La scoperta del sesso saffico, e della personalità lesbica che era in me e di cui non immaginavo l’esistenza, avvenne un giorno come tanti, in un modo che potrà magari sembrare poco romantico: sul computer di mio padre.
Non avevo il permesso di usare il suo computer: lui diceva che rischiavo di perdergli importanti documenti, ma non ero certo così stupida da ignorare quale fosse il vero motivo del divieto.
Mio padre, come forse tutti gli uomini del mondo, semplicemente non voleva che scoprissi la raccolta di materiale pornografico presente sul suo computer; non che fosse un mistero, per me: tutte le sere passava delle ore davanti al monitor, come in preda all’ipnosi. Se entravo in camera sua, lui chiudeva immediatamente i siti osè per aprire una pagina di sport… ma in qualche angolino si vedevano sempre spuntare parole come “fica” o “pompino”.
Ma io avevo urgente bisogno di usare un computer per scrivere una lettera, e siccome il mio era in riparazione, decisi di usare quello di mio padre in un momento in cui lui non c’era.
Forse non ci crederete, ma mi ero ripromessa di scrivere unicamente la mia lettera e poi di spegnere senza andare a curiosare tra i documenti di mio padre; dopotutto, era un uomo adulto e dopo il divorzio da mia madre non c’era niente di strano se aveva certi desideri.
Ma ovviamente la curiosità era stata troppo forte: ed infatti, dopo aver scritto la lettera a velocità lampo, mentre attendevo che venisse stampata, decisi di dare un’occhiata alle foto porno di mio padre; non che accendessero il mio desiderio…semplicemente ero curiosa di sapere che genere di foto fossero.
Passai qualcosa come tre ore davanti allo schermo: avevo trovato la cartella in cui le foto erano contenute, ed avevo iniziato l’esplorazione. Il materiale era diviso in maniera molto ordinata, da una parte le immagini amatoriali, quelle delle pornostar e quelle delle celebrità; non avevo mai visto (nè tantomeno fatto) niente del genere: per me la visione di una donna che prendeva un cazzo in bocca, era del tutto nuova. Nemmeno nei miei sogni più nascosti avevo mai immaginato qualcosa di simile… e c’era di più!
Diverse immagini ritraevano donne intente a masturbare con i piedi uomini virili; ragazze col viso ricoperto di sperma e sgualdrine che sorridevano felici alla fotocamera, mentre venivano sodomizzate.
Rimasi scossa da quelle foto; non le trovavo affatto eccitanti ma riuscivano comunque a stuzzicare il mio interesse e la mia immaginazione. Volevo vedere di più, perchè ero sicura che tra quelle immagini avrei trovato ciò che faceva per me.
Non avevo mai provato eccitazione sessuale, nonostante avessi ormai abbondantemente superato la pubertà, e questo mi preoccupava. Temevo che sarei rimasta vergine e che sarei diventata una vecchia acida insoddisfatta.
Continuando la mia ricerca giunsi finalmente a trovare un perchè: il perchè, il significato, della mia vita.
Nella cartella dei video, un nome mi attirò; all’inizio ero forse attratta dal suono affascinante ed esotico di quelle due semplici parole, che evidentemente erano il nome della ragazza che appariva nei video. Questo nome era Krystal Steal.
Appena i miei occhi si posarono su di lei, sulle sue lunghe gambe, sui capelli dorati e nei suoi occhi neri e profondi come oceani, capii che forse anche io ero “normale”, che anche io potevo provare, (e magari, perchè no, donare) piacere.
Solo che non capivo cosa fosse che mi eccitava tanto: la ragazza nei video faceva nè più nè meno ciò che facevano anche quelle nelle foto che avevo visto prima, e che mi lasciavano indifferente: maneggiava cazzi, succhiava cazzi, leccava cazzi e per finire finalmente riceveva cazzi in ogni parte del suo corpo.
