La scuola è finita e mi trovo nella condizione di disoccupato a tempo determinato.
Il mio vecchio contratto è scaduto e il nuovo arriverà a settembre e ho quindi tutto il tempo di farmi delle meritate ferie solo che come al solito non so scegliere.
Fino a quando non chiama mio zio con una attraente proposta.
“Ciao Marco come va abitante della capitale” – Il suo tono è scherzoso come sempre.
“Non c’è male zio stavo cercando di decidere dove andare in vacanza ma non so scegliere”.
“Senti e invece di spenderli non ti piacerebbe farti due mesi di ferie e guadagnare pure qualcosa ?”
“Come no cosa ti serve ?”
“Senti ho un amico che ha appena aperto un villaggio turistico in Puglia e cerca personale d’animazione,se vuoi gli faccio una chiamata e vedo quello che si può fare.”
“Minchia zio sei un fenomeno ti pago tutta la bolletta se ci vado.” – Sono strafelice di questa proposta.
“Non serve che mi paghi la bolletta,ora lo chiamo e poi ti metti in contatto con lui.”
“Va bene e salutami la zia,mi mancate tutti anche se qui la compagnia ora non mi manca.”
Dopo un’oretta mi chiama l’amico dello zio,mi tranquillizza subito per il fatto che non ho esperienza nel settore,poi prendiamo a parlare del periodo in cui dovrò lavorare,dei soldi e di altri particolari. Sono d’accordo su tutto,nove settimane sono quanto posso fare prima che rincominci la scuola,la paga non è eccezzionale,ma in fondo non ci sono grosse spese e dieci giorni dopo mi presento al villaggio.
La prima settimana mi è pesante,devo imparare in fretta i balli di gruppo e le scenette per gli spettacoli serali,di giorno non ho fatica a intrattenere gli ospiti,ma quando stacco la sera sono sfinito e crollo subito sul letto.
La seconda settimana va già meglio e inquadro subito Paula,un ragazza che deve avere più o meno la mia età,non bellissima ma attraente quanto basta.
Il primo giorno,al mattino,sono il più veloce a presentarmi e ha fare le solite domande di rito.
Il suo modo di fare è semplice e cordiale,mi dice che è studentessa e che deve preparare la tesi non appena rientra. E’ da sola perché una sua amica che doveva accompagnarla le ha dato buca all’ultimo e lei non si è sentita di rinunciare a quella vacanza. Quello che più mi incuriosisce è il suo costume,sopra è un normale push-up,sotto invece è formato da uno slip sgambatissimo e coperto da un gonnellino fiorato.
Il pomeriggio si ripresenta a bordo piscina e senza darlo a vedere,mi riprecipito da lei.
Adesso parla di più,mi racconta che tutti gli animatori gli si sono fatti avanti per coinvolgerla nei tipici giochi da villaggio e che si sta divertendo al di sopra delle aspettative. Parliamo anche di me,del mio primo anno da professore e che anche a lei piacerebbe insegnare. Continuiamo a parlare senza addentrarci in discorsi specifici e ci diamo un labile appuntamento a dopo lo spettacolo serale.
La sera inizio a cercarla subito fino a che non la vedo seduta a fumare da sola.
Indossa un semplice vestito lungo nero,con scarpe in tinta col tacco e i capelli castani sono sciolti sulle spalle.
Per me è una visione magnifica,in giro ci sono certo bellezze maggiori,ma lei mi intriga come nessun’altra e non vedo l’ora di disimpegnarmi dai miei obblighi.
Quando finisco vado da Paula che mi accoglie con un gran sorriso.
“Non sapevo che sapessi fare anche l’attore.” – Mi dice scherzando.
“Lascia stare ho sempre paura di dimenticare le battute”.
“Stai tranquillo a forza di dirle te le ricorderai tutta la vita” – Inizia a ridere e le vado dietro.
“Vuoi fare una passeggiata ?” – le chiedo,anche se subito dopo ho paura d’esser stato troppo intraprendente.
“Perché no scommetto che conosci ogni centimetro di questo posto.”
Cominciamo a camminare nella pineta del villaggio facendo diversi giri parlando sempre,anzi è soprattutto lei ad aprire bocca,descrivendomi la sua vita universitaria e raccontando le sue aspettative per il dopo laurea.
