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Racconti Erotici Etero

l’odore

By 7 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

L’odore…

Questa storia straordinaria quanto vera &egrave accaduta nell’estate del 2004 in seguito ad un incidente stradale da me subito, uno schianto frontale che mi causò la frattura scomposta dei polsi con relativo intervento chirurgico ad uno dei due e gessatura per entrambi. Il tutto perché al momento dell’impatto non ho avuto la freddezza di lasciare il volante e pensare che avevo fatto anche un corso di guida sicura, ma in certe situazioni…Comunque fortunatamente l’airbag e le cinture hanno fatto il loro dovere senza altri gravi danni se non la frattura dei polsi.

Ma chi sono io? Mi chiamo.. bh&egrave diciamo Andrea, ho 30 anni, 27 all’epoca dei fatti, sposato con una bellissima donna, un figlio di 6 anni, un cane , ecc..
Ma sono sicuro che non &egrave questo che vi interessa e non interessa neanche me raccontarvi, ma veniamo ai fatti.
Dopo l’incidente quando fui dimesso dall’ospedale dovetti subire molti disagi e venire a patti con la mia indipendenza e la mia dignità messa a dura prova dal fatto che come potete immaginare non potevo usare le mani. Provate a pensare, non riuscivo a fare niente: mangiare, vestirmi, spogliarmi, andare in bagno….. insomma ero dipendente in tutto e per tutto da mia moglie che devo dire mi accudiva con estrema dolcezza ma la cosa era davvero deprimente. Cercavo comunque di farmi forza ed ero abbastanza sereno fino al giorno in cui mia moglie mi diede la brutta notizia: ‘Senti Andrea non so come dirtelo’ con un’aria che non preannunciava niente di buono, ‘Io… insomma mi hanno fatto una proposta al lavoro che sarebbe molto utile per la mia carriera, &egrave un occasione che non so quando si ripeterà e se si ripeterà…&egrave che proprio adesso, comunque devo parlatene e poi decideremo insieme’ in poche parole era l’occasione che aspettava da tempo, ed era una bellissima notizia, in condizioni normali, ma nelle mie condizioni. Tutto il problema era che doveva stare fuori casa per una settimana, il mondo era diventato ad un tratto ostile, io, solo per una settimana, non volevo neppure pensarci. Lei capiva benissimo il mio disagio e ad un certo punto mi disse che avrebbe rinunciato. Si e poi, tutta la vita a pensare al se avessi…. no, dovevamo trovare una soluzione ma quale. Inizialmente pensammo ad una colf o ad una assistente provvisoria ma io non me la sentivo, poi a lei venne la brillante idea ‘senti perché non chiamiamo mia madre’ ‘ tua madre??? ma dico sei uscita di senno? Ma ti rendi conto della situazione imbarazzante che si verrebbe a creare? No lo escludo’ ‘aspetta non essere precipitoso e ascolta, per prima cosa lei non deve per forza spogliarti o aiutarti a lavarti…voglio dire non morirai mica se non ti lavi per una settimana.. quando ti avrà aiutato a mangiare..’ ‘si e per andare in bagno che faccio chiamo i pompieri?’ ‘ no senti, ti metti la tuta, io gli tolgo l’elastico in vita e ti cucio sopra un paio di bretelle in questo modo dovresti riuscire a….’ insomma così andò, facemmo delle prove ed io fui rincuorato dal fatto che in fondo potevo sopravvivere a patto di sacrificare un po’ di igiene intima. Il temuto giorno arrivò, Lei partì e mia suocera si stabili in casa mia.

