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Racconti Erotici Etero

La terapia

By 25 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

 

Mi guardo attorno indecisa: la parte emotiva mi spinge a continuare, mentre quella razionale mi lancia disperati appelli a rinunciare.
Rimango ferma poi scrollo le spalle e suono: ormai è fatta!
Gli istanti che passano sono interminabili.
Mi sento invadere dal terrore e sto per allontanarmi quando la porta si apre. Sulla soglia, un bel giovane, atletico, abbronzato, impeccabile in un completo casual, mi guarda interrogativamente con un sorriso molto accattivante.
Rimango bloccata in preda ad una forte emozione: le gambe non mi reggono e per un attimo ho paura di crollare a terra.
Il giovane si accorge dell’imbarazzo e con un gesto morbido m’invita ad entrare.
Il suono della sua voce è caldo e sensuale ed io rabbrividisco.
Poi come in sogno sento il giovane chiedere cortesemente.
– La signora ha un appuntamento? –
Deglutisco la saliva non riuscendo ad articolare un suono e muovo il capo affermativamente.
Lui sorride, lascia passare alcuni secondi poi con un tono di voce molto dolce.
– E’ la prima volta che viene da noi? –
Faccio nuovamente sì con la testa, mentre un certo rossore mi sale alle guance.
Consulta un elenco che ha in mano.
– A che nome prego? –
Sto per rispondere e mi mordo le labbra: è vero!
Non devo dare le mie generalità, bensì il nome di fantasia che mi hanno suggerito. Rispondo Elle.
Consulta l’elenco, spunta qualcosa con una penna poi, indicando una porta sul lato della stanza.
– Benvenuta fra di noi, prego, si accomodi. Le faccio strada –
Entriamo in un nuovo ambiente: è un’ampia stanza in penombra, con una luce azzurra soffusa.
Un mobile bar, piccolo ma rifornito, occupa una parete. Su un altro lato un comodo divano e due poltrone. Infine un lettino per terapie, piuttosto ampio, con vicino un piccolo camerino di disimpegno.
Tutto l’arredamento è molto bello e nella stanza aleggia un fresco aroma di muschio.
Il giovane m’invita a sedere mentre si avvicina al mobile bar.
– Desidera bere qualcosa? –
Faccio segno di no.
– Una sigaretta? –
Quella sì! Ci vuole proprio!
Cortesemente l’accende e aspetta che aspiri alcune boccate.
– Va meglio? – 
Sorrido.
Si sente bussare alla porta ed entra un altro uomo.
Mi alzo e lo guardo. E’ sui quaranta, leggermente brizzolato, fisico asciutto, alto, molto affascinante. Rimango piacevolmente sorpresa.
Il nuovo venuto con fare disinvolto mi bacia la mano poi m’invita a sedere.
– Sono Stefano, il suo tutor –
Ha una voce molto calda e profonda. Sento un leggero brivido alla schiena.
– Spero di essere di suo gradimento. Vuole qualche chiarimento o preferisce iniziare la terapia? –
Arrossisco e taccio. Lui rimane in silenzio, poi continua.
– Bene! Penso sia meglio iniziare, così potrà superare lo stress emotivo. Intanto che mi cambio, può prepararsi. Si accomodi nello spogliatoio. Per la terapia è sufficiente che lei indossi il reggiseno e le mutandine. La prego di usare i nostri capi che sono più adatti al trattamento. Poi si può distendere sul lettino –
Così dicendo Stefano esce silenziosamente. mi rendo conto di essere rimasta sola: anche il giovane è scomparso.
Vengo assalita nuovamente da un turbine di sentimenti contrastanti: sono ormai in trappola! Non posso più fuggire! Ripenso con rabbia a come sono arrivata in questo posto.
Un’amica da lungo tempo persa di vista, l’incontro inatteso, baci, saluti e confidenze.
L’amica si è lasciata andare descrivendo una situazione che si adatta anche a me: un marito noioso e poco dotato, stress, ricerca di soluzioni e finalmente l’Istituto! L’amica è entusiasta ed ha insistito perché anch’io lo provassi.
Non sono facile a confidenze ma attraverso un brutto periodo e mi lascio convincere.
– Penso a tutto io – dice -– vedrai che mi ringrazierai… – Ed ora sono lì!