Arriviamo alla fine alla scogliera e ci sediamo su un materassino lasciato li da qualche villeggiante distratto.
Ora che siamo più vicino sento ancora di più il suo profumo,è dolce e fruttato,poi senza darle nessun preavviso la bacio sulle labbra. Lei rimane sulle sue,forse non si aspettava questo gesto,ma dopo qualche secondo che mi pare interminabile ricambia il gesto e prendiamo a limonare come due adolescenti.
Comincio ad accarezzarle il collo,la sua pelle è morbida e calda,poi la mano scende sul vestito fino a fermarsi sul seno. A tatto non dev’essere abbondante,sento l’imbottitura del reggiseno,ma sono particolari che non m’interessano e continua a esplorarle il corpo.
Quando arrivo all’ombelico Paula si ritrae.
“Non voglio che tu mi tocchi troppo.” – E’ diventata improvvisamente seria nello sguardo e si alza accennando ad andarsene.
“Perché fai così,non pensavo che tu non volessi,scusami.” – Cerco di recuperare e mi alzo anch’io come se bastasse a fermarla.
“Non è colpa tua Marco è che certe cose mi mettono a disagio.”
“Va bene,lasciamo stare,non voglio fare la figura dell’arrapato.”
“Grazie per non voler forzare – mi risponde mentre nel volto è ritornata la serenità – per favore mi riaccompagni alla camera di qui non saprei dove andare.”
“Certo basta che mi dici il numero.” – Voglio rimanere con lei il più possibile per cercare di capire cosa le sia preso.
Riprendiamo la strada verso le camere,ha il numero sessantanove ed evito di fare battute fuori luogo.
In realtà non parla nessuno dei due,siamo entrambi pensierosi o forse in attesa della prossima mossa dell’altro.
Arriviamo da lei,intorno non c’è nessuno,e Paula apre la porta e accende la luce,poi si gira e riprende a parlare.
“Allora ci vediamo domani mattina in piscina ?”
“Certo io arrivo alle nove come al solito.”
“Va bene allora a domani”
“Scusa e un bacio della buonanotte è forse di troppo ?” – Ci sto riprovando e lo so,ma ormai la serata è andata e non vedo un roseo futuro.
“Certo che te lo do,solo non qui potrebbe passare qualcuno e mi vergogno.”
La spingo delicatamente dentro e entro timidamente nella sua stanza.
“Qui dentro non ci vede nessuno” – La tranquillizzo mentre accosto la porta.
Mi avvicino e con molta cautela le do un bacio a stampo,giusto per non forzare la situazione.
Paula prima accetta senza entusiasmo quel gesto,poi lo contraccambia,ma con molto più ardore.
Con un piede chiudo la porta e cerco di stringerla,ma lei mi tiene a distanza mettendomi una mano sul petto.
Non ci capisco molto con la bocca sembra voler andare fino in fondo,mentre con la mano pare volersi tenere una via di fuga. Solo che la sua lingua in bocca non mi fa ragionare,la stringo a me e ora non oppone resistenza. Stacca la bocca dalla mia solo il tempo di togliermi la maglietta e comincia a baciarmi lentamente sul collo.
Con le mani le stringo la schiena fino ad arrivare alla zip del vestito che faccio scendere con un colpo deciso.
“Non farlo,ti prego.” – E’ di nuovo spaventata,ma ormai la voglio vedere senza quell’abito che le sfilo nonostante la sua resistenza.
Lei porta le mani sul sesso come a coprirsi mentre la stringo di nuovo verso di me e cerco di baciarla.
Paula è di nuovo fredda e perdo la pazienza.
“Togli quelle mani di li – le ordino – non sarò il primo che te la guarda.”
Le afferro i polsi e le apro le braccia senza trovare resistenza,ma una grande sorpresa.
E’ una trans.
Rimango di sasso e non riesco a mettere due parole con un senso.
Ora capisco lo strano costume e perché non voleva che la toccassi sotto.
Paula fa due passi indietro e inizia a piangere.
“Ora capisci perché non volevo arrivare a questo,ti ho deluso e ora andrai in giro a dire che sono una trans e mi toccherà andarmene da qui.”
Singhiozza e trema con lo sguardo basso per la vergogna.
Capisco che sta male sul serio,ma la voglio e non m’importa di nulla.
Le alzo lo sguardo con una mano mentre con l’altra cerco di asciugarle le lacrime,poi le do un tenerissimo bacio.