Inizialmente regnava una situazione alquanto tesa ed imbarazzante, da parte mia dovuta alle evidenti condizioni di dipendenza e da parte sua da una non precisata identità del suo ruolo non abituale e penso, di quali sarebbero state le sue mansioni. Mia suocera &egrave una donna che ha passato i cinquanta da qualche tempo, da quando suo marito l’ha lasciata per una ragazzetta molto più giovane di lei era caduta in uno stato di depressione molto profondo, non si curava molto nell’aspetto, non usciva, in poche parole essendo stata lasciata dal marito e poi anche da sua figlia essendosi sposata con me, viveva sola e così voleva vivere fino alla fine dei suoi giorni e a nulla erano valsi i nostri tentativi di aiutarla. Ora suo malgrado doveva di nuovo accudire qualcuno e almeno inizialmente la cosa non sembrava piacergli, come del resto a me, ma per il bene di sua figlia, che era comunque la cosa a cui teneva di più al mondo, non pote sottrarsi alla vicenda.
Era mattina quando mia moglie parti, la mattina caldissima e afosa in un giorno di luglio e dopo qualche ora arrivo mia suocera. La sua entrata in casa era stata discreta, come lo era lei, dopo i soliti convenevoli e dopo che era caduto un terrificante imbarazzo con un sospiro disse ‘bene, ci siamo, sembra che dovremmo cavarcela in qualche modo, spero che sia meno difficile di quello che sembra, se hai bisogno di qualche cosa non esitare a chiedermelo, io intanto vado nella camera degli ospiti a sistemare le mie cose e poi inizierò a preparare il pranzo’.

E cosi iniziò la giornata. Mia suocera, Giulia, i suoi capelli un tempo di un nero intenso portati a media lunghezza ora erano di un colore diverso opaco ravvivato da molti capelli bianchi che come intrusi prendevano sempre più possesso di quel nero ormai sbiadito. Ma non le stanno male anzi, fanno da contrasto con il suo volto che a differenza dei capelli sembra non aver risentito del passare del tempo, come se non avessero vissuto gli stessi anni quel contrasto era formidabile, la pelle del viso solcata appena da poche rughe poco profonde e gli occhi di un verde smeraldo….stando dinnanzi a lei si aveva l’impressione di osservare la fusione tra due persone di epoche completamente diverse. Possedeva un corpo ancora bello o che per lo meno mostrava ancora un po’ di quel vigore che un tempo sicuramente possedeva. Con un metro e settanta di altezza aveva una linea rotonda e slanciata allo stesso tempo e a seconda delle posizioni e dalle espressioni che assumeva dava l’impressione di essere esile e flessibile come un giunco e allo stesso tempo ferma e solida come il granito, come una montagna che osserva tranquilla lo scorre del tempo. Anche se devo ammettere che i suoi occhi non erano più penetranti come quando la conobbi le prime volte, ora, a causa degli antidepressivi che assumeva erano più vuoti che altro, acquosi, liquidi e sfuggenti come se nel sostenere lo sguardo
con qualcuno venisse in qualche modo derubata del ricordo della propria gioventù e della propria bellezza e costretta a riflettersi nella realtà di una vecchiaia più che sentita nella propria carne percepita nello sguardo degli altri. Questo a grandi linee era quello che ci aveva detto il suo psicologo senza entrare troppo nei particolari era chiaro qua l’era la causa, dall’abbandono di suo marito per una donna più giovane l’aveva fatta invecchiata dentro più di quanto non lo fosse fuori e si sentiva appartenere ormai al passato e non più al presente che viveva con grande disagio.
Passarono due giorni abbastanza tranquilli, io avevo trovato la mia diciamo indipendenza, riuscivo a fare quasi tutto, certo non riuscivo a tagliare la carne ma una volta da lei tagliata riuscivo in qualche modo a mangiare, bevevo con la cannuccia, insomma cercavo di non essere troppo di peso. Questo fino alla sera del terzo giorno quando non potendone più del prurito che sentivo in mezzo alle gambe decisi che avrei trovato una soluzione. Dopo cena mi chiusi in bagno deciso nel mio intento di darmi un po’ di sollievo con una sana igiene intima. Già ma come? Prima di tutto mi spogliai, ormai con le bretelle avevo preso una certa dimestichezza e non fu troppo difficile. Mi guardai allo specchio e vidi con orrore che avevo delle chiazze rosse proprio in mezzo alle gambe, lo scroto era arrossato ed il cazzo mi prudeva da morire. Sapevo benissimo cos’era..candida, dovuta al caldo alla scarsa igiene il tutto peggiorato dal continuo sfregamento del gesso nel tentativo di grattarmi. Il rimedio era semplice, CANESTEN, non era la prima volta che mi capitava, il problema era l’applicazione ma, dopo varie ipotesi scelsi quella che mi sembrava meno peggio. Si trattava di:
1)prendere il tubetto dall’armadietto.
