Con Andrea non scopavamo più da settimane e la palestra per cui lavoravo aveva deciso di tagliare il personale e mi ritrovai in crisi sentimentale e senza un lavoro. La vita in città diventava ogni giorno sempre più asfissiante, avevo bisogno di cambiamenti, di aria nuova, di vita nuova.
Una sera dopo l’ennesima litigata con Andrea che usci sbattendo la porta dell’appartamento di 50 mq in cui vivevo, mi ritrovai da sola sul divano con la testa fra le mani a cercare di dare un motivo per essere ancora in questa modalità di vita. Mi alzai a prendere una birra in frigorifero. Tolsi la tuta e rimasi in mutandine e tshirt, forse l’agitazione vissuta o il caldo fatto sta che avevo la tshirt sudata tra le tette e anche le mutandine erano un po bagnate. Era fine estate ma faceva ancora caldo. Mi rimisi sul divano e sorseggiai la birra. L’effetto dell’alcool mi schiarì un po i pensieri.
Presi il tablet, aprii un motore di ricerca e digitai l’indirizzo del mio sito porno preferito, mi piaceva perché aveva molte categorie ma abbastanza “pulito” se si può dire di un sito porno. Digitai le parole “giochi di ruolo”, una pratica che mi ha sempre attirato e nella quale non sono mai riuscita a coinvolgere Andrea, sempre molto restio a provare cose fuori dagli schemi.
Stavano uscendo i risultati dei video e i miei capezzoli e la mia patata mi stavano avvisando che l’eccitazione era già partita. Stavo per cliccare sul primo video quando ricevetti un messaggio sullo smartphone. Indecisa se guardarlo dopo e lasciarmi andare ad una bella ripassata della clitoride e magari anche una penetrazione con le dita decisi di guardare il messaggio. Tanto avevo tempo anche dopo per riprendere la mia sessione di autoerotismo.
Il messaggio era di Chiara, una vecchia conoscenza che non sentivo ne vedevo da anni. Viveva in un piccolo paese affacciato sul lago di Garda nella parte veronese, almeno credo fosse ancora lì, per quanto ne sapevo io.
Era un audio di whatsapp “Ciao Claudia, sono Chiara, spero ti ricordi ancora di me. Fai ancora la personal trainer? Mi sono trasferita da poco in un paesetto di montagna e ho trovato lavoro in un ristorante, faccio la cuoca, ahah, pensa te, io che non sapevo cucinare neanche un paio di uova. Dicevo, ho pensato a te perché in questo paese si stanno aprendo parecchie opportunità, persone facoltose si stanno spostando per avere una vita più tranquilla e una professione come la tua è super richiesta, scrivimi se sei interessata. Un bacio, Chiara”.
Lo rilessi un paio di volte. Era la svolta che aspettavo. Potevo finalmente ricominciare tutto.
“Ciao Chiara, che piacere sentirti dopo tutto questo tempo, spero che tu stia bene. Sarò onesta, avevo proprio bisogno di un cambio radicale di vita. Ti racconterò. Dimmi quando possiamo sentirci.”
Mi chiamo Claudia e quel giorno ebbe inizio la mia nuova vita.
Era passata una settimana da quando Chiara era entrata nella mia vita. Dopo i messaggi seguì una lunga telefonata in cui parlammo dei vecchi tempi e mi chiarì in maniera esaustiva le nuove opportunità da cogliere nel paese dove ora risiedeva. Avevo chiuso il contratto di affitto anzitempo, le utenze varie e preparato le valigie, tutta la mia vita in due valigie.
La parte più difficile fu convincere il proprietario di casa, un 50enne padre di famiglia molto rispettato in zona che per farmi chiudere il contratto anzitempo non voleva restituirmi le mensilità anticipate al momento della apertura del contratto. Ci trovammo in un bar per parlarne e trovare un possibile punto di incontro. Misi un vestito leggero senza reggiseno, raccolsi i capelli lunghi neri in una coda e misi un trucco leggero che metteva in evidenza gli occhi scuri. A 38 anni ero nel pieno della bellezza e sfoggiai tutte le armi. Era già seduto al tavolino del bar e quando mi vide arrivare raddrizzò il busto e allargò le spalle e sgranò gli occhi, tipico atteggiamento maschile molto Neandertaliano, animalesco che mi fece fare un sorriso. Mi avvicinai, ci salutammo e mi sedetti. Ordinai un caffè.
Vidi il suo sguardo posarsi più di una volta sul mio seno, una bella seconda piena, non avendo messo il reggiseno i capezzoli si facevano notare premuti sul tessuto del vestito leggero.