Non volevo ammetterlo, almeno non all’inizio, ma quello che rendeva interessanti quei filmati era la ragazza. La figura maschile non mi interessava, nè mi interessava quello che la ragazza, Krystal, faceva. Qualunque cosa facesse, lei era bellissima.
Una volta riparato il mio computer, mi dedicai alla raccolta di video di Krystal Steal. Mi vergognavo come una matta, temevo che mio padre sarebbe entrato in camera mia, accompagnato dalle mie amiche e da tutti i miei conoscenti, e che tutti avrebbero visto quanto ero depravata. Col tempo invece ci presi la mano, trovai i siti giusti ed entrai persino in contatto con altri fan della “mia” Krystal, con cui scambiavo materiale. Non volevo che qualcuno pensasse che fossi lesbica, così mi spacciavo per un maschio; veramente, nemmeno io credevo di essere lesbica. Per molto tempo, mesi, vivevo dietro la menzogna di essere una semplice ragazza, magari un pò pervertita, ma etero.
Nemmeno quando mi appassionai ad una serie di video in cui Krystal si esibiva in sfrenati baci e carezze con un’altra donna, ammisi ciò che era evidente…
Poi, una notte, superai il limite oltre il quale non potevo più nascondermi: avevo forse iniziato per gioco, tanto per passare un pò di tempo, ma avevo realizzato un perfetto fotomontaggio in cui avevo messo il mio viso sul corpo della donna che stava avendo un infuocato rapporto con Krystal. Se devo essere sincera, quella dei fotomontaggi era una tecnica che avevo copiato da mio padre, dopo che avevo scoperto che anche lui aveva realizzato fotomontaggi con il mio viso appiccicato sui corpi di donne nude o in posizioni osè…
Il risultato del mio fotomontaggio era decisamente migliore dei suoi, ma aveva comunque un che di grottesco: il mio viso, incollato sul corpo slanciato e formoso di quella porno attrice, mi sembrava del tutto fuori luogo… forse perchè io non avrei mai avuto un corpo così!
In ogni caso, quella foto per me simboleggia ancora oggi la presa di presa di coscienza del mio essere ‘diversa’, ed è una delle foto più importanti, seconda solo a quella che mi ritrae con la vera Krystal Steal.
Nelle settimane successive, non dovendomi più nascondere dietro alla bugia dell’interesse per il sesso, mi concentrai su ciò che veramente mi interessava di Krystal: lei, i suoi interessi, le sue emozioni.
Potrà forse sembrarvi strano, ma dopotutto ero come tutte le ragazze che coltivavano una passione spropositata per un attore o un cantante…semplicemente io avevo questa passione, questo amore, per una ragazza del mondo dello spettacolo (anche se aveva un ruolo in spettacoli piuttosto insoliti…)
Ammetto che i video e le fotografie che mi ero procurata non li ho mai cancellati, anzi, tutt’oggi sono ancora sul mio computer; in effetti, quando mi sentivo eccitata, o frustrata, cercavo altro materiale, anche se diventava sempre più difficile trovare qualcosa che già non avessi.
In ogni caso, la maggior parte del tempo la dedicai a cercare informazioni su di lei e sui suoi lati meno esposti: e così trovai interviste, biografie, curiosità e quant’altro.
Riuscii persino a trovare un indirizzo e-mail a cui scriverle, e nonostante non avessi molta fiducia sul fatto di ricevere una risposta, ci provai comunque.
‘Cara, anzi, bellissima Krystal.
Sono una ragazza italiana di diciotto anni; ti ho conosciuta quasi per caso diversi mesi
fa, ma da allora la mia vita è cambiata. Prima non provavo interesse per nulla, il mondo mi sembrava vuoto e il sesso non aveva alcun significato, ma da quando tu sei entrata nella mia vita ho
finalmente scoperto ciò che desidero, e ciò che potrebbe rendermi felice.