2)Svitare con i denti
3)posare il tubetto sul bordo della vasca
4)spremerne un’abbondante quantità sul bordo
5)e dolci s in fondo montare a cavalcioni sul bordo e strofinarmici sopra.

Il tutto anticipato da un minimo di bi de a getto per cercare di togliere un po di sporco. Il bi de a getto fu la cosa più semplice, bastò aprire l’acqua più del normale e con varie mosse da contorsionista riuscii in qualche modo a lavarmi. Naturalmente bagnai tutto per terra e nell’atto di montare a cavalcioni sul bordo della vasca persi l’equilibrio, scivolai e tutto quello che ricordo fu la tazza del cesso venirmi contro a grande velocità, poi il buio.

Mi svegliai in camera mia con un forte mal di testa e la faccia rubizza della mia vecchia dottoressa che mi puntava una pila negli occhi. ‘Bravo Andrea, dico se volevi ucciderti potrei consigliarti altri modi meno complicati’ disse la dottoressa, ‘Ma no.. io volevo solo…’ ‘ so bene cosa volevi sciocchino’ continuo lei ‘ma ora stammi bene a sentire e non tollero nessuna variazione a quello che sto per dirti, o ti fai aiutare come si deve o te ne vai all’ospedale, sei stato fortunato per ben due volte, la prima con l’incidente e la seconda con questa caduta, dico hai intenzione di sfidare ancora a lungo la sorte perché ti assicuro che alla fine vincerà lei; ora o farai esattamente quello che ti dirò oppure chiamo l’ambulanza e ti faccio ricoverare così avrai ciò che meriti, estranei che ti accudiscono, ti lavano, di danno da mangiare ti portano in bagno…’ ‘ok. ok. Ho capito, farò tutto quello che vuole.’ ‘Bene, innanzi tutto con il trauma cranico che hai non ti devi alzare dal letto per almeno ventiquattro ore, ti concedo di andare in bagno ma ti farai accompagnare all’andata ed al ritorno ed io domani tornerò a darti un’occhiata, se andrà tutto bene come credo, poi potrai alzarti da solo’. Detto questo la dottoressa fece una lunga pausa sospirò e si voltò a guardare mia suocera che era rimasta tutto il tempo dietro di lei in stato ansioso e poi continuò rivolgendosi a lei ‘ora se te la senti (la dottoressa e mia suocera erano coetanee, avevano fatto il liceo classico assieme poi una aveva preso medicina e l’altra lettere), altrimenti dovrò farlo ricoverare, dovrai fargli delle applicazioni locali con il Cane sten, mattina e sera, naturalmente devi lavare prima la parte da trattare…’ il volto di mia suocera prese fuoco, guardo prima me, poi la dottoressa, degluti rumorosamente e quasi balbettando disse ‘ ma non so se io sono in grado…. ‘ mi guardò come per dire ma guarda in che casino mi hai cacciato e stavolta ero io a non riuscire a sostenere il suo sguardo, mi vedevo già nel letto di un ospedale quando la dottoressa disse ‘ ho su via che sarà mai, vedilo come un paziente, in fondo che c’&egrave di male, lo la vi, lo asciughi, applichi la crema e via, come a un pupo e poi scusa ormai il più &egrave fatto lo hai già visto nudo ed hai avuto la forza di trascinarlo fino in camera da letto a confronto questa &egrave una sciocchezza’ e fu a questo punto che io realizzai per la prima volta ciò che era accaduto e provai un profondo senso di vergogna.
