Un sortilegio di vite e di istanti,
un cascata di visioni scintillanti,
i tuoi silenziosi sguardi,
che parlano
alle prime luci del mattino,
ai lampioni tristi del villaggio,
ai tetti delle case ardenti,
che la voce delle favole
consacra al giorno.
La fontana di marmo bianco
sussurra
racconti di felicità perdute,
vite spezzate e sogni infranti,
gli alberi commossi
la ascoltano
e piangono del pianto dei ricordi.
Io tremo
alle tue mani tenebrose e bianche,
sono la carezza del destino
sulla pelle,
tremo per le tue guance scarlatte,
vellutate, caste.
L’ultimo calderaio è morto nella neve.
Lo seppellirà il canto vago
delle averle,
il silenzio perduto delle foreste,
la gioia di aver vissuto per il niente.
E la carne accarezzerà la carne,
le labbra socchiuderanno gli occhi,
la bocca rivelerà al vento segreti di passione.



Entrambe le possibilità sono valide: in entrambi i casi, se ci pensi, riemerge la nostra morale cattolica (anche se non…
Sono arrivato ad un bivio: - lasciare evolvere gli eventi fino al degrado delle mogli, quindi dare ai mariti solo…
Wow, sei arrivato già al quarto capitolo: fantastico, posso chiederti perchè ti sei bloccato? Forse con l'evolvere della storia diventa…
Molto bello
scusa, al quarto sono bloccato!