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Racconti erotici sull'Incesto

Dolce risveglio

By 22 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo scorso weekend mio marito Mike è andato a pescare con i suoi amici, su nell’Oregon, come fa all’incirca una volta al mese.
Sabato mattina, molto presto (saranno state all’incirca le sei) Mike si è levato silenziosamente, evidentemente pensando di riuscire a non svegliarmi.
Io però ero già desta da un pezzo, da quando – cioè – le prime luci dell’alba avevano cominciato a filtrare attraverso le imposte semiaperte della nostra camera da letto.
Dapprima, mentre Mike si vestiva, sdraiata su un fianco e voltandogli le spalle, ho finto d’essere ancora addormentata ma poi, sentendomi in colpa, mi sono girata verso di lui, chiedendogli se voleva che scendessi in cucina a preparargli la colazione.
– Non preoccuparti, piccola – mi ha risposto lui, ormai quasi completamente vestito – Più tardi ci fermeremo lungo la strada per mangiare un boccone’continua a dormire! – E, così dicendo, dopo aver fatto il giro del letto, si è chinato a baciarmi ed è quindi uscito dalla stanza per scendere al pianterreno, dove l’ho poi sentito affaccendarsi per qualche minuto mentre caricava la sua attrezzatura sull’auto.
Io me ne sono rimasta tranquilla ancora per un po’, al calduccio sotto le lenzuola, fino a quando cioè non ho sentito il portoncino d’ingresso chiudersi.
Subito dopo la casa è ripiombata nel silenzio.
A quel punto mi sono rilassata, stiracchiandomi voluttuosamente tra le lenzuola e lasciandomi sfuggire un sorriso.
Era ora! – ho pensato, appoggiandomi sul gomito per guardare in direzione della porta della camera, la quale dava sul corridoio, ancora immerso nella semioscurità.
Entro breve – ne ero sicura – avendo anch’esse avvertito il rumore del portoncino d’ingresso che si chiudeva dietro le spalle di loro padre, Bessie e Molly, le mie due figliole, mi avrebbero raggiunto sul letto matrimoniale, sul quale – come avevamo cominciato a fare da qualche tempo – approfittando delle assenze di Mike, ci saremmo amate’e non come si usa tra madre e figlie ma bensì come vere donne.
Qualche minuto dopo, come mi ero aspettata, una figura – appena illuminata dai deboli raggi del sole mattutino – si è profilata nel vano della porta.

Bruna, con i lunghi capelli sciolti sulle spalle, mia figlia Bessie indossava una corta camicia da notte che le arrivava a metà coscia e che le fasciava il corpo da adolescente quindicenne, ancora in sboccio.
Se ne stava lì, sulla soglia, appoggiata allo stipite della porta, guardando nella mia direzione, chissà, forse aspettando un incoraggiamento da parte mia. E’ sempre stata un po’ timida la piccola Bessie, la mia secondogenita’ed anche la mia prediletta.
– Vieni tesoro! – l’ho incitata a quel punto, invitandola a raggiungermi – Vieni dalla mamma!
Bessie allora si è fatta coraggio e staccatasi dalla porta si è diretta verso di me. Quindi, giunta al letto, vi si è sdraiata, accoccolandomisi affianco, quasi a volersi godere il calore sprigionato dal mio corpo.
– Buongiorno, mammina! – mi ha sussurrato poi, alzando lo sguardo verso di me.
– Buongiorno, gioia mia – l’ho salutata a mia volta, chinandomi quindi a posarle un tenero bacio sulle labbra – Hai dormito bene?
– Mm’sai, mi sono svegliata molto presto, questa mattina – mi ha bisbigliato Bessie.
– Oh’e come mai, amore? – le ho chiesto io, allungando una mano ad accarezzarle una guancia.
– Perché non vedevo l’ora di venire a letto con te, mammina! – mi ha risposto lei, tenerissima, stringendosi ancora di più a me e posandomi il capo sul seno.

