Skip to main content
OrgiaRacconti Cuckold

Villaggio Vacanze

By 29 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Shy e Tom arrivarono al villaggio turistico il sabato mattina, dopo aver viaggiato tutta la notte. Era lo stesso villaggio turistico dell’anno prima e c’erano tornati perché si erano trovati molto bene e perché non gli era venuta un’idea migliore. Shy aveva, inizialmente, avuto qualche dubbio sul ritorno in quel villaggio che non aveva rivelato a Tom e che poi aveva rilegato in un angolo della sua testa. In quel villaggio, infatti, Shy aveva avuto la sua prima esperienza con un altro uomo da quando era fidanzata con Tom. Esperienza non cercata, che l’aveva presa di sorpresa e che si era ripetuta, con persone diverse, durante l’autunno, l’inverno e la primavera. Tutte esperienze esaltanti sul momento, ma che poi le avevano procurato dei forti sensi di colpa. Aveva fatto l’amore con almeno dieci ragazzi diversi e con tutti era stato splendido per come si era presentata l’occasione e per come si era svolta. Con tutti, nonostante Tom non ne avesse avuto nemmeno il sentore e comunque non ne avesse saputo nulla, si era sempre ritirata nella sua sofferenza per aver tradito la fiducia del suo amore grande, del suo amore unico, così bello e così dolce, così premuroso nei suoi confronti. Tom proprio non meritava una zoccola come lei. Sì, Shy si era sentita una vera zoccola e anche se spesso aveva addebitato le ragioni del suo comportamento alla passione di Tom per il calcio, giocato e osservato, alla fine era sempre stata costretta ad ammettere che Tom non meritava quel trattamento. Per questa ragione aveva infine acconsentito a tornare il quel villaggio perché era davvero ben organizzato e pieno di strutture sportive che riempivano di gioia il cuore di Tom. Gli aveva fatto promettere che avrebbe passato un po’ di tempo anche con lei e non solo con gli istruttori sportivi e, ringraziando la sua buona stella che le aveva permesso di non essere scoperta, si era ripromessa di non cadere più in tentazioni.

 

Al checkin, con Tom che era preso dalle mille indicazioni di tornei sportivi e lezioni di nuovi sport, Shy si era guardata intorno sperando che Marco, l’animatore che l’anno prima che era riuscito a farla cedere, non fosse più presente. Aveva notato con piacere che il personale era completamente rinnovato e l’offerta di attività era almeno raddoppiata. Si era invece accorta di essere al centro dell’interesse dei numerosi uomini che passavano dalla reception. Erano, di certo, animatori e istruttori perché i turisti come lei erano certamente quelli che apparivano distrutti dopo una notte in viaggio.  Non poté fare a meno, Shy, di notare una luce di lascivia negli occhi degli animatori, alcuni dei quali si spinsero fino a presentarsi per dare loro il benvenuto, senza peraltro perdere quella luce lussuriosa negli occhi. Di certo, pensò, staranno facendo una gara a chi scopa più turiste, com’era successo l’anno prima. Shy ricordò a se stessa la promessa che si era fatta, di rimanere fedele a Tom. Sarà facile, si disse, perché io sono innamorata di Tom e non desidero che lui e inforcò i suoi occhiali da sole per assumere un’aria di superiorità.

 

Shy e Tom raggiunsero il loro bungalow per sistemare la loro roba. Tom fu velocissimo, infilò la porta e, mentre scappava via, le gridò: “Ci vediamo in spiaggia. Vado a vedere il programma della settimana”.

 

Shy, con calma, finì di disfare le valige, si diede una rinfrescata sotto la doccia e si avviò lentamente verso la spiaggia. Lentamente non perché camminasse lenta, ma perché lungo la strada la salutarono tutti gli animatori che la incontravano e le facevano un mucchio di complimenti. Si fermò con tutti, per ringraziare e prendersi un po’ di benefici per il proprio amor proprio. Erano tutti molto simpatici ma era altrettanto chiaro che a lei era riservato un comportamento particolare. Si fermò al bar per il caffè do mezza mattina. Si ricordò che nel bar del villaggio facevano un ottimo caffè freddo con un po’ di granita di caffè dentro. A richiesta era possibile avere uno spruzzo di panna montata. Al bar trovò l’unica persona reduce dall’estate precedente: una ragazzona alta e grassoccia, sempre sorridente e gioviale. La ragazza la riconobbe subito e la accolse con un grande abbraccio e offrendole il caffè freddo. Si fermò un attimo a ber il caffè e a chiacchierare con la barista. Seppe che quel maiale che era riuscito a scoparla l’anno prima aveva riempito il villaggio di sue fotografie, anche se non proprio sconvenienti, che mettevano in luce le sue “grazie”, le sue generose grazie ed era diventata la beniamina del villaggio al punto di essere eletta “reginetta in contumacia” dell’anno. Si trattava di una gara per premiare simbolicamente gli animatori del villaggio che a fine stagione votavano la turista più figa, quella che aveva fatto sbavare più uomini, a giudizio insindacabile degli animatori basati sulle foto disponibili.

 

Shy si affrettò a chiedere se le foto fossero ancora in giro. La risposta la tranquillizzò. Erano rimaste di pubblico dominio fino all’inizio della stagione quando si era costituita la squadra dei nuovi animatori e istruttori che avevano rimesso in funzione il villaggio.

 

“Non posso sapere – continuò la barista – se qualcuno le ha conservate, ma di sicuro esposte nel villaggio non ce ne sono più.”

 

“Non mi sembra bello ciò che ha fatto Marco. Spero che sia stato licenziato”

 

“No, non è stato licenziato. Anzi. L’hanno pregato come un santo perché tornasse a lavorare. Marco era il beniamino delle turiste e aveva vinto la gara tra gli animatori a chi ne scopa più turiste. Molte turiste tedesche, nel partire, avevano detto che l’anno dopo sarebbero tornate solo se Marco fosse stato ancora qui. Non dirmi che c’eri cascata anche tu …. Tu non sei una che passa inosservata, per come l’ho sentita raccontare su di te, sei una che fa resuscitare i morti.”

 

“Ci ha provato – mentì Shy, contenta di avergli dato un bel colpo basso – ma io ero e sono tuttora follemente innamorata di Tom e a Marco gli ho dato quel che meritava”.

 

“Bene! Ne sono felice “ concluse la barista

 

Shy fu sconvolta dalla notizia del titolo di reginetta in contumacia e delle foto diventate, suo malgrado, di dominio pubblico. Fortunatamente non ce n’erano più in giro e Tom non avrebbe potuto vederle, ma questo spiegava perché Shy riscuotesse tanta simpatia. Reginetta in contumacia. Shy si convinse che il suo comportamento quell’anno sarebbe stato irreprensibile per non dare a nessuno l’opportunità di combinarle un altro scherzo.

 

Arrivò in spiaggia.  Anche il bagnino era nuovo, ma anche lui l’aveva riconosciuta e cominciò subito a fare avances non troppo velate che Shy liquidò senza problemi. Fino ad allora era riuscita a tenere la situazione sotto controllo. Più tardi arrivò Tom felice come una pasqua. Si era iscritto a tutti i tornei e non vedeva l’ora di cominciar. Shy ne fu un po’ delusa: “Avevi detto che mi avresti dedicato un po’ di tempo – si lamentò – e invece mi lasci sempre sola.”

 

“Non preoccuparti, amore – rispose Tom – la notte la passeremo insieme e ti farò sentire contenta di poterti riposare durane il giorno.”

 

“Ok! – Rispose un po’ delusa Shy – ora, però, vai a prendere qualcosa da mettere sotto i denti. È già passata l’una ed ho una fame da lupi”.

 

Tom andò veloce e tornò abbastanza presto con due hot dog giganti e due birre ghiacciate. Shy ne fu un po’ contrariata, non era proprio un pasto sano e naturale. Non era il piede giusto per cominciare una vacanza salutista. La fame era tanta e Shy addentò quel gigantesco hot dog come fosse un lupetto. Arrivata circa a metà del panino, si fece prendere dagli scrupoli, eliminò il pane e si concentrò sul wurstel.

 

Dormirono un po’ sui lettini in spiaggia, poi Tom si alzò e andò a giocare una partita di sea volley. Shy lo osservò dal suo lettino mentre giocava. Aveva un fisico davvero ben fatto ed era l’invidia di tutte le sue amiche. Shy si sentì felice di amare ed essere riamata da un ragazzo così pieno di energia. Era innamorata e considerò quanto era stata stupida a tradirlo nel corso dell’ultimo anno. Ma, si disse, non sarebbe accaduto più.

 

Al termine dei tempi supplementari della partita di sea volley, Tom tornò all’ombrellone per riposarsi un po’ prima di una partita di calcetto. Shy aveva rimandato indietro un paio di animatori che, con la scusa di complimentarsi per il titolo di reginetta in contumacia, tentavano approcci più o meno apertamente. 

 

Shy aveva preso troppo sole per essere il primo giorno e decise di accompagnare Tom alla partita. Entrò nell’atrio degli spogliatoi insieme a Tom. Poi lui, un po’ infastidito, la lasciò che ancora parlava ed entrò negli spogliatoi. Shy un po’ stizzita si girò per tornare al bungalow, ma invece di imboccare la porta di uscita, si infilò dritta negli spogliatoi maschili del campo di pallacanestro.

 

Shy non se ne rese conto, ma i ragazzi si accorsero subito di lei. Quando capì che era entrata nel posto sbagliato era già al centro della sala piena di ragazzi che avevano appena finito la doccia e, per tanto, erano nudi e, sebbene avessero tutti il pisello a riposo, nel complesso era una scena piuttosto tentatrice. Shy guardò fuori attraverso una finestra, unica fonte di luce, che dava sul campo di calcetto dove di li a poco Tom si sarebbe esibito. Memore della promessa che aveva fatto a se stessa, senza dire una parola, si girò immediatamente sui tacchi per battere in ritirata, ma finì contro una specie di armadio umano che era alle sue spalle. “Cosa fai? Ci lasci così? Soli soli?” disse l’armadio.

 

“Scusatemi, mi sono sbagliata – rispose perentoria Shy – lasciatemi uscire!”

 

“Vuoi già lasciarci? Senza nemmeno presentarci? “ disse uno alla sua sinistra

 

“Ehi! Io questa la conosco! È la reginetta in contumacia dello scorso anno” disse un altro.

 

“Bè, ma se sei la reginetta, devi comportarti regalmente. Non puoi mica andare via così senza salutare”.

 

“Vi prego, lasciatemi andare”

 

“No, no. Andando via ci offenderesti tutti. Ci hanno raccontato che l’anno scorso ne hai fatte di tutti i colori. Ora non puoi andare via così. “ replicò l’animatore.

 

In quel momento accadde qualcosa che avrebbe cambiato il corso del pomeriggio.  Shy vide con la coda dell’occhio, un ragazzo, alla sua destra, che aveva il cazzo, a riposo, che gli scendeva giù tra le gambe e gli arrivava quasi a metà coscia. “Un marziano” avrebbe detto Shy. Questa scena le fece perdere secondi preziosi per fuggire e quando ritornò in se, era ormai accerchiata. Il ragazzo con il cazzo lungo saltò su una panca proprio davanti a lei, con la proboscide che ciondolava vistosamente e disse con voce suadente: “Andiamo, reginetta non credi che sarebbe il caso di assaggiarlo? Quando avrai un’altra occasione di assaporare una delizia rara?”.

 

Shy era ammaliata da quel pene che, tuttora a riposo, era più lungo di qualsiasi altro cazzo che lei avesse mai visto e pensò tra se: ” Tom non mi considera molto. È sempre impegnato nei vari tornei di pallavolo, calcetto, rubabandiera… e io mi ritrovo sola. Che voglia di prendere questo cazzo fuori serie e stringerlo tra le mani! Tom non si accorgerà di niente se mi lascio un po’ andare”.

 

“È enorme!- disse Shy prendendolo in mano – non credevo che ne esistessero di così grandi”.

 

“È qui a tua disposizione – rispose il ragazzo che in piedi sulla panca aveva il cazzo all’altezza del viso di Shy – puoi fare quel che vuoi, ma sta attenta a non deluderlo. Potrebbe morire” Gli altri ragazzi, che ormai circondavano Shy, scoppiarono a ridere.

 

Shy era una ragazza ingenua, innamorata del suo ragazzo, ma ammaliata dalla vista di quel cazzo fuoriserie lo prese timidamente in mano. Provò a spugnettarlo un po’, ma non sapeva come tenerlo e il ragazzo le disse: “È troppo secco, sai? Devi un po’ inumidirlo. Prova a prenderlo tra le tue labbra gentili, fallo scivolare giù nella gola fino alle tonsille. Vedrai che si rianimerà immediatamente”

 

Shy annuì e la platea dei ragazzi esultò. Prese in bocca il cazzo del ragazzo mentre gli altri tra urla di giubilo la pressavano perché prendesse anche il loro. C’era chi si spugnettava da solo, chi prendendole la mano riuscì a farselo spugnettare, chi le infilò una mano nel reggiseno e chi nelle mutande a cercare il clitoride che ormai era un lago di umori caldi e profumati. Il ragazzo dal cazzo enorme, intanto le teneva ferma la testa con le mani e la scopava con vigore. Shy era eccitatissima. Qualcuno le tolse il reggiseno e molte mani si affollarono su di essi a stringere e torturare i capezzoli. Si sentiva prepotentemente desiderata. Alcune mani le accarezzavano l’interno delle cosce, provocandole una secrezione massiccia degli umori dal suo sesso che le scivolavano lungo le gambe. Qualcuno si accorse degli umori lungo la gamba e diede l’allarme: “Sta godendo come una puttana. Forza, forza ragazzi”. Le tolsero anche le mutandine del costume e sentì mani smaniose esplorare il suo corpo, ormai pubblico, senza che lei si staccasse dai quei meravigliosi cazzi intorno a se. Sentiva decine di mani che la esploravano, la accarezzavano, le entravano negli anfratti più intimi. Sentiva i suoi seni palpati, accarezzati, stretti e costretti. Qualcuno le strizzava i capezzoli mandandola in un’estasi mistica. Sentiva di aver un potere enorme e ne fu sedotta. Si sentì padrona della situazione.

 

Shy era in una vera orgia mentre poteva osservare dalla finestra sul campo Tom giocare a pallone come un bimbo.

 

Tutti quei cazzi insieme che la desideravano le fecero perdere il controllo.  E fu allora, mentre succhiava un cazzo fuori serie, spugnettava con le mani altri due ragazzotti e altri si segavano davanti a lei, mentre che sentì gli schizzi caldi dello sperma di uno di loro che raggiunsero le sue gambe proprio mentre dalla finestra si vedeva Tom che stava scendendo in campo. Si sentì un po’ troia, ma una mano caritatevole che le stava sditalinando la passera e i fiotti caldi di sperma che si susseguirono uno dopo l’altro sulle gambe e sui seni ormai scoperti le procurarono una serie di orgasmi a catena. Sentiva due cazzi nelle mani diventare sempre più duri e pulsare all’avvicinarsi dell’eiaculazione. I suoi umori, misti a sperma caldo, e scendevano lungo le sue gambe.

 

Il ragazzo che le stava scopando la bocca si fermò: “Basta bocca. Ora voglio la tua figa!”, sfilò l’uccello, scese dalla panca e si mise alle sue spalle e la fece piegare. Shy tremava di desiderio e continuava a segare i due cazzi che aveva in mano, quando vide, di nuovo, Tom che, per battere una punizione, si era avvicinato alla finestra dalla quale lei poteva vederlo. Shy ebbe un sussulto e disse a se stessa: “Tom, amore mio, io non volevo, mi hanno obbligato. Ora scappo via, corro da te e tu mi salverai da questa tentazione.” In quel momento il ragazzo dal cazzo fuori serie entrò nella sua figa, strappandole un grido di profondo piacere, la afferrò per i fianchi e cominciò a pompare togliendole la forza di fuggire.

 

Era in preda di quegli indemoniati che le scopavano, contemporaneamente, la bocca e la figa. Si alternavano e si davano il cambio appena uno di loro sposato e svuotato lasciava il campo libero. Shy aveva la figa in fiamme, la mandibola indolenzita, la gola infiammata e poteva vantare una serie interminabile di orgasmi senza soluzione di continuità e trovò la forza di dire un no deciso a chi stava per entrare nella sua figa dilaniata. L’ultimo rimasto.

 

“Non posso fermarmi – disse il ragazzo – è un’ora che aspetto il mio turno, ho il cazzo che mi esplode. Se non posso scoparti la figa, ti farò il culo”.