Iniziammo la discussione sulla restituzione della caparra, lo stronzo non voleva mollare, ma nel corso della discussione notavo i segnali della sua eccitazione, chissà che film si stava facendo. Approfittando di un attimo di pausa gli dissi “Devo andare in bagno, torno subito”. Avevo un piano B sicuro del risultato se le cose non si risolvevano a mio favore. Mi diressi in bagno, era libero, entrai, mi sedetti sul wc, allargai le gambe e con le mutandine ancora indossate cominciai a toccarmi da sopra il tessuto, che si impregnò velocemente tra sudore e umori della patata. Ok, poteva bastare. Sfilai le mutandine e le nascosi nel palmo della mano, era un perizoma, quindi 2 cm quadrati di tessuto.
Ritornai al tavolino, lui stava guardando qualcosa sullo smartphone. Mi sedetti. “Allora Claudia, mi dispiace ma non posso proprio restituirti la caparra”, allungai la mano libera e sporgendomi verso di lui gli misi un dito sulle labbra per farlo stare zitto, “Apri il palmo della mano” lui esegui, avvicinai la mia e gli misi in mano la mutandina. “Senti se ti piacciono i miei umori”. Imbarazzato stava per dirmene di tutti i colori ma mosse piano la mano portandosi al volto le mutandine racchiuse nel palmo, chiuse gli occhi e annusò. Vidi tutti i segnali di eccitazione che un uomo può manifestare e sono sicura che se avessi potuto guardare sotto il tavolo il suo cazzo sarebbe in erezione.
“Va bene, hai vinto, ti ridarò la caparra, ma questo non basta, so che sei qui ancora una settimana, ebbene, riceverai un mio messaggio ogni giorno, a sorpresa, con un ordine che dovrai eseguire entro 5 minuti e documentare con video o foto, tranquilla non voglio che si veda viso o segni che possono farti riconoscere, ci stai?”. In fin dei conti mi stava chiedendo quello che ho sempre voluto, essere in un gioco di ruolo, avrei fatto la sottomessa anche se in modo molto light e in più mi avrebbe restituito i soldi. “Ci sto, ma voglio almeno il bonifico di una delle due mensilità adesso e l’altro tra 3 giorni”. “Ahahah non ti fidi?”, “no!” e scoppiai a ridere. “Ok abbiamo un accordo, domani riceverai il bonifico. Ahn, adesso io faccio finta di legarmi le scarpe e mi abbasso, allarga le gambe e solleva la gonna”. “In cambio di?” gli dissi, “troverai il premio nel bonifico”, mi sentivo un po puttana, ma era pur sempre un gioco e non dovevo farci sesso anche se era un bel 50 enne e magari aveva anche un be cazzo, ma tantè, avevo raggiunto l’obiettivo. Lui si chinò e guardò da sotto il tavolo, aprii le gambe e sollevai la gonna mostrando la patata completamente rasata, e le labbra leggermente aperte. Ero eccitata anche io al pensiero che un uomo, in pubblico mi stesse guardando la patata. Quando risalì mi disse “Complimenti, è quasi un peccato che te ne vada, potevamo divertirci”, “Già, chissà, ti chiedo anche io una cosa”, “dimmi” disse lui, “quando ti masturberai annusando le mie mutandine, perché so che lo farai, vorrei un video”. “Ma dai, cosa ti fa pensare che mi masturberò?”, “Il tuo cazzo, si vede che è già duro”, si mise a ridere e quando si alzò per andarsene si vedeva chiaramente che avevo ragione, mise in tasca le mutandine e ognuno andò per la sua strada.
Tornata nell’appartamento mi spogliai del vestito e rimasi nuda a iniziare a preparare le valigie.
La finestra del salotto/cucina era aperta e gli scuri socchiusi, entrava una bella arietta fresca. Ripensai a quell’incontro, era stato a suo modo molto eccitante e aveva risvegliato in me la volontà di viverle più spesso quelle sensazioni, quei brividi di eccitazione. Il mio corpo me lo chiedeva, al pensiero capezzoli turgidi e patata bagnata. Mi scappò un sorriso, sono proprio una troia, ma no, sono una donna che vuole vivere il sesso in leggerezza e senza tabù.