“Paula a me del tuo sesso non m’importa nulla,ti voglio per come sei.”
Faccio passare quel tempo necessario perché torni a sorridere,anche se piange ancora.
“Davvero mi vuoi ?” – Ma più che una domanda è una supplica.
“Certo,se lo vuoi anche tu.”
Mi salta addosso con le braccia al collo stringendosi ora finalmente tutta a me fino a farmi cadere sul letto.
Fa volare i miei sandali,mi sfila slip e jeans in una botta sola e si mette sopra di me.
Prende a baciarmi su tutta la faccia mentre le mani mi accarezzano il petto,poi scivola sempre di più verso il basso ma senza lasciare qualche pezzo del mio torace privo delle sue attenzioni.
Quando arriva all’ombelico alza la testa per vedere se apprezzo e io le sorrido.
Il suo trucco si è leggermente sciolto col pianto,ma non l’ha imbruttita e ora che ricambia il mio sorriso mi sembra ancora più bella.
Alla fine arriva in mezzo alle gambe dove il bastone è già in piena erezione solo che invece di dedicarsi a lui come vorrei inizia a baciarmi l’incavo delle cosce sfiorando la mazza con le guance.
Per me è una sofferenza anche se molto piacevole vorrei prenderle la testa e metterglielo in bocca,ma non oso forzarla perché temo le conseguenze. La mia amante capisce che non resisto più e finalmente si dedica al mio organo del piacere leccandolo per tutta la sua lunghezza fino alla punta dove la sua lingua si sbizzarrisce in giochi pieni di fantasia.
Paula ha la bocca piccola,molto piccola e quando inizia a prenderlo in bocca fa molta fatica e finisce col riempirlo di saliva.
“Ti prego prendilo in mano non resisto più” – Le chiedo quasi come una preghiera.
Lei obbedisce e comincia a masturbarmi con tutte e due le mani e leccarmi i testicoli gonfi.
Inutile dire che resisto ben poco a quel trattamento e arrivo presto all’orgasmo.
“Si vengo non ti fermare vengo”
Allora mette la bocca sulla cappella e aspetta il mio sperma che arriva puntuale.
Il getto è notevole e prolungato,ma se ne lascia scappare ben poco nonostante non l’abbia tutto in bocca.
Alla fine alza di nuovo la testa,ha un rivolo del mio piacere che le scivola dalle labbra.
Con uno sguardo e una voce carichi di lussuria mi chiede se voglio assaggiare quello che ha in bocca.
“Si vieni qui.” – E’ la mia lapidaria risposta.
Quando ha la faccia difronte alla mia lecco quello che ha sul mento poi la bacio e gusto ancora di più la sua lingua carica di quello che avevo dentro.
Quando ci stacchiamo lei si alza e vedo che ha ancora l’intimo,ma quello che mi stupisce è il suo perizoma. Ha dei gancetti sui fianchi come quello che usa chi fa streap-tease e non resisto alla voglia di giocarci. In realtà non resisto proprio a nulla,non è stata certo una sega a togliermi la forza.
Lei mi legge nel pensiero,forse vuole andare anche lei avanti ma non ha il coraggio di parlare così prendo io l’iniziativa e porto la bocca vicino al suo orecchio.
“Paula ti voglio mia” – Le sussurro dolcemente – “E so che anche tu lo vuoi”
“Oh Marco non sai quanto lo desideri”
Mentre lo dice i suoi occhi brillano di luce propria.
“Allora alza una gamba”
Lei capisce ed esegue.
Scivolo di lato e mi inginocchio dietro di lei,le slaccio il reggiseno che cade sul letto e prendo in mano le sue piccole tette. Sono incredibilmente dure e le palpo avidamente mentre coi pollice gioco coi capezzoli. Lei gradisce e me lo fa capire con lunghi sospiri,incomincio a baciarle il retro del collo per poi far scendere la bocca verso il basso. Quando arrivo al tanga Paula abbassa le spalle per mostrarmi meglio il suo culo perfetto,mette le mani sui gancetti,ma le fermo con le mie.
“Questo lo togliamo dopo.”
Rimette le mani in avanti e prendo a far passare la lingua all’interno delle chiappe fermandomi alla rosetta del buco. Ora ansima più forte,è eccitata,ma anche io non vedo l’ora di possederla solo voglio farla godere il più possibile.