 

Shy si arrese alle volontà di quell’ultimo amante, si piegò in avanti e, appoggiata al muro, si fece penetrare. Il ragazzo, dotato di un cazzo non troppo grosso ma duro come il marmo, si premurò di renderle meno dolorosa la penetrazione riempiendole di saliva il buco ed entrando lentamente. Shy sentì un dolore lancinante ma non ebbe la forza di gridare, e appena la cappella fu dentro il ragazzo si fermo e le fece riprendere fiato. Poi quando si accorse che il culo aveva accettato il suo cazzo ricominciò a spingere e ad entrare lentamente. Shy sentì un gran bruciore ma anche la delicatezza di quel ragazzo e piano piano il piacere sostituì il dolore. “Voglio riempirti il culo del mio sperma caldo” disse il ragazzo.

 

Shy continuava a godere intensamente. Aveva perso il conto di quanti orgasmi travolgenti l’avessero investita e di quanti cazzi avesse masturbato, spompinato e portati a eiaculazione con la propria figa in quell’intenso pomeriggio. E ora l’ultimo stava possedendole il culo, regalandole una marea di piacere. E come una marea che si gonfia e che si alza, sentiva crescere dentro di se un nuovo e intensissimo tsunami orgasmico che in pochi minuti la travolse. E il suo amante era ancora lì che resisteva che le rubava gli ultimi scampoli di energia. Alzò gli occhi e vide che la partita di Tom era finita e lui stesso stava rientrando negli spogliatoi. Ebbe paura e in uno scatto di orgoglio strinse i muscoli anali in modo da amplificare il piacere al suo amante che, infatti, con altre quattro o cinque spinte, le riempì il culo.

 

Si accasciò su una panca, Shy, per recuperare un po’ di energia e tornare al bungalow prima di Tom. Si accorse che era rimasta sola con il suo amante che, prima di andare a fare una doccia, volle raccogliere con le dita lo sperma che fuoriusciva del suo culo, lo portò alla bocca di Shy e poi la baciò scambiandosi il nettare.

 

Shy ebbe i brividi. Poi si alzò e raccolse le sue cose. Infilò le mutandine un po’ strappate dalla furia dei ragazzi che l’avevano scopata e ancora adesso le incutevano tremori di piacere. I capelli erano impiastricciati di sperma ormai secco che legava insieme ciocche dei suoi bei capelli. Aveva macchie di sperma secco e odoroso un po’ su tutto il corpo e sul viso e allungando la lingua poteva assaporare il piacere di quegli spruzzi caldi. Doveva tornare al bungalow, ma non poteva attraversare tutto il villaggio in quello stato. Si pulì sommariamente il viso con il reggiseno del costume, doveva assolutamente anticipare il rientro di Tom al bungalow e scappò via senza nemmeno aspettare che il suo ultimo amante finisse la doccia per poterlo baciare ancora.

 

 

 

 

Arrivò ansimando al bungalow, pregando che Tom non fosse già rientrato. Entrò, diede voce a Tom senza ricevere risposta. Ne fu felice. Voleva evitare che Tom le facesse domande alle quali sarebbe stato difficile rispondere senza mentire. Si fiondò sotto la doccia e, a malincuore, si lavò, rimuovendo quel che rimaneva dello sperma che i ragazzi le avevano schizzato su tutto il corpo e sui capelli. Si lasciò avvolgere da abbondante acqua calda che, nonostante fuori la temperatura elevata non accennava a diminuire, le faceva un gran bene. Uscì dalla doccia. Era ancora sola nel bungalow. Temendo che quella notte Tom potesse eccitarsi e chiederle di far sesso, infilò una maglietta che le copriva fino all’inguine e, per maggior sicurezza, un pantaloncino attillato, di maglina elastica, che usava quando aveva le mestruazioni e che le copriva le cosce fin quasi alle ginocchia. Poi si stese sul letto. Appena in tempo perché poco dopo rientrò Tom. Fece finta di dormire. Lui cercò di svegliarla e lei si lamentò dicendo che era stanca del viaggio e che per piacere la lasciasse dormire. Tom fece una doccia e uscì per la cena. Shy ringraziò la provvidenza e si addormentò. 

L’indomani, ovviamente, Shy si alzò molto presto, si vestì e lasciò Tom dormiente a letto per andare a fare colazione. Tornò da Carla, la sua amica barista che la accolse con il solito sorriso luminoso. 

“Come va, tesoro?”

“Bene! Ho dormito come un sasso e ora ho una fame da lupi.”.

“Hai trovato pane per i tuoi denti, carina! Cosa ti preparo?” Poiché era presto e c’era poca gente, Carla andò a sedersi con Shy e le raccontò che la sera prima aveva visto alcune sue foto che giravano tra gli animatori.

“Davvero ? – chiese Shy – erano quelle dell’anno scorso? “

“Non saprei. Non le avevo mai viste prima”

“E dove sono stata fotografata? Son venuta bene?”

“Bene? dipende! Eri in spiaggia ed avevi un grosso wurstel in bocca al quale sembrava quasi gli stessi facendo un pompino. Molto, molto eccitante anche per me che non avrei saputo dove fartelo fare un pompino.”

“Ma cosa dici, Carla?”

“Si, è vero. Ti assicuro. Avevi un grosso wurstel in bocca! Belle foto, non c’è che dire, forse un po’ porno, ma erano belle”

“Almeno erano belle, ma se le vede Tom ………”

“Ma no! Figurati, sono foto spiritose”

“Speriamo …. “ disse Shy mentre si avviava verso la spiaggia. Non era ancora arrivata in spiaggia che le si avvicinò il capo degli animatori. Aveva una cartella tra le mani, probabilmente contenente i turni dei ragazzi.

“Signorina, signorina “ si sentì chiamare. Si fermò ad aspettarlo. Era un omino sui cinquant’anni, basso, grasso, calvo ed con un pancione che sembrava un otre. Il classico omuncolo sudato e puzzolente, con i peli delle ascelle che gli venivano fuori dalla canotta e una barba non fatta che tratteneva il sudore. Un uomo, anzi una palla umana che faceva ribrezzo al solo vederlo.

Si avvicinò a Shy e disse: “Signorina, ho qui qualcosa che potrebbe interessarle – e aprì la cartella. Era zeppa di foto di Shy. Erano foto prese la sera prima, e ritraevano Shy che si faceva scopare dagli ragazzi negli spogliatoi. – vede, le ho recuperate quasi tutte. Ho paura che possa vederle il suo fidanzato. Finirebbero per rovinarle la vacanza. Venga nel mio bungalow che le distruggiamo insieme”

“Chi le ha scattate? – chiese Shy – Dove le ha trovate?”

“Mha! Non so! Noi animatori abbiamo sempre una macchina fotografica a disposizione per documentare quanto si divertono i nostri ospiti. E lei, qui, stava certamente divertendosi un sacco. Sa, a noi non interessa con chi i nostri ospiti si divertono, né abbiamo interesse che le coppie …… scoppino. Perciò, se lei vuole, le strappiamo e le bruciamo. Altrimenti le riporto al proprietario “.

“Certo che voglio strapparle e bruciarle, ma perché dobbiamo farlo nel suo bungalow? Distruggiamole qui”

“Eh no, signorina. Dobbiamo prima esaminarle insieme. Voglio mostrarle quanto lei è brava in questo sport. Anche io sono molto bravo, nonostante l’età!”

“È un ricatto! Lei mi sta ricattando “ rispose Shy alzando la voce.

“Non le consiglio di alzare la voce, Signorina. C’è un po’ di vento e le foto potrebbero volare via. Mi dia retta, venga nel mio bungalow e ci accorderemo di sicuro!”

 “Lei sta scherzando – replicò Shy tornando ad un tono di voce normale – cosa vuole in cambio? Vuole che le trastulli il pisellino? Che glielo faccia alzare? Che la masturbi?”

“Eh no, signorina. Temo che non sia sufficiente. Ho un arretrato di qualche mese e ….. sa com’è in questi casi ….. . ho bisogno di molto, molto affetto. Ci vorrà almeno una mattinata intera!”

 “Lei è pazzo! Completamente pazzo. Io non metterei piede nel suo bungalow nemmeno se lei fosse lo sceicco di Abu Dhabi”

“È nel suo diritto, rifiutare la mia offerta . Faccia come vuole, non la obbligo di certo. Solo mi domando cosa potrebbe dire il suo fidanzato se le vedesse. ” Si voltò e fece per andarsene.

Shy, allora, lo afferrò per le spalle (l’omino era molto più basso di lei) per fermarlo. La mano scivolò sulla pelle sudata e piena di peli: “Aspetti, aspetti, non sia precipitoso. Io posso pagare ….. in denaro. Non vuole arrotondare lo stipendio?”

“Ascolti signorina, voglio essere sincero con lei. Non ho bisogno di denaro in questo momento. Ho bisogno di scopare, di scopare molto a lungo con una bella figa un po’ zoccola come lei. Ho bisogno di eiaculare e svuotare i coglioni che cominciano ad essere troppo pesanti, perché è da molto tempo che non scopo. È inutile che mi offra qualcosa di cui non ho bisogno, ……… mi creda, non è per cattiveria ………”

A Shy vennero i brividi, Non riusciva nemmeno ad immaginare di dover scopare con quel mostro stomachevole. “Andiamo signor ….. vede non so nemmeno il suo nome. Se la immagina una figa come me che scopa con un puffo come lei?”

“Ah, questa poi! Non sono mai stato offeso tanto in vita mia! Mi spiace, se la mette in questo modo ….. avrò bisogno di scoparla anche al pomeriggio.”.

“No, la prego, no, aspetti, mettiamoci d’accordo. Va bene verrò nel suo bungalow, ma solo per due ore, poi ho un appuntamento con il mio fidanzato! Sia buono, sia gentile. Ho bisogno di aiuto” Rispose svelta Shy per paura che scappasse, che portasse via il prezioso carico per poi magari distribuirlo a tutti gli ospiti del villaggio. Si rese conto che le sue avventure dell’anno prima, sommate a quelle della sera precedente, avevano fatto di lei una star del sesso, un cliché che le avrebbe reso molto difficile sottrarsi ad eventuali profferte. Si sentì condannata a sostenere un ruolo che l’avrebbe certamente messa in difficoltà con Tom. Scopare con una decina di giovanotti, muscolosi e aitanti come era successo la sera prima, era stato molto piacevole, ma scopare quel puffo peloso e sudato era semplicemente ributtante. Non ce la poteva fare.

“Va bene, signorina. Se ha un appuntamento con il suo fidanzato, per quell’ora la lascerò andare, ma riprenderemo un’altra volta prima della sua partenza.”

“Va bene, va bene – disse Shy felice dell’accordo – facciamo così, come dice lei”

“Bene! Vado avanti io e l’aspetto nel bungalow!” cantò vittoria il capo animatore

Shy aveva voglia di piangere. Quei maiali, la sera prima, approfittando della sua scarsa vigilanza, l’avevano fotografata in tutte le posizioni. Aveva visto foto dove era perfettamente riconoscibile e prendeva cazzi in bocca, tra le mani, nella passerina ed in ultimo anche nel sedere. Era stato magnifico, la eccitava il solo ricordo, ma ora era arrivato il conto, salatissimo, da pagare. Ora doveva soddisfare le voglie di quell’uomo che le faceva veramente schifo. Era stata debole e ora doveva pagare. Ma non c’era via di uscita. Amava Tom e non voleva che si accorgesse della sua debolezza rischiando di perderlo per sempre. Andò nel bungalow del capo animatore.

Bussò, la porta si aprì e comparve lui, completamente nudo. Faceva ancora più ribrezzo: “Venga, entri pure, si accomodi sul divanetto, Ha delle preferenze?” 
Shy fu tentata di fuggire. “Sì, preferirei fare prima possibile.”

“Signorina, non sono avvezzo ad andare a puttane, le consiglio di essere più comprensiva e gentile nell’espletare la sua funzione. Sono molto paziente ma non tollero sbavature. Ora, per cortesia, si spogli” 

“Espletare le funzioni ? ma come parla questo?  – Si domandò Shy. – Meno male che almeno è un po’ gentile. Non come quegli animali di ieri che prendevano senza chiedere. Quanto erano stati brutali! E quanto piacere le avevano regalato. “ pensava mentre si spogliava.

“Si metta qui sul letto, sdraiata sulle spalle e con la testa penzoloni fuori dal letto”

“Cosa vuol fare?” chiese allarmata Shy

“Signorina, abbiamo concordato due ore, ma non le consumi con domande inutili. Si metta come le ho chiesto”

Shy si sistemò come l’ometto aveva voluto. Le andava un po’ di sangue in testa, ma Shy pensò che se la sarebbe cavata presto.

L’ometto si avvicinò a lei e Shy poté vedere distintamente che aveva un cazzo di dimensioni notevoli. Tuttavia faceva ancora più ribrezzo quando lo teneva stretto tra quei salsicciotti che aveva al posto delle dita. Per non parlare di una cintura di grasso che lo avvolgeva come una specie di salvagente di carne che gli cingeva la vita. Fu l’ultima cosa che vide, perché in un baleno quel cazzo enorme era nella sua bocca e lei, per facilitarne l’ingresso era costretta ad aprire la bocca al massimo e tenere gli occhi chiusi. Le venne voglia di vomitare, ma si trattenne. Quell’uomo spingeva la sua arma letale in fondo alla sua gola. Sentiva la cappella che immaginava enorme, strofinarle le sue corde vocali. Verrà presto, pensò Shy, avrà il suo bravo orgasmo e farà fatica a farlo diventare di nuovo duro ed io me ne potrò andare in spiaggia.

L’ometto le stava scopando la bocca. Andava su e giù fino al limite. Il cazzo dell’uomo le riempiva la bocca, impedendole di respirare, per poi uscire quasi completamente e permettendole così di inspirare velocemente. L’ometto la scopava lentamente, imponendo il ritmo del suo respiro implacabile, le faceva sentire tutto il peso delle sue spinte, per poi liberarla altrettanto lentamente. Shy sentiva che l’iniziale fastidio stava svanendo e cominciava a piacerle sentire il ritmo lento dal cazzo che entrava ed usciva. 

Sentiva la saliva e i muchi della gola, estratti come petrolio dalle viscere della terra, riempire il suo cavo orale e poi, piano, piano, tracimare fuori dalla bocca e scendere lungo il suo volto fino a fermarsi nelle cavità oculari. L’ometto, sapeva il fatto suo, aveva un ritmo costante, preciso come un orologio atomico. Shy si sentiva protetta. Aveva il viso rigato dalla saliva che ormai scioglieva il trucco egli occhi e scendeva sulla fronte per aggredire i capelli. Si sentiva usata, ma si sentiva anche indispensabile a quell’uomo. Sapeva che lui stava godendo e si sentì potente perché in grado di interrompergli l’imminente orgasmo. Le piaceva sentire il cazzo riempire la sua gola. Cominciava a capire il significato del termine posseduta. Shy si sentiva posseduta dal quell’ometto insignificante e ributtante ma soddisfacente, protettivo. Cercava di scacciare l’immagine di lui, per non vomitare e, con la mano destra, aveva cominciato a masturbarsi per rendere più piacevole l’esperienza. 

Erano ormai più di quindici minuti che l’ometto faceva su e giù e ora Shy cominciava a sentire il suo respiro diventare più affannoso. Tratteneva il suo orgasmo e avrebbe voluto esplodere proprio quando lui sarebbe esploso nella sua gola. Pregò perché terminasse in fretta. Poi come una valanga che via, via diventava sempre più minacciosa, l’uomo cominciò a gridare al ritmo sempre più veloce del suo cazzo e, in pochi minuti, la inondò di sperma.

“Fantastico – disse l’ometto quando ebbe ripreso fiato – hai una boccuccia di rosa. Ti ho riempita di crema. Spero che ti sia piaciuto”

“Sei un maiale. Mi fai ribrezzo. Non avrei mai potuto godere con te che sei una palla di peli, viscido e scivoloso di sudore.” Rispose sprezzante Shy, ma sapeva bene che le era piaciuto molto essere usata da quell’uomo disgustoso.

 

 

 

Shy uscì dal bungalow del capo animatore e si diresse verso la spiaggia. In fondo aveva molto apprezzato la scopata, anche se era durata solo un paio d’ore. Certo era stata una sensazione forte essere scopata come Linda Lovelace in Deep Throat, ma sentiva che la passerina reclamava attenzione. Sarebbe stato bello se tornando al bungalow avesse trovato Tom, ma sapeva che lui doveva andare agli allenamenti di calcetto, quindi non c’era speranza. Le piaceva l’idea di essere la nuova Linda Lovelace, ma doveva prima risolvere il problema della sua passerina. Arrivò in piaggia e si stese sul lettino. Inforcò i suoi occhiali da sole e chiuse gli occhi. Non le avrebbe fatto male dormire un po’.

Improvvisamente si sentì scuotere. Aprì gli occhi e vide un bellimbusto che sedeva sul suo lettino di fianco a lei e che le aveva scosso il ginocchio destro Non riuscì a trattenere un piccolo urlo di spavento. Ma il giovanotto sfoderò un bel sorriso smagliante e rassicurante e portò l’indice alla bocca per suggerirle il silenzio. Shy si calmò, ma non rinunciò a minacciare il giovanotto per essersi materializzato dal nulla.