Non so se leggerai davvero questa lettera, e forse se lo farai mi prenderai per una maniaca depressa; però mi basterebbe molto poco per essere felice: una tua semplice risposta, anche di poche righe.
Ti allego una mia fotografia… so che rispetto alle donne con cui tu hai lavorato io non sono nulla, però come noterai i miei occhi brillano dell’amore che provo per te.
Spero davvero che troverai qualche minuto per guardarla e per scrivermi poche parole.’
Rilessi la lettera cinque, sei, sette volte, prima di decidermi a spedirla; stavo davvero facendo la figura della psicopatica. Probabilmente la lettera prima di arrivare a Krystal sarebbe passata attraverso una sorta di filtro? Mi immaginavo un vecchio ciccione intento a leggere la mia e-mail e a farsi un mucchio di risate (e magari a masturbarsi sulla mia foto). Più probabilmente nessuna di quelle mail arrivava davvero a Krystal.
Ma dopotutto perchè non provarci? Spedii la mail e per qualche giorno me ne dimenticai.
Quando trovai una mail proveniente dal sito di Krystal Steal e indirizzata a me, il mio cuore sobbalzò; per un attimo fui sicura che la mail conteneva un invito a smetterla di importunare Krystal, e che se ci avessi provato di nuovo sarei stata denunciata in un tribunale internazionale.
Aprendola, invece, si presentava in maniera molto amichevole, con una foto di Krystal come intestazione ed un inizio promettente:
‘Grazie per avermi scritto.
Come potrai immaginare, è molto difficile per me leggere tutte le e-mail che i miei fan mi mandano, ma faccio sempre di tutto per poter rispondere a tutti voi, un pò alla volta.
Ti ricordo anche che, il mese prossimo, sarò in Italia come ospite ad un concerto di XXXX-XXXX, e che nel dopo concerto tutti coloro che sono iscritti al mio sito ufficiale potranno incontrarmi nel backstage! Se non sei ancora iscritto, quindi, fallo subito! Digitando questo codice all’iscrizione, avrai diritto ad uno sconto di 2,00 ‘ mensili.
Un bacio
Krystal ‘
Un messaggio di risposta automatico: dovevo aspettarmelo, ma rimasi comunque molto delusa, perchè avevo davvero accarezzato l’idea di poter scambiare due parole con Krystal, anche solo elettronicamente. Ad essere sincera, avevo anche considerato l’idea che una eventuale risposta sarebbe potuta giungere anche da un uomo dello staff del sito di Krystal, che spacciandosi per lei mi faceva i complimenti per la foto e mi invitava a continuare a seguirla etc. etc… in fondo l’idea di comunicare con lei via e-mail era stupida, da ossessionata.
Tuttavia, solo alla seconda lettura della lettera mi accorsi veramente di ciò che c’era scritto:
‘Il mese prossimo sarò in Italia… gli iscritti potranno incontrarmi nel backstage!’
Non riuscivo quasi a crederci: controllai il sito ufficiale di Krystal e vidi che effettivamente era vero: i fan italiani iscritti al sito avrebbero ricevuto a casa un biglietto da presentare per avere accesso al backstage.
Purtroppo non avevo una carta di credito tutta mia, ma mio padre l’aveva… decisi di rischiare: probabilmente, il costo dell’iscrizione al sito sarebbe finito sperduto dentro l’elenco di tutti i siti porno a cui lui era iscritto; ma se anche se ne fosse accorto, pazienza! Era la mia unica occasione di incontrare la divina Krystal.
Con le dita che tremavano e il cuore che batteva a mille, inserii i miei dati anagrafici, una username e una password e infine il numero della carta di credito; un messaggio mi annunciò che la registrazione era avvenuta, e che per tutto il mese potevo avere accesso ad un’infinità di servizi, tra cui i nuovi filmati di Krystal, le foto inedite, la community dei fan di tutto il mondo e la chat con Krystal in persona. Nulla di tutto questo mi interessava quanto l’avviso, grande e bene in vista, che gli utenti italiani avevano diritto al biglietto che valeva l’incontro con lei.
