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Racconti Erotici Etero

Oltre le apparenze

By 12 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Rainy days, cold nights to remember
Who will I find to stay forever
A life without you, no dreams will come true,
Won’t be fooled just like a pretender

Axel Rudi Pell

Laura non si stava divertendo molto quella notte.
La sera era cominciata in modo piacevole, si era lasciata coinvolgere da Jessica a partecipare ella festa di laurea di alcuni suoi amici. Aveva apprezzato il buffet e in particolar modo i primi drink; poi, però, a poco a poco si era resa conto di divertirsi sempre di meno.
Tanto per cominciare Jessica l’aveva abbandonata dopo poco più di un’ora, probabilmente in compagnia di uno di quei suoi amici non del tutto privi di attrattiva.
Ora era semplicemente sola circondata da sconosciuti con cui non era sicura di voler avere niente a che fare. Di tanto in tanto qualcuno le si avvicinava con il palese tentativo di fare colpo. I risultati erano sempre patetici e cominciava a trovarli irritanti.
Così si era ritrovata seduta in un angolo senza divertirsi affatto, valutando i pro e i contro di cominciare con gli alcolici.

Si era quindi decisa ad ordinare un cuba libre, e quando era tornata al suo angolino si è stupita di trovare un’altra persona proprio accanto al posto che aveva lasciato.
Era un ragazzo moro, con occhi scuri contornati da un paio di occhiali. La sedia che occupava era una carrozzina e sembravo non riuscire a divertirsi molto più di lei.

‘Ciao. Io sono Laura e tu?’ lo saluta sedendosi accanto a lui.
Lui sembra sorpreso e rimane un po’ incerto prima di presentarsi.
‘C.. ciao. Michele’
Segue un imbarazzante silenzio. O almeno quello che sarebbe un imbarazzante silenzio senza la musica e gli schiamazzi provenienti dall’altra parte del locale.
‘Bella festa eh?’
‘Già’ risponde lui non troppo convinto, poi aggiunge ‘è mio cugino’ si è laureato ieri”
‘Buon per lui.’ Risponde Laura finendo di vuotare il bicchiere.
Di nuovo una pausa imbarazzante che Laura decide di interrompere alzandosi.
‘Ho bisogno di una boccata d’aria. Mi accompagni?’
Michele arrossisce di nuovo incapace di nascondere il proprio disagio.
‘Qualcosa non va?’ gli chiede preoccupata di aver detto qualcosa di sbagliato.
‘n.. no.. ecco’ non posso’
‘Perché?’
In risposta si limita a indicare la carrozzina.
‘Sì l’ho vista già prima’ e senza attendere che le risponda comincia a spingerlo verso l’uscita.

Una volta fuori dal locale parlano di un po’ di tutto, a dire il vero è soprattutto lei a parlare. Lui è rapito dalla sua voce, dalla sua risata brillante, dai suoi lunghi capelli scuri. Si chiede come sia possibile che una cosa così bella sia capitata proprio a lui.
è stupito dal fatto che lei non sembri affatto a disagio di fronte a un disabile, che sia veramente interessata a lui e non a quello che lo costringe su una sedia a rotelle. Nessuna frase fatta, nessun ‘mi dispiace’, nessun compatimento.

Preso da quel così piacevole incontro le ore passano in un lampo.
‘è davvero tardi devo tornare a casa’
‘Ehi! aspetta ci vai da solo?’
‘Non è lontano’ sospira rassegnato a quella che ormai è un’abitudine.
‘Allora ti accompagno’ e senza voler sentir ragioni comincia a spingere la carrozzina sul marciapiede.
Sono a metà strada quando li sorprende la pioggia. Percorrono gli ultimi 100 metri a tutta velocità e lei ride. Le sua risata argentea lo contagia e per la prima volta dopo un tempo lunghissimo anche lui scoppia in una risata autentica.

