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Erotici Racconti

Eva e Serena

By 10 Luglio 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Le porte in quel momento s’aprirono, ambedue rimasero alcuni secondi sulla soglia di quella grande stanza debolmente illuminata da diverse candele, perché subito le loro narici furono invase da un delicato e penetrante profumo d’essenze, le borsette caddero ai loro piedi, i loro sguardi s’incrociarono e le loro menti riuscivano unicamente a pensare per quanto tempo avevano aspettato anelando quel giorno, dato che al presente era giunto il loro sospirato istante. Serena, nonostante il desiderio che ormai l’avvampava, esitava e vacillava cercando di compiere il primo passo e non appena Eva s’accorse della sua incertezza fece la prima mossa spingendola contro il muro per baciarla, inizialmente solamente sfiorandole le labbra, poi con sempre maggior impeto fino a incontrare la sua lingua sulla soglia della sua bocca.

In tal modo, infatti, nella stessa identica maniera si erano baciate la prima volta, giacché Serena non poté fare a meno di pensare quanto era piccola quella bocca che stava baciando, tuttavia perse il controllo per tutta la durata di quel lunghissimo bacio. Era un sapore zuccherino, fresco e gradevole, in quanto la mano di Eva, prima solamente appoggiata al fianco di Serena si era intrufolata nella maglietta fino a slacciarle il reggiseno, mentre Serena più indecisa e timida restava in attesa. Sempre strette l’una all’altra, con le labbra ravvicinate, Eva aveva spinto Serena sul grande sofà di velluto, dato che lei si era lasciata cadere beatamente sul cuscino lasciando che la sua partner si sdraiasse su di lei. Con circospezione la timidezza s’allontanò da Serena scomparendo del tutto, in quanto cominciò a lasciarsi andare sentendosi affrancata, libera, senza pensieri né remore di nessun genere. La sua mano aveva iniziato a digradare dal collo di Eva, giù lungo la schiena, fino a massaggiarle dolcemente il gluteo destro, fin tanto che all’improvviso Eva si trovò con le spalle sul sofà, mentre le mani di Serena adesso sopra di lei percorrevano senza sosta i suoi fianchi, fino a quando le sue dita non raggiunsero i suoi seni, nel momento in cui i loro respiri erano già diventati più intensi e ben presto la stanza s’arroventò.

In quel frangente ambedue si liberarono a vicenda dalle magliette e dalle minigonne mostrando l’una all’altra la biancheria intima di seta, che insieme avevano acquistato qualche giorno prima in un negozio del centro storico. A seno nudo, Serena si distese attirando a sé il corpo dell’amica che le volgeva così le spalle, lasciando che adagiasse i suoi capelli sul suo collo, successivamente i polpastrelli leggeri di Serena iniziarono a solleticare i capezzoli di Eva, alternando i movimenti qua e là per una più energica carezza al seno. Le natiche di Eva restavano così appoggiate alle parti intime di Serena, ancora coperte da un perizoma semitrasparente, dato che il silenzio della stanza era interrotto soltanto dal crepitare del fuoco nel camino e dai respiri sempre più affannosi delle due ragazze. Eva scivolò lentamente dal corpo dell’amica fino a sdraiarsi accanto a lei senza smettere di baciarla, poiché le piaceva quel contatto morbido a caldo, le piacevano le mani di Serena sul seno e i suoi fremiti tra le braccia. Pensò che ciò che sentiva erano le stesse sensazioni che provava Marco quando la stringeva a sé: per un attimo ne fu gelosa, poi abbandonò la testa contro la sua leccandole amorosamente le labbra. Di nuovo Serena cercò le sue labbra, di nuovo le loro lingue s’intrecciarono e si cercarono frugando nelle loro bocche, con gli occhi chiusi e i volti avvampati dal calore e dalla passione, illuminati a tratti dalla fiamma che ardeva nel camino. Il sofà era però stretto in quel convulso groviglio di mani, di gambe, di lingue e di gemiti, tanto che le due ragazze senza nemmeno parlarsi si distesero sul tappeto proprio accanto al camino. Eva cercò di nuovo la bocca di Serena, assaporando sulle labbra la sua grazia toccando in ultimo i suoi capelli tra le mani. Le accarezzò il viso, il collo e scese con la mano fino a racchiudere amabilmente un suo seno. Lo sentì piccolo e sodo sotto le dita stringendo lievemente il capezzolo tra l’indice e il pollice.

