Skip to main content
Racconti Erotici Etero

pensieri del cazzo per san Valentino

By 15 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho voglia di cazzo. Ho una gran voglia di cazzo. Ne ho proprio bisogno. La sento come una necessità primaria. Ho voglia di un bel cazzone. Nodoso. Con una bella curva all’insù. Duro. Durissimo. Con una gran cappella. Grande. Spropositata. Ho proprio voglia di un bel cazzone duro e grande. Un super cazzo, anzi un mega cazzo. Così grande che nella mia bocca ci entra a mala pena la cappella. Un cazzo che mi forzi la bocca e che mi soffochi. Un cazzo da prendere a due mani e masturbarlo. Un cazzo che venga usato per schiaffeggiarmi, a farmi strabuzzare gli occhi, a soffocarmi, a demolire ogni mia riserva di donna per bene, a trasformarmi in quella lurida puttana che &egrave in me, a tirare fuori tutta la mia vaccagine e si, anche a farmi sentire troia. Alla fine di questo cazzo trovare due belle palle pendenti. anche esse grosse. In una borsa gonfia da poter toccare con le mie esili dita. Due palle da somigliare a piccoli frutti, da poter tirare nella loro borsa e sentirle in bocca, tenendo scostato il cazzo con una mano e succhiarle per benino. Palle grosse e pesanti che quando il proprietario ti sbatte con forza le senti sbattere sul culo. E poi si, quel cazzo enorme che ti apre e ti spacca, si fa strada dentro di te e tu cerchi di rallentare con una mano quell’affondo. Le dita che si stampano contro il ventre di quel guerriero che ti sta possedendo, a rallentarlo. Il piccolo urlo di dolore che esce dalla mia bocca e il piccolo sussulto di arretramento come se lo volessi evitare. Quasi a dirgli ‘va più piano’.
Mi giro fra le coperte e questi pensieri si affollano nella mia mente e nelle mie dita. Dita che stravolgono i miei sensi e scorrono sulla mia pelle. Più di ogni altra cosa. Dita che sanno dove andare. Dove certe abitudini ormai le spingono senza un vero volerlo. A prendere me e quei pochi barlumi di ragione che mi resta. E poi arriva. Ogni logica cade e mi ritrovo ad aprire un cassetto, il mio cassetto. Si il cassetto del mio comodino. Dove, sotto le mie mutandine e le mie calze nascondo i mie attrezzi del piacere. Accendo la piccola lampada e tiro fuori il lubrificante e poi un bel dildo grande, come i cazzi che sogno ad occhi aperti.
Me ne sono fatto uno mio. Tutto mio a mio gusto. Ho comprato su un sito di hobbistica del silicone da stampi. L’ho miscelato. Un bel litro e poi ho preso un preservativo maxi. L’ho riempito con il silicone e gli ho dato una forma molto particolare. Ogni tre dita ho messo una fascetta da elettricista a stringerlo un po. &egrave venuto fuori un randello stratosferico. Comincia con la punta del serbatoio del preservativo cosi si può far strada direttamente nel culo senza costringermi ad aprirmi con un dildo più piccolo. Poi la prima clessidra di piacere. Si stringe per rigonfiarsi di nuovo subito dopo con una nuova clessidra più grande. Poi arriva la terza da 7 centimetri di diametro. Poi si chiude di nuovo con una clessidra più piccola. Sono soddisfatta del mio lavoretto. Altre donne hanno l’hobby dell’uncinetto o delle unghie, io mi faccio dildi!
