Marco e Laura erano sposati da otto anni, una coppia che all’apparenza aveva tutto: una casa elegante, carriere solide e una chimica che ancora accendeva le lenzuola. Ma Marco custodiva un segreto, una fantasia che lo consumava: voleva vedere Laura con un altro uomo, un cuckold che lo eccitava e lo tormentava allo stesso tempo. A 38 anni, con i suoi occhi castani e un fascino tranquillo, Marco non aveva mai avuto il coraggio di confessarlo. Laura, 35 anni, con i suoi lunghi capelli castani e un corpo che faceva voltare teste, era il centro di quelle fantasie.
Una sera, dopo cena, Marco trovò il coraggio. Erano sul divano, un bicchiere di rosso in mano. “Laura, c’è una cosa che voglio provare,” iniziò, la voce incerta. “Vorrei vederti con un altro uomo. Mentre io guardo.” Laura si irrigidì, posando il bicchiere con un gesto secco. “Cosa? Ma sei impazzito?” sbottò, gli occhi che lampeggiavano di rabbia. “Pensi che sia una specie di trofeo da passare in giro? Non ci pensare nemmeno!” Si alzò, sbattendo la porta della camera da letto. Marco rimase lì, mortificato, ma il desiderio non si spegneva.
Nei giorni successivi, Laura era fredda, distante. Marco capì che aveva sbagliato approccio. Cambiò tattica. Durante i loro momenti intimi, quando erano avvinghiati nel letto, iniziò a sussurrarle le sue fantasie. “Immagina un altro uomo qui, che ti tocca, che ti prende,” le mormorava all’orecchio mentre la penetrava lentamente. Laura non rispondeva, ma Marco notava il suo corpo tradirla: si bagnava di più, i suoi gemiti si facevano più intensi, le cosce che si stringevano intorno a lui. Non diceva nulla, ma il suo silenzio era un consenso implicito, un fuoco che si accendeva.
Un sabato pomeriggio, mentre passeggiavano in un centro commerciale, incontrarono per caso Matteo, un vecchio amico di Marco dai tempi dell’università. Matteo era cambiato: a 40 anni, era alto, muscoloso, con un sorriso da predatore e un’aura di sicurezza che riempiva lo spazio. “Laura, ti presento Matteo,” disse Marco, notando il modo in cui gli occhi di lei lo squadrarono, un lampo di curiosità. Matteo le strinse la mano, trattenendola un secondo di troppo, e Laura arrossì leggermente. Quella notte, mentre scopavano, Marco cambiò il copione. “Immagina Matteo,” sussurrò, affondando in lei. “Le sue mani su di te, il suo corpo sopra il tuo.” Laura gemette più forte, il corpo che tremava sotto di lui. Quando finì, ansimante, gli disse piano: “Matteo… mi piace.”
Marco non perse tempo. Invitò Matteo a casa loro la settimana successiva, con la scusa di una cena. Laura era nervosa, ma si preparò con cura: un vestito rosso che le abbracciava le curve, tacchi alti, rossetto scarlatto. Durante la cena, Matteo era un maestro di seduzione: complimenti sottili, sguardi che la spogliavano, una mano che sfiorava la sua mentre passava il vino. Marco osservava, il cuore che batteva forte, eccitato e geloso. Dopo il dessert, Matteo si avvicinò a Laura sul divano, posandole una mano sulla coscia. “Sei incredibile,” le disse, e lei non si ritrasse. Si baciarono, un bacio lento e profondo, mentre Marco li guardava, incapace di muoversi.
Matteo la prese lì, sul divano, senza fretta. Le sollevò il vestito, le mani che esploravano ogni curva, mentre Laura gemeva, i suoi occhi che cercavano Marco per un istante prima di chiudersi nel piacere. Matteo la spogliò, lasciandola in lingerie, e la penetrò con una forza che la fece gridare. Marco si toccava, eccitato oltre ogni limite, ma qualcosa in lui si ribellò. “Basta,” disse, alzandosi. “Non voglio più.” Laura lo guardò, sorpresa, ma Matteo rise, un suono basso e minaccioso. “Troppo tardi, amico,” disse, afferrandolo per il polso.
Laura, con un sorriso che Marco non aveva mai visto, prese il controllo. “Siediti,” gli ordinò, e quando lui esitò, Matteo lo spinse sulla poltrona. Laura tirò fuori una corda dalla borsa – una preparazione che Marco non si aspettava – e lo legò, i polsi stretti dietro la schiena. “Hai voluto questo gioco, ora lo finiamo,” disse lei, la voce dura. Si chinò su di lui, sculacciandolo con forza sulla coscia nuda, il suono che echeggiava nella stanza. Marco gemette, umiliato ma eccitato. Matteo prese una cintura di pelle dal tavolo, facendola schioccare nell’aria prima di colpire Marco sul sedere, lasciandogli strisce rosse sulla pelle. “Ti piace, vero?” ringhiò Matteo, e Marco, contro ogni logica, annuì.
Laura si sedette sul divano, guardandoli, mentre Matteo lubrificava le dita e iniziava a preparare Marco. “Rilassati,” gli disse Laura, accarezzandogli il viso mentre Matteo lo penetrava con le dita, aprendolo lentamente. Marco ansimava, il dolore che si mescolava al piacere. Poi Matteo si posizionò dietro di lui, spingendo dentro con un affondo deciso. Marco urlò, ma Laura gli tappò la bocca con un bacio, soffocando i suoi gemiti. “Prendilo per me,” gli sussurrò, mentre Matteo lo scopava con un ritmo implacabile, la cintura ancora in mano per colpirlo quando rallentava. Marco venne, il corpo scosso da un orgasmo che lo spezzò, mentre Matteo lo riempiva, grugnendo di piacere.
Esausti, crollarono tutti sul pavimento. Ma il gioco non era finito. Matteo si alzò, pulendosi con un sorriso. “Da oggi, decido io,” disse, guardando entrambi. “Quando scopate, come scopate, e con chi. Capito?” Laura annuì, un lampo di eccitazione negli occhi. Marco, ancora legato, non protestò. Matteo divenne il loro padrone, un’ombra costante nella loro vita. Ogni incontro era alle sue condizioni: a volte li lasciava soli, a volte si univa, sempre decidendo il ritmo e il ruolo. Laura si sottometteva a lui con una passione che Marco non aveva mai visto, e Marco, a sua volta, si piegava a entrambi, intrappolato in un gioco che aveva iniziato ma che non controllava più



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
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Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...