“Scusami – disse Mario – non credevo che dormissi, e invece pensavo che tu mi avessi visto. Sono l’istruttore di danza latina. Ti sei iscritta al corso, ma forse ti sei dimenticata che cominciava questa mattina. Anzi. È già cominciato da un più di un’ora. Non ne hai più voglia?”

“Ah, si certo, mi è passato di mente. Ma toglimi una curiosità. Se tu sei qui con chi ballano gli altri?”

“Bè, in effetti, questa è la pausa caffè. Ma gli iscritti erano solo cinque e si è presentato solo uno. Ecco perché è necessario che tu venga, se no il corso naufragherà”

Shy seguì Mario fino in discoteca. E lì c’era l’altro ballerino che aspettava impaziente.

“Ballare sotto il sole, sotto questo sole feroce, non è una attività salutare” osservò Shy

“No, hai ragione – ammise Mario – ma poiché gli iscritti al corso sono pochi ho intenzione di fare qualcosa di diverso. Mi piacerebbe preparare, con voi due,  un piccolo spettacolo di danza latina, da presentare la sera della festa dell’arrivederci. Ti va?”

“Sarebbe fantastico, mi domando se saremo all’altezza”

“Sai ballare la salsa Shy?”

“Me la cavo”

“Non credere che dovrete rappresentare ‘il lago dei cigni’. Sarà un balletto alla buona, tra amici. Anzi per cominciare dobbiamo diventare amici per trovare l’affiatamento necessario. – disse Mario – Ti presento  Gianni, il tuo compagno di danza latino americana. Dovremo però lavorare sodo e sfruttare anche le pause. Sei d’accordo, Shy?”

 “Io sono qui in vacanza, Mario. Non lo dimenticare! Non vorrei tornare in città più stanca di quando son partita”

“Ma no, figurati. Forse sarai un po’ stanca, ma sarai anche certamente più felice “

Mario mise un po’ di musica salsa e Shy cominciò a ballare con Gianni per verificare l’intesa.

Erano troppo diversi.

“No, no. Così non va! Siete sempre in controtempo. Dobbiamo lavorare sull’intesa. Beviamo insieme una birra gelata”

La birra era quel che ci voleva. Shy aveva la gola arsa di caldo. Forse sarebbe stato necessario mangiare qualcosina. Ma era, comunque, meglio di niente.

Mario prese tre birre dal congelatore e le distribuì a Gianni e Shy.

“Questo congelatore contiene bibite, frutta, gelati. È a vostra disposizione, Quando vi serve qualcosa servitevi pure. Non c’è bisogno di chiedere.”

Tornarono in pista. Mario, di fronte a entrambi fece loro un fervorino. Poi disse: “Il ballo latino americano celebra la fase del corteggiamento finalizzato all’atto sessuale. Come in tutte le attività umane, il soggetto attivo per continuare ad esercitare il corteggiamento deve verificare i progressi della sua azione. Ne consegue che tu Shy, dovrai far capire al tuo partner, ed al pubblico, che questi progressi sono reali”

“E come faccio a fargli capire questo?”

“Ad esempio diminuendo la distanza progressivamente tra voi due. Con il passare del tempo lascerai avvicinare le sue labbra alle tue, permetterai alle sue mai di sposarsi su di te sulle zone erogene. Infine comincerai a toglierti indumenti ad uno alla volta. Tu Gianni, invece, dovrai provocare le sue reazioni. Inizialmente con il timore di osare troppo ed essere rifiutato, poi più coraggiosamente. Qualsiasi marcia comincia con il primo passo, diceva Mao tze tung. Devi osare e fare il primo passo.”

Cominciarono a ballare e mentre ballavano eseguivano quel corteggiamento di cui aveva parlato Mario. Ad uno ad uno, Shy tolse prima il cappello, poi la maglietta, infine la gonnellina e rimase con il suo Bikini verde smeraldo. Ma a Gianni non bastò e verso la metà del ballo afferrò il top di Shy e lo strappò via, lasciando nude le sue magnifiche tette. Fu uno spettacolo veramente eccitante. I ballerini ballavano molto bene e quelle tette ballavano anche loro inchiodando gli sguardi di Mario.

“Stupendo – disse Mario quando la musica terminò – Hai delle tette meravigliose, uno spettacolo nello spettacolo. Ti prego non rimettere più il top. Sarebbe bello se Gianni potesse togliere anche le mutandine. Vediamo come si presenta” Mario si avvicinò a Shy e le slaccio le mutandine, scoprendo quello che molti ragazzi avevano definito un paradiso terrestre.

“Ma cosa fai? Sei matto? “ reagì Shy un po’ in ritardo

Mario non la curò, le passò una mano nel folto boschetto di peluria e poi scese giù lasciando che le dita seguissero il contorno della figa. Gianni era stravaccato su una sedia e si accese una sigaretta. Mario insistette con il dito finché trovo la strada per entrare tra le grandi labbra direttamente in contatto con il clitoride. “È molto bella. Sei già umida. Si vede che il corteggiamento di Gianni ha avuto effetto – scherzò Mario – come potremmo fare per toglierle durante il balletto?”

“Questo non è un problema – disse Shy –basta lasciare un po’ lenti i lacci, tirare ….. e viene via tutto. Potrebbe essere un problema, invece, il fatto che ho prima bisogno di depilarmi “

“Nemmeno questo è un problema. Leviamo via tutto. Vieni qui, ho il rasoio a portata di mano” . Gianni prese per mano Shy e cominciò a tirarla verso lo spogliatoio.

“No, no, non adesso – resisteva Shy – ma non riuscì a dissuadere Mario. Si sedette su uno sgabello e Mario le fece aprire le gambe, prese il rasoio, la schiuma da barba e stava per cominciare l’operazione si insaponatura. Ma si fermò. Aprì ancora di più le gambe di Shy, poi avvicinò le mai alla figa e con due dita, divaricò le grandi labbra esponendo il clitoride umido. Poi avvicinò la lingua e cominciò a titillarlo piano piano. Shy avrebbe volti fermarlo, ma era troppo eccitata e seduta su quello sgabello, sotto i raggi caldi del sole di agosto e si lasciò succhiare da Mario.

La lingua di Mario la sapeva lunga in fatto di figa. Girò parecchie volte attorno al clitoride, poi prese a titillarlo mentre il respiro di Shy si faceva più pesante, poi prese il clitoride tra le labbra, stringendo un po’, succhiandolo e prendendolo tutto in bocca. Le secrezioni della figa si Shy aumentavano. Mario si infilò il proprio dito medio in bocca, lo bagnò bene bene e poi lo appoggiò all’imbocco del buchino di Shy.

“No, no, ti prego – trovò la forza di dire Shy, con un tono di voce che sembrava, invece, un invito – è la mia intimità che non è stata mai violata.”

Ma Mario non ebbe ad intendere, Infilò il dito e cominciò a girarlo e rigirarlo per farsi strada. Shy sentì il proprio respiro rompersi più volte. Poi Mario infilò un secondo dito e a muovere le dita simulando una penetrazione. Infilò un terzo dito e quel terzo dito, inaspettato, le aveva procurato un piccolo orgasmo che aveva saputo controllare, ma ora il combinato tra dito e lingua rischiava di farle perdere completamente le staffe.

Shy non avrebbe osato sperare di più. Ma ora reclamava qualcosa anche per la sua passerina. Allungò le braccia e posò le mani sulla testa di Mario. Non voleva che scappasse e intanto gli accarezzava i capelli.  Gianni aveva finito di fumare. Sparò la cicca lontano. Tolse la maglietta, tolse le scarpe, tolse i pantaloncini e le mutandine, esibì una erezione formidabile e si avviò verso i due.

“Scopiamola insieme – disse Gianni – Quale buco mi lasci?”

Mario, senza parlare, si alzò in piedi, afferrò Shy per la vita e alzò anche lei. La fece mettere piegata a 90 gradi, e le entrò nel culo strappandole un grido acuto. Poi, senza mollare la presa prima si sedette e poi si sdraiò sul divano.

“Facciamo un bel sandwich! Riempile la figa”

Shy mugolò di piacere al solo pensiero. Gianni si avvicinò, divaricò le gambe della povera Shy che aveva un paletto nel culo e non riusciva a stare ferma nel tentativo di procurarsi il massimo piacere. Ma Gianni riuscì ad indirizzare la punta del pene tra le grandi labbra di Shy e, con un colpo di reni, penetrò la ragazza che, sentendosi riempita lasciò scappare un altro gridolino di piacere. Shy aveva proprio bisogno di qualcosa tra le gambe e l’aveva trovato.

I due cominciarono a pompare di buona lena, faticarono un po’ a trovare un ritmo comune e la giusta coordinazione, ma poi la macchina sessuale decollò.

“Si, si, siiii. Sfondatemi il culo, dilaniatemi la figa, ma fottetemi fino all’ultimo respiro. Riempitemi del vostro seme, ho bisogno di vita” gridava Shy, mentre inframezzava le parole con i suo i gemiti profondi.

I due ragazzi ce la stavano mettendo tutta, spingevano come ossessi.  “È questo quello che vuoi, grandissima troia? Ti apriremo il culo come un melone, scoprendo le tue viscere, apriremo la strada e questo culo inviolato diventerà la tana di volpi e conigli, una autostrada del sesso, Potrai ricevere il cazzo di cavalli e rinoceronti. Ti faremo volare per poi atterrare di nuovo sulla terra, gran zoccola”

Il sole, il sale del mare, la voglia e la lussuria sono ingredienti potentissimi ei tre trovarono la strada per un orgasmo simultaneo, tra le loro grida di piacere. Mario riempì le viscere di Shy quasi a farla esplodere. Gianni, un attimo prima di eiaculare, estrasse la sua arma micidiale e le fece dono e la ornò di una magnifica collana di perle.

 

Shy tornò al bungalow un po’ dolorante, ma soddisfatta. Nel bungalow non c’era Tom e lei ne fu felice. Si spogliò per fare una doccia. Trovò un po’ di sangue nelle mutandine, probabilmente uscito dal sedere. Era il prezzo che aveva dovuto pagare,ma le aveva riporto alla mente lo splendido pomeriggio. Mario non aveva avuto nessuna pietà del suo culo, lo aveva infilato senza esitazioni e senza riguardi. Lo aveva umiliato e battuto a dovere e, alla fine, ne era uscito un culo nuovo.

Si infilò sotto la doccia per lenire il bruciore. Ripensò al sandwich e sorrise a se stessa soddisfatta. Una esperienza unica, che non aveva mai provato. Tom non glielo avrebbe mai permesso. Non aveva rimorsi verso Tom. In fondo se l’era cercata abbandonandola fin dal primo momento in quel villaggio di assatanati. ”Quella sera, però, voleva recuperare un po’ di tempo perduto con Tom, voleva preparagli una cenetta al lume di candela con un po’ di vino che facesse girare un po’ la testa, per poi attirarlo sul letto e lì scoparlo fino al mattino. Questo trattamento le avrebbe calmato qualche senso di colpa.

Uscì dalla doccia, si asciugò e si truccò. Sistemò i capelli come piaceva a lui e avvolse attorno a se un pareo indiano che le avvolgeva il corpo coprendo tutto, ma facile da sollevare e scoprire le parti del baso ventre e lasciando immaginare quali forme e quale sostanza vi fosse racchiusa. ”’

Poi si mise a cucinare una ricetta cinese a base di pollo e salsa di soia che piaceva moltissimo a Tom. Preparò la tavola sulla veranda per loro due, mise al centro una candela profumata e stappò una bottiglia di vino rosso perché il prezioso liquido si ossidasse.

Arrivò Tom che non immaginava nulla della serata che Shy le aveva preparato. Non era solo, era con David l’allenatore della squadra di calcetto. Shy andò incontro a Tom e, senza nemmeno guardare l’ospite, lo abbracciò e gli stampò un bacio appassionato.

‘Amore, ti presento David ‘ disse Tom un po’ in imbarazzo per l’accoglienza ‘ è il nostro allenatore di calcetto. Questa sera doveva rimanere solo e così l’ho invitto a cena ‘

Shy non riuscì a nascondere una smorfia di delusione, ma non disse nulla. ‘Va bene. OK! Dove mangiano in due, mangiano anche in tre. Benvenuto David’

‘Bè, mi spiace ‘.. ‘ ripose David – sono un po’ in imbarazzo ‘. non volevo disturbare, ma Tom ha tanto insistito ‘.’

‘Non preoccuparti David, Mettiti comodo. Quel che decide Tom per me va benissimo. ‘ poi rivolta a Tom ‘ accomodatevi, è quasi pronto. Prendo piatti e posate anche per David’

Shy rientrò dentro per prendere quanto occorreva e controllare la pentola sul fuoco. Poi tornò in veranda con un po’ di pane, qualche pezzetto di formaggio (avanzi del frigo) e delle olive per fare una specie di ‘aperitivo. Uscì fuori e trovò i due che, per il gran caldo, si erano tolti la maglietta rimanendo a torso nudo. Shy non poté fare a meno di notare il bel fisico di David e i muscoli che disegnavano una tartaruga sull’addome, ma non fece commenti. David chiese di andare in bagno per lavarsi le mani e Shy ne approfittò per lamentarsi con Tom.

‘Avevo pensato che sarebbe stata la nostra serata. Siamo qui da due giorni e non abbiamo ancora avuto modo di stare soli insieme.’

‘Ohh, amore, non preoccuparti! Siamo in vacanza e non c’è nessuno che ci corre dietro. Staremo soli insieme quando David se ne sarà andato. Domani possiamo rimanere a dormire finché vogliamo. David é un ragazzo simpatico, vedrai passeremo una bella serata in compagnia’ ‘

In effetti, forse per il vino, forse per la simpatia di David, la cena fu davvero piacevole per tutti e la stessa Shy, che aveva volutamente ignorare il bel fisico di Davide, ora era più disponibile. Shy continuava, però, a sospettare che Tom avesse un secondo fine, non dichiarato, per aver invitato a cena David. Era un sospetto che le era nato dopo che aveva notato parecchie occhiate di intesa tra i due. Ricordò, inoltre, che tempo prima, Tom aveva insistito con lei per convincerla, senza riuscirci, a provare a far l’amore loro due con un altro uomo.

Ma Shy ne aveva viste troppe in quei due giorni e non aveva nessuna intenzione di discutere con Tom di questo tema, né di lasciarsi andare a faticosissimi menage a trois. Rimase comunque un po’ tesa ed un po’ guardinga aspettandosi un proditorio assalto.

Al termine della cena erano rimasti in veranda a chiacchierare simpaticamente, quando Shy sfilò i sandali ed appoggiò i piedi su uno sgabello. Aveva gambe affusolate e bellissime ed una pelle color del miele che contrastavano con l’abbronzatura scura ed i muscoli addominali di David. Tom poteva vederle su due piani diversi in una unica immagine e disse: ‘Fermi. Fermi così! è una foto magnifica. Non vi muovete. Vado a prendere la macchina fotografica’.

Ora dovete sapere che Tom è un vero fanatico della fotografia ed anche per quella vacanza era partito con tutto l’armamentario fotografico. Macchina reflex supeperformante, con dotazione di obiettivi di qualità, cavalletto, flash programmabile ed esposimetro professionale. Shy e David rimasero immobili, ma si guardarono e negli occhi e risero di gusto della freschezza di Tom. Ma fu quella iniziativa di Tom che la convinse che non c’erano secondi fini nell’invito di Tom e si rilassò ancor di più.

Montò il cavalletto, sistemò il flash lateralmente, misurò la luce sulle gambe di Shy e sui muscoli addominali di David. Poi tornò alla macchina e scelse l’inquadratura migliore. Fece delle foto di prova, poi chiedendo ancora di rimanere fermi, spostò bottiglie, bicchieri e tavolo. Ricostruì una scenografia incantevole ed al centro pose Shy, con il suo tubino nero in contrasto alla pelle color del miele, e David dai muscoli scolpiti così diversi dalle morbide curve di Shy.

Tom fu preso come da un furia e continuava fare e disfare la scenografia, spostava i due modelli facendogli assumere posizioni sempre più vicini, fino ad abbracci che la stessa Shy trovava un po’ imbarazzanti.

Ma Tom non si curava di questi aspetti e, invece, pensava continuamente a quali altre pose avrebbero dovuto assumere i due. E quando chiese a David di mettersi dietro le spalle di Shy e di abbracciarla appoggiando le sue mani sulla mani Shy, questa non poté fare a meno di sentire sul suo sedere il cazzo duro di David.