I giorni seguenti passarono lentamente, tra l’attesa del biglietto, il senso di colpa per ciò che avevo fatto e la paura che mio padre lo scoprisse e mi spedisse in un collegio femminile, oppure direttamente in un convento; il sito di Krystal non lo visitai quasi mai: i dieci euro che avevo speso per l’iscrizione di un mese andarono praticamente sprecati.
Man mano che il concerto si avvicinava, e che il biglietto non arrivava, iniziavo a temere che qualcosa fosse andato storto…ad esempio che mio padre, accortosi dell’inganno, avesse bloccato la registrazione, oppure che lo staff del sito avesse scoperto che ero una ragazza e che quindi non avessi diritto al biglietto.
Ed invece, tre giorni prima dell’evento, trovai nella cassetta delle lettere una busta sigillata con sopra il mio nome e quello di Krystal: l’accostamento dei nomi mi emozionava già di per se, ma quello che vi trovai dentro superava ogni emozione che avessi mai provato in vita mia. Oltre al biglietto per l’ingresso, infatti, c’era anche una foto di Krystal; era un primo piano di lei con i lunghi capelli mossi, che sorrideva maliziosa mentre si mordeva un dito. Non si vedeva nè seno nè altro, ma andava benissimo così.
Sul retro, una scritta a mano:
‘Sono contenta che anche una ragazza si sia iscritta al mio sito.
Ho letto la mail che mi hai spedito tempo fa e mi scuso di non averti potuto rispondere, ma spero che ci sarai all’incontro, così potremo parlare un pò di persona.
Con amore
Krystal’
Che le parole fossero sincere o meno, la calligrafia era senza dubbio quella di una donna. E per di più, sotto la firma, c’era un’impronta di rossetto, un’impronta lasciata dalle sue labbra.
Il biglietto per il concerto mi costò altri novanta euro, ma li pagai senza fiatare, incurante del fatto che quel prezzo fosse triplicato rispetto a quello originale, e incurante del fatto che non avessi mai sentito nominare la band che si sarebbe esibita.
La fila per entrare era lunghissima, ma fortunatamente il biglietto per il backstage mi consentiva di entrare dalla porta che era utilizzata anche dagli artisti: mi presentai quindi sul retro dell’arena, dove un tizio della security controllava i biglietti. Prima di me c’erano due ragazzi, uno mezzo drogato, l’altro con la faccia da scemo; il buttafuori strappò i loro biglietti e li lasciò entrare senza parlare, con la consueta gentilezza di quelli che facevano il suo lavoro.
Io consegnai il mio biglietto, lui lo guardò, quindi mi guardò in viso, come se avessi una faccia sospetta.
“Ma sei una ragazza?” mi chiese
Io arrossii, e risposi di si, odiandomi per il fatto di provare vergogna davanti a quello stronzo.
Ma lui strappò il mio biglietto e mi fece cenno di entrare, lasciando perdere le sue perplessità e le mille domande che probabilmente voleva farmi.
Assieme agli altri fortunati possessori del biglietto, mi trovavo in uno stretto corridoio, illuminato da una luce soffusa che dava un fastidioso senso di claustrofobia; o forse era una mia impressione, dovuta al fatto di essere l’unica donna in mezzo a una trentina di uomini, tutti assidui appassionati di pornografia. Si erano formati dei gruppetti di persone che discutevano tra di loro, mentre io mi ero messa in un angolino cercando di non farmi notare: mi ero anche tirata la frangia dei capelli sugli occhi, come la visiera di un elmo protettivo. Temevo che da un momento all’altro qualcuno di quei maschi arrapati mi vedesse e si mettesse ad urlare ‘Ehi, ma quella è una ragazza!’.