Proprio in quel preciso istante, Bessie ed io abbiamo percepito un rumore proveniente dalla porta. Quando entrambe ci siamo voltate in quella direzione, abbiamo visto sua sorella Molly, la quale – ritta sulla soglia – ci stava guardando, con un mezzo sorriso sulle labbra.
Bionda, con i capelli tagliati a caschetto ed un corpo graziosamente arrotondato nei punti giusti, l’altra mia figliola (diciotto anni appena compiuti) indossava un pigiama a canottiera con i pantaloncini corti che le lasciava scoperte le braccia, le spalle e le gambe. Assomiglia tutta a suo padre – ho pensato, guardandola.
– Buongiorno Molly – l’ho salutata quindi, con voce suadente.
– Buongiorno, ragazze – ci ha salutate lei, cominciando quindi ad avvicinarsi lentamente al letto – Siamo sole, finalmente! – ha aggiunto poi, accarezzando distrattamente – mentre passava – la tenda posta davanti alla finestra, senza peraltro mai staccarci gli occhi da dosso.
– M-mm’proprio così! – le ho confermato io, allargando contemporaneamente il braccio destro in un muto invito a sistemarsi a sua volta accanto a me – Tuo padre non tornerà prima di domani sera. Contenta?
– Non ne vedevo l’ora, mammina – mi ha sussurrato lei, sdraiandomisi affianco e stringendosi al mio corpo.

Per qualche minuto – quindi – Bessy, Molly ed io siamo restate in silenzio, assaporando la dolce quiete di quel momento della giornata che precede il mattino e godendo della rispettiva vicinanza e del calore che ognuno dei nostri corpi donava agli altri.
Avvolte in un quieto torpore, le mie due figliole ed io abbiamo aspettato – come sempre facciamo – che, lentamente, quasi partisse da lontano, il desiderio si accendesse in noi, innescando la passione.
Ad un tratto, allungando una mano, Molly ha cominciato ad accarezzarmi il ventre (modestamente ancora ben piatto, nonostante le mie due gravidanze) fasciato della camicia da notte di seta che indossavo.
Subito ho avvertito un senso di calore che dall’inguine ha cominciato a salirmi verso la testa, avvolgendomi. In un attimo, quasi senza rendermene conto, ero già pazza di desiderio’fare l’amore con le mie ragazze’ecco cosa desideravo ardentemente in quel momento!
Girando il capo verso mia figlia, ho incrociato i suoi occhi e, nella pallida luce dell’alba, vi ho letto tutta la libidine che evidentemente già pervadeva anche lei.
– Molly’ – le ho sussurrato, cominciando nel frattempo ad accarezzarle i capelli mentre lei continuava imperterrita a sfiorarmi con dita leggere l’inguine e le cosce nude – ‘dolce, cara Molly.
Giusto in quel momento mi sono sentita accarezzare il seno’anche Bessie si era scossa dal torpore e si faceva sentire. Con la sua piccola mano, mia figlia mi ha dapprima sfiorato la mammella sinistra – facendomi immediatamente inturgidire il capezzolo – e quindi me l’ha stretta nel palmo, stringendomela – Ti vogliamo, mammina! – mi ha bisbigliato quindi, subito dopo, guardandomi anch’essa con occhi colmi di desiderio, mentre io la accarezzavo a mia volta.
– Allora’prendetemi, bambine – le ho incitate, felice di essere così desiderata – La vostra mamma è qui’tutta per voi’come sempre quando lo vorrete!

