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Racconti di Dominazionesex toys

Scambio di vite Capitoli 10-11

By 12 Novembre 2025No Comments

Ripropongo dopo molte richieste questo mio vecchio racconto pubblicato su questo sito, molto apprezzato ma lasciato da me inconcluso da anni. Riproporrò i capitoli rivisitati un po’ per volta, andando infine a concludere il racconto. Essenziale per comprendere appieno la storia rileggere tutti i capitoli precedenti dato l’intreccio di storie e trame (ultimo pubblicato Scambio di vite Capitoli 8-9). Per qualsiasi commento, o semplicemente per conoscerci, non esitate a scrivermi a sinaz@outlook.it !

CAPITOLO 10:
Dopo l’eccitante pasto, Lucia si preparò per la consueta passeggiata con le amiche. Uscì di casa a metà pomeriggio e, appena chiuse la porta, Lorenzo si affrettò a salire nella grande camera da letto matrimoniale, a cercare qualche oggetto utile per i nuovi giochini erotici che aveva in mente per la donna, e dei quali lei sarebbe dovuta rimanere all’oscuro fino al loro inizio per rendere il tutto più eccitante. Doveva esserci sicuramente qualcosa! Lui a casa ne era pieno, ne aveva di tutti i tipi, per apportare una continua novità ai rapporti sessuali che altrimenti sarebbero diventati monotoni e noiosi.
Cercò ovunque, ma le uniche cose che riuscì a trovare furono candele profumate, un dvd porno nascosto nel cassetto dei calzini di Riccardo e dei completini intimi molto spinti in fondo al cassetto di Lucia, molto probabilmente non usati da anni vista la posizione nascosta e non a portata di mano.
“Che coppia noiosa!”; contrariato, pensò al da farsi: voleva degradarla, farla sentire troia, magari frustarla, farla andare in giro con un grosso plug infilato nel culo, ma non aveva nessun oggetto a disposizione. Magari poteva andare a prendere qualcosa al sexy shop, o a casa sua dove era sicuro di trovare lo stretto necessario per iniziare a divertirsi, e magari dare un’occhiata alla situazione… Cosa stava facendo Riccardo? Aveva già scopato la sua Kristina? Poteva fare un giro veloce e magari, vista la maialaggine della fidanzata, scoparsela insieme all’amico in un threesome da paura…. Non sarebbe stata una cattiva idea!
Ma mentre pensava alla fattibilità di questa cosa, nella sua mente si accese la lampadina: FRANCESCA (figlia di Riccardo)!! Di sicuro quella giovane troietta aveva qualche oggetto erotico nascosto in camera! Andò subito a controllare, e non ci mise tanto a trovare ciò che cercava! Incuriosito ed eccitato, man mano che trovava qualcosa di utile, lo buttava sul letto; controllò ogni cassetto, ogni angolo. Soddisfatto della sua intuizione, guardò divertito gli oggetti trovati nella stanza: oltre ad un vasto numero di scatole di preservativi di varie dimensioni, era riuscito a trovare manette e corde usate per poter immobilizzare braccia e gambe, un corto frustino, un vibratore, alcuni dildi e un paio di plug anali, uno piccolo e il secondo molto più grosso e dotato di ventosa per ancorarlo alle superfici. Oltre all’intimo super sexy a volontà e di tutti i tipi. Solo un oggetto lo lasciò inizialmente perplesso, ma capì quasi subito che si trattava di un piccolo telecomando usato per attivare degli ovetti vibranti di notevoli dimensioni; questi oggetti potevano essere usati per masturbarsi autonomamente, inserendoli nella figa o nel culo e regolandone poi la vibrazione, oppure usati da una seconda persona, che attraverso il telecomando wireless poteva controllare a distanza la vibrazione e quindi l’intensità dell’eccitazione. Pensò per un secondo a Francesca a scuola, vestita da troia e con gli ovetti piantati dentro di lei, circondata dai compagni vogliosi, mentre lui con il telecomando controllava la vibrazione da lontano, tenendo d’occhio le pene della ragazza costretta a resistere al bisogno di venire. Una scena che gli fece diventare il cazzo nuovamente durissimo! Magari ci avrebbe pensato un giorno, ma al momento aveva altri piani.
Prese un tubino nero molto scollato ed esageratamente corto dall’armadio di Francesca, un reggiseno a balconcino super push-up e il plug anale con attaccata la ventosa. Aspettò con ansia il ritorno di Lucia, e la accolse con un lungo bacio.
“Tesoro, fai una doccia e preparati che stasera usciamo a cena!”