Shy ebbe un attimo di smarrimento. David, dunque, era già eccitato. Aveva fatto in fretta! Era escluso che Tom stesse facendo tutte quelle manfrine per favorire un rapporto sessuale tra loro due e, dunque, Shy scacciò quella leggera eccitazione che l’aveva presa, sapendo che Tom non l’avrebbe mai permesso. Quando Tom chiese ai due di svestirsi e rimanere in costume da bagno, Shy non poté fare a meno di notare il rigonfiamento nelle mutande di David che confermava il suo sospetto sulla eccitazione dell’allenatore. ‘Cercò di non pensarci, cercò di pensare ad altro, ma i muscoli addominali di David, quelle gambe forti e muscolose, quel rigonfiamento inguinale erano sempre lì davanti ai suoi occhi. Nella semioscurità, squarciata solo, di tanto in tanto, dai lampi del flash, David cercava continuamente di appoggiarle l’inguine sul sedere e mentre inizialmente Shy ne era turbata e si divincolava con eleganza, foto dopo foto cresceva l’eccitazione di Shy e la durezza di David. Tom non si accorse di nulla. David ebbe gioco facile nell’allungare una mano per intrufolarla tra le gambe di Shy, scostando il costume e appoggiando le dita all’ingresso della sua figa già bagnatissima. Shy si irrigidì e David le disse. ‘Sei già bagnata! Dunque è vero quello che dicono di te, che sei la dea del sesso. Da quando ho visto le foto della strage di cazzi che hai fatto ieri negli spogliatoi, sono pazzo di te.’

Tom, che non aveva notato assolutamente nulla, fece appoggiare David alla ringhiera della veranda. Poi chiese a Shy di appoggiarsi con le spalle a lui. A coprire i due, fino all’ombelico, c’era il tavolo della cena sul quale aveva appoggiato una candela accesa. Alle loro spalle lo spettacolo del paesino illuminato sulla collina. Tom disse: ‘Ora dovete comportarvi come attori. Fingete di essere due amanti nel momento in cui lui dichiara tutta la sua passione a lei. Nello stesso tempo lei, sposata con un altro, soffre perché non può cogliere il suo amore. Fate finta di star girando un film, io non vi interromperò, ma continuerò a fotografare. Fate emergere la vostra capacità recitativa.’

Fu allora che Davide, protetto alla vista dal corpo di Shy e dal tavolo, scostò le mutandine di Shy, le fece divaricare le gambe e la penetrò.

Tom continuava a scattare le sue foto. Era eccitatissimo e non si accorgeva che Shy e David stavano scopando. Stavano bene attenti i due a non emettere suoni che potessero suscitare sospetti, aiutati dalla musica della vicina discoteca. Shy sentiva il pene di David, rigido come l’acciaio, che lentamente entrava e usciva dalla sua figa. Godeva in silenzio, ma avrebbe voluto gridare il suo piacere, avrebbe voluto girarsi e baciarlo mentre sentiva montare l’orgasmo. David le baciava il collo, le mordeva la spalla, procurando a Shy una scossa di piacere. Shy godeva e mugolava cercando di farla apparire come l’effetto della recitazione e intanto si chiedeva come fosse possibile che Tom non si rendesse conto che il suo amico la stava scopando con grande soddisfazione di entrambi. Godeva con gli occhi chiusi, ma ogni tanto apriva gli occhi e vedeva il suo Tom, il suo grande amore che si ammazzava di lavoro per fotografare la sua ragazza che scopava.

Tom si fermò un attimo ad osservare la scena. Era pensieroso. Forse aveva cominciato ad avere qualche dubbio. David si accorse della novità e temette che se ne fosse accorto. Diminuì l’intensità con la quale stava scopando Shy e cercò di assumere l’aria più naturale possibile e disse, con la voce rotta dal piacere: ‘Vuoi che cambiamo posizione? ‘

Shy aprì gli occhi e vide il volto di Tom sbiancato. Temette che stesse per esplodere. Ed invece, Tom con l’aria più serafica gli rispose: ‘No, la posizione va benissimo. Toglile il top, perché Shy se non le solleciti i capezzoli non riesce a venire!’

David eseguì. Abbassò il reggiseno e prese tra indice e pollice i capezzoli di Shy e cominciò a stimolarli. Shy mugolò di piacere. Tom si avvicinò ai due copri avvinghiati e prese la testa di Shy tra le mani. Shy ebbe un momento di paura, temette che potesse darle una testata, che volesse sputarla in faccia, che volesse sbranarla.

‘State scopando! Maiali! Tu, David, sei un maiale e tu, Shy, sei una grandissima zoccola. Mi state facendo cornuto! E allora fatelo come si deve! Voglio fotografare il viso di Shy presa dall’orgasmo. è un privilegio raro poter fotografare la propria donna mentre si fa scopare, mentre si fa riempire da un uomo sotto gli occhi del proprio ragazzo. Sei meravigliosa Shy! Dacci sotto David, falle vedere chi sei!!! Spaccale la figa!’

 

 

Shy non credeva alle sue orecchie, ma non ebbe il coraggio di aprire gli occhi per guardare Tom. Temeva che fosse un sogno e che riaprendo gli occhi si sarebbe svegliata. Le parole di Tom, però, ebbero l’effetto immediato di liberare i suo timori e si lasciò andare ad un lungo e profondo gemito di piacere. David, invece, anche lui incredulo, senza fermare le spinte pelviche, guardò Tom e nonostante si rendesse conto che le sue esortazioni erano provocatorie, decise di interpretarle a suo favore. Libero di muoversi come più credeva. Fece piegare Shy a novanta gradi e l’afferrò per i fianchi in modo da tenerla ben ferma ed aumentò il ritmo e la forza con la quale spingeva. “Si, Siii Tom, le spaccherò la figa …….. le allargherò la figa in modo che tu possa entrarvi tutto dentro, potrai introdurre la tua testa intera e con tutte le corna che ti stanno crescendo. Questa zoccola la rivolto come un calzino. Lo faccio per te. E per me. – poi, rivolto a Shy, continuò – Lo senti? Senti come spinge questo cazzo enorme? Lo senti che ti sto aprendo tutta, ti sto sfondando, ti sto chiavando brutalmente?”

“Si, sii Davide, continua, non ti fermare, spingi, spingi forte – rispose Shy gemendo mentre sentiva montare l’orgasmo. – sono tua, sono tutta tua. Fammi godere!”

Tom osservava la scena, ascoltava i gemiti di Shy. Vedeva i bei seni di Shy ondeggiare in avanti e in dietro seguendo i colpi di David. I bei seni di Shy, non troppo grandi, non troppo piccoli, sferici e rosei, stimolavano la sua immaginazione. Era infuriato e pazzo di gelosia, ma preso dalla eccitazione, infilò la mano nel costume, estrasse il suo pene rigido e cominciò a curarlo.  Sentiva Shy che godeva come non l’aveva amai sentita godere, osservava le formidabili spinte di Davide e l’orribile smorfia di piacere disegnata sulla faccia di Shy.

Shy aprì gli occhi e vide Tom, in piedi che si smandruccava l’uccello delle grandi occasioni . Questa vista le amplificò il piacere. “Si, Tom siii, sei eccitatissimo, masturbati, menati l’uccello fino a skizzarmi del tuo seme caldo. Non voglio venire da sola, veniamo insieme……………. veniamo insieme!”

L’atmosfera era infervorata, eccitante e carica di una tensione palpabile, sembrava l’attimo prima di una immane cataclisma. Tom fu il primo che spruzzò il seme sul viso di Shy. Lei, inondata dal quel liquido caldo, fu presa come da un orgasmo formato tsunami, che in pochi secondi sommerse tutti e risucchiò anche il povero Davide che gridò: “Ti riempio, bella! ……….. ti riempio la figa anche del mio seme, bella zoccolona”

In pochi secondi tutto era finito in un orgasmo generale. Tom si lasciò cadere sulla sedia esausto e Shy si accasciò sul tavolo per prender fiato. David estrasse il suo uccello ormai barzotto e, prevedendo che di lì a poco sarebbe cominciata una vera bufera tra i due ragazzi, lo pulì alla bellemeglio, lo ripose ..… nel fodero e si dileguò insalutato.

Quando Shy riaprì gli occhi vide Tom distrutto dall’orgasmo e dalla consapevolezza di esser diventato cornuto. Fu la prima ad aprir bocca e disse: “Sei soddisfatto, ora?”

“Di cosa?”

“Hai ottenuto quel che volevi!”

“Sono deluso. Volevo che tu fossi solo mia e non anche mia”

“Vuoi nasconderti dietro un dito? Mi hai assillata per mesi che desideravi scopare in tre, mi hai portato qui David dopo avermi fatto mancare sesso per quasi una settimana ed ora vuoi farmi credere che non lo volevi, che non lo desideravi da lungo tempo, che non ne sei felice?”

“Io non ho portato qui Davide perché tu lo scopassi. “

“Lo so! Lo hai portato perché lui, insieme a te, scopasse me.”

“Ma cosa dici! Sei impazzita? Non ci pensavo proprio! Invece tu lo hai provocato ed hai ottenuto quel che volevi”

“Bella riconoscenza la tua – azzardò Shy, che temeva che Tom sospettasse qualcosa – Mi hai lasciata a bocca asciutta per una settimana, sapevi quanto ne avessi voglia, sai quanto sono sensibile ad un bel fisico maschile e me lo hai appiccicato dietro le spalle, abbracciato, con le mani che esploravano il mio corpo. Come potevo pensare che volessi fare solo delle foto se per mesi mi hai chiesto di invitare un altro a scopare con noi?”   

Tom aveva cominciato a piangere in silenzio. Aveva capito che, malinteso o no, aveva sbagliato tutto, era vittima di se stesso. Shy si accorse della situazione. Si compiacque dello scampato pericolo. Era riuscita a far ricadere la responsabilità della sua scopata sul povero Tom.  Allo steso  tempo, però, era davvero dispiaciuta per le calde lacrime che scendevano sul bel viso di Tom. Si avvicinò a lui, lo abbracciò e cercò di asciugargli le lacrime. “Andiamo Tom. Non è poi così grave. Io sono sempre la tua ragazza. Non è successo proprio niente. Un malinteso non può avere conseguenze così gravi! Anche io ho sentito prevaricare la mia volontà, ma ho creduto che ti facesse piacere e ho voluto farti questo dono. E poi, amore mio, siamo in vacanza, non è la fine del mondo, fra qualche settimana di questa vacanza ricorderemo solo le cose belle.”

Tom annuiva lieve mentre tirava su con il naso, ma non parlava e Shy, dopo alcuni minuti di silenzio, riprese a parlare: “Sai, se non ti avessi visto così eccitato non credo che avrei mai raggiunto l’orgasmo. È stata la vista del tuo enorme cazzone e di come te lo menavi che mi ha eccitata. Da morire. Ma se tu non fossi stato qui di fianco a me, non averei goduto. Anzi lo avrei sbattuto fuori di casa. E a te, amor mio, ti è piaciuto vedermi scopare con David? Ti è piaciuto masturbarti e skizzarmi il viso ed i capelli del tuo sperma? ”

“Si” rispose laconico Tom

“Cosa ti è piaciuto, amor mio?” Chiese ancora Shy mentre con la mano cercava di afferrare l’uccello di Tom.

“Mi ha eccitato vederti scopata da un altro. Ma ho tanta paura!”

“Paura di cosa?” chiese ancora Shy mentre ormai armeggiava con l’uccello di Tom per farlo  rinvenire.

“Paura di perderti!”

“No, no Tom non scherzare! Io sono tua e non potrei mai lasciarti! Lo sai che non ti avrei mai tradito, né cpn David, né con un altro se non per farti piaere.”

“Eh … a te è piaciuto scopare con David?” chiese Tom quasi convinto.

“Vuoi la verità? Non era un gran chè! Tu sei molto meglio. – rispose mentendo Shy – se tu non fossi stato qui, non l’avrei mai fatto! Ero solo desiderosa di farti felice. Dimmi che sei stato felice. Dimmelo!”

“Sono stato felice”

“Dimmi che vuoi che ti faccia ancora felice” incalzava Shy segando il povero Tom.

“Si, mi piacerebbe che lo facessi ancora”

“No. Non così. Devi dirlo forte e chiaro e devi dire cosa vuoi da me”

“Sì. Sì Shy voglio vederti ancora scopare con altri uomini. Voglio vederti mentre lo prendo in tutte le posizioni. Ti prego….”

“Bene se tu lo vuoi, io lo farò. Lo farò per te! E non aver timore che io ti lasci, perché io non ti lascerò mai.”

“Davvero, Shy, non mi lascerai mai? Oh, come sono felice! Ora fammi entrare dentro di te”

“No, amore, ora no! – rispose Shy che aveva la figa in fiamme dalle numerose scopate fatte durante l’intera giornata – non vorrai mica entrare dove è pieno dello sperma di un altro! Domani, amore, domani! Ora ci laviamo e andiamo a dormire e domani siamo pronti per un nuovo giorno”  

“No, adesso. Fammi venire ora”

“Va bene, amore – disse Shy aumentando l’intensità della sega – ti farò venire qui nelle mie mani e poi domani grande festa. Ti farò morire di eccitazione. Scegliamo un bel giovanotto, lo invitiamo qui nel bungalow e potrai segarti mentre io farò per te ciò che più ti piace. Però, mi rccomando, dovrai rimanere a guardare anche dopo esser venuto. Non è che, soddisfatta la tua voglia, te ne vai e mi lasci con uno sconosciuto!”

“Va bene, va bene Shy, ma ora non ti fermare, ti prego…… fammi venire nelle tue mani. Domani te lo scelgo io lo stallone”

“Eh no, amor mio, lo stallone devo scoparlo io e quindi lo scelgo io. Sono o non sono la tua zoccoletta? E tu sei o non sei il mio cornutello?”

Tom annuì e, al pensiero di Shy con altri uomini, ebbe un picco orgasmisco e riempì le mani di Shy di sperma caldo. Lei gli avvicinò la mano alla bocca e gli fece leccare il suo sperma. “Domani ti farò morire di eccitazione nel vedermi scopare! E dovrai bere lo sperma di tutti quelli che mi scopano. Va bene, amore mio?”

 

Shy si svegliò colpita in pieno viso dai raggi del sole. Tom dormiva ancora, ma non appena lei si rigirò nel letto, anche Tom aprì gli occhi. Erano entrambi nudi. Shy guardò negli occhi Tom, ma non disse nulla. Tom, invece, appoggiò una mano sulle sue cosce accarezzandole e le sorrise mentre diceva: “Shary, sei bellissima. Sei il sogno del mattino – provò a baciarla, ma lei si scostò. – ho bisogno di te, voglio fare l’amore fino a stasera!”.

“Sei matto ? – rispose Shy – dobbiamo fare tantissime cose, oggi. Dobbiamo andare al mare…… devo prendere un po’ di sole. Non posso mica tornare a casa bianca come un cencio”

“Amore ….. me lo hai promesso …. – lamentò Tom – ieri sera mi hai detto che avremmo fatto l’amore stamattina!”

Shy perse qualche secondo per decidere cosa rispondere e poi affrontò il toro per le corna: “Amore, devi capire che la situazione ora è cambiata.  Tu vuoi che io scopi con altri uomini in tua presenza e lo farò. Mi sacrificherò per te. Costi quel che costi! Lo faccio per te, per farti felice, ma tu non puoi scopare, né con me né con nessun’altra. Io, per accontentarti ho bisogno del tuo aiuto, del tuo sostegno. Ho bisogno di quella sana tensione sessuale che è importante in queste situazioni. Se tu vuoi far l’amore o masturbarti perdi gran parte del potenziale, della tensione sessuale ed io non riuscirei ad accontentarti.  Quindi, fattene una ragione perché io lo faccio unicamente per farti felice, e tu devi aiutarmi. “

“Ma, amore …. – tentò di replicare Tom – non ce lo ha mica ordinato il dottore…..! Puoi fare a meno di scopare con altri perché ci sono qui io, io che ti amo, io che mi prenderò cura di te e faremo l’amore fino a svenire”

“Ma sei matto? Ed io, ieri sera,  mi sarei fatta scopare da quell’energumeno per niente? Perché il signorino ieri gli andava di guardare e oggi non più? Stai scherzando vero? – rispose di getto Shy, e poi continuò su un altro tono – Lo so, lo so amore, sei tanto caro, ma non vorrei essermi sacrificata per niente. Tu ora sembri convinto di poter fare a meno di una tua legittima esigenza e poi magari, nel pomeriggio o quando torneremo a casa, ti tornerà la voglia di vedermi con un altro e ricomincerai a tormentarmi. No, amore, abbiamo cominciato e dobbiamo finire il lavoro. Io ti amo e tutto ciò che voglio, è vederti felice, anche a costo di qualche sacrificio.”

“Ma no, amore, ti prego, lascia stare non voglio più!! ….”

“Basta! Non fare il bambino! Dovevi pensarci prima!” rispose seccata Shy.

Così detto, si alzò dal letto e sculettando come suo solito, con le tette che ballonzolavano sul suo petto, si avviò verso il bagno lasciando Tom sbalordito e taciturno.

