Bimba e Sogno sono due amanti clandestini maturi che si sono trovati su un sito di incontri.
Poi si sono conosciuti e si sono piaciuti per come fanno l’amore insieme.
La loro condizione non gli consente di condividerlo quanto vorrebbero ed è un peccato perché vivono una complicità meravigliosa.
I racconti che seguono sono stati scritti da lui per lei nelle pause di attesa.
E in gran parte vissuti sulla pelle.
(Ci sono anche Pozzetta e Uilli: la prima è la trasposizione del famoso vasetto del miele in cui un Winnie Pooh ingordo tuffa la zampa, il secondo è l’emulo del miglior amico dell’uomo di un bellissimo fumetto di Gray Jolliffe)
P.s.: per contatti Maxvonpius@gmail.com
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Entri e mi trovi seduto sul letto, nella penombra, la schiena appoggiata alla testiera.
“Ciao Bimba, entra e chiudi la porta”
Mi guardi un pò sorpresa.
È forse la prima volta che non ti accolgo sulla porta.
Posi la borsa e resti in attesa, l’usuale sequenza è saltata e non sai come comportarti.
“Dai, spogliati …”
Inizi a toglierti la maglia …
“Ehi ! Piano, piano … sei qui per fare l’amore, non stai entrando in palestra”
Sorridi *allora è questo che vuoi*
La maglia ormai è andata, porti le mani alla vita e slacci il bottone dei jeans.
Fai scendere la lampo, appoggi le mani sui fianchi e lentamente le fai scivolare lungo le cosce.
Mentre ti pieghi la camicia risale scoprendo un sedere da urlo fasciato da un tanga di pizzo insufficiente ad arginarlo.
Ruoti la testa verso di me con uno sguardo malandrino che mi riattiva la circolazione sanguigna.
Abbandoni i jeans a terra, ti rialzi e ti giri verso di me.
La luce radente che filtra dalle tende tirate evidenzia i capezzoli ritti che premono quasi volessero bucare la tela leggera della camicetta bianca.
Non hai il reggiseno e sai che la cosa mi piace da impazzire.
Porti le mani ai lembi della camicia e attacchi il primo bottoncino della fila.
Già al secondo la scollatura evidenzia il solco tra i seni.
Hai quasi le mani sul terzo ma ti fermi, mi guardi negli occhi, prendi entrambi i seni con le mani e inizi a massaggiarli.
Cerco di stare tranquillo ma è difficile resistere all’impulso di saltarti addosso.
Vai avanti per un tempo infinito, ti pizzichi i capezzoli turgidi, mi stai sfidando.
Ti avvicini al letto e ti sporgi per darmi un bacio sussurrando “ciao Sogno”. Ti giri e ti allontani nuovamente sentendo il mio sguardo sul tuo sedere. Ti pieghi sulle ginocchia fingendo di sistemare le scarpe.
Slacci i bottoni rimasti, accenni a togliere la camicetta ma prima di aprirla ti giri dandomi le spalle.
Inizi a farla scendere, prima scopri le spalle, poi la porti a mezza schiena, infine lasci che si appoggi ai tuoi floridi lombi.
E durante tutta questa operazione hai dimenato il fondoschiena mimando un’eccitante danza esotica.
Finora non ho aperto bocca, non ce n’era motivo.
Ma quando la camicetta scivola sul pavimento scoprendo il tuo culo incendiario strizzato nel tanga di pizzo, non riesco a trattenere un ruggito.
Ruoti lentamente il corpo e non capisco se è per celare il tuo sedere o per togliermi il fiato mostrandomi il tuo seno.
Le tette spiccano candide sul resto del corpo abbronzato.
I capezzoli turgidi svettano sulle areole rosa pallido che mi fissano come un secondo paio d’occhi.
Sai bene cosa mi stai facendo.
E lo stai facendo bene.
*Ora sono io che guido la danza*
In pochi minuti hai saputo ribaltare la posizione.
Ma lo spogliarello non è ancora terminato.
Ora ti avvicini a me.
E avvicinandoti ti accorgi che non sono vestito come pensavi ma ho solo boxer e maglietta.
Altra cosa inusuale visto che di solito ti spoglio o ti faccio spogliare mentre io sono ancora vestito.