Immersa nei pensieri sentii arrivare un messaggio. Vuoi vedere che….lo lessi. “ti voglio nuda, vai in camera da letto, con un fazzoletto igienizza il pomolo della struttura del letto e scopatelo per 5 minuti senza venire” che cazzo dovevo fare? Il letto matrimoniale era parte dell’arredamento , era una struttura in ferro e nella parte dei piedi aveva ai lati due pomelli della larghezza di un paio di cm circa sostenuti da tondi di diametro inferiore. Da terra arrivavano ad una latezza di un metro circa. Mi scappò un sorriso. Tutte le volte che mi sono masturbata mai che mi fosse venuto in mente di usare la struttura del letto. Sorrisi. Igienizzai il pomello e visto che c’ero lo spompinai inondandolo di saliva mentre le dita stavano massaggiando la patata, sempre più bagnata.
Mi misi a cavalcioni del pomello, arrivava giusto a un centimetro dalla patata, mi abbassai piano per farlo entrare un po, poi uscii..cazzo dimenticavo il video, presi il cellulare e ripresi da vicino la scena. Lo infilai tutto dentro, sentii una sensazione di piacere intenso, aumentai la velocità, dentro, fuori, dentro fuori. O cazzo, me la stavo godendo a buso, stavo per lasciarmi andare ad una bella schizzata ma non potevo, questo era l’ordine. Feci finta di finire la scopata, mi tolsi dal pomello e come ultima cosa che ripresi nel video fu il mio dito medio. Chiuso il video gettai lo smartphone sul letto e mi rimisi a cavalcioni del pomello pronta a scoparmelo. Ma mi colse un altro pensiero. E se, invece mi scopassi il culo? Non ero una da anale, avevamo provato una volta con Andrea ma non funzionò, mi fece male, non era stata preparata bene o forse non ero predisposta io. Ma adesso, siamo io e il pomello, impegnativo. Proviamoci. Presi dal cassetto la crema per il corpo, la spalmai sul pomello e un po introno al mio buchetto e anche un po dentro. Di nuovo a cavalcioni sul pomello, gambe larghe, chiappe rilassate. Avvicinai il buchetto al pomello, lo sentivo sfiorare, poi iniziare a farsi largo, faceva un po male ma proseguii, spingendo un po e poi uscendo, ancora un po di spinta, lo sentivo che si faceva largo, esco un po e poi di nuovo, cercavo di rilassare le chiappe. Spingo un po e sento che ha superato la barriera e scivola che è una meraviglia. Sono presissima, comincio ad andare su è giù per l’asta e sento il pomello allargarmi l’interno del culo. Con le dita mi ravano le labbra gonfie, la clitoride è scoperta, la strofino tra le dita. L’eccitazione cresce a dismisura, sento il corpo irrigidirsi, squotersi, aumento il ritmo di scopata nel culo, poi mi fermo un secondo, trattengo il fiato e poi lascio andare tutto l’orgasmo che ho dentro, uno schizzo parte a pioggia sul pavimento, uno squirt così non l’avevo mai avuto. Spasmi, schizzo di nuovo, poi tutto finisce, ho ancora il pomello nel culo, mi sfilo verso l’alto e sento un leggero dolore quando passa dal restringimento prima dell’uscita. Poi esce. Mi stendo sul letto, esausta. Mi fa male il culo ma cazzo che scopata.
Ricevo un messaggio. “Bella scopata sul pomello e brava a non venire” sapesse ahaha.
Occhi chiusi e spossata pensai che ormai avevo sverginato il culo e sarebbe stata cosa saggia tenerlo allenato. Avevo mollato definitivamente Andrea quindi il mio cazzo sarebbe stato il pomello. Fantastico. Che scema che sono, risi di gusto. Mi alzai e mi accorsi di dover pulire oltre al pomello, qualche residuo c’era ma anche il pavimento. Ancora nuda presi lo straccio e pulii tutto. Stavo per entrare in doccia quando sentii arrivare un altro messaggio. Era un messaggio video, mi sedetti sulla tazza del wc a gambe larghe. C’era scritto, ecco l’effetto delle tue mutandine, feci partire il video. Era in piedi appoggiato alla parete del bagno, così sembrava, doveva aver appoggiato lo smartphone su un ripiano, inquadrava solo la zona da metà busto alle ginocchia, aveva un fisico mica male, notai un accenno di tartaruga e un gran bel cazzo che appariva e spariva nella mano che andava su è giù, poi mi accorsi che si stava segando con il mio perizoma con la parte interna che aveva assorbito i miei umori che andava su è giù lungo l’asta. La cappella turgida e rossa, ebbene si, me lo gustai e senza volerlo cominciai a masturbarmi. La sua mano aumentava di velocità la mia anche, vidi le sue gambe irrigidirsi e lo feci anche io, lui schizzò un bel po e io anche per la seconda volta bagnai il pavimento. L’ultima cosa che vidi nel video fu il suo dito medio.