Entrano nell’appartamento di Michele per asciugarsi.
Il cellulare di Laura suona; è Jessica.
‘Pronto ciao’ come? E io come faccio? Oh ma va al diavolo!’ e riattacca decisamente contrariata.
‘Qualcosa non va?’
‘A quanto pare dovrò andare a casa a piedi. La mia amica ora è in dolce compagnia e ha pensato bene di scaricarmi.’ Risponde lei sforzandosi di non aggiungere aggettivi volgari.
‘Potresti rimanere qui’ le parole gli escono dalla bocca senza rendersene nemmeno conto.
Segue un silenzio che pare non finire mai, si chiede se lei possa sentire il suo cuore battergli in petto impazzito. Alla fine lei risponde con un mezzo sorriso imbarazzato.
‘Sei gentile grazie’ ma non ti devi disturbare”
‘ma no’ nessun disturbo’ dai vieni’ e si fa seguire nella camera da letto.
La stanza non è molto grande ma sobria e accogliente. Gran parte dello spazio è occupato da un letto matrimoniale. Laura ringrazia ma quando Michele annuncia che dormirà sul divano non vuole sentire ragioni e insiste affinché non lo convince a lasciare a lei il divano.


Si trova al liceo.
L’aula è deserta a parte lui, Irene, per cui ha una cotta inconfessabile, e altre due ragazze che non ricorda di aver visto.
Irene è seduta sulla cattedra proprio di fronte a lui con le gambe aperte. Non riesce a fare a meno di guardarla e intravedere le mutandine. Cerca di muoversi ma si accorge che non può, è legato alla carrozzina sotto il loro sguardo divertito.
Mentre una delle due ragazze comincia a sbottonargli i pantaloni Irene resta immobile a fissarlo con un ghigno che gli fa paura. Finalmente riescono a slacciare completamente liberando la sua erezione.
Le tre ragazze scoppiano in una risata e il suo imbarazzo diventa orrore. Prova ad urlare ma non riesce.
Le risate cominciano a diventare vaghe, come un rumore di fondo, che poco per volta si trasforma in una voce femminile che lo chiama.

Quando si sveglia impiega qualche secondo a orientarsi. La voce che lo sta chiamando appartiene alla ragazza che ora era inginocchiata al fianco del letto. Quella ragazza incredibile che è entrata nella sua vita da poche ore stravolgendola.
‘Un brutto sogno?’
‘Sì’ risponde ‘una specie’
La luce che arriva dall’altra stanza gli permette di scorgere solo la sua sagoma. Si rende conto solo ora che le sta stingendo una mano e imbarazzato molla la presa.
‘Vuoi che resti con te?’ gli chiede in un sussurro.
Lui non sa cosa rispondere, è disorientato e affascinato da quella ragazza. La vorrebbe vicina ma allo stesso tempo si chiede se si meriti una cosa così bella.
Preso da quei pensieri rimane sgomento nell’accorgersi che si è infilata sotto le coperte accanto a lui. Lui si ritrae avvampando di vergogna perché indossa solo gli slip, il cuore perde un colpo quando avverte il calore del suo corpo vicino. Senza volerlo le sfiora un seno e si accorge che è nuda.
‘s’scusa’ io non” comincia balbettare in preda al panico. Ma si zittisce quando lei lo colpisce al centro della fronte con l’indice. Il dito scende sfiorandolo lungo il naso, gli da il un colpetto sulla punta e atterra sulle sua labbra.
‘sshhh Tranquillo va tutto bene’

Il dito lo abbandona e viene sostituito da qualcosa di incredibilmente morbido e piacevolmente infuocato. Ci fu un attimo di indecisione poi le loro labbra si schiudono e Michele si sentì perso. Era come se fosse sospeso nel tempo trasportato da un fiume di sensazioni intense e incredibili.
Le sue labbra lo abbandonarono in un ‘Ahi’ sommesso. Si rese conto che le stava afferrando un seno e subito mollò la presa.
‘No va bene’ gli sussurrò lei riportando la mano dov’era ‘solo fai piano.’
E di nuovo lo baciò questa volta in un bacio fugace mentre lui accarezzava delicatamente quella magnifica rotondità. Esitò un attimo poi raccolse un po’ di coraggio e provò a palparla con tutta la mano. Cominciò ad esplorare anche l’altro seno soppesandoli, accarezzandoli e stringendoli lievemente. Temeva un rifiuto e invece le si fa più vicino per sfiorargli di nuovo la bacca con le labbra.
Sente la sua mano accarezzargli una guancia in un modo quasi materno. La sente salire per infilarsi tra i suoi capelli ricci e scendere sulla nuca poi giù lungo la schiena. Poi si sente tirare in avanti verso di lei mentre gli abbassa le mutande anche se con un po’ di fatica. Combatte l’istinto di allontanarla da ciò che ha più intimo.