Mi guardi negli occhi.
Ora hai come la sensazione di aver seguito passo passo un copione già scritto senza rendertene conto.
Vieni ancora più vicino.
Ti fermi davanti a me.
Il corpo quasi completamente nudo concentra tutta la mia attenzione.
Le tette orgogliosamente esposte sormontate dai capezzoli turgidi.
Sei eccitata … come me.
Mi guardi negli occhi per un lungo istante.
Stai cercando di riprendere il controllo dell’azione ma sai bene che è una speranza vana.
Poi ti giri.
Il tuo magnifico culo, fasciato dal pizzo nero, è lì, a pochi centimetri da me, che invoca prendimi.
Ti pieghi lentamente, molto lentamente, lasciandomi il tempo di assaporare i glutei che si gonfiano, tendono le mutandine che inesorabilmente scivolano nella fessura finendo percoprire solamente la rosellina e la pozzetta.
Sei arrivata con le mani sulle caviglie.
Più di così non puoi scendere.
Indugio ancora un pò ad osservarti, tenendoti in sospeso in questa evidente richiesta di intervento.
Finalmente mi avvicino, ti appoggio le mani sul sedere, la pelle è tesa sulla carne morbida e calda.
Aggancio le mutandine con le dita e inizio a farle scendere.
Lentamente, molto lentamente.
Quando arrivo allo stacco delle cosce mi fermo, avvicino il viso e aspiro a fondo il tuo odore di femmina.
Ti schiaffeggio una natica.
Per un attimo sembra che tu voglia protestare.
Invece taci, in attesa.
Colpisco anche l’altra.
E ti sfugge un sospiro.
Il tuo sedere prende in poco tempo un adorabile colore rosato con evidenti i segni delle mie dita.
Riprendo l’elastico delle mutandine e faccio scorrere le mani giù per le cosce portandole alle caviglie.
Alzi i piedi uno alla volta per aiutarmi a sfilartele.
Le cosce sono appaiate e strette ma i glutei, liberati dalle mutandine e a causa della posizione, si sono separati mettendo in vista la pozzetta gonfia di voglia, con le labbra aperte e turgide, lucide per gli umori.
Accenni a rialzarti ma io ti appoggio una mano sulla schiena premendo dolcemente.
Avvicino il viso al tuo sedere.
Appoggio le labbra sulle labbra.
Trattieni il fiato.
Ti passo la lingua sulla pozzetta raccogliendo i tuoi umori.
Divarico le labbra con le dita.
Continuo a lappare con insistenza la carne morbida.
Il tuo respiro accelera e non riesci a star ferma.
Quando sento che ti stai avvicinando all’orgasmo mi fermo.
Stai per protestare ma ti prendo per i fianchi e ti attiro a me.
Ti faccio sedermi in grembo.
Ti abbraccio e tu ti lasci andare contro il mio petto.
Le mie mani sono libere di percorrere il tuo corpo.
Ti metto le mani sulle tette e comincio a massaggiarle.
Ti bacio l’incavo tra collo e spalla.
Arroto i capezzoli fra pollice e indice fino a farli di nuovo inturgidire.
Faccio scendere le mani sulla pancia, la accarezzo, la stringo e ti stringo più vicina a me.
“Allarga le cosce, Bimba”
Prima raccogli le gambe, poi raddrizzi le ginocchia aprendo le cosce per quanto ti è possibile.
È una bella “V” aperta quella che contemplo sbirciando da sopra la tua spalla.
E in mezzo alla V spicca la pozzetta appena “rasata”, liscia e con le labbra sporgenti segno del godimento appena provato e da me proditoriamente interrotto sul più bello.
Le mani scivolano dalla pancia verso l’inguine, si avvicinano a sfiorare la pozzetta, mentre sento che il tuo corpo si abbandona e il respiro diventa più veloce.
Le dita conquistano la pozzetta, prendono le labbra e le allargano delicatamente ma con decisione.
Il tuo corpo si tende e dalla bocca esce un gemito di anticipazione.
Lentamente ti massaggio le labbra, prima dall’altro verso il basso fino a raggiungere e sfiorare la rosellina, poi in circolo intorno all’antro del piacere, poi sul bottoncino che è già proteso e scappucciato in attesa del mio tocco.