Subito, allora, con un sospiro Bessie si è protesa verso di me, con le tumide labbra dischiuse, invitandomi a baciarla, cosa che io mi sono prontamente affrettata a fare, dapprima timidamente e quindi con sempre maggiore passione, costringendola a schiudere i denti ed infilandole la lingua in bocca, mulinandogliela quindi dentro.
La mia bambina, non solo si è lasciata penetrare e scopare dal mio muscolo guizzante ma anzi – approfittando del fatto che ad un certo punto mi sono ritratta da lei per prendere fiato – alzandosi in ginocchio sul letto è passata al contrattacco, prendendomi la testa tra le mani e ficcandomi a sua volta la lingua in gola mentre, strusciandosi contro il mio corpo, mugolava come una gatta in calore.
Intanto l’altra mia figliola con perdeva certo tempo. Mentre Bessie mi baciava – infatti – Molly mi ha infilato la mano al di sotto della camicia e quindi – introdottami la mano nelle mutandine – ha cominciato ad accarezzarmi la vulva con la punta delle dita.

A quel punto ho perso il controllo di me stessa e quindi, separandomi a fatica da Bessie – che mi si era attaccata addosso come una sanguisuga – ho afferrato Molly per i capelli e l’ho attratta a me, incollandole la bocca alla sua e costringendola a schiudere le labbra ed i denti così da poter infilare anche a lei la lingua in gola, come avevo fatto per sua sorella. E come sua sorella, anche Molly c’è stata alla grande, rispondendo con entusiasmo al mio bacio.
E’ stato così che, strusciandoci languidamente l’una con l’altra, mia figlia ed io abbiamo limonato per diversi minuti, leccandoci e succhiandoci le labbra e penetrandoci a vicenda con le lingue, mischiando le nostre salive. Il tutto mentre – mugolando e sospirando – Molly mi rovistava senza più alcun riguardo la vulva, inzuppandoci le dita ed io le palpavo voluttuosamente una mammella, quella più a portata di mano, godendomi la sua voluttuosa sodezza.

Bessie, nel frattempo aveva deciso che ne aveva avuto abbastanza e quindi, in un lampo, si è sbarazzata della camicia da notte, gettandola da parte e poi, rotolando sopra in letto, anche delle mutandine di pizzo bianco, rimanendosene quindi del tutto nuda di fronte a noi, in attesa di vedere cosa avremmo fatto a quel punto.
E’ stato così, quindi, che quando poi sua sorella ed io, prendendo fiato durante il nostro appassionato lingua in bocca, ci siamo rese conto della sua nudità, abbiamo deciso di imitarla, senza altre esitazioni.
Lestissima, Molly si è liberata del suo pigiama e degli slip e quindi, mentre io, da parte mia, mi sfilavo la camicia da notte al di sopra della testa, lei si è affrettata a mettere mano alle mie mutandine, abbassandomele e quindi togliendomele, facendomele scendere lungo le gambe, così che in un attimo mi sono trovata completamente nuda accanto alle mie bambine.
A quel punto le mie due figliole sono tornate a stringermisi addosso, strusciando i loro giovani corpi nudi contro il mio e mentre io – circondandole con le braccia – le attiravo a me, ciascuna di loro si è impadronita di una delle mie mammelle dal grosso capezzolo turgido, rosso come una caramella alla fragola.

– Che belle tette che hai, mamma! – mi ha sussurrato Bessie, mentre mi palpava quella di sua competenza con la piccola mano, rigirandosela, grossa e burrosa, nel palmo.
– Vuoi che te le succhiamo, mammina? – mi ha chiesto allora Molly, subito prima di estroflettere la lingua a lambirmi la punta del caporello, mentre mi guardava con occhi colmi di libidine.
– Oh sì! – ho risposto loro, entusiasta, sentendo nel frattempo la vulva infradiciarmisi a causa dell’eccitazione che stavo provando in quel momento – Forza, bambine’attaccatevi alle tette della mamma’come quando eravate piccole e mi succhiavate fuori il latte’da brave!
Detto fatto, un istante dopo le mie due figlie si sono scatenate, dapprima leccandomi e suggendomi i capezzoli e quindi passando a mungermi’nel vero senso della parola, ognuna di loro poppandomi come forsennate, quasi come se effettivamente volessero ancora nutrirsi al mio seno.
Per un po’ le ho lasciate fare, godendomi appieno la loro completa dedizione, abbandonandomi con trasporto a tutta una serie di mugolii, sospiri e gemiti di piacere ma poi, ad un tratto, ho avvertito un brivido corrermi lungo la spina dorsale, dal cervello alla vagina, quasi come se fossi stata attraversata una scossa elettrica ed allora ho capito che il mio corpo pretendeva ormai ben altri stimoli.

