo mai sperimentato prima. La mano di Romina mi distolse dai pensieri, aveva in mano una trousse di suoi trucchi, la ringraziai sorridendole dolcemente e risposi che mi serviva la matita e un po’ di rossetto tanto per non uscire struccata.
Mi guardai allo specchio e mi trovai non so dopo quanto tempo attraente anche con un filo di trucco, quello che vidi è che era cambiato la mia luce dentro i miei occhi non più apprensivi ma sereni e calmi, in effetti i soliti pensieri non giravano così come non mi preoccupai minimamente di Nicola.
Mentre mi rivestivo decisi di prendermi del tempo per non ragionane e metabolizzare gli eventi ma mi sentivo improvvisamente cambiata, dovevo prendere confidenza con questa nuova me.
Romina: “che sei pensierosa Marcella a che stai pensando, a Nicola”?
Marcella: “credo sia l’ultimo dei pensieri attualmente – abbozzando un sorriso dolce verso di Lei-, in realtà sto pensando che non intendo perderti Romina” – guardandole negli occhi azzurri-.
Romina: guardandomi negli occhi, “sono stata benissimo con te e non voglio perderti nemmeno io”.
Si avvicinò e prima che potessi dirle che avevo già messo il rossetto, mi baciò teneramente, e ci stringemmo amorevolmente.
Mi staccai a malincuore da Romina, eravamo ben consapevoli che il tempo era al termine, sospirando mi diede una occhiata e mi sistemò la scollatura schiacciandomi l’occhio – la lasciai fare sorridendole -, cominciando a camminare verso il suo salotto, trovammo Rosario e Nicola seduti sul divano che si erano puliti e ci stavano aspettando. Non c’era animosità nei loro volti forse parlottavano del più e del meno, c’era voglia di tornare alla normalità.
Eravamo tutti in piedi e passammo ai saluti. Romina mi diede un leggero bacio sulle labbra.
Uscimmo in silenzio e il tragitto verso casa fu fatto in perfetto silenzio. La testa era piena di pensieri, ero stanca ma mi sentivo bene, e se avevo avuto negli anni qualche remora sulla mia sessualità, tutto era stato dissipato in quella notte, la mia fantasia, la mia carica sessuale era uscita in maniera fantastica perfino io stessa ero stata sorpresa dagli eventi.
Arrivammo a casa dove il mio pensiero era di dormire nella speranza che gli eventi svolti non fossero scambiati come sogni onirici mettendo in dubbio la loro autenticità.
Finalmente potei indossare la camicia da notte leggera e distendermi sopra il letto.
Anche Nicola venne a letto, ma si mise il cuscino alto non per dormire ma per parlare.
Nicola.” Ogni tanto qualche trasgressione si può fare se non fosse stata per quella stronza di trans, anzi per quello stronzo di trans e di quel frocio di Rosario. Chissà se lo prende in culo pure lui” e rise sguaiatamente della sua battuta. “Ci saremmo pure divertiti se quella fosse stata una donna vera e non un trans”!
Cominciai a sentirmi nervosa, già sapevo che stata riscrivendo il suo romanzo personale per dare una giustificazione a tutto e ad assolversi per tutte le scemenze che aveva fatto.
Bussò alle mie spalle.
Nicola: “ah Marcella che dici lui lo prende pure in culo dal trans”?
Marcella: “non lo so se Rosario lo prende in culo e francamente non mi interessa ma visto che tu sei molto curioso potrai chiedere tu stesso”.
Nicola: “allora posso aspettare chissà quanto tempo “ridendo.
Marcella: voltandomi a metà verso di lui: “tranquillo li ho invitati per venerdì prossimo. Buona notte Nicola”!

Alma

Epilogo:
Nicola dopo qualche tempo si separò da sua moglie per contrasti insanabili dovuti alla nuova consapevolezza di Marcella.
Rosario ebbe un incidente sul lavoro e morì pochi mesi dopo il ricovero all’ospedale.
Romina dovette lasciare la casa ed ebbe momenti di notevole difficoltà economica e personale.
Marcella prese in casa Romina e, dopo che Ella decise per un problema di salute di effettuare la riassegnazione chirurgica definitiva, la sposò civilmente e tutt’ora stanno insieme felici.

Note dell’autrice:
Qualsiasi riferimento a cose e/o persone è del tutto fortuito e non è riferito ad eventi precisi. Se qualcuno si è offeso da quanto scritto chiedo scusa fin da ora in quanto ho cercato di rendere irriconoscibili luoghi e persone.
Detto questo, il racconto non è frutto della fantasia dell’autrice ma corrisponde a una storia vera.

2 Comments

  • dueamanti dueamanti ha detto:

    Complimenti Marcella, un racconto potente, originale, liberatorio, coraggioso anche, un inno al piacere e alla libertà…tante belle cose assieme a Romina!

  • Toccando Toccando ha detto:

    Grazie, sono contenta che il mio racconto ti sia piaciuto molto. Marcella, nome di fantasia, si riferisce nella realtà ad una donna che ha saputo superare le convenzioni sociali, senza guardarsi mai indietro ed avendo il coraggio di amare e di esplorare la sua sensualità repressa dal marito.
    Grazie ancora
    .

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