La donna sorrise contenta e ribaciò appassionatamente il marito. Sembrava tutto diverso quel giorno! Riccardo l’aveva stupita, alternando momenti di romanticismo ad altri in cui la faceva sentire desiderata, e in questo contesto la trattava anche come una prostituta. E a lei questo faceva piacere, sapeva che era tutto limitato al gioco, che il marito l’amava e che quello era un tentativo per rimettere un pizzico di trasgressione nel loro rapporto che negli ultimi anni si stava affievolendo. Certamente era strano questo improvviso cambio di comportamento, ma la persona che aveva davanti era suo marito e sicuramente stava facendo tutto questo per mantenere un rapporto di coppia vivace ed imprevedibile.
“Molto volentieri amore, faccio una doccia veloce e mi preparo! E magari metto il vestito rosso da sera leggermente scollato che ti piace tanto, sperando che mi stia ancora, è da un sacco di tempo che non ho l’occasione per metterlo!”
Lorenzo aveva capito di che vestito stava parlando, l’aveva visto precedentemente nell’armadio di lei: era bellissimo e certamente molto elegante, lasciava leggermente scoperti i seni, ma non si avvicinava minimamente al dress code che lui aveva in mente per la serata!
“Lucia mi sono permesso di scegliere per te una cosina da mettere stasera se non ti dispiace, tu intanto preparati e troverai tutto sopra il nostro letto!”.
Insospettita ma senza fare domande, si diresse verso il bagno. Lorenzo ci mise pochi minuti a cambiarsi; indossò un bel completo, si ricontrollò allo specchio e aspettò la moglie seduto nel divano davanti alla tv. La donna scese dopo un’ora scarsa, e vedendola si sentì mancare per un istante! Il super push up aveva svolto il suo ruolo alla perfezione; le tette sembravano voler esplodere, compresse verso l’alto lasciavano ben poco all’immaginazione: se Lucia avesse fatto qualche movimento brusco sarebbero sicuramente saltate fuori dal vestito. Ma quello era il “problema” minore! Infatti il tubino era talmente stretto e corto, che ad ogni passo scopriva una buona porzione del culo, mostrandolo chiaramente in tutta la sua rotondità.
Imbarazzata disse: “Riccardo non posso uscire così conciata, sicuramente ai tuoi occhi sono una bomba sexy ma mi sento praticamente nuda, ogni volta che faccio un movimento mi sembra che esca tutto! E poi ti sei dimenticato le mutandine!!”
“Amore ma sei uno schianto! Ovviamente tutti si gireranno a guardarti per la tua bellezza, ma ti assicuro che si vede poco niente (naturalmente mentiva) e poi dobbiamo solo stare seduti al ristorante, non devi preoccuparti di nulla. L’importante è che tu sia sexy per il tuo maritino! E per quanto riguarda le mutandine non me le sono scordate, è una mancanza voluta! Voglio che i tuoi buchi siano sempre disponibili tesoro mio, il solo pensiero mi eccita da morire!!”
“Ma… io non posso uscire senza niente sotto! E se qualcuno mi vedesse?? Potrebbero pensare che io sia una prostituta e questo non mi va! Mi va bene fare la porca in casa, ma in pubblico no, mi sentirei estremamente a disagio!”
“Dai Lucia fallo per me! Non ti metterò in imbarazzo in alcun modo te lo prometto (mentiva ancora)! Mi eccita solo l’idea che tu sia sempre disponibile per me, ma di certo non farò nulla di sconcio in pubblico, anche io ho una reputazione da difendere e mia moglie deve essere considerata una donna di classe! Ma ti voglio comunque sexy, solo per me!”
Ancora un pò titubante rispose: “Mi trovi veramente sexy? Va bene dai allora si può fare, non ti nascondo che la cosa eccita anche me ahahahah!!”
“Grazie tesoro, ti amo da impazzire, vedrai che ci divertiremo! Ah e puoi mettere le scarpe con il tacco alto? Così per completare il tutto e renderti veramente magnifica!”
In verità con il tacco alto sarebbe sembrata ancora più slanciata, i movimenti sarebbero stati più difficoltosi e il culo si sarebbe scoperto molto di più.
Era perfetta, sicuramente molti l’avrebbero scambiata per una escort, ma mancava la ciliegina sulla torta; strinse l’oggetto che aveva nascosto nella tasca interna della giacca: chiederle di indossare il plug anale in quel momento sarebbe stato controproducente, in quanto già aveva espresso delle perplessità (ampiamente giustificate) e chiederle di infilarsi qualcosa nel culo di sicuro l’avrebbe convinta a rifiutare il tutto. Ma quella sera il grosso plug sarebbe sicuramente finito nel buco del culo di Lucia: non sapeva quando, ne dove, ne cosa sarebbe successo dopo, ma Lorenzo ne era sicuro! Lo lasciò quindi in tasca, si assicurò di avere soldi, documenti e cellulare con se, spense tutte le luci e uscendo di casa, vedendo il sedere della moglie mezzo scoperto, non resistette dal dargli una bella sculacciata! La serata si preannunciava piccante!!