A quel punto, allora, ho passato entrambe le mani sotto le gole delle mie figlie e quindi, delicatamente, le ho condotte a staccare le loro bocche fameliche dai miei seni.
– Siete deliziose, bambine! – ho sussurrato loro, guardandole, prima l’una e poi l’altra, con occhi che sapevo essere colmi di lascivia – Voi volete bene alla mamma, vero? – ho chiesto loro in un bisbiglio.
– Oh sì! – mi ha risposto Bessie, guardandomi con tenerezza.
– Siamo pazze di te, mammina! – ha replicato Molly, guardandomi con voluttà, tornando a palparmi la mammella – Faremmo qualsiasi cosa per te!
– Allora facciamo l’amore, ragazze – ho proposto loro, accarezzandole – Mm’cosa ne dite, porcelline mie?
– Cosa stiamo aspettando? – mi ha chiesto Molly in un sussurro – Io ho già la fica in fiamme! Dai, Bessie’ – ha sollecitato quindi sua sorella – ‘datti da fare!

Subito allora, Bessie (‘come se non aspettasse altro!) si è districata dal mio abbraccio e poi, muovendosi ginocchioni sopra il letto, si è infilata tra le mie gambe e dopo avermele fatte allargare, vi si è sdraiata in mezzo, a pancia in giù, posandomi le mani sulle cosce per tenermele ben aperte.
Subito dopo, quindi – mentre io la seguivo con lo sguardo ogni sua mossa – Bessie si è protesa verso la mia vulva, evidentemente gustandone la vista ed aspirandone l’intenso afrore.
– Leccamela, gioia mia! – l’ho incitata io a quel punto, con voce resa roca dall’eccitazione che ormai mi pervadeva – Lecca la fica della tua mamma’dai!
Al che Bessie, facendomi scorrere le mani lungo la parte interna delle cosce, mi ha allargato con le dita le labbra del sesso e quindi, dopo avermelo rovistato per un po’ con la punta della lingua – facendomi letteralmente sobbalzare sul letto – mi ha messo a nudo la clitoride e quindi ha cominciato a slinguarmela con metodo, fissandomi nel frattempo al di sopra del mio villoso monte di venere, pennellandomela con sapienti e corpose raspate, mentre io mugolavo e sospiravo, scuotendo il sedere e dimenando i fianchi, aspirando rumorosamente l’aria attraverso la bocca aperta.
– Oh sì’oh sì! – le ringhiavo, pazza di eccitazione – Lecca’lecca la tua mamma’dai’dai, tesoro’vai’così!