Mia suocera portò le mani al viso e con un forte senso di preoccupazione lasciò la mia camera per andare in sala, ‘e tu fai il bravo e collabora’ disse la dottoressa e andò a raggiungere mia suocera.
Sentii che parlarono per un bel pezzo ma non riuscii a sentire cosa stessero dicendo anche se potevo immaginarlo.

La notte passo e venne il mattino, sentii bussare alla porta della mia camera, era mia suocera (Giulia) con la colazione. Entrò posò il vassoio sul letto ed apri la finestra, un’altra lunga giornata calda era iniziata. La guardai imbarazzato, lei mi restitui una sguardo severo e usci dalla camera. Cercai di mangiare qualcosa con scarso appetito e dopo qualche tempo sentii i suoi passi dirigersi verso la mia stanza, ero terrorizzato. La sua figura si staglio sulla porta rimase li per qualche interminabile attimo come un secondino che va a prendere il condannato a morte per l’ultima passeggiata, ‘bene constatato il fatto che questa cosa non fa piacere a nessuno dei due e constatato che comunque va fatta…. non credo ci sia il bisogno di aggiungere altro, quindi se sei pronto…’ pronto? No che non ero pronto, ma che potevo fare? Fece il giro del letto e venne dalla mia parte, abbassò il lenzuolo e scopri le mie nudità, vidi il mio pene flaccido ed arrossato, ero annientato. Guardai Giulia e vidi che osservava il mio pene poi disse ‘ma guarda come sei ridotto’ quindi senza tanti convenevoli mi prese per un braccio e mi aiutò ad alzarmi. Nel tragitto per arrivare in bagno lei mi sostenne ed io camminavo con andatura goffa con il cazzo che mi penzolava tra le gambe e fu in quel momento standole così vicino che fui invaso da un profumo inebriante che mi scosse e mi risvegliò i sensi. Era lei, era il suo odore, l’odore della sua pelle esaltato dal caldo dall’imbarazzo non so, so solo che era straordinario ed era il suo odore. Alcune persone anno un odore davvero sgradevole, ripugnante, lei no, lei aveva un aroma avvolgente, pieno, gustoso, da assaporare ad ogni respiro, fu una questione chimica ne sono certo che risvegliò i miei sensi assopiti e fu cosi che iniziai a guardarla in maniera diversa, era una donna e che donna. Nel frattempo eravamo arrivati al bagno ed io sentivo che laggiù qualcosa iniziava a risvegliarsi, ‘bene ora sali sulla vasca in piedi che comincio a lavarti’ mia aiuto a salire sulla vasca ed io mi girai di spalle e mi appoggiai con il gesso al muro. Fece scorrere l’acqua e quando pensò che la temperatura fosse giusta disse ‘ok possiamo cominciare’ ma io non mi voltai, lei aspettò un attimo che mi girassi poi capendo il mio imbarazzo ‘bene cominciamo da dietro’.