CAPITOLO 11:
A Kristina venne ordinato di scoprire completamente i grossi seni. Si era divertita, aveva goduto e aveva fatto godere il suo ragazzo, ma lui sembrava aver appena cominciato. Di solito dopo essersi svuotato si dedicava ad altro, giocava ai videogiochi o guardava la tv. Oggi invece le rivolgeva un sacco di attenzioni, che lei apprezzava parecchio! Si era svegliata eccitata e nelle ore successive si era trovata costantemente al centro delle attenzioni sessuali di Lorenzo. Non che solitamente non la scopasse, ma oggi c’era qualcosa di diverso, sembrava che avesse paura di non potersela più godere e quindi ci dava dentro incessantemente. E con lei si trovava alla perfezione visto che avrebbe preso cazzi ad ogni ora del giorno.
Sensualmente, si sbottonò la camicetta lasciando che le tettone uscissero di colpo, liberandosi da quella ingiusta costrizione. Vide Lorenzo guardarle imbambolato e successivamente, con sguardo famelico, si avvicinò a mani aperte per palparle. Le schiacciava, le stringeva, prendeva tra le dita i capezzoli che si inturgidivano sempre di più per quel trattamento. Kristina chiuse per un secondo gli occhi per godersi appieno quel momento, ma fu immediatamente riportata alla realtà da un fitto dolore che proveniva proprio dai capezzoli. Il ragazzo aveva infatti applicato senza preavviso delle mollettine dentate, dal morso molto serrato. I capezzoli duri non miglioravano la situazione, ed essendo inoltre estremamente sensibili per l’eccitazione, sentiva chiaramente i dentini delle mollette conficcarsi dolorosamente nella carne.
Lorenzo doveva sapere che quel trattamento non le era mai piaciuto, ma come spesso accadeva era lui a decidere, lei doveva limitarsi alla parte della troia ubbidiente pronta a soddisfare ogni perversione. Non si azzardò quindi a lamentarsi, e non avrebbe potuto farlo in seguito in quanto Lorenzo tirò fuori un altro oggetto molto familiare: le fu posizionato il largo anello di acciaio in bocca, in modo da non permetterle di parlare o di serrare l’arcata dentale, rendendo la cavità orale completamente disponibile ad ogni intrusione. Le fece mettere le mani dietro alla schiena, e utilizzando il collare a cinghia in pelle di cui si era dotato, le legò stretti i polsi.
Kristina era completamente inerme, inginocchiata, con le mani legate e la bocca forzatamente spalancata. Lorenzo a quel punto riprese le palline e ricominciò ad infilarne una ad una nel culo, rimasto parecchio allargato e ancora pieno di sperma. Una volta infilate tutte, iniziò a tirare il filo che le teneva unite, facendone uscire lentamente una alla volta. Uscite tutte, fu soddisfatto nel trovarle ovviamente sporche di sborra: era quello che voleva! Le sbattè quindi davanti alla faccia di Kristina e senza che lei potesse fare niente, iniziò a farle scivolare all’interno della bocca, tenuta aperta dall’anello. “Leccale bene tutte!” le ordinò; “Devono uscire completamente pulite, sennò sarò costretto a punirti ancora!”
Le lasciò scivolare dentro tutte e Kristina iniziò ad usare freneticamente la lingua per cercare di leccare via quanta più sborra possibile, anche se naturalmente sarebbe stato impossibile ripulirle in quelle condizioni! Non poteva chiudere la bocca, non poteva quindi succhiarle accuratamente, inoltre erano troppe, non riusciva a trattenerle tutte e infatti continuavano a scapparle. Se non altro la sborra uscita dal suo culo aveva un sapore che le piaceva, e tutto questo la eccitava da morire.
Si impegnò tantissimo, ma data la difficoltà, mista alla voglia di provare la nuova punizione, ad un certo punto si arrese e lasciò uscire tutte le palline, insieme ad un rivolo di saliva e sperma. Lorenzo iniziò ad esaminarle: ovviamente non erano pulitissime, ma doveva ammettere che quella maiala era riuscita a ripulire quasi tutto lo sperma! Ma ormai era comunque deciso, l’avrebbe punita a prescindere, era troppo eccitato per fermarsi li!