Serena vibrò tra le sue braccia per quel tocco gentile ma determinato, lasciandosi sfuggire un gagliardo gemito di piacere, Eva scese con le sue labbra sul collo di Serena abbandonandole, già sentendo la mancanza di quel caldo contatto, intanto che la sua lingua defluiva sul collo lasciando piccolissime tracce umide sulla pelle. Ascoltò i gemiti di Serena ripassando sugli stessi punti del collo, poi scese più in basso fino al punto di raggiungere il seno dell’amica che ancora stringeva tra le dita, solleticò il capezzolo già diventato consistente per l’intensa eccitazione provocata e poi iniziò a succhiarlo amorevolmente. Sentiva Serena che si muoveva sotto il suo corpo liberando una mano per percorrere il perimetro della sua spalla con le dita, dal momento che avvertì chiaramente la sua mano fluire fino ad accarezzarle l’interno della coscia per poi risalire fino a bagnarsi le dita della sua abbondante eccitazione, scivolando così verso le calze autoreggenti che ancora aveva addosso. Succhiò con intensità il capezzolo roseo di Serena e lo strinse tra le labbra facendola sussultare, in seguito abbandonò la morbidezza del suo seno dirigendosi con la lingua verso l’ombelico, sennonché ancora più giù fino al bordo del perizoma rosso che indossava, glielo sfilò velocemente, poi come traguardo finale con la bocca s’impadronì del clitoride scoprendoglielo del tutto. D’istinto Serena aprì le gambe ed Eva sentì il profumo fruttato della sua stupenda fica, scese con la bocca aperta tenendole aperte lievemente le labbra con le dita, cominciò a succhiarle il clitoride con le labbra senza mai toccarlo con la lingua. Se era vero, quello che le aveva detto una volta parlando di rapporti orali, la differenza tra loro era minima, in quanto le avrebbe dato fastidio un contatto troppo deciso con il suo sesso, come accadeva a lei quando il suo ragazzo si buttava a capofitto tra le sue gambe, eppure lei lo assaggiò scoprendosi in conclusione incredula di godere del suo sapore talmente delicato.

Serena gemette più forte dimenandosi dal momento che percepì le dita di Eva penetrarla teneramente fino in fondo, abbandonò l’umido e caldo bordo delle calze autoreggenti e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, tenendo gli occhi chiusi e accarezzando la testa di Eva. Eva proseguì, spingendo le dita dentro di lei, frugando nella sua fica così uguale alla sua, cogliendo le pareti morbide e fradice come le sue e dopo quando sfilò le dita le portò senz’esitare alla bocca assaggiando nel frattempo il clitoride di Serena e le dita intrise del suo fluido. Serena ebbe un piccolo sussulto, quando le dita di Eva iniziarono a masturbarla spingendo il clitoride e sentendo la sua lingua che scendeva più in basso. Eva affondò la lingua nella sua fica, le aprì le labbra con le dita senza smettere di masturbarla gentilmente con l’altra mano. Spinse ancora le dita dentro di lei insieme alla lingua e sentì Serena gemere più forte, invocando così un sì soffocato dal piacere e muovendo più in fretta il bacino, accelerò l’andatura delle dita sul clitoride di Serena staccando la bocca dal sesso bagnato di lei, fino a quando la sentì sussultare di nuovo sotto i suoi accorti tocchi afferrare e stringere qualcosa che in realtà non teneva in mano. Dopo guardò l’espressione distesi dipinta sul volto della sua amica e non poté che provare piacere e tanta tenerezza, perché non l’aveva mai vista così e osservarla in quel modo fece ampliare ancora di più il suo desiderio di darle piacere.