Lo prendo tra le dita, lo massaggio, lo arroto come poco fa ho fatto con i capezzoli, lo strizzo …
“Aaaaaanngggg … ssssssiiiìiii …”
Ti stai scaldando di nuovo.
Ti muovi sul mio grembo, forse per sentirmi di più, e uilli non resta insensibile a questo massaggio.
Lo senti che preme sui tuoi glutei in attesa che venga il suo tempo.
Ma le dita ti stanno penetrando sempre più e uilli resta momentaneamente sullo sfondo.
Indice e medio si sono immersi nell’antro del piacere e ne stanno stimolando le pareti più sensibili.
Il pollice si è posato sul bottoncino e sta roteando con sempre maggiore fervore.
L’altra mano ti sta massaggiando le tette strizzando a turno entrambi i capezzoli.
Stai godendoti le mie attenzioni ad occhi chiusi, la testa appoggiata nell’incavo della mia spalla.
Sul più bello, e per la seconda volta, interrompo la mia azione lasciandoti insoddisfatta ad un passo dall’orgasmo.
“Ma che cosa ti prend … ggghfff”
Non sei riuscita ad esplicitare la tua protesta perché come hai aperto la bocca te la sei trovata riempita da una pallina rigida che ti impedisce di parlare.
Te la allaccio dietro la nuca.
“Ggghfff …” niente da fare, fatica sprecata.
Sei bloccata dalla sorpresa … non hai neanche il tempo di metabolizzare che resti al buio.
Ti ho messo una benda sugli occhi privandoti di un secondo senso.
E appena tenti di reagire da dietro ti blocco le braccia.
Avvicino la bocca al tuo orecchio.
“Se fai la brava, e prometti di fare tutto quello che ti dirò, ti libero le braccia”
“Ggghfff …”
“È inutile che cerchi di parlare. Si o no, fai un cenno con la testa”
Lentamente annuisci.
Ti lascio andare le braccia.
“Metti davanti a te le mani aperte con i palmi rivolti verso l’alto”
“Adesso ti metterò in mano delle cose prese dal sacchetto rosso e voglio che tu le applichi sul tuo corpo”
“Dove e come lo capirai dall’oggetto e dalle mie indicazioni”
Annuisci un pò incerta.
“Queste sai bene dove mi piacciono”.
Ti ho messo in mano delle mollette da bucato di legno.
E sono quattro.
Ci pensi un attimo ma i dubbi svaniscono quando una mia mano copre la pozzetta.
“Ggghfff …”
“So che dici che sui capezzoli fanno male, vedi tu dove metterle”.
Rassegnata ne predi una e la metti su un capezzolo, poi la seconda sull’altro … ma, e queste due ?
Mentre le prime due cominciano a stringere hai un’intuizione … le togli e ne metti due per ogni areola ai lati dei capezzoli.
Cerchi di prendere un pò più di carne che così stringono di meno.
Viste da quassù le tue tette sono splendide.
Inconsciamente, per l’eccitazione ed il leggero dolore, le stai spingendo in fuori.
Su ognuna tremano due mollette che evidenziano i capezzoli turgidi e li fanno risultare ancor più gonfi.
E adesso cominciano anche ad essere bagnate dalla saliva che ti cola dalla bocca tenuta aperta dalla pallina.
Ansimi e il tuo seno si alza e si abbassa sempre più velocemente.
Se ti potessi vedere …
“Le mani …”
È la volta del dildo di silicone.
Tolgo la mano dalla pozzetta e non servono altre parole.
La pozzetta ormai è fradicia e sta colando umori sui miei boxer.
Avvicini la punta all’apertura, la strofini sul bottoncino che da un pò non riceve attenzioni.
Adesso spingi piano, vuoi sentirlo entrare tutto.
E lentamente entra tutto.
Arriva in fondo e preme sulla cervice.
Complice anche la posizione ti senti completamente riempita.
Ti fermi per godertelo bene, piantato com’è dentro di te.
Poi lo tiri fuori piano finché resta dentro solo la punta, ti giri verso di me, mi sorridi come se tu potessi vedermi, e torni a spingerlo dentro di te.