Proprio allora, evidentemente vedendomi così sconvolta, Molly, alzatasi in ginocchio sopra il letto, si è protesa nuovamente verso di me, a bocca aperta, con la lunga lingua rosa estroflessa in un’oscena offerta.
Immediatamente allora, io, circondandole la vita con un braccio l’ho attratta a me. Per lunghissimi istanti, quindi, Molly ed io siamo tornate a baciarci appassionatamente, intrecciando le nostre lingue e mischiando le nostre salive.
Nella foga, poi, lei ha cominciato a palparmi il seno mentre io, infilatale una mano tra le cosce, ho preso ad accarezzarle la vulva, che ho trovato già abbondantemente infradiciata dei suoi umori.
A quel punto mia figlia Molly si è staccata dalla mia bocca e quindi, con un gemito, si è alzata in piedi sopra il letto e, appoggiando una gamba alla testiera, mi è montata sopra a cavalcioni, sbattendomi praticamente il sesso in faccia.
– Leccami la fica, mammina! – mi ha ringhiato, posandomi una mano sulla testa attirarmi a sé – Dai’fammi sentire la lingua’TROIA!
Il fatto di sentirmi insultare in quel modo da mia figlia ha avuto l’effetto di eccitarmi ancora di più, fatto sta che, subito, infilatale la testa tra le cosce ed appoggiatale la bocca alla vulva, ho cominciato a leccargliela, lambendole con la lingua la fessura colante delle sue secrezioni, il tutto mentre Molly – tenendosi aperte le ninfe con le dita – ruotava languidamente il bacino, gemendo e soffiando.
– Mm’oh sì, continua così, mammina! – mi esortava – Continua così’che mi fai impazzire, sgualdrina che non sei altro! – Al che io ci ho dato dentro alla grande, passando quindi senza esitazione ad infilarle la punta indurita della lingua nella vagina, come se fosse un piccolo membro.

Tra le mie cosce spalancate, nel frattempo, l’altra mia figliola aveva staccato la bocca dalla mia vulva e poi, facendomisi sotto, si era posizionata in modo da potermi masturbare.
Mentre io leccavo sua sorella quindi, la piccola Bessie mi ha penetrato, infilandomi fino alle nocche due intere dita nella vagina colante di umori ed ha cominciato quindi a farmele scorrere avanti ed indietro, facendomi istintivamente sobbalzare sopra il letto.
Quando Molly – con la vulva spiaccicata sulla mia faccia – si è resa conto di cosa stava succedendo, maledicendo sua sorella, si è staccata (presumo, dunque, a malincuore) da me ed è quindi tornata ad inginocchiarsi sul letto al mio fianco. Poi, mentre Bessie continuava imperterrita a masturbarmi, ha allungato una mano e quindi, infilandomi sapientemente il dito medio tra le pieghe delle labbra della vulva, ha cominciato – la bagascia – a strofinarmi la clitoride, dapprima piano e quindi sempre più velocemente, mentre, voltandosi verso di me, studiava le mie reazioni.
A quel punto, sotto l’azione combinata di entrambe le mie bambine, io ho cominciato a ruotare convulsamente il bacino ed a gemere come una cagna in calore.
Resesi conto del fatto che mi trovavo ormai sull’orlo dell’orgasmo, Bessie e Molly ci hanno dato dentro alla grande, l’una sditalinandomi con entusiasmo e l’altra massaggiandomi freneticamente il grilletto turgido.
– Godi, troia! – mi ha sibilato ad un tratto Molly, peraltro assolutamente concentrata su ciò che stava facendo.
– Si, mammina, vieni’dai! – mi ha sussurrato Bessie, alzando gli occhi colmi di libidine a fissarsi nei miei.

E’ così è stato. Nel giro di pochi istanti, infatti, sono venuta, urlando senza alcun ritegno tutto il mio piacere! E’ stato un orgasmo travolgente’impetuoso, che mi ha fatto sobbalzare sopra le lenzuola come una giumenta imbizzarrita e sborrare come una fontana.
Quando poi, i sussulti sono infine terminati, lasciandomi sudata ed esausta, le mie due figliole mi hanno raggiunto, sdraiandosi al mio fianco, visibilmente compiaciute.
– Ti è piaciuto, mammina? – mi ha chiesto Bessie, accarezzandomi un capezzolo reso turgido dall’eccitazione residua.
– Oh sì! – ho risposto loro, protendendomi quindi per ricevere i loro teneri baci di amanti – Siete state davvero bravissime, porcelline mie’ma adesso’ – ho detto loro con voce suadente – ‘tocca a voi, piccole. Forza – le ho invitate – fatemi alzare’e poi mettevi al mio posto!
Al che Bessie e Molly, dopo essersi spostate per permettermi di districarmi dal loro abbraccio ed a mettermi in ginocchio, si sono sdraiate a loro volta sul mio grande letto matrimoniale, strette una accanto all’altra, in attesa fremente che la loro adorata mamma facesse loro la festa.