Per il resto della settimana ricevetti, come da accordo, un ordine al giorno, all’improvviso, ed erano i più scontati che potevi aspettarti da un maschio, tipo “stai 4 ore senza mutandine” oppure “metti un cubetto di ghiaccio nelle mutandine ed esci a fare commissioni” o anche “masturbati con il manico della spazzola per capelli ma senza venire a intervalli di 4 ore per 3 volte consecutive” ma la più bella o almeno quella che mi ha eccitata di più è stato l’ultimo ordine. Il giorno prima della partenza, mentre stavo mangiucchiando qualcosa seduta sul divano suonò il campanello della porta di ingresso, dallo spiocino non vidi anima viva ma sullo zerbino c’era una busta. Ricevetti un messaggio, era lui “prendi la busta, domani userai il contenuto, ma non aprirla fino a domani, mi posso fidare?” ero molto curiosa ma ero in un gioco e si dovevano rispettare le regole e dissi “si, fidati” rendendomi conto che lo dicevo a nessuno.
La mattina seguente, nel dormiveglia sentii il solito messaggio in arrivo, era lui “dopo aver fatto le solite cose che fai la mattina appena sveglia, intendeva forse i bisogni fisiologici ahah, hai 10 minuti, apri il pacco, disinfetta il contenuto, usa il lubrificante se lo ritieni opportuno e indossala per almeno due ore, scendi a fare colazione al bar, ho lasciato una colazione già pagata per te, ti siederai sullo sgabello alto del bancone. Metti il vestito del nostro incontro, io sarò in uno dei tavoli, non parleremo, non ci saluteremo, ma sarò lì”.
In un mix di curiosità e eccitazione aprii la busta. Era una mutandina da donna in pelle nera con un pene in gomma dura di circa 15 cm e del diametro di circa 2-2.5 cm per la patata e un altro pene di dimensioni leggermente più contenute per il buchetto dietro. Le posizioni in cui erano attaccati i due peni sulla mutandina potevano essere regolate. Avevo già visto quel genere di indumenti nei vari siti ma mai provato uno veramente. Mi recai in bagno, pipì, cacca, una bella lavata sul bidet, cercai anche di lavare bene il buchetto. Una bella asciugata e poi presi la mutandina, la lavai con acqua e sapone e la disinfettai per bene. Ero solo in tshirt della notte e senza mutandine. Decisi di lavarmi la faccia e i denti e darmi una sistemata ai capelli prima di indossare quell’indumento. Lo presi in mano, decisi di mettere un po di lubrificante su quello destinato al buchetto del culo. Lo infilai nelle gambe e salii verso la zona dedicata. Non sapevo quale dei due infilare per primo e mi scappò una risata. Dimenticavo, dovevo ovviamente fare un video, piazzai lo smartphone su un ripiano in modo che inquadrasse solo la zona pubica e feci partire il video. Decisi di infilare prima quello anale, ci vollero due tre entrate/uscite prima che superasse la restrizione, ma alla fine entrò e mi diede un senso di eccitazione e benessere, poi toccò a quello vaginale ma lì fu facile perché era già bagnata fradicia e il pene entrò senza fatica fino in fondo. Le labbra vaginali erano larghe e adese al pene e la clitoride completamente scoperta. So già che essendo una che ha orgasmi clitoridei e non vaginali, l’avrei pagata. Conclusi il video con il dito medio e lo inviai. Due minuti e arrivo il messaggio “brava, ottimo, ti aspetto al bar”. Stronzo e coglione, ma mi sono divertita e mi sto divertendo, tutto sommato è molto intrigante.
Misi il vestito e un filino di trucco, raccolsi i capelli in una coda e mi avviai. Camminare con due cazzi dentro era più difficile di quanto pensassi, ma dopo un po ci feci l’abitudine. Usciì dall’appartamento, chiusi il portoncino e mi diressi verso l’ascensore, sentii arrivare un messaggio “niente ascensore, scendi dalle scale” porca puttana erano 3 rampe di scale. Mi chiesi come cazzo potesse saperlo, ma decisi di soprassedere. Fare le scale con due cazzi dentro si rivelò molto eccitante, sentivo quello anale muoversi dentro di me e mi piaceva parecchio, davanti ero ormai bagnata fradicia e temevo che qualcosa potesse colare dalla mutandina sulle gambe. Uscita in strada avevo come la sensazione che tutti mi stessero guardano, ma ovviamente nessuno tranne lo stronzo poteva sapere. Raggiunsi il bar, mi sedetti non senza fastidio sullo sgabello e aprii più possibile le gambe senza passare per una troia, per dare aria alla passera e far asciugare eventuali umori fuoriusciti.