Le sue mani erano lisce e morbide, inizio ad insaponarmi la schiena con un massaggio lento e profondo,sentivo che esitava a scendere verso i glutei e lo faceva con un massaggio circolare sempre più ampio fin quando non introdusse la sua mano in mezzo alle natiche e mi lavò con dolcezza e a più riprese il buco del culo. Che meraviglia, sentivo le sue dita frugarmi nel sedere ed era una sensazione idilliaca, bellissimo, eccitante e rilassante al tempo stesso, stavo godendo ero come drogato da quelle mani quando si interruppe bruscamente dicendo ‘va bene, dietro sei a posto su ora girati’ guardai giù…avevo un’erezione marmorea, e adesso, il cazzo sembrava volesse rimanere in quella posizione per i prossimi dieci anni. ‘su dai Andrea non fare il bambino girati’ rimasi impassibile, non mi mossi, ‘allora’ mi prese per i fianchi e mi girò. Ci mancò poco che il mio cazzo le sbattesse in faccia. La guardai imbarazzato, lei era tutta rossa gli occhi sgranati e la bocca semi aperta che fissava quel coso duro a pochi centimetri da lei. Dopo alcuni interminabili secondi di stallo sembro riprendersi, prese del sapone ed inizio ad insaponarmi le gambe, le sue mani tremavano ed i suoi movimenti non erano più dolci e profondi ma tremolanti e indecisi, io la guardavo e vidi che continuava a fissare il mio cazzo poi alzò gli occhi ed incontrò il mio sguardo, eravamo entrambi a disagio e ci fissammo solo per un attimo dopo di che continuò ad insaponarmi e dalle gambe passo alla pancia poi di nuovo le gambe, la pancia….. ci girava in torno ed io non ne potevo più, ebbi l’improvviso potente desiderio che me lo prendesse in mano e che me lo strizzasse con tutta la sua forza. Dopo svariati minuti si decise e comincio ad insaponarmi la palle ed appena le ebbe in mano mi usci un rantolo involontario di estrema gratitudine e lei si fermo bruscamente ‘ha.. scusa.. troppo forte, ti sto facendo male..’ ‘no no.. va benissimo &egrave che… niente… niente…va bene’ ‘allora continuo’ sembravamo due ebeti balbuzienti ‘si..si.. grazie’. Rimase a lavarmi le palle per un tempo lunghissimo perché sapeva che una volta finito le palle doveva prendermi in mano il cazzo. Entrambi sapevamo che il momento era arrivato mi guardò un attimo prese del sapone e se lo versò sulla mano destra, lo spalmo più volte mentre guardava il mio cazzo in tutta la sua splendida erezione, un filo di liquido lubrifica colava lentamente dalla cappella, lei lo osservava incantata, poi senza distogliere lo sguardo deglutii più volte apri la mano e lo afferro, con una decisa lentezza a pugno semi chiuso passò il sapone da cima a fondo una volta, ed un brivido mi percorse dalla radice del mio cazzo su dritto come una scarica elettrica fino al mio cervello,due, ero pervaso da sensazioni così intense che mai nella mia vita avrei pensato di provare, tre volte e venni, si sborrai, una lunga intensa sborrata che la colpì in pieno viso, sui capelli, sembrava che tutto il mio essere la mia vita fosse espulsa fuori da me con mia estrema soddisfazione. La guardai, era piena del mio sperma che colava sul suo volto ed alcuni schizzi la colpirono anche dentro la bocca aperta per lo stupore. Rimase li ferma, con le spalle contratte e la mano stretta attorno al mio cazzo che ancora pulsava di eccitazione, sembrava paralizzata. Io non sapevo che fare, ero sconvolto forse più di lei, non mi sarei mai immaginato una cosa simile neanche frugando nei meandri più torbidi della mia mente. Ma era successo ed ora non sapevo come reagire. Rimanemmo in quella posizione per un lungo tempo e durante tutto quel periodo il mio cazzo non accenno ad afflosciarsi. Dopo non so quanto lei alla fine ebbe come un fremito e si riebbe, come una persona che si risveglia improvvisamente da un sogno e torna alla realtà. Mi guardo con un’espressione di incerto stupore mista a rammarico, io ero profondamente dispiaciuto per ciò che era successo ma, mi rendevo perfettamente conto che tutto l’accaduto era assai poco governabile dalla mia volontà e dal raziocinio. Speravo solo che lei un po’ lo capisse ma non ci contavo troppo. Infatti lei si alzo e senza guardarmi se ne andò in camera sua sbattendo la porta. Avrei preferito una scenata. Uscii dalla vasca e nudo come un verme me ne andai in camera buttandomi sul letto.