Solo il pensiero di incontrare finalmente Krystal mi diede la forza per non avviarmi lentamente verso la porta, uscire, e prendere il primo autobus per casa mia; mi chiesi se anche gli altri avessero ricevuto una fotografia autografata da Krystal, o se quella fosse stata una fortuna riservata esclusivamente a me. Sentivo un impulso irrefrenabile di chiederlo a qualcuno, anche solo per scatenare le loro invidie, ma mi trattenni.
Ad un certo punto il gruppetto di fan più numeroso, quello che si era assiepato sulla soglia del camerino della band, iniziò a rumoreggiare; tutti si fecero più vicini, mentre io rimasi in disparte, alzando solo lo sguardo per vedere cosa stesse succedendo.
La porta del camerino si aprì, e l’apparizione di Krystal nel corridoio mi provocò un tuffo al cuore; volevo andare lì, farmi strada tra quei perdenti, e parlarle, dirle di persona quello che le avevo scritto via e.mail. Invece mi avvicinai lentamente, ma sempre tenendomi a debita distanza.
Krystal distribuiva sorrisi ai fan scatenati, sorrisi molto freddi, di circostanza; si vedeva chiaramente che non le importava nulla di essere lì, perché si guardava attorno come per cercare qualcosa che la interessava davvero.
Alcuni fan le porsero dei blocchetti per farseli autografare, altri si fecero fotografare mentre le cingevano le spalle con un braccio, e altri chiesero di poter toccare le sue doti, richiesta che lei declinò ridendo.
Io guardai il tutto senza sapere cosa fare: stavo perdendo l’occasione della mia vita per conoscere la mia eroina, il mio modello; e tuttavia ancora non trovavo il coraggio di avvicinarmi, un po’ per paura dei fan, un po’ per il timore reverenziale che provavo per Krystal.
Quando lei chiamò il mio nome, il mio cuore sobbalzò di nuovo, e i chiassosi ragazzotti si ammutolirono; mi sentii gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto gli occhi di Krystal. Quando alzai lo sguardo, vidi che i ragazzi mi guardavano, chi incuriosito e chi perplesso; Krystal invece mi guardava sorridente, ma non con il sorriso falso che aveva dedicato a loro: questa volta il sorriso era sincero, come di chi incontra una vecchia amica.
Mi si avvicinò, lasciandosi alle spalle la combriccola; ora il silenzio era rotto dai loro discorsi sottovoce: si chiedevano se qualcuno avesse notato che c’era anche una ragazza, e un paio di loro ipotizzarono che fossi una groupie, una di quelle sgualdrine che vanno nei backstage per scopare con i musicisti della band.
‘Sei tu, vero?’ mi chiese. Fortunatamente, sapevo molto bene l’inglese, quindi riuscivamo a capirci.
‘Si’sono quella della mail’ le risposi. Volevo alzare la testa e guardarla negli occhi, ma non ci riuscivo. Temevo che ora mi avrebbe umiliata davanti a tutti, dicendo a quei maniaci ‘ehi, sapete che questa ragazza è innamorata di me? Non la trovate patetica?’ e tutti avrebbero riso di me.
‘E’ un piacere conoscerti. Temevo che non fossi venuta, alla fine.’ Disse, sempre in tono cordiale, porgendomi la mano.
L’afferrai, o più onestamente, la sfiorai con la mia, e il solo contatto con la sua pelle morbida e fresca accese dentro di me il desiderio; alzai la testa, e la guardai attraverso la frangetta che mi copriva gli occhi.
‘Perché tieni i capelli davanti agli occhi?’ mi chiese lei. Me li spostò con una mano, e io arrossii, perché per un secondo avevo pensato che volesse baciarmi, come del resto aveva già fatto con altre ragazze. Che tra l’altro erano molto più belle di me.
‘Sei una ragazza molto carina, non nascondere la tua bellezza’ mi disse, sempre sorridendo.