“Buongiorno lei deve essere Claudia, ha una colazione pagata, cosa posso portarle?” il coglione deve aver fatto una descrizione di me al barista. Ad un rapido sguardo tra gli avventori del bar non vidi il coglione. Ordinai un caffè doppio e un risino. Finita la colazione e ormai abituatami ai due peni dentro me ricevetti un messaggio “muovi leggermente il sedere avanti e indietro sullo sgabello” risposi “ho già eseguito un ordine, non eseguirò il secondo, non erano questi gli accordi a meno che” era scontato che sarebbe andato oltre, era un maschio, prevedibili. Rispose via messaggio “dai, a meno che cosa?”, risposi “vai in bagno e togliti i boxer, lasciali nascosti in un posto che mi dirai, poi andrò in bagno io, mi toglierò questi due cazzi anche perché devo fare pipi”, mi rispose “va bene, anche se non so cosa hai in mente e potrei non fare quello che mi chiedi”, prevedibile anche qui “un video in qui ti masturbi con le mutandine di una donna potrebbe sempre arrivare a qualcuno che ti conosce, tipo il portiere del condominio o il ragazzo al bar, vero, non ti si vede in faccia, ma basta seminare il dubbio”, rispose “sei una stronza, ma, okkey stiamo al gioco e vediamo”. Non lo vidi andare in bagno ma dopo 5 minuti arrivò il messaggio. “vai pure, ho fatto”, aspettai ancora 5 minuti e mi alzai, i due cazzi ripresero a muoversi provocando una discreta eccitazione. Arrivata in bagno, chiusi a chiave la porta e sfilai i due cazzi, l’orgasmo era a niente da esplodere, nel messaggio precedente mi aveva dato le istruzioni per trovare i suoi boxer, li trovai e li indossai. Da sopra il tessuto mi masturbai la clitoride fino all’orgasmo che non tardò ad arrivare, uscì uno schizzo che inondò i boxer, lasciai fare, erano fradici. Mi rilassai un istante dopo l’orgasmo. Li sfilai, erano veramente fradici. Lavai la mutandina con i peni e la misi in borsetta, mi diedi una asciugata alla passera e tra le chiappe. Avendo calcolato tutto misi i boxer imbevuti dei miei umori in un sacchetto di plastica e lo rimisi dove lo aveva nascosto il coglione. Uscii dal bar e mi fermai appena fuori, gli scrissi “hai 5 minuti, entra in bagno, troverai i tuoi boxer imbevuti dei miei umori, li indosserai e non me ne frega un cazzo se ti bagnerai i pantaloni, li terrai fino a stasera anche quando sarai a casa, voglio foto di quando li indossi al bagno del bar e dopo un’ora e dopo 3 ore”, “sei una stronza, va bene cazzo”. Arrivò la prima foto, i boxer erano talmente bagnati che si vedeva chiaramente il profilo in erezione piena del cazzo. Risposi “Bella visione, complimenti”, rispose “Stronza”.
Tornai a casa a preparare le ultime cose. Come da richiesta arrivarono i messaggi, nella prima si vedeva ancora il cazzo in erezione nella seconda si vedeva solo il pacco, comunque notevole. Ovviamente mi eccitai anche io ma decisi che per quel giorno avevo già dato per via di orgasmi e spensi il tutto con una bella doccia. L’ultima giornata in quell’appartamento, il suo appartamento, stavo pensando a quale ricordo potevo lasciare. Idea, estrassi la mutandina con il doppio pene, mi stesi a letto, allargai le gambe e prima uno e poi l’altro gli diedi una bella ripassata dentro la patata in modo che potessero impregnarsi bene dell’odore. Poi presi un sacchetto di plastica, infilai la mutandina e lo riposi in un cassetto con un biglietto “per te”.
Chissà se durante l’ispezione del mattino successivo prima della mia partenza lo avrebbe trovato.
UN NUOVO INIZIO – Capitolo 1 – Lasciare tutto per ricominciare
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Un racconto davvero intrigante, molto bello il gioco di ruolo che si è creato. Avrei una domanda da farti, se ti va di parlarne. patriziolam@protonmail.com