Mi tolgo le mutandine e mi sdraio sul letto. mi lubrifico per bene dietro e mi impalo. Sento la punta che preme e poi inizia a scivolare lentamente dentro. &egrave maledettamente duro ed io, con il culo un po alto, che spingo in giù. Arriva la prima clessidra e mi muovo su e giù. Mi mordo le labbra. Le mani libere sanno come giocare con la mia fica. Dita sempre più lascive entrano e portano alla mia bocca il mio miele. Mi eccito di più e mi spingo la seconda clessidra dentro. Sento quel corpo dentro e prendo fiato. Un attimo di pausa. Sento i muscoli dell’ano pulsare sotto la spinta di quel coso che vorrebbe tenerli sempre di più aperti e dilatati’.. decido di non toccarmi più con le mani. Voglio far salire l’eccitazione. Fermo le mie mani all’interno delle mie cosce. Mi muovo solo con il bacino. Mi rendo conto di essere oscena. Distesa supina con le gambe divaricate, con il culo alto impalata su un dildo. Porto le mani al ventre e premo con forza. I miei intestini quasi si ribellano all’intruso e la mia mente al piacere. &egrave in quell’istante che con un respiro profondo mi spingo sulla terza clessidra. Trattengo la smorfia di dolore e una piccola lacrima mi scende lungo una guancia. Brucia e fa male, ma spingo lo stesso. Mi fermo quando raggiungo il diametro massimo. Sto ansimando e resto così alcuni secondi. Poi arrivo al terzo anello e li mi fermo. Se premo sul mio ventre posso sentirlo con le mani. Manca l’ultima clessidra ma non ce la faccio. Mi fermo alla terza. Inizio il mio balletto sul quel mostro, lo spingo fuori lentamente e poi di nuovo dentro. Inizialmente con un ritmo da ballo lento e via via più veloce fino ad arrivare ad una salsa scatenata. Al culmine del ballo sprofondo sulla quarta clessidra e allora le contrazioni della fica si scatenano. Non ho bisogno di toccarla, sono quasi isterica dal fatto di aver tirato l’orgasmo tanto a lungo, che, quando arriva, &egrave totalmente improvviso. Con le mani mi copro la bocca a soffocare l’urlo che mi sale dalla gola. La clitoride va da se. Fa tutto da sola gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Il mio culo vorrebbe buttare fuori l’intruso, ma la mia posizione lo costringe a star dentro. Il ventre reagisce con continui orgasmi involontari. Sono scossa da violenti fremiti, specialmente alle gambe. Tremo tutta. Poi gli orgasmi cominciano a calare di intensità e frequenza. Riesco a controllare la mia voglia di urlare e tolgo le mani dalla bocca. Le porto alla fica. Ora sono le mie mani che continuo a martoriare la mia clitoride e le labbra. &egrave tutto bagnato lì sotto ma non me ne frega niente. Forse ho anche squirtato ma non me ne sono accorta. Con il dildo ancora dentro ho un ultimo orgasmo. Tre dita dentro la fica, un dildo in culo, stringo le gambe e mi metto di lato. Finalmente quel mostro può uscire da me. Il mio culo lo butta fuori a metà, la seconda clessidra rimane dentro. Ormai &egrave sufficientemente dilatato da accettare come naturale le dimensioni del secondo bozzo di quel randello. Mi addormento così.
Mia madre mi chiede sempre perché lavo così spesso le lenzuola del letto ed io le rispondo con un sorriso’..se solo immaginasse’.
Comunque ieri sera sono uscita con uno e siamo andati a vedere il film ‘.si ‘. quello sulle sfumature del grigio. Bhe sinceramente mi aspettavo qualcosa di più scabroso e quando lei ha chiesto di depennare certe pratiche dal contratto mi son chiesta se era scema. Il tizio con me, comunque, ci ha provato e ho avuto tutto il tempo le sue mani fra le mie cosce. Visto che mi conosco ho optato per dei jeans strettissimi’.se avessi messo la gonna e con le mani del tizio fra le mie gambe e poi la visione di quando mr gray si sbatteva quella legata’.. mi sa che il film lo facevamo noi. Però dal cinema sono uscita turbata un po perché quello aveva continuato a palpeggiarmi e un po per la storia che &egrave comunque una bellissima storia d’amore. Lei lo amava veramente ma un padrone, ho capito, non potrà mai amare la sua donna. Al momento che la ama diventa incapace di essere il padrone. La succube può scordarsi di essere amata’ conclusione a me certe pratiche non vanno, se le faccio &egrave perché amo e sono amata. Forse sono io una dominatrice inconsapevole, ma preferisco definirmi trasgressiva.