E poi fuori … e poi dentro di nuovo … fuori … e dentro … fuori e dentro … fuoriedentro … sempre più veloce … sempre di più …
Hai smesso di sorridere, la bocca, per quanto possibile, ora è aperta alla ricerca dell’aria che i polmoni pretendono.
Le tette ondeggiano avanti e indietro, le mollette vibrano continuando a mordere la carne delicata.
Il dolore è sparito soppiantato dal piacere o forse il centro della tensione si è spostato sulla pozzetta e i capezzoli sono in periferia.
Le tette sono inondate di saliva che cola giù per la pancia fino alla pozzetta.
Bagnato si somma a bagnato.
Sei di nuovo vicina a godere.
Avvicino le mie mani alla pozzetta, prendo le tue e le accompagno nel movimento.
Dopo un attimo te le stacco dal dildo e le blocco sui tuoi fianchi.
Il dildo scivola fuori dalla pozzetta.
“Ggghfff … ggghfff … nnnfff …”
Stavolta sei proprio arrabbiata.
“Alza un pò il sedere Bimba”.
“Nnnfff … ggghfff” protesti ma alla fine fai quello che ti ho detto.
Ti prendo le mani e le infilo tra le tue e le mie cosce, poi ti faccio scendere per bloccarle.
Potresti tentare di liberarti ma non ne hai la forza, e forse neanche la voglia.
Ti tolgo la benda dagli occhi.
Sbatti le palpebre alla luce, poi ti giri e mi guardi, hai gli occhi appannati dal godimento che il tuo corpo sta subendo, a ondate interrotte vicino al culmine, da quando sei entrata.
Fai per baciarmi ma la cosa ti è impedita dalla pallina che ti occupa la bocca.
Mi guardi di nuovo, nei tuoi occhi una muta richiesta.
Ti slaccio la cinghia sulla nuca e ti libero dalla costrizione.
Sostituisco la mia lingua alla pallina dandoti un bacio profondo e passionale.
Le bocche si staccano.
Abbassi lo sguardo sul tuo corpo bloccato in quella posizione.
Ti poso le mani sulla pancia, raccolgo un pò della saliva che ti sta scendendo dal petto, la porto sui capezzoli, li bagno e li accarezzo.
Sono sensibilissimi, sospiri e mugoli al contatto.
Urto le mollette e tu sobbalzi.
Porto una mano alla pozzetta fradicia, prendo il dildo e te lo appoggio di nuovo sull’apertura.
Ti giri verso di me, mi guardi e mi baci.
Spingo il dildo nella pozzetta.
Il tuo bacio si fa più profondo e il tuo respiro più affannoso.
Di nuovo il dildo va su e giù, entra ed esce dalla pozzetta.
Le tue mani sono sempre bloccate.
Sentirti così, in balia delle mie voglie e fantasie ti eccita un sacco.
Ormai ansimi rumorosamente, hai richiuso gli occhi e ti godi le carezze con la testa abbandonata sulla mia spalla.
Poi cogli qualcosa di nuovo.
Una vibrazione …
Appoggio moka su uno dei tuoi capezzoli gonfi e sensibili, braccati dalle mollette.
La vibrazione si riverbera in tutto il tuo corpo, sui capezzoli sollecitati a turno, sulla pozzetta in cui il dildo sta scavando con insistenza martellante, nel tuo cervello che fatica a gestire le endorfine da cui è inondato.
Moka fa fremere i capezzoli e fa vibrare le mollette che li stringono in un crescendo di sensazioni devastanti.
E quando vedo che stai per scoppiare lo sposto verso il basso. appoggiandolo sul bottoncino congestionato.
Il tuo orgasmo deflagra di colpo.
Le mollette sulle tette, il dildo affondato nella pozzetta e moka a stimolare il bottoncino sono un insieme esplosivo.
Sprofondi in un godimento travolgente che ti lascia senza fiato.
Ti lascio il tempo per assaporare le sensazioni e riprenderti.
Intanto ti tolgo le mollette e faccio uscire il dildo.
Con le mani ti massaggio le tette gonfie e segnate dalle mollette.
“Mmmmmm …”
Poi una scende a coprire la pozzetta.