Il suo benigno e intenso grido ruppe il silenzio che le circondava, mentre si lasciava andare all’orgasmo che intanto l’investiva, perché quando sentì il corpo di Serena calmarsi e il respiro rallentare tolse la mano, s’avvicinò nei pressi di Serena e appoggiandole la mano calda e umida sul viso la baciò soave in maniera. Stanca ma appagata, Serena si lasciò andare sul tappeto fino a quando il suo respiro non ritornò regolare, sapendo che l’amica l’attendeva senza fretta, una volta che poi si ricompose penetrò Eva con il suo sguardo, come per anticiparle ciò che le avrebbe fatto. Poi la sospinse contro la spalliera del divano e la baciò con foga, come se ancora il desiderio avvampasse ogni suo senso. Durante il loro primo incontro, quando era stata sull’orlo di portarla all’orgasmo, era stata interrotta e non aveva potuto godere appieno dell’orgasmo di Eva, però stavolta nulla avrebbe potuto fermarla, perché anelava che quel piacere fosse una scala percorsa per gradi e mentre la sua lingua percorreva senza sosta la bocca di Eva, le sue dita sottili le solleticarono la colonna vertebrale procurandole brividi di piacere.

Lei si mise in ginocchio dietro l’amica, appoggiò le braccia al divano per sostenersi, scostò i capelli leggermente inumiditi dal calore dell’atmosfera dal collo di Eva e lasciò che le ricadessero sul viso. Quando fu sicura che l’amica fosse ben appoggiata, iniziò a leccarle il collo dall’attaccatura dei capelli, piano piano fino metà della schiena, per poi tornare verso le spalle e ridiscendere ogni volta più in basso fino al fondo schiena, mentre le sue mani libere si posarono energiche sui seni di Eva dove le sue dita creavano immaginari giri attorno ai suoi capezzoli e fra di essi. Era bello cogliere e l’eccitazione che s’induriva sotto le sue dita, nel tempo in cui i piccoli sospiri di Eva diventavano sempre più sonori. Risalendo ancora una volta verso il collo si soffermò con la lingua e iniziò a baciarla qua e là, mentre la sua mano destra lasciava così il seno superava l’ombelico e raggiungeva i primi peli sottili. La sua mano, avvolta dall’umidità e dal caldo s’aprì e il suo dito medio iniziò a percorrere il clitoride di Eva già eccitato, intanto che le altre dita s’insinuavano fra le pieghe.

La sua lingua si era fermata, la sua attenzione adesso era concentrata e riunita solamente sul piacere di Eva e il suo respiro seguiva quello dell’amica. Con il seno nudo appoggiato alla schiena di Eva e la mano sinistra al sofà continuava con la destra il suo rovente sentiero. Era la prima volta che si trovava nel masturbare un clitoride che non fosse il suo e si ricordava ancora il punto esatto dove Eva preferiva essere toccata e laddove provava più piacere, giacché erano simili ma non uguali, poiché amavano ambedue approcci delicati e garbati, piuttosto che maneschi e violenti, però i loro punti del piacere non erano proprio gli stessi. A quel punto sorpassato il clitoride digradò verso il basso e approfittando della sua eccitazione la penetrò delicatamente. Eva non riuscì a non gridare, in quanto la sua mente ormai era annebbiata dal piacere che Serena le provocava, perché cercava soltanto il compimento di tutto quello che stava accadendo, assaporandone l’attesa. Come intuendo il desiderio dell’amica, Serena infilò ancora più a fondo il dito che s’apriva un varco nelle pareti umide senza smettere con il palmo di massaggiare ritmicamente la superficie esterna delle labbra, poi a un tratto sfilò il dito per soffermarsi là dove Eva le aveva sussurrato di toccarla.