Prima di cominciare, però, mi sono concessa un attimo per guardarle – le mie due figliole – così splendidamente nude davanti ai miei occhi.
Da un lato Molly’bionda e dalla pelle ambrata, formosa e morbida, con due bei seni rotondi dai grossi capezzoli rosati e dall’altro lato Bessie’bruna e dalla pelle eburnea, magra e longilinea, con i piccoli seni ancora in sboccio dai capezzolini del colore delle more’così, completamente diverse l’una dall’altra’una somigliante al loro padre ed una assomigliante a me.
Molly si era rilassata sul cuscino, intrecciando le braccia dietro la testa mentre Bessie, invece, si era appoggiata all’indietro puntellandosi sui gomiti, come per vedere meglio ciò che tra lì a poco le avrei fatto’entrambe, comunque, non avevano perso neanche un istante a spalancare le gambe, scosciandosi, così da esibirmi in tutta la loro oscena bellezza i loro giovani sessi: Molly’ dal monte di venere paffutello coperto da una striscia ben rasata di serico pelo biondo e la vulva dalle rosee ninfe polpose e Bessie’dal pube ricoperto da un incolto cespuglio di pelo nero e la vulvetta dalle grandi labbra scure.
Deliziose – ho pensato, allungando nel contempo entrambe le mani a raggiungere le loro intimità. Delicatamente, quindi, ho iniziato ad accarezzargliele, trovandole tutte e due già abbondantemente lubrificate.
– Datti da fare con la lingua, mammina! – mi ha sussurrato ad un tratto Molly, alzando il capo quanto bastava per fissarmi negli occhi – Dai’ – ha continuato poi con tono perentorio – ‘leccaci’cosa aspetti?

Al che io, accovacciatami prontamente tra le sue gambe, tanto per cominciare le ho infilato la testa tra le cosce e quindi, dopo averle allargato con le dita le labbra della vulva, ho cominciato a leccarla, slinguandole per tutta la sua lunghezza la fessura rorida di umori, mentre Molly mugolava e sospirava palpandosi i seni dai capezzoloni resi turgidi dall’eccitazione e dimenando i fianchi’dicendomi che ero una sgualdrina, una lurida donnaccia ed infervorandomi quindi ancora di più, facendomi aumentare il ritmo e la profondità del cunnilinguo, portandomi ad infilarle l’intera lingua nel sesso.
Bessie intanto, aveva cominciato a sditalinarsi per conto suo ed ansimava eccitata, guardandoci.
Quando me ne sono accorta, allora, mi sono disimpegnata da sua sorella e quindi, spostandomi ginocchioni sul letto, sono andata a collocarmi tra le sue gambe, le ho fatto togliere di mezzo la mano e dopo averle ficcato tra testa tra le cosce ed appoggiata la bocca alla vulva, ho iniziato a slinguarle ed a rasparle con la lingua la spacca trasudante di sborra, guardandola negli occhi mentre lei, ruotando scompostamente il bacino, mugolava e gemeva in preda ad un’eccitazione incontrollabile, biascicandomi nel frattempo che la stavo facendo impazzire di piacere ed incitandomi a quindi a continuare’cosa che io ho continuato a fare imperterrita, fino a quando, cioè, non mi sono ritrovata con la mia povera lingua in fiamme!