Era una magnifica giornata estiva e il mare era una tavola. Si sistemarono sul lettino e Shy cominciò a dare ordini, come suo solito. Mandò Tom a prendere il giornale dal giornalaio, la crema abbronzante al supermercato, il telefonino nel bungalow, un ghiacciolo al carretto che passava, gli occhiali da sole nella borsa, una bibita ghiacciata al bar e un euro di cocco fresco dall’ambulante. In realtà Shy voleva solo allontanare Tom per meglio adocchiare la prossima “vittima”. E, infatti, scelse l’istruttore di sci nautico, un bel manzo alto e muscoloso, biondo e con un sorriso perennemente stampato sul viso.  Un maschio alfa dominante.

Shy ordinò a Tom di andare a concordare un giro con il motoscafo, a guida dell’istruttore, per far sciare Tom e dare un’occhiata alla costa rocciosa a sud. Una gita di un’oretta. Tom trovò facilmente l’accordo (allungandogli una banconota da 20 Euro). Shy disse a Tom: “Questo stronzetto ha la faccia antipatica, ma forse fa al caso tuo. Ho l’impressione che ti farà divertire molto mentre mi scopa. Lascia fare a me e parla solo quando sei interrogato”

“No! Ti prego, amore. Lascia stare! Non ne ho voglia, non voglio che scopi con questo stronzetto!”

“Amore, davvero non ti capisco. Ma va bene, se questo tizio non ti piace ….. . okkey….! – rispose Shy – sta calmo, non ti agitare. Come vuoi tu, tesoro mio”

Salirono sul motoscafo, l’istruttore Ivano spinse la barca per un po’, poi saltò su anche lui e guadagnarono il largo. Il mare, appena un po’ fuori non era calmo come nella baia, ma presentava un’increspatura con onde alte trenta quaranta centimetri, abbastanza alte per far saltare il motoscafo, lanciato a grande velocità, tra una onda e l’altra. Quando furono arrivati a un miglio dalla costa, Ivano fermò il motoscafo e, rivolto a Tom, disse: “Oggi c’è da divertirsi, ci sono le onde giuste! Vedrai quanto ti divertirai a giocare con gli sci. Hai le gambe ben salde?”

“Stai scherzando? Tom è un atleta!” rispose Shy per lui.

“Benissimo, così non rischiamo cadute durante la corsa. Ora faremo una bella galoppata verso sud tenendoci a distanza di un miglio dalla costa, così tu scii e Shy ammira le bellezze naturali”

Tom indossò il giubbotto di salvataggio, poi si mise con le gambe penzoloni fuori dal motoscafo, infilò gli sci e disse: “Sono pronto, passami la cima”

Partirono subito a tutta birra. Tom era riuscito ad emergere con un po’ di fatica a causa delle onde, ma ora scivolava tranquillo. 

Shy stava di fianco ad Ivano e cominciò le operazioni di seduzione. Voleva fargli sentire l’odore della sua pelle, fargli vedere le sue belle tette scoperte e libere di dondolare. Shy prese a parlare con Ivano e disse: ”Ti dispiace se tolgo il pezzo di sopra? Vorrei prendere il sole integrale”. Tolse il reggiseno scoprendo le sue bellissime tette, mentre sbirciava lo sguardo di Ivano. Aveva fatto colpo. Poi cominciò a stuzzicarlo e, approfittando dei salti del motoscafo, sfiorandogli il collo e le orecchie con i capezzoli turgidi. Ivano girò la testa per guardarla e disse: “Che hai delle tette magnifiche lo sai già, ma che mi fanno impazzire e vorrei mordertele, di certo non lo sapevi”

“Se dovessi far mordere le mie tette a tutti quelli che le guardano, non avrei tempo nemmeno per girarmi i pollici”

“Ciò nonostante, mi dicono che un paio di sere fa, sono stati in molti ad assaggiarle!” rispose Ivano alludendo alla scopata di Shy con l’intera squadra di pallavolo di due sere prima.

“In questo caso, hai diritto ad un assaggio gratuito” rispose Shy avvicinando la tetta sinistra alla bocca, già aperta, di Ivano che cominciò a succhiare e giocherellare con la lingua.

Dal mare, Tom che faticava a tenersi in piedi, non riusciva a capire cosa stesse succedendo ed anche se Shy gli aveva detto che non avrebbe scopato con Ivano, in cuor suo temeva che avrebbe potuto succedere.

E, infatti, successe.

Shy cominciò ad accarezzare il torace e la schiena di Ivano con le sue calde mani e a baciargli dapprima il collo e poi sempre più giù soffermandosi a lungo sui capezzoli…..poi scese sempre più giù fino all’inguine, fermandosi sul costume da bagno. La mano di Shy entrò sotto il costume di Ivano mentre lui continuava a guidare il motoscafo, afferrò l’uccello di Ivano che era già duro e, mentre lo baciava con trasporto, lenta ma inesorabile, prese a masturbarlo. Shy appoggiò la sua bocca su quella di Ivano e la lingua, audace, si infilò dentro.

“Non fare la timida, so che muori dalla voglia di prenderlo in bocca” disse Ivano. Shy gli sorrise e si chinò mentre gli abbassava il costume, scoprendo un filetto di bue rigido e nodoso. Non era più lungo della media, ma era certamente più grosso e Shy non potè fare a meno di immaginare il momento magico in cui avrebbe potuto infilarlo nella sua figa odorosa.

Ivano le mise una mano dietro la nuca (altra cosa che Shy odiava, ma che apprezzò molto in quel momento) e la spinse verso la bocca. Nonostante avesse dovuto spalancare la bocca quasi a spaccare la mandibola, sentire il cazzo di Ivano pulsare nella sua bocca la fece impazzire…iniziò a prenderci gusto. Le venne quasi naturale cominciare a ingoiarlo. Non voleva perderne nemmeno un centimetro. A giudicare dal respiro di Ivano, sempre più corto, rotto dai mugolii di piacere, Shy concluse che il trattamento gli era davvero gradito. Shy afferrò Ivano per le chiappe, per aiutarsi ad spingere più che poteva l’uccello di Ivano in gola, gli conficcò le unghie in quel sedere sodo e prese a succhiarlo e leccarlo come un’affamata che non mangia da mesi. Lo leccò tutto, fino sotto le palle. Lo smanettò con foga, mentre lui la incitava a continuare più forte chiamandola nel peggiore dei modi. Ma Shy non si sentiva offesa, anzi, si sentiva finalmente una donna vera, una donna desiderata.

All’improvviso Shy lo sentì irrigidirsi. Capì cosa stava per accadere e cercò di allontanare la bocca, ma lui aumentò la pressione sulla sua nuca e la costrinse a continuare. Il pensiero che Ivano potesse venirgli in bocca, spinse Shy ad aumentare ancor più il ritmo. Voleva dargli piacere, farlo venire e assaporare lo sperma caldo di Ivano.

Fino a quel momento Tom non si era ancora accorto di nulla.

Ma Shy voleva anche la sua parte di piacere e senza smettere di succhiare l’uccello di Ivano e senza alcuna fretta, con le dita liberà la sua bella passerina e la sollecitò un po’ per farla inumidire e poi, veloce, prima che Ivano potesse reagire, si sedette a cavalcioni su Ivano badando di infilare l’ uccello nella sua passerina. Dalla gola le uscì un urlo per lo stupore della dilatazione e per il piacere: stava cavalcando l’istruttore che guidava a tutta birra un motoscafo che trainava il suo Tom.

Shy cominciò un lento pompare avanti e indietro e ogni volta che la punta dell’uccello di Ivano le toccava il fondo gemeva di piacere. Sembrava una cagna in calore, sentiva una quantità di emozioni e di sensazioni mai provate prima. Il ritmo aumentò e il motoscafo, che saltava da un’onda all’altra, nel ricadere le procurava dei veri e propri spasmi di piacere.

In quella posizione Shy si accorse che, inarcando più o meno la schiena, spostando il peso del corpo all’indietro, quando il motoscafo ricadeva tra un’onda e l’altra, sentiva il cazzo di Ivano sfondarle l’imene e un piacere intenso e violento s’impossessava di lei, stappandole grida di piacere sovrumano.

Tom non vedeva cosa stesse succedendo ma si accorse della vicinanza preoccupante dei due.

Il ritmo di Ivano era in controfase al ritmo imposto dai salti del motoscafo tra le onde e sensazioni sempre più forti obbligavano Shy a essere parte attiva di quella cavalcata. Ogni spinta di Ivano spingeva Shy quanto più avanti possibile, per sentirlo sempre di più.

Tom era ormai certo che sul motoscafo si stesse consumando una nuova celebrazione della sua cornutaggine. Cercò dapprima gridando, poi con ampi gesti delle braccia di attirare la loro attenzione, per farli smettere, per farsi portare a riva. Ma quelli non lo vedevano nemmeno e, invece, continuavano la loro lunga cavalcata.

In pochi minuti doppiarono il capo arrivando davanti ad una natura bellissima e spiagge di scogli. Andarono ancora un po’ avanti e finalmente comparve una spiaggetta deserta di poche decine di metri proprio mentre Shy ebbe un orgasmo simile a uno tsunami, intenso e potente come non ne aveva conosciuti da tempo. Gridò, roteò la testa guardando il cielo, baciò furiosamente Ivano e infine ricadde con la testa su di lui.

Si riposarono un attimo, poi Ivano disse: “Lì dietro, Tom, ci sta chiedendo di fermarci. Cosa devo fare?”

Shy chiese a Ivano di lasciarle un po’ di tempo per recuperare fiato e poi di farli sbarcare sulla spiaggetta deserta. Ivano virò verso il largo, fece un ampio giro e poi si diresse verso la spiaggia e in pochi minuti era a terra. Shy sentiva lo sperma di Ivano che ora le colava giù dalla passerina e si infrangeva sul costume. Ivano ormeggiò la barca, fece scendere Shy e recuperò Tom tirando la cima con le mani.

“Siete due maiali!” disse Tom appena riprese fiato e si lasciò cadere sulla sabbia.

Shy si accorse della antipatica macchia di sperma sul costume ed ebbe la sensazione che anche Tom se ne fosse accorto.  Controllò lei stessa la situazione e vide che la macchia denunciava la copiosa eiaculazione di Ivano. Un po’ imbarazzata, decise di togliere le mutandine del costume e, tenendosi su una gamba, liberò l’altra gamba che appoggiò di nuovo a terra. Ora mostrava la figa umida e arrossata a Tom. Poi appoggiandosi sulla gamba libera ben piantata sulla sabbia, manovrò per liberare la seconda gamba, ma proprio mentre aveva la gamba levata ….. perse l’equilibrio e cadde addosso a Tom. Lo sperma che ancora usciva copioso dalla passerina, finì sulla gamba di Tom, ma Shy, per confondergli le idee, allungò la mano, per controllare l’effetto della vista della passerina sul pacco di Tom.

“Vi siete fatti male?” chiese Ivano

“No, no. Affatto. Però, si sta così bene sulla terra ferma. – rispose Shy. Poi avendo sentito l’uccello di Tom piuttosto consistente, rivolta a Tom gli disse piano, perché sentisse solo lui – se qui c’è un maiale, quello sei tu. È stato sufficiente immaginare che io potessi star scopando con Ivano per aver immediatamente una erezione che non vedevo da anni. Figuriamoci se mi avessi visto scopare a meno di un metro da te, saresti più eccitato di un gorilla vergine!!! Sei un meraviglioso maiale ……. e per questo mi piaci da impazzire!”

 

 

 

Tornati a riva, sulla spiaggia del Villaggio, Tom mise la mano al portafoglio per pagare la gita e Ivano sussurrò a Shy: “dovrei pagarla io questa corsa. Vuol dire che hai gradito molto! E se hai gradito vorrai fare il bis”

“Ci penserò, vedremo “ rispose laconica Shy Tom e Shy andarono a stendersi sui loro lettini. Shy chiuse gli occhi e si godeva il sole. Tom sfogliò un giornale, mentre, ancora incerto su cosa fosse realmente successo tra Shy e Ivano sul motoscafo, scacciava i peggiori pensieri.

Tutto sommato Shy aveva ragione, lui, nel vederla, nel saperla tra le braccia di Ivano si era molto eccitato Ma questo non voleva dire che fosse felice. Shy era la sua ragazza e voleva che rimanesse solo sua. Quella della sera prima con Davide era stato solo un incidente e sul motoscafo voleva credere che non fosse successo nulla

Si stava ormai facendo sera e mentre Tom pensava a come avrebbe potuto convincere Shy a far l’amore con lui, e ripensava ai bei pomeriggi passati a casa sua nel letto dei suoi genitori, si accorse di avere un’altra potentissima erezione “Amore, sei bellissima! Vorrei stringerti forte, vorrei baciarti per ore ed ore. Sei la mia ragazza, sei la mia donna. Andiamo nel nostro bungalow, voglio donarti tutto il mio seme, tutto il mio amore.”

“Maiale, hai avuto un’altra erezione ripensandomi tra le braccia di un altro! – rispose Shy con voce aspra e dura – ed ora vorresti che io ti rimettessi le cose a posto”

“No, no amore mio, non è come tu credi. Ho già dimenticato! Sei solo tu che mi provochi il desiderio più potente, sono le tue belle gambe forti e tornite, sono i tuoi seni regali. È il tuo culo strepitoso che mi eccita”

“Ti ecciterebbe di più o di meno, sapere che volentieri mi faccio sfondare il culo dagli sconosciuti?”

“Shy, così mi ferisci nell’orgoglio – piagnucolò Tom – Non credo che tu dispensi piacere anali come vuoi farmi intendere. Non lo credo. La mia Shy è una brava ragazza, seria ed onesta. Non può essere diversamente”

“Io sono una brava ragazza, non c’è alcun dubbio, ma tu sei un maniaco perverso. Godi al solo pensiero che qualcuno mi scopi”

“Te lo giuro, Shy! Non pensavo affatto a te tra le braccia di un altro – solo pronunciare quella frase gli arrecò fastidio e dolore – non lo credo! Se sapessi che sei di qualcun altro, ne morirei”

Shy vide passare a pochi metri da loro il capo animatore del villaggio, lo stesso che il giorno prima le aveva scopato la bocca dimostrando che possedeva un clitoride anche in gola a pochi centimetri dalle corde vocali. Forse non era vero e la sua anatomia era del tutto normale, ma aveva qualcosa di molto simile ad un clitoride a giudicare da quanto aveva goduto a farsi scopare la bocca. Il capo animatore aveva un cazzo enorme che a fatica aveva infilato in bocca. Ricordò della sua promessa del giorno prima e di quanto aveva sognato di prenderne un altro assaggio. Fu come un fulmine, un idea illuminante: “Ah! Osi negare l’evidenza? Sono certa che se tu vedessi il peggiore degli uomini che mi scopa, avresti una erezione anche maggiore di questa. “

“Ma cosa dici, amor mio? No, no, ti assicuro. Se ti vedessi scopare anche con il migliore degli uomini, ne morirei di dolore!”

“Ah, si? Dimostramelo. Anzi! Ti dimostro, io, il contrario. Queste cose una donna le sente, le vede, come fossero un film in televisione”

“E come pensi di poterlo dimostrare?” Shy scattò come una molla e si alzò in piedi: “Vieni con me!” Si diresse, con Tom a seguito, verso il capo animatore e lo raggiunse proprio mentre egli stava entrando in un gabbiotto sulla spiaggia. Si infilò anche lei, seguita da Tom. Anche nella semioscurità, quell’uomo era orrendo! Tom aveva i brividi al pensiero di quello che stava per accadere e tentò di fermare Shy. Senza successo!!! “Si dice che lei abbia un uccello fuori misura – esordì Shy rivolta al capo animatore – me lo ha detto una mia amica che ha potuto provarlo. Vorrei provarlo anche io, qui davanti al mio ragazzo”

“No, Shy, non farlo, ti prego non mi uccidere!” protestò ancora Tom “Se la signorina lo desidera – rispose il capo animatore rivolto a Tom – non credo che sia una buona idea contraddirla.” Poi si girò verso Shy dicendo: “Ecco, signorina, infili la mano nel costume e verifichi se è vero ciò che le hanno detto. Se lo troverà di suo gusto, lo metteremo in azione”

“Non deve essere di mio gusto – rispose Shy – ma del gusto giusto per il mio ragazzo. Soprattutto deve essere convincente quando è in azione e non per le sue dimensioni” ed infilò una mano nel costume. Lo afferrò con decisione e lo estrasse. Poi rivolta a Tom: “È della dimensione che ti garba? Pensi che farebbe miglior figura dentro di me? Cosa preferisci davanti o dietro?”

“Ti prego Shy, basta. Non voglio! Voglio che andiamo via. Rimettilo a posto!”