“Non ci siamo, sono ancora sporche, mi hai deluso ancora una volta e questo non mi piace per niente!” disse cercando di mantenere un tono severo per nascondere la sensazione di divertimento che stava provando. “Ora dovrai soffrire, vediamo cosa potrei fare…. mmmm….. ci sono!! Voglio frustare quelle grosse tettone da vacca che ti ritrovi, le voglio colpire finché non si staccheranno le mollette dai capezzoli! Qualcosa in contrario tesoro?”
Kristina cercò di dire qualcosa, ma l’anello che le teneva aperta la bocca le impediva di scandire bene le parole. Ne uscì un mugolio incomprensibile. Se avesse potuto rispondere avrebbe chiesto al fidanzato di fermarsi li: poteva concludere il gioco con un pompino, una scopata, ma le frustate sulle tette, già doloranti per colpa delle mollette, non le voleva; inoltre se la sua vera intenzione era veramente quella di staccare le mollette a colpi di frusta, la punizione sarebbe durata un bel po’ e sarebbe stata dolorosissima: Lorenzo avrebbe dovuto colpire molte volte e con molta violenza, dato che il morso era molto stretto e i dentini conficcati profondamente nei capezzoli. A questo pensiero provò ad implorare pietà ma ne uscì un altro lamento incomprensibile; non poteva liberarsi dall’anello perché aveva le mani legate, e data la posizione in ginocchio non poteva neanche alzarsi facilmente per allontanarsi, e comunque Lorenzo, infoiato com’era, non l’avrebbe permesso.
“Niente da dire amore? Sapevo che saresti stata d’accordo, in fondo sai di meritarti questa punizione!”
Completamente accecato dall’eccitante situazione che si era creata, iniziò a colpirla con violenza. Il vero Riccardo non si sarebbe mai comportato così: aveva sempre rispettato la moglie e le donne in generale, ma quello che stava vivendo l’aveva portato ad esprimere una parte nascosta di se, fino a quel momento rimasta nascosta. Sapeva che non ci sarebbero state conseguenze, doveva sfruttare il momento per dare sfogo alle sue pulsioni sessuali; aveva inginocchiata davanti a se una vacca da monta che meritava solo di essere usata e degradata. Quelle tettone enormi, i capezzoli chiusi nelle mollette… sembrava che implorassero di essere frustate a sangue, e lui era li per accontentarle.
Ormai non capiva più niente: colpiva ripetutamente, alternando i poderosi colpi tra tetta destra e sinistra. Lo schiocco della frusta risuonava nella stanza, confondendosi con i lamenti sconnessi che uscivano dalla gola di Kristina; dopo una ventina di colpi, i seni erano ormai rossi, e solo una molletta sembrava stesse per staccarsi: da gentiluomo qual era, decise di porre fine alla sofferenza del capezzolo sinistro, dando un colpo forte e preciso in corrispondenza della mollettina, facendola staccare. Si concentrò allora sulla destra, e dopo altri 4 colpi ben assestati anche la seconda molletta cadde a terra.
Kristina aveva le lacrime agli occhi, il viso sfigurato dal dolore, le tettone rosse come il fuoco e doloranti; i capezzoli, anch’essi infuocati, erano rimasti duri e segnati dai solchi dei dentini. Lorenzo soddisfatto si inginocchiò davanti alla sua ragazza, liberandola dal ring gag e dal collare in cuoio che le teneva ferme le mani, dopodiché la baciò appassionatamente e, dopo averla guardata per qualche istante negli occhi, iniziò a dedicarsi ai capezzoli indolenziti, baciandoli e leccandoli dolcemente. Kristina si dimenticò all’istante della crudeltà a cui era stata sottoposta poco prima e, con i capezzoli ancora supersensibili, si lasciò andare alla passione che quei baci le trasmettevano, sentendo un calore che la attraversava fino a farla bagnare abbondantemente.
Dopotutto non era stata una esperienza così negativa, anzi….. si trovò in un attimo al limite dell’orgasmo, non tanto provocato dalla lingua di Lorenzo sul suo seno, ma dall’idea di essere una troia senza limiti, un oggetto sessuale al completo servizio del suo uomo: e tutto questo la eccitava terribilmente.

CONTINUA…

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