E così con il tipo conosciuto al supermercato, ci siamo recati al parcheggio del cinema e poi semplicemente abbiamo chiacchierato piacevolmente. Non mi sono ‘sbottonata’. La prima volta che esco con uno non lo faccio mai. Però avevo voglia e mentre chiacchieravo avevo le mie mani sul suo cazzo. Lo sentivo sotto i pantaloni duro e pulsante. Ad ogni tentativo di allungare le mani da parte sua, lo respingevo con fermezza, quasi che ne fossi offesa dai suoi tentativi. &egrave stato un tira e molla molto duro. Poi gli ho chiesto di farmi fare un giro con la macchina, di passeggiare un po e mentre lui guidava gli ho tirato fuori il cazzo. Lui guidava, io lo masturbavo. Un cazzo duro, normale. Non troppo grande ne troppo piccolo’..come dire il tappo giusto. Lui non parlava più e io in silenzio mi davo da fare. Ogni tanto lo guardavo e gli sorridevo, come se fosse una cosa normalissima guidare ed avere una che ti masturba. Un paio di volte per richiamare la sua attenzione alla strada glielo ho stretto più forte. Era li nella mia mano. Tutto lui era lì nella mia mano, come dire lo avevo in un pugno. Lo tengo così, scapellato’ ogni tanto mi bagno le dita di saliva e lo tengo umido. Mi accorgo che si dirige verso la zona industriale. Ok non mi va di scopare stasera. Jeans troppo stretti e culo rotto. Non voglio dare l’idea sbagliata. Quindi come parcheggia non gli do il tempo di fare nessuna avances che sono su di lui. Mi sposto i capelli dietro un orecchio e subito me lo spingo in gola.
Mi insulta, mi chiama troia mi spinge la testa contro il suo pube. Succhio, lecco, me lo tira sulle guance, lo ingoio, gli passo la lingua in ogni fessura e su ogni piccola vena. Mi fermo più volte a calmarlo, voglio che si svuoti fino all’ultima goccia. Mi confessa che sono parecchi giorni che &egrave carico e che vuole sborrare, ma io gli dico di aspettare. So cosa significa questo: un sapore schifoso ma la bocca piena. Gli sorrido e gli dico che non deve preoccuparsi non andrà fuori neanche una goccia. I suoi pantaloni resteranno immacolati. Mi butto a capofitto su quel pezzo di carne e giù di nuovo fino in gola. Mi prende la testa e me la preme forte. Quasi soffoco. Sento che sta per venire. Prendo l’ultima volta fiato. La lingua sotto la sua capella e spingo forte sul palato. Ecco che viene e mi riempe la bocca. Ingoio. &egrave tantissima e lui urla dal piacere. Poi spinge la mia testa forte e gli ultimi schizzi mi arrivano direttamente in gola. Allenta la presa. Resto attaccata al suo cazzo e lo pulisco per benino fino a quando mi allontana. Mi ricompongo e mi pulisco le dita leccando gli ultimi avanzi.
‘quanto sei troia’..’ commenta
Gli sorrido e gli dico grazie.
Poi gli lascio sbottonare i miei jeans. Sposta le mie mutandine e con due dita mi masturba dentro. Vengo subito mentre ci baciamo. Mi stacco un attimo e sospiro. Riprendiamo a baciarci e lo lascio fare. Poi gli sussurro di accompagnarmi a casa per questa sera basta’..
Mentre andiamo mi dice che mi chiamerà domani, gli sorrido e gli dico certo mentre io sto di già bloccando il suo numero sul telefono’..

Leave a Reply