La cosa incredibile fu che una volta solo, vennero a galla i pensieri più torbidi che quella donna aveva risvegliato e mi resi conto di quanto la desideravo, di quanto la bramavo. Avrei voluto andare di là da lei e stringerla tra le braccia, dirle quanto la volevo…. ma non lo feci. Rimasi li inerme ad attendere non so neanche io cosa. Poi sentii dei passi ed il cuore mi sobbalzo nel petto credevo che sarebbe venuta a parlare con me ma non venne si diresse in bagno e chiuse la porta. Sentii scorrere l’acqua e non so cosa mi prese ma mi alzai dal letto e come un bambino andai a spiare dal buco della serratura. Lei era in piedi e si fissava nello specchio con sguardo vuoto e vidi delle lacrime solcarle le guance. Si sciacquò il viso cercando di togliersi di dosso i residui del mio sperma e dopo un forte tremito penso di rabbia, iniziò a spogliarsi, si tolse la camicetta, aveva due seni più grandi di quello che immaginavo e mi aspettavo che una volta toltosi il reggiseno sarebbero stati attratti verso il basso dalla forza di gravità e invece con mio grande stupore rimasero su, non si afflosciarono e non caddero, anzi assunsero una meravigliosa forma piena e burrosa dandomi l’impressione di una naturale consistenza, la pelle chiara quasi trasparente, riuscivo a intravedere il reticolo di vene poco accentuate che finivano nelle aureole ambrate di media larghezza, i capezzoli invece erano più lunghi e grossi del normale e puntavano decisi verso l’alto. Si slacciò la gonna sopra il ginocchio che portava abitualmente e la lasciò scivolare a terra lasciando scoperte due gambe piene e toniche senza un filo di cellulite sormontate da un sedere granitico che sembrava scolpito da Michelangelo in persona. Stavo sudando, ma non tanto per il caldo che era comunque forte, sudavo di eccitazione di desiderio, quando poi si sfilò gli slip…. mamma mia, aveva un pube pronunciato con una peluria lunga, folta e ribelle, sembrava incastonato dentro di lei come una pietra preziosa su un anello, poi si infilò l’accappatoio, strano pensai non si &egrave ancora lavata, un pensiero mi baleno per la testa, non avrà mica dimenticato qualcosa in camera… e come uno dei peggiori incubi che si avverano vidi la sua mano andare a prendere la maniglia della porta…ho cazzo.. cercai goffamente di alzarmi ma lei fu più veloce di me e la porta mi venne bruscamente contro colpendomi in pieno viso e finii lungo disteso per terra nudo come un verme ‘ma che diavolo….’ mi si paro davanti, ci mise qualche attimo per realizzare e sentendosi forse defraudata della propria intimità mi si avventò contro infuriata, era fuori di se, non avevo mai visto una donna così incazzata, si butto sopra di me ed inizio a picchiarmi ed a inveire ‘tu mi stavi spiando’ e giù botte ‘mi spiavi, perché mi spiavi’ mi afferro per i capelli ed inizio a strattonare con tutte le sue forze ‘volevi vedere la mia decadenza, la mia vecchiaia per poi ridere alle mie spalle e bearti della tua gioventù’ ‘ no ma che dici tu mi piaci’ urlai tra uno schiaffo e l’altro ‘io ti desidero io ti voglio..’ le urlai contro. Si calmo un attimo mi guardo ‘non &egrave vero brutto bastardo tu non puoi desiderarmi io sono vecchia, vuoi solo prenderti gioco di me ma te la farò pagare’ ‘noooooo’ gridai con tutto il fiato che avevo in corpo ‘noooo, se non credi a me credi a lui, lui non può mentire’ si guardò in torno terrorizzata ‘lui chi? Qui non c’&egrave nessuno’ posai le mani, o meglio i gessi, sui suoi fianchi e la spinsi a sedersi sul mia cazzo turgido, sentii il calore della sua fica ed il mio cazzo aderire tra le sue grandi labbra, lei mi guardò con occhi sgranati e porto una mano alla bocca come se volesse soffocare lo stupore o le sensazioni sicuramente intense e contrastanti che in quel momento crescevano dentro di lei. ‘vedi, lui non