Giorni di novembre pieni di pioggia, la radio parla di meteo nefasto per tutta la settimana, è passato un mese dalle ultime vacanze e ho già nostalgia, il Sud il sole i palazzi barocchi, le case piccole e bianche la gente seduta nei giardini a tarda sera, adesso tutto è nel cartellino timbrato all’ingresso in ufficio, il bar interno le facce di sempre, simpatiche ma stanche loro stesse di vedere la mia, la mia faccia dico così pallida e uguale davanti allo specchio mentre sono uguali anche i giorni, le settimane il giro di valzer delle ricorrenze. Un compleanno una collega ha la sua festa, un’altra poi qualche ex compagno di scuola, un sms ‘auguri di cuore’ l’autobus che sta arrivando, in biblioteca libri di Bukowski ‘il buon vecchio Charles’ dicono i risvolti di copertina o anche ‘buon vecchio Henry’, omaggio a Chinasky eh sì, un alter ego che non tradisce mai, ‘affittasi monolocale’ ma c’è sempre una fregatura sotto, il prezzo (più di 600 euro spese comprese non posso permettermi, perché qui gli affitti sono così cari rispetto alle altre città?), la posizione o qualunque altro accidenti, sempre una storia che è sul punto di cambiare e poi resta se stessa.
Intanto sui giornali gli annunci sono tanti, ‘offresi lavoro’ ma ce l’ho un lavoro, per fortuna ce l’ho voglio una casa, vivo con i miei voglio una casa, vado d’accordo con loro ma a quasi 37 anni è più che tempo, voglio una casa e’e forse leggendo voglio anche una donna, ‘bella ragazza’ e non parliamo del web mamma quanti annunci, quanta vita tra i libri delle biblioteche tra Bukowski e guide di viaggio ma anche il sito di incontri non scherza, e proviamo ad andare almeno una volta mentre’sì, mentre mi chiedo tutte queste cose arriva il mio di compleanno, 37 anni i colleghi mi invitano al bar a sorpresa, che bello un buono per la libreria sono davvero felice, io sono una specie di orso dotato di parola scrivo poesie ma tendo a fuggire dalla gente, oggi però è così diverso parlo di Euripide appena visto a teatro, di ricordi di scuola e tutto è così libero, come il sole che a tratti sembra vincere le previsioni mentre i giornali parlano già dei mercatini di Natale, eppure siamo al 12 novembre’Quanto tempo che fugge via, penso mentre torno verso casa e penso ‘no, non posso chiamare oggi’ tanto ci sarà anche domani in quell’appartamento appena fuori dal centro, chissà se è davvero come nella foto, così bella voglio dire, gli autobus la gente che cammina studenti che ridono bambini accanto alle madri, uomini d’affari chissà se anche loro guardano certi siti, o magari peggio li finanziano e io sto qui a chiedermi se faccio bene o no andarci, chissà se Carla è davvero così bella. Poi arriva uno sciopero, stanno rovinando tutto tra tagli ed esuberi, licenziamenti e fine di falsi privilegi, solo di quelli falsi però perché quelli veri restano, vedi auto blu e proprio il giorno prima dello sciopero provo a chiamare di nuovo, è tempo perché sono giorni che ne ho voglia, perché è più di un mese che sono tornato perché non trovo una casa perché c’è scritto che bacia in bocca e ho bisogno d’amore. Via Cavour lo so dov’è ma non ho il coraggio di andare subito, entro in un bar penso ‘prendo una cioccolata’, sono le 18,15 sulla porta vedo l’orario chiude alle 18, 30, un caffè in piedi ancora in piedi, ancora in forse ancora in bilico sul tempo, quando esco provo a chiamare e sento una voce ‘segreteria del numero 331”, niente da fare il tempo non si compie, ultima beffa e dentro penso alla donna di Budapest, così bella così lontana, lavorava in un lap dance speravo di poterla amare, torno a casa e butto giù qualche verso, non mi piace ma le immagini non sono da buttare e tutto diventa una prosa mista a poesia, una bella nota per Facebook Questo tempo così crepuscolare, questo vibrare d’ogni suono come un’eco che rinnova il silenzio, questo buio appena libero di pioggia questo guardarsi dentro tra le vetrine ed i lampioni, questi giorni così strani che scivolano via come fossero già ricordi, un passo più rapido per non perdere l’autobus uno squillo del cellulare l’occhiata all’orologio è già tardi, una cioccolata ma il bar stava chiudendo e allora un caffè in piedi sono qui dentro una storia che non si muove, lo vedi sono qui che cerco un tempo che non c’è, che non ho mentre si chiudono i portoni, le navi già partite da ogni porto, la lampada nella stanza tu delusa, mi scrivevi allora, forse ci speravi o almeno ci credevi perdonami, non me n’ero accorto”Perché non mi hai chiamato dopo venerdì?’ e io così sorpreso, quasi stravolto dopo aver lottato per non fare il tuo numero, il tuo viso così sorridente le luci soffuse, il locale pieno di gente ‘spero di vederti presto’ poi altre sere ed altra storia, senza più vederti solo sms e infine il mio messaggio finale, ti ho chiesto di non cercarmi ‘mi vuoi bene solo a parole non ti disturbo più, non preoccuparti’ sarà che in questi giorni penso a Budapest, sfoglio guide di Bruges ‘città romantica, meglio se ci andate in coppia’ e tu non ci sei’sarà che si fa tardi lo dice il calendario lo specchio un po’ appannato, il mio passo sempre uguale la mania di cambiare qualcosa ogni tanto, fare foto spostare libri fare una specie di inventario, sarà che semplicemente avevo voglia di pensarti, sarà che forse anche solo improvvisare parole è un po’ come chiamarti amore, è un po’ come ricordarti ecco adesso anche un bell’omaggio sentimentale è fatto, siamo qui dentro un film che non ha trama non sa inventare scene, e il giorno dopo chiamo Sofia un altro annuncio, sorpresa è nello stesso indirizzo di Carla, e perché non provare? Ci provo il giorno dopo, arrivo lì vicino due uomini stanno aprendo il portone del palazzo, le scrivo un sms non mi risponde, Se sei libera mi fai uno squillo? Grazie ma non risponde, ma è che poco prima ho provato a chiamarla e mi ha detto il prezzo, credevo 2-300 Euro invece ha detto 100, e in quel momento mi sono sentito tirare sotto, sì in mezzo alle gambe non c’è un altro modo per dirlo, per questo prendo ancora tempo no voglio chiudere tutto, dopo un po’ (mezz’ora direi) la chiamo Sei libera?, Sì amore adesso sì è il momento, salgo. Dio com’è bella, così sorridente non fosse una prostituta la inviterei a cena, lo farei anche così ma non posso, so che non accetterebbe, mi dice di spogliarmi intanto lei si prepara quando torna è nuda, viene sul letto sorride, che seni stupendi mi mette il preservativo, sorridendo mi accarezza il corpo, abbassa il viso e sì, inizia a succhiare, ha un buon ritmo inizio a pensare ad altro per non venire mentre lei con molta calma prosegue il suo regalo, sì l’ho pagata ma è un regalo lo stesso, poi si solleva siede sui talloni e lentamente mi guida dentro di sé, sapessi quanto tempo era che ne avevo bisogno e intanto spingo, passano dei minuti non so, non conta se tanti o pochi lei è più veloce, sempre più veloce mentre non smettiamo di sorridere e godere, sto vivendo finalmente al di là delle notizie economiche e della fine del tempo, è un tempo che non si compie ma almeno qualcosa si sta compiendo, qualche bacio a fior di labbra un muoversi continuo, insieme dentro un respiro sempre più corto e insieme più pieno, più consapevole di sé, ed è lei che mi sorride anche quando tutto finisce, è lei che mi accarezza ancora qualche istante mi vesto subito dico, tranquillo tesoro che bella penso, mi dice che è di Barcellona, sono stato a Madrid mi dice che la gente non è così simpatica né a Madrid né a Barcellona, tu però sei simpaticissima dice che dipende dalle persone, pensavo di andare a Siviglia Siviglia è ok, la gente lì è simpatica mi assicura, un abbraccio prima di uscire fuori è buio, 18.03 in tutto una ventina di minuti, avevo bisogno di questo penso, poi in libreria a spendere il buono regalato dai colleghi, ecco un bel libro sull’Europa, è del Touring e poi? ecco, e poi un libro di Simenon, un belga illustre anche se a vent’anni è scappato in Francia, tutto in tema con l’Europa.
Ieri ho provato a guardare il sito degli annunci, c’è di nuovo Carla ma c’è ancora anche l’annuncio di Sofia, oggi ho chiamato Carla è in via Cavour, chissà magari proverò ad andarci, magari le trovo insieme e magari darò a Sofia, regalo di un italiano che ama, la poesia scritta per lei due giorni fa, pensando alla musica gitana ed ai tablao, a Neruda e Garcia Lorca, pensando alla Spagna ed alla vita così ricca di scene, pensando a Sofia così bella subito dopo averla lasciata:
Musica d’albe
Ah la tua bocca amore,
così tenera e attenta
e splendida e fatale, dono di bacio assorto,
fonte prima di vita e di delizia
cui bere indefinitamente:
ah questo fuoco amore,
luce mobile e intensa
libera d’ardore, nel canto più roco
d’una voce mai assente, già desidera,
musica d’albe il tempo incandescente.
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…