Come in trance entro nello spogliatoio, mi tolgo gli indumenti ed indosso le mutandine e il reggiseno che trovo appesi ad un gancio.
Stranamente sono della mia misura! Chissà come fanno a saperlo?
Riapro la porta ma la stanza è vuota.
Mi stendo sul lettino e mi copro con un morbido asciugamano bianco. Rimango in attesa col cuore in tumulto ma nessuno entra.
Nell’aria aleggia uno strano profumo e il mio fisico comincia a rilassarsi.
La penombra soffusa mi calma e forse anche l’aria che respiro sembra portarmi un certo torpore. Sto quasi per assopirmi quando una porta si apre ed entra Stefano con un camiciotto bianco e calzoni dello stesso colore.
Silenziosamente si avvicina e mi chiese sottovoce se gradisco un sottofondo musicale e di che genere. Gli dico che va bene così.
Mi versa sulla schiena un unguento profumato e comincia lentamente a massaggiarmi. Le sue mani sono calde e delicate, si muovono con lentezza e il corpo sembra vibrare sotto i movimenti circolari.
Un grande benessere comincia ad impadronirsi di me e aspiro l’aria a pieni polmoni. A mano a mano che il massaggio prosegue avverto sempre crescente una nuova sensazione.
Le mie pulsioni sessuali vengono lentamente a galla. Sento le mani che si spostano sulla mia schiena e provo un desiderio lancinante di essere accarezzata nelle parti intime.
Cerco di scacciare il pensiero ma inutilmente.
Intanto, quasi inavvertitamente, le mani di Stefano si avvicinano alle coppe del seno. Mi rendo conto che il reggiseno è aperto e le mani, per un attimo coprono i globi, per poi rilasciarli. Provo come una scossa elettrica e rimango in attesa.
Ora il massaggio scende verso i lombi.
Accarezzano i glutei poi scendono sui piedi. Vengono massaggiati a lungo in alcuni parti ed io sento accrescere lo stimolo sessuale. Mi meraviglio che alcune terminazioni siano così collegate ai miei organi.
Ora sono passate alle gambe e le risalgono con una lentezza esasperante. Giungono in prossimità delle anche e si spingono fra le cosce lentamente.
Mi accorgo che anche le mutandine si sono aperte e sono completamente nuda.
Mentre penso a questo, Stefano mi capovolge.
Apro gli occhi e vedo con sorpresa che è a torace nudo. E’ abbronzato, senza peli, con un torso da statua greca. I muscoli guizzano sotto la pelle. Non si vede la minima traccia d’adipe.
Provo un vivo desiderio di toccarlo ma poi mi ritraggo.
Stefano sorride: ha capito le mie intenzioni e con un movimento lento, mi prende una mano e la porta sul suo torace. Sotto le dita i muscoli turgidi e tesi, la pelle liscia e morbida che emana un delicato profumo ed ho un fremito.
Intanto comincia ad accarezzarmi le mammelle, con un movimento lieve, nella zona dei capezzoli.
Sento indurirsi i bottoncini e un brivido di piacere.
Mi guarda fissamente, poi avvicinandomi la bocca all’orecchio sussurra.
– Sei bellissima, hai un corpo meraviglioso per fare all’amore, sei sposata? – Non rispondo: non so se mi sta prendendo in giro.
Sento la sua mano insinuarsi fra le cosce e accarezzare la leggera peluria del sesso. Mi accorgo di essere bagnata e mi mordo un labbro per trattenere un sospiro di desiderio.
Stefano intanto ha avvertito l’umido della vulva e con un dito sta massaggiando delicatamente le grandi labbra.
Chiudo gli occhi e senza volerlo inarco il bacino.
Ora il desiderio mi sta invadendo, togliendomi le ultime inibizioni.
Avverto una voce.
– Rilassati, rilassati, va tutto bene, sei bellissima –
Sorrido e la sua mano s’insinua nella vagina, trovando il clitoride e titillandolo.
Inarco nuovamente il bacino ed emetto un leggero mugolio.
Stefano mi prende una mano e la porta fra le sue gambe. Sento fra le dita un membro caldo e turgido: apro gli occhi e mi accorgo che il massaggiatore è completamente nudo con un pene di dimensioni mai viste, carnoso e rigido che tengo fra le mani.
Lo paragono a quello di mio marito: è almeno il doppio!