A quel punto, allora, mi sono rialzata, rimettendomi in ginocchio in mezzo al letto, ai piedi delle mie due piccole amanti, ancora distese a gambe aperte, sudate ed ansimanti.
– Forza ragazze’ – le ho incitate, subito dopo – ‘giratevi’mettetevi a quattro zampe, avanti!
Subito, le mie figlie, obbedienti, si sono conformate al mio ordine, disponendosi alla pecorina, con gli splendidi culetti alzati e le natiche (rotonde e burrose quelle di Molly, più piccole e sode quelle di Bessie) impudicamente dilatate ad esibirmi i loro forelli anali e le loro vulve gocciolanti.
A quella vista mi sono eccitata come una scrofa quando vede il verro oltre il recinto’i capezzoli mi facevano male da quanto erano duri ed in mezzo alle gambe sentivo la vulva pulsarmi. Avrei voluto godere ancora’ma avevo un compito da portare a termine: far godere invece quelle due troiette!
– Sapete bambine’mi piacerebbe essere un uomo, adesso’ – ho sussurrato loro, mentre, dopo essermi disposta dietro di loro, allungavo le mani a raggiungere i loro sessi – ‘per potervi fottere con il mio grosso cazzo! – E quindi, mentre Bessie e Molly si giravano a guardarmi, ridendo della mia battuta, le ho penetrate, ficcando in profondità, nelle loro fessure dilatate e già abbondantemente lubrificate, indice e medio di entrambe le mani, per tutta la loro lunghezza! Subito dopo, poi, mentre entrambe le mie ragazze guaivano felici, sono passata a masturbarle, cominciando a fargliele scorrere loro nelle vagine.
A quel punto, Bessie e Molly hanno cominciato ad andare in brodo di giuggiole, entrambe dimenando i fianchi e spingendo verso di me il sedere, in modo da godersi appieno la mia penetrazione’mugolando e gemendo, quasi come fossero cagne in calore, guardandosi e protendendosi – ogni tanto – l’una verso l’altra, per baciarsi e slinguarsi.
– Che baldracche che siete! – ho ringhiato loro, mentre le sditalinavo con entusiasmo’ritmicamente e simultaneamente’senza sosta e senza pietà, eccitandomi sempre di più nel sentire i loro versi.
– Mm’mm’abbiamo preso da te, mammina! – mi ha ringhiato a quel punto quella puttana di Molly, girandosi verso di me, i bei lineamenti distorti dalla lussuria che la pervadeva – Dai, troia’ – mi ha esortato, quindi, subito dopo – ‘dacci dentro’facci godere’se ne sei capace!
Al che io, esaltata da quella sfida, ho intensificato la mia azione, pistonandole freneticamente, riuscendo in tal modo a portarle in breve sull’orlo dell’orgasmo’orgasmo che le mie bambine, hanno raggiunto pressoché nello stesso istante, dapprima muggendo come giovenche e quindi allungandosi l’una verso l’altra per scambiarsi una serie di lunghi baci appassionati, mentre io – imperterrita – continuavo a sditalinarle, immersa fino alle nocche nelle loro fichette inondate di sborra, insultandole – dicendo loro che erano delle sgualdrine, delle puttane vogliose!
Quando poi, infine, le mie ragazze, sfinite, hanno dato segno di rilassarsi, adagiandosi pian piano verso il basso, mi sono sfilata da loro e sono tornata quindi a sdraiarmi al loro fianco, felice di essere riuscita ad appagarle.
– E’ stato bellissimo, mammina! – mi ha sussurrato Bessie, accarezzandomi un seno.
– E’ vero’sei stata fantastica! – mi ha bisbigliato da parte sua Molly, in un orecchio, subito prima di infilarmici dentro la lingua.

Il resto del weekend, poi, è stato poi, ancora meglio.
Le mie bambine ed io – finalmente libere da ogni inibizione – abbiamo fatto un mucchio di esperienze nuove e ci siamo tolte un mucchio di soddisfazioni, collezionando tutte insieme un numero incredibile di orgasmi.
Inutile dire che quando mio marito Mike è rientrato a casa – domenica sera – trovando la sua piccola famiglia felice e tranquilla, non ha avuto modo di sospettare assolutamente niente.

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