“Troppo comodo, mio caro. Ormai abbiamo disturbato il signore, non possiamo mica rimandarlo a casa a bocca asciutta. Se non vuoi dirlo tu dove metterlo, lo dirò io! Secondo me, la massima eccitazione l’avresti se il signore mi sfondasse il culo. Ed è quello che farò. Mi farò sfondare il culo” Concluse Shy mentre aveva cominciato a segare il capo animatore per preparare la penetrazione.

L’uomo fece girare Shy e la fece appoggiare su una pila di sedie sdraio piegate una sull’altra, mentre il suo uccello era ormai diventato molto rigido e risplendeva in tutta la sua dimensione regale.

“No, no, ti prego Shy. Non voglio. Non voglio”

L’uomo si girò verso Tom e lo prese per un orecchio, scuotendolo e disse: “Adesso basta, ragazzino. Mettiti seduto qui e stai in silenzio. Se vuoi puoi anche segarti a piacimento, ma non ci infastidire con i tuoi piagnistei. Non sai che le belle ragazze non parlano, ma ordinano? Ed io non sono abituato a disobbedire agli ordini” poi si chinò verso il culo di Shy, le scostò il costume in modo da liberare l’ingresso e, rivolto a lei, continuò: “Signorina, ho un profondo rispetto del suo magnifico culo, ma se vuole godere di più, allo scopo di far godere di più il suo fidanzato, non le aggiungerò né olio, ne saliva. Così, al naturale, il mio uccello farà più fatica ad entrare, ma una volta entrato sarà di maggior piacere per lei e per il suo ragazzo.” Poi, prese un grande fazzoletto rosso che era sul tavolo, lo avvolse a forma tubolare e lo appoggio sugli occhi di Shy, legando gli estremi dietro la testa. “Ecco – disse- ora non vede più niente potrà concentrare tutti i tuoi sensi sulle sensazioni forti del suo ano. Questa benda farà da amplificatore di piacere”

Shy, con le braccia alzate ed appoggiate alle sedie, stava già pregustando l’amplesso e rispose all’uomo con un sospiro che le uscì naturalmente dalle labbra e che aveva un unico significato: “fai quel che vuoi, ma fa presto!” L’uomo diede ancora un paio di colpi alla pelle dell’uccello, scoprendo una cappella rossa e dalla pelle tesa di almeno cinque centimetri di diametro. Con una mano divaricò le chiappe di Shy e appoggiò la cappella in corrispondenza del suo buco. Lei sospirò ancora, mentre a Tom si spense l’ultimo singhiozzo di pianto. Anche lui era rimasto sbalordito dalle dimensioni ragguardevoli e dalla rigidità marmorea.

L’uomo, piano piano cominciò a spingere, ma la pelle arida dell’uno e dell’altra si opponeva alla penetrazione. Ma l’uomo non aveva fretta, spingeva, ma senza violenza. Shy continuava a gemere in attesa dell’ingresso effettivo. Finalmente, in un silenzio irreale, la cappella del capo animatore riuscì a da aprire un varco e Shy emise un gemito più forte degli altri Anche Tom si azzittì per meglio seguire l’operazione.

Quando, con fatica, tutta la cappella fu entrata Shy gridò: “Dilaniami il culo, uomo, aprimelo in due. Dimostra al mio ragazzo chi è più forte: tu o il mio sfintere anale. Fagli sentire chi comanda!! Porta tutto all’eccesso. Fammi godere il sapore della vita!!”

Tom cominciò a piangere sommessamente, mentre il capo animatore completava l’opera della penetrazione totale. A quel punto i succhi gastrici, quel po’ di liquido anale, lubrificò completamente il retto di Shy e l’uccello del capo animatore. Cominciò la danza! Il dolce su e giù, al tempo e col ritmo, l’ingresso e l’uscita di quel mostruoso cazzo da quel grazioso culo. Shy ormai non riusciva più a trattenere le grida di piacere, mentre il capo animatore inveiva con grida gutturali contro di lei, contro la sua presunta purezza, allo scopo di auto incitarsi per trovare la forza di quel su e giù. Tom di fronte a quel movimento animalesco, di fronte a quella dimostrazione di potenza della natura, si accorse di essere sovraeccitato ed estrasse anche lui il suo arnese e cominciò lentamente a menarselo. Ma allora, aveva ragione Shy, pensò. Lui si eccitava nel vederla scopata da un altro.

Il capo animatore, nonostante l’impegno e lo sforzo sovraumano, si accorse dei movimenti di Tom e, senza smettere di pompare la povera Shy, la fece girare verso Tom e le fece appoggiare le mani sulle spalle di lui, mentre continuava ad assestare poderosi colpi di reni. Shy si sentiva aprire in due, sentiva quel meraviglioso cazzo a ogni colpo entrare più in profondità. Sentiva tutta l’eccitazione trasformarsi in goduria fin quasi a perdere i sensi, portandola ad urlare di piacere. Ma sentiva anche che Tom non aveva resistito alla eccitazione provocatagli da quella scena e aveva ceduto. Trovò la forza per abbassarsi leggermente e baciò Tom sulla fronte, come una mamma bacia il suo bambino innocente. A quel punto, il ritmo del capo animatore divenne regolare, il respiro di Shy divenne profondo e poderoso e piano piano si avvicinò all’esplosione dei sensi con l’orgasmo tanto desiderato e di valore assoluto, con una sorta di semisvenimento coinvolgente fino all’estremo: lo shock da orgasmo Shy fu percorsa da un brivido di piacere, come una corrente ad altissima tensione che partita dai genitali le aveva invaso tutto il corpo.

Shy godeva e nel suo modo di godere c’era qualcosa di estremo. Il suo piacere non somigliava al miagolio dei gatti, agli ululati dei lupi! Il suo piacere somigliava ad una esplosione nucleare! Tom guardava Shy godere, mentre si faceva guardare come una sacerdotessa di un culto pagano. Lui novizio da iniziare ai piaceri del sesso, i piaceri del vederla godere senza poterla toccare. La vide mentre mordeva la punta del fazzoletto che le copriva gli occhi in un amplesso furioso, mentre si divincolava da una stretta favorendo l’ingresso profondo di quel cazzo mostruoso nella sua vertiginosa fenditura anale. Shy fu scossa da tremiti e convulsioni raggiungendo il suo sospirato orgasmo. Shy si strappò il fazzoletto dagli occhi e cominciò ad agitarlo e rotearlo sulla testa in un immaginario spettacolo di rodeo. Poi, non appena il capo animatore le liberò il culo, si inginocchiò e prese il cazzo di Tom fra le mani tirando giù la pelle fino in fondo e portandolo ad una poderosa eiaculazione per troppo tempo trattenuta Shy pensò tra se: c’è un tempo per godere e c’è un tempo per far godere!

 

La scopata con il capo animatore era stata una mazzata fortissima per Tom. Shy aveva goduto all’inverosimile, ma Tom aveva accusato il colpo. Sebbene Shy fosse riuscita, ancora una volta, a far ricadere la responsabilità di quanto era accaduto su di lui, Tom si era sentito ferito, irrimediabilmente cornuto. Erano seguiti un paio di giorni con una forte depressione durante i quali Shy, dispiaciuta per il dolore provato da Tom, si era detta che forse aveva esagerato e aveva smesso di guardare ad ogni maschio che circolavano nel villaggio come ad un possibile amante e aveva cominciato a rintuzzare le loro proposte che miravano tutte a portarla in luogo consono per una sana e gagliarda scopata. In questo modo era tornato il sorriso sul volto di Tom. Un pomeriggio, mentre Tom era andato alla ennesima partita di calcetto, lei si era fermata a parlare con Carla, la sua amica barista, che la stava aggiornando sulle novità del villaggio, quando, per prendere un caffé, arrivò al banco un giovanotto che Shy non aveva mai visto. Alto, bruno e con un sorriso che sembrava un incendio, aveva un fisico fatto di muscoli guizzanti sotto pelle e senza un filo di grasso. Il giovanotto scherzò un po’ con Carla, senza rinunciare a lanciare occhiate interessate a Shy, ma poi andò via frettolosamente. Shy si affrettò a chiedere a Carla notizie sul giovanotto. Carla le disse che si trattava di un medico veterinario che curava gli animali del Villaggio e, in particolare, i cavalli utilizzati dagli ospiti per fare lunghe passeggiate nei boschi nei dintorni del villaggio. Carla aveva notato l’interesse, non pura curiosità, di Shy e si divertì ad alimentarla.

“Si chiama Claudio, é un giovanotto sveglio, che fa tanti sport acquatici, non é sposato e gironzola qui intorno come fosse un ospite. Spesso rimorchia e rende felice qualche bella figliola” disse Carla.

“Rende felice? – chiese Shy – cosa vuoi dire?”

“Non sono mica io che lo dico! Sono le figliole stesse. Più di una ha raccontato che Claudio ha una dotazione da Oscar e, a quanto dicono le interessate, sa anche usarla piuttosto bene”

“Interessante….. “ A Shy non serviva sapere di più.

Dopo circa una mezzoretta, il giovanotto ritornò al bar e, questa volta, Carla si premurò di favorire l’amica e gli presentò Shy. Tra i due, fu subito simpatia e, tra risate e ammiccamenti, chiacchierarono amabilmente fino a che non giunse per Claudio l’ora di andar via. “Bhé, si é fatto tardi. Il lavoro mi chiama!”.

“Sono le cinque del pomeriggio. Il lavoro, a quest’ora, si rimanda al giorno dopo” rispose un po’ delusa Shy

“Non per me – replicò Claudio – devo tornare alla stalla. I cavalli non hanno orologio e nemmeno il calendario. Oggi é arrivato un grande allevatore di cavalli con uno stallone da monta per ingravidare una cavalla irrequieta”

“Cosa ? – chiese Shy – fate ingravidare una cavalla perché é irrequieta? E perché?”

“La cavalla va domata; é compito dei palafrenieri, ma loro dicono che il momento migliore per farlo é dopo il parto. Hai mai assistito ad una monta di cavalli? É uno spettacolo un po’ crudo, quasi da voyeur, ma molto affascinante. Si può ammirare come la natura abbia previsto tutto quanto necessario per permettere la riproduzione degli esseri viventi. Chi ha avuto modo di osservare la monta, raramente la dimentica, né dimentica di essere un animale.”

“Non ho mai assistito! “ rispose incuriosita Shy.

“Se vuoi, puoi venire con me. Ti farò da cicerone”

“Dovrei farlo vedere al mio ragazzo che, da questo punto di vista, é un po’ intorpidito”

“Ahhahah – rise il veterinario – se vuoi, può venire anche lui!”

“No, no, preferisco venire da sola. Ci vorrebbe un carro attrezzi per smuoverlo dalla sua partita”

I due si avviarono verso la stalla e a Shy si presentò una scena che non avrebbe mai creduto.

La cavalla fu condotta, all’interno di un recinto, fino alla staccionata e legata per la cavezza. Uno stalliere assicurò alla stessa staccionata anche le due gambe posteriori, con una speciale imbracatura. La cavalla aveva scalciato un po’ ma poi, sebbene potesse fare solo piccoli spostamenti, si era tranquillizzata. Un terzo stalliere spostò la coda della cavalla e l’imbragò in modo da lasciare la vulva libera per la copula. Poi Claudio, il veterinario, si avvicinò con un tubetto di un unguento che spalmò a piene mani sulla vulva della cavalla. Shy seppe, dopo, che si trattava di un farmaco che lubrificava e stimolava il desiderio. 

Arrivò un altro stalliere portando lo stallone. Un bellissimo animale nero lucente che camminava con eleganza di fianco allo stalliere. Lo stalliere gli fece avvicinare il muso alla vulva della cavalla in modo che potesse sentirne l’odore. L’animale cercò con le labbra di farsi strada per introdurre la lingua nella vulva. La cavalla era tranquilla e ferma. Sentiva lo stallone farsi largo nel suo sesso; sembrava essere cosciente di quanto stava accadendo. Non si muoveva favorendo, di fatto, le operazioni dello stallone. La vulva della cavalla cominciò a secernere gli umori necessari alla naturale lubrificazione e rendere possibile la penetrazione. Tutto intorno si sparse un odore acre di sesso che eccitò Shy. Lo stallone, mentre ravanava con il muso, probabilmente colpito dall’odore cominciò ad eccitarsi e il suo pene si liberò dal prepuzio e venne fuori dalla sua sede naturale.

Era un uccello spaventoso, nero alla base e color rosa carne verso l’estremo e con un glande quasi a forma di fungo. Quando finì di crescere raggiungeva almeno mezzo metro. Shy sentiva come dei fremiti salire dalla sua zona pubica e anche la sua figa si stava inumidendo. Quando l’uccello dello stallone fu completamente fuori, lo stalliere lo tirò indietro con la cavezza perché avesse lo spazio per saltare sulla groppa alla cavalla. Shy notò che sebbene enorme il cazzo dello stallone non sembrava particolarmente rigido e, appeso mollemente, oscillava. Shy non aveva mutandine ma solo dei pantaloncini corti piuttosto larghi. Cominciò a sentire i suoi umori che lentamente avevano cominciato a colare lungo le gambe. Al pensiero che potesse essere notato, cercò di nascondere le gocce che scendevano prima stringendo le gambe e poi avvitandole. Ma Claudio si era accorto di qualcosa.

Ora lo stalliere, tenendo lo stallone per la cavezza, lo aizzò a saltare in groppa alla cavalla. Improvvisamente il cazzo dello stallone divenne un palo rigido. Guidato dalla natura, mentre lo stallone si reggeva con le gambe anteriori sul dorso della cavalla, il pene dello stallone andò a posizionarsi proprio all’ingresso della vulva. Ma il primo assalto fallì e lo stalliere, tirandolo per la cavezza, lo fece smontare e gli fece fare un giro introno a se. Lo stallone aveva ancora l’enorme pene interamente scoperto e oscenamente rigido. Shy ne era visibilmente turbata e si domandò quale sensazione si poteva provare a maneggiare un affare come quello. Claudio ne approfittò per metterle una braccio intorno alle spalle e tirarla a se.

Poi, lo stalliere fece prendere allo stallone ancora un po’ di rincorsa e lo istigò a saltare nuovamente in groppa alla cavalla. Anche questa volta il pene si irrigidì istantaneamente, ma anche questa volta la penetrazione non riuscì. Il palafreniere si avvicinò allo stallone e gli prese il pene con le mani per aiutarlo. Allargò un po’ la vulva con una mano e posizionò il pene sull’ingresso. Lo stesso stallone, appoggiato con le zampe anteriori sul dorso della cavalla, spinse con le gambe posteriori e infilò completamente l’enorme pene.

Shy ebbe un colpo al cuore e strinse le gambe. Claudio, mentre osservava lo stallone spingere su e giù il pene in un furioso amplesso, strinse a se Shy. Shy si accorse, dal respiro affannoso dell’animale attraverso le froge del naso, che lo stallone stava per raggiungere l’orgasmo e questo la eccitò profondamente. Poco dopo lo stallone eiaculò all’interno della vulva una gran quantità di sperma. A causa della pressione interna alla vulva e dell’abbondanza dello sperma, ed uno schizzo colpì la maglietta di Shy. Istintivamente Shy reagì come a proteggersi, si girò su se stessa voltando le spalle allo spettacolo e abbracciò Claudio scoppiando in lacrime. Lui la strinse ancor di più a se, le accarezzò i capelli e con le labbra cercò di asciugare le lacrime. 

“É terribile – disse Shy – Portami via!”

Claudio l’accompagnò in una stalla vuota, non molto distante dal luogo della scena. La fece entrare in un box per cavalli che era ancora tremante e con i piedi sistemò un po’ di paglia e vi fece stendere Shy visibilmente ancora eccitata da quella scena ad alto contenuto erotico e di spaventosa potenza. Quando Shy fu sistemata sulla paglia, Claudio prese un lembo della maglia di Shy vicino alla macchia di sperma, l’avvicinò al naso di Shy dicendo: “Questo liquido é uno degli afrodisiaci più potenti in natura. Annusa, senti il profumo della natura selvaggia e aspra?”