Probabilmente gli altri ragazzi dovevano sentirsi offesi dal fatto di essere stati ignorati dalla loro Dea, snobbati per una ragazzina insulsa; ma non mi interessava. In quel momento nella stanza, per quanto mi riguardava, c’eravamo unicamente lei e io.
‘Kyrstal, volevo” dissi, ma non sapevo come iniziare. Veramente, non sapevo nemmeno cosa dirle’ potevo chiederle una foto con lei? Potevo chiederle un autografo? Potevo confessarle il mio amore per lei?
‘Forse ti imbarazza parlarne davanti a dei maschi?’ mi chiese, gettando un’occhiata severa dietro di se.
Io, che nel frattempo avevo iniziato a piangere, annuii.
‘Va bene’ disse, sussurrandomi all’orecchio ‘Adesso me ne libero io’
Detto questo, tornò verso il gruppetto di maschi, lasciandomi la possibilità di riprendermi psicologicamente, e fisicamente, da quel tet-a-tet infuocato. Tornò qualche secondo dopo, accompagnata da un ragazzo con una macchina fotografica istantanea; Krystal si mise di fianco a me, mi abbracciò e poggiò la sua fronte contro la mia tempia. Io stessa cercai di esibirmi in un sorriso, sebbene in quel momento stessi provando troppe emozioni per riuscire ad esprimerne una in particolare in quel sorriso. La macchina fece qualche rumore, quindi stampò la fotografia; il ragazzo la staccò e me la diede, guardandomi come se si aspettasse in cambio un bacio. Fu più fortunato: ricevette un bacio, sia pure sulla guancia, da Krystal.
Io guardai la foto, ancora incredula del fatto che fosse vera; sembrava la foto di due amiche per la pelle.
Intanto il gruppetto di ragazzi stava iniziando a disperdersi: molti andarono a prendersi il posto per il concerto, altri se ne andavano delusi per il fatto che Krystal prestasse più attenzione a una lesbica piuttosto che a loro e i pochi che rimasero se ne andarono poco dopo, quando videro che Krystal mi invitava ad entrare con lei nel camerino dal quale era uscita poco prima.
La band aveva già lasciato il camerino per andare dietro il palco ad accordare gli strumenti; lo stanzino era tutto per me e Krystal.
‘Allora, cosa volevi dirmi poco fa?’ mi chiese Krystal. Era distesa su un divano, e poggiava la testa sulla mano, con aria assorta; io ero in piedi come una stupida, nonostante ci fossero sedie e divanetti ovunque… oltre al divano su cui era seduta lei.
‘Non saprei come dire…’
‘Rilassati. Non sono qui per giudicarti.’ disse lei, cercando di incoraggiarmi.
‘Quello che volevo chiederti’ dissi io, traendo un respiro e guardando ovunque tranne che nei suoi occhi ‘è cosa provi quando baci una ragazza.’
‘Aaah, ho capito’ disse lei, maliziosamente ‘Ti sei innamorata di una ragazza e non trovi il coraggio di ammetterlo’
‘Si, è proprio così.’ ammisi. Poi, con grande sforzo aggiunsi: ‘Non credo che lei ricambi il mio amore’
‘Non hai mai baciato una ragazza?’ mi chiese lei, incuriosita. Ora si era messa seduta, e si sporgeva verso di me, tenendosi la testa con entrambe le mani a coppa.
‘No, mai…’ dissi, guardandomi bene dall’aggiungere che non avevo mai baciato nemmeno un ragazzo.
‘Vorresti provare?’ mi chiese, e a quel punto non potei far altro che guardarla negli occhi, per vedere se stesse dicendo la verità. Il suo sorriso si era fatto adesso molto malizioso e molto complice; non avevo dubbi che stesse effettivamente chiedendomi di baciarla.
‘Si… si, certo.’ dissi, nervosa.
