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Racconti Erotici Etero

L’affitto

By 25 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

L’affitto

Non è facile tirare la carretta da laureato sottoccupato. Lavoro part time in un’agenzia di viaggi, sfruttando la conoscenza dell’inglese, ma guadagno 900 euro al mese e solo l’affitto di casa me ne porta via 600. Quando a fine mese passo a pagare la pigione dal mio padrone di casa, il ragionier Elio, un vecchiaccio di una settantina d’anni, un autentico ebreo, è come se andassi in ospedale a sottopormi ad un intervento chirurgico.
Quando vado da lui, mi capita spesso di incrociare anche la moglie Maddalena, una donna di una certa età, tra i 60 e i 65 anni, con un suo portamento matronale, ma soprattutto con un paio di tette che è difficile ignorare (una decima misura?), ed è la sola visione confortante che mi porto dietro. Quando la incrocio, lei mostra una certa riservatezza ed abbassa gli occhi, ma a me pare di leggere in quegli occhi una evidente tristezza, e penso che vivere con un marito così non dev’essere allegro. La fantasia corre e più di una volta ho sognato di vendicarmi dell’esosità del padrone di casa scaricando il mio furore sessuale sul corpo maestoso della moglie.
Il mese scorso non ho trovato il ragioniere, in casa c’era solo la signora Maddalena ed era ancora in vestaglia. Ho avvertito subito un piccolo brivido. Il déshabillé lasciava intravedere la pienezza traboccante del suo seno e l’ampiezza dei suoi fianchi e del suo didietro, provocando un’immediata reazione dentro i miei pantaloni. Ho respirato forte, mi sono scusato e le ho detto che sarei passato più tardi; ma lei ha insistito a trattenermi, dicendomi il marito sarebbe tornato a momenti:
“Dai, entra, mentre lo aspettiamo ti preparo un caffè.”
Sono entrato in casa un po’ tremebondo, anche per via dell’eccitazione crescente. Mi ha fatto accomodare nel salotto e mi ha lasciato solo per andare in cucina. Ma, dopo aver messo sul fuoco la caffettiera, ho visto che si è ritirata di fretta in bagno lasciando peraltro la porta socchiusa.
L’eccitazione della visione di quelle carni opulente e la circostanza di trovarmi lì da solo con lei mi facevano sudare le mani, sentivo che il mio stantuffo soffriva dentro le mie mutande, invano cercavo di tenerlo a bada e sistemarmelo alla meglio per occultarlo.
I minuti passavano, la macchinetta del caffè gorgogliava, ma lei non usciva ancora dal bagno. Ha fatto per chiamarla, ma non ho ricevuto risposta; perciò mi sono precipitato in cucina a spegnere il gas. Poi, visto che la padrona di casa si tratteneva in bagno, mi sono avvicinato al bagno per avvertirla che il caffè era uscito.
Ma, quando mi sono affacciato sulla porta del bagno, sono rimasto senza fiato. La sua vestaglia era per terra, lei era seduta sul bidet con il suo grande reggiseno ancora agganciato, ma con le spalline giù, le sue spalle e le sue chiappe si mostravano in tutta la loro magnificenza. Mi sono accorto che mi ha visto nello specchio, ho cercato di tirarmi indietro, ma lei mi h prontamente richiamato:
“Se hai spento il caffè e mio marito non è tornato ancora, entra pure! Una volta tanto posso fare a meno di strofinarmi la fica da sola?”
Il suo era un invito assolutamente sorprendente, ma eccitato com’ero non ho perso tempo, sono entrato nel bagno e mi sono slacciato i pantaloni, liberando la mia asta inalberata e fremente. Lei si è girata sul bidet verso di me e mi si è messa di fronte a gambe allargate, mostrando la sua ficona pelosa e gocciolante. Ha preso in mano con fare risoluto il mio uccellone ed ha cominciato a leccarlo e succhiarlo con voracità. Si è fermata un attimo solo per avvertirmi:
‘Mi raccomando, resisti un po’, non mi venire subito!’