Afferro le parti superiori del tanga e le dico di aprirlo.
Con un gesto esperto lei sgancia l’ultimo indumento che le è rimasto e posso farlo scivolare avanti e indietro in modo che strusci sui genitali e dentro il culo. Con quel movimento le sfioro con una mano il cazzo già in tiro per l’eccitazione,poco dopo non resisto più e lo mollo per leccarle il buco posteriore. Lo apro al massimo con le mani e faccio entrare dentro la lingua,Paula geme di puro piacere e mi incita a continuare. Continuo senza badare ai testicoli che sono li vicino,anche se non lo è la vedo come donna e non mi creo problemi. Sento il pene pulsare,mi rendo conto che la cappella si sta ingrossando e non voglio ripetere l’esperienza se pur piacevole di prima.
Capisce che voglio concludere e mi sfugge di fianco lasciandomi interdetto.
Prende un tubetto dal cassetto del comodino e guardandomi con amore mi dice.
“Usa questa,non mi piace sentire male e poi anche tu godrai di più”
“Certo farò quello che vuoi tu e come lo vuoi.” – Le rispondo e la bacio ancora.
Si rimette come prima e comincio a ungerle il buchetto,metto un bel po’ di crema su un dito e lo faccio entrare delicatamente lubrificandola meglio che posso.
Paula riprende a provare piacere ,stringe i denti per non fare troppo chiasso,ma i suoi mugoli sono più che un segnale.
Ormai non resisto più e le punto il cazzo nell’ano e inizio a farlo entrare.
Dopo che è entrata la cappella,mi ferma e credo di averle fatto male.
“Lascia che lo faccia entrare da sola,è la cosa che più mi piace”
Lo dice con un filo di voce e non so resistere a quella richiesta.
Comincia a spingere all’indietro fino a quando non le entrato tutto.
“E’ bellissimo fammi godere ti voglio”
L’afferro per i fianchi e prendo a scoparla.
La mazza scivola senza problemi e facciamo fatica a non far sentire a tutti quello che stiamo provando.
Si dimena quando è dentro per rivolerlo quando è fuori,ogni suo movimento è dettato dal piacere che prova e anch’io sto godendo come un matto.
Non smetteremmo mai,ma non si può andare avanti all’infinito.
La prendo per le spalle scivolando in basso.
“Sto venendo.” – Lo vorrei urlare,ma mi esce un suono strozzato.
“Anch’io fammi sentire il tuo orgasmo dentro.”
Spingo più forte che posso poi le vengo dentro riempendola di sperma.
Ci fermiamo in quella posizione,nessuno vuole interrompere l’incantesimo che si è creato.
Quando mi riprendo le bacio la guancia,lei gira la testa e mi mette la lingua in bocca.
Le prendo la mazza in mano,è asciutta segno che non è venuta del tutto e inizio a masturbarla.
Adesso è irrefrenabile,il mio cazzo non si è ancora ammosciato e lo sente tutto mentre le faccio una sega coi fiocchi.
“Si Marco fammi godere.”
“Paula non voglio altro.”
Sento che sta arrivando e lo stringo ancora di più,ma senza farle male,poi mi ritrovo la mano piena del suo sperma che è tantissimo.
Paula stenta a riprendersi tanto è stato forte il suo orgasmo,poi con calma prende la mia mano sporca di lei e se la porta alla bocca e la pulisce.
Alla fine si alza e si gira verso di me.
“Marco sei il primo uomo che non mi usa solo per godere” -Il tono è sincero,ma è il sorriso a garantire quello che dice.
“Paula se è per quello anche tu non sei da meno,ti sento donna più di quanto ti possa credere”.
In effetti non ha nulla dei modi di fare tipici delle trans,anzi è molto più femminile di molte femmine vere.
Ci baciamo ancora,preludio a quello che inevitabilmente seguirà.
Andiamo avanti per tutta la notte e per tutta la settimana come se avessimo del peso da toglierci.
Quando deve tornare a casa,mi promette che resteremo in contatto cosa che succederà.
Ma questa è un’altra storia.
A presto un nuovo racconto
“Villaggio turistico 2 – Milena e Michela”
Chiunque voglia mandare commenti o critiche è ben accetto.
Il mio indirizzo è
blacklussury@gmail.com
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…