Ciao, mi chiamo Marika e sono una troia.
Sì, avete capito bene, sono una puttanella che, alla vista di un bel cazzo, perde la testa e comincia a sbrodolare di brutto.
Frequento l’ultimo anno del liceo classico e piuttosto che tornare a casa spesso e volentieri mi fermo a pranzare al Mac Donald’s che si trova a due passi da scuola
Quel giorno ero in compagnia dei miei compagni di scuola e mentre mi accingevo ad addentare il mio crispy mac bacon vedo entrare dalla porta un angelo: alto, bello, sguardo penetrante, ma soprattutto un pacco molto evidente.
Insomma, un tipo così figo da farmi passare la fame.
Dal momento in cui è entrato sono rimasta tutto il tempo a fissarla come un’idiota. Lui invece nulla.
Era in compagnia di quelli che credo dovessero essere i suoi colleghi di lavoro; ha ordinato e dopo aver preso il vassoio si è seduto a due tavoli di distanza dal mio ad aspettare il resto della sua comitiva.
Continuavo a fissarlo ostinatamente nella speranza che lui potesse incrociare il mio sguardo anche solo per sbaglio così da poter iniziare uno dei miei giochetti preferiti fatti di movimenti e sguardi provocanti.
E invece niente. La fortuna non sembrava essere dalla mia parte.
Così, visti arrivare i suoi colleghi al tavolo mi sono rassegnata e ho deciso di tornare al mio panino.
Ma il destino riserva sempre sorprese e soprattutto premia gli impavidi!
E così il figone, terminato il suo panino si alza e si dirige verso il bagno: occasione imperdibile!
Mi sono alzata e travolgendo nella furia un paio dei miei compagni e mi sono diretta di corsa dietro di lui.
Gli ho lasciato il tempo di fare quel che doveva fare poi, nel momento in cui ha aperto la porta per uscire mi sono fiondata su di lui spingendolo dentro e chiudendo la porta dietro di me.
Prima che lui potesse farfugliare qualcosa le mie mani erano già sulla sua patta intente a sbottonargli i pantaloni.
Ricordo ancora il suo sguardo stralunato di fronte al mio sorrisetto da monella.
Appena slacciata la cintura mi sono accovacciata per godermi in primo piano il regalo che di lì a poco avrei scartato.
Boom! Preso in pieno.
L’arnese uscito dalle sue mutande benchè ancora non in tiro aveva un calibro non indifferente: il mio sesto senso aveva ancora una volta fatto centro.
Mi è bastato carezzarlo un paio di volte con la punta delle dita per ottenere l’effetto desiderato: un bel lecca lecca di carne con una cappella violacea pulsante.
A questo punto dopo aver sputato un paio di volte sulla punta e aver adoperato un po’ di carta igienica per pulire il piscio che era rimasto (troia sì ma zozzona no) l’ho messo di botto in bocca.
Non immaginate l’urlo che il povero ha lanciato appena la mia lingua ha toccato il suo frenulo sensibile.
Dopo un paio di pompate ho cominciato a cercare nuovamente il suo sguardo con gli occhi per godermi le sue smorfie di piacere.
Le mie labbra hanno cominciato a scorrere sulla sua pelle tesa fino allo spasmo, mentre una delle mie mani è scesa tra le mie gambe ha massaggiare la mia fichetta bagnata e vogliosa.
I miei occhi sorridenti dovevano essere per lui una provocazione molto efficace: in pochi attimi l’ho portato sull’orlo dell’orgasmo senza però farlo venire.
Mi sono rimessa in piedi, mi sono girata e tirato su il gonnellino invitandolo tacitamente ad approfittare delle mie grazie.
Lui, già infoiato per il mio lavoro di bocca, non ha esitato un attimo: tirate giù le mie mutandine ha puntato la cappella dritta alla mia fichetta.
Ohhh che goduria ragazzi!
Al solo pensiero mi sto bagnando di nuovo: sentirmi aprire da quel randellone di carne, sentirlo scivolare nella mia vagina stretta è stato l’inizio di una scopata meravigliosa.
Mi sono bastate un paio di pompate per venire la prima volta.
Credo che lui non se ne fosse nemmeno accorto, anzi, penso che i miei gemiti l’abbiano spronato a fottermi come si deve.
E così, nemmeno il tempo di riprendermi, mi sono ritrovata con le sue mani sui fianchi che mi tenevano ferma mentre il suo bacino mi massacrava di colpi.
Uno stallone in piena regola.
In pochi attimi mi sono ritrovata nuovamente a gemere come una cagna, supplicandolo di avvertirmi quand’era prossimo a venire.
Il tempo di un segondo orgasmo che sento lui da dietro iniziare a bofonchiare: ‘ohmmmm uhmmmm…ci sono quasi…’
Istantanemente mi sono girata e mi sono accovacciata afferrandogli il cazzo con entrambe le mani.
Uno…due…tre pompate ed ecco il suo orgasmo.
Ho appoggiato le labbra sul suo cazzo e un’ondata di sborra ha investito la mia lingua e il mio palato.
Non so se era da tanto tempo che non veniva o se ero riuscita ad infoiarlo così bene, fatto sta che se non avessi prontamente ingoiato avrei combinato un casino e mi sarei imbrattata per bene.
Poi, dopo averlo ripulito per bene mi sono alzata e guardandolo negli occhi gli ho stampato un bacio sulla bocca.
L’ho lasciato li a bocca aperta con il cazzo ancora fuori dai pantaloni, salutandolo con un rapido ‘ciao’
Uscita da bagno ho visto che i miei compagni si stavano muovendo per andare via e così li ho seguiti.
‘Non mangi?’ – mi ha chiesto Lisa.
‘No, m’è passata la fame’ – le ho risposto laconica.
Valle a spiegare che preferivo mille volte il sapore della sborra sulla lingua che il retrogusto di senape?
Infine, ciliegina sulla torta di quella splendida avventura, ad un certo punto Giulia mi ha guardato strano e mi dice: ‘Hai un po’ di maionese sulle labbra’
In quel momento dovevo essere diventata rossa come un peperone perchè si sono messi a ridere tutti mentre la mia lingua correva a leccare le ultime gocce di…maionese.
Succede solo da Mac Donald’s!!!
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…