La ritraggo fradicia dei tuoi succhi e me la porto alla bocca leccandoli avidamente.
Poco a poco il respiro rallenta e le tette smettono di sollevarsi freneticamente.
Il tuo corpo è ancora appoggiato contro il mio, le membra abbandonate, gli occhi chiusi.
Riporto la mano sulla pozzetta.
È calda e bagnata, uno spazio vuoto e palpitante fra le tue belle cosce divaricate.
Continuo a guardarti da sopra la spalla.
Curve morbide di carne accaldata incrociano le linee in un disegno di chiaroscuri.
Un velo di sudore ricopre la pelle ammorbidita dal godimento.
Pian piano mi tornano in mente le immagini di questo stesso corpo contratto ed agitato per la tensione generata dalle mie azioni.
Torna prepotente la voglia di averti, di farti godere, di vederti e sentirti provare piacere di cui sono io l’artefice.
Ti faccio piegare le gambe, poi ti prendo sotto le ascelle, ti sollevo e ti spingo in avanti.
Sei ancora un pò passiva nelle reazioni.
Guido i tuoi movimenti finché riesco a metterti come voglio, sempre appoggiata a me, ma ora sei in ginocchio.
Adesso scivolo dietro le tue spalle, fin sotto di te.
Mi passa davanti agli occhi tutta la tua schiena, arrivo ai lombi, ecco i glutei separati dalla rosellina corrucciata, fino a trovarmi davanti al viso la pozzetta ancora calda e bagnata con le labbra gonfie e aperte.
È uno spettacolo vederla così, sentirne gli effluvi, un piacere averla così vicina.
Ti prendo per i fianchi, affondo la faccia fra le cosce, passo la lingua sulle labbra e sul bottoncino, lecco e succhio, infilo la lingua a fondo fin dove arrivo.
È come ridare gas dopo un attimo di stallo, riprendi ad ansimare.
Ma stavolta sei meno “legata”, meno necessariamente concentrata su te stessa, gli occhi bene aperti.
Così reagisci all’ennesimo assalto, vuoi essere parte attiva dell’azione.
Pieghi il busto in avanti e ti chini fino ad appoggiare le mani all’altezza dei miei fianchi.
Le tue tette, ancora gocciolanti di saliva, si sporgono a sfiorare la mia pancia.
Davanti ai tuoi occhi c’è uilli, finora trascurato ma partecipe, che si gode il tuo sguardo amorevole.
Ti abbassi col viso a sfiorarne la punta con le labbra, lo percorri per tutta la lunghezza, torni sulla punta, la prendi in bocca, la titilli con la lingua.
Cerchi di stare concentrata su questo impegno ma non è facile perché io continuo a grufolare nella pozzetta stillante.
E visto che hai cambiato posizione ti ho anche preso in mano le tette alternando massaggi e strizzate di capezzoli.
Nel tentativo di prendere il comando delle operazioni ti abbassi decisamente e imbocchi tutto uilli in un colpo solo.
E mi strappi un ruggito.
Ti metti a leccarlo e succhiarlo con foga, uilli reagisce crescendo nella tua bocca e diventando sempre più duro.
Anche la pozzetta si sta scaldando a dovere e tu ti agiti sulla mia bocca.
Siamo allacciati in questo fantastico 69 e ormai entrambi vicini all’orgasmo.
Quando ti rendi conto che sto per venire fai uscire uilli dalla tua bocca, ti giri velocemente e ti siedi di colpo su di lui.
Uilli sente il calore della pozzetta bagnata ed ha un sussulto piantandosi fino in fondo.
Fai in tempo a cavalcarmi per un pò prima che venga dentro di te.
E nell’esatto momento in cui uilli si irrigidisce nell’atto di venire anche la pozzetta si scioglie squirtando sul mio inguine.
Nel momento del culmine mi hai abbracciato stretto e mi hai dato un bacio tremante e quasi violento a cui ho risposto con entusiasmo.
Restiamo così allacciati e madidi di sudore ed umori per un tempo lunghissimo.
Poi tu stacchi la bocca dalla mia, allontani un pò il viso e mi guardi negli occhi con un sorriso che mi scioglie dentro.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...