Ebbene sì, Serena sapeva qual era il punto cruciale, malgrado ciò voleva portarla al culmine dell’amplesso per sentirla strepitare come sapeva mettere in atto. Eva, sdraiata adesso sennonché al suo fianco, iniziava ad agitarsi contorcendo il bacino e piegano indietro il collo come per offrirsi maggiormente alle dita di Serena, che più rapide svolgevano in modo perfetto il loro compito. Più volte, da quell’unico incontro, le era capitato di palpare i genitali di Marco e ritrovarsi nel pensare all’inguine, alle labbra e al clitoride di Eva. Molte volte si era soffermata nel meditare com’era più dolce e più coinvolgente il corpo femminile con i seni lisci, le parti intime di morbida e calda peluria, con le labbra delicate da baciare, altre morbide da penetrare, inumidite da quel desiderio di piacere. Sotto i respiri affannosi e le frasi smorzate di Eva, Serena continuava a percorrere senza sosta i bordi sottili del sesso di Eva aumentandone l’andatura, solamente quando la sentì davvero vicina all’orgasmo. Quando Eva raggiunse l’apice massimo, il grido di goduria che uscì dalla sua bocca la ripagò totalmente, lasciandosi andare a un sorriso compiaciuto, si portò le dita alla bocca mentre assaggiava lievemente il sapore del sesso di Eva, poi la baciò appassionatamente. Eva portò una mano tra i capelli, accarezzandole la nuca e cercando ancora le sue labbra.

‘E’ stato stupendo, sei favolosa’ – le riferì in modo accalorato.

Il fuoco si spense del tutto, mentre Eva e Serena distese l’una accanto all’altra s’abbracciavano e si baciavano con tenerezza. Serena s’alzò tendendo una mano, strette in un tenero abbraccio s’avviarono verso la doccia. Eva fece appoggiare l’amica alla parete e spinse i seni contro di lei, leccando l’acqua che adesso con maggior pressione scorreva sul collo e sui capelli di Serena, scese con una mano fino al pube dell’amica, senza toccarle il clitoride in quanto era ancora molto eccitato, lasciò che l’acqua scorresse poi la girò verso di sé baciandola, afferrò il bagnoschiuma e ne rovesciò una piccola quantità sul seno di Serena, giacché lei sussultò per il fresco contatto di quel liquido. Eva si staccò da lei e cominciò a massaggiarle il collo, le spalle e le braccia, scendendo sempre un po’ di più sul suo corpo, in seguito iniziò ad accarezzarle i seni resi viscidi dalla schiuma morbida e profumata. Le passò le mani sui glutei e sulla schiena, poi rivolse il getto della doccia sul suo corpo e risciacquò l’amica, s’abbassò di nuovo e iniziò a leccare Serena sul clitoride, che ormai si era rilassato. Le aprì intanto le labbra con le dita, mentre l’amica si preparava a massaggiarle la testa lavandole i capelli con lo shampoo, sentendo il bacino di Serena spingersi più verso di lei, le mani sulla sua testa guidavano i movimenti della sua bocca, mentre Serena si lasciava andare a piccoli gemiti appoggiando la schiena contro la parete, mentre l’acqua continuava a scorrere Eva succhiava deliziosamente il clitoride dell’amica, fin quando la sentì venire erompendo in conclusione nella sua bocca.

Il liquido dell’eccitazione di Serena si mescolò e si perse in mezzo all’acqua che scorreva sui loro corpi. Eva si rialzò e baciò ancora Serena rossa in viso per l’acqua calda e l’eccitazione appena provata, mentre pigramente iniziarono a lavarsi a vicenda sorridendo e amandosi.

{Idraulico anno 1999}

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