mente, non può….. io potrei ma lui no, lui &egrave sincero’. Continuava a guardarmi stupita e la vidi piano piano cercare di vincere quella convinzione radicata dentro di lei di non essere più piacente, di essere asessuata. La vidi piano piano riprendere coscienza del proprio corpo delle proprie sensazioni, del suo lato di donna sopito da tempo e sepolto da assurde convinzioni per anni, quel lato torbido e passionale che ogni donna possiede. Lo vidi nel suo volto e lo percepii nella sua carne che a contatto con il mio cazzo palpitante ad ogni battito del mio cuore iniziava a bagnarsi di desiderio facendo delle piccolissime ma percepili contrazioni. Piano piano quelle contrazioni divennero più grandi, più profonde ed inizio a strusciarsi sopra di me senza ritegno emettendo dei lunghi gemiti di soddisfazione carnale da troppo tempo rinchiusa e sopita dentro di lei. Ora sembrava volere uscire senza ritegno ed il robusto argine costruito dal tempo e dalle convinzioni sembrava ormai pieno di crepe e che l’irruenza della passione avrebbe frantumato senza troppo ritegno. Si chinò sul mio volto con gli occhi accesi di passione, si fermò con con le labbra a sfiorare le mie, sentivo il suo fiato caldo e fragrante inebriarmi l’animo e con la voce rotta dalla passione disse ‘non riesco a pensare, non riesco a capire, non riesco a ….. non desiderarti, ci baciammo, la sua lingua penetro con prepotenza nella mia bocca ed io risposi stringendola a me spingendo il mio cazzo contro la sua fica che ora sentivo umida di umori, avrei voluto stringerla così forte da farla aderire cosi tanto al mio corpo fino a fonderci e mescolare i nostri esseri, volevo, dovevo entrare in lei e sentivo che in quel momento i miei desideri erano anche i suoi, la rovescia e fui sopra di lei e lei mi accolse aprendo le sue splendide cosce avvinghiandosi a me e stringendomi con le ,mani e le gambe. Il mio cazzo cercava a tutti i costi di entrare nella sua fica ma non ci riuscivo si muoveva troppo, il suo bacino spingeva , roteava ed io non riuscivo a penetrarla. Si calmò un attimo e finalmente ho sentito la cappella all’ingresso della sua fica, spinsi ma facevo fatica ad entrare e non era una questione di lubrificazione, lei colava, lo sentivo, &egrave che era stretta, cazzo se era stretta, mi sentivo un super dotato ma vi posso assicurare che il mio cazzo &egrave di dimensioni più che normali, no, non dipendeva da me, era lei, aveva una fica strettissima. Lei gemeva e io continuavo a spingere piano con delicatezza come se fosse vergine, ed ad ogni colpo il mio cazzo entrava sempre più in lei, sempre più, sempre più, fino a quando non fui tutto dentro, la sua fica mi avvolgeva completamente, sentivo ogni millimetro della sua vagina e ogni sua contrazione, non avevo mai provato nulla di simile, la sua fica sembrava essere fatta su misura per il mio cazzo, sembrava essere il suo calco, stavo letteralmente impazzendo, improvvisamente si irrigidi tutta, gli occhi che sembravano uscirle dalle orbite con la bocca aperta per gridare ma non usciva nessun suono sembrava un fermo immagine ‘Giulia… Giulia…’ poi sentii delle contrazioni vaginali cosi forti che non trovo le parole per poterle descrivere, e all’improvviso emise un urlo gruttuale ed intenso simile a quello di una donna in travaglio e schizzo, si schizzo quattro o cinque getti di liquido chiaro e denso che esplosero dalla sua fica, avevo visto qualche filmato su internet si chiamava SQUIRTING o più semplicemente eiaculazione femminile, ma fino ad allora pensavo che fosse solo qualche banale trucco da baraccone, ne rimasi stupito ed appagato più che se fossi stato io a venire, più che se fossi venuto cento volte di seguito, ero estasiato da quella splendida creatura. Dopo l’orgasmo continuo a tremare e a gemere per quasi mezzo minuto.