Le ho risposto che, se voleva allungare la cosa, era bene che sospendesse il suo pompino e mi lasciasse esercitarmi un po’ con il cazzo. L’ho fatta alzare dal bidet e l’ho fatta chinare a pecorina sul lavandino; mi sono fatto scorrere un po’ di sapone liquido sulle dita e gliene ne ho infilato due nell’ano; poi, incurante delle sue proteste, per la verità molto blande, le ho trafitto il posteriore con il mio uccellone immergendolo fino alle palle in quelle chiappone burrose.
Ha emesso un urlo di dolore, non so se perchè era per lei la prima volta o perché un cazzo così grosso non l’aveva mai inculata. Ma poi ha aggiunto subito con voce affannata:
“Oh che cazzo!….. Mamma mia, mi hai sfondato! ‘. Ma dai, continua con questo trapano! ‘..”.
Mi sono fermato per un po’ per non eiaculare subito, poi ho ripreso a sbatterla con forza e, dopo nemmeno un minuto, ho urlato anch’io con un orgasmo mai sentito, riempiendole il culo di tanta di quella sborra che sembrava le pisciassi dentro. Lei, senza battere ciglio, si è risieduta sul bidet e si è risciacquata fica e culo, poi mi ha detto:
“Riprendi fiato ‘. abbiamo ancora tempo ‘..”
Mi ha fatto sdraiare a terra nel bagno ed ha ricominciato a ciucciarmi l’uccello e nel frattempo me lo ha ripulito facendomelo inturgidire nuovamente. Allora si è messa a cavalcioni su di me e si è lasciata penetrare in fica una seconda volta, sommergendo la mia faccia con i suoi enormi meloni.
Non vedevo nulla, se non un universo di carne morbida; ma la sentivo gemere e godere, gemere e godere ed esclamare ad alta voce:
‘Oh finalmente un cazzo come si deve! ‘ non lo vedevo da anni e anni ‘.. alla faccia di quel cornuto del ragioniere, che pensa solo ai soldi, ma sono dieci anni che non gli si alza più!’
La cavalcata è durata almeno dieci minuti, poi lei ha accelerato e, emettendo un nuovo urlo, si è lasciato andare ad un orgasmo che mi ha letteralmente allagato la pancia, mentre io la riannaffiavo con lo sperma residuato nei coglioni.
Poi si è placata e mi ha chiesto con un tono da puttana stagionata:
“Che te ne pare della tua vecchia?”
Le ho risposto che, bona e porca com’era, me la sarei scopata fino alla morte. Lei ha sorriso con un ghigno, poi si è rialzata e si è rimessa sul bidet per risciacquarsi fica e culo.
Siamo usciti dal bagno madidi di sudore, ma esausti e soddisfatti. Lei mostrava una cera ed un sorriso che non le avevo mai visto. Poi mi dice in tono allegro:
‘Allora, ce lo prendiamo questo caffè?’
Le ho risposto che forse era meglio che andassi via subito per non incontrare suo marito. Lei mi ha sorriso un po’ beffarda dicendomi:
“Tranquillo! Il cornutone ritorna oggi pomeriggio, stamattina è andato dal fratello in città!”
Hai capito la vecchia porca! Aveva approfittato dell’assenza del marito per adescarmi. L’avrebbe fatto col primo che capitava? Quando glielo chiedo mi risponde senza incertezze:
‘Sì, gliel’avrei data al primo che passava! ‘. Ma sono stata fortunata!…’
Chissà quanta voglie insoddisfatte aveva accumulato la poverina! Le ho sorriso con simpatia e le ho annunciato che sarei tornato nel pomeriggio a pagare l’affitto. Lei mi ha accarezzato e mi ha detto con aria complice:
‘Per questo mese hai già pagato!…. ti copro io col ragioniere ‘. ma mi prometti che lunedì mattina torni a prenderti un caffè da me”
Prima di andar via l’ho abbracciata con forza, schiacciando i suoi senoni sul mio petto e palpando senza ritegno il suo culone. Uscendo mi sono detto che era stata per me una mattinata fortunata. Mi ero scopata un donnone che mi ingrifava da tempo, ma soprattutto avevo forse trovato la maniera di risparmiare qualcosa sulle spese d’affitto.

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