Sa che cosa dovrebbe succedere adesso ma non succede. Quello che sente raccontare con tanta naturalezza dai suoi amici a lui è preclusa da una barriera che solo con difficoltà riesce a superare.
Non riesce più a trattenersi e scoppia piangere amaramente odiandosi.
‘ehi ehi’ che c’è cucciolo?’ la dolce preoccupazione nella sua voce gli spezza il cuore.
‘non posso non posso’ comincia a ripetere tra i singhiozzi.
Lei lo stringe forte dondolandolo leggermente tra le braccia.
‘sshhh va tutto bene. Non ti preoccupare va tutto bene.’
Senza smettere di accarezzarlo si porta la testa sul petto lasciando che sfoghi le sue lacrime ascoltando il battito del suo cuore.

Michele non avrebbe più saputo dire cosa era sogno e cosa era reale.
Lei le sta camminando al suo fianco, con stupore si accorge che anche lui riesce a camminare e proprio in quel momento la terra scompare e ha l’impressione di cadere verso l’alto.
è tutto buio il panico lo invade trovandosi solo, cerca di muoversi ma ci riesce con estrema difficoltà. Finalmente ci riesce, quando la ritrova al suo fianco il suo calore lo rassicura.

Sente i suoi capelli scivolargli tra le dita mentre lei comincia ad accarezzarlo dietro la nuca. Nel buio comincia ad esplorare la pelle liscia e setosa della sua schiena, delle sue braccia e dei suoi seni. Lei lo avvicina stringendolo a se baciandolo sul collo.
Prima di capire cosa sta facendo Michele ricambia il gesto sfiorandole un capezzolo con le labbra succhiando leggermente.
Lei geme ma invece di fermarlo lo stringe ancora più stretto.
Fa scivolare la mano più in basso fino all’ombelico e oltre fino al ciuffetto di peli. Esita un attimo prima di scendere ancora finché le dita scivolano nella sua fessura trovandola calda e umida, aperta per lui.

Laura si strinse a lui allungando la mano destra sul suo pene, stringendoglielo. Con la sinistra gli accarezza dolcemente i testicoli.
Si rese conto di avere un’erezione, un’erezione pulsante e quasi dolorosa.

Michele si sente girare supino nel letto. La sente muoversi per allontanare le lenzuola e gli fu sopra. Le sue cosce lo tenevano saldamente ai fianchi, mentre lei lo guidava dentro di sé calandosi su di lui lentamente.

‘Sei sicura?’ le chiese lui nel buio.
Lei non risponde.

Comincia a cavalcarlo con morbidi movimenti lenti e fluidi, via via sempre più decisi e veloci.
Si abbassa e lo bacia con passione, con una profondità e un abbandono tali che Michele fu sul punto di venire. Lo abbracciò facendogli sentire i capezzoli duri, spingendolo sempre più dentro di sé cercando ogni volta il contatto con la cervice.

Si abbandona all’orgasmo continuando a cavalcarlo, nella speranza che non arrivi al culmine, che non finisca mai.

Michele si chiese se avrebbe dovuto dire qualcosa, provò a parlare ma si sentiva travolto dalle ondate di piacere. Ogni volta che cercava di tornare in sé affondava sempre di più in quel turbinio di sensazioni.

‘Lasciati andare’ gli disse con un sordo gemito.
E lui viene sentendo ogni parte del suo corpo sciogliersi. Di nuovo sentì le sue labbra posarsi sulle sue in un ultimo, tenero bacio.

Poi non sentì più nulla, travolto da un sonno senza sogni.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche e suggerimenti.

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