Ne solletico la pelle morbida e vellutata.
Intanto Stefano si è chinato e con le labbra mi prende il clitoride e comincia a succhiarlo e leccarlo.
M’inarco invasa dal piacere e accarezzo il pene che ho fra le mani accennando ad un movimento di stimolazione. Sento che è rigido e grosso e penso con terrore al male che proverei se lo dovessi ricevere.
Intanto l’orgasmo sta montando e la vagina s’inumidisce sempre più.
Stefano si ferma.
Apro gli occhi e lo guardo supplicandolo mentalmente di continuare.
Sale sul lettino accanto a me, si sdraia sopra con molta leggerezza e mi da un bacio sul collo.
Avverto il pene sul mio grembo, vicino alla vagina. Trattengo il respiro. Penso al male che potrei sentire se tentasse di inserirlo e nello stesso tempo lo desidero.
Le sue dita sono sulle labbra della vagina, mentre con un movimento circolare la riempiono di umore e cercano di allargarla.
Poi la testa del pene, si appoggia sulle grandi labbra e tenta di forzare l’entrata.
Provo un dolore lancinante ed emetto un grido.
Stefano si ferma. 
Lo guardo, siamo a pochi centimetri l’uno dall’altra.
E’ leggermente accaldato, emette un profumo muschiato ed è molto, molto bello.
Mi guarda, imbarazzato.
– Ma sei vergine? –
– Ho una figlia… –
Rimane perplesso.
– Scusa se ti chiedo questo ma con tuo marito? –
Non rispondo.
Prende da un tavolo un tubetto, si spalma la crema sul pene, la spalma nella mia vagina poi appoggia nuovamente il glande sulle grandi labbra, e sussurra-
– Prova tu a spingere lentamente, se senti male, fermati –
Spingo il bacino e il glande penetra un poco: il dolore è sopportabile e spingo ancora.
Ora il pene è entrato anche se a fatica.
Stefano dice.
– Aspetta che si abitui poi continua –
Obbedisco e mi fermo. Mi sembra di avere la pancia piena del suo sesso. Desidero riceverlo tutto e spingo di nuovo.
Il dolore cala e il pene penetra abbastanza nella vagina.
Stefano si muove lentamente e il dolore viene superato dal piacere che sento mentre il membro scorre lungo le pareti della vagina.
Lo estrae, lo unge accuratamente di nuovo, poi lo inserisce.
 Questa volta penetra più facilmente e assai in profondità.
Sento un piacere mai provato.
– Ora provo a muovermi, dimmi se senti male –
Il movimento comincia lentamente ed avverto delle sconvolgenti sensazioni.
Il godimento sta montando in maniera inarrestabile e comincio ad assecondare la penetrazione con il bacino.
Avvolgo con le braccia il corpo dell’uomo e cerco di attirarlo a me, per fare penetrare il membro ancora più in profondità.
– Come va? –
– Ancora, ancora, spingi – gli rispondo, frastornata dal godimento, con la voce rotta.
Stefano dà un colpo e il pene entra totalmente. I testicoli sbattono contro di me.
Il piacere è indescrivibile, vorrei urlare, piangere di gioia ed intanto continuo ad accompagnare il movimento dell’uomo con tutto il mio essere-
– Piano, tesoro, cerca di assaporare lentamente il piacere… ecco così –
Il movimento riprende e mi concentro sulle sensazioni che quel pene mi dà. Sento che dentro di me sta montando l’orgasmo e affretto il movimento.
Ora sto quasi impazzendo: il piacere è quasi al culmine e comincio inconsciamente ad emettere piccoli mugolii.
Ed ecco che all’improvviso tutto il corpo si irrigidisce. La tensione è al massimo. L’orgasmo sfocia in tutta la sua violenza ed un fiotto di umore mi lubrifica la vagina allentando il senso di soffocamento che mi dava quel membro così grosso.
Per alcuni momenti continuo a muovermi ritmicamente poi mi abbandono sul lettino, con gli occhi sbarrati, il respiro affannoso e un senso di spossatezza in tutto il corpo.
Stefano, si ferma, mi guarda e sussurra
– Sei stata troppo veloce, bisogna che resisti di più –
Sorrido, accarezzo i capelli dell’uomo che mi ha fatto conoscere veramente il sesso e prometto
– La prossima volta cercherò di farlo –

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