Lei si alzò dal divanetto e venne verso di me, cingendomi la vita e avvicinandosi a me, fino a che le punte dei nostri nasi entrarono a contatto.
‘Non essere timida. Per conquistare una ragazza ci vogliono due cose: una è la grinta’
‘E l’altra cos’è?’ le chiesi, come ipnotizzata dalla profondità dei suoi occhi.
‘L’altra è saper usare la lingua’ disse, e quindi mi diede dimostrazione, serrando le sue labbra contro le mie e facendo irruzione nella mia bocca con la sua lingua; per non so quanto tempo, le nostre lingue giocarono a rincorrersi, a toccarsi e ad avvolgersi in vortici di passione; paradossalmente, mentre ci baciavamo, lei mi cingeva romanticamente, mentre le mie mani erano più intraprendenti, e andarono a tastare la sua carne straripante di desiderio e sensualità.
La sua bocca era fresca, e sapeva di fragole; la sua lingua era piccola e lunga, e si muoveva con l’esperienza di quattro anni di lavoro nel porno; e i suoi denti erano perfettamente allineati e appuntiti; quando glieli toccai con la punta della lingua, lei mi prese per le guance e mi separò da lei.
Quindi ci guardammo negli occhi per qualche lunghissimo secondo, entrambe a corto di respiro; stranamente lei stessa sembrava sconvolta, e per un attimo terribile temetti che avessi fatto qualcosa di sbagliato. Forse le aveva dato fastidio essere palpata, o forse non le piaceva come baciavo.
Invece fece scivolare lentamente le sue mani giù per il mio viso, fino a farle arrivare alle mie spalle; quindi avvicinò di nuovo la testa alla mia, stavolta non per baciarmi ma per leccarmi il collo. La lasciai fare senza fiatare; anzi, alzai lo sguardo al soffitto e chiusi gli occhi, abbandonandomi alla piacevole estasi che stavo provando. Mi sarei forse addormentata tra le sue braccia, se non avessi provato un dolore acuto e fastidioso, come una puntura, là dove poco prima la lingua di Krystal lasciava strati di saliva sul mio corpo.
Guardai, e vidi con orrore che Krystal aveva affondato i suoi canini da Vampira nell’incavo tra collo e spalla… e ora stava bevendo il mio sangue, producendo orribili quanto sensuali rumori di risucchio con la bocca. Durò poco, e quando si separò, un rivoletto di sangue fuoriusciva da due minuscoli forellini sulla mia spalla; un identico rivoletto colava dall’angolo della bocca di Krystal.
Lei mi sorrise, e solo allora notai che effettivamente i suoi canini erano affilati, come quelli di una vampira.
‘Ti è piaciuto?’ mi chiese
Io mi passai due dita sul punto in cui mi aveva morso: pulsava e faceva parecchio male, un dolore che mi eccitava; il sangue rimase impresso sulle punta delle mie dita, e io me le misi in bocca per assaporarlo.
‘Si’ risposi, con un sorriso ‘Mi è piaciuto’
Da allora io e Krystal siamo ufficialmente fidanzate; ovviamente la nostra storia non è di dominio pubblico, perchè, come dice lei, ‘bisogna dare ai fan l’illusione che la loro Dea sia raggiungibile da tutti loro’. Lei continua con il suo lavoro, ma io non mi ingelosisco nè quando fa sesso con uomini, nè quando si esibisce in azioni lesbiche con altre donne; il nostro è un rapporto diverso, privilegiato: ci incontriamo tutte le notti, io e lei, allo scoccare della mezzanotte, quando i miei canini diventano affilati e un paio di ali nere spuntano dalla mia schiena.
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…
Grazie davvero, sono racconti di pura fantasia. Da quando ho scoperto la scrittura come valore terapeutico, la utilizzo per mettere…
Questo è ancora meglio...le sensazioni descritte da Mena sembrano così reali. Sanno quasi di...vissuto? ;) Complimenti ancora!