Quando si riprese mi guardo, con sguardo interrogativo, sapeva di avermi sorpreso e sicuramente voleva vedere quale sarebbe stata la mia reazione, io la strinsi forte la baciai a lungo e profondamente e le dissi ‘sei la creatura più fantastica che un uomo potrebbe desiderare…. tuo marito &egrave proprio un cretino’. Mi abbraccio mi avvolse con le gambe e venne per altre due volte all’ultima delle quali restando semplicemente in attesa che le sue contrazioni mi avvolgessero e mi pompassero il cazzo completamente piantato dentro la sua fica che internamente si contraeva come il pulsare di una medusa venni dentro di lei con l’impeto di un fiume in piena.
Non so dire per quanto tempo restammo così l’uno dentro l’altro a guardare i nostri corpi esausti e bagnati di sudore, eravamo stanchi, ma estremamente appagati.

Poi poco a poco tornammo alla realtà ed entrambi sapevamo che dovevamo fare i conti con essa.
I nostri sguardi che fino a poco prima erano arsi dal desiderio ora erano timidi e colpevoli, fu lei a infrangere il silenzio cupo e pesante che si era impossessato di quel tempo … di quel luogo, e ci era entrato dentro come lo strisciare di un serpente e ci aveva avvolto con le sue spire, ‘bene, sembra che l’abbiamo combinata grossa…… ora che facciamo’ io non risposi e da vigliacco fissai il pavimento, lei si porto una mano sulla fronte come sostenere la testa che altrimenti sarebbe caduta sotto il peso della colpa, ‘maledetti uomini, sapete combinare solo casini e naturalmente noi ne paghiamo le conseguenze’, ci fu un lungo silenzio poi, dopo attenta riflessione mi feci coraggio e le dissi ciò che avevo nell’anima ‘io so, si io so che non potrò mai più fare a meno di t&egrave, si si, sembra una frase fatta, ma &egrave la realtà, mi sei entrata nel sangue con il tuo odore, nello stomaco con il tuo sapore, nell’anima con i tuoi occhi, fai parte di me, ed ora in poi farai sempre parte dei miei pensieri e tu sai benissimo che non potrò cancellare le sensazioni che ho provato e non potrò schiacciare a lungo il desiderio di provarle ancora’ si avventò su di me e cominciò a picchiarmi a graffiarmi e piangeva, mi urlava contro che ero un bastardo che era sua figlia, io non reagii rimasi impassibile e aspettai che si calmasse sentivo il sangue colare dal naso, ero pieno di graffi contusioni, sentivo il sapore metallico del sangue in bocca. Si calmo come la calma dopo la tempesta era estremamente lucida, mi guardo come se mi vedesse per la prima volta ero coperto di sangue e lividi, poi si guardo le mani coperte del mio sangue, alcune unghie si erano spezzate, i suoi occhi tornati di quel meraviglioso verde smeraldo erano lucidi come ora era lucida la sua mente, mi guardò, mi carezzò teneramente, io l’abbracciai, la strinsi forte a me e lei ricambio il mio abbraccio cosi intensamente da farmi male ma non soffrivo anzi avrei voluto che mi stringesse ancora più forte fino a farmi sprofondare in lei. I nostri sessi si toccavano e con piccoli movimenti, lentamente, lentamente, la penetrai di nuovo e lei mi accolse ed iniziò a muoversi dolcemente come se mi stesse cullando, all’improvviso si fermo, mi guardo e disse ‘so di non essere cosi forte da poter rinunciare a tutto questo, vorrei….’ ricomincio a muoversi e a sospirare ‘…ma so che non potrei farlo, ma stai attento’ e si bloccò nuovamente ‘mia figlia non dovrà mai venire a sapere quello che accade e accadrà tra di noi, non dovrai mai trascurarla o renderla infelice…. se ciò accadrà …. ti ammazzo e ti assicuro che non &egrave una frase fatta.’ non stava scherzando, ma neanche io scherzavo e sapevo allora e lo so ancora adesso di poterle amare entrambe, sempre.

Mail: hanter@mp4.it

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