Shy inspirò forte, fu inebriata dall’odore aspro, poi chiuse gli occhi e lasciò che Claudio appoggiasse le labbra sulle sue e si baciarono con passione. In quel momento Shy non pensò a Tom ed alle promesse che gli aveva fatto. Stava per entrare in punta di piedi in Paradiso e ne era cosciente. Quando il bacio finì, Claudio, senza nemmeno parlare, afferrò i lembi della maglietta di Shy e la sfilò svelando un seno di rara bellezza. Poi sbottonò i pantaloncini di Shy e li sfilò lasciandola completamente nuda. Portò la mano sulla figa di Shy bagnandola dei suoi umori, poi la portò alla bocca e leccò il profumato liquido. Prese l’unguento che aveva spalmato sulla vulva della cavalla e ne spalmò una generosa dose anche sulla figa di Shy, badando di irrorarne anche l’interno. Poi, con la mano scese giù sul perineo e raggiunse il magico buchino che ricevette lo stesso trattamento. Durante l’operazione, Shy Guardava Claudio con desiderio, fremeva e non disse una sola parola. Appena applicato l’unguento, Shy aveva sentito come del ghiaccio, ma ora sentiva l figa allagata di umori e pronta per ricevere. In fondo guardando lo stallone aveva immaginato proprio quel che stava accadendo in quel momento. Infine, Claudio sbottonò i suoi pantaloni e se li cavò insieme con le mutande, svelando un cazzo degno dello stallone. Shy si lasciò sfuggire un esclamazione di meraviglia molto intensa e senza perdersi in convenevoli lo prese tra le mani con un sorriso. Allargò le gambe e appoggiò il palo sulla figa calda dei suoi umori. Bastò veramente poco a Claudio per entrare e cominciare a stantuffare.

Shy era in visibilio. Le sembrava di ricevere lo stallone che spingeva come un ossesso e non si accorse nemmeno che nei locali della stalla erano entrati alcuni stallieri che, udendo i rumori, si erano affacciati alla balaustra di legno del box a vedere cosa accadesse.

Claudio pompava con foga e Shy era assolutamente immedesimata nella parte della cavalla. Gli stallieri cominciarono a fare il tifo per il veterinario, poi, uno alla volta, entrarono nel piccolo recinto e, mentre Claudio pompava con foga, si spogliarono nudi. A quella vista, crebbe il turbamento di Shy che cominciò a gridare il suo piacere mentre con gli occhi invitava gli stallieri. Shy sentì montare dentro di se un potentissimo orgasmo progressivo, lento ma inarrestabile, come cadere da un dirupo. Staccò le mani dal collo di Claudio e cercò di afferrare uno di quei grossi cazzi che le stavano intorno. Uno degli stallieri, vedendo la bella bocca aperta di Shy le si avvicinò e lei gli prese il cazzo in bocca succhiando avidamente. Un primo orgasmo arrivò prepotente come un terremoto trascinando Claudio in una eiaculazione di portata equina.

Claudio recuperò le forze si alzò sulle ginocchia e con lo sguardo invitò uno degli stallieri a prendere il suo posto. Shy aprì le gambe ancor di più per accogliere il nuovo poderoso cazzo. 

Uno di loro si avvicinò, le tirò su le gambe e le appoggiò sulle sue spalle, poi con destrezza appoggiò la punta del suo uccello sulla figa di Shy e spinse. Quando questi fu entrato, Shy emise un gemito di piacere, con le mani afferrò la testa dell’uomo e l’avvicinò a se per baciarlo. In questo modo sollecitato, l’uomo cominciò a fotterla con una potenza mostruosa. Shy sentiva i colpi dell’uomo che spingeva sempre più in profondità il suo grosso cazzo mentre ansimava e gemeva di piacere. Le sembrava di essere una cavalla in mezzo ad un gruppo di stalloni. Shy assaporò un nuovo orgasmo e poi un altro ed un altro ancora. La sua figa secerneva umori dolci e caldi a litri.

Anche lo stalliere riempì la figa di Shy del proprio sperma ed anche lui dopo un chiassoso orgasmo si alzò per lasciare il posto al collega. Gli stallieri si alternarono uno dopo l’altro, ognuno prendendola in posizioni diverse, ognuno introdusse il proprio robusto membro tra le gambe aperte di Shy ed ognuno depositò il proprio seme nella tana di Shy. Furono quattro? oppure dieci? oppure trenta? Shy non seppe dirlo. 

Shy non era mai sazia. Lo spettacolo della copula dello stallone l’aveva eccitata e sconvolta ed ora aveva solo bisogno di essere fottuta fino in fondo, in tutti i buchi, con forza e con violenza per calmare i bollenti spiriti che avevano invaso la sua figa e la sua testa. Ebbe orgasmi plurimi nessuno dei quali la distolse dalla scena del pene gigantesco dello stallone e dallo skizzo di sperma che l’aveva colpita. Succhiò e masturbo tutti, si fece riempire il culo e la figa. Ebbe orgasmi a ripetizione e fu necessario che fosse Claudio a porre fine a quella processione di uomini alti e bassi, magri e grassi, che continuavano a scoparla.

Quando la processione terminò e nessun altro cazzo era disponibile, Shy chiuse le gambe incrociandole e, con un fil di voce, disse a Claudio: “Ti prego riportami al bungalow”.

 

 

 

 

Shy si svegliò che era ancora buio. Le mani di Tom le stavano accarezzando e stringendo le tette. Senza muoversi guardò l’orologio e costatò che era quasi mattina. Di lì a poco sarebbe stato giorno. Si ricordò di ciò che era avvenuto il giorno prima, la monta dei cavalli, il veterinario che l’aveva portata in quella stalla e la fila di uomini che aspettavano per poterla scopare. Sentì un brivido salirle su, dalla zona genitale, fino ai capezzoli. Ora la mano di Tom era scesa sulla pancia. Sarebbe sceso fin sulla figa. Faceva sempre così quando sperimentava l’erezione del mattino. Ma Shy era distrutta, aveva ancora la figa in fiamme e non si sentiva certo di affrontare una scopata con Tom, con la solita posizione del missionario e un rapido compimento dell’erezione. No, no, nemmeno cominciare. Figurarsi. C’erano stati tempi in cui Tom era stato un buon amante. Poi, con l’abitudine ed avendo Shy conosciuto altri amanti molto fantasiosi e, spesso, numerosi nello stesso letto, Tom aveva mostrato tutti i suoi limiti come amante e Shy faceva fatica a soddisfare le sue esigenze. 

 

“Tom, amore mio, sono a pezzi. Lasciamo stare, ti prego!”

 

“Da quando siamo qui, non abbiamo mai fatto l’amore, passerotto. Lasciami entrare, ti prego. Faccio in un attimo e non ti disturberò che pochi minuti.”.

 

“Lo so che fai in un attimo, lo so bene. Ma non è questo il punto. Non ne ho voglia. Ho un sonno maiale e vorrei dormire. “

 

“Avanti, passerotto, apri le tue belle gambine, apri la morbida passerina, sono qui pronto per te.”

 

“Pronto per me? Chissà cosa hai sognato per procurarti questa erezione mattutina? Vorresti darmi in pasto a una tribù di cammellieri per raggiungere un minimo di erezione? Altro che “per me”!!! Avrai immaginato di farmi scopare da tutta la squadra di calcetto. Ascolta……. abbiamo ancora un’oretta scarsa prima dell’alba. Dormiamo. Ne riparliamo domattina. “

 

“No, amore, ti prego. Va bene ho sbagliato, ma ora ho un cazzo durissimo. Quando mi ritorna così duro?”

 

“Non preoccuparti. Ti ritorna. E se non ti ritorna, mi porti un altro tuo amico che scopo davanti a te e ………risolviamo…….. il problema”.

 

“Non fare la stronza, passerotto. Non voglio che scopi più con altri……”

 

“E allora, se non vuoi che io scopi ancora con altri, fammi dormire! Porca puttana!!!”

 

“Va bene, dormi, ma prima sentilo quanto è duro, immagina quanto sarebbe bello, per te, introdurlo nella tua micina….”

 

Pur di smettere quella lite e tornare a dormire, Shy gli prese il cazzo con la mano e lo strinse. In effetti, aveva una certa consistenza, non come quello degli stallieri, ma …. insomma era duro! “Va bene – disse – ti masturbo, ma rimani lì, non venirmi addosso. Anzi, mettiti a quattro zampe che ti masturbo da dietro” 

 

Tom si mise in posizione e Shy si tirò seduta sul letto, poi, così come fanno i pastori di pecore, infilò una mano tra le gambe di Tom fino ad afferrare il cazzo penzoloni e cominciò a “mungerlo”. Ancora in dormiveglia, Shy segava Tom, ma la manovra sembrava proprio una mungitura. Tirava la pelle del cazzo di Tom a coprire interamente il glande e poi la spingeva in su a scoprirlo e quando raggiungeva la compressione massima, sentiva un mugolio di piacere di Tom. Gli piaceva, Shy ne era sicura e, infatti, al terzo o quarto mugolio, Tom, con il respiro rotto dal piacere, disse: “Infilami qualcosa nel culo, amore, ti prego, ne ho bisogno….”

 

Shy non fu stupita. Non era la prima volta che Tom le chiedeva di infilargli qualcosa nel culo che gli sollecitasse la prostata. Stava quasi per infilargli due dita, ma poi si ricordò che avevano portato in vacanza con loro un vibratore: “Vuoi che prenda il vibratore e t’infilo quello? – disse un po’ seccata Shy – Lo vuoi acceso? O preferisci che ti spacco il culo su e giù?”

 

“Spaccami il culo, Shy. È arrivato il momento di spaccarmi il culo” 

 

Era quasi ridicolo ascoltare i due ragazzi: lei un po’ assonnata, stanca del tutto disinteressata e lui arrapato come un mandrillo. Non sembrava che fossero nello stesso letto! Shy lasciò la presa sul cazzo di Tom e si alzò per prendere il vibratore. Era un po’ contrariata e molto seccata. Era stanca morta e invece di dormire Tom voleva che gli spaccasse il culo alle sei di mattina!!!! Cercò il vibratore in quella specie di accampamento che era il loro bungalow. Senza fortuna. Era sempre più arrabbiata. Andò a cercarlo nel bagno, poi ritornò in camera e vedendo Tom che si masturbava, in attesa del vibratore, le prese un attacco di nervi. “Alle cinque di mattina mi svegli e mi rompi i coglioni per cercare il vibratore, mentre come un deficiente te ne stai lì sul letto a masturbarti. Mavaffanculo ……… e vacci da solo!!” e senza aspettare la reazione di Tom infilò il costume da bagno e uscì dal bungalow sbattendo la porta. 

 

Si ritrovò fuori che cominciava ad albeggiare, non sapeva dove andare, aveva ancora sonno e il villaggio era completamente deserto. Anche il bar era chiuso e non poteva nemmeno chiedere un cappuccino alla sua amica barista. Si avviò verso la spiaggia. L’aria era fresca, il mare era una tavola, il silenzio assoluto, s’incamminò per una passeggiata sulla riva. Sentiva il rumore dell’acqua che lei stessa muoveva e i raggi caldi del sole che le accarezzavano il bel viso. La vacanza era quasi finita. Respirò a pieni polmoni.

 

In poco tempo arrivò quasi alla fine dell’insenatura, laddove la roccia si buttava in mare formando una lingua che s’insinuava per una cinquantina di metri. Vide che nei pressi alla roccia c’era qualcuno piegato con le braccia penzoloni in acqua. Si avvicinò. Erano Jack e Jim i due ragazzi di colore che gestivano la pescheria del villaggio. Due giganti di ebano, con i piedi nell’acqua che arrivava a metà coscia, piegati in due per recuperare i pesci rimasti impigliati nella rete durante la notte. Li affiancò per osservarli meglio. Loro le sorrisero senza dire nulla. 

 

Shy cominciò ad aiutarli, teneva tesa la rete mentre loro liberavano i pesci, ancora vivi, e li sistemavano in una cassetta di legno poggiata su un materassino che galleggiava. Al termine dell’operazione li aiutò a portare la cassetta di pesce a terra, insieme con le altre, in un capanno. Jack non parlava l’italiano e Jim la invitò a bere un thé ghiacciato che conservava nel capanno. Bevvero tutti e tre una bottiglia di the ghiacciato sulla riva del mare. Jim le raccontava della loro vita nel villaggio e della loro terra, il Senegal, che aveva lasciato per venire a lavorare. Poi Jim le chiese se potevano lasciarle gli orologi, la chiave del capanno e le loro poche cose, perché volevano fare un bagno in mare prima che diventasse troppo caldo. Shy acconsentì e loro depositarono tutto su un vecchio asciugamano sulla sabbia. Tolsero anche i pantaloni, ma, a differenza di quanto Shy aveva immaginato, sotto i pantaloni erano nudi.

 

I due mostrarono due cazzi che, penzoloni a riposo, erano almeno il doppio di quello di Tom. Ringraziarono Shy e si avviarono verso il mare. Shy li guardò allontanarsi. Avevano un fisico splendido, fatto di muscoli che guizzavano sotto la pelle scura, gambe lunghe e affusolate che reggevano un culetto stretto e muscoloso. Sopra la vita, la linea del torace possente si apriva come un fiore. I due camminarono un po’ per raggiungere l’acqua più alta, poi si tuffarono e nuotarono qualche metro. Giocarono tra di loro e Shy si sentì una sciocca ad essere rimasta sulla sabbia a guardarli. Fu un attimo. Si denudò anche lei e correndo verso di loro, con le tette che ballonzolavano, li raggiunse. Si gettò nella mischia e giocò con loro. 

 

Shy era fortemente attratta da quei cazzi che le ricordavano le scene della monta dei cavalli. Membri enormi per fighe enormi bisognose di cure. Loro, però, pur avendone avuta l’opportunità, non la sfiorarono nemmeno. Non approfittarono nemmeno quando, per gioco, fu raggiunta e braccata da Jack.

 

Shy era attratta da quei ragazzi, dai loro bellissimi corpi, dal sorriso gentile e da quei cazzi enormi. Così, con l’acqua che le arrivava a metà gamba, quando, vicino agli scogli, Jack le fu a tiro, lo abbracciò da dietro. Gli baciò il collo e gli afferrò l’uccello sorridendo. Lui si voltò verso di lei e rispose al sorriso. Lei cominciò a segarlo un po’. Che differenza da quanto era avvenuto quella mattina con Tom: tra le mani aveva un vero cazzo vero, un cazzo mastodontico. Lui si girò verso di lei e le pose le braccia sulle spalle per baciarla. Durante il bacio caldo e appassionato, Shy sentì Jim che le si era avvicinato e che le appoggiò il suo cazzo sul fondo schiena. 

 

Shy non smise di baciare Jack, ma inarcò la schiena per invitare Jim ad entrare dentro di lei. Jim non si fece pregare. Infilò una mano tra le gambe di lei e raggiunse la figa, aprì le grandi labbra trovandola già bagnata, appoggiò la punta del suo cazzo all’ingresso ella figa e la prese per i fianchi e con decisione cominciò a spingere. Shy baciava Jack e sentiva Jim entrare. Era una sensazione stupenda. Accarezzava i muscoli delle braccia di Jack e godeva del cazzo di Jim. Inarcava la schiena per avvicinarsi a Jim, per sentire il suo cazzo sempre più in profondità. Jim spingeva con foga e il silenzio era rotto dai gemiti di piacere di Shy. Poi Jack, trovò il modo di sedersi sugli scogli, scoprendo il suo enorme cazzo in erezione completa. Shy si chinò, gli prese in bocca il cazzo e cominciò a spompinarlo. Godeva Shy, godeva di Jim che la stava fottendo con la foga di un animale e godeva nel sentire il cazzo di Jack nella sua bocca nel sentire quel cazzo mostruoso, le sue vene pulsare e la cappella ingrossarsi sempre più. Pregustava quella che si prevedeva una sborrata micidiale. Improvvisamente Shy sentì la figa in fiamme, devastata da un orgasmo intenso e violento. Non ebbe tempo di rilassarsi che fu pervasa da un altro orgasmo e un altro ancora, mentre quei due giganti di ebano non sembravano ancora minimamente provati.

 

Il sole cominciava ad essere già alto, Jack, nella sua lingua, avvertì Jim che stava arrivando qualcuno. Senza nemmeno parlare, Jim sollevò Shy tra le braccia e si incamminò verso il capanno. Jack raccolse le loro cose sparse sulla sabbia e seguì l’amico. Shy si sentiva una preda felice. Guardò verso coloro che stavano arrivando e si accorse che tra quelli c’era anche Tom. Si strinse contro Jim e nascose la faccia tra i muscoli pettorali di lui. 

 

Jim entrò nel capanno e depositò Shy su un divanetto di panno. Entrò anche Jack e chiuse la porta sul mondo. Shy si sentiva felice e pregustava la favolosa scopata. Jack si avvicinò a lei, le divaricò le gambe ed affondò la sua faccia sulla sua passerina, infilando la lingua muscolosa tra le sue grandi labbra alla ricerca della clitoride. Nello stesso tempo con le mani le afferrò le tette e cominciò a torturarle i capezzoli. Shy era in estasi e aspettava il ritorno di Jim: voleva assolutamente essere contemporaneamente penetrata da quei due giganti. Qualcuno bussò alla porta, ma Jack non si fermò e sollevò Shy e la fece impalare sul suo cazzo e continuò a farla godere. Shy cercava di mascherare i suoi gemiti di piacere. Jim andò ad aprire e Shy riconobbe distintamente la voce di Tom.

 

“Scusa, sto cercando la mia ragazza. Posso entrare?”

 

“E la cerchi qua? Ci siamo io ed il mio aiutante”

 

“Ho visto distintamente che siete entrati con una ragazza in braccio. È Shy”

 

“Cosa dici? Forse hai visto il mio amico portare un grosso pesce in braccio. Comunque qui ci siamo solo lui ed io”

 

Jack non si era fermato e continuava a fotterla con foga. Shy godeva a sentire quel cazzo enorme che le spaccava la figa e faceva una gran fatica a dissimulare i gemiti di piacere, ma le scappò un lamento più forte degli altri. Raccolse le sue forze e senza abbandonare il cazzo di Jack, si girò con il viso rivolto verso di lui.

 

“Hai sentito? Era un mugolio di piacere! Veniva da qui dentro”

 

“Ti ho detto che non c’è nessuno. Forse era un gatto!”

 

“Altro che gatto, era una verso umano. Era la mia ragazza l’ho riconosciuta. Cosa le state facendo?”

 

“Non c’è nessuno, ti ho detto. Ed ora va via. Lasciaci lavorare” e Jim chiuse la porta.

 

Tom, disperato, cominciò a battere con i pugni sulla porta e a gridare “Shy, Shy, sono qui amore mio, ti salvo io, resisti!”

 

La porta era robusta avrebbe resistito, ma avrebbe impedito a Jim di ricominciare a scopare Shy. Improvvisamente, Jim riaprì la porta e tirò una gran pugno sul muso di Tom che cadde svenuto a terra. Jim richiuse la porta, si avvicinò ai due che non avevano smesso un minuto di scopare, e senza muoverli aprì le chiappe di Shy ed infilò con un solo colpo il suo grosso membro nel culo di Shy. 

 

Shy gridò ed ebbe un sussulto, ma quando i due cominciarono a scoparla in contemporanea, sentì distintamente uno orgasmo stile tsunami salire dal basso ventre e stravolgerle la testa. Fu presa come da un tornado, da una tempesta marina, da un sconquasso totale, in uno degli orgasmi più intensi della sua vita. Cominciò a tremare, di piacere, di freddo, di gioia. Senza alcun ritegno gridava il proprio piacere per gli orgasmi che si susseguirono per più di quindici minuti. Poi, prima Jim e poi Jack la riempirono di un seme caldo e profumato. Jim fu il primo a rialzarsi, poi si alzò Shy che si chinò su Jack ed ebbra di piacere gli prese l’uccello in bocca per ripulirlo. 

 

Mentre Shy, riversa sul divano, cercava di riprendere i sensi. Jim aprì la porta e vide che Tom era ancora sulla sabbia svenuto. 

 

Shy riprese fiato, si rivestì e andò fuori a svegliarlo.

 

 

 

 

Shy si stese sul lettino a prendere il sole. Per quella mattina ne aveva avute abbastanza. Prima Tom che voleva scoparla col suo cazzetto moscio, poi il bagno e la scopata con i due giganti di ebano ed infine gli stessi giganti che avevano abbattuto Tom con un solo pugno per prenderla, insieme, fino a sfinirla ed ora, finalmente, un po’ di relax. Inforcò i suoi occhiali da sole e chiuse gli occhi. Dopo un po’ arrivò Tom che si era ripreso dal dolore per il pugno ricevuto.

 “Erano due bastardi. Non era un pugno quello. Era un camion a rimorchio. Ho ancora tutte le ossa doloranti. Ma se li incontro ancora ….. giuro …. li faccio a pezzi! ”

“Ma certo, amò…… sei stato fin troppo un signore. Devi dargli quel che si meritano! – rispose Shy senza riaprire gli occhi – ma ora riposati! Sei stanco morto e queste sono le nostre vacanze. Le prossime, ci saranno fra un anno esatto!”

“Hai ragione, amore. Ho bisogno di rilassarmi con una partita a tennis. Vado a cercare qualcuno che voglia giocare con me”

Shy riaprì gli occhi e lo vide andar via. “Meglio così”, pensò.

Dopo un po’, però, venne al suo lettino un extracomunitario, un egiziano, pieno di quelle cianfrusaglie che tentano continuamente di vendere. Shy si ricordò che doveva comprare un oggettino per la sua amica, e gli fece sciorinare tutta la mercanzia tirandola fuori da improbabili borse di tela. L’uomo, per meglio mostrare la merce, si sedette ai piedi del lettino, cercando di raccogliere il caffetano e scoprendo le gambe fino alle ginocchia. Shy si protese per veder meglio dei ciondoli di metallo lucente e tolse gli occhiali da sole. Nel guardare la merce non le sfuggi che, sotto il caffetano, pendeva il gigantesco sesso dell’uomo.

Shy guardò ciondoli e bracciali, collane ed anelli. Provò tutto, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dal sesso dell’uomo: era veramente grosso.  Era, sebbene a riposo, di dimensioni ragguardevoli e questo accese la sua fantasia. Cercava qualcosa, ma non sapeva cosa. Dopo una decina di minuti, tornò Tom si sedette tranquillo, ma poi, notando anche lui il sesso penzoloni, fu preso da un raptus di gelosia e cacciò l’uomo spingendolo via. Tom fu veramente scortese con l’egiziano quasi offendendolo. Shy ci rimase molto male.

“Sei solo uno stronzo – disse Shy – devo comprare un regalino alle mie amiche e con quello lì me la sarei cavata con pochi soldi d una gran figura…..”

“A chi vuoi darla a bere? Eri lì incantata a guardare il cazzo di quell’uomo che lascivamente spuntava dal caffetano. Sei solo una zoccola!”

 “Ah! Io sarei una zoccola? E da cosa dipende se sono una zoccola, se devo calmare la sete abbeverandomi alle fontane di altri invece che a quella el mio ragazzo? Da cosa dipende se non dal tuo ridicolo cazzetto? Siamo qui da una settimana e non mi hai scopata nemmeno una volta. Ti sei ubriacato tutte le sere come un coglione! Sei buono solo per farmi il solletico…..”

Era davvero incazzata Shy e, per dargli una lezione si alzò, prese le sue cose e si incamminò per seguire l’egiziano. Andò verso la pineta dove si era diretto l’egiziano e lungo la strada, infatti, lo incontrò.  L’egiziano le sorrise con gentilezza. Shy rispose al sorriso ma, forse un po’ intimidta, passò oltre. Poi ci ripensò, prese coraggio e tornò indietro dall’egiziano che, prima che lei aprisse bocca, l’anticipò. “Posso fare qualcosa per lei, signorina?”

“Ehm, si, si,….vorrei vedere qualche altro braccialetto … ce n’erano un paio proprio belli…….”

“Ne ho di molto più belli alla mia capanna……. se vuole venire……. È a pochi passi da qui!”

Si incamminarono in silenzio, poi l’egiziano prese la parola. “Il suo fidanzato è stato davvero scortese, signorina. Al mio paese, se avessi chiamato la polizia, ora sarebbe in cella a rinfrescarsi le idee”

“Ha ragione, non ci sono parole per scusarlo, ma lei accetti le mie scuse.“

“Accetterò le sue scuse, signorina, se lei accetterà di bere il the con me, nella mia capanna”

“Volentieri! “ rispose compiaciuta e con un largo sorriso Shy

Arrivarono alla capanna e l’egiziano preparò il the che cominciarono a sorseggiare. Nel frattempo Shy diede una occhiata alla merce. Aveva roba molto bella, provò di tutto: bracciali, anelli, collane. Scoprì anche dei pareo e costumi da bagno con colori vivacissimi. Provò anche quelli. Shy non aveva bisogno di un costume da bagno, ma l’eccitava l’idea che indossandolo avrebbe suscitato l’eccitazione dell’egiziano e l’erezione di quel gigantesco uccello. Su suggerimento dell’egiziano, indossò due o tre collane di colori diversi, insieme a formare come una pettorina di metallo lucente. L’egiziano le cinse la vita con una pareo dai colori sfavillanti e, per finire, le fece indossare delle calze nere autoreggenti. Il risultato fu straordinario. Sembrava una regina. Shy si rimirava in uno specchio e si trovava bellissima. Si girava per osservare l’effetto davanti, dietro, sul sedere. Cercò di sistemare il reggiseno e alla fine decise che il reggiseno era proprio fuori luogo e lo tolse scoprendo il suo meraviglioso e giovane seno.

Fu così che l’uomo, raggiunto il limite di eccitazione, afferrò Shy per il collo e la tirò verso di se. Nello stesso tempo sciolse il caffetano che scivolò per terra, lasciandolo completamente nudo.  Era un uomo di almeno sessant’anni, ma con un fisico ancora scattante, senza un filo di grasso, del colore del cioccolato e soprattutto con un uccello fuori misura.

“Ho visto come guardava il mio sesso, signorina. Mi è sembrato di leggere nel suo sguardo il desiderio di provarlo. Sarei felice di poterla favorire. Venga, si inginocchi, lo prenda pure come più le piace!”.

Il tono di voce dell’uomo era quello solito, pacato e sicuro, ma la mano che teneva il collo di Shy era, invece, molto più decisa e tirava verso il basso. L’effetto era quello di un uomo che non ammette repliche.

“Si inginocchi, signorina”

Shy si inginocchiò e prese quell’enorme cazzo nella sua piccola bocca. Dapprima cominciò a succhiare il grosso glande, poi lo infilò dentro, tutto. Le sembrò di soffocare ma l’uomo le teneva la testa ferma e non le riuscì di liberarsi. L’egiziano le stava scopando la bocca e lei godeva a farsi scopare.

Non fece in tempo ad abituarsi a quel ritmo che si senti delle mani che le frugavano il petto, le spalle. Ma non ci fece caso. Aveva la passerina allagata dai suoi umori a segnalare un eccitazione massima e cominciò a toccarsi il clitoride. Sentiva l’uomo accelerare il ritmo e ansimare sempre più rumorosamente con una frequenza crescente. Stava per esploderle nella bocca il suo carico di piacere. Accelerò anche lei il ritmo della sua mano fino a quando furono colti, insieme, da un terremoto orgasmico e lui l riempì la bocca e la gola del suo sperma caldo e viscoso.

Ripresero rapidamente fiato, poi l’egiziano fece alzare Shy  che, allora, si accorse che attorno a lei c’erano almeno altri sei, forse sette, uomini di colore.  

“Mettiamola sul tavolo e diamole piacere fino in fondo. “ disse l’egiziano agli altri.

Il più grosso degli uomini, una specie di mandingo, l’afferrò per le gambe e la caricò sulle spalle come un sacco di patate.  Lei era terrorizzata ma anche molto eccitata e non ebbe nemmeno la forza di gridare. Mandingo la portò su un tavole e la fece stendere sulla schiena lasciandole le gambe penzoloni. Accompagnando ogni suo gesto con il sorriso più dolce del mondo, con gentilezza le fece divaricare le gambe, le scostò  le mutandine e la penetrò con tre dita. Aveva mani grandi e dita che sembravano dei wurstel. Era così bagnata che nemmeno si accorse delle dita di mandingo, che frugarono un po’ la passerina e poi uscirono. Mandingo le fece tirar su in verticale le gambe, scoprendole lo sfintere anale che ricoprì della sua saliva.

Shy era impietrita.  Mandingo sollevò il viso e, guardandola, le sorrise ancora, si denudò rivelando anche lui un cazzo enorme, non tanto per la lunghezza, quanto per la grossezza. Shy temette per la sua incolumità. Sentiva le mani degli uomini che le tastavano i seni, le schiacciavano le mammelle e le torturavano i capezzoli, mentre Mandingo posizionò il suo cannone sul suo culo.  Nessuno si era premurato di toglierle il costume, o il pareo o le collane. Sembrava un rito ancestrale, nel quale anche gli abiti avevano una funzione precisa. 

Mandingo le sorrise ancora: “Ho un uccello molto grande e per te potrebbe essere pericoloso. Potrei lacerarti le pareti anali, ferirti a sangue. Ti infilerò il mio terribile cazzo nel culo e ti aprirò in due.” Come in un rito precolombiano, lei si sentiva felice di essere oggetto delle attenzioni di quegli uomini e, al tempo stesso, temeva per la sua incolumità.

Mandingo, con molta delicatezza ma con ferma decisione, tirò su le gambe di Shy appoggiandole sulle sue spalle, mentre con perizia le avvicinò il cazzo per stimolarle il clitoride. Shy, eccitatissima dal rito, sentendosi così stimolata cominciò a gemere di piacere. Aveva la figa allagata dai suoi umori caldi che le colavano sullo sfintere anale e, poi, per terra. Aspettava solo la penetrazione di quel missile intercontinentale.

Mandingo con un solo colpo, deciso e potente, infilò il cazzo nel culo di Shy reso morbido dai suoi umori, strappandole un urlo agghiacciante. Mandingo, che le teneva strette le gambe al suo petto, spingeva come un ossesso il suo cazzo su e giù nel culo di Shy.

Un altro uomo, dietro la testa di Shy, quasi abbracciandole la testa, prese ad accarezzarle i seni, mentre con la lingua le stimolava l’orecchio cantando una sensualissima nenia. Un altro ancora si masturbava guardando la scena e indirizzando l’uccello verso le gambe di Shy.

Un quinto uomo prese la testa si Shy tra le mani e la girò verso di lui e lei, meccanicamente aprì la bocca perché lui potesse infilarle il suo uccello marmoreo nella sua piccola bocca e cominciare a scoparla.

Il dolore per la penetrazione anale aveva ormai lasciato il posto ad un piacere profondo e Shy gemeva e incitava il suo uomo a spingere sempre più forte. “Spaccami il culo, gorilla, aprimi tutta perché voglio dei cazzi sempre più grossi, sempre più numerosi” Gridò Shy.

Mandingo gemeva e sbuffava come una locomotiva a vapore e come una locomotiva spingeva dentro e fuori fino il suo poderoso randello fino a che, tra grida primitive, non le vomitò nel culo almeno mezzo litro di sperma bollente che spedirono Shy ad un secondo formidabile orgasmo.

Mandingo, esausto, riprese fiato, le fece scivolare le gambe vero il basso e le liberò il culo. Si staccò da lei e lasciò il posto ad un altro. Shy era ebbra di piacere, vedeva tutti quegli uomini di colore agitarsi attorno a lei, toccarla, strizzarla e mostrarle il cazzo in tiro, masturbarsi.

“Li prenderò tutti “ si disse Shy, mentre un altro uomo stava per penetrarla.

Ma questa volta, l’uomo salì in ginocchio sul tavolo e, a cavalcioni su di lei, invece che nel culo entrò nella figa, poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, si distese sopra di lei, lasciando libera la strada ad una altro uomo che infilò il suo cazzo nel culo di Shy. Doppia penetrazione.

I due, probabilmente, avevano molta esperienza a scopare insieme, perché immediatamente si misero a spingere perfettamente sincronizzati, tanto che Shy percepì solo dei formidabili colpi che le stavano demolendo la figa ed il culo, ma che le amplificarono il piacere fino a farla urlare ancora più forte.

Intanto anche li altri uomini introno a lei, che non erano riusciti a dominarsi e a trattenersi dal masturbarsi di fronte ad una scena ad altissimo contenuto erotico, cominciarono a venire uno dopo l’altro e tutti, immancabilmente, depositavano il loro carico di piacere sulle gambe inguainate di Shy.

Shy ne aveva ancora voglia, desiderava ancora essere sfondata e fu l’egiziano ad accorgersene.

“Ne vuoi ancora?”

“Si”

“Non sei sazia?”

“No, riempimi ancora con il tuo fantastico cazzo!”

“Non ne ho più per te. Ma ho questo bastone che farà egregiamente il suo dovere” e, così dicendo, l’egiziano infilò la testa del suo bastone, al quale si appoggiava quando stanco per una giornata di lavoro tornava verso casa, nella figa di Shy, gonfia di sperma e umori, e cominciò ad agitarlo con forza inseguendo il piacere di Shy. Ella si lasciò fare e piano piano provò il più intenso degli orgasmi al quale non seppe opporre che un urlo da brivido.

Shy era la vittima sacrificale e, al contempo, era la beneficiata di pioggia di sperma e orgasmi a ripetizione. Era piena di sperma ormai rappreso e indurito. Al contempo, le avevano  riempito culo e figa di sperma che, invece, era rimato liquido ed ora colava giù lungo le gambe.

Dopo l’ennesima doccia di sborra sui capelli, sui capezzoli e sulle gambe gli uomini si allontanarono e per festeggiare il gigantesco amplesso rituale, cominciarono a bere birra direttamente dalle bottiglie. Shy, lasciata sola con il suo immenso piacere, stanchissima ma felice, si rialzò, cercò di ricomporsi gli abiti. Lo sperma continuava a scendere lungo le gambe e lei, in silenzio e lentamente  si avviò verso Tom il suo grande amore, il suo amore grande, il cornutello, ignaro di tutto, ma felice nel vedere felice la sua donna. La sua donna ormai diventata una vera